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Ciao da :jrgian:

 

sarà che sto ascoltando questo: Bad to the bone ZZ TOP  Rock   Rock    Rock    Rock    Rock    Rock   :oops:  :whistling:  :whistling:  :clapping:  :clapping:

 

Il VVVVVVVVVEEEEEEEEERRRRRRRRRROOOOOOOOOO RRRRRRRRRRRRRocKKKKKKK!!!!! :smoke:  :o  :eek:  :eek:  :eek:

 

 

Ritmanblus, fenomenale..... mi ricordo quando imparai a fare le scale pentatoniche alla chitarra elettrica.... :D

Mi hanno fregato tutte le cassete degli ZZ Top, meno male che c'e E-Mule :D

 

saluti

Gianni

Taranto

:bye:

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Miglior contributo in questa discussione

Miglior contributo in questa discussione

  • 6 mesi dopo...

non sapevo dell'esistenza di questa discussione fino a stamani e confesso che ho impiegato diverso tempo per leggerla (anche perchè mi sono dovuto leggere pure quella sulla regola del terzo...).

 

Allora cominciamo con il dire che l'apnea subacquea è una attività fondamentalmente ANAEROBICA LATTACIDA per il semplice motivo che tutto l'acido lattico prodotto dall'attività muscolare rimane sequestrato nei siti di produzione sino a 2 ore dopo la fine della pescata e circa 30-45 minuti dopo l'apnea dinamica di superficie e profondità.

Il motivo di questo sequestro è da riportare alle modificazioni fisiologiche dell'organismo in seguito all'immersione (diving reflex e blood shift) che escludono dal circolo sistemico gli arti e il sistema muscolare in genere per mezzo della vasocostrizione periferica (fate conto che venga applicato un laccio emostatico alla radice dei quattro arti, per meglio comprendere).

La riprova è data dal riscontro di normali valori di Ac. lattico nel sangue al termine della pescata o di altra attività in apnea subacquea, valori che salgono poi vertiginosamente a distanza di circa 45 - 60 minuti dalla fine dell'attività apneistica; è del resto esperienza comune la comparsa di estrema stanchezza e dolenzia muscolare dopo diverso tempo dall'uscita dall'acqua (immissione in circolo di enormi quantitativi di Ac lattico accumulati nei sistemi muscolari).

 

Alla luce di quanto sopra bisogna distinguere il recupero in acqua dal recupero all'asciutto ( che interessa prevalentemente gli agonisti).

 

RECUPERO IN ACQUA: è legato alla %le di CO2 e di N2 da eliminare con l'attività respiratoria (l'ac.lattico è sequestrato) di recupero tra un'apnea e l'altra ed è direttamente proporzionale alla durata dell'apnea, alla profondità raggiunta, alla temperatura dell'acqua e alla velocità di risalità. Quantificare "a naso" un tempo di recupero oltre che azzardato è estremamente errato perchè specie l'N2 ha un accumulo di tipo esponenziale e legato alla durata delle apnee precedenti e ai relativi intervalli di superficie.

SIA BEN CHIARO CHE QUESTO DISCORSO SI RIFERISCE ALL'APNEA MEDIO-PROFONDA (OLTRE I -15/18 METRI limite da noi testato per la comparsa di Taravana - 2 casi).

 

RECUPERO ALL'ASCIUTTO: comporta una interruzione dell'attività di pesca o di apnea profonda per almeno 4 - 6 ore (minimo) al fine di "smaltire" il maggior quantitativo di Ac. Lattico liberato nel sangue dai sistemi muscolari.

ovviamente per l'apnea dinamica di superficie tali tempi saranno inferiori in funzione della durata dello sforzo massimale apneico.

 

LA REGOLA DEL TERZO: ho già avuto modo di spiegare dettagliatamente l'incongruità di tale manovra e non mi và di tornarci sopra, il buon Davide metterà gli opportuni riferimenti di ricerca :P

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Ospite Gianfranco Ciavarella

Non sono concorde ma ci arriviamo Massimo, non è così, ti farò vedere le nostre analisi che vanno in direzione speculare ed opposta ma crediamo anche di aver capito il perchè.

Credo, infatti, che alla base di questa discordanza ci sia ..... "l'atleta" o meglio ciò che noi consideriamo un atleta.

 

Chiaramente se analizziamo i dati di chi per noi non è un atleta ma solo un pescatore che si butta in acqua raramente senza allenamento specifico avremo dei risultati diversi.

 

Ci arrivo poi non sarà un problema.

 

Per il recupero, caro Massimo tutto dipende dal lavoro muscolare realizzato e non dalle cose che hai nominato, pur importanti.

 

Cosa si deve recuperare? Intendiamoci su questo tema?

 

Il recupero di cui parlo io e quello relativo al lavoro muscolare che è variabile dipendente dagli sforzi fatti durante l'esercizio fisico, NON POSSIAMO PENSARE CHE UN ATLETA FACCIA LO STESSO SFORZO IN APNEA SEMPRE E COMUNQUE.

Sarebbe un errore lapalissiano!

E' l'errore più grossolano che Pelizzari quando afferma che l'apnea sarebbe una sola.

Non è affatto così, le apnee sono diverse a seconda del lavoro muscolare fatto, l'esercizio fisico si misura sulla base dell'esercizio fisico nella fisiologia dello sport, nel nostro occorre tenere conto anche delle variazioni dovute alle variazioni pressorie, certo, ma non può divenire una cosa a se stante avulsa dalla fisiologia sportiva generale.

 

Analizziamo LE apnee Massimo, non sono tutte uguali e non hanno ll LAVORO MUSCOLARE uguale.

 

Parli di Attività? Quale attività? Massimo l'attività la fanno i muscoli vero? Bene se non vediamo le variazioni cardiache e la durata dell'esecizio oltre che l'INTENSITA' dello sforzo cosa misuriamo?

Se faccio questa cosa ad una persona con una panza così.... che è un pescatore ma che va in affanno appena sale due gradini cosa misuriamo?

La produzione di lattato di un NON atleta ma di un pescatore della domenica forse anche bravo ma resterà un NON ATLETA.

 

 

Ti faccio un esempio Massimo:

Se scendo in apnea per pescare all'aspetto in -5 metri d'acqua e mi fermo per poi risalire dopo aver finito l'apnea che attività muscolare ho svolto?

Se faccio una traslocazione con una pinneggiata blanda e lenta che lavoro muscolare avrò realizzato?

Una roba blandissima che fanno tanti anche a 75 anni come alcuni miei amici pescatori, roba assolutamente tranquilla anche se in apnea.

Lo sforzo muscolare dove sarebbe?

Se cammino per 2' o corro velocemente per 2' ci sarà pure una differenza, NO?

 

Prorpio questa discusione evidenzia come i "protagonisti" di questi fumetti siano persone DIVERSE che fanno apnee DIVERSE con impegno DIVERSO.

3000 metri piani sono un lavoro aerobico nella fisiologia dello sport (almeno nella sua globalità)ma se misuriamo il lattato alla fine di una prova del genere a Giorgio, ammesso che arrivi alla fine :devil:, avrà valori di lattato mostruosi.... mica cambieremmo la fisiologia dello SPORT perchè avremo misurato un NON atleta????? (Giorgio mi perdonerai?)

Sai cosa evidenziano le analisi che hai fatto ed a cui credo?

Che hai analizzato persone che credevano d'essere atleti ed invece erano dei "calessi" he he he he

Tu, in assoluta buona fede li credevi atleti.

Mai misurato la soglia a questi "ateti"?

 

Se misuriamo il lattato ad un maratoneta avremo certamente misure importanti ma ciò non vuole dire che la maratona sarebbe uno sport anaerobico lattacido....

Proprio questa discussione vuole dimostrare che la SINGOLA apnea è da considerare come SINGOLO esercizio e la combinazione fra SERIE di esercizi può provocare differenti stati a seconda se si sarò effettuato un effettivo e sufficiente recupero o meno relativamente al lavoro musclare svolto.

45/5 minuti di recupero dopo una apnea dallo sforzo massimale muscolare potrebbero, anzi sano quasi certamente insufficienti.

Una giornata di recupero dopo certe pescate non basta a rimettersi a nuovo...

ma ci arriviamo occorre pazienza ed ordine.

 

Ciao da :jrgian:

 

ps: Ora vado in barca ci leggiamo questa sera

Modificato da Gianfranco Ciavarella
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non si può parlare delll'apnea senza tenere conto delle modificazioni fisiologiche ad essa correlate.

I dati in nostro possesso sono quelli di cui parla Mariano Satta relativammente ai raduni del team Omer, al record in assetto costante di Rignani Lolli nel 2002, alle varie performance di apnea lineare sotto il ghiaccio e così via.

Non si possono paragonare gli sport terrestri con l'apnea subacquea proprio per tutte le modificazioni fisiologiche che questa comporta: si modificano i processi ossidoriduttivi mitocondriali, cambia tutta la catena di produzione energetica, cambiano le produzioni ormonali, il lavoro muscolare avviene mettendo in gioco il meccanismo anaerobiotico della glicolisi e relativo consumo delle scorte di glicogeno eccetera eccetera.

Tieni presente che tra gli atleti testati c'erano campioni passati e attuali di pesca subacquea e di apnea che affiancavano un allenamento aerobico/anaerobico all'attività in acqua; per la comprensione della diversità è fondamentale la conoscenza della fisiopatologia subacquea altrimenti si cade nell'errore dell'Edema Polmonare da apnea; ti faccio un esempio chiarificatore: l'attività sportiva provoca un aumento di produzione di ACTH (ormone Adrenocorticotropo) e di ormoni corticosurrenali; durante e dopo attività sportiva si ha un costante aumento dei prodotti metabolici urinari degli ormoni della corteccia surrenale (svelabile con l'analisi delle urine), bene ciò nell'apneista non si verifica prima di 2 ore dalla fine delle performance subacquee.

Altro ormone che entra in gioco nel dispendio energetico muscolare è l'adrenalina che accellera la velocità di demolizione del glicogeno nei muscoli con produzione di Ac. lattico, bene anche questo ormone, a fine attività apneica risulta avere valori normali ma che salgono vertiginosamente dopo circa 60 - 120 minuti dal termine delle immersioni.

Tutto questo perchè la vasocostrizione periferica da Diving Reflex, da Blood Shift e da diminuzione della temperatura corporea (ricordo che in acqua si perde calore con una velocità 25 volte superiore che in aria) SEQUESTRA tutte queste sostanze nei sistemi muscolari rimettendole in circolo con il riadattamento all'ambiente aereo.

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Si preannuncia uno scontro avvincente ma a suon di argomentazioni valide, sono proprio curioso di vedere dove si arriva. Credo che i punti di convergenza saranno abbondanti nonostante le apparenze! :thumbup:

 

Mi raccomando fuori i quaderni e giù con gli appunti che questa roba non c'è scritta da nessuna parte! :smartass:

 

Riguardo la regola del terzo, caro Massimo, (già mi vogliono male per questa storia e tu infierisci eh?! :devil:) non servono riferimenti o letture di discussioni lunghissime. Riporto la tua summa omnicomprensiva dell'argomento:

la respirazione diaframmatica si compone di tre fasi:

 

1. addominale

2. toracica

3. clavicolare

 

per indicare i tre diversi momenti di riempimento aereo alveolare dal basso verso l'alto (basi polmonari - porzioni intermedie - apici polmonari); tutto l'atto è condizionato dallo spostamento verso il basso del diaframma, muscolo a forma di cupola interposto tra organi addominali e polmoni.

 

Secondo questa metodica il tempo di espirazione deve essere sempre doppio rispetto a quello d'inspirazione cosa questa che favorisce un notevole impoverimento di CO2 nei gas intrapolmonari ed ematici; la sostanza è sempre la stessa si effettua un lavaggio polmonare ed ematico per la falsa convizione di aumentare il tempo di apnea (meno CO2 e più O2), mentre in realtà si ritarda soltanto nel tempo la comparsa del punto di rottura dell'apnea per la bassa PpCO2 prima della capovolta.

possiamo chiamarla come vogliamo; iperventilazione, respirazione diaframmatica ma il risultato è sempre lo stesso: una quota abbastanza cospicua della CO2 viene allontanata, l'O2 aumenta in maniera estremamente limitata mentre l'N2 rimane percentualmente invariato.

Fatta la precisazione richiestami torno a leggervi con interesse e mi scuso con Gianfranco per l'invasione! :D

 

Davide :bye:

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Ospite Gianfranco Ciavarella

:D

 

Non dubito dei tuoi prelievi...

 

Ci mancherebbe altro che avessi dubbi sulla tua assoluta buona fede Massimo, quella deve essere messa fuori discussione, la tua come la mia poi possiamo confrontarci quanto si vuole mi pare il minimo ma so che saprai farlo ancor meglio di me.

 

No Massimo nessuno può e/o vuole non tener conto delle modifiche fisiologiche che gli studi Tuoi e di altri hanno prodotto nella Fisiologia Subacquea ma qui discutiamo d'altro, permettimi ho l'impressione che se non inquadriamo per bene le cose non arriveremo a nulla.

Sulla valenza degli "atleti" da te "misurati" posso avere dubbi ma non possono divenire certezze quindi sorassiedo.

 

Vedi Massimo la Fisiologia dello sport è una scienza che DEVE integrarsi con quella subacquea nessuna delle due può giocare ruoli avulsi dal contesto generale e particolare individuale.

 

Le modifiche che avvengono nelle ore successive alla pescasub non c'interessa, ormai l'atleta è a casa..... :D (lasciami scherzare!) :smoke:

 

Gli atleti che avevi si allenavano?

Beh, questa mi è davvero nuova, mi piacerebbe vedere un piano d'allenamento, una periodizzazione di uno solo di quegli "atleti"...

 

Credo che neanche sappiano cosa siano!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Batoli, che ha seguito altri campi di lavoro sempre con atleti della OMER ha fatto rilevazione del lattato ai ragazzi presenti è rilevato una concentrazione in millimoli di lattato al termine delle apnee assolutamente irrilevante.

 

Ci leggono, bene che postino QUI anche l'abbozzo di quanto fanno la leggeremo insieme in trasparenza, questo è mio mestiere.

 

Vedi Massimo, Diving reflex e vasocostrizione esistono anche nelle prove di fondo di nuoto o di nuoto pinnato ma NULLA cambia, credimi ci sono FIUMI di bibliografia che potremmo consultare.

Se analizzi una prova negli 800 metri di Velosub (conosci?), o una gara di orientamento SUB potresti ritrovare tutte le similitudini che occorrono, l'unica variabile è la respirazione muscolare atteso che quella cellulare mitocondriale è esattamente la stessa.

 

Massimo, ti prego rispondi a questa domanda:

 

hai un atleta lo stesso atleta che fa una apnea a -20 metri di profondità all'aspetto senza tirare e poi risale normalmente come facciamo in tanti senza alcuno sforzo..

Poi, lo stesso atleta fa una apnea a -20 pinneggiando come un forsennato controcorrente e risale stanco si ma sempre senza tirare l'apnea.

 

AMBEDUE le apnee sono durate 2'.

 

Per te sono anaerobiche lattacide entrambe?

 

Ciao ci rileggiamo fra un pò... :jrgian:

Modificato da Gianfranco Ciavarella
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Ospite Gianfranco Ciavarella

Scusarti?

No mi diverto davvero, trovo piacevole discutere amabilmente con Massimo anche da punti distanti.

Tu, poi, intervieni quando ti pare...

 

Giusto per consentire agli inesperti di seguire posso ricordare che negli 800 velosub siamo al cospetto di una prova effettuata in circa 6' dai migliori atleti del mondo.

Altro che anaerobica lattacida, eppure deve considerarsi una attività subacquea a TUTTI gli effetti.

Naturalmente la produzione di lattato sarà assolutamente evidente ma parliamo di atleti che nella distanza realizzano sforzi mostruosi.

Per intenderci potremmo paragonare questa specialità ad un tremila siepi. più o meno almeno per intensità e durata (mi perdoneranno i puristi????) :(:P

 

Vedete amici miei, se fosse fatto un semplice test di Cooper ai pescasub e alla maggior parte degli "atleti" dell'apnea leggeremmo le cose con tanta più chiarezza... he he he

 

Basterebbe dire che dal punto di vista fisiologico due atleti che fanno la dinamica, il primo nuotando 200 in 2' ed il secondo nuotando la stessa distanza in 4/5' fanno DUE sport diversi. :fish::laughing::oops:

 

Ciao

Modificato da Gianfranco Ciavarella
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Ospite Gianfranco Ciavarella

Dimenticavo...

Naturalmente prima terminerò di discutere con Massimo e poi continueremo.

 

Dovrete pazientare un pò, raramente mi capita di discutere e divertirmi come in questo caso.

 

Perdonatemi e grazie! :P

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.....Bartoli, che ha seguito altri campi di lavoro sempre con atleti della OMER ha fatto rilevazione del lattato ai ragazzi presenti è rilevato una concentrazione in millimoli di lattato al termine delle apnee assolutamente irrilevante.....

 

Le rilevazioni di Bartoli (ed ecco la falla) si sono limitate soltanto al momento di fine apnea e poi i prelievi li ho fatti solo io, le sue rilevazioni non sono state fatte sul lattato nel sangue.

 

.....Vedi Massimo, Diving reflex e vasocostrizione esistono anche nelle prove di fondo di nuoto o di nuoto pinnato ma NULLA cambia, credimi ci sono FIUMI di bibliografia che potremmo consultare......

 

già ma non c'è il Blood Shift che è quello che porta tutti fuori strada (ricordi l'Edema Polmonare?)

 

....hai un atleta lo stesso atleta che fa una apnea a -20 metri di profondità all'aspetto senza tirare e poi risale normalmente come facciamo in tanti senza alcuno sforzo..

Poi, lo stesso atleta fa una apnea a -20 pinneggiando come un forsennato controcorrente e risale stanco si ma sempre senza tirare l'apnea.

 

AMBEDUE le apnee sono durate 2'.

 

Per te sono anaerobiche lattacide entrambe?....

 

e certo che sì e mi spiego:

se analizziamo la risposta cardiovascolare allo sforzo dinamico in apnea vedremo che questa, nella sua fase iniziale, è sovrapponibile a quella che si verifica nello sforzo isometrico, sia nell'apnea a secco che in acqua: aument della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa sisto-diastolica; al contrario la seconda fase è diversa in funzione dell'ambiente in cui si svolge. In immersione vi è una prima brevissima fase di tachicardia da risposta simpatica e da iperventilazione; immediatamente dopo subentra una bradicardia sempre più importante, da Diving reflex e agli altri fattori bradicardizzanti tipici dell'immersione, bradicardia mantenuta dall'ipossia che aumenta sino alla sua interruzione con il primo atto inspiratorio (da quì l'inutilità della mezza espirazione all'emersione).

Ora se tu fai eseguire ad un atleta uno step-test o un test al cicloergometro, vedrai che la tachicardia è di durata maggiore (parliamo di atleti allenati con una buona resistenza) indipendentemente dal carico, per risposta simpatica di tipo centrale e alla continua manovra di valsalva (quasi spontanea nel soggetto allenato); la seconda fase bradicardica avvine molto più tardivamente quale conseguenza dello stato di ipossia relativa da sforzo.

 

Qual'è il significato del Diving Reflex (riflesso di conservazione dell'ossigeno)? - lo scatenarsi di questo riflesso ha la finalità di ridurre la perfusione e il consumo di ossigeno negli organi non vitali al fine di mantenere nella norma il metabolismo cerebrale e cardiaco; la bradicardia e la vasocostrizione nei muscoli inducono un metabolismo anaerobico con produzione di acido lattico, che viene "sequestrato" localmente per evitare una acidosi sistemica, e viene liberato alla fine dell'immersione quando aaumenta la perfusione muscolare.

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Ospite Gianfranco Ciavarella

Vengono fuori cose interessanti che apparentemente lontane ma vedrete che tranne per alcune conclusioni che non condivido il resto è più vicino di quanto appaia ed anche più interessante, anche per altre discipline, pinnato ad esempio.

 

 

Il Blood Shift è vero non c'è per come tu l'intendi (per quello che è nella terminologia mediac corrente) ma senza alcun dubbio è presente una forte costrizione vaso periferica.

Questo intendevo e non mi hai dato il tempo di chiarirlo pensavo che mi avresti interpretato in questo senso.

 

C'è comunque un buco, almeno io lo interpreto così Massimo, il LAVORO MUSCOLARE.

Tu, pare, non lo consideri neanche pare che l'apnea sia fine a se stessa ma invece avviene in presenza di lavoro muscolare che insieme al consumo energetico cerebrale è la maggior fonte di dispersione delle nostre risorse.

Il lattato si produce in funzione del lavoro muscolare e non in funzione del semplice fatto di stare sott'acqua.

I battiti cardiaci aumentano e diminuiscono anche a causa delle variabili fisiche che si studiano in Fisiopatologia subacquea ma sono SEMPRE in diretta connessione con il lavoro muscolare, come potrebbe essere diversamente?

Che il sangue defluisca è vero ma è altrettanto vero che senza circolazione sanguigna non potremmo avere affatto contrazione muscolare.

Cosa brucerebbero i muscoli?

Per quanto tempo avrebbero risorse utili per esprimere LAVORO anche di forte intensità?.....

 

Infine ma solo perchè resta evidente anche in quello che hai scritto che a fine apnea (è esattamente ciò che a me interessa) il lattato è di basso rilievo.

Cosa evidenzia ciò? :D

 

Questa tua affermazione, intanto conferma e non smentisce quanto io affermo, ci potrebbe spiegare che sotto la superficie dell'acqua potrebbe accadere che si riesca ad andare più forte di quanto non si faccia in superficie anche perchè sopportiamo meglio il lavoro producendo minor lattato .....

Magari lo paghiamo .... DOPO!

 

Tieni conto, che questa discussione tratta, appunto, IL RECUPERO, questa fase delicatissima ed alla base di tante problematiche a a MIO PERSONALE AVVISO DI TANTE MORTI,.

Bene se una volta in superficie le modificazione delle pressioni dei gas e delle componenti fisico chimiche si ristabiliscono relativamente in fretta il debito contratto, anche in sede distrettuale non si RECUPERA così in fretta e tende ad accumulare stanchezza progressiva e non rilevata da sub che non conoscono la problematica. Molti pescatori, credo che anche tu ne avrai sentito l'effetto, dopo due tre ore di pesca sentono di andare fortissimo e non si rendono conto di dove stanno andando, è il momento che inizia una fase estremamente pericolosa.

 

L'apnea che ti ho rappresentato come primo esempio è quella che riesco a fare con relativa facilità anche per ore senza alcun problema e senza alcuno sforzo mentre la seconda è mostruosamente faticosa ed impossibile anche da ripetere dopo 20 minuti di recupero nelle stesse forme e misure della precedente.

I muscoli nella seconda sono talmente intossicati da non riuscire manco ad esprimere un sufficiente lavoro... :laughing:

 

Nella prima il mio battito cardiaco è sempre sotto controllo e senza grandi variazioni, nella seconda mi occorrerebbero due cuori ed altri 7 litri di sangue.. he he :laughing:

 

Ciao da :jrgian:

Modificato da Gianfranco Ciavarella
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il lavoro muscolare è fuor di dubbio che ci sia ma è escluso momentaneamente (in termini di debito energetico) dal bilancio generale.

 

......Il lattato si produce in funzione del lavoro muscolare e non in funzione del semplice fatto di stare sott'acqua.

 

Giustissimo ma rispetto al lavoro in ambiente aereo c'è una IMPORTANTISSIMA componente: La glicolisi diviene anaerobica se manca O2 nei mitocondri per accettare gli idrogenioni prodotti dalla glicolisi (questi vengono così accettati dal piruvato e la glicolisi procede).

Ora nel caso dell'apneista l'ossigeno non viene utilizzato (perchè non c'è) in questo meccanismo energetico che per questo viene definito anaerobico per cui a livello del citoplasma cellulare il glicogeno muscolare viene trasformato in acido lattico attraverso una serie di 10 reazioni catalizzate da enzimi, con liberazione di energia utilizzabile per la risintesi di ATP (AdenosinTriFosfato).

 

Sottolineo che a fine apnea il LATTATO NEL SANGUE presenta valori pressochè normali per il semplice motivo che tutto quello prodotto dal lavoro muscolare e' ancora sequestrato nei tessuti muscolari in attesa di essere liberato dopo il ripristino post-apnea della normale fisiologia cardiovascolare.

 

Lo sò che è difficile ma bisogna avere una visione d'insieme e non settoriale: il lavoro muscolare c'è ma è limitato ad un "circuito chiuso" nei distretti muscolari (e questo ti spiega i valori normali di lattato nel sangue alla fine dell'apnea: l'ac.lattico c'è e se ne produce tantissimo ma è escluso dal circolo generale per le modificazioni cardiovascolari); ciò significa che sott'acqua si produce tanto lattato quanto in ambiente aereo solo che rimane "bloccato" nei siti di produzione e parzialmente riutilizzato per la resintesi del glicogeno per favorire il lavoro in ambiente anaerobico.

L'energia liberata (sotto forma di ATP) nella formazione di una mole di Ac. Lattico ammonta a circa 20 - 25 Kcalorie, mentre il costo della trasformazione di una mole di lattato in glicogeno è di 0,5 moli di Ossigeno; tieni inoltre presente che una aliquota più o meno importante dell'Ac. Lattico accumulato durante l'apnea subacquea viene utilizzata come combustibile e quindi ossidata al posto del glucosio.

 

Ora te la faccio io una domanda:

come spieghi i valori normali di lattato nel sangue a fine apnea e il loro aumento esponenziale a distanza di 45 - 60 minuti dal termine dell'apnea?

Modificato da Massimo Malpieri
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mi piacerebbe conoscere il parere di altri ricercatori del settore su questo argomento, ma penso che possano limitarsi soltanto a leggere e QUALCUNO magari a scopiazzare per future "convention" con clamorose rivelazioni scientifiche :laughing::laughing::laughing:

Modificato da Massimo Malpieri
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.......

 

Ora te la faccio io una domanda:

come spieghi i valori normali di lattato nel sangue a fine apnea e il loro aumento esponenziale a distanza di 45 - 60 minuti dal termine dell'apnea?

 

Semplice ..... : l'organismo comincia a "dimenticare" il blood shift e a tornare sul pianeta terra ad una ATA.

 

La catena di trasporto degli elettroni mitocondriali si "sgranchisce" le gambe con buon pace del ciclo di Krebs ........

 

E vissero tutti felici e contenti !!!!!!!

Modificato da a_sicca
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