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Miglior contributo in questa discussione

Miglior contributo in questa discussione

riassumiamo perchè è importante:

possiamo dividere i subacquei apneisti in pipponi di primo pelo (non quel Pelo, perchè non è un pippone :P ) e esperti dell'ultima pippa.

i Pipponi hanno una attività prevalentemente anaerobica lattacida;

gli esperti pipparoli hanno una attività mista aerobica/anaerobica, perchè sono "allenati".

Cosa sà l'organismo? che Massimo è pippone e Gianfranco è esperto pipparolo?nanananana.......

l'organismo sà che se massimo và a pesca consuma un botto di ossigeno, fa una attività muscolare scoordinata e non finalizzata e produce acido lattico nei muscoli; se a pesca ci và Gianfranco l'organismo sà che il lavoro che è costretto a fare lo fà "per abitudine" con un discreto risparmio energetico perchè sà mettere in atto quei meccanismi "risparmiosi" che consumano meno ossigeno.

Uno di questi meccanismi è l'utilizzo dell'ossimioglobina muscolare che consente in parte di non andare in debito lattacido anche se c'è la vasocostrizione da Diving Reflex e la ricompartmentazione ematica da Blood Shift.

 

consentitemi un piccolo intermezzo per salutare con piacere i lettori di ApneAcademy, della FIPSAS, qualche valido giornalista di settore e qualche valido ricercatore dell'ultima ora nel campo della medicina subacquea; buona lettura a tutti e benvenuti, comprese le alte cariche Federali :laughing::bye: .

 

torniamo a cose più serie; tutto questo sconvolgimento, sia per Massimo che per Gianfranco ha un solo risultato, che sposta il pH (unità di misura dell'acidità di una soluzione) del sangue verso l'acidosi che, manco a farlo apposta, si chiama acidosi lattica e che ha un effetto devastante sull'attività contrattile muscolare, specie a carico del diaframma, che comincia a contrarsi in maniera convulsa e aritmica.

Contemporaneamente la mancata possibilità di "tamponare" nel sangue questa acidità stimola alcuni centri nervosi (centri inspiratori) a tamponare l'acidosi con la respirazione ma...siamo sott'acqua e, volontariamente, inibiamo la respirazione e allora....nasce una depressione in una zona del cervello che si chiama pavimento del 4° ventricolo, depressione che inibisce anche i centri cardioaccelleratori (già inibiti dal Diving reflex), la frequenza cardiaca rallenta ulteriormente, il circolo rallenta, cade la portata ematica verso il cervello e il subacqueo va in SINCOPE!!!

Già, cari ricercatori, si chiama SINCOPE perchè c'è una caduta del flusso ematico cerebrale da Acidosi Lattica, ALTRO CHE NON SINCOPE, MA PER FAVORE! :nono::bye:

 

E CON QUESTO SIAMO 2 A 0 PER ME :P:laughing::oops::bye: (1 l'edema e 2 la non sincope, altro che il Milan :P )

Modificato da Massimo Malpieri
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la NON SINCOPE ...non sò cosa risponderti, spero e mi auguro che i valenti ricercatori del CNR in accordo con il Comitato tecnico scientifico della FIPSAS sappiano darti una risposta.

 

Di sicuro è qualcosa che non riguarda minimamente i praticanti l'apnea subacquea.

 

caro Marco al mondo ci sono dilettanti e professionisti:

IO SONO UN PROFESSIONISTA!

Modificato da Massimo Malpieri
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prof, una curiosità da profano non ricercatore......

 

ma che cazz'è la non sincope??????

 

no dico sul serio, che vuol dire?

Semplicemente l'effetto di una rivoluzione terminologica che, a detta del PROFESSIONISTA, non solo non ha ragione di esistere ma è una delle più grosse corbellerie che sia mai stata scritta sull'apnea, dopo viene la mioclonia in sostituzione della Samba ma è un'altra storia... :devil:

 

Alcuni ricercatori avrebbero accertato (non si s come) che non essendoci caduta di flusso ematico cerebrale non si può più parlare di Sincope ma sia doveroso parlare di perdita di coscienza transitoria. La valutazione la lascio a te, mi limito solo a constatare che Massimo ha dimostrato (quindi i dati ci sono ed esistono) che la caduta di flusso ematico esiste eccome, quindi l'esatto contrario di quello che dicono (perchè fino ad ora solo questo è stato fatto) gli altri. ;)

 

Bah, sarà periodo di cantonate??? :laughing:

 

Davide :bye:

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affinchè tutti abbiano le idee chiare, ricercatori e semplici PIPPONI (tra cui io) faccio uno schemino:

 

ACCUMULO DI LATTATO - RADICALI LIBERI - PROSTAGLANDINE - ADENOSINA

 

da cui deriva

 

perdita dell'autoregolazione del flusso ematico cerebrale con vasoparalisi ed ischemia di durata variabile da 6 a 130 ore

 

per essere più chiaro l'ipossia moderata - severa (apnea protratta come avviene nelle gare di statica e dinamica) è seguita da acidosi metabolica per accumulo di acido lattico (in parte sequestrato ma in gran parte liberato per eccesso di produzione) derivante dal metabolismo anaerobio; se a questa iperproduzione di lattato associamo una sorta di asfissia respiratoria volontaria (da apnea protratta) si sommerà all'acidosi metabolica una acidosi mista metabolico-respiratoria; il sommarsi di tali situazioni ha un effetto deprimente sul sistema cardiovascolare con comparsa di stato sincopale da danno ipossico-ischemico per caduta del flusso ematico cerebrale.

Aggiungiamo poi le sollecitazioni chimiche che arrivano ai centri respiratori per eccesso di CO2 che stimolano la ripresa della respirazione, ripresa inibita volontariamente dal sub perchè ancora immerso ; a questa opposizione respiratoria segue una depressione chimica dei centri cardiovascolari cerebrali (sia per l'acidosi che per l'alto tasso di CO2), rallentamento della frequenza cardiaca (già bassa per il Diving reflex ed il Blood Shift con innesco di quello che in gergo si chiama Wondering pace maker), caduta del flusso sanguigno cerebrale con deficit di apporto di ossigeno nei territori cerebrali ed ecco che il sub và in SINCOPE; CIOE' PERDE CONOSCENZA,SUL FONDO, IN RISALITA O IN SUPERFICIE, POCO IMPORTA, perde conoscenza perchè non arriva più sangue al cervello in quantità sufficiente a mantenere lo stato di vigilanza.

E' chiaro che se il sub si trova in prossimità della superficie (statica e dinamica o fine della risalita) le possibilità di soccorso e sopravvivenza sono favorevoli, ma se disgraziatamente il nostro amico è a pesca da solo,sarà un'altra vittima della non cultura subacquea o della disinformazione interessata di alcuni pseudoricercatori.

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Ospite Gianfranco Ciavarella

Corro ma voglio dire una cosa...

L'apnea porta con se tanti problemi e ha significativamente segnato un cambiamento in me, anche in funzione di quanto ho visto in tanti anni.

L'apnea può essere un mezzo attraverso il quale si pratica uno sport e va sempre organizzata e controllata con la massima cautela.

L'apnea, d'altra parte, non può essere un fine sportivo.

Quando l'apnea finisce per essere il fine il limite per ogni atleta della personale performance è la sincope.

 

Questa cosa è inaccettabile!

 

Nella pesca, nel Rugby, nel Pinnato ed in ogni altra disciplina dove l'apnea viene praticata diviene un elemento importante ma non determinante.

 

Da quando la flosofia dell'apnea recordistica, della ricerca del limite personale, della ricerca del "massimale" apneistico ha invaso aanche la pesca i drammi si sono moltiplicati ed i rischi sono davanti agli occhi di tutti.

Oggi, si può dire, rischiano più gli "esperti" "accorsati" che i neofiti.

ASSURDO!

Basterebbe leggere la prosopopea con la quale affrontano certi discorsi ragazzetti appena iscritti ad un corso o persone che si vantano di avere uno - due mille brevettini del cretino per capire che i brevettifici producono arroganze e mammasantismi.

Tutti che dicono di essere divenuti sicuri dopo aver partecipato al corso.

Tutti avrebbero capito tutto!?

Poi leggiamo quanto avrebbero capito, cosa avrebbero capito e come lo applicano e rabbrividiamo. Consapevolezze e ricerca dell'io davvero improbabili e fuorvianti.

Apnea misurata e misurabile solo con computer al polso ed in metri e secondi.

Consapevolezze basate su messaggi drogati dalle pressioni parziali e dal Blood shift.

Chi ha visto i campioni del passato e quelli di oggi si rende conto come ora con 1'30" si pasca a 35/40 metri con rischi incalcolabili.

Ieri, con questa apnea ci si fermava a pescare intorno ai -15 metri con rarissime puntate intorno ai -20.

Non è cambiata la qualità dell'atleta, la preparazione, è cambiato solo il condizionamento e l'attrezzatura elevado a potenza il rischio.

Oggi non c'è scemo che con tale apnea non voglia pescare a -30 metri per prendere il dentice della vita.

 

Parte di questa battaglia è per me solo la ricerca di una maggiore sicurezza, anche nella pescasub e nelle gare di pescasub.

Esistono problemi e vanno affrontati per non dover fingere di rilevarli solo quando capita il morto.

E' accaduto tante volte nelle piscine, è accaduto in gara di pescasub, accadrà, è solo una questione di tempo e di statistica, anche nelle gare d'apnea.

Non mi verranno a raccontare che non lo potevano immaginare!

 

Una parte importantissima da discutere è la sicurezza durante le gare di pesca ma anche durante la stessa pescata della domenica.

Performance e sicurezza si possono migliorare ma per ottenere questo ambizioso obiettivo occorre mettersi nelle mani di persone qualificate che non abbiano "interessi" e che sappiano mostrare di avere conoscenze e competenze professionali di alto profilo.

Noi spingiamo in questo senso, senza voler essere NOI a essere i formatori ma cercando di indicare modi e forme di responsabilità e di formazione culturale specifica.

Non è possibile che a gestire queste cose così pericolose siano istruttorini da percorsi culturali frmato bugnami raffazzonati e piuttosto SCARSI.

Occorre avere studi e preparazione adeguata per mettere le mani sulla vita della gente.

Naturalmente, questa non è una battaglia Federale o solo della Federazione oppure che riguarda solo chi non è della Federazione, perchè nei corsi e nelle inadeguate preparazioni ci bagnano il pane tutti.

Non è uno scandalo guadagnare con lo sport, è uno scandalo quando capita, guadagnare sulla pelle delle persone, vendendo merda pericolosissima per panacea di ogni problema e facendo immaginare cose assurde e pericolose.

Un dentice profondo una cernia difficile è il sogno di tanti ma è stato e sarà anche l'ultimo sogno di tantissimi!

MALEDIZIONE! :angry::(

 

 

Voglio una apnea che sia mezzo, controllabile mezzo ma che non sia un fine sportivo, questa la mia speranza.

Perchè il recupero?

Perchè è parte importante ma troppo trascurata dello svolgimento di una battuta di pescasub.

La foga e la passione, il mancato controllo e le errate convinzioni portano a sbagliare ed a rischiare la vita.

Ho notato che tanti troppi, non ne sanno nulla anche fra i pescatori più esperti, fra gli atleti di maggior rilievo.

Bene facciamo questo percorso per mettere nelle condizioni tutti di migliorarsi, di migliorare anche le apnee dopo un recupero adeguato, e in particolare di elevare gli standars di sicurezza.

Quante volte avete sentito che tizio o caio è andato in sincope pescando a -20 metri eppure era una persona abituata a pescare molto più fondo?

 

 

Saluti da Gianfranco :bye:

Modificato da Gianfranco Ciavarella
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Ospite mistral
Quando l'apnea finisce per essere il fine il limite per ogni atleta della personale performance è la sincope.

 

thread interessantissimo, anzi sapete che vi dico, la frase di Ciavarella evidenziata sopra me la metto nella firma! Più certe cose si rimarcano meglio è!!

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Mi fareste degli esempi di lavoro aerobico e altri di lavoro anaerobico????

:devil::devil::devil:

Vi avverto però, questa è una domanda cattivella!

 

 

Ciao da Gianfranco

 

ps: VOGLIO SOLO RICORDARE A TUTTI CHE OGNI TECNICA, OGNI DISCIPLINA VA ANALIZZATA DA SOLA.

UNA COSA E' LA STATICA.

UNA COSA ASSAI DIVERSA E' L'AGGUATO PROFONDO.

 

Introduco un altro paio di concetti e poi proviamo a rispondere a Gianfranco (permettimi di darti del tu)

 

PRINCIPI FONDAMENTALI DELL'ALLENAMENTO

 

Ogni tipo di attività fisica determina sull'organismo effetti di natura fisiologica che in una ripetizione sistematica e continuativa nel tempo scatena una reazione di difesa e adattamento con conseguenti risposte funzionali più economiche e resistenti al fine di un migliore rendimento.

L'ALLENAMENTO è “un processo pedagogico educativo continuo che si concretizza nell’organizzazione dell’esercizio fisico ripetuto in qualità, quantità ed intensità tali da produrre carichi progressivamente crescenti che stimolano i processi fisiologici di supercompensazione dell’organismo e favoriscono l’aumento delle capacità fisiche, psichiche, tecniche e tattiche dell’atleta, al fine di esaltarne e consolidarne il rendimento in gara” (Prof. Carlo Vittori).

È evidente che tale concetto generale va adattato di volta in volta in considerazione dell'età, qualità fisiche, grado di allenamento qualitativo e quantitativo dell'atleta e sopratutto al tipo di sport che il soggetto svolge (nel nostro caso apnea e pesca in apnea).

 

Principi Generali

 

CONTINUITA': L'allenamento deve svolgersi in continuità nel tempo eliminando periodi di riposo eccessivamente lunghi che creano i presupposti di “adattamento alla inattività” e quindi perdita del lavoro precedentemente svolto. Quindi come detto in precedenza il lavoro aerobico e di potenzamento aerobico svolto durante l'inizo della stagione va mantenuto anche durante il periodo preparatorio specifico in cui, accanto ad esercizi mirati per l'azione di apnea e pesca in apnea (tolleranza ipercapnica e tolleranza ipossica) si introducono nelle sedute di allenamento (parte iniziale della singola seduta) dei lavori prettamente aerobici.

 

VARIABILITA': L'allenamento sarà più redditizio e più facilmente gradito quando comprenderà una serie molteplice di attività ed esercizi studiati in forma e successione tale da evitare l'insorgere della noia e dell'affaticamento nervoso, fattori che riducono sensibilmente la capacità applicativa e l'interesse dell'atleta. La variazione degli esercizi e dei metodi evita anche la formazione di "barriere" ovvero impedimenti all'ulteriore sviluppo delle capacità motorie relative alla specifica attivitá svolta. Quindi il fatto di mixare durante la seduta di allenamento e magari durante lo stesso esercizio delle apnee statiche con delle apnee dinamiche, dei lavori di soglia aerobica con dei lavori di tolleranza lattacida ( e piú tardi torneremo alla definizione di questi meccanismi metabolici) permettono all'individuo di sviluppare della abilitá psicofisiche e psicomotorie molto interessanti.

 

SISTEMATICITA': Organizzazione razionale tra le sequenze di allenamento e la frequenza con cui vengono proposti certi tipi di esercitazioni. I carichi vanno organizzati in relazione ai diversi periodi programmati, pertanto devono avere le caratteristiche quantitative e qualitative proprie del ciclo di allenamento.

Qui torniamo al discorso della periodizzazione dell'allenamento che deve essere mirata al fine di ottenere la massima forma fisica nel periodo prestabilito della stagione, per un pescasub naturalmente questo periodo é il periodo estivo.

I carichi e l'intesitá del lavoro andranno programmati dall'allenatore in base alla periodizzazione definita.

 

INDIVIDUALIZZAZIONE: Da un iniziale programma generale applicabile a tutti si dovrà gradualmente passare alla ricerca di uno schema di allenamento “personalizzato” che tenga quindi conto delle peculiarità psichiche e fisiche dell'atleta e dei risultati da conseguire. Ma qui naturalmente parliamo di atleti che possono essere seguiti singolarmente e di agonisti di un certo livello che sono allenati da personal trainer....e come dice Gianfranco nella pesca in apnea forse non ci sono questi mostri di atleti.

 

La supercompensazione: è il meccanismo che fa scattare gli effetti ricercati dall’allenamento. Quindi, attraverso adeguati stimoli (esercizi) si tende a instaurare l'adattamento-risposta ai carichi e allo stress, ovvero vengono a crearsi i presupposti per resistere nel tempo a stimoli di maggiore entità.

I carichi ovviamente dovranno risultare quantitativamente e qualitativamente equilibrati, tali da scatenare quei processi biologici di adattamento che nel tempo instaurano delle risposte allo stimolo sempre più positive e elevate.

Particolare attenzione va posta ai giusti periodi di recupero tra le varie sedute di allenamento, è infatti in questa fase che l'organismo ricostituisce le riserve energetiche e le possibilità funzionali "compromesse” dall'allenamento.

Come vediamo il recupero tra un'allenamento e l'altro e quindi anche il giusto recupero (questo era il tema della discussione) tra un'azione di pesca e la successiva permettono al nostro corpo/ organismo di ricostituire quell'equilibrio energetico che era stato compromesso dall'allenamento o dall'azione di pesca stessa.

Qui spero che qualcuno intervenga andando finalmente, dopo 17 pagine di discussione, a dirci quale é il recupero ottimale (in linea di massima ovvio poiché ogni azione di pesca é diversa dalle altre e gli sforzi muscolari prodotti sono diversi da azione ad azione e da persona a persona, che puó essere piú o meno allenata)

 

LA RESISTENZA ORGANICA

 

Il termine generico di RESISTENZA definisce la capacità dell'organismo di durare in un lavoro il più a lungo possibile.

 

Come si presenta la resistenza

 

RESISTENZA GENERALE: si riferisce alla capacità di eseguire per un lungo tempo una attività fisica che impegna più gruppi muscolari unitamente all'apparato cardiocircolatorio e respiratorio, fondamentale per un pescasub che voglia durante il periodo estivo intraprendere delle azioni di pesca che durano anche delle 1/2 giornate o piú :thumbup:

 

RESISTENZA LOCALE: è la capacità di un ristretto settore muscolare di eseguire un lavoro per un tempo lungo.Naturalmente per il pescasub il potenziamento dei muscoli delle gambe e dei muscoli coinvolti nella respirazione é fondamentale.

 

RESISTENZA SPECIALE: si riferisce ad una determinata disciplina sportiva e, quindi, al particolare tipo di resistenza richiesta dal gesto specifico di gara e/o attivitá. Qui torniamo agli allenamenti specifici e mirati all'aumento delle soglie ipercapniche e ipossiche

 

La resistenza e i meccanismi energetici utilizzati

 

RESISTENZA AEROBICA: il lavoro muscolare avviene in equilibrio tra consumo e reintegro di sostanze energetiche.

È il processo più economico ed il lavoro muscolare può essere protratto per lunghissimo tempo essendo le tensioni sviluppate molto basse (sotto il 25% circa del massimale). La capacità di lavoro va dai tre minuti circa fino a oltre 90 minuti.

Il sistema aerobico necessita dell'ossigeno inspirato per l'utilizzo (ossidazione) dei glicidi e dei grassi.Il prodotto finale della reazione energetica è l'acqua, l'anidride carbonica e l'energia che risintetizza l'ATP (fonte energetica del muscolo).

Per valutare la capacitá aerobica di un soggetto esistono diversi tipi di test (quello di Cooper su tutti) e, una volta definita la soglia aerobica per il soggetto (detto in parole povere il numero di battiti cardiaci tali per cui il lavoro muscolare avviene secondo le modalitá sopracitate e per un soggetto mediamente/poco allenato parliamo di 135/155 bpm) si puó pianificare e periodizzare l'allenamento con delle tabelle mirate allo sviluppo di tale capacitá.

 

RESISTENZA ANAEROBICA: le tensioni muscolari, di media intensità, possono essere protratte per un tempo relativamente lungo.

Questo meccanismo avviene in assenza di ossigeno e la capacità contrattile iniziale viene ripristinata dopo circa tre ore, tempo di smaltimento dell'acido lattico che è stato prodotto durante il lavoro.

Ad esempio un allenamento di apnea dinamica basato su delle ripetute sui 50 metri fatti all'80%/85% del massimale (per un soggetto poco/mediamente allenato parliamo di battito cardiaco intorno ai 170/180 bpm) stimolano la resistenza anaerobica che come vedremo piú avanti puó essere di due tipi:

- alattacida e cioé senza produzione eccessiva di acido lattico e quindi al di sotto della soglio anaerobica (lavori all'80/85% del massimale con allenamento della VO2 Max)

-lattacida e quindi con produzione di acido lattico (lavori al 90/95% del massimale con 185/190 bpm con recupero "totale" tra una ripetizione e l'altra)

 

Gli aspetti peculiari della resistenza

 

CAPACITA' AEROBICA (o resistenza aerobica): possibilità di protrarre a lungo il lavoro grazie alla presenza ottimale delle sostanze energetiche (glicogeno muscolare ed epatico).

 

POTENZA AEROBICA: importantissima negli sport di durata, è strettamente legata alla quantità di ATP (Adenosintrifosfato) che il metabolismo aerobico del soggetto è in grado di sintetizzare nell'unità di tempo. Sono determinanti il massimo consumo di ossigeno (detto VO2 max, è la più grande quantità di ossigeno che si riesce a consumare nell'unità di tempo riferendosi ad 1 Kg. di peso corporeo, ovvero aumento dell'ossigeno nel sangue e maniera ottimale in cui giunge ai muscoli), e la massima intensità di lavoro realizzabile al di sotto della soglia anaerobica (massima intensità di lavoro che può essere effettuata senza ricorrere alla glicolisi anaerobica e, quindi, senza accumulo di acido lattico nei muscoli).

Responsabili del VO2 max sono principalmente:

- ventilazione respiratoria;

- gittata cardiaca (quantità di sangue pompata in un minuto);

- trasporto periferico di ossigeno da parte dell’emoglobina del sangue;

- capillarizzazione muscolare;

- differenza artero-venosa della concentrazione di ossigeno;

- attività enzimatica a livello dei mitocondri delle cellule muscolari.

Il VO2 max raggiunge il suo valore naturale massimo intorno ai 16-17 anni per poi diminuire progressivamente.

 

CAPACITA' ANAEROBICA LATTACIDA: corrisponde alla quantità di lavoro che si riesce ad effettuare utilizzando come fonte di energia il solo meccanismo anaerobico-lattacido e, pertanto, tollerare l’accumulo di lattato nei muscoli e nel sangue. Parliamo di lavori effettuati al 90,95% del carico massimale con ripetizioni e recupero totale tra una ripetizione e l'altra.

 

POTENZA ANAEROBICA LATTACIDA: è la quantità di energia prodotta anaerobicamente, nell’unità di tempo, dalla scissione del glicogeno. E' strettamente collegata al processo energetico anaerobico alattacido nei cui confronti svolge un vero e proprio ruolo di supporto. In condizioni di massima potenza anaerobica lattacida è possibile mantenere lo sforzo per poche decine di secondi.

 

Il miglioramento della capacità aerobica si effettua con lavoro prolungato e, quindi, tale da comportare il giusto utilizzo della miscela energetica glicogeno-grassi.

Il miglioramento della potenza aerobica si effettua con lavoro in prove ripetute ove le tensioni muscolari e la durata (quindi velocità esecutiva) portano molto vicino alla soglia anaerobica (mai superiore per non accumulare lattato e conseguente riduzione della attività dei mitocondri cellulari, centrali "energetiche" dove avvengono le reazioni ossidative aerobiche).

 

 

Magari piú avanti possiamo iniziare a proporre delle tabelle di allenamento specifico che mirano a migliorare le diverse capacitá/resistenze di cui abbiamo parlato......mi appello a Gianfranco e chi del mestiere..... :D

 

Ciao :bye::bye:

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e aggiungo: non si vende fumo nel campo scientifico, non si raccontano storie inventate senza uno straccio di una prova per il gusto della notorietà.

Chi và in acqua vuole informazioni vere, valide, che portino sicurezza, non chiacchiere da studenti che si atteggiano a professori nella biblioteca universitaria.

Diceva un mio maestro:

"poche cose ma chiare!"

 

Quì di chiarezza ne troverete sempre senza alcuna sudditanza verso il Palazzo e, FONDAMENTALMENTE, con tesi scientifiche comprovate da documentazione clinica e strumentale.

 

Se qualcuno pensa che passiamo il tempo a pettinare le bambole ha sbagliato indirizzo: NOI NON CI INVENTIAMO NULLA, tutto ciò che affermiamo nasce da attività clinica e di ricerca con centinaia e centinaia di pazienti che quotidianamente e VOLONTARIAMENTE si rivolgono a noi per essere seguiti, studiati e curati e molti di coloro che in questo momento stanno leggendo fanno parte del nostro Staff di ricerca, dalle Alpi all'estremo lembo della Sicilia, e a loro vanno i miei ringraziamenti per la fiducia accordatami.

grazie a tutti.

 

IL CONTE VLAD

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Continuando sull'argomento allenamento e metodologia:

 

I parametri per valutare la corretta applicazione dei metodi aerobici

 

Il parametro di riferimento più semplice da valutare per stabilire l'intensità di allenamento è la frequenza cardiaca (FC, ovvero numero di pulsazioni cardiache al minuto) che si deve mantenere per un certo periodo di tempo.

Per stabilire questa frequenza vengono utilizzati diversi metodi.

Il METODO proposto utilizza una percentuale della frequenza cardiaca riferita a quella massima del soggetto (MFC o HRmax) e si limita a mettere in relazione la massima frequenza cardiaca con l'età in quanto dopo i 30 anni circa i parametri di efficienza fisica in genere tendono ad abbassarsi di circa l'1% l'anno. Ovviamente non considera la condizione di allenamento del soggetto e la frequenza cardiaca a riposo che varia anche di molto da soggetto a soggetto.

Malgrado ciò ë il metodo più usato in quanto di semplice applicazione pratica e praticamente non rischioso per la l'integrità fisica dei non allenati….in pratica è quasi buono per tutti ed è quello che mi sento di proporre qui sul forum.

 

MaxFreqCard/MFC = 220 - età in anni

 

Esempio:

- età 45 anni;

- massima frequenza cardiaca: 220 - 45 = 175;

- 60-70% di 175 = 105-123 (frequenza cardiaca consigliata per lavorare in metabolismo aerobico).

 

Recentemente è stata proposta anche la formula di Hirofumi Tanaka:

 

MFC = 208 - (0,7 x età in anni)

 

Una volta definita la MFC e una volta effettuati dei test iniziali per valutare la capacitá aerobica del soggetto (Cooper per il nuoto) si possono mettere in relazione la percentuale della massima frequenza cardiaca e del VO2max che corrisponderanno ad un tipo di stimolo specifico sulle capacità organiche e muscolari, e quindi si potrá passare alla pianificazione e alla programmazione dell’allenamento con la definizione di tabelle specifiche, di macrocicli di allenamento, di singole unitá di allenamento, etc……ma questa della programmazione/periodizzazione è un’altra storia.

 

Definiamo ora le diverse zone di allenamento in relazione alla frequenza cardiaca e alla percentuale di VO2 Max, in modo tale da permettere a chiunque di monitorare durante la seduta di allenamento il tipo di lavoro che sta svolgendo e soprattutto se lo sta svolgendo bene e secondo quanto era stato stabilito a priori (esempio, se decido per una tabella di lavoro aerobico ma mi rendo conto che alla fine di una ripetizione il mio battito cardiaco è tale per cui mi trovo in soglia anaerobica………allora c’e’ qualcosa che non va…e cioè sto tirando troppo e non sto allenando ció che voglio allenare….spero di essere stato chiaro :blink: )

 

- Zona “aerobica” a modesto impegno muscolare e organico dove il consumo e il reintegro energetico rimane in equilibrio, permettendo di durare a lungo senza affaticamento. Consente anche di consumare i grassi corporei (superati i 25-30 minuti di lavoro continuo la fonte energetica è costituita da una miscela ad alto contenuto di grassi e modesto di zuccheri).

% MFC: 60-70 %

% VO2 Max: 40-60%

 

- Zona “aerobica” a medio impegno muscolare e organico che si comincia già ad evidenziare per la comparsa del “fiatone”. Le fonti energetiche sono percentualmente ripartite tra grassi e zuccheri. Migliora l’efficienza dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio nel sostenere a lungo un lavoro.

% MFC: 70-80%

% VO2 Max: 60-70%

 

- Zona che oltrepassa la “soglia anaerobica” (intensità di lavoro limite dove ancora esiste equilibrio tra acido lattico prodotto e acido lattico eliminato) determinando un accumulo di acido lattico nei muscoli. Questo riduce la capacità di sostenere a lungo il lavoro. Risulta utile a migliorare le capacità muscolari specifiche ad esprimere un ritmo veloce per un tempo relativamente lungo (es.: scatti di media intensità e media durata).

È riservata agli sportivi agonisti che necessitano di stimoli specifici.

% MFC: 80-90%

% VO2 Max: 70-85%

 

- Zona “anaerobica” utile a migliorare le capacità muscolari specifiche agli scatti di massima intensità e breve durata (alta tensione muscolare e produzione di acido lattico da parte dei muscoli impegnati).

È riservata agli sportivi agonisti che necessitano di stimoli altamente specifici.

% MFC: oltre 90%

% VO2 Max: circa 100%

 

 

Ciao :bye::bye:

 

 

ma la tabella allegata al Test di Cooper é stata ricevuta :blink: ??

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Una(più di una) domanda ce l'avrei io dottore: l'emoglobina che importanza ha nell'apnea?

Inquanto responsabile del trasporto dell'ossigeno molecolare si può dire "più emoglobina"= "più apnea" ?

E se così fosse quale tipo di allenamento potrebbe determinarne l'incremento?

Allenamento in alta quota?

:bye:

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L'emoglobina (Hb) è una proteina contenuta nei Globuli Rossi (GR) ed è composta di 2 parti: : la globina che è la parte proteica e l’Eme che contiene Ferro; il legame dell’O2 con i GR avviene nell’Emoglobina e viene indicato con il simbolo HbO2 .

La presenza dell’Emoglobina che reagisce con l'ossigeno, all’interno dei GR, è molto importante in quanto consente il mantenimento del flusso dell’O2 dalla iniziale fase gassosa e liquida, strettamente condizionata dalla legge di Henry, alla fase di legame chimico O2+ Hb.

L’Hb ha valori abbastanza standard nell’adulto con una piccola differenza in funzione del sesso: 12-16 g/dl (donne); 14-18 g/dl (uomini);

Le reazioni di scambio del gas avvengono nell’Eme che è la parte ferrosa dell’Emoglobina; il ferro ha la capacità di legare l’O2 nella circolazione polmonare e di cederlo ai tessuti periferici per la presenza di Anidride Carbonica (CO2) che destabilizza il rapporto di legame tra Emoglobina e O2; è quindi chiaro che maggiore sarà il tasso di CO2 prodotta nei tessuti e maggiore sarà l'estrazione di O2 dall'Hb 8meccanismo conservativo).

L'Hb è importante anche per il suo legame con la CO2 perchè il quantitativo di CO2 in soluzione nel plasma è solamente il 6%; tale quantità è indispensabile per il mantenimento della pressione parziale del gas nel sangue, oltre a fungere da intermediario tra aria alveolare e globuli rossi; una quota più importante di CO2, il 70%, passa nei GR dove, mediante l’azione di un Enzima (Anidrasi Carbonica), in unione con l’H2O forma Acido Carbonico, vi è infine l’ultimo quantitativo, 24%, che è presente nel sangue sotto forma di composti carboamminici: carboammino-Emoglobina e altre proteine del plasma (legame che avviene senza intervento dell’Anidrasi Carbonica).

Più che l'incremento dell'Hb è l'incremento dell'Ematocrito (Ht) che aumenta le performances in apnea, però l'aumento dell’Ht a valori superiori a 40 ha come conseguenza un notevole aumento della viscosità del sangue con conseguente diminuzione della gittata cardiaca e della frequenza, che in caso dell’immersione in apnea, andranno a sommarsi con gli effetti del Diving Reflex e bradicardizzanti tipici dell’apnea, con possibilità di abnorme bradicardia e scatenamento di aritmie per extrasistolia (battiti prematuri). Ma il problema vero di un Ht alto nell’apnea è legato al rallentamento del circolo con depressione delle velocità di trasporto dell’O2 e quindi, altro fattore favorente la sincope per caduta del flusso ematico verso il cervello, cosa assolutamente ignorata dai ricercatori del CNR che parlano di "non sincope".

Modificato da Massimo Malpieri
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