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Figli di P….oseidone.


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che è successo? :huh:

 

Quoto!

 

Una volta che scrivete sul forum..."per quello che è successo poteva andare peggio" dovete anche dirci che è successo...

 

Cmq mi associo agli auguri...non so neanche se devo parlare di guarigione o scampato pericolo all' amico del forum vincenzo ?

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Ragazzi, eccomi qui, sono tornato in studio a lavorare e posso - per grazia di Dio - rispondere a voi tutti.

Vi ringrazio collettivamente, ma ognuno di voi intenda come personale il mio grazie per la vicinanza e l'affetto che mi avete dimostrato durante questi giorni di buriana :wub: .

Credo sia importante anche raccontarvi l'episodio, perchè, a parte il sottoscritto, ognuno ne faccia tesoro.

Sabato mi immergo ad Erchie per la solita pescata settimanale; sono solo, anche perchè da un pò di mesi me mie uscite non coincidono con quelle degli altri amici del forum.

La pescata è abbastanza noiosa: acqua poco limpida e, nonostante qualche aspetto profondo sui 13 metri, gira poco o niente (ho intravisto solo qualche piccolo barra, nascosto nella nebbiolina del fondale).

A un certo punto, quando sono tra Erchie e Cetara, scendo e vedo un porpacchiotto sul chilo atteso a scacciare perchie e sciarrani che lo infastidiscono; come al solito, non sparo il cefalopode, ma lo raccolgo con le mani; mentre sto per risalire, mi accorgo della presenza, a pochi metri, del gemello del polpo già preso. Che faccio? Risalgo e poi scendo a prendere l'altro? Qui commetto l'errore più grave della mia esperienza di pescasub!

Vabbuò, adesso raccolgo anche il secondo e me li porto sopra insieme.

E così faccio.

Uno in una mano, il secondo nell'altra, stringendo il fucile nella parte posteriore del calcio; mentre sto mettendomi in assetto per risalire, sbrang!, sento partire l'asta del fucile :o

Che cavolo è successo? Io non ho sparato!

Infatti, solo dopo qualche ora - ricostruendo la dinamica dei fatti - capirò che l'unica cosa che abbia potuto far partire il colpo era il tentacolo del polpo che stringevo nella mano destra.

E l'asta che fine ha fatto?

Mi volto d'istinto per vedere dove è finita l'asta ...

La vedo infilata nel mio piede destro!

Ho avuto pochi secondi di smarrimento, poi ho realizzato subito di trovarmi in una situazione pericolosa e di doverne venire fuori con le mie sole forze.

L'asta non mi provoca grande dolore e la fuoriuscita di sangue tutto sommato è limitata; cosa posso fare? Quando pesco, di solito studio la scena di caccia sia sotto che fuori dell'acqua, anche per vedere se ci sono barche in giro che possano dare fastidio; in precedenza avevo notato la presenza di un paio di persone nella baietta di fronte alla quale ero intento a pescare.

Subito butto l'occhio in quella direzione: cavolo, non c'è più nessuno! Anzi no! Eccoli! Sono due ragazzi che sono entrati in acqua e si erano avvicinati alla parete di destra della baia, mentre io mi trovo all'imboccatura della parete opposta.

Il fatto che siano in acqua mi rassicura, perchè sicuramente ho tempo per arrivare a riva e farmi soccorrere.

E così faccio: pinneggio sul dorso con la sola gamba sinistra e mi porto a riva, poi inizio a chiamare i ragazzi.

Questi tardano a capire che ho bisogno di aiuto, poi attirati dalle mie richieste insistenti, capiscono che qualcosa non va e mi raggiungono.

La scena che mi rimarrà impressa nella memoria è il volto del ragazzo che si rende conto di quanto è accaduto: quando capisce che ho un'asta di 140 cm che mi trapassa il piede destro, ha uno scossone e realizza che gli sto chiedendo di chiamare il soccorso medico; mentre lui armeggia con il telefono, gli chiedo come si accede alla baietta, se c'è una agevole strada per tornare sulla strada che scorre in alto ad una ventina di metri. Macché, a quella spiaggia si accede inerpicandosi sugli scogli.

Gli dico, allora, di segnalare la cosa ai sanitari, invitandoli ad organizzare il soccorso coinvolgendo la Guardia Costiera, perchè il recupero via mare sarebbe stato molto più agevole e rapido; e così è stato.

Arriva la vedetta della CP che però non può accostare, causa il basso fondale; si rimedia alla cosa coinvolgendo un barchino che transita al largo della baia.

Le operazioni di trasbordo non sono state facili, anche perché l'unico tranquillo ero io, mentre i miei soccorritori erano tutti più o meno sconvolti dalla vista dell'asta nel mio piede (per inciso, l'asta era penetrata più o meno per la metà della sua lunghezza).

Per farla breve, arrivo sul molo Manfredi di Salerno, dove vengo caricato in ambulanza e portato di urgenza al San Leonardo.

E' inutile raccontarvi delle operazioni svolte dai medici e della difficoltà di spezzare l'asta di acciao da un lato per poi estrala dall'altro.

Posso solo dirvi che il medico di guardia, dopo il primo soccorso, mi si è avvicinato e mi ha chiaramente detto che avevo rischiato veramente grosso, perché la zona del piede in cui l'asta è penetrata è piena di vasi sanguigni, non ultima l'arteria femorale: se il ferro avesse reciso uno di questi grossi vasi, probabilmente oggi non sarei qui a raccontarvi di questa brutta avventura.

Alla fine me la sono cavata con un buchetto nello scafoide, in conseguenza del quale dovrò portare per 15 giorni uno stivaletto di gesso alla gamba destra.

Questo è quanto! Sono stato fortunato ed oggi è bello ed importante raccontare a voi tutti di questa brutta avventura, perché siete degli amici ed è giusto condividere con voi tutti anche le difficoltà che la nostra comune passione determina; l'imprudenza che ho commesso non ricapiterà, ma è importante che ognuno faccia tesoro della mia esperienza, per non commettere lo stesso errore.

Ora, però, basta! Lo spavento è passato e la vita ricomincia alla grande, soprattutto, con il sorriso di noi tutti :P:P:P:P:P:P:P:P

:bye:

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Ragazzi, eccomi qui, sono tornato in studio a lavorare e posso - per grazia di Dio - rispondere a voi tutti.

Vi ringrazio collettivamente, ma ognuno di voi intenda come personale il mio grazie per la vicinanza e l'affetto che mi avete dimostrato durante questi giorni di buriana :wub: .

Credo sia importante anche raccontarvi l'episodio, perchè, a parte il sottoscritto, ognuno ne faccia tesoro.

Sabato mi immergo ad Erchie per la solita pescata settimanale; sono solo, anche perchè da un pò di mesi me mie uscite non coincidono con quelle degli altri amici del forum.

La pescata è abbastanza noiosa: acqua poco limpida e, nonostante qualche aspetto profondo sui 13 metri, gira poco o niente (ho intravisto solo qualche piccolo barra, nascosto nella nebbiolina del fondale).

A un certo punto, quando sono tra Erchie e Cetara, scendo e vedo un porpacchiotto sul chilo atteso a scacciare perchie e sciarrani che lo infastidiscono; come al solito, non sparo il cefalopode, ma lo raccolgo con le mani; mentre sto per risalire, mi accorgo della presenza, a pochi metri, del gemello del polpo già preso. Che faccio? Risalgo e poi scendo a prendere l'altro? Qui commetto l'errore più grave della mia esperienza di pescasub!

Vabbuò, adesso raccolgo anche il secondo e me li porto sopra insieme.

E così faccio.

Uno in una mano, il secondo nell'altra, stringendo il fucile nella parte posteriore del calcio; mentre sto mettendomi in assetto per risalire, sbrang!, sento partire l'asta del fucile :o

Che cavolo è successo? Io non ho sparato!

Infatti, solo dopo qualche ora - ricostruendo la dinamica dei fatti - capirò che l'unica cosa che abbia potuto far partire il colpo era il tentacolo del polpo che stringevo nella mano destra.

E l'asta che fine ha fatto?

Mi volto d'istinto per vedere dove è finita l'asta ...

La vedo infilata nel mio piede destro!

Ho avuto pochi secondi di smarrimento, poi ho realizzato subito di trovarmi in una situazione pericolosa e di doverne venire fuori con le mie sole forze.

L'asta non mi provoca grande dolore e la fuoriuscita di sangue tutto sommato è limitata; cosa posso fare? Quando pesco, di solito studio la scena di caccia sia sotto che fuori dell'acqua, anche per vedere se ci sono barche in giro che possano dare fastidio; in precedenza avevo notato la presenza di un paio di persone nella baietta di fronte alla quale ero intento a pescare.

Subito butto l'occhio in quella direzione: cavolo, non c'è più nessuno! Anzi no! Eccoli! Sono due ragazzi che sono entrati in acqua e si erano avvicinati alla parete di destra della baia, mentre io mi trovo all'imboccatura della parete opposta.

Il fatto che siano in acqua mi rassicura, perchè sicuramente ho tempo per arrivare a riva e farmi soccorrere.

E così faccio: pinneggio sul dorso con la sola gamba sinistra e mi porto a riva, poi inizio a chiamare i ragazzi.

Questi tardano a capire che ho bisogno di aiuto, poi attirati dalle mie richieste insistenti, capiscono che qualcosa non va e mi raggiungono.

La scena che mi rimarrà impressa nella memoria è il volto del ragazzo che si rende conto di quanto è accaduto: quando capisce che ho un'asta di 140 cm che mi trapassa il piede destro, ha uno scossone e realizza che gli sto chiedendo di chiamare il soccorso medico; mentre lui armeggia con il telefono, gli chiedo come si accede alla baietta, se c'è una agevole strada per tornare sulla strada che scorre in alto ad una ventina di metri. Macché, a quella spiaggia si accede inerpicandosi sugli scogli.

Gli dico, allora, di segnalare la cosa ai sanitari, invitandoli ad organizzare il soccorso coinvolgendo la Guardia Costiera, perchè il recupero via mare sarebbe stato molto più agevole e rapido; e così è stato.

Arriva la vedetta della CP che però non può accostare, causa il basso fondale; si rimedia alla cosa coinvolgendo un barchino che transita al largo della baia.

Le operazioni di trasbordo non sono state facili, anche perché l'unico tranquillo ero io, mentre i miei soccorritori erano tutti più o meno sconvolti dalla vista dell'asta nel mio piede (per inciso, l'asta era penetrata più o meno per la metà della sua lunghezza).

Per farla breve, arrivo sul molo Manfredi di Salerno, dove vengo caricato in ambulanza e portato di urgenza al San Leonardo.

E' inutile raccontarvi delle operazioni svolte dai medici e della difficoltà di spezzare l'asta di acciao da un lato per poi estrala dall'altro.

Posso solo dirvi che il medico di guardia, dopo il primo soccorso, mi si è avvicinato e mi ha chiaramente detto che avevo rischiato veramente grosso, perché la zona del piede in cui l'asta è penetrata è piena di vasi sanguigni, non ultima l'arteria femorale: se il ferro avesse reciso uno di questi grossi vasi, probabilmente oggi non sarei qui a raccontarvi di questa brutta avventura.

Alla fine me la sono cavata con un buchetto nello scafoide, in conseguenza del quale dovrò portare per 15 giorni uno stivaletto di gesso alla gamba destra.

Questo è quanto! Sono stato fortunato ed oggi è bello ed importante raccontare a voi tutti di questa brutta avventura, perché siete degli amici ed è giusto condividere con voi tutti anche le difficoltà che la nostra comune passione determina; l'imprudenza che ho commesso non ricapiterà, ma è importante che ognuno faccia tesoro della mia esperienza, per non commettere lo stesso errore.

Ora, però, basta! Lo spavento è passato e la vita ricomincia alla grande, soprattutto, con il sorriso di noi tutti :P:P:P:P:P:P:P:P

:bye:

 

Finalmente non vedevo l'ora di leggerti nuovamente!!!

Ora organizza una cenetta a base di polpo :devil: che ci devi far passare lo spavento!!!

A parte gli scherzi il tuo racconto deve servire da esperienza per ognuno di noi, quindi invito a tutti a leggere con attenzione ciò che è successo a te e quindi non fare la stessa leggerezza!!

Ti voglio bene Avvocatò!!! :wub:

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Ciò che ti è successo è uno dei tanti imprevisti che nessuno vorrebbe vivere ma che grazie al tuo racconto anche questa ora farà parte di quella casistica che ognuno di noi deve tenere sempre bene in mente. Lo sport che pratichiamo è questo, non solo questo ma a volte, le doti caratteriali e quelle fisiche possono non bastare ad affrontare incidenti come questi.

Ciò che hai scritto vale tantissimo.

Ora spero che ti possa rimettere presto e farmi recuperare la"buca" che ti ho dato x sabato. Io ancora non l'ho recuperata..... :(

Rimettiti presto Avvocà :thumbup:

 

 

 

 

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Ragazzi, eccomi qui, sono tornato in studio a lavorare e posso - per grazia di Dio - rispondere a voi tutti.

Vi ringrazio collettivamente, ma ognuno di voi intenda come personale il mio grazie per la vicinanza e l'affetto che mi avete dimostrato durante questi giorni di buriana :wub: ....

:bye:

Vincenzo, ieri sera eri tra noi in quel di Agrate Brianza e nei nostri pensieri.

Nei giorni precedenti abbiamo assunto alcune info da Francesco e ti siamo stati vicini.

Sono felicissimo che sia andato tutto bene e mi complimento per il sangue freddo e per la capacità di dare istruzioni a chi ti era accanto (e questo mi fa molto riflettere su quello che ti può capitare quando e semmai qualcuno ci dovesse prestare cure mentre noi siamo in stato d'incoscienza)

Bene.

Spero di conoscerti di persona quanto prima.

Ciao

Lucio

:bye:

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Vinceèè, non puoi capire sabato quando ho avuto la notizia come sono rimasto scosso.....

 

L'importante è stare qui a raccontarlo...e comunque ti ripeto ke il Polpo ha reagito per legittima difesa, quindi da buon avvocato è inutile che sporgi denuncia contro di lui!! :D:D

 

Felice di rileggerti PesKavvocatò!!!!! :wub:

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Da oggi in poi ogni anno ricorda di festeggiare un nuovo compleanno.

Ridici sopra...mai come in questo caso si puo' affermare che il cacciatore e' stato cacciato :lol:

 

Ci sono migliaia di storie di cacciatori attaccati dalle proprie prede, cacciatori incornati da cervi, azzannati da cinghiali, sbranati da leoni...la scorsa estate ad Ibiza persino un pescasub italiano infilzato da un pesce spada.

Pero' credo proprio che il polpo che disarma il pescasub e lo arpiona al piede sia un vero un guinnes :lol::clapping:

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