> Il Recupero - Pagina 14 - Pesca in Apnea - AM FORUMS Vai al contenuto

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Ospite Gianfranco Ciavarella

Mi preme dire una cosa che credo importantissima a proposito di quanto scritto da Massimo che ha rilevanza strategica nell'impostazione delle nostre apnee, in particolare di quelle dei pescatori.

Quanto affermato da Massimo , naturalmente, è vero ma si riferisce a tutta la prima parte dell'apnea, la discesa, Massimo tralascia , solo perchè lo da per scontato, che in risalita avviene il fenomeno inverso con l'aggravante del consumo dell'ossigeno intervenuto a causa del tempo trascorso e del lavoro svolto.

Più saremo andati a fondo, più avremo faticato e maggiore sarà stato il consumo d'ossigeno, non voglio ripetere le leggi della Fisica già citate.

 

Questa faccenda fa si che in risalita avremo il massimo dello stress dopo aver avuto il massimo del relax.... :devil::laughing:

Il ritorno ematico alla periferia farà crollare le pressioni parziali rilevate dai nostri "sensori" e saranno ca**i amari!

Se nel frattempo avremo pure accumulato stanchezza non recuperata da altre apnee precedenti il gioco al massacro sarà completato.

Ecco che avremo problemi serissimi ed anche pescatori capaci di performance straordinarie potrebbero rimetterci le penne con un'apnea di "relativa" facilità....

 

ATTENZIONE!!!!!! PERICOLO!

 

 

All'amico pescobene, se avessi voluto avrei fatto un sano copia incolla ma non era quanto avevo chiesto, forse mi sarò spiegato male.

Vedi amico mio, noi dobbiamo rivolgerci agli utenti senza formazione tecnica, voglio dire che in questa maniera nessuno ci seguirà, solo pochi istruttori e devo dirti che sono quelli che m'interessano meno.

Mi verrebbe da dirti e non è una provocazione malevola, e........

 

QUINDI?

 

Dopo questo sano copia incolla assolutamente corretto (non ho letto tutto do per scontato che tu abbia copiato bene) che facciamo? Come ci comportiamo? Quale esercizi faremo fare ai nostri amici?

Quale apnea alleneremo? Come l'alleneremo?

 

Quanto lavoreremo?

Dobbiamo individuare tante cose ancora per ipotizzare un lavoro concreto, efficiente ed analitico.

Certo i tests vanno benissimo, siamo sulla buona strada, ma quanto lavoro dovremo fare all'anno? In quante sedute minime per avere un certo riscontro? Come divideremo il lavoro per quantità e intensità? quali esercitazioni faremo a secco e quali e quante ne faremo a mollo?

 

Al mio ritorno cercherò di riportare l'argomento al tema principale, il recupero.

Vedte si possono fare tutti gli esercizi che si vuole ma se non si conosce il recupero necessario fra esercizi, fra serie d'esercizi e anche quanto deve recuperare il nostro fisica da un giorno all'altro non faremo un buo lavoro.

SI, anche da un giorno all'altro, certi lavori non si smaltiscono neanche nelle 24 ore.

 

Benissimo, ti ringrazio per la collaborazione preziosa torno da Aziza, perdonatemi questi brevi post ma sono impegnatissimo.

Ciao da Gianfranco :bye::clapping::clapping:

Modificato da Gianfranco Ciavarella
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Miglior contributo in questa discussione

Miglior contributo in questa discussione

Una cosa che ho notato è che preparando l'apnea con una respirazione "rilassata", senza cioè forzare troppo gli atti inspiratori, compreso l'ultima inspirazione prima della discesa, riesco ad ottenere tempi di apnea decisamente più lunghi rispetto a quanto succede eseguendo atti respiratori più profondi. Si tratta di differenze dell'ordine dei 30-40''

In effetti però , con una respirazione più superficiale sicuramente finisco con sfruttare solo in parte la mia capacità polmonare teorica e quindi dovrei avere tempi minori.

E' una impressione errata la mia ( e magari pericolosa?)

E' solo una questione di maggior rilassamento e conseguente minor frequenza cardiaca ecc... o c'è qualche altra spiegazione ?

:bye:

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Ospite Gianfranco Ciavarella

Sapessi quanto c'è di vero, almeno per come la vedo io...

 

L'ossigeno davvero disponibile è tutto quello che abbiamo a livello cellulare, la "riserva polmonare ci aiuta certo ma non è la differenza almeno per apnee piscatorie.

Nelle esasperazioni dell'apnea agonistica accade tutto ma sarebbe tutto un altro discorso.

 

gli scambi gassosi sono meno influenti di quanto si creda, almeno una volta che si è in apnea.

Questo non deve farci confondere le idee, una cosa è aerearsi con la ventilazione ed altra cosa è l'aerobiosi...

 

Ciao da Gianfranco :jrgian:

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Ospite deep75
Ma il problema vero di un Ht alto nell’apnea è legato al rallentamento del circolo con depressione delle velocità di trasporto dell’O2 e quindi, altro fattore favorente la sincope per caduta del flusso ematico verso il cervello, cosa assolutamente ignorata dai ricercatori del CNR che parlano di "non sincope".

 

Sbaglio o quando uno e' in stato di disidratazione tende ad avere anche il sangue piu' denso?

Quindi nelle battute molto lunghe diventa di vitale importanza bere? :bye:

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Sbaglio o quando uno e' in stato di disidratazione tende ad avere anche il sangue piu' denso?

Quindi nelle battute molto lunghe diventa di vitale importanza bere?  :bye:

Sarebbe buona norma farlo sempre ma, a maggior ragione, nelle battute che richiedono un maggior impegno fisico. E' fondamentale re-integrare le riserve idriche intaccate sensibilmente dalla poliuria (meccanismo di protezione dall'elevata pressione arteriosa legato alla produzione dei peptidi natriureici) nonchè il sodio perso con la stessa. ;)

 

Una disidratazione del 2% porta ad una calo drastico della prestazione fisica, e non bisogna trascurare il fatto che è spesso concausa di incidenti anche gravi, primo fra tutti il TARAVANA proprio per l'aumento della viscosità del sangue. E' facile poi intuire come la conseguente riduzione della gittata cardiaca, della frequenza cardiaca e della velocità di trasporto dell'ossigeno ricopra un ruolo fondamentale negli episodi sincopali.

 

Davide :bye:

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Sbaglio o quando uno e' in stato di disidratazione tende ad avere anche il sangue piu' denso? Quindi nelle battute molto lunghe diventa di vitale importanza bere? :bye:

Non sbagli, questa e' una delle cose che ti possno aiutare durante la pescata, bere, oltre al fatto che il sangue tende ad addensarsi, c'e da recuperare il sodio che buttiamo via con le urine.. correggetemi se sbaglio . :oops:

 

P.s. Per l'occasione e' sconsigliata l'acqua LETE... :D

Modificato da parcher
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se me lo consentite, ritorno un'attimo a "bomba" agli aspetti fisiologici cioé dell'immersione ed ai vari passaggi di stato tra attività aerobica sino allo stadio di attività anaerobica latticida.

 

Mi pare di capire che sostanzialmente su questo punto concordiamo tutti, ciò si evince anche da quanto scritto da Vlad (devo dire che nonostante semplifichi molto comunque è abbastanza pesante starti dietro, ma evidentemente se faccio l'assicuratore invece del medico un motivo c'è :D ), però più ci penso e più le carte si mischiano, faccio un esempio e cerco di spiegarmi, anche il buon Gianfranco ad un certo punto diceva che per esempio in apnea statica, sostanzialmente la produzione dell'acido lattico non avveniva (spero di non averti frainteso se del caso correggimi) però pensandoci e confrontandomi con gente che ci capisce di più, mi viene da dire che anche durante una statica pura vi potrebbe essere produzione di acido lattico, poiché nonostante si stia immobili e nel massimo del relax (evito il diavoletto stavolta) un muscoletto da due soldi come il cuore continua a battere consumando ossigeno (se ricordo bene il funzionamento del cuore e del cervello richiedono circa il 25% dell'ossigeno presente nel sangue) in più durante l'apnea comunque vengono prodotti ormoni tipo l'adrenalina (e se ve lo dico io buona adrenalina a tutti :D ) che comunque, anche sulla scorta di quanto scritto da Massimo, innescano i meccanismi che portano alla produzione di acido lattico...

 

Dico bene??? :bye:

Modificato da CaioSuperAdrenalina
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Ospite Gianfranco Ciavarella

Non è la presenza in assoluto che determina se una attività è aerobica o meno ma la quantità del lattato prodotta.

Per intenderci, ma qui entriamo nel tecnico, troppo tecnico, una quantità di 4 millimoli segna il passaggio teorico di soglia.

Interessante potrebbe essere per i più maniaci studiare IL TEST DI MADER ( lggete qui per averne una idea: http://www.sportpro.it/cictrain/Test1.htm ) oppure il TEST DI CONCONI .

Naturalmente vi chiedo scusa se Mader vi confonderà un pò le idee.... :devil::laughing:

Buon divertimento! :laughing::frustry::fish:

 

Giusto per confondervi ancora un pò voglio dirvi che per altri la soglia può essere anche a 7 millimoli he he he :devil:

Il primo, è un test invasivo, potrebbe essere quello che userei per fare analisi sui sub e sui nuotatori, il secondo è un buon test da "campo" che sarebbe possibile anche nell'apnea.

La produzione di acido lattacico, non è di per se, quindi, un problema, il problema vero è QUANTO se ne produce ed è a seconda di quanto se ne produce alla fine dell'esercizio che si "misura" una disciplina sportiva, per qualsiasi disciplina sportiva.

Questa maniera di misurare rende possibile parlare un linguaggio comune al fine di adottare ogni parametro idoneo ad allenare correttamente le discipline sportive anche tenendo conto delle precipue caratteristiche fisiologiche sportive delle stesse.

 

Ciao :wub: da Gianfranco

Modificato da Gianfranco Ciavarella
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.....devo dire che nonostante semplifichi molto comunque è abbastanza pesante starti dietro, ma evidentemente se faccio l'assicuratore invece del medico un motivo c'è :D

 

 

 

Leggo che l'intenzione di questa discussione è quella di "culturalizzare" gli ignoranti come me che scendono in acqua senza sapere nulla di quali modifiche avvengano nel proprio corpo, ma vi debbo in effetti confessare che se ne ho capito il 10% di quanto avete scritto è già tanto!

Non mi considero il più imbecille del creato, ma faccio ingegneria e della maggior parte dei termini di origine medica che usate (nonché del significato che hanno) non ne ho la minima conoscenza

Pensate veramente che siano in tanti fra gli utenti di questo forum che abbiano dimestichezza con concetti come "aerobiosi" o "rapporto di legame tra Emoglobina e O2; è quindi chiaro che maggiore sarà il tasso di CO2 prodotta nei tessuti e maggiore sarà l'estrazione di O2 dall'Hb 8meccanismo conservativo" ?(tanto per citare un concetto per ognuno dei contendenti :whistling: )

Sicuramente mi sto sbagliando, ma nonostante le vostre intenzioni siano dettate dalla buona fede, la prima impressione che fate ad uno come me che non ci capisce un piffero di queste cose è che "ve la state tirando"

Lo so! Certi concetti è difficile esprimerli senza un'adeguata terminologia, ma questo non credo che voglia diventare un seminario per soli addetti e dunque ognuno esponga almeno le proprie conclusioni in un unica risposta (che anche io credo di riuscire a leggere senza meditare il suicidio :siiiii: ) oppure tanto vale ritornare a parlare di elastici e supermega fucili

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Ospite Gianfranco Ciavarella

Non posso che darti ragione!

Proprio per questo motivo la discussione era partita da una specie di fumetto che aveva l'intento di andare nella direzione che tu dici.

Magari senza riuscirci ma almeno c'era l'intenzione.

Già da qualche post scrivo che vorrei tornare all'argomento ma le domande sempre più incalzanti e diverse rendono difficile la cosa anche per il poco tempo che ho disponibile.

Vedremo di porci rimedio, magari con qualche licenza alla corretta terminologia ma ampliare il target a me interessa più che colloquiare con i pochi che possono o sanno seguire oppure hanno semplicemente il tempo per leggere ed imparare le tante nozioni scritte.

 

Prenderò in seria considerazione quanto hai scritto.

Ciao da Gianfranco :bye::clapping:

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.....devo dire che nonostante semplifichi molto comunque è abbastanza pesante starti dietro, ma evidentemente se faccio l'assicuratore invece del medico un motivo c'è :D

 

 

 

Leggo che l'intenzione di questa discussione è quella di "culturalizzare" gli ignoranti come me che scendono in acqua senza sapere nulla di quali modifiche avvengano nel proprio corpo, ma vi debbo in effetti confessare che se ne ho capito il 10% di quanto avete scritto è già tanto!

Non mi considero il più imbecille del creato, ma faccio ingegneria e della maggior parte dei termini di origine medica che usate (nonché del significato che hanno) non ne ho la minima conoscenza

Pensate veramente che siano in tanti fra gli utenti di questo forum che abbiano dimestichezza con concetti come "aerobiosi" o "rapporto di legame tra Emoglobina e O2; è quindi chiaro che maggiore sarà il tasso di CO2 prodotta nei tessuti e maggiore sarà l'estrazione di O2 dall'Hb 8meccanismo conservativo" ?(tanto per citare un concetto per ognuno dei contendenti :whistling: )

Sicuramente mi sto sbagliando, ma nonostante le vostre intenzioni siano dettate dalla buona fede, la prima impressione che fate ad uno come me che non ci capisce un piffero di queste cose è che "ve la state tirando"

Lo so! Certi concetti è difficile esprimerli senza un'adeguata terminologia, ma questo non credo che voglia diventare un seminario per soli addetti e dunque ognuno esponga almeno le proprie conclusioni in un unica risposta (che anche io credo di riuscire a leggere senza meditare il suicidio :siiiii: ) oppure tanto vale ritornare a parlare di elastici e supermega fucili

 

Allora vediamola così:

i nostri muscoli per contrarsi hanno bisogno di energia.

Questa energia è immagazzinata in pacchetti che si chiamano ATP.

 

Il muscolo "brucia" (trasforma) gli zuccheri ( il glucosio) per creare ATP usato per la contrazione muscolare.

Il glucosio, a sua volta, è conservato in dei grossi "magazzini" all'interno del muscolo. Questi magazzini non sono altro che tante molecole di glucosio legate insieme che vengono spezzate "via via" liberando il glucosio. Queste catene si chiamano "glicogeno".

 

Quindi l'energia (ATP) deeriva dal glucosio che a sua volta deriva dal glicogeno (tante molecole di glucosio legate insieme)

 

Per creare ATP dal glucosio il muscolo ha due vie:

 

1. In presenza di ossigeno (aerobiosi) : in questo caso il glucosio viene tutto trasformato in Anidride Carbonica + Acqua + ATP

 

2. In presenza di poco ossigeno (anaerobiosi) : in questo caso il glucosio viene solo parzialmente bruciato : si produce poco ATP + Ac. lattico

 

Quindi la via aerobica non produce lattato, mentre nella via anaerobica si produce lattato.

 

Nell'apnea che succede ?

 

Si usa l'una o l'atra via ??

 

All'inizio della discussione vi erano due correnti di pensiero:

- Ciavarella: l'apnea è aerobica non latticidemica ( quindi si usa solo la prima via)

- Malpieri : l'apnea è sostanzailmente anaerobica ( quindi con produzione di lattato)

 

Ciavarella, a riprova della sua teoria, diceva che gli atleti a fine apnee non presentano grandi quantità di lattato in circolo ( di sangue, dove viene misurato : lattacidemia).

 

Malpieri replicava a Ciavarella che ciò era vero, ma solo perchè il lattato rimaneva sequestrato nei muscoli a causa di alcuni adattamenti dell'organismo durante l'apnea e a profondità ( blood shift, diving reflex) e che l'acido lattico compare nel sangue almeno una mezz'ora dopo la fine delle apnee ( quando questi meccanismi tendono a scomparire).

 

Poi, forse, si è arrivati ad una via intermedia : dicendo che all'inizio l'apnea è aerobica e in un secondo tempo diventa anaerobica.

 

Quindi da queste discussioni ....... è derivata la discussione se l'apnea è UNA ( come afferma un noto Campione) o TANTE a secondo della disciplina praticata.

 

Io un quadro chiaro penso di averlo ....... del tutto personale :

l'apnea è UNA perchè l'organismo umano è UNO: certo con grandi variabilità inter-individuali a secondo di fattori genetici, di allenamento, ambientali etc. etc

 

Facendo degli esempi limiti:

 

- una singola apnea statica di 15 minuti sarà molto ipossica e per niente lattacidemica ( insoma il 99,999999999 % morirebbe dopo una simile apnea per la carenza di ossigeno al cervello, mentre produrrebbe quantità minime di ac. lattico)

 

- una serie molto prolungata di microapnee di 30 sec. con sforzi muscolari intensi sarà molto poco ipossica e parecchio lattacidemica ( certo se a praticarla è un brocco ....... l'acido lattico salirà dopo 10 minuti ....... se a praticarla è un atleta magari ce nevorrano 100 minuti per vedere un pò di acido lattico.

 

 

Insomma al di là delle prese di posizione mi sa che siamo arrivati ad un punto morto: l'apnea non è nè esclusivamente aerobica ( vedesi Ciavarella ) nè esclusivamente anaerobica (vedesi Malpieri).

 

L'apnea è sostanzialmente uno sport che viene particato in condizioni di relativa ipossiemia. Ma l'organismo che lo pratica è sempre quello umano, anche se con adattementi all'ambiente di iperbarismo (maggiore pressione atmosferica).

 

:robot:

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Ospite Gianfranco Ciavarella

Ti sei fatta una idea di quanto dico del tutto personale!

Non ho mai detto che l'apnea sia tutta aerobica, mai, rileggiti tutto quanto ho scritto sin dall'inizio e te ne renderai conto.

Certo, quella anaerobica è solo una piccola parte ed anche la più pericolosa!

L'apnea NON E' UNA proprio perchè nell'apnea esistono diverse discipline e specialità con diverse caratteristiche fisiologiche.

L'unica cosa che hanno in comune è che si fanno trattenendo il fiato ma non basta certamente per catalogarle nella Fisologia sportiva come una sola apnea, in termini più terra terra questa sarebbe una sciocchezza, a casa mia senza voler offendere nessuno, una :cacca: .

 

Pensare ancora di volere mettere tutta l'apnea sotto lo stesso cappello è anacronistico, errato, fuorviante e serve solo a chi avrebbe solo poche competenze settoriali a poter affermare che sarebbe un tecnico buono per ogni apnea.

 

Rifuggo e contesto fortemente questa cosa, manca di qualsiasi fondamento.

Se vogliamo discutere di queste cose con una certa cognizione di causa dobbiamo capire quale apnea e fatta da chi, spero che almeno questo sia stato chiaro altrimenti parliamo a vuoto.

Dire che l'apnea è una è come dire che la corsa sarebbe una sola, una sciocchezza senza fine!

Certo, l'atletica leggera è una sola nella stessa esistono tanti tipi di corsa ma dire che la corsa è tutta uguale è una cosa banale e senza criterio, almeno per le cose di cui vogliamo occuparci.

Mai alleneremo un centometrista come un quattrocentista, un fondista o addirittura un maratoneta. Tutti corrono ma le qualità che devono allenare sono diverse e gli uomini che praticano queste discipline saranno DIVERSI.

L'unica maniera valida ed universalmente riconosciuta per creare MODELLI SPORTIVI è quella che indico, non la mia ma quella della fisiologia dello sport, di ogni sport, altre sono evanescenti elucubrazioni personali che non hanno alcuna ragione d'esistere.

I MODELLI SPORTIVI servono appunto a indirizzare gli allenatori verso una migliore organizzazione dell'allenamento.

Questa cosa è la base essenziale per poter mettersi a tavolino, test alla mano fatti sill'atleta per poter progettare una programmazione annuale, realizzare tutto il percorso della periodizzazione e tenerlo costantemente sotto osservazione per adattarlo di volta in volta a seconde delle risposte fisiologiche dell'atleta.

Le considerazioni del campione di turno nella Fisiologia dello Sport non hanno alcun valore, non perchè contino poco ma perchè sono prive di fondamento.

Che non ci sia ventilazione l'abbiamo capito anche noi ma questa cosa con l'aerobiosi non ci azzecca una mazza!

L'organismo umano è sempre uno altrimenti parleremmo di pecore o foche o farfalle! :laughing:

Saluti da Gianfranco :bye:

Modificato da Gianfranco Ciavarella
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Ti sei fatta una idea di quanto dico del tutto personale!

Non ho mai detto che l'apnea sia tutta aerobica, mai, rileggiti tutto quanto ho scritto sin dall'inizio e te ne renderai conto.

Certo, quella anaerobica è solo una piccola parte ed anche la più pericolosa!

L'apnea NON E' UNA proprio perchè nell'apnea esistono diverse discipline e specialità con diverse caratteristiche fisiologiche.

L'unica cosa che hanno in comune è che si fanno trattenendo il fiato ma non basta certamente per catalogarle nella Fisologia sportiva come una sola apnea, in termini più terra terra questa sarebbe una sciocchezza, a casa mia senza voler offendere nessuno, una :cacca: .

 

Pensare ancora di volere mettere tutta l'apnea sotto lo stesso cappello è anacronistico, errato, fuorviante e serve solo a chi avrebbe solo poche competenze settoriali a poter affermare che sarebbe un tecnico buono per ogni apnea.

 

Rifuggo e contesto fortemente questa cosa, manca di qualsiasi fondamento.

Se vogliamo discutere di queste cose con una certa cognizione di causa dobbiamo capire quale apnea e fatta da chi, spero che almeno questo sia stato chiaro altrimenti parliamo a vuoto.

Dire che l'apnea è una è come dire che la corsa sarebbe una sola, una sciocchezza senza fine!

Certo, l'atletica leggera è una sola nella stessa esistono tanti tipi di corsa ma dire che la corsa è tutta uguale è una cosa banale e senza criterio, almeno per le cose di cui vogliamo occuparci.

Mai alleneremo un centometrista come un quattrocentista, un fondista o addirittura un maratoneta. Tutti corrono ma le qualità che devono allenare sono diverse e gli uomini che praticano queste discipline saranno DIVERSI.

L'unica maniera valida ed universalmente riconosciuta per creare MODELLI SPORTIVI è quella che indico, non la mia ma quella della fisiologia dello sport, di ogni sport, altre sono evanescenti elucubrazioni personali che non hanno alcuna ragione d'esistere.

I MODELLI SPORTIVI servono appunto a indirizzare gli allenatori verso una migliore organizzazione dell'allenamento.

Questa cosa è la base essenziale per poter mettersi a tavolino, test alla mano fatti sill'atleta per poter progettare una programmazione annuale, realizzare tutto il percorso della periodizzazione e tenerlo costantemente sotto osservazione per adattarlo di volta in volta a seconde delle risposte fisiologiche dell'atleta.

Le considerazioni del campione di turno nella Fisiologia dello Sport non hanno alcun valore, non perchè contino poco ma perchè sono prive di fondamento.

Che non ci sia ventilazione l'abbiamo capito anche noi ma questa cosa con l'aerobiosi non ci azzecca una mazza!

L'organismo umano è sempre uno altrimenti parleremmo di pecore o foche o farfalle! :laughing:

Saluti da Gianfranco  :bye:

 

 

Infatti la mia idea è del tutto personale, ma penso supportata anche dai dati della discussione che abbiamo fatto fin'ora.

 

In pratica anche tu quando dici "L'apnea NON E' UNA proprio perchè nell'apnea esistono diverse discipline e specialità con diverse caratteristiche fisiologiche." sottolinei quello che sto affermando cioè che la diversità dell'apnea è solo legata alle diverse discipline praticate e non all'organismo (leggasi fisiologia) che le pratica.

 

In definitiva, essendo il nostro organismo unico nel suo funzionamento, unico è il modo di adattarsi all'apnea.

 

Ciò che varia è solo l'entità o la tempistica dei meccanismi chiamati in causa durante l'adattamento.

 

Proprio come nella corsa ( non che la corsa sia una cosa sola)

 

In pratica se le differenze ci sono , ci sono solo dal punto di vista delle preparazione atletica, non certo sul piano della fisiologia dell'apnea.

 

E' come dire che se uno fa un giorno i 100 piani ed il successivo i 5000, ha una fisiologia diversa.

 

La fisiologia è sempre quella, ciò che varia sono i meccanismi chiamati in causa nel fare i 100 o i 5000.

 

La mia idea personale è che si sta facendo confusione tra preparazione atletica ad una certa disciplina e fisiologia dell'apnea.

 

Leggo da te:

"L'organismo umano è sempre uno altrimenti parleremmo di pecore o foche o farfalle!"

 

Proprio così !!!!

La fisiologia dell'apnea ( poco o molto conosciuta ) è sempre unica, cio che può ( e che deve) cambiare è la preparazione atletica ad una determinata specialità proprio perchè è la singola specialità a cambiare ma non la fisiologia dell'apnea.

 

 

Un'ultima cosa

"Che non ci sia ventilazione l'abbiamo capito anche noi ma questa cosa con l'aerobiosi non ci azzecca una mazza!"

Ecco anque questa sarebbe una sciocchezza, a casa mia senza voler offendere nessuno, una :cacca: . !!!!!!!!

 

:robot:

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e ritorniamo a cadere sempre nello stesso errore:

il test di Mader può andare bene per i ciclisti, i calciatori, e tutti gli sport che vengono fatti all'aria aperta, senza modificazioni della dinamica cardiopolmonare da aumento della pressione ambientale e da adattamento all'immersione.

Se a fine apnea subacquea (poco conta se statica di superficie o aspetto a -40 metri) la superficie di scambio ventilatorio polmonare è diminuita di circa la metà mi spieghi che attendibilità ha un test del genere?

cerco di mettere i grafici delle rilevazioni fatte dopo apnea lineare sotto il ghiaccio (cioè 35 metri a - 2metri) per farvi rendere conto come, anche in una banalissima immersione a - 2 metri, si modifichino le dimensioni del cuore e i volumi polmonari

 

http://i18.tinypic.com/4ue2iqg.jpg

 

 

http://i15.tinypic.com/4pvxe90.jpg

 

SIV significa setto interventricolare

 

questo è solo un esempio di quanto lattato può arrivare a produrre il muscolo cardiaco e di come i test di Mader e di Conconi siano del tutto inattendibili in tali situazioni.

E' opportuno sottolineare che l'unico che non ha mostrato variazioni di rilievo è stato mio figlio Marco, cosa spiegabile dalla sua giovane età (16 anni all'epoca) e da migliori capacità di adattamento perchè soggetto estremamente allenato (era a fine stagione calcistica e giocava in una squadra professionistica - A.C. PERUGIA).

 

se volete posto anche alcune radiografie subacquee di come cambia l'aspetto polmonare, cambiamenti che perdurano anche diverse ore dopo la fine delle attività in acqua.

Modificato da Massimo Malpieri
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