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Grande discussione,

 

per quanto rigurda l'allenamento vorrei aggiungenre il seguente estratto ottenuto "girovagando qua e la in rete"....

 

ALLENAMENTO FISICO PER L’APNEISTA

 

L’allenamento fisico è la base di tutte le attivitá sportive e senza un’adeguata preparazione atletica è impossibile sperare di raggiungere risultati soddisfacenti.

L’allenamento per l’apneista si divide fondamentalmente in due periodi di preparazione:

•Periodo Generale o di Preparazione fisica ( Nuoto-Corsa-Pesi)

•Periodo Speciale (apnea statica- apnea dinamica- apnea profonda)

 

Potremmo introdurre come visto in precedenza anche un terzo periodo, quello agonistico, che si identifica nell’affinamento e nell’ottimizzazione delle capacitá acquisite nei periodi precedenti. Nel nostro caso possiamo individuare tale periodo con il tempo che passeremo a mare e dove andremo a verificare le reali, e nuove per molti aspetti, possibilitá psicofisiche raggiunte.

 

L’allenamento fisico ricopre un ruolo fondamentale nel periodo preparatorio invernale per una fase di circa 4/5 mesi. Questo tipo di lavoro tenderá poi a diminuire gradualmente in quantitá ed intensitá per lasciare spazio all’allenamento specifico per l’apnea.

Ë molto importante sviluppare una Resistenza Organica/Aerobica che permetta al cuore di abituarsi a lavorare sotto sforzo.

 

TEST DI PARTENZA

La valutazione delle condizioni individuali di partenza sono un obiettivo centrale al fine di una programmazione individualizzata dell’allenamento.

Per questo durante il periodo di allenamento verranno organizzati dei test specifici al fine di ottenere reali valori al momento della testazione. Questi test verranno poi riproposti a scadenze regolari al fine di valutare e verificare l’efficacia del lavoro svolto e permettere di apportare opportune modifiche al piano di allenamento individuale.

Si parte dai dati ricavati dalla visita medica sportiva effettuata ad inizio corso (valori di capacitá vitale ed ECG a riposo e sotto sforzo) per poi dare origine ad una serie di test specifici.

 

TEST di Cooper per il nuoto (valutazione condizione aerobiche)

 

Come si esegue.: è necessario nuotare senza interruzioni per 12 minuti consecutivi e misurare la distanza percorsa

La distanza va confrontata con la tabella in allegato.

Si deve nuotare sempre nello stesso stile, quello in cui si è più veloci.

Non assumere alcool nelle 12 ore precedenti il test

Non assumere nicotina o caffeina nelle 3 ore precedenti il test

Non mangiare troppo nelle 2 ore precedenti il test

Non iniziare il test se non si è in buone condizioni fisiche

Fermarsi subito se ci si trova in difficoltà o per eccessivo affaticamento

 

Pianificazione e Programmazione dell’allenamento.

 

L’immersione subacquea in apnea ha come caratteristica fisiologica principale l’utilizzo del sistema metabolico aerobico e l’allenamento deve mirare essenzialmente a sviluppare tale aspetto assieme ad altri aspetti peculiari che entrano in gioco durante l’atto “innaturale”di trattenere il respiro: abituare l’organismo a lavorare in situazioni di Ipercapnia (aumento dei valori di CO2 nel sangue) e Ipossia ( Riduzione dei valori di O2 presenti nel sangue) [Tolleranza Ipossica e Ipercapnica]. Oltre naturalmente all’allenamento ed al potenziamento della muscolatura coinvolta durante l’immersione in apnea (arti inferiori e muscoli respiratori, in particolare)

 

Obiettivi dell’allenamento:

-- Prima fase di Miglioramento della Resistenza Organica, Potenziamento Aerobico in acqua e a secco, potenziamento muscolare in palestra;

-- seconda fase di Miglioramento della tecnica tramite allenamenti specifici e mirati ad aumentare le soglie di tolleranza ipossica ed ipercapnica tramite tabelle specifiche per l'apnea dinamica e profonda.

------------------------------------------------------------------------------------

 

 

Spero che questa discussione continui perché moooolto interessante......e invito chi é del mestiere a fornire il suo contributo......

 

Ciao

 

Marco

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Miglior contributo in questa discussione

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per quanto rigurda l'allenamento vorrei aggiungenre il seguente estratto ottenuto "girovagando qua e la in rete"....

 

ALLENAMENTO FISICO PER L’APNEISTA

 

L’allenamento fisico è la base di tutte le attivitá sportive e senza un’adeguata preparazione atletica è impossibile sperare di raggiungere risultati soddisfacenti.

L’allenamento per l’apneista si divide fondamentalmente in due periodi di preparazione:

•Periodo Generale o di Preparazione fisica ( Nuoto-Corsa-Pesi)

•Periodo Speciale (apnea statica- apnea dinamica- apnea profonda)

 

Potremmo introdurre come visto in precedenza anche un terzo periodo, quello agonistico, che si identifica nell’affinamento e nell’ottimizzazione delle capacitá acquisite nei periodi precedenti. Nel nostro caso possiamo individuare tale periodo con il tempo che passeremo a mare e dove andremo a verificare le reali, e nuove per molti aspetti, possibilitá psicofisiche raggiunte.

 

L’allenamento fisico ricopre un ruolo fondamentale nel periodo preparatorio invernale per una fase di circa 4/5 mesi. Questo tipo di lavoro tenderá poi a diminuire gradualmente in quantitá ed intensitá per lasciare spazio all’allenamento specifico per l’apnea.

Ë molto importante sviluppare una Resistenza Organica/Aerobica che permetta al cuore di abituarsi a lavorare sotto sforzo.

 

TEST DI PARTENZA

La valutazione delle condizioni individuali di partenza sono un obiettivo centrale al fine di una programmazione individualizzata dell’allenamento.

Per questo durante il periodo di allenamento verranno organizzati dei test specifici al fine di ottenere reali valori al momento della testazione. Questi test verranno poi riproposti a scadenze regolari al fine di valutare e verificare l’efficacia del lavoro svolto e permettere di apportare opportune modifiche al piano di allenamento individuale.

Si parte dai dati ricavati dalla visita medica sportiva effettuata ad inizio corso (valori di capacitá vitale ed ECG a riposo e sotto sforzo) per poi dare origine ad una serie di test specifici.

 

TEST di Cooper per il nuoto (valutazione condizione aerobiche)

 

Come si esegue.: è necessario nuotare senza interruzioni per 12 minuti consecutivi e misurare la distanza percorsa

La distanza va confrontata con la tabella in allegato.

Si deve nuotare sempre nello stesso stile, quello in cui si è più veloci. 

Non assumere alcool nelle 12 ore precedenti il test

Non assumere nicotina o caffeina nelle 3 ore precedenti il test

Non mangiare troppo nelle 2 ore precedenti il test

Non iniziare il test se non si è in buone condizioni fisiche

Fermarsi subito se ci si trova in difficoltà o per eccessivo affaticamento

 

Pianificazione e Programmazione dell’allenamento.

 

L’immersione subacquea in apnea ha come caratteristica fisiologica principale l’utilizzo del sistema metabolico aerobico e l’allenamento deve mirare essenzialmente a sviluppare tale aspetto assieme ad altri aspetti peculiari che entrano in gioco durante l’atto “innaturale”di trattenere il respiro: abituare l’organismo a lavorare in situazioni di Ipercapnia (aumento dei valori di CO2 nel sangue) e Ipossia ( Riduzione dei valori di O2 presenti nel sangue) [Tolleranza Ipossica e Ipercapnica]. Oltre naturalmente all’allenamento ed al potenziamento della muscolatura coinvolta durante l’immersione in apnea (arti inferiori e muscoli respiratori, in particolare)

 

Obiettivi dell’allenamento:

-- Prima fase di Miglioramento della Resistenza Organica, Potenziamento Aerobico in acqua e a secco, potenziamento muscolare in palestra;

-- seconda fase di Miglioramento della tecnica tramite allenamenti specifici e mirati ad aumentare le soglie di tolleranza ipossica ed ipercapnica tramite tabelle specifiche per l'apnea dinamica e profonda.

------------------------------------------------------------------------------------

 

 

Spero che questa discussione continui perché moooolto interessante......e invito chi é del mestiere a fornire il suo contributo......

 

Ciao

 

Marco

 

devi citare la fonte in ossequio alla legge sulla stampa altrimenti dobbiamo oscurarlo.

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Visto che anche Massimo lo ha citato, mi riempio la bocca e vi espongo, così come lui ce l'ha spiegata durante il corso, la teoria di Roberto Tiveron in merito a questo argomento, secondo me la sua, è quella che meglio sintetizza ciò che ha esposto Massimo (e che pian piano si sta palesando per confermare quanto ho appreso) e ciò che ha scritto Gianfranco:

 

Il problema è che il tuffo in apnea non è una cosa unica e immutabile fisiologicamente, quindi classificarla come un atto aerobico o anaerobico probabilmente non è esatto, mi spiego meglio, ipotizziamo che l'apnea fisiologicamente, sia soggetta a scorrere lungo un percorso temporale, per cui non appena mi immergo l'azione è AEROBICA dopo alcuni secondi diventa ANAEROBICA ALATTICIDA e nell'ultimo periodo muta in ANAEROBICA LATTICIDA.

Quest'ultima fase è la più pericolosa e quella che inevitabilmente porta alla sincope per i motivi che hanno spiegato anche Max e Gianfranco.

Solo se la si interpreta così ci si rende conto che quanto asserito dai nostri due amici, seppur apparentemente in antitesi in realtà è vero.

 

Il problema più importante secondo me (e dato per esatto quanto sopra riportato) è stabilire in quanto tempo l'apnea muta nei suoi tre diversi stadi!!

 

Questo non può che essere determinato dal grado di allenamento di ciascun soggetto, per cui è chiaro che se ci immergiamo io e Tiveron (cioè una pippa e un campione) ad una profondità di 10 metri per 20 secondi, probabilmente alla risalita io sarò già nella fase ANAEROBICA LATTICIDA e lui magari ancora a quella AEROBICA.

Ecco perché, come spiegava anche Massimo, l'allenamento deve tendere ad amplificare le doti fisiche anaerobiche del soggetto in primis, e solo dopo ci si concentra sull'attività anaerobica o di resistenza....

 

Volete sapere come si traduce in pratica tutto questo durante un corso di apnea? vasche, vasche, vasche e vasche di nuoto in superficie eppoi semmai si scende con la testa sott'acqua (se ci penso mi fanno ancora male le gambe!! :laughing: ).

 

Spero di esser stato chiaro.... :bye:

Modificato da CaioSuperAdrenalina
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andiamo avanti con stà storia, facendo però una precisazione che è importante, altrimenti sembra che si stia facendo un braccio di ferro tra me e Gianfranco finalizzato a chi ha ragione e chi ha torto.

Niente di più sbagliato: IO HO SEMPRE RAGIONE :P:clapping:

 

scherzi a parte, per non confondere le idee ai nostri lettori riprendo il discorso sulla Mioglobina (o OSSIMIOGLOBINA) che gioca un ruolo molto importante in tutto il discorso apnea subacquea.

 

perchè Gianfranco dice che l'apnea è una attività aerobica alattacida? e perchè IL GRANDE CONTE VLAD dice che è una attività anaerobica lattacida?

 

bella domanda vero? bene cerchiamo di dare qualche risposta:

 

come già detto la prima parte dell'apnea subacquea ha tutte le caratteristiche di una attività aerobica alattacida (mobilizzazione delle riserve di O2 muscolari tramite la mioglobina) però ci sono alcune piccole strutture cellulari, i mitocondri, che non accettano tale pseudomodificazione e spostano la loro attività in senso anaerobico e nasce un fenomeno che si chiama apoptosi che altro non è che un’alterazione dell’attività mitocondriale delle cellule muscolari scheletriche.

ricordo che i mitocondri, organelli cellulari che forniscono energia (ATP) per la contrazione muscolare, sono responsabili della capacità di adattamento allo sforzo fisico.

Questa disfunzione mitocondriale è la causa di un sovvertimento metabolico che comporta una abnorme produzione di acido lattico (ed ecco l'attivita anaerobica lattacida) per esaurimento delle riserve di ossigeno con spostamento dei processi ossidativi in senso anaerobico, inversione del rapporto lattato/piruvato e ....dulcis in fundo...comparsa delle contrazioni diaframmatiche e, a seguire, di un possibile episodio sincopale.

certo, grazie a Dio, non sempre le cose vanno in questo senso ma...in quelli più allenati o vogliosi di vincere in gara (tipo 190 tuffi in 4 ore, caro Sarrus) ci sono molte probabilità che ciò avvenga, per non parlare delle gare di apnea dinamica e di apnea statica, dove cambia il ritmo ma la musica è sempre quella, idem per il pinnato, caro Gianfranchino.

aspetto qualche obiezione.

Modificato da Massimo Malpieri
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devi citare la fonte in ossequio alla legge sulla stampa altrimenti dobbiamo oscurarlo.

www.sportraining.net,
Appunti di fisiologia dell'allenamento (nuoto) che mi ha dato il mio allenatore di nuoto per salvamento e nuoto pinnato nonché atleta di livello nazionale,
un pó di concetti derivati da letture varie e da anni di allenamento specifico fatti...:frustry: sia di nuoto che di apnea.

ciao Modificato da Davide Serra
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devi citare la fonte in ossequio alla legge sulla stampa altrimenti dobbiamo oscurarlo.

 

 

www.sportraining.net,

Appunti di fisiologia dell'allenamento (nuoto) che mi ha dato il mio allenatore di nuoto per salvamento e nuoto pinnato nonché atleta di livello nazionale,

un pó di concetti derivati da letture varie e da anni di allenamento specifico fatti...:frustry: sia di nuoto che di apnea.

 

ciao

 

 

ok grazie :thumbup:

Modificato da Davide Serra
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Visto che anche Massimo lo ha citato, mi riempio la bocca e vi espongo, così come lui ce l'ha spiegata durante il corso, la teoria di Roberto Tiveron in merito a questo argomento, secondo me la sua, è quella che meglio sintetizza ciò che ha esposto Massimo (e che pian piano si sta palesando per confermare quanto ho appreso) e ciò che ha scritto Gianfranco:

 

Il problema è che il tuffo in apnea non è una cosa unica e immutabile fisiologicamente, quindi classificarla come un atto aerobico o anaerobico probabilmente non è esatto, mi spiego meglio, ipotizziamo che l'apnea fisiologicamente, sia soggetta a scorrere lungo un percorso temporale, per cui non appena mi immergo l'azione è AEROBICA dopo alcuni secondi diventa ANAEROBICA ALATTICIDA e nell'ultimo periodo muta in ANAEROBICA LATTICIDA.

Quest'ultima fase è la più pericolosa e quella che inevitabilmente porta alla sincope per i motivi che hanno spiegato anche Max e Gianfranco.

Solo se la si interpreta così ci si rende conto che quanto asserito dai nostri due amici, seppur apparentemente in antitesi in realtà è vero.

 

Il problema più importante secondo me (e dato per esatto quanto sopra riportato) è stabilire in quanto tempo l'apnea muta nei suoi tre diversi stadi!!

 

Questo non può che essere determinato dal grado di allenamento di ciascun soggetto, per cui è chiaro che se ci immergiamo io e Tiveron (cioè una pippa e un campione) ad una profondità di 10 metri per 20 secondi, probabilmente alla risalita io sarò già nella fase ANAEROBICA LATTICIDA e lui magari ancora a quella AEROBICA.

Ecco perché, come spiegava anche Massimo, l'allenamento deve tendere ad amplificare le doti fisiche anaerobiche del soggetto in primis, e solo dopo ci si concentra sull'attività anaerobica o di resistenza....

 

Volete sapere come si traduce in pratica tutto questo durante un corso di apnea? vasche, vasche, vasche e vasche di nuoto in superficie eppoi semmai si scende con la testa sott'acqua (se ci penso mi fanno ancora male le gambe!! :laughing: ).

 

Spero di esser stato chiaro.... :bye:

 

 

Comunque si deve distinguere tra l'analisi del singolo tuffo (in cui i sistemi metabolici si attivano successivamente l'uno all'altro) e una azione di pesca che puó durare delle ore e per la quale sicuramente accanto ad una ottima preparazione specifica per l'apnea (allenamenti effettuati durante l'inverno di tolleranza ipercapnica ed ipossica) si deve sicuramente accostare una ottima preparazione/resistenza organica generale che si ottiene con lavori essenzialmenti aerobici (corsa nuoto, cardiofitness) e di potenziamento aerobico (VO2 massimo, etc) effettuati nel periodo preparatorio iniziale dell'anno e che vanno portati avanti e mantenuti per tutta la stagione (con carichi ed intensitá proporzionali al periodo in cui si vuole ottenere la forma fisica massima) con una periodizzazione appunto dell'allenamento che sia mirata e specifica per il tipo di attivitá sportiva svolta e per le caratteristhiche del soggetto......

 

Ciao

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devi citare la fonte in ossequio alla legge sulla stampa altrimenti dobbiamo oscurarlo.

 

 

www.sportraining.net,

Appunti di fisiologia dell'allenamento (nuoto) che mi ha dato il mio allenatore di nuoto per salvamento e nuoto pinnato nonché atleta di livello nazionale,

un pó di concetti derivati da letture varie e da anni di allenamento specifico fatti...:frustry: sia di nuoto che di apnea.

 

ciao

ok grazie :thumbup:

chiedo scusa a pescobene per evr editato direttamete sul suo messaggio ma mi sembrava più "vera" come conversazione. :laughing::thumbup:

Modificato da Davide Serra
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Comunque si deve distinguere tra l'analisi del singolo tuffo (in cui i sistemi metabolici si attivano successivamente l'uno all'altro) e una azione di pesca che puó durare delle ore e per la quale sicuramente accanto ad una ottima preparazione specifica per l'apnea (allenamenti effettuati durante l'inverno di tolleranza ipercapnica ed ipossica) si deve sicuramente accostare una ottima preparazione/resistenza organica generale che si ottiene con lavori essenzialmenti aerobici (corsa nuoto, cardiofitness) e di potenziamento aerobico (VO2 massimo, etc) effettuati nel periodo preparatorio iniziale dell'anno e che vanno portati avanti e mantenuti per tutta la stagione (con carichi ed intensitá proporzionali al periodo in cui si vuole ottenere la forma fisica massima) con una periodizzazione appunto dell'allenamento che sia mirata e specifica per il tipo di attivitá sportiva svolta e per le caratteristhiche del soggetto......

 

Ciao

 

concordo in pieno. :clapping:

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...appunto!!! era quello che intendevo con il mix di lavoro aerobico (fatto in superficie) abbinato al lavoro specifico per l'apnea, nel nostro caso addirittura intervallando le diverse tipologie di apnea (consentitemi la banalizzazione) e mischiando l'apnea dinamica a quella statica (anche all'interno dello stesso esercizio) e cercando di riprodurre "in vitro" quel che avviene durante la battuta di pesca...

 

 

...però come lo hai detto tu è più fico!!! :laughing::clapping::bye:

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debbo dire, per onore di verità, che il concetto di "apnea mista" (aerobica, anaerobica, alattacida, lattacida) mi è stato indicato con chiarezza in un recente passato da Roberto Tiveron; fermo restando che anche Gianfranco ci ha messo del suo però... il tutto và visto nella sua globalità che mi porta a dire che l'apnea subacquea è un evento fondamentalmente ANAEROBICO LATTACIDO, altrimenti perchè c'è la samba e la sincope?

 

bella domanda vero?

 

rispondere grazie.

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Ospite Gianfranco Ciavarella

No Massimo, non la penso come te ma neanche ho mai detto che l'apnea per la pescasub sia tutta aerobica...

 

L'apnea non è tutta uguale come afferma un noto ex campione.

L'apnea è aerobica, in gran parte ma può essere anche anaerobila lattacida dipende dall'intensità del lavoro svolto.

Ho maledettamente il tempo contato vorrei rispondere a quanto accreditate a Tiberon ma potrò farlo solo in seguito, devo dire che tante sono le cose da scrivere... :eek:

 

Vorrei che fosse chiaro che se un atleta vero fa una apnea di 30" dallo scarso impegno muscolare non può produrre alcun lattato, non fa neanche un lavoro aerobico..... semplicemente non fa una pippa!.

Lo stesso atleta se fa una apnea dallo sforzo massimale di circa 60" con contrazioni massimali muscolari produce un lavoro che innesca il meccanismo anaerobico lattacido è può essere estremamente pericoloso.

Un atleta che fa una apnea dinamica dallo sforzo blando per 5' come capita di vedere in alcuni casi, fa una prova aerobica, senza alcun dubbio, magari produrrà anche una certa quantità di lattato alla fine dell'apnea ma certo il suo sforzo muscolare sarà di tipo aerobico.

Non ricordo il nome in questo momento ma un apnesita francese è l'evidente esempio.

Poi vedremo il perchè e vedrete anche come si rischia la pelle correndo dietro alle sensazioni.

Quanta confusione fate sulla preparazione fisica, troppo generica e senza costrutto.

In quella maniera non si allena nulla di specifico.

Dovrete prima di ogni cosa stabilire cosa volete allenare.

Dovete tenere conto del fatto che l'apnea della pescasub è uno sport aciclico per eccellenza.

Dovrete tenere conto delle tecniche che volete allenare di più atteso che allenarle tutte al meglio non si può, proprio perchè sono diverse delle volte opposte.

Dovrete tener conto della individualità dell'atleta stesso.

 

Mi fareste degli esempi di lavoro aerobico e altri di lavoro anaerobico????

:devil::devil::devil:

Vi avverto però, questa è una domanda cattivella!

 

 

Ciao da Gianfranco

 

ps: VOGLIO SOLO RICORDARE A TUTTI CHE OGNI TECNICA, OGNI DISCIPLINA VA ANALIZZATA DA SOLA.

UNA COSA E' LA STATICA.

UNA COSA ASSAI DIVERSA E' L'AGGUATO PROFONDO.

Modificato da Gianfranco Ciavarella
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