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Come Si Muore Dietro Ad Un Pesce


Ospite fabioLI

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Hai scritto un racconto bellissimo, purtroppo la sua morte non servira' a far diminuire queste stragi, troppe volte ho sentito dire , d' ora in poi mai piu' fondo, mai piu' solo ,quando e' morto il mio amico il giorno dopo sono andato in mare non riuscevo nemmeno a pescare in 8 mt ,avevo il cuore in gola, ma passa il tempo e poi torna tutto come prima , sempre con il ricordo nel cuore , ma si va avanti, purtroppo tutti abbiamo perso qualcuno in acqua ,a te e' sucesso il peggio solo con lui nella tragedia , quante volte ci ho pensato , peggio non puo' succedere.

Un mio amico che ha vissuto come te in prima persona la tragedia ,aveva stragiurato che non avrebbe pescato mai piu' fondo,come molti non ha mantenuto la promessa ,

e mentre io lo guardavo ,perche' solo quello potevo fare, lui prendeva pesci a 40 mt .

tutto questo dopo la tragediae dopo il suo giuramento.

Ho sempre detto che ogniuno e' responsabile di se stesso, lo detto a mia moglie, se un giorno dovesse succedere a me,la copa e' mia ,solo ed esclusivamente mia, se c'e' qualche amico con me, lui non ha nessuna colpa , non deve avere nessun rimorso,deve sentirsi apposto con la coscenza, questo e' importante , tu eri con lui a condividere una giornata di mare in cerca di staccare la spina e cercare di portare a casa qualche pesce , punto.

Ti faccio un saluto , hai dimostrato un grande coraggio, non e' colpa di nessuno , succede , per non succedere non bisogna andare ,quando e' morto il mio amico lo sai in quanti erano , erano in 4 , pescando vicini,un attimo di distrazione e ciao.

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Miglior contributo in questa discussione

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Oggi più che mai a seguito di quanto accaduto ed anche sentendo le vostre testimonianze prendo sempre maggior coscenza di quanto sia pericoloso praticare lapesca in apnea.

Non credevo che ogni anno decedessero così tanti praticanti.

 

Si è vero , anche io provo la stessa cosa , anche io pratico fin da ragazzino la pesca subacquea (probabilmente come te ) cacciando polpi e scorfani a Quercianella e come tutti quelli che cominciano così in punta di piedi spinti da una grande passione si cresce con il rispetto del mare e la percezione della peicolosità di questo sport a piccole dosi, da autodidatti si conquistano le tappe gradualmente , chi non si ricorda la conquista dei primi fatidici 10 metri ? poi l'esperienza si fa con gli anni e si arriva ad esporsi a rischi sempre più grandi, ma fino a che non accade a qualcuno che conosciamo ci sembrano cose lontane.

Quello che mi sconvoge davvero è che frequentando questo forum e allargando quindi gli orizzonti

rispetto alla solita cerchia di amici questa pericolosità si tocca veramente con mano .... praticamente non c'è settimana senza un tragico messaggio di morte o di incidente grave.

 

ancora un saluto.

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occhio ragazzi questa disgrazia ci deve tenere sul chi va la , io sono dell 'avviso che in due con il compagno che ti controlla da sopra e' sempre indispensabile. Bisogna essere molto affiatati colui che sta sopra deve vigilare E' BASTA... non si deve distarre per nessun motivo , io vado con un giovane amico a cui ho passato tutta la mia esperienza... ma nonostante cio' molte volte si fa prendere la mano e la sua voglia di emmergere e di pescare lo porta a dimenticare le regole della pesca in coppia. E' meglio un bel capotto..

che rischiare inutilmente il bene piu prezioso che madre natura ci ha dato "la vita".

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Ospite gianlucagulluni

Un'esperienza assurda. Mi hai fatto riflettere. Certe volte, per entusiasmo, tralasciamo la sicurezza. E' quello l'errore piu' grande da evitare. Forse non usciro' in mare per un po'....

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Scsate se intervengo ancora sul sistema di coppia .... ma qualcuno ha posto la domanda " quanti di noi stanno vicini al compagno di pesca, si tengono la sagola legata in cintura ecc ecc. la mia risposta è : IO. Ribadisco che se si vuole la sicurezza, questo bisogna fare, e non si tratta di ipocrisie, ma di regole ferree da rispettare. anche questa mattina sono stato al Lago di Garda e ho pescato con il mio compagno Cima ed ad ogni apnea seguivo la sua sagola che spariva nel torbido, ma era legata in cintura, e non mi immergevo senza prima averlo visto risalire e controllato che fosse a posto. Certo forse si perderanno pesci e la pesca non risultera' così " libera " ma spero che ritorneremo sempre a casa dalle mogli e figli ( io ne ho 2 e lui 3, figli chiaramente). Ma comunque sento che questi discorsi sulla coppia non attecchiranno mai nel nostro settore ..... :bye:

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Mi sono registrato oggi con l'intento di far sapere a quanti più pescatori possibile che ancora una volta il mare, il nostro sport, la nostra passione hanno voluto che fosse pagato un'altro tributo.

Scrivo per mettere in guardia,scrivo per sfogarmi, scrivo per trovare un perchè, , scrivo per capire quanti uomini muoiono ogni anno pescando in apnea, per capire se davvero siamo dei pazzi incoscenti,dei suicidi, scrivo perchè ho la mente ed il cuore devastati, scrivo per trovare comprensione, consigli su come venirne fuori.

E' trascorso già un mese da quel maledetto sabato mattina 21 luglio corrente anno,quando alle ore 8,00 circa ho realizzato che il mio amico e compagno di pasca con cui stavo affrontando una giornata in mare, aveva avuto un malore e l'ho poi recuperato da un fodale di circa 18mt.

E' terribile trovarsi da soli in mezzo al mare e realizzare che è accaduta una disgrazia al tuo compagno, il doverla fronteggiare, sentire il terrore, il silenzio surreale non interroto ne dalla pinneggiata dell'amico ne dal suo respiro in superfice mentre si ventila per l'ennesimo tuffo, con gli occhi pieni di lacrime, il cuore gonfio di dolore ed un sottile velo di speranza cercarlo ad occhi sgranati là verso il fondo, vivere l'orrore di scorgere la sua sagoma immobile sul ciglio, pancia all'aria, vedere l'amico, con cui pochi minuti prima scherzavi e scambiavi parole su quei dentici che non ne volgiono sapere di venire a tiro, inerme,rigido come un manichino, in un attimo trovare la freddezza per scendere sul fondo a recuperarlo, un attimo interminabile durante i quali pensi a lui, alla sua famiglia , alla moglie ed al figlio di pochi mesi che forse ancora stanno nel loro letto inconsapevoli di quanto sta accadendo al loro amato, allora pensi subito alla tua famiglia, a tua moglie, a tua figlia di appena un anno e mezzo, a quanto le ami, a quante cose ancora vuoi vivere con loro, chiudi gli occhi, fai un respiro profondo e....... sai che anche tu stai rischiando di non vederle mai più.............

.....GIU', scendi, lo sguardo fisso verso quell'uomo, è pallido,gli occhi sbarrati,la bocca semi aperta, e poi non sai come noti i dettagli, la cintura è ancora in vita, il fucile fluttua a pochi metri dal fondo, l'asta è giù tra i massi del fondale forse con il dentice trafitto, ma perchè il mulinello non è filato......... Liberi l'amico dai pesi, sganci i tuoi, lo sollevi, ed abbracciandolo risali. Sei in superfice con quel corpo inerme, gli togli la maschera , verifichi se ha la mascella contratta e la lingua girata, non sai con quale forza riesci a salire sul gommone tenendogli latesta fuori dall'acqua, non sai con quale forza riesci ad issarlo a bordo. Ti guardi introno, il viavai di imbarcazione che fino a prima quasi ti infastidiva mentre tentavi gli aspetti, adesso è cessato, tutto tace, solo silenzio rotto dalle tue grida di disperazione............."perchè? Dio mio aiutami! amico mio ma che c@**o hai fatto,ma perchè ?".....lo stai rimproverando, vorresti che ti sentisse, vorresti quasi picchiarlo per la stronzata che ha fatto............per un pesce........." ma quanto hai tirato? perchè non sei risalito?....lo avresti preso al prossimo tuffo oppure un'altra volta!"

Provi con le manovre di rianimazione, disperatamente......ma come faccio dio mio non è possibile ho un amico disteso sulla panca del gommone, non respira, non ha battito...."pronto guardia costiera aiuto siamo circa 1 miglio e 1/2 direzione......è annegato, ha la schiuma che gli esce dalla bocca.......dio mio perchè,perchè questo...."

Fabio aveva 35 anni, una vita piena di interessi, un lavoro importante,una famiglia ed un bambino di soli 10mesi ......era felicissimo!

Eravamo felici, sereni, ci stavamo soltanto godendo il relax di una pescata dopo una lunga settimana di lavoro!

Adesso non sarà mai più come prima, nulla sarà mai come prima.

In tanti anni che vivo il mare in un modo quasi intimo, fin da quando da bambino, avevo appena 4 anni che con pinne e maschera esploravo affascinato il fondale assieme a mio padre, un mare che ho sempre amato, rispettato, mai l'ho guardato con gli occhi con cui lo vedo adesso.

Adesso lo temo ! Adesso anche il solo nuotare in esso mi da ansia, per non parlare di scendervi in assetto di pesca, mi sembra quasi come puntarmi una pistola alla tempia con un proiettile nel tamburo e giocare alla roulette russa.

So che è assurdo, so che non è così!

Non ho mai avuto paura di morirvi, mai, nenache quando in altre occasioni mi ha mostrato in parte di che cosa fosse capace.

Ma quella mattina tutto era perfetto, la superfice immobile, il vento inesistente, la trasparenza incredibile, ero rilassato, sereno in forma per quella profondità non eccessiva, ero in acqua con l'amico per rilassarmi,lo guardavo scendere e risalire, mi divertivo a studiarne i movimenti, quelli ok e quelli meno, per poi parlarne magari dopo a fine mattina mentre ci toglievamo la muta.

Per un'ora abbiamo pescato così, anche se a 14/18 mt. con tali condizioni eravamo soliti pescare a circa 50mt l'uno dall'altro anche con altri compagni, mentre altre volte, decine,centinaia, ognuno di noi siè tuffato da riva da solo anche a 500,800 mt al largo, sui cigli a 18, 22 mt.

Fabio il sabato prima,eravamo in quattro di cui uno sul gommone, aveva catturato la sua prima cernia profonda sul serio(28mt.). Forse si sentiva forte, in forma, arrivato! Forse questo lo ha ingannato. F. è morto proprio quando, come forse siete soliti fare anche voi, sono andato ( stavolta me ne sono fatto carico io, l'avessi mai fatto!) a recuperare il gommone alla fonda circa150 mt più in la per poi recuperare lui una volta salpata l'ancora.

Pochi minuti, un altro tuffo o due!

Riflettiamo sul fatto che pescare in coppia può non servire, perchè quasi mai si sceglie il giorno dell'uscita, quasi sempre si va al week-end, e quasi mai l'acqua è limpida da lasciarci vedere il compagno scendere e soprattutto risalire, quasi mai la corrente è assente e ti consente di tenere la posizione, MAI quando si fa l'aspetto si scende con il sagolone del pallone.......chi di lo fa?

.....e nonostante tutto, anche quando tutto sembra perfetto, basta una distrazione, basta un eccesso di sicurezza, basta non ragionare per pochi secondi in più, accecati dalla preda, accecati dalla nostra passione, nella falsa sicurezza magari che basti avere un fisico allenato per non correre rischi, e tutto accade in un attimo, gioia, amore, progetti...........perdiamo tutto!

Fabio ha perso tutto questo ed io, che resto, non so darmene una ragione, non so più che cosa di ciò che ricordo è reale e che cosa invece è un'allucinazione dettata magari dall'inconscio senzo di colpa e dallo shock subito, dettato magari dalle mille volte in cui, ogni giorno, ripercorro da capo tutta quanta la sequenza degli eventi !

sarà mai possibile continuare come prima............................?

Racconto agghiacciante ... ma che fa riflettere.

Secondo me la pesca in coppia (sia con un solo fucile che con più), barcaiolo, e quant'altro se non sono accompagnati dalla nostra consapevolezza del "limite" non hanno senso.

Ricordo ancora ciò che mi scrisse un compagno di corso di apnea sul mio manuale "Ricorda non c'è pesce che valga una vita ..... altrimenti il pesce sei TU !!".

 

Ragazzi parliamoci chiaro e facciamo in modo che Fabio con la sua assurda morta (perchè di assurdità si parla quando si muore così giovani) ci insegni qualcosa: non aspettiamo che arrivino le contrazioni diaframmatiche .... stacchiamo prima!!!!

E se il pesce non arriva .. chi se ne importa.

Un abbraccio alla famiglia e a te che hai affrontato la tragicità del momento con freddezza.

Francesco.

Modificato da deephunter
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Ricordo con grande emozione, ma anche molto lucidamente, gli articoli apparsi sul quotidiano locale quella domenica mattina di luglio (sono di Piombino) e ricordo di aver analizzato con un groppo in gola tutte le circostanze che, in qualche modo, mi accomunavano a Fabio; l'amore per il salmastro, un lavoro che non ti permette di vivere il mare se non nel fine settimana, la voglia di starsene tre ore nel silenzio dopo una settimana di chiacchiere e stress, la passione per la pesca, un'età matura ma che ci permette ancora di osare e ..... infine ...... la cosa che mi ha fatto allora, ed altrettanto oggi, stare malissimo, una giovane moglie ed una figlia piccolissima, la mia Anita oggi ha cinque mesi e mezzo .....

Ricordo ancora i discorsi di mia moglie e dei miei genitori quella mattina : "hai 40 anni, falla finita, guarda la tua bimba e stai a casa, che senso ha andare in mare tutto l'anno, e poi per cosa ..... per quattro pesci????!!!!"

Ricordo ancora il fastidio che mi davano quelle parole, quie luoghi comuni ..... quella superficialità ..... non è così facile e banale smettere, dire addio a ciò che ti viene da dentro, a ciò che senti tuo e che ti permette di esprimerti ..... o forse, mi chiedo, sono superficiale io a non riuscire a dire basta ????

Ciò che hai avuto il coraggio di raccontare, amico mio, mi toccato di brutto anche perchè ho un paio di amici di Livorno che, in qualche modo, mi hanno trasmesso il clima che si è respirato nel'ambiente per tanti giorni .... e se ciò ha, in qualche modo, cambiato il mio approccio con il mare, neanche riesco d immaginare come ti senti tu ........

Posso solo dirti, per quanto vale , che ti sono vicino, che mi piacerebbe conoscerti per portarti un pò in giro per il Canale di Piombino e per parlare con te della nostra passione e che ti ammiro per la forza che hai trovato nel trasmetterci i tuoi sentimenti.

Un abbraccio.

Riccardo Grilli

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Mi sono registrato oggi con l'intento di far sapere a quanti più pescatori possibile che ancora una volta il mare, il nostro sport, la nostra passione hanno voluto che fosse pagato un'altro tributo.

Scrivo per mettere in guardia,scrivo per sfogarmi, scrivo per trovare un perchè, , scrivo per capire quanti uomini muoiono ogni anno pescando in apnea, per capire se davvero siamo dei pazzi incoscenti,dei suicidi, scrivo perchè ho la mente ed il cuore devastati, scrivo per trovare comprensione, consigli su come venirne fuori.

E' trascorso già un mese da quel maledetto sabato mattina 21 luglio corrente anno,quando alle ore 8,00 circa ho realizzato che il mio amico e compagno di pasca con cui stavo affrontando una giornata in mare, aveva avuto un malore e l'ho poi recuperato da un fodale di circa 18mt.

E' terribile trovarsi da soli in mezzo al mare e realizzare che è accaduta una disgrazia al tuo compagno, il doverla fronteggiare, sentire il terrore, il silenzio surreale non interroto ne dalla pinneggiata dell'amico ne dal suo respiro in superfice mentre si ventila per l'ennesimo tuffo, con gli occhi pieni di lacrime, il cuore gonfio di dolore ed un sottile velo di speranza cercarlo ad occhi sgranati là verso il fondo, vivere l'orrore di scorgere la sua sagoma immobile sul ciglio, pancia all'aria, vedere l'amico, con cui pochi minuti prima scherzavi e scambiavi parole su quei dentici che non ne volgiono sapere di venire a tiro, inerme,rigido come un manichino, in un attimo trovare la freddezza per scendere sul fondo a recuperarlo, un attimo interminabile durante i quali pensi a lui, alla sua famiglia , alla moglie ed al figlio di pochi mesi che forse ancora stanno nel loro letto inconsapevoli di quanto sta accadendo al loro amato, allora pensi subito alla tua famiglia, a tua moglie, a tua figlia di appena un anno e mezzo, a quanto le ami, a quante cose ancora vuoi vivere con loro, chiudi gli occhi, fai un respiro profondo e....... sai che anche tu stai rischiando di non vederle mai più.............

.....GIU', scendi, lo sguardo fisso verso quell'uomo, è pallido,gli occhi sbarrati,la bocca semi aperta, e poi non sai come noti i dettagli, la cintura è ancora in vita, il fucile fluttua a pochi metri dal fondo, l'asta è giù tra i massi del fondale forse con il dentice trafitto, ma perchè il mulinello non è filato......... Liberi l'amico dai pesi, sganci i tuoi, lo sollevi, ed abbracciandolo risali. Sei in superfice con quel corpo inerme, gli togli la maschera , verifichi se ha la mascella contratta e la lingua girata, non sai con quale forza riesci a salire sul gommone tenendogli latesta fuori dall'acqua, non sai con quale forza riesci ad issarlo a bordo. Ti guardi introno, il viavai di imbarcazione che fino a prima quasi ti infastidiva mentre tentavi gli aspetti, adesso è cessato, tutto tace, solo silenzio rotto dalle tue grida di disperazione............."perchè? Dio mio aiutami! amico mio ma che c@**o hai fatto,ma perchè ?".....lo stai rimproverando, vorresti che ti sentisse, vorresti quasi picchiarlo per la stronzata che ha fatto............per un pesce........." ma quanto hai tirato? perchè non sei risalito?....lo avresti preso al prossimo tuffo oppure un'altra volta!"

Provi con le manovre di rianimazione, disperatamente......ma come faccio dio mio non è possibile ho un amico disteso sulla panca del gommone, non respira, non ha battito...."pronto guardia costiera aiuto siamo circa 1 miglio e 1/2 direzione......è annegato, ha la schiuma che gli esce dalla bocca.......dio mio perchè,perchè questo...."

Fabio aveva 35 anni, una vita piena di interessi, un lavoro importante,una famiglia ed un bambino di soli 10mesi ......era felicissimo!

Eravamo felici, sereni, ci stavamo soltanto godendo il relax di una pescata dopo una lunga settimana di lavoro!

Adesso non sarà mai più come prima, nulla sarà mai come prima.

In tanti anni che vivo il mare in un modo quasi intimo, fin da quando da bambino, avevo appena 4 anni che con pinne e maschera esploravo affascinato il fondale assieme a mio padre, un mare che ho sempre amato, rispettato, mai l'ho guardato con gli occhi con cui lo vedo adesso.

Adesso lo temo ! Adesso anche il solo nuotare in esso mi da ansia, per non parlare di scendervi in assetto di pesca, mi sembra quasi come puntarmi una pistola alla tempia con un proiettile nel tamburo e giocare alla roulette russa.

So che è assurdo, so che non è così!

Non ho mai avuto paura di morirvi, mai, nenache quando in altre occasioni mi ha mostrato in parte di che cosa fosse capace.

Ma quella mattina tutto era perfetto, la superfice immobile, il vento inesistente, la trasparenza incredibile, ero rilassato, sereno in forma per quella profondità non eccessiva, ero in acqua con l'amico per rilassarmi,lo guardavo scendere e risalire, mi divertivo a studiarne i movimenti, quelli ok e quelli meno, per poi parlarne magari dopo a fine mattina mentre ci toglievamo la muta.

Per un'ora abbiamo pescato così, anche se a 14/18 mt. con tali condizioni eravamo soliti pescare a circa 50mt l'uno dall'altro anche con altri compagni, mentre altre volte, decine,centinaia, ognuno di noi siè tuffato da riva da solo anche a 500,800 mt al largo, sui cigli a 18, 22 mt.

Fabio il sabato prima,eravamo in quattro di cui uno sul gommone, aveva catturato la sua prima cernia profonda sul serio(28mt.). Forse si sentiva forte, in forma, arrivato! Forse questo lo ha ingannato. F. è morto proprio quando, come forse siete soliti fare anche voi, sono andato ( stavolta me ne sono fatto carico io, l'avessi mai fatto!) a recuperare il gommone alla fonda circa150 mt più in la per poi recuperare lui una volta salpata l'ancora.

Pochi minuti, un altro tuffo o due!

Riflettiamo sul fatto che pescare in coppia può non servire, perchè quasi mai si sceglie il giorno dell'uscita, quasi sempre si va al week-end, e quasi mai l'acqua è limpida da lasciarci vedere il compagno scendere e soprattutto risalire, quasi mai la corrente è assente e ti consente di tenere la posizione, MAI quando si fa l'aspetto si scende con il sagolone del pallone.......chi di lo fa?

.....e nonostante tutto, anche quando tutto sembra perfetto, basta una distrazione, basta un eccesso di sicurezza, basta non ragionare per pochi secondi in più, accecati dalla preda, accecati dalla nostra passione, nella falsa sicurezza magari che basti avere un fisico allenato per non correre rischi, e tutto accade in un attimo, gioia, amore, progetti...........perdiamo tutto!

Fabio ha perso tutto questo ed io, che resto, non so darmene una ragione, non so più che cosa di ciò che ricordo è reale e che cosa invece è un'allucinazione dettata magari dall'inconscio senzo di colpa e dallo shock subito, dettato magari dalle mille volte in cui, ogni giorno, ripercorro da capo tutta quanta la sequenza degli eventi !

sarà mai possibile continuare come prima............................?

Pescando sott'acqua di solito non si rischiano nè contusioni,nè slogature,nè fratture.

Il rischio principale è uno e vale per tutti: la vita.

Condoglianze agli amici e ai parenti del mio omonimo.

 

Se per il momento hai paura del mare io ti consiglierei di evitare di andarci,non è lo stato d'animo ideale per entrare in acqua...

Col tempo sarà la passione stessa a riportarti in acqua(con me ha funzionato così) ma ognuno ha i suoi tempi.

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Ospite CapoRama
Mi sento profondamente colpito dal tuo racconto, è una storia tremenda.

 

Ritengo che la pesca al Dentice sia l'attività in apnea più pericolosa in assoluto.

Se poi, dopo un'apnea tirata, spari il pesce ed in risalita il mulinello non si apre, allora è dura...

 

Fatti forza amico, hai dimostrato un coraggio ed un sangue freddo fuori dal comune nell'affrontare una prova così dura!

 

Un abbraccio.

*****************

Caporama ciao, diciamo a tutti che se il mulinello non fila e l'apnea è lunghina si molla andare il fucile con il dentice, tanto va ad infilarsi sotto il primo lastrone, buco o posidonia che trova.

Questo comunque vale sempre, perchè meglio perdere pesce e fucile che perdere la vita come ilmio amico con una bestia che si mettedi traverso mentre vieni su da una profondità in cui sai essere al limite o dopo aver tirato.

 

Giusto Fabio, non esiste alternativa! Dicevo che diventa "dura" perchè in quegli istanti, dopo aver sofferto nell'attesa del pinnuto ed averlo finalmente arpionato, è molto dura abbandonare il proprio "amato" fucile in risalita, magari su di una franata che si perde nel blu... :(

E' un pò come mollare la cintura, ma psicologiamente pù difficile da accettare.

 

Vorrei però focalizzare una cosa della pesca al dentice, si tratta di un concetto che ho elaborato sulla base della mia esperienza personale: ad un certo punto, quando si becca il branco e si cerca di portarlo a tiro, è come se si perdesse il senso del tempo. Una sorta di "droga" naturale che si libera nel tuo corpo e pervade il tuo cervello facendoti sentire molto meno la stanchezza e purtroppo anche la fame d'ossigeno. Se a questo stato di "grazia" (una sorta di autoipnosi), uniamo ottime condizioni di forma e ad una buona visibilità sott'acqua, si crea un cocktail micidiale!

 

Ciao.

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