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Allenamento ipercapnico e zona di sofferenza


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Sono mancato 2gg ed è successo il marasma non vi posso mai lasciare da soli!!!!

 

Cmq per antcant, non è vero che superata la fase delle contrazioni non ci sia metodo con cui procedere in sicurezza, come detto il corpo manda sempre messaggi, anche se a parole non è facile descrivere ciò che ti dice di uscire, procedendo per gradi cercando di registrare pian piano le sensazioni del fisico riesci a lavorarci con margine di sicurezza, CON QUESTO NON DICO CHE NON SI POSSONO AVERE INCIDENTI, MA CHE QUESTI SONO DOVUTI A NOSTRI ERRORI, infatti, capita che le persone hanno l'incidente quando vogliono raggiungere una prestazione a tutti costi ed ignorano i segnali del corpo, La loro attenzione è focalizzata sulla performance e non su loro stessi. I miei compagni di allenamento hanno raggiunto uno i 125 mt a pinne, un altro 150 a rana, arrivando a quella zona dove le contrazioni non le soffri più senza mai avere un incidente. Considera che gli ci sono vogluti 7 mesi per sbloccarsi nella zona 80/90 mt, infatti, usciva sempre a quelle distanze rendendosi conto lui stesso che ne aveva ancora, quindi progredendo metro per metro si è costruito la sua distanza e ha capito le sue sensazioni.

Come già detto negli altri interventi da me fatti in questo post, anche se le sensazioni sono soggettive ciò non toglie che si può cercare di capire insieme al proprio istruttore quali siano i nostri messaggi.

Chi ha fatto un corso di apnea sicuramente avrà sentito dire a qualche compagno: "A me viene da deglutire e una volta fatto devo uscire", ecco questo è un segnale del corpo che per molti significa fine dell'apnea ma ne 99% dei casi la persona non è neanche arrivata ad avere la prima contrazione e spesso è nella fase fame d'aria che precede le contrazioni.

Anche se i segnali sono soggettivi con l'osservazione esterna che ha l'istruttore e le sensazioni comunicate dall'allievo si può capire molto e si lavora in sicurezza.

 

Io ho detto che, dopo le contrazioni, i segnali che il corpo manda non sono facilmente distinguibili e, inoltre, sono soggettivi

ovvero variano da persona a persona. Di qui il rischio della loro interpretazione.

 

Tu stesso dici di non essere in grado di descriverli a parole e, poi, però, ritieni che la colpa -dell'eventuale- incidente sia dell'apneista che ha coscientemente ignorato questi segnali... non ti viene il dubbio che, appunto per la loro "evanescenza" possono essere stati mal interpretati?

Non può essere che, non essendogli stati (i segnali) chiaramente spiegati -dal momento che non sei in grado di farlo-

l'apneista si sia "confuso"?

Continuare a sostenere che puoi procedere in assoluta sicurezza nel far cercare il proprio limite agli allievi mi lascia,

a dir poco, perplesso.

Ma, sai, io sono un tipo strano che non crede all'infallibilità umana... quindi, non considerare la mia opinione.

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Miglior contributo in questa discussione

Miglior contributo in questa discussione

Antcant la comunicazione non è composta di sole parole, parlare di messaggi complessi come questi di certo non può esser fatto via forum, a tu per tu è molto più facile capire e far capire determinate cose. Dopo le contrazioni i messaggi ci sono il problema è capire se hai la sensibilità o la voglia di ascoltarli, procedendo con il giusto approccio è possibile progredire senza dover incorrere incidenti. Ovviamente ciò non toglie che se ne possano avere poichè non si comprendono od ascoltano tali segnali.

 

@Senex sinceramente senza averti mai visto in acqua ne aver mai parlato con te come faccio a darti una soluzione? I miracoli non appartengono al mio settore.

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A me continua a sfuggire un concetto.

Mi sembra ormai assodato che chi incorre in un incidente non abbia deliberatamente ascoltato i segnali del proprio corpo o non abbia avuto modo di conoscerli: insomma come la si rigira sempre una responsabilità del soggetto.

Ora, quello che mi chiedo ed é ció a cui voleva arrivare la mia (ritenuta) sciocca domanda è questo: ma se neanche la medicina è scienza certa in grado di associare un'unica causa ad un sintomi e non è in grado con certezza di garantire il risultato del proprio intervento a causa delle infinite variabili del corpo umano, mi spiegate come si puó sostenere che i segnali che lancia il corpo all'apneista siano sempre inequivocabili e che alla loro presenza corrisponda sempre una determinata conseguenza immutabile?

Spero che questa riflessione meriti una risposta...

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A me continua a sfuggire un concetto.

Mi sembra ormai assodato che chi incorre in un incidente non abbia deliberatamente ascoltato i segnali del proprio corpo o non abbia avuto modo di conoscerli: insomma come la si rigira sempre una responsabilità del soggetto.

Ora, quello che mi chiedo ed é ció a cui voleva arrivare la mia (ritenuta) sciocca domanda è questo: ma se neanche la medicina è scienza certa in grado di associare un'unica causa ad un sintomi e non è in grado con certezza di garantire il risultato del proprio intervento a causa delle infinite variabili del corpo umano, mi spiegate come si puó sostenere che i segnali che lancia il corpo all'apneista siano sempre inequivocabili e che alla loro presenza corrisponda sempre una determinata conseguenza immutabile?

Spero che questa riflessione meriti una risposta...

 

A questa ne aggiungerei un'altra sulle tempistiche.

Accettando come assunto che sempre il corpo invii i giusti segnali nella sequenza che l'apneista ha già avuto modo di conoscere (ma ne siamo davvero certi?) le tempistiche di questi segnali sono sempre le stesse anche solo nello stesso soggetto (lasciamo perdere tra soggetti diversi perchè è impossibile)?

E se oggi ho un metabolismo diverso e mi dura 1 secondo quella fase che ieri mi durava 30 secondi che succede?

E se interviene un fattore ambientale esterno a nascondermi un segnale?

E, visto che i segnali vengono percepiti in modo diverso da soggetto a soggetto, non può essere che di giorno in giorno o anche nell'arco di pochi minuti possa cambiare la mia percezione e vanificare le esperienze precedenti?

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@ Cono e Barbara

 

Permettetemi ma siete distratti!

La tesi -o, forse, sarebbe meglio dire il postulato- è stato più volte enunciato: il corpo manda sempre segnali e se, per un motivo o un altro, non vengono capiti o ben interpretati, la colpa è sempre dell'apneista!

Occorre inoltre considerare che detto postulato funziona anche come "scarico di responsabilità" da parte dell'eventuale istruttore che ha seguito l'incidentato apneista.

Insomma una vera e propria quadratura del cerchio...

Modificato da antcant
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Insomma, questo discorso è tutto: si... però... ma... chissà... dipende...

In pratica:

1) il corpo invia dei segnali (acustici?? luminosi??? formicolii?? brividi?? irrigidimenti?? bho....)

2) li invia sempre basta saperli ascoltare e riconoscerli...

3) non si sa quanto durino, quando vengono, come funzionano... ma l'importante è che ci sono (atto di fede: non ti preoccupare, ci sono, basta ascoltarli... ma... io veramente... non ti preoccupare, abbi fede che arrivano...)

4) per capirli e riconoscerli sempre però prima bisogna arrivarci, impararli, assecondarli,... e persino superarli altrimenti come si fa a trovare il limite?

5) c'è qualcuno che ci sta provando a capire lavorando su se stesso andando in sincope forzata sul divano...

6) In ogni caso, è sempre colpa di qualcun'altro diverso da chi ti dice di ascoltare e riconoscere i segnali... (ci sono fidati...)

 

Bha... a parte gli scherzi, un conto è lavorare duro in allenamento, un conto voler andarsi a cercare le rogne ipotizzando metodi di allenamento che basta una scoreggina fuori posto e ci si può far del male seriamente.

Poi ognuno con la pellaccia sua e il cervello suo fa quello che vuole si intende.

 

Hola

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Ospite Gianfranco Ciavarella

Barbara, mi permetti di aggiungere che se i segnali esistessero e se fossero consapevoli, come taluni ciarlano, allora durante gli allenamenti ed ancor più durante le competizioni in caso di sincope o di samba saremmo difronte ad un gravissimo atto di autodistruzione consapevole, punibile solo con la radiazione.

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Non avevo dubbi, mai una incertezza, un dubbio. Solo dogmi! Neanche immaginate che siete voi stessi la causa e l'effetto.

ora posso aspettare la fine del mondo con tranquillità!
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Gianfranco ti faccio un esempio pratico:

Gara, io so che normalmente faccio 100 mt, con la mia misura arrivo 2° il mio avversario diretto parte prima di me e fa 102, per vincere pensi che una persona non tenta di fare più di 102? Se arrivo ai 100 il corpo mi dice di uscire ci sta che qualcuno decida di forzare e provare ad andare oltre. Gli può andar bene come male. Questo succede in ogni sport. Si cade con la moto, si va fuori pista con la macchina, si cade dagli sci... potrei andare avanti per ore.

 

Personalmente non ho mai detto che non si possa avere un incidente, l'istruttore non si scarica da nessuna responsabilità se l'allievo ha qualsiasi cosa, anzi nn è bello dover raccogliere qualcuno. Non ho mai detto di avere la formula magica per non avere incidenti in assoluto, ci sono variabili esterne che possono incidere sulla cosa. Il problema che vi state accanendo inutilmente su come uno debba riconoscere il momento di uscire a fine apnea, e pretendete che vi venga spiegato in maniera completa su un forum. E' come chiedere ad un medico una diagnosi dicendo: Dottò mi fa male la testa che ho? Potrebbe avè tutto e niente.

 

Siete così chiusi mentalmente che se fosse pe voi stavamo ancora a raccoglie le noccioline e le banane sull'alberi o ad accenne il fuoco co 2 pietre. Non importa cosa uno vi dica e scriva pazientemente tanto la vostra risposta sarà sempre polemica e negativa, se per voi l'apnea è tutta na sincope e na samba cambiate sport e non rompete, sembrate un branco de vecchi che rompe le palle a quelli che fanno i lavori per strada e stanno li a spiegare come vanno fatti i lavori. Dietro al pc so tutti fenomeni.

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Siete così chiusi mentalmente che se fosse pe voi stavamo ancora a raccoglie le noccioline e le banane sull'alberi o ad accenne il fuoco co 2 pietre. Non importa cosa uno vi dica e scriva pazientemente tanto la vostra risposta sarà sempre polemica e negativa, se per voi l'apnea è tutta na sincope e na samba cambiate sport e non rompete, sembrate un branco de vecchi che rompe le palle a quelli che fanno i lavori per strada e stanno li a spiegare come vanno fatti i lavori. Dietro al pc so tutti fenomeni.

 

Non ne sarei così sicuro Fabriz.

Ciavarella, ma anche altri, potrà risultare un tantino indigesto (anche a me lo è ogni tanto), ma non sarei così sicuro che sia un vecchio che guarda gli altri che lavorano e rompe le palle da dietro una tastiera.

Secondo me invece ci fa il culo a tutti in acqua...

 

... a scanzo di equivoci, non è un mio amico, nemmeno un conoscente, è solo che credo sia così.

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A me continua a sfuggire un concetto.

Mi sembra ormai assodato che chi incorre in un incidente non abbia deliberatamente ascoltato i segnali del proprio corpo o non abbia avuto modo di conoscerli: insomma come la si rigira sempre una responsabilità del soggetto.

Ora, quello che mi chiedo ed é ció a cui voleva arrivare la mia (ritenuta) sciocca domanda è questo: ma se neanche la medicina è scienza certa in grado di associare un'unica causa ad un sintomi e non è in grado con certezza di garantire il risultato del proprio intervento a causa delle infinite variabili del corpo umano, mi spiegate come si puó sostenere che i segnali che lancia il corpo all'apneista siano sempre inequivocabili e che alla loro presenza corrisponda sempre una determinata conseguenza immutabile?

Spero che questa riflessione meriti una risposta...

Io parlo per me e premetto che certe cose non mi sognerei certamente di insegnarle a un corso di apnea. Inoltre mi riferisco solo e unicamente ad allenamenti in piscina.

La mia prima esperienza di andare oltre le contrazioni risale ad oltre trent'anni fa e si risolse in una leggerissima samba, consistente nella parziale difficoltà in uscita di aggrapparmi al bordo della piscina. Da allora non ci ho più tentato sino alla prova di dinamica, fatta diversi anni fa per il conseguimento del brevetto di 3° livello. Dopo il raggiungimento della misura (75m), volli tentare di superarla spinto dall'entusiasmo e lì forzai, uscendo apparentemente cosciente, ma di fatto completamente bloccato, respirazione compresa; bastò però che l'istruttore mi toccasse perché tutto per me rientrasse nella normalità, praticamente non rendendomi assolutamente conto di quanto successo. Fu in seguito usciti dalla piscina che mi venne spiegato che ero andato in "samba" pur senza movimenti scomposti. Ho analizzato molte volte quanto mi era successo e sono arrivato infine a decifrare quali furono i segnali che il mio corpo mi aveva segnalato e io volutamente non avevo ascoltato. Da allora mantenendo un allenamento in piscina piuttosto costante, ho sempre di più affinato questa sensibilità, arrivando a provarli quasi in ogni seduta, senza mai aver il benché minimo incidente. Nella fattispecie, parlo di dinamica naturalmente, non sono altro che quelli descritti nei due casi e che trovano una spiegazione fisiologica nel testo di Wikipedia che ho evidenziato. Spero di averti risposto.

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Gianfranco ha perso voglia e stimoli per parlare di apnea. Ci sarebbe una splendida discussione sull'apnea per la pesca che intenderebbe di essere conclusa...ma resterà nel suo limbo.

 

Di certo sà estremamente bene di cosa parla e non certo per aver avuto il patentino da questa o quella didattica.

 

:bye:

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Gianfranco ha perso voglia e stimoli per parlare di apnea. Ci sarebbe una splendida discussione sull'apnea per la pesca che intenderebbe di essere conclusa...ma resterà nel suo limbo.

 

Di certo sà estremamente bene di cosa parla e non certo per aver avuto il patentino da questa o quella didattica.

 

:bye:

 

Infatti non aspetto altro che scriva: "Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi, navi in fiamme, apneisti dediti alla perversa manovra della carpa (e della pecorina aggiungerei io), dell'FRC, obnubilati dalla samba e black out, pescatori di cerne da 500 kili... "

Non aspetto altro ho preparato i pop corn !!!

Modificato da fabriz
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