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Hai mai avuto un incidente sott'acqua?


  

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  1. 1. Hai mai avuto un incidente sott'acqua?

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A me e capitato solo una volta.

Ero in Calabria verso le 7 max 7e30 di sera il sole stava tramontando mentro ero in superfice sento il rumore di un acquascooter in lontananza,li per li non gli do conto,quando riemergo dal tuffo perlustrativo vedo questo DEFICENTE che viene nella mia direzione.

Per farmi notare mi sono messo a pinneggiare forte sul posto per cercare di uscire il più possibile dall'acqua,fortunatamente lo SCEMO mi vede e mi scarta ad 5 o 6 metri. (E PER FORTUNA CHE AVEVO LA BOA)

Almeno il tipo ha avuto il buon senso di fermarsi e chiedermi scusa...morare della favola io un grandissimo spavento e lui sull'acquascooter con una bionda da paura.

Ps.mentre se ne andava l'occhio è caduto sul fondoschiena della ragazza. :whistling::whistling::whistling:

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Premetto che mi sono avvicinato da poco a questo stupendo ed affascinante sport!

L'estate scorsa anch'io un'incidente, dovuto sicuramente all'inesperianza, era mese di Agosto, ore 7,00 circa battevo a circa 100 metri dalla riva una spiaggia jonica, con fondali dai 5 mt ai 10 mt circa, e siccome le temperature erano molto calde, decisi di indossare solamente la giacca senza pantalone una 5mm.....mentre ero in cerca di tane, all'improvviso preso dalla foga della pesca, non mi resi conto che ero circondato da molte meduse enormi erano che evidentemente col calore delle acque si erano avvicinate alla costa!Mi punsero all'improvviso alle gambe che non avevo assolutamente coperto con i pantaloni e cosi'nel giro di pochi secondi mi ritrovai solo, con le gambe che non me le sentivo piu', la paura perche' ero solo e mi trovavo a 150 metri dalla riva con fondali abbastanza alti, e in quei momenti e' molto difficile mantenere la calma soprattutto se sai che attorno a te ce ne sono altre!

Iniziai a rientrare a riva ma ebbi una forte debolezza alle gambe accompagnate da dolori! :siiiii:

La mente deve prevalere sull'istinto e sulle azioni positive che ti aiutano a superare l'inconveniente!Ci impiegai tempo per rientrare mi aiutai con le braccia!

Mi e' servita la lezione ed ho capito che al di la' delle quote operative, al di la' del tipo di pesca che tu faccia e' indispensabile una completa vestizione anche eventualmente una 3mm per l'estate che ti protegge e prima di proseguire sulla superficie presi dalla pesca di tanto in tanto bisogna guardarsi intorno, alzare il capo e notare che cavolo succede attorno a te!!!

:thumbup: :thumbup: :thumbup:

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  • 3 mesi dopo...

Il nonno in apnea ha avuto fortunatamente solo un incidente il-5 -9 del 71 stavo a procida a punta pizzaco pescavo da solo su' una quindicina di mt sparai a una bella corvina è la mancai ma comparve un altro branco ricaricai il fucile che era un titan sl e' li' mi diedi dello stupido per la cavolata che avevo fatto incominciai a salire stavo quasi in superfice è poi non ricordo piu niente non so'quando sono rimasto svenuto ricordo solo che i pb non li aveno sgangiati io pero' quando pesco sempre un poco positivo e ragazzi tenete presente che a quei tempi nessuno ti imparava niente e' si faceva molto imperventilazione un piccolo consiglio che posso darvi non strafate mai anche in pochi mt il mare le leggerezze difficilmente perdona. Io dopo l'incidente ebbi una paura fottuta andai a prendere il traghetto che partiva dopo 2 ore andai sulla scogliera vicino al porto l'acqua mi invitava mi rivestii è ricominciai a pescare a mè il mare ha dato tanto spero anche a voi CIAO

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Ho letto che alcuni pensano che il ciclismo sia uno sport più pericoloso del nostro...MI PARE UN'ASSURDITA'!! parlo per me, che faccio apnea da più di vent'anni, ma credo di non sbagliare se dico che che la pescasubacquea, oltre certe quote, è di gran lunga lo sport più pericoloso...io devo ancora oggi ringraziare mio padre che mi ha salvato la vita, rischiando la sua, raccogliendomi sul fondo...dopo che mi aveva colto una sincope...Avevo 18 anni, l'incoscienza della gioventù e dello strapotere fisico mi hanno fatto rischiare troppo. E' da stupidi non soffermarsi sui rischi cui si può andare incontro. La cosa grave è che si pensa sempre che a se stessi non possa accadere nulla e che l'incidente appartenga sempre agli altri, ma non è così. A quel tempo neanche considerevo i rischi cui andavo incontro. Ero uno sprovveduto, ed utilizzavo troppa zavorra fissa. Certe risalite erano un calvario!! Pensai bene di andare a pescare all'alba, nonostante una notte di bagordi con gli amici, con 3 ore di sono sulle spalle e forse con qualche birretta di troppo.

Non stavo affatto bene e ciononostante ricordo ancora quando, dopo qualche ora di pesca, dissi a mio padre: "faccio l'ultimo tuffo e andiamo, che sono stanco" RISULTATO: mi sono risvegliato in ospedale con mio padre che mi guardava avvolto da camice e cuffietta verde nel reparto rianimazione in cui sono rimasto 3 giorni. Mi ha ripescato sul fondo a circa 13 metri, guidato dalla sola forza della disperazione nel vedere il proprio figlio, lì sotto, esanime. Ha avuto incubi per anni. Mi segue ancora nella pesca, io ne ho 32 e lui 60 (da compiere) facendomi da barcaiolo, mentre con i due/tre amici che mi accompagnano sempre ci immegiamo sorvegliandoci vicendevolmente nelle apnee profonde. Nessun pesce vale la nostra vita. NESSUNO. Ho imparato ad ascoltare il mio fisico, ogni dettaglio, ogni segnale che manda per lasciar perdere un dentice che con ne vuole sapere di avvicinarsi, una corvina scorta nella caduta, poco oltre l'appostamento, dopo una lunga apnea. Mi capita spesso di risalire dopo apnee che paiono stranamente non finire mai, pur non avvertendo alcuna fame d'aria. Adoro il mare e la pescasub per le emozioni che sa regalare ma ho promesso a me stesso ed ai miei cari che non avrei ma più commesso alcuna imprudenza. Non ne vale la pena.

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  • 4 mesi dopo...

Molti anni fa (avevo si e no 16/17 anni) mentre pescavo.

Acqua "non propriamente chiara" ed un tramaglio di rete non segnalato

calato presumibilmente la sera prima io mi stavo facendo un'alba e mi

ci sono trovato legato in mezzo. :(

 

Fortuna vuole che sono uno dei pochi fissati per andare in acqua solo ed

esclusivamente se muniti di coltello ed affilato come un rasoio (un coltello che

non taglia non serve mai a niente ricordatelo!) mi sono un pò spaventato ma

nemmeno più di tanto...

giusto il tempo di pensare "il coltello" e ,non appena mi sono accorto che riuscivo a

prenderlo, il panico/paura è sparita ed ho iniziato a liberarmi senza agitarmi.

 

Dopo , una volta libero, mi sono divertito a fare i coriandoli! :angry:

Mi sa che il bracconiere che l'ha calata ha avuto una brutta sorpresa...

zero pesci nella rete e una palla di pezzetti di rete tutta legata alla fune

principale.

 

Così impari assassino!

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Buonasera a tutti, innanzi tutto mi presento mi chiamo Sergio e come tutti voi ho la grandissima passione per la pesca in apnea che pratico da quando ero ragazzino, ed ora che ne ho 35 non mi sono mai sentito arrivato e ho sempre creduto che il mare non smette mai di metterci alla prova.

Sono da poco iscritto al forum AM e quando ho visto il sondaggio ho deciso di raccontare la mia esperienza perchè penso possa essere un buona esperienza per tutti.

Credo sia capitato a quasi tutti noi rischiare di essere travolti da una imbarcazione, che per distrazione o per inconscienza di chi la guidava non si avvedeva della boa di segnalazione, e penso anche che tutti in un modo o nell'altro abbiano augurato ogni male a quel diportista disattento.

Certamente nessuno di noi pensa di trovarsi alla guida del propio mezzo nautico e di trovarsi ad investire un subacqueo...purtroppo è ciò che è capitato a me! Non potete immaginare lo stato d'animo che ho provato ad essere io colpevole di un'incidente cosi' drammatico e spaventoso, soprattutto propio per il fatto di averlo rischiato io a mia volta e per aver infortunato un fratello del mare.

La fortuna non tanto mia ma dell'infortunato è stata che l'incidente non ha avuto cause particolarmente gravi e soprattutto non ci sono state lesioni da elica, certo il malcapitato si è fatto più di un mese di ospedale per via di fratture alle costole e un polmone perforato, ma sono comuncque poca cosa confronto a quello che normalmente porta questo genere di incidenti.

Ovviamente ho prestato io i primi soccorsi e per fortuna mi sono subito avveduto della situazione in quanto tra l'altro lavoro in un campo che a che fare con l'emergenza sanitaria.

Certamente non smetterò mai di maledire quel giorno in cui uscito dal porto per farmi una bella pescata ho pensato che il mare fosse mio solo perchè in apparenza non cerano barche in giro calando l'attenzione sulla navigazione.

Questa è stata l'ennesima dimostrazione del fatto che in mare in un modo o nell'altro non ci si deve mai distrarre, ma soprattutto essere rispettosi e prudenti sempre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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  • 4 settimane dopo...

Non ho letto tutte le (numerose) risposte a questo thread (perciò mi scuso se dirò cose già scritte) ma resto un po' perplesso di fronte ai risultati del sondaggio. Possibile che solo il 40% (fra incidente singolo e più di un incidente) abbia vissuto una situazione che ha portato a conseguenze più o meno gravi? O ho percepito male io il concetto di incidente e ci si riferiva solo a samba/sincope/affini, oppure qualcuno ha vergogna ad ammettere di aver avuto qualche problema?

 

Riporto le mie esperienze, sperando possano essere di aiuto per tutti.

 

INCIDENTE 1 - PISCINA - DINAMICA SENZA ATTREZZATURE (Rana alternata)

A 3/4 della terza vasca (vasca corta - 25m) ho avvertito una sensazione di debolezza ai quadricipiti. Sono rimasto "in ascolto", ma alla successiva passata di braccia ho capito che qualcosa non andava. Ho messo fuori la testa ed ho tolto subito la maschera, ma ricordo di aver avuto un campo visivo molto ristretto. Ho fatto cenno all'assistente di tuffarsi in vasca perchè sentivo mancare le energie. Sono riuscito a mantenere la calma ed non perdere conoscenza, ventilandomi con calma. A posteriori ho ricostruito i fatti che mi hanno portato così vicino ad un evento più importante: quel giorno ero molto stanco e reduce da una settimana di influenza altalenante. INSEGNAMENTO: anche se non si trattava di una prestazione massimale, di fatto lo era a causa delel non perfette condizioni fisiche. L'errore è stato non ridurre i carichi in considerazione delle diminuite capacità fisiche.

 

INCIDENTE 2 - MARE - PESCA

Ho rotto (da fesso) una pala a 14 metri. Stavo pescando (diciamo che stavo facendo fare il bagno al fucile... :D ) su un fondale misto sabbioso/roccioso, con visibilità ottima, mare calmo e pochissima corrente. Dopo uno stop-n-go sul fondo (non sono un pescatore così abile da potermi permettere di usare la terminologia specifica - aspetto) mi sono spinto in avanti con la punta delle pale (in carbonio) non accorgendomi che una di esse, durante la pausa sul fondo, era scivolata fra due rocce, rimanendovi incastrata. Risultato: crack! Lì per lì ho pensato (guai a me se l'avessi fatto) di togliere le 2 pinne e la zavorra, mollare il fucile e di risalire a rana, poi sono sceso a più miti consigli: ho sganciato la zavorra, ho mollato il fucile e sono risalito "a monopinna". INSEGNAMENTO: non dare mai niente per scontato e tenere sempre una parte di cervello attiva (anche se si sta pescando) per sentire quello che ci accade attorno (e dentro).

 

INCIDENTE 3 - MARE - SESSIONE DI BREVETTO DEGLI ALLIEVI DEL CORSO DI II GRADO.

Eravamo in mare per una delle uscite in acque libere previste. Mare relativamente calmo, ma visibilità "al tatto" (mare in scaduta). Di conseguenza eravamo (parlo di noi assistenti) costretti a seguire gli allievi "in sella" (è una mia espressione per rendere l'idea della vicinanza fra allievo ed istruttore). Ero reduce da un raffreddore abbastanza importante, ma durante le prime 7 discese di accompagnamento non avevo avuto difficoltà a compensare. All'ottava discesa, invece, notai subito una resistenza alla compensazione all'orecchio sinistro. Ho interrotto, istintivamente, la pinneggiata e la discesa per una frazione di secondo, giusto il tempo di realizzare che non potevo farlo: avrebbe significato perdere il contatto visivo con l'allievo, con conseguente rischio per la sua incolumità. Di consegnenza ho ripreso la discesa "in sella" tentando di liberare la tuba intasata: compenso istintivamente con la manovra di Marcante-Odaglia (trovo il Valsalva troppo dispendioso a livello energetico rispetto ai livelli pressori che può garantire), ripetendo il movimento per 3 o 4 volte di seguito, riuscendo (in circa 1 metro 1 metro e 1/2) a stappare la tuba. La risalita è stata pulilta e regolare. In superficie non ho accusato nè dolore nè fastidi di alcun genere. Ho chiesto di essere sostituito per la discesa successiva, ma alla seguente mi sono presentato ai blocchi di partenza. Non ho avuto problemi di compensazione, questa volta, e noon ho notato nulla di strano. Terminata la sessione ed usciti dall'acqua... non è trascorsa più di mezz'ora prima che iniziassero i dolori. Credo di non aver mai provato un dolore così insopportabile: ricordo che durante il tragitto verso casa il dolore si era spostato rappidamente, coinvolgendo mandibola, collo e muscoli della spalla. In pronto soccorso ho avuto la fortuna di trovare un medico specializzato in medicina iperbarica e sub praticante. E' stato molto schietto: sono andato molto vicino alla lacerazione del timpano. Forse mi hanno aiutato anni di compensazioi alle spalle, che forse hanno conferito alla preziosa membrana una buona elasticità. Molto più probabilmente si è trattato di fortuna. INSEGNAMENTO: difficile a dirsi. In condizioni normali avrei seguito il mio istinto: avrei interrotto la discesa e sarei riemerso laddove non fossi riuscito a compensare. Ma dovendo seguire lallievo... penso che rifarei quello che ho fatto, pur sapendo quanto doloroso/pericoloso sia. Forse avrei potuto riemergere al volo e dare ad un altro assistente il compito di andare "in sella" all'allievo, ma c'erano troppe variabili che non potevo conoscere: quanto tempo ci sarebbe voluto per far capire cosa mi era successo? Avrei trovato, in superficie, un altro assistente "ventilato" e pronto in tempo zero a scendere a 15m? Tutto questo, a quali rischi potenziali avrebbe esposto l'allievo e l'assistente?

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  • 1 mese dopo...

una volta verso ottobre 2009 ero con un compagno che faceva un'aspetto a una ventina di metri da me ho visto qualcosa muoversi in tana e ho sparato un cefalo, passato in sagola ho visto che l'asta s'era incagliata nella tana, ho messo a cavetto il pesce e dato che la tana era in un metro e mezzo d'acqua ho ventilato bene con calma e sono andato giù 2-3 volte ma arrivavo appena a toccare il codolo dell'asta ho provato a spingermi un pò più dentro e mi sono reso conto di sentirmi incastrato con la spalla nella roccia è stata una sensazione davvero orribile ho cercato di dimenarmi e sono uscito guadagnando la superficie, ho strappato la sagola in nylon 140 con uno strattone evidentemente s'era lacerata e ho mandato la taitiana al diavolo,

morale della favola non rischierò e non rischiate la vita per 30 euro d'asta!

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  • 9 mesi dopo...

fortunatamente non ho mai avuto incidenti...

ma rischi tanti!

prima di tutto i criminali che ti passano sopra col motoscafo fregandosene altamente della boa!

ma in passato ho coso anche rischi dovuti alla mia inesperienza:

andavo spesso a pesca con un mio amico, che purtroppo non pratica più la pesca in apnea... iperventilavo ad ogni tuffo e non avevo idea dei rischi che correvo, eravamo convinti non solo che non fosse rischioso, ma che fosse una pratica che si dovesse fare necessariamente.

fortunatamente ci è andata bene, ed ora che sono consapevole dei rischi non mi azzardo ad iperventilare.

nonostante tutto ancora oggi non ho preso parte a nessun corso di apnea, ma ho intenzione di iniziare...

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Ospite furiobr

salve a tutti racconta la mia Fortunata avventura è successo circa 15-20 anni fa in Sardegna eravamo io e il mio amico Antonio a pescare fuori di Oristano su di un fondale 25/28 mt avevamo trovato un posto che noi avevamo battezzato la Casa di riposo dei Saraghi perchè erano esemplari dai 800 gr in su, Sapendo la profondità ci alternavamo nei tuffi,.Al momento che tocca a me faccio la copovolta e arrivo sul fondo guardo in un spacco e non vedo niente con la coda dell'occhio vedo lontano una 10 mt un bel sarago affacciato, io mi sposto e quando gli sono a tiro parte il colpo, ma per mia fortuna il pesce si strappa e scappa io lo rincorro e quando vedo dove si reintana faccio per risalire. L'ultima cosa che mi ricordo è questo poi mi sono risvegliato sul Gommone. Da quel giorno qualcosa ho imparato , sicuramente sono stato molto fortunato.MA SOPRATTUTTO GRAZIE ANTONIO

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x capire che anche in poca aqcua puo capitare il momento brutto vi racconto : sono fuori da portovenere nella zona delle rosse sottocosta anno1986 cera una tana passante molto larga al di la della quale c erano dei saraghi con le orecchie 4 o 5 metri di profondita scendo a struscia panza x passare oltre la volta e sorprenderli ma il cavaetto portapesci con l ago forato al centro che tenevo passato davanti alla pancia si é sganciato e incaglito fra due rocce e anche andando indietro non si aganciava con un filo di calma mi sono sganciato la cintura ma a quel punto la forte positivita dovuta al basso fondo mi ha attacato al soffitto della tana sono riuscito a rigirarmi su me stesso e uscire fuori x riprendere i piombi e rientrare nel buco c é voluto un po morale bucare l ago 2 ..3 cm dalla testa passare il portapesci dietro la schiena portare il coltello(che ho cercato in cintura ma non riuscivo a prendere ) al braccio :siiiii:

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Ciao ragazzi, fortunatamente in pesca non mi è mai successo un incidente, mi è capitata però una brutta cosa mentre scarammavo l'ancora...per farla breve era ben incastrata e non riuscivo a smuoverla, metto le mani tra gli scogli e quando faccio per toglierle si era incastrata la sinistra per colpa dell'orologio e non c'era verso di toglierla...mi son girato ho puntato i talloni contro la roccia e fatto forza e fortunatamente l'orologio si è spaccato...da allora niente orologi di acciaio niente bracciali e niente di sporgente...

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