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Nuove tecniche di allenamento in piscina ... e vecchie..


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Lorenzo sai bene che non ho alcuna intenzione d'intervenire ma posso solo dire che quanto affermato da CaioSuperAdrenalina è almeno da considerarsi puro buon senso anche se noto che a distanza di anni sia ancora lontano dal divenire cosa normale.

Ciao

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Si da per scontato che quello che per noi è acclamato debba esserlo per forza per tutti.

A me pare evidente che non si possano applicare tecniche sperimentali di alcuni specialisti dell'apnea pura alla pesca!

Io non andrei mai a lavorare una cernia a 27 mt a polmoni mezzi vuoti (e sinceramente nemmeno mi allenerei in piscina in questo modo).

L'apnea pura e la pesca sub sono due pratiche completamente diverse.

Sarebbe come paragonare il ciclismo alla formula 1!

 

D'altro canto è pure vero che per simulare il lavoro che svolgo in mare mentre pesco devo fare ripetute cercando di allungare i tempi di permanenza e simulando lo sforzo muscolare che avrei a mare (anche se tutto ciò è praticamente impossibile, viste le variabili infinite che si incontrano in mare).

In questo modo potrei riuscire a allungare la mia apnea ed adattarla alla mia azione di pesca media REGOLANDOMI in base alla mia esperienza ed alla mia personale sensibilità.

 

Se vado in piscina e mi alleno per passare dalla pesca a 15-20 mt a quella a 35 sono solo un aspirante suicida!!!

 

 

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Rieccomi volevo raccontarti quello che ho sperimentato dopo quegli anni di cui parlavi...

 

ho misurato le battute di pinne max al min

 

ho iniziato allenamenti in mare velocita 85% del max dopo un certo numero di allenamenti di fondo media velocita di max 60 min conclusione ...dopo 30 allenamenti circa con velocita all'85% del max col dovuto intervallo riuscivo a fare 15 scatti 2.30 sec con 30''di rec. (durante l'inverno a casa facevo 3 circuit training 8-10 stazioni di ginnastica gambe al petto etc. )

risultato finale 46-48 frequenza cardiaca a rip. e apnea dinamica (in superficie )2'45'' senza piombi e in 1metro d'acqua vel.50% max e senza arrivare al limite...prima facevo piu o menolo stesso tempo ma con 70.80 battute min.

dimenticavo eta 55 anni all 'epoca.

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Anch'io dubito fortemente che l'incremento della profondità operativa di un pescatore subacqueo possa essere il risultato di allenamenti che, seppur duri quanto si vuole, si svolgono in piscina, e penso pure che cercare scorciatoie sia da suicidi...

Quando si parla di pesca in apnea, tendo a prendere in considerazione più i consigli-esperienze, dei forti e navigati pescatori profondisti, che quelle dei profondisti che si dilettano nella pesca in apnea (talvolta)...

Penso si possa essere d'accordo nel considerare dei fortissimi profondisti, fuoriclasse come Scarpati, Amengual e Salvatori: ecco, questi 3 hanno sempre sottolineato quanto sia fondamentale adattare corpo e cervello alla profondità ed all'ambiente sottomarino, nonchè fare tutto ciò con estrema gradualità e costanza.

In piscina il cervello e il corpo non sono impegnati un un'azione di pesce, non c'è un "ambiente sottomarino", nè tantomeno la profondità, quindi non mi sembra il miglior modo per ottenere certi "incrementi".

Ovviamente posso sbagliarmi...

Modificato da siccia
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Scusa se mi permetto una correzione senex la dispnea non è l'apnea a polmoni scarichi bensì, parliamo di apnea inspiratoria o apnea espiratoria.

Wikipedia: Per dispnea si intende un tipo di respirazione faticosa, che viene avvertita soggettivamente come "fame/bisogno d'aria" ed inadeguatezza del respiro, e che comporta l'aumento dello sforzo per respirare, con la conseguenza di un impegno muscolare non spontaneo per compiere inspirazioni ed espirazioni.

 

Solo una precisazione per evitare incomprensioni terminologiche.

 

Grazie. ;)

Ma considera che quando feci io il corso ARA (ai tempi non c'erano i corsi per l'apnea) mi insegnarono che dovevo iperventilare. :wacko:

E per dispnea si intendeva un'apnea a polmoni vuoti.

 

 

E' proprio questo tipo di chiarimenti che cerco/cerchiamo...

Anche se lo so... rimarrò sempre un primitivo. :D

 

Ritornando al FRC, come può tornarci utile. I nostri tessuti non hanno la capacità d'immagazinare ossigeno dei mammiferi marini.

Mi rimane difficile capire come possa giovare all'uomo, seppure ben allenato a tutto ciò!

 

Lo scopo dell'allenamento in frc non è solo allenarsi alle contrazioni o alla sensazione di mancanza d'aria, è un allenamento che a mio avviso da risultati e incrementi notevoli. Allenarsi in costante in frc aiuta moltissimo a migliorare la compensazione e soprattutto la flessibilità toracica e ad adattarsi alla profondità a quote non abissali. Posso dirti che scendere a polmoni vuoti intorno ai 25/27 metri è impegnativo però poi quando vai a polmoni pieni è uno scherzo.

Anche in dinamica ho avuto enormi giovamenti, soprattutto aiuta a saper gestire con molta più serenità la parte critica dell'apnea;

acluni studi fatti da murat e fattah affermano che migliora anche nel nostro organismo il riflesso d'immersione, questa ultima cosa non è provata scentificamente, ma al di la di questa cosa ho trovato enorme beneficio da questa metodologia di allenamento.

Se vi allenate in assetto costante in frc assicuratevi di avere la sphera oppure scendete con lo stringinaso e basta.

 

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Ovviamente ribadisco il concetto che non ci si deve allenare in questo modo se non si ha già una buona esperienza e padronanza della compensazione e strutture annesse e non si abbia a disposizione un compagno che fa assistenza, andare in black out o avere difficoltà è molto semplice.

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Boh , io ho provato tutti gli allenamenti , a secco , in piscina, molto allenato , poco allenato , e pesco sempre nella stessa maniera e alle stesse quote operative :huh:

Una cosa è certa più vado a pescare e meglio mi trovo, secondo me lo 80% sta nella testa e il 20% nelle gambe, almeno nel tipo di pesca che faccio io , che quando ho fatto parecchi tuffi ne ho fatto 5 / 6 in un'ora.

E' anche vero che se si vuole pescare in apnea , prima bisogna imparare l'apnea e poi la pesca , il problema è che quasi sempre il percorso avviene al contrario :D

 

 

 

Ciao

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Gli allenamenti in piscina come fa senex, ossia simulando il percorso di pesca con aspetto e tutto sono il modo migliore per allenarsi come pescatore se si fanno quote importanti, ovviamente serve il solito periodo di adattamento alla profondità.

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Lo scopo dell'allenamento in frc non è solo allenarsi alle contrazioni o alla sensazione di mancanza d'aria, è un allenamento che a mio avviso da risultati e incrementi notevoli. Allenarsi in costante in frc aiuta moltissimo a migliorare la compensazione e soprattutto la flessibilità toracica e ad adattarsi alla profondità a quote non abissali. Posso dirti che scendere a polmoni vuoti intorno ai 25/27 metri è impegnativo però poi quando vai a polmoni pieni è uno scherzo.

Anche in dinamica ho avuto enormi giovamenti, soprattutto aiuta a saper gestire con molta più serenità la parte critica dell'apnea;

acluni studi fatti da murat e fattah affermano che migliora anche nel nostro organismo il riflesso d'immersione, questa ultima cosa non è provata scentificamente, ma al di la di questa cosa ho trovato enorme beneficio da questa metodologia di allenamento.

Se vi allenate in assetto costante in frc assicuratevi di avere la sphera oppure scendete con lo stringinaso e basta.

 

Ecco la differenza tra un pescasub ed un apneista!

Con tutto il rispetto per gli apneisti, beninteso!

 

L'apneista è quello che va al mare e si mette a fare cose del genere, in costante, in variabile, in FRC, con pinne doppie o mono etc etc etc.

 

Il pescasub portalo al mare, tira giù la cima su cui fare le ripetute e poi cerca di convincerlo a farle... vedi quello che ti risponderà!!!! :lol:

 

Il psub non cerca la profondità o la forma apneistica al 100% ma IL PESCE!!!

 

Io devo allenarmi ad un tipo di sforzo molto particolare (e completamente diverso da quello di un'apneista).

Non toccherò le profondità di un'apneista puro, ma opererò a quote importanti (nel mio caso, perchè mi piace u certo tipo di pesca) per molte ore, magari dopo essermi alzato alle 4, aver tirato su e giu l'ancora per decine di volte, nuotato contro corrente mentre cerco di ventilarmi e dominato l'aspetto emotivo (e lo stress mentale!).

Riporta questa "routine" su diversi giorni (o settimane) e hai il risultato di quale è lo sforzo a cui mi sottopongo.

 

Ti assicuro che dopo periodi del genere hai una forma fisica che difficilmente potrai raggiungere con l'allenamento per l'apnea pura.

 

Sulla performance breve invece, tipo qualche oretta di pesca o una discesa singola, magari a freddo, il lavoro in piscina rende moltissimo!

L'unica difficoltà che devi affrontare è la pressione e la profondita che a mare è ovviamente è ben diversa da quella che trovi in una piscina.

 

In questo solo la pratica a mare ci aiuta, o l'esperienza .

 

Rispondendo ad Ale:

è vero neanche io ho cambiato le mie quote operative con l'allenamento in piscina (non è quello il mio scopo), ma mi sono trovato ad avere una base di partenza molto più alta dalla quale partire all'inizio della stagione.

Anni fa quando non mi allenavo in piscina, avevo le stesse quote, ma faticavo molto di più (soprattutto all'inizio) e quando si fatica si inizia a rischiare.

Oggi pesco come prima negli stessi posti ma ho una maggiore tranquillità e questo secondo me significa maggiore sicurezza. <_<

 

 

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Ovviamente l'allenamento a mare paga tantissimo, ma considera che allenarsi ore in apnea o pesca ai fini della forma non cambia nulla, visto che la differenza tra la pesca e l'apnea (parliamo di apnea fatta a mare in costante)è che in pesca tocchi quote minori ma hai una parte statica o dinamica ad una profondità generalemente costante, mentre in apnea pura avrai quote più elevate senza dinamica o statica sul fondo.

La parte emotiva di ventilazione e tutto c'è anche nell'apnea, quindi il raggiungimento del 100% della forma fisica ce l'hai anche facendo apnea pura, considera che quando sono molto allenato di apnea e poi vado a pesca ho prestazioni notevolmente migliori rispetto a quando pesco e basta.

 

Il lavoro fatto in piscina è solo una simulazione quanto più vicino possibile all'azione di pesca in mare con la differenza che non si ha la componente della pressione e compensazione (che non sono cose da sottovalutare). Il vantaggio è che se in piscina fai 1 vasca da 25 fai 1 minuto di statica e poi torni, hai perfettamente simulato un aspetto a 25 metri visto che la distanza percorsa è quella e soprattutto hai gli stessi tempi di tuffo, quindi quando andrai a mare riuscirai a ricreare praticamente le stesse cose.

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Ovviamente l'allenamento a mare paga tantissimo, ma considera che allenarsi ore in apnea o pesca ai fini della forma non cambia nulla, visto che la differenza tra la pesca e l'apnea (parliamo di apnea fatta a mare in costante)è che in pesca tocchi quote minori ma hai una parte statica o dinamica ad una profondità generalemente costante, mentre in apnea pura avrai quote più elevate senza dinamica o statica sul fondo.

La parte emotiva di ventilazione e tutto c'è anche nell'apnea, quindi il raggiungimento del 100% della forma fisica ce l'hai anche facendo apnea pura, considera che quando sono molto allenato di apnea e poi vado a pesca ho prestazioni notevolmente migliori rispetto a quando pesco e basta.

 

Il lavoro fatto in piscina è solo una simulazione quanto più vicino possibile all'azione di pesca in mare con la differenza che non si ha la componente della pressione e compensazione (che non sono cose da sottovalutare). Il vantaggio è che se in piscina fai 1 vasca da 25 fai 1 minuto di statica e poi torni, hai perfettamente simulato un aspetto a 25 metri visto che la distanza percorsa è quella e soprattutto hai gli stessi tempi di tuffo, quindi quando andrai a mare riuscirai a ricreare praticamente le stesse cose.

Non posso condividere...

Ad un'ottima forma per la pratica dell'apnea pura, non necessariamente corrisponde un'ottima forma per la pesca in apnea, e viceversa.

Dapiran, tanto per fare un nome noto, è stato seguito, in pesca, da un atleta che oltre ad essere il suo video operatore, è anche un forte apneista capace di immergersi fino a 60m.

Bene, l'apneista puro aveva grosse difficoltà a seguire i ritmi che un pescatore prossimo ai 70 anni teneva a profondità assai inferiori a quelle che lui, in assetto costante, riusciva a raggiungere.

Inoltre, se tu stesso ammetti che in piscina non c'è il problema della pressione crescente e delle compensazioni, come fai a dire che quando andrai a mare per pescare, riuscirai a ricreare praticamente le stesse cose simulate in vasca?

E come si fa a stabilire un qualche rapporto tra tempi e misure "da piscina", con tempi e misure "da mare"?

Io non lo so, ma ho potuto constatare che "oggi", con un allenamento (e quindi con un'apnea) di gran lunga inferiore a quello di "ieri" (periodo in cui andavo in mare 4 volte a settimana in estate, ed integravo le uscite in mare con la piscina, in inverno), riesco a pescare a profondità analoghe (se non addirittura più giù) e con una serenità (e conseguente efficacia) superiore, rispetto a "ieri"...

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nell'apnea, ma credo in ogni attività sportiva, non esiste la formula "per eccellenza", non credo che si possa cucire addosso a chiunque una tipologia di allenamento. ogni individuo reagisce differentemente ad un particolare stimolo. Capita addirittura di trovarsi di fronte a pratiche sbagliate e/o pericolose ad esempio: quanti apneisti famosi usano (fortunatamente solo nella statica) la pratica dell'iperventilazione? tutti sanno che non è corretto, è stato detto e scritto in ogni dove, ma poi, all'atto pratico, capita, entrando in piscina, di sentire dei veri e propri "vaporetti" pronti a mollar gli ormeggi.

personalmente preferisco privilegiare il tempo rispetto ai metri, mi da sensazioni positive.

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...non mi va di fare il petulante o il saccente (anche perché purtroppo io non saccio!! :laughing: ), ma insisto nel dire che finché cercate parallelismi o distingui tra apnea e pesca continueremo a cadere nel medesimo errore che alla fine porta solo confusione in chi legge!

 

Al tempo in cui ci si spellavano le mani per scrivere tra noi di queste cose (ndr "ma il pescatore è un apneista col fucile in mano??"), era nata l'idea di aprire due post separati uno per parlare di tecniche dedicate all'apnea e uno per quelle della pesca (e se del caso solo dopo trovare dei denominatori comuni), ma non se ne fece nulla.

 

Periodicamente mi viene da rispolverare quell'idea solo che con la mia pessima dote di sintesi (e non mi vergogno a dirlo, la mia inesperienza sulla pesca a certe quote) ho la certezza di creare più caos che altro, se volete io vi aiuto a "moderare" ed ad organizzare la cosa ma deve essere una decisione comune, posto che sia possibile....

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Il lavoro fatto in piscina è solo una simulazione quanto più vicino possibile all'azione di pesca in mare con la differenza che non si ha la componente della pressione e compensazione (che non sono cose da sottovalutare). Il vantaggio è che se in piscina fai 1 vasca da 25 fai 1 minuto di statica e poi torni, hai perfettamente simulato un aspetto a 25 metri visto che la distanza percorsa è quella e soprattutto hai gli stessi tempi di tuffo, quindi quando andrai a mare riuscirai a ricreare praticamente le stesse cose.

 

Forse si, forse no!

Mi spiego meglio.

Quest'equazione "potrebbe" valere per uno come me che sono abbastanza "navigato" :jrgian: e ho sempre pescato più o meno fondo.

Vado in piscina, mi alleno, allungo la mia bella apnea e poi vado a mare dove conosco i posti da qualche decennio, so come mi devo comportare su tale secca o su tale altra etc etc etc.

Conosco il mio corpo e le reazioni a tali stress.

Ma se la applichiamo ad un ragazzo, molto più giovane e aitante di me, magari anche più dotato, l'equazione può diventare sbagliata.

Può darsi che essendo meno esperto non sappia bene cosa significa risalire da 25 o più metri. Si immagina che sia come fare la seconda vasca in piscina dopo il minuto di aspetto che tu dici.

Non sa perchè ancora non l'ha provato cosa significa farlo a fine giornata, quando si è più stanchi.

Non sa che magari solo contrarre un bicipite per tirare una cernia fuori dalla tana a quelle quote quando si è stanchi può fare la differenza.

 

Una volta parlando con un ragazzo, molto dotato sicuramente, gli chiesi se lui pescava fondo o meno (tanto per capire che tipo era, volevo invitarlo a pesca con me e volevo capire con chi avevo a che fare) e lui mi rispose di si, ma che una volta si era preso na bella paura perchè sbagliando la calata era finito a 34 metri invece che 27 come credeva. Mi disse: "quella volta mi misi veramente paura perchè risalire da 34 metri è lunghissima e gli ultimi metri non mi reggevano più le gambe" ! Ovviamente capìì chi avevo davanti. :D

 

Questa è la differenza... sapere le reazioni del tuo corpo soprattutto alla risalita e la piscina può darti una sicurezza e un'apnea che poi, riportate a mare, senza la giusta esperienza, ti potrebbero portare a fare qualche errore di valutazione.

Tanto per chiarire, questi sono mie idee sviluppate in tanti anni di mare e soprattutto compiendo molti errori.... per fortuna non fatali! :D

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