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Usare la morte di un subacqueo per tirare in ballo questioni che con essa nulla hanno da spartire è una cosa demenziale che rappresenta solo la malattia del personaggio che invoca certa attenzione.

Glisso sulla parvenza di discussione scientifica alla quale non rispondo e non perchè avrei cambiato idea, cosa MAI avvenuta, ma per il semplice fatto che rispetto i morti e li lascio in pace e discuto per i vivi che hanno il sale in zucca.

Cordialmente!

 

ps: naturalmente che ognuno resti delle proprie idee ma che non si tirino più in ballo discussioni per la sola voglia di fare polemica, in particolare quando a farlo sono acclarati eunuchi mentali!

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Miglior contributo in questa discussione

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La statistica è una scienza esatta. A me piaciono le statisctiche. Gli americani spesso vi ricorrono per classificare ogni genere di avvenimento. Dalle statistiche emergono le problematiche anche dei vari sport praticati. Qualcuno ha sottolineato che " statisticamente " il 70 % degli incidenti avvengono tra le pareti domestiche ( ambiente ideale per l'uomo, altrettanto non dicasi per il mare aperto ). Io ho sempre praticato la pesca in coppia, ho ripreso da una sincoper per 2 volte 2 diversi compagni di pesca. Statisticamente 2 morti in meno. Anche questa è scienza. :bye:

 

No quello per i tuoi amici e' CULO. Se non c'eri erano due morti in piu'.

Questo è il punto! Perchè culo se utilizzano la pesca in coppia?? Al limite era sfiga se non c'era o era distratto!

 

Sono daccordo con tutti quelli che sostengono che la sicurezza la devi cercare in te, ma rispondete anche voi a queste domande:

 

1) Quanti pia sono morti entrambii pescando in coppia? Non sono sicuro ma penso nessuno!

 

2)Quanti se ne sono salvati sempre pescando in coppia? Tanti

 

3) Quanti pescavano soli e sono morti! Tanti, troppi!!!

 

Questa non'è una piccola statistica??

 

 

Giuseppe pescare in coppia come dici tu , riduci gli incidenti notevolmente ,quasi li annulla ( sto parlando seriamente ) solo che tu se lo scrivi lo fai SEMPRE , sicuramente non fai nemmeno un solo tuffo e non avrai mai fatto un solo tuffo in vita tua senza un amico sopra la tua testa, perfetto.

 

Quando e' morto il mio amico , io il giorno non c'ero, erano in 4 pescando come dici tu.

Il gommone era ancorato a 20 mt dietro una punta , in tre sono andati a prenderlo, lui ha detto faccio l' ultimo tuffo mentre prendete il gommone.

 

Immaginati come e' finita.

Un tuffo , un solo tuffo da solo.

 

Dunque , mi dispiace ma ..............

Modificato da ant64
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purtroppo l'apnea non è una cosa naturale ed è uno sport sicuramente tra i piu' pericolosi.Di questo ne sono perfettamente consapevole e lo dobbiamo essere tutti.Il mare è imprevedibile ed ogni imprevisto,disattenzione o malore puo' essere fatale.Cio' che possiamo fare noi quando andiamo in acqua è mettere la nostra sicurezza sempre al primo posto,senza tralasciare nulla...anche quando si pesca in 2 metri.Io cerco di non tirare mai l'apnea nemmeno quando pesco basso,cerco di non andare mai solo e sto sempre attento che tutto sia al suo posto(sagola,portapesci ecc.).Poi sul discorso della profondità e del volere cercare per forza di scendere piu' fondi possibile il discorso è lungo:a certe profondità ci si arriva dopo anni di allenamento e di pesca,ci si deve andare solo quando siamo al top della forma e della condizione fisica...Poi io spesso sento dire che in acqua si puo' morire sia a 2 metri sia a 30:questo è vero,pero' non diciamo che pescare in acqua bassa e pescare fondo è la stessa cosa dal punto di vista della sicurezza.E molto piu facile morire a 30 mt che in bassofondo anche per gente espertissiam e lo abbiamo visto....

In conclusione dico che noi dobbiamo sempre stare attenti,non sottovalutare mai i pericoli,ma che in mare il rischio c'è sempre,dobbiamo esserne consapevoli.

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possiamo parlare ore e ore,escogitare tutti i metodi possibili ed immaginabili per ridurre al minimo i rischi che però anche se ridotti al minimo esisteranno sempre per tutti,anche per il più prudente o per il più pauroso di noi.

io ribadisco che il carattere di una persona è la più grande discriminante che fa si che un incidente succeda o no.naturalmente non parlo degli incidenti dovuti a barche o a imprevisti che possono capitare a tutti anche in un mentro d'acqua...

il carattere di ognuno di noi fa si che tu possa decidere se restare quei pochi secondi in più o se risalire.la verità è questa!

tutti quelli che hanno un pò di esperienza in mare sanno che quasi sempre si risale in piena tranquillità,ma quanti sanno rinunciare al pesce,non necessariamente della vita,nella convinzione che quei pochi secondi in più non facciano la differenza?

ripeto la mia esperienza di non più di una settimana fa,un tuffo a 15 metri,vedo una cernia di 3\4 chili qualche metro più giù,raramente scendo più di quella quota,sarebbe stato il mio record,e la mia prima cernia seria.forse nei secondi che sono rimasto li a guardarla sarei sceso fin li ed avrei potuto catturarla,ma non l'ho fatto,e sono arrivato su senza contrazioni!

io so di avere un carattere molto freddo,non mi emoziono,sono sempre molto controllato ed ho fatto quello che ritenevo giusto,quanti nella stessa situazione avrebbero fatto lo stesso,quanti aumentando profondità tempi grandezza del pesce restisterebbero ad una tentazione del genere?molti si,altrettanti no,qeusti ultimi sono a rischio...

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possiamo parlare ore e ore,escogitare tutti i metodi possibili ed immaginabili per ridurre al minimo i rischi che però anche se ridotti al minimo esisteranno sempre per tutti,anche per il più prudente o per il più pauroso di noi.

io ribadisco che il carattere di una persona è la più grande discriminante che fa si che un incidente succeda o no.naturalmente non parlo degli incidenti dovuti a barche o a imprevisti che possono capitare a tutti anche in un mentro d'acqua...

il carattere di ognuno di noi fa si che tu possa decidere se restare quei pochi secondi in più o se risalire.la verità è questa!

tutti quelli che hanno un pò di esperienza in mare sanno che quasi sempre si risale in piena tranquillità,ma quanti sanno rinunciare al pesce,non necessariamente della vita,nella convinzione che quei pochi secondi in più non facciano la differenza?

ripeto la mia esperienza di non più di una settimana fa,un tuffo a 15 metri,vedo una cernia di 3\4 chili qualche metro più giù,raramente scendo più di quella quota,sarebbe stato il mio record,e la mia prima cernia seria.forse nei secondi che sono rimasto li a guardarla sarei sceso fin li ed avrei potuto catturarla,ma non l'ho fatto,e sono arrivato su senza contrazioni!

io so di avere un carattere molto freddo,non mi emoziono,sono sempre molto controllato ed ho fatto quello che ritenevo giusto,quanti nella stessa situazione avrebbero fatto lo stesso,quanti aumentando profondità tempi grandezza del pesce restisterebbero ad una tentazione del genere?molti si,altrettanti no,qeusti ultimi sono a rischio...

Dario...errare humanum est, e noi tutti umani siamo...

Il problema è che se uno, con tutta l'esperienza, la freddezza, ed il talento apneistico-piscatorio umanamente possibili (umanamente significa, per definizione, con dei limiti) ha sfiga, commette un solo errore e ci lascia le penne...

Modificato da siccia
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...credo anche che ci siano organismi che, se sollecitati, conoscono la sincope anossica più facilmente di altri.

Tra i miei compagni di allenamento in apnea, mi riferisco qui alla "statica", la maggior parte usciva pulito prima del limite, evidentemente riconoscendone i segnali , qualcun altro messo sotto pressione sambava sistematicamente impossibilitato a controllare, uno solo, 25 anni, calciatore di buon livello super allenato, sambava random a volte oltre i 5 min, si avete letto bene, altre dopo 1 min o poco più.

Facevamo tutti le stesse cose, nella stessa acqua con la stessa didattica e allenamento.

Ora che uno facesse X e l'altro Y poco interessa quello che mi preoccupa è che ci siano organismi per i quali FORSE il limite non è controllabile ! oggi è X domani è Y. Cosa potrebbe influire su questi divari prestazionali cosi ampi ????

Se è vero quello che credo, cioè che ci siano organismi più portati alla perdita di controllo, quindi alla samba o alla sincope, rispetto ad altri, sarà conseguentemente vero che le immersioni in apnea in mare, per questi soggetti, saranno più a rischio del normale.

Il problema resta che la mia è una sintesi e una somma tirata tra i miei compagni ma sarà una considerazione vera in generale ??????

 

Voglio solo dire che la nostra sopravvivenza potrebbe essere un mix tra le nostre scelte, più o meno audaci, e le reazioni più o meno stardardizzate e controllabili dei nostri organismi.

Chi ha avuto in passato sambe anche lievi, non parlo di sincope perchè è fenomeno più grave, avrà manifestato una attitutine del suo organismo più spiccata di altri oppure si parte tutti con le stesse probabilità ???

Modificato da Andrea Zani
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possiamo parlare ore e ore,escogitare tutti i metodi possibili ed immaginabili per ridurre al minimo i rischi che però anche se ridotti al minimo esisteranno sempre per tutti,anche per il più prudente o per il più pauroso di noi.

io ribadisco che il carattere di una persona è la più grande discriminante che fa si che un incidente succeda o no.naturalmente non parlo degli incidenti dovuti a barche o a imprevisti che possono capitare a tutti anche in un mentro d'acqua...

il carattere di ognuno di noi fa si che tu possa decidere se restare quei pochi secondi in più o se risalire.la verità è questa!

tutti quelli che hanno un pò di esperienza in mare sanno che quasi sempre si risale in piena tranquillità,ma quanti sanno rinunciare al pesce,non necessariamente della vita,nella convinzione che quei pochi secondi in più non facciano la differenza?

ripeto la mia esperienza di non più di una settimana fa,un tuffo a 15 metri,vedo una cernia di 3\4 chili qualche metro più giù,raramente scendo più di quella quota,sarebbe stato il mio record,e la mia prima cernia seria.forse nei secondi che sono rimasto li a guardarla sarei sceso fin li ed avrei potuto catturarla,ma non l'ho fatto,e sono arrivato su senza contrazioni!

io so di avere un carattere molto freddo,non mi emoziono,sono sempre molto controllato ed ho fatto quello che ritenevo giusto,quanti nella stessa situazione avrebbero fatto lo stesso,quanti aumentando profondità tempi grandezza del pesce restisterebbero ad una tentazione del genere?molti si,altrettanti no,qeusti ultimi sono a rischio...

Dario...errare humanum est, e noi tutti umani siamo...

Il problema è che se uno, con tutta l'esperienza, la freddezza, ed il talento apneistico-piscatorio umanamente possibili (umanamente significa, per definizione, con dei limiti) ha sfiga, commette un solo errore e ci lascia le penne...

la sfiga ti frega anche in un metro d'acqua,e non penso stiamo parlando di questo,io sto parlando della capacità di alcuni di fermarsi rispetto ad altri,che secondo me in molti casi fa la differenza...

la sfiga può colpire gli uni e gli altri,ma se te la vai a cercare...se la sfidi...è più facile che ti colpisca.

ho detto più volte che non ho paura di andare a mare,e non la avrò mai,perchè so che pescando a modo mio non correrò più rischi di quando per esempio domani mi dovrò fare 1000 km in auto sotto la pioggia...significherebbe aver paura di vivere...

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Mi sto leggendo tutte le considerazioni varie. E vedo che in fondo alle firme di molti di noi c'è una scritta in ricordo di Mario Isola. Tra un po' inizieranno a comparire le scritte in memoria di questo povero ragazzo Giulio. Per gli altri 8 o 10 che ci han lasciato le penne questa stagione, niente scritte.

 

Scusate un po', c@**o, ma non sarebbe meglio che invece di metterci in calce ai nostri profili scritte più o meno ad effetto non iniziassimo TUTTI QUANTI a usare un po' più la testa?

Avete idea di quante volte il sottoscritto si è sentito dire "non peschiamo vicini perchè altrimenti mi spaventi i pesci"?

Avete idea di quante discussioni ci sono con scritto: "portate il portapesci in cintura, perchè crea il movimento che può attirare altri pesci". Poi se c'è il rischio che lo spillo si impiglia nel fondale, non fa niente: tanto la sfiga capita sempre agli altri!!

 

Ora, dico: è meglio smettere di comportarsi irresponsabilmente oppure tra 15 giorni dimentichiamo tutto questo e continuiamo con gli stessi comportamenti?

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possiamo parlare ore e ore,escogitare tutti i metodi possibili ed immaginabili per ridurre al minimo i rischi che però anche se ridotti al minimo esisteranno sempre per tutti,anche per il più prudente o per il più pauroso di noi.

io ribadisco che il carattere di una persona è la più grande discriminante che fa si che un incidente succeda o no.naturalmente non parlo degli incidenti dovuti a barche o a imprevisti che possono capitare a tutti anche in un mentro d'acqua...

il carattere di ognuno di noi fa si che tu possa decidere se restare quei pochi secondi in più o se risalire.la verità è questa!

tutti quelli che hanno un pò di esperienza in mare sanno che quasi sempre si risale in piena tranquillità,ma quanti sanno rinunciare al pesce,non necessariamente della vita,nella convinzione che quei pochi secondi in più non facciano la differenza?

ripeto la mia esperienza di non più di una settimana fa,un tuffo a 15 metri,vedo una cernia di 3\4 chili qualche metro più giù,raramente scendo più di quella quota,sarebbe stato il mio record,e la mia prima cernia seria.forse nei secondi che sono rimasto li a guardarla sarei sceso fin li ed avrei potuto catturarla,ma non l'ho fatto,e sono arrivato su senza contrazioni!

io so di avere un carattere molto freddo,non mi emoziono,sono sempre molto controllato ed ho fatto quello che ritenevo giusto,quanti nella stessa situazione avrebbero fatto lo stesso,quanti aumentando profondità tempi grandezza del pesce restisterebbero ad una tentazione del genere?molti si,altrettanti no,qeusti ultimi sono a rischio...

Dario...errare humanum est, e noi tutti umani siamo...

Il problema è che se uno, con tutta l'esperienza, la freddezza, ed il talento apneistico-piscatorio umanamente possibili (umanamente significa, per definizione, con dei limiti) ha sfiga, commette un solo errore e ci lascia le penne...

la sfiga ti frega anche in un metro d'acqua,e non penso stiamo parlando di questo,io sto parlando della capacità di alcuni di fermarsi rispetto ad altri,che secondo me in molti casi fa la differenza...

la sfiga può colpire gli uni e gli altri,ma se te la vai a cercare...se la sfidi...è più facile che ti colpisca.

ho detto più volte che non ho paura di andare a mare,e non la avrò mai,perchè so che pescando a modo mio non correrò più rischi di quando per esempio domani mi dovrò fare 1000 km in auto sotto la pioggia...significherebbe aver paura di vivere...

...infatti non parlo di sola sfiga, ma di questa associata all'errore umano, da cui nessuno è esente...in quanto umano ed imperfetto...

L'errore umano è quella cosa che fa superare la soglia che c'è tra il "non andarsela a cercare" ed il "cercarsela".

Di sambe e sincopi, anch'io purtroppo ne ho viste, e chi le ha beccate non sempre era una persona dotata di poco autocontrollo...anzi...una persona in particolare ha na freddezza da killer...eppure ha sbagliato...

Sai in che occasione? durante una pescata in coppia...

Fortunatamente sia le sambe che le sincopi di cui sono stato testimone, sono avvenute a galla...e scrivo fortunatamente perchè ritengo che andare a soccorrere qualcuno sul fondo, oltre una certa profondità (che varia da individuo ad individuo) comporti rischi eccessivi per il soccorritore, quindi non mi sento di dire che la pesca in coppia sia la soluzione di ogni problema (con ciò mi ricollego ad interventi precedenti, fatti da chi, secondo me, non s'è mai trovato a dover gestire situazioni veramete drammatiche e non ha idea di come ci si possa sentire nella veste di un soccorritore che deve fare tutto bene e quanto più in fretta è possibile [a me, già a galla, sti fatti hanno dato brutte sensazioni...]).

Penso che fare pesca in apnea con cognizione di causa, comporti dei pericoli maggiori rispetto al viaggiare in auto (sempre con cognizione di causa), e che la passione smisurata per la nostra disciplina, quindi il piacere che si prova durante la pratica, ce la faccia sembrare meno pericolosa di ciò che in realtà è.

Rispetto ovviamente la tua opinione, che dalla mia differisce un po', fermo restando che tra timore e terrore, ci siano senza dubbio differenze importanti.

Per quanto mi riuarda, il timore della morte è ciò che permette di vivere con la consapevolezza che si può morire da un momento all'altro e di mantenere al contempo la serenità e l'attenzione necessarie a vivere quanto più è possibile e soffrendo il meno possibile.

Questo è lo stato d'animo che cerco di mantenere in acqua, perchè per vivere bene io devo andarmene a pescare, e per vivere tanto, devo poter tornare a terra dopo ogni pescata.

Il terrore della morte, è invece sinonimo di mal di vivere, e cerco di evitarlo ovunque, sia dentro che fuori dall'acqua.

Ovviamente non escludo la possibilità che un giorno io possa cambiare idea, ma al momento tant'è...

Mo fuggo da sta discussione in punta dei piedi.

Ciao

Modificato da siccia
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Perchè non proviamo ad utilizzare dei metodi scientifici per identificare/pesare le varie problematiche e per ultimo trovare delle valide soluzioni o in alternativa perlomeno catalogare i vari rischi dando un peso oggettivo?

 

Esiste uno strumento che si chiama FMEA (Failure modes and effects analysis), sono sicuro che diverse persone sono a conoscenza di questa metodologia.

 

Per fare qualcosa di serio e importante serve un team di persone esperte (possibilmente le più esperte) disposte ad analizzare, scomporre tutti i possibili problemi, le cause, gli effetti ecc.

 

Sicuramente un lavoro di mesi, pesante, che va condotto in modo rigoroso per avere risultati seri. Se questo verrà fatto i risultati non mancheranno.

 

Facciamo qualcosa di serio e importante, si tratta della nostra vita.

 

Roberto Bonomelli

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Davide, per la definizione di sincope non mi ricordo da dove l'ho tirata fuori, studiando e leggendo molto non ti so dire da dove mi sia uscita.

Per la respirazione non debbono essere fatti respiri lenti e profondi, devono essere lenti senza dover assolutamente riempire a pieno i polmoni, in tal caso fare respiri a polmoni pieni anche se respiriamo lentamente è sempre una iperventilazione. Fare già 5 respirazioni complete consecutive anche con la proporzione di 2 a 1 è iperventilazione. Personalmente facendo già 3 respirazioni complete consecutive complete ho i primi sintomi di una leggera iperventilazione. Far vedere cosa o meno è iperventilazione per parole su un forum non è possibile, anche perchè si utilizzano termini che non sono specifici ed universali.

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Vorrei condividere un idea che da tempo mi frulla nella testa e chissa che primo o poi ...

costruire una mini bombola capienza 1 litro compresso a 20 atm dovrebbe avere dimensioni di un piombo a sgancio rapido,collegandolo con un sensore cardiaco al nostro torace azionerebbe apertura d'aria al boccaglio tramite un entrata secondaria,il tutto sigillato e ricaricabile solo col l'autorizzazione della guardia costiera per evitare che qualcuno voglia fare il furbo,in pratica un angelo custode utilizabile una sola volta,questa è l'idea rudimentale che pottrebbe essere collaudata dagli esperti.

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Giuseppe pescare in coppia come dici tu , riduci gli incidenti notevolmente ,quasi li annulla ( sto parlando seriamente ) solo che tu se lo scrivi lo fai SEMPRE , sicuramente non fai nemmeno un solo tuffo e non avrai mai fatto un solo tuffo in vita tua senza un amico sopra la tua testa, perfetto.

 

Quando e' morto il mio amico , io il giorno non c'ero, erano in 4 pescando come dici tu.

Il gommone era ancorato a 20 mt dietro una punta , in tre sono andati a prenderlo, lui ha detto faccio l' ultimo tuffo mentre prendete il gommone.

 

Immaginati come e' finita.

Un tuffo , un solo tuffo da solo.

 

Dunque , mi dispiace ma ..............

 

Pensa,ho detto la stessa cosa ad un mio compagno di pesca circa 30 anni fa :( ,con la differenza che lui mi ha aspettato!

Per i successivi 15 anni ho sempre pescato in due con un fucile solo, poi questo mio amico ha mollato e adesso pesco da solo. Come vedi predico bene ma razzolo male.

 

Voglio solo dire che la nostra sopravvivenza potrebbe essere un mix tra le nostre scelte, più o meno audaci, e le reazioni più o meno stardardizzate e controllabili dei nostri organismi.

Chi ha avuto in passato sambe anche lievi, non parlo di sincope perchè è fenomeno più grave, avrà manifestato una attitutine del suo organismo più spiccata di altri oppure si parte tutti con le stesse probabilità ???

Sono daccordo con te, ci sono soggetti più portati alla samba che altri! Ma a questo ci potrà rispondere meglio il Proff. Malpieri!

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Davide, per la definizione di sincope non mi ricordo da dove l'ho tirata fuori, studiando e leggendo molto non ti so dire da dove mi sia uscita.

La curiosità nasce dal fatto che è assolutamente intuitivo pensare che la distinzione tra bagnata e asciutta sia legata all'annegamento o meno, in realtà non è così. Cambia solo la successione del rilasciamento muscolare e dell'arresto cardio circolatorio.

 

Nella sincope asciutta si ha PRIMA l'arresto cardiaco e DOPO il rilasciamento muscolare che porta al successivo allagamento polmonare; mentre nella sincope umida o bagnata il rilasciamento muscolare avviene PRIMA dell'arresto cardiaco con conseguente morte per asfissia da annegamento.

Per la respirazione non debbono essere fatti respiri lenti e profondi, devono essere lenti senza dover assolutamente riempire a pieno i polmoni, in tal caso fare respiri a polmoni pieni anche se respiriamo lentamente è sempre una iperventilazione. Fare già 5 respirazioni complete consecutive anche con la proporzione di 2 a 1 è iperventilazione. Personalmente facendo già 3 respirazioni complete consecutive complete ho i primi sintomi di una leggera iperventilazione. Far vedere cosa o meno è iperventilazione per parole su un forum non è possibile, anche perchè si utilizzano termini che non sono specifici ed universali.

Semplifichiamo le cose.

 

Ogni individuo a riposo effettua 15/20 atti respiratori al minuto, ed ognuno di questi movimenta 500 cc circa.

Da ciò è possibile ricavare il rapporto tra la quantità di aria che si movimenta (a riposo) nell'unità di tempo.

 

Qualunque tecnica di ventilazione miri ad aumentare la quantità di aria movimentata nell'unità di tempo è una IPERVENTILAZIONE, che diventa pericolosa superata una certa soglia che, studi clinici su atleti, hanno mostrato essere i 4/6 atti respiratori completi (quelli descritti nei manuali di apnea come combinazione di respirazione diaframmatico-toracico-clavicolare).

 

Allo stesso modo qualsiasi metodica ventilatoria si basi sul prolungamento dei tempi di espirazione, è una IPERVENTILAZIONE che ha come effetto quello di abbassare i livelli di Co2 nei tessuti, ovviamente più si prolunga e più si aumenta il fattore di rischio.

 

Questo significa che l'unica discriminante, variabile per giunta da soggetto a soggetto, è SOLO la quantità d'aria movimentata nell'unità di tempo. E questa definizione così semplice, fino ad oggi, l'ho sentita solo ad un istruttore, che non per niente è sicuramente uno dei più capaci se non il più competente in assoluto in Italia.

 

Questa definizione però ha due serie implicazioni.

 

La prima è che è concettualmente sbagliato affermare che sia possibile prepararsi ad una apnea SENZA iperventilare (iperventilare significa respirare forzatamente per movimentare più aria di quella che le nostre esigenze metaboliche del momento richiedono), possiamo farlo poco o pochissimo riducendo i rischi, ma dobbiamo farlo. La seconda è che non esiste e non può esistere una ricetta universale, quello che và bene per te può non andare bene per me. I tuoi 3 atti respiratori sono una iperventilazione marcata, i miei 5 no.

 

Tutto questo solo per dire che hai ragione quando parli di ignoranza intesa come scarsa conoscenza dei meccanismi dell'apnea, ma sono lacune che difficilmente vengono colmate da un corso di apnea proprio perchè spesso si vendono un mucchio di fesserie come il verbo e invece sono solo ottimi strumenti per farsi male. Quando trovare un istruttore del tutto incompetente sarà una rarità, allora mi convincerò che i corsi sono cosa buona e giusta. Fino a quando vedrò, come adesso, la maggioranza di praticoni, resterò convinto che solo un bravo istruttore può essere realmente d'aiuto.

 

D'altronde i numeri parlano chiaro. A fronte di una diminuzione dei praticanti e del numero medio di uscite in mare, le quote di esercizio sono andate in direzione diametralmente opposta. Fino a prima del '96 si moriva lo stesso ma si sapeva poco di apnea, da 15 anni a questa parte sono fioriti i corsi, i manuali, gli stage e il risultato qual è?! Molti prima non sapevano, molti oggi credono di sapere, ci avremo davvero guadagnato?!

 

Poi ripeto, la formazione è solo UNA PARTE del problema, ma certo non trascurabile.

 

:bye:

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@ davide scusa una cosa ma la definizione che ho dato ossia: @Davide per sincope bagnata intendo perdita di coscienza da parte del soggetto con allagamento delle vie aeree. Non è la stessa che hai descritto tu?

Ugualmente nella descrizione di iperventilazione da me data non è la stessa che hai messo tu solamente che la mia è descritta in maniera più semplificata?

Inoltre non è vero che si non è possibile non iperventilare prima di partire per un apnea, come ho già detto prima i polmoni non devono assolutamente essere riempiti a pieno, ma dobbiamo mantenere una ventilazione che sia il più normale possibile, fare 1 atto completo e partire.

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