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Come Si Muore Dietro Ad Un Pesce


Ospite fabioLI

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Fabio in passato ho perso due amici perchè stregati dal mare e dai pesci, uno si chiamava Simone Boldrini e viveva a Pontedera, l'altro Enrico Mazzoncini socio del circolo Garibaldi che tu sicuramente conosci.

Il primo era nelle acque di Lampedusa e L'altro a Santa teresa di Gallura.

In entrambi i casi ho avuto la "fortuna", se così si può dire, di non essere stato il loro compagno di pesca perchè altrimenti sarei stato distrutto dal dolore come sei tu ora e sperso in un senso di impotenza.

Fra le tue righe mi sembra di cogliere un senso di colpa che NON DEVI AVERE, e perdonami se te lo stò urlando.

Mi viene da ridere quando si parla della pesca in coppia; non nascondiamoci dietro un dito, quanti di noi stanno a braccetto con il loro compagno durante le battute di pesca. Per quello che vedo e per la mia esperienza nessuno.

La pesca subacquea è uno sport estrmo e solitario e come tale rimane, quindi se responsabilità ci sono, purtroppo ricadono sul diretto interessato che è venuto a mancare non su altri.

Qualcuno poi mi dovrebbe spiegare come si fa a pescare in coppia facendo l'aspetto o l'agguato con quello sopra che vigila, allora tanto vale non pescare.

Fabio concludo dandoti un forte abbraccio e fuggi da questo fardello che da un mese ti porti dietro, sii forte!

 

Gabriele Bartolomei

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Miglior contributo in questa discussione

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Nella mia lunga storia di pescatore mi è capitato di perdere diversi amici sott'acqua, ma mai in mia presenza, dev'essere qualcosa di sconvolgente ed il tuo racconto deve farci riflettere tutti e dico TUTTI, non solo i neofiti ma anche gli esperti.

Il nostro sport è pericoloso, non è come giocare una partita a bocce, non è come stare seduti sulla riva di un fiume con una canna in mano.

Ci sono altri sport pericolosi ma il nostro non è da meno.

La sicurezza totale non l'avremo mai, la possiamo trovare solo dentro noi stessi, ma anche così non sarà totale: basta un malore improvviso (a terra ce la caviamo con uno spavento, in acqua siamo finiti), oppure un motoscafo che ci passa sopra nonostante le boe e i barcaioli, basta qualcosa che si aggancia ad una roccia mentre siamo sul fondo.

Dobbiamo accettarlo. Non è uno sport per tutti. Chi lo fa deve essere consapevole che sta correndo sempre un rischio, più o meno alto ma sempre rischio è.

Se non siamo disposti ad accettare questo richio è meglio rinunciare: non è possibile mettersi in condizioni di sicurezza assoluta ma solo relativa.

Il tuo racconto è terribile ed allo stesso tempo istruttivo: non stavate pescando a quote limite per voi, eravate in forma, le condizioni meteo erano ottimali, eravate tutto sommato vicini, eppure è bastato un attimo.

Doveva accadere.

Come chi all'ultimo momento sale su un aereo che poi precipita, o chi attraversa la strada quando sta passando un ubriaco alla guida di un auto.

Se qualcuno ti proponesse adesso di buttarti da un dirupo con un parapendio, tu avresti sicuramente la percezione di fare qualcosa di pericoloso. Ma fra 100 voli forse ti sentiresti sicuro, cominceresti a pensare che tutto sommato tanto pericoloso non è, ed invece non ci sarebbe alcuna differenza. Lo stesso è la pesca sub, quanto più ci sentiamo sicuri, tanto più stiamo rischiando.

Doveva accadere e tu non ci puoi fare nulla.

Il nostro sport è pericoloso, ricordiamocelo sempre, soprattutto quando tutte le condizioni di contorno sembrano farci pensare di no.

 

Stefano Gentile

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storie che fanno riflettere, e a te che hai avuto la forza di pralarne aiuta senzaltro a stare meglio, anche se come dici non sarà mai come prima, anche io ho perso un amico ( per un'elica assassina) e mi sono trvato a soccorrerne un'altro ( fortunatamente ancora in vita)

Come ho già detto in un'altro post , quando succede ad un amico è terribile e basta, non ci si ripiglia da uno shoc così tanto faclmente, anche io per un bel pò ho avuto un rigetto nei confronti della pescasub ... e del mare in generale, poi piano piano è stato naturale riavvicinarmici con un'altro morale , con la consapevolezza che dobbiamo essere davvero più rispettosi delle ansie dei nostri congiunti, saper mantenere appunto quella promessa che tutti facciamo quando usciamo di casa per andare a pesca .... quella di tornare a casa sani e salvi, magari a mani vuote ma tornare.

Il ricordo di Stefano ( l'amico scomparso) mi accompagna sempre quando vado a mare, e quando devo prendere una decisione scelgo sempre la sicurezza al posto del rischio per un pesce in più, ma non tutti lo fanno....

alcuni giorni fa io ed un mio amico siamo usciti in gommone per una battuta, arrivati sul luogo di pesca appena entrati in acqua il tempo è cambiato, si é annuvolato e minacciose saette si vedevano in lontananza , la situazione era incerta ma non critica, ma noi abbiamo scelto comunque di rientrare e qualcuno in porto ci ha un pò derisi.... infatti poi il temporale non é arrivato, ma io ero in pace con me stesso convinto di aver fatto la scelta giusta , quella di rinunciare ad una pescata pur di non espormi ad un possibile rischio.

Un saluto a te , e che il tempo riesca a rimarginare questa brutta ferita che hai dentro.

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Ospite fabioLI

vi ringrazio ancora amici per il vostro sostegno.

Ogni vostro nuovo commento è per me di conforto ed allo stesso tempo spunto di riflessione.

Oggi più che mai a seguito di quanto accaduto ed anche sentendo le vostre testimonianze prendo sempre maggior coscenza di quanto sia pericoloso praticare lapesca in apnea.

Non credevo che ogni anno decedessero così tanti praticanti.

io la pesca in apnea La pratico in un modo o nell'altro fin da piccolo, alternando periodi di maggior assiduità, pescando spesso anche assieme a grandi campioni amici carissimi, ad altri periodi con uscite sporadiche e nel mezzo anche alcune lunghe pause.

MAI però, pur consapevole del pericolo e rispettoso del mare e di me stesso, ho pensato che fosse così facile morire facendo una cosa così bella come il nuotare pesce tra i pesci.

Vorrei tanto tornare in acqua e vivere il mare di queste belle giornate, ma poi penso ai motoscafi, al trattenere il fiato ed alle mille variabili fisiche, mentali ed al destino che magari ci attende li dietro l'angolo, penso a mia moglie, alla sua paura dopo quanto accadutomi, penso alla mia bimba.

Ricordo adesso con orrore il rischio che forse ho fatto correre a mia moglie quando per giornate intere, mi ha fatto da barcaiola attivamente oppure è rimasta sul gommone a prendere il sole mentre pescavo e magari facevo pure aspetti a 25mt.

Che sarebbe successo se non mi avesse piùvisto riemergere?

rabbrividisco!

Ricordo a quelle riemersioni dove ho sentito la stanchezza nelle gambe, oppure il desideriodi respirare forte, oppure un leggero giramento di testa..........e mi chiedo :" ci sono andato vicino? "

rabbrividisco di nuovo!

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Condoglianze :( .

Anche se servono a poco ormai.

 

Forse ti serve una pausa di riflessione per ritrovare le energie giuste per riprendere a pescare.

 

Tanto ad agosto è meglio starsene a casa con tutto il traffico nautico che c'è.

 

 

Sono sicuro (leggendo la passione che ti anima) che troverai un modo di vivere ancora la nostra passione, magari come mai ti saresti immagginato prima!

 

 

Io ho sempre avuto la nettissima sensazione di rischiare la vita nel praticare la pesca.

 

Dopo anni di pesca da "scapolo", oggi, avendo due figli e una moglie che mi aspettano a casa, ho preso delle contromisure per limitare il rischio al massimo: pesco meno fondo, cerco di non stressarmi troppo, se sono stanco nemmeno ci vado e d'estate è difficile che entri in acqua dopo le 6 di mattina e ne esca dopo le 10.

E sai cosa? Faccio dei carnieri che prima quando "rischiavo" di più mi sognavo di notte!!!

 

Voglio chiudere ancora con un pensiero e un abbraccio al tuo (e nostro) amico che ci ha lasciato e a tutta la sua famiglia!

 

Lorenzo

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Condoglianze per il tuo amico.

E' difficile darti un consiglio ora, credo che l'eserienza sia stata devastante, però nel caso che tu torni a pescare, almeno all'inizio cambia tecnica e pesca basso, molto basso, poi con il tempo decidi tu cosa puoi fare, l'emotività ora potrebbe giocarti brutti scherzi.

Ciao.

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Grazie di averci resi partecipi del tuo dolore, servirà a noi tutti per farci riflettere una volta in più ogni volta che si fà un tuffo.

 

A te dico di farti coraggio anche se capisco che non è semplice.

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Grazie per ricordarci sempre quello che lasciamo sopra la superficie dell'acqua.

 

Sinceramente spero che tu possa superare (sarebbe meglio il termine metabolizzare ma lo ricollego ad una parola di circostanza) questa tragedia traendone maggiore forza (che paghi ora con un immenso dolore).

 

Scusami, lungi da me l'atteggiamento di chi vuole "psicanalizzare" ma da alcune frasi che hai scritto ho tratto la sensazione che oltre al dolore per l'assurdità della vicenda non puoi fare a meno di vivere un senso di colpa, assolutamente immotivato ma comunque immancabilmente presente; può darsi che sia solo una sensazione o forse sono io che ricollego il tuo attuale stato d'animo a quanto ho provato molti anni fa in una situazione completamente differente ma egualmente tragica.

 

In quella occasione, senza nessuna responsabilità da parte delle vittime se non quella di essere andati in gita scolastica, si è verificato un grave incidente e purtroppo due giovanissimi ragazzi hanno perso la vita. Io no; io sono sopravvissuto senza neanche ferirmi e non ho trovato nessuna ragione che possa giustificare questa diversità di esito (io ero nella stesso autobus, ad appena 1 fila di distanza da chi non c'è l'ha fatta, avevo la stessa età, lo stesso grado di follia tipico di un sedicenne, anch'io avevo una famiglia che mi aspettava a casa, una vita felice e tutto il resto . . . ) perchè allora è toccato a loro e non a me o a qualcuno degli altri 50 ragazzi che erano con noi??? Ancora provo brividi freddi e mi si serra la mascella a ripensare a tutta la pena provata nell'aiutare ad uscire dalle lamiere molti compagni, nel vedere il sangue e le ferite, nel comprendetre che qualcuno non sarebbe mai uscito da quel groviglio di metallo; terrore, frenetico terrore, questo mi ricordo.

Io una risposta non l'ho trovata allora (e l'ho cercata tanto anche in maniera autodistruttiva) e non la ho neanche adesso ma ogni tanto, quando sono giù e mi chiedo che senso hanno certi avvenimenti, cerco di pensare che a differenza dei miei 2 compagni ho potuto beneficiare di ancora tanto sole, del mare che amo e di coloro a cui voglio bene ed è per questo, ed è anche per tutte le persone che hanno perso la vita che non posso proprio rinunciare a vivere . . . cercando di dimenticare il terrore di dover morire.

 

Scusa lo sfogo ma la tua esperienza e come l'hai scritta mi ha fatto tornare in mente uno stato d'animo che non provavo da tempo. grazie anche per questo.

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Ospite fabioLI
Condoglianze per il tuo amico.

E' difficile darti un consiglio ora, credo che l'eserienza sia stata devastante, però nel caso che tu torni a pescare, almeno all'inizio cambia tecnica e pesca basso, molto basso, poi con il tempo decidi tu cosa puoi fare, l'emotività ora potrebbe giocarti brutti scherzi.

Ciao.

 

*****************

Grazie, qualora tornerò in mare loforò certamante in poca acqua , anche se forse non è che scongiuri il pericolo.

Sono certo che l'emotività non potrà giocarmi brutti scherzi perchè, e ne hoavuto conferma, in acqua non sono mai emotivo, piuttosto in questo momento vivo male tutto ciò che può darmi piacere, pesca subacque inclusa, forseper un senso di colpa.

Tiringrazio per tutto e per i consigli

ciao

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Ospite fabioLI
Mi sento profondamente colpito dal tuo racconto, è una storia tremenda.

 

Ritengo che la pesca al Dentice sia l'attività in apnea più pericolosa in assoluto.

Se poi, dopo un'apnea tirata, spari il pesce ed in risalita il mulinello non si apre, allora è dura...

 

Fatti forza amico, hai dimostrato un coraggio ed un sangue freddo fuori dal comune nell'affrontare una prova così dura!

 

Un'abbraccio.

*****************

Caporama ciao, diciamo a tutti che se il mulinello non fila e l'apnea è lunghina si molla andare il fucile con il dentice, tanto va ad infilarsi sotto il primo lastrone, buco o posidonia che trova.

Questo comunque vale sempre, perchè meglio perdere pesce e fucile che perdere la vita come ilmio amico con una bestia che si mettedi traverso mentre vieni su da una profondità in cui sai essere al limite o dopo aver tirato.

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Ospite fabioLI
Grazie per ricordarci sempre quello che lasciamo sopra la superficie dell'acqua.

 

Sinceramente spero che tu possa superare (sarebbe meglio il termine metabolizzare ma lo ricollego ad una parola di circostanza) questa tragedia traendone maggiore forza (che paghi ora con un immenso dolore).

 

Scusami, lungi da me l'atteggiamento di chi vuole "psicanalizzare" ma da alcune frasi che hai scritto ho tratto la sensazione che oltre al dolore per l'assurdità della vicenda non puoi fare a meno di vivere un senso di colpa, assolutamente immotivato ma comunque immancabilmente presente; può darsi che sia solo una sensazione o forse sono io che ricollego il tuo attuale stato d'animo a quanto ho provato molti anni fa in una situazione completamente differente ma egualmente tragica.

 

In quella occasione, senza nessuna responsabilità da parte delle vittime se non quella di essere andati in gita scolastica, si è verificato un grave incidente e purtroppo due giovanissimi ragazzi hanno perso la vita. Io no; io sono sopravvissuto senza neanche ferirmi e non ho trovato nessuna ragione che possa giustificare questa diversità di esito (io ero nella stesso autobus, ad appena 1 fila di distanza da chi non c'è l'ha fatta, avevo la stessa età, lo stesso grado di follia tipico di un sedicenne, anch'io avevo una famiglia che mi aspettava a casa, una vita felice e tutto il resto . . . ) perchè allora è toccato a loro e non a me o a qualcuno degli altri 50 ragazzi che erano con noi??? Ancora provo brividi freddi e mi si serra la mascella a ripensare a tutta la pena provata nell'aiutare ad uscire dalle lamiere molti compagni, nel vedere il sangue e le ferite, nel comprendetre che qualcuno non sarebbe mai uscito da quel groviglio di metallo; terrore, frenetico terrore, questo mi ricordo.

Io una risposta non l'ho trovata allora (e l'ho cercata tanto anche in maniera autodistruttiva) e non la ho neanche adesso ma ogni tanto, quando sono giù e mi chiedo che senso hanno certi avvenimenti, cerco di pensare che a differenza dei miei 2 compagni ho potuto beneficiare di ancora tanto sole, del mare che amo e di coloro a cui voglio bene ed è per questo, ed è anche per tutte le persone che hanno perso la vita che non posso proprio rinunciare a vivere  . . . cercando di dimenticare il terrore di dover morire.

 

Scusa lo sfogo ma la tua esperienza e come l'hai scritta mi ha fatto tornare in mente uno stato d'animo che non provavo da tempo. grazie anche per questo.

***************

grazie a te

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