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Figli di P….oseidone.


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Ciao Vincenzo! Ti auguro di guarire e di poter ritornare in acqua quanto prima!!!...la tua esperienza e il tuo racconto serviranno da lezione a tutti noi...e soprattutto a me che sono un neofita!!!...perciò grazie per aver condiviso con noi questa significatica se pur brutta esperienza!!...ne farò tesoro!!! ;);)

:bye: a presto!

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Dal quotidiano "Il Salernitano", la notizia vola!! :P

 

 

 

Eheheh...cmq stai lasciando sempre più le vesti di PR per prendere quelle di cronista d'assalto(o d'agguato)!

Come fai tu le forum-cronache in quanto a tempismo, cura dei particolari, scelta accurata delle fonti, immagini e allegati vari di contorno, padronanza assoluta del telefonino, utile e indispensabile strumento per le famose cronache dettate via fono e pubblicate quasi in diretta ...Francè non ti batte nessuno!!!!! :siiiii:

 

Cmq ripeto..io a sto punto ti ribattezzerei ....Bruno (Francesco) Pizzut!

 

p.s.: Giusto per stemperare un pò i toni... ;)

 

 

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Ragazzi, eccomi qui, sono tornato in studio a lavorare e posso - per grazia di Dio - rispondere a voi tutti.

Vi ringrazio collettivamente, ma ognuno di voi intenda come personale il mio grazie per la vicinanza e l'affetto che mi avete dimostrato durante questi giorni di buriana :wub: .

Credo sia importante anche raccontarvi l'episodio, perchè, a parte il sottoscritto, ognuno ne faccia tesoro.

Sabato mi immergo ad Erchie per la solita pescata settimanale; sono solo, anche perchè da un pò di mesi me mie uscite non coincidono con quelle degli altri amici del forum.

La pescata è abbastanza noiosa: acqua poco limpida e, nonostante qualche aspetto profondo sui 13 metri, gira poco o niente (ho intravisto solo qualche piccolo barra, nascosto nella nebbiolina del fondale).

A un certo punto, quando sono tra Erchie e Cetara, scendo e vedo un porpacchiotto sul chilo atteso a scacciare perchie e sciarrani che lo infastidiscono; come al solito, non sparo il cefalopode, ma lo raccolgo con le mani; mentre sto per risalire, mi accorgo della presenza, a pochi metri, del gemello del polpo già preso. Che faccio? Risalgo e poi scendo a prendere l'altro? Qui commetto l'errore più grave della mia esperienza di pescasub!

Vabbuò, adesso raccolgo anche il secondo e me li porto sopra insieme.

E così faccio.

Uno in una mano, il secondo nell'altra, stringendo il fucile nella parte posteriore del calcio; mentre sto mettendomi in assetto per risalire, sbrang!, sento partire l'asta del fucile :o

Che cavolo è successo? Io non ho sparato!

Infatti, solo dopo qualche ora - ricostruendo la dinamica dei fatti - capirò che l'unica cosa che abbia potuto far partire il colpo era il tentacolo del polpo che stringevo nella mano destra.

E l'asta che fine ha fatto?

Mi volto d'istinto per vedere dove è finita l'asta ...

La vedo infilata nel mio piede destro!

Ho avuto pochi secondi di smarrimento, poi ho realizzato subito di trovarmi in una situazione pericolosa e di doverne venire fuori con le mie sole forze.

L'asta non mi provoca grande dolore e la fuoriuscita di sangue tutto sommato è limitata; cosa posso fare? Quando pesco, di solito studio la scena di caccia sia sotto che fuori dell'acqua, anche per vedere se ci sono barche in giro che possano dare fastidio; in precedenza avevo notato la presenza di un paio di persone nella baietta di fronte alla quale ero intento a pescare.

Subito butto l'occhio in quella direzione: cavolo, non c'è più nessuno! Anzi no! Eccoli! Sono due ragazzi che sono entrati in acqua e si erano avvicinati alla parete di destra della baia, mentre io mi trovo all'imboccatura della parete opposta.

Il fatto che siano in acqua mi rassicura, perchè sicuramente ho tempo per arrivare a riva e farmi soccorrere.

E così faccio: pinneggio sul dorso con la sola gamba sinistra e mi porto a riva, poi inizio a chiamare i ragazzi.

Questi tardano a capire che ho bisogno di aiuto, poi attirati dalle mie richieste insistenti, capiscono che qualcosa non va e mi raggiungono.

La scena che mi rimarrà impressa nella memoria è il volto del ragazzo che si rende conto di quanto è accaduto: quando capisce che ho un'asta di 140 cm che mi trapassa il piede destro, ha uno scossone e realizza che gli sto chiedendo di chiamare il soccorso medico; mentre lui armeggia con il telefono, gli chiedo come si accede alla baietta, se c'è una agevole strada per tornare sulla strada che scorre in alto ad una ventina di metri. Macché, a quella spiaggia si accede inerpicandosi sugli scogli.

Gli dico, allora, di segnalare la cosa ai sanitari, invitandoli ad organizzare il soccorso coinvolgendo la Guardia Costiera, perchè il recupero via mare sarebbe stato molto più agevole e rapido; e così è stato.

Arriva la vedetta della CP che però non può accostare, causa il basso fondale; si rimedia alla cosa coinvolgendo un barchino che transita al largo della baia.

Le operazioni di trasbordo non sono state facili, anche perché l'unico tranquillo ero io, mentre i miei soccorritori erano tutti più o meno sconvolti dalla vista dell'asta nel mio piede (per inciso, l'asta era penetrata più o meno per la metà della sua lunghezza).

Per farla breve, arrivo sul molo Manfredi di Salerno, dove vengo caricato in ambulanza e portato di urgenza al San Leonardo.

E' inutile raccontarvi delle operazioni svolte dai medici e della difficoltà di spezzare l'asta di acciao da un lato per poi estrala dall'altro.

Posso solo dirvi che il medico di guardia, dopo il primo soccorso, mi si è avvicinato e mi ha chiaramente detto che avevo rischiato veramente grosso, perché la zona del piede in cui l'asta è penetrata è piena di vasi sanguigni, non ultima l'arteria femorale: se il ferro avesse reciso uno di questi grossi vasi, probabilmente oggi non sarei qui a raccontarvi di questa brutta avventura.

Alla fine me la sono cavata con un buchetto nello scafoide, in conseguenza del quale dovrò portare per 15 giorni uno stivaletto di gesso alla gamba destra.

Questo è quanto! Sono stato fortunato ed oggi è bello ed importante raccontare a voi tutti di questa brutta avventura, perché siete degli amici ed è giusto condividere con voi tutti anche le difficoltà che la nostra comune passione determina; l'imprudenza che ho commesso non ricapiterà, ma è importante che ognuno faccia tesoro della mia esperienza, per non commettere lo stesso errore.

Ora, però, basta! Lo spavento è passato e la vita ricomincia alla grande, soprattutto, con il sorriso di noi tutti :P:P:P:P:P:P:P:P

:bye:

 

Finalmente non vedevo l'ora di leggerti nuovamente!!!

Ora organizza una cenetta a base di polpo :devil: che ci devi far passare lo spavento!!!

A parte gli scherzi il tuo racconto deve servire da esperienza per ognuno di noi, quindi invito a tutti a leggere con attenzione ciò che è successo a te e quindi non fare la stessa leggerezza!!

Ti voglio bene Avvocatò!!! :wub:

Un grosso abbraccio Vincenzino :clover: :clover: ...non sapevo nulla ed un brivido mi è corso lungo la schiena.

Sono felicissimo che le cose nonostante tutto siano andate lisce.

Certo che quel polpo s'è propio vendicato di brutto eh... :lol: :lol: :lol: :lol:

 

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Buona guarigione Vincè...! ;)

Voglio solo dirti che è capitata la stessa cosa a me nel lontano '98, ma non mi ha sparato un "polpo", bensì il mio amico e compagno fidato di pesca!

Gli partì un colpo accidentale col 70 e fiocina a 3 punte... Eravamo in acqua e ci siamo avvicinati per decidere che la battuta poteva essere conclusa, quando all'improvviso sento un colpo (tipico da oleo) ed il piede destro indietreggiare... Guardo in basso e vedo una delle tre punte della fiocina (per fortuna solo una) conficcata da parte a parte nel piede.

Come Vincenzo, non sentivo dolore (solo se tenevo il piede immobile però), il mio amico più agitato di me decide di trascinarmi fino a riva, caricarmi in spalla e portarmi al pronto soccorso...

Tronchese per tagliare la punta, fiotto di sangue, 1 punto sopra 1 punto sotto, e un'iniezione per chiappa (antitetanica e antidolorifino)... Non bastava già il buco nel piede?

Cmq la storia, per fortuna, si è conclusa bene!

 

Ciao Vince, un saluto da un compagno di ugual sventura... :bye:

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