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Nuove grandi emozioni di pesca


Ospite Mariano Satta

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Ospite Mariano Satta
BUONA PESCQUA MARIANO! B)  B)  B)  :angry:  :wub:  :angry:  :bye:

Ciao da :jrgian:

 

 

RACCONTO DI IERI SABATO (fan**lo :lol::lol::lol: )

 

Jrgian

Ha funzionato...Ti assicuro che ha funzionato....

Io ho perso uno spigolone sparato in caduta e profondo e Franco ha arpionato e poi perso una cernia con un tiro in testa in un agguato ...peccato sicuramente morirà nella tana, è stato impossibile da individuare nei meandri dove si è intanata e liberata dall'asta...incredibile...

 

Inoltre mi si sono aperti alcuni buchi sulla muta sul petto in fase di ricarica dell'arba. Ho impiegato tre ore per raggiungere il primo sentiero per uscire dall'acqua.. Durante la battuta facevo acqua gelida in corrispondenza del collo e del petto e mi era impossibile uscire dall'acqua poichè eravamo in un altissimo promontorio con pareti a picco e abbastanza lontani da qualsiasi punto accessibile a terra.

 

Per fortuna il fisico è allenato a stare alle intemperie e se non fossi un "cinghiale" un altro si sarebbe trovato in enormi difficoltà. Dopo avere perso la cernia abbiamo abbandonato la pescata a causa di questo inconveniente....Franco poteva continuare ma quando uno dei due stà male o non si trova in condizioni ottimali siamo soliti "DESISTERE E RINUNCIARE" entrambi....un malore con quell'acqua gelida poteva sopraggiungere in qualsiasi momento...

 

Sempre l'abilissimo FRANCO MELEDINA ha sfiorato di arpionare una grossa cernia di circa 20 chili che si è intanata qualche attimo prima di sorprenderla fuori tana. Franco vanta la massima percentuale di catture di grosse cernie in quel luogo degli ultimi 5 anni, è uno spettacolo vederlo nelle azioni di pesca verso la regina dei fondali...

 

Ieri è andata male, la cernia"purtroppo" difficilmente sopravviverà, sebbene il tiro sia stato fatto in testa per fulminalrla una piccola reazione in tana sotto trazione e sicuramente l'aletta non aperta hanno portato all'insuccesso della cattura...la cernia Franco .M. l'ha stimata intorno ai 7 chili...un vero peccato.

 

OGGI DOMENICA:

Causa colpo di freddo di ieri ho preferito desistere sebbene il tempo fosse ottimo, Franco idem....

Il fisico ha risentito enormemente e i dolori sopravvenuti nella schiena hanno portato verso una unica scelta"... "RIPOSO x qualche giorno"...approffitterò per affilare le armi e fare un pò di manutenzione alle aste, monofili e gommone...

 

Un abbraccio al vecchietto...MARIANO

 

Al momento ho solo questa foto del mio compagno di sempre Franco Meledina, quanto prima ve ne allego qualcuna che lo ritrae con qualche bel carniere. Franco, a parere mio, è uno dei più abili pescasub dell'intera isola, un vero Veterano.

http://apnea.modronebo.net/apnea/Franco.JPG

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""Inoltre mi si sono aperti alcuni buchi sulla muta sul petto in fase di ricarica dell'arba. Ho impiegato tre ore per raggiungere il primo sentiero per uscire dall'acqua.. Durante la battuta facevo acqua gelida in corrispondenza del collo e del petto e mi era impossibile uscire dall'acqua poichè eravamo in un altissimo promontorio con pareti a picco e abbastanza lontani da qualsiasi punto accessibile a terra.""

 

3 ore prima di uscire dall'acqua!

<_<:( con l'acqua così fredda non pensi che sia un pò imprudente pescare in un posto dove ci si impiega 3 ore prima di uscire dall'acqua :unsure:

Sicuramente la tua grande esperienza ti ha aiutato però ......

:nono:

 

un abbraccio Alberto :bye:

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Ospite Mariano Satta
3 ore prima di uscire dall'acqua!

<_<  :(  con l'acqua così fredda non pensi che sia un pò imprudente pescare in un posto dove ci si impiega 3 ore prima di uscire dall'acqua :unsure:

Sicuramente la tua  grande esperienza ti ha aiutato però ......

:nono:

 

un abbraccio Alberto :bye:

Franco Meledina ed io con una cernia di 28 chili, la foto risale ai primi anni 80

................http://apnea.modronebo.net/apnea/28kg.JPG

BRAVO ALBERTO XLO

hai dato un ottimo spunto per un nuovo consiglio.

UN ACCESSORIO IMPORTANTISSIMO MI HA PERMESSO DI STARE IN ACQUA.

 

Certe zone è preferibile andare a visitarle in gommone e prima di andarle a visitare a terra si passa in rassegna tutta l'attrezzatura. Proprio il giorno prima avevo ricontrollato gli incollaggi della muta e sono solito farlo dopo ogni lavaggio.

 

Ho volutamente postato queto "antipatico" episodio affinchè tutti voi abbiate la possibilità di attingere e regolarvi di conseguenza. Nel promontorio dove abbiamo pescato ci sono nato e la zona la visitiamo fin da quando eravamo bambini.

 

E' una zona battutissima lungo la parete ma difficilmente la batimetrica profonda viene visitata durante l'inverno dai pescasub....serve tanto allenamento e preparazione.

 

L'inconveniente dei buchi della muta sono sicurissimo che capitano a tutti voi, non esiste una muta che prima o poi non presenti una piccola lacerazione o un piccolo taglio. D'inverno l'acqua gelida si fà sentire ma la permanenza in acqua diventa antipatica e per chi s'immerge raramente può rivelarsi pericolosa per il raffreddamento che il corpo può subire...ma:

 

CONSIGLIO PER LA PESCA INVERNALE:

La mia permanenza delle tre ore in acqua è potuta avvenire solo e soltanto grazie ad un importantissimo accessorio che la maggior parte di voi NON USA.

 

Nella fredda pesca invernale tutti sono soliti indossare una muta spessa che a volte dà una grande costrizione ed anche i sottomuta, che mettono in difficoltà la respirazione. Infatti tutte le mute artigianali vengono fatte su misure del corpo e quelle di serie si acquistano con uguale scelta. Indossare un sottomuta porta ad una eccessiva costrizione della cassa toracica mettendo a discapito l'apnea.

 

Da anni preferisco spezzare la muta con un pantalone a vita alta da 5mm e la giacca da 6,5mm, che sebbene ottime non sono sufficenti a garantire termicità per delle lunghissime ore di pesca. Sebbene preferisca mute in spaccato e possibilmente lisce, dopo 3 o 4 ore di pesca il nostro organismo ha bruciato le calorie e la morsa del freddo si fà sentire. Indossare un sottomuta comporta difficoltà nella respirazione.

 

UN IMPORTANTISSIMO ACCESSORIO:

Per evitare che il freddo s'impadronisca del mio corpo indosso un importantissimo accessorio, che definirei "indispensabile e cioè:

UN SOPRAMUTA.

 

Infatti è grazie al sopramuta che la mia permanenza in acqua è potuta avvenire, senza sarebbe stato abbastanza difficoltoso. Sebbene la giacca si sia aperta di alcuni centimetri, l'effetto ventosa del sopramuta ha impedito la notevole dispersione termica tamponando la piccola falla causata in fase di ricarica dell'arbalete.

 

DI QUESTO EPISODIO FATENE BAGAGLIO D'ESPERIENZA:

il sopramuta garantisce notevole termicità, a parere mio più di qualunque sottomuta, aderisce perfettamente alle mute lisce e si fa valere anche con le fodera esterna.

 

Se combinato a degli ottimi e fini bermuda gli inconvenienti da freddo vengono, nella percentuale massima soppressi e sebbene le mute facciano acqua da qualche buco il rientro è assicurato con del confort.

 

Personalmente uso solo il sopramuta poichè stò indossando dei pantaloni con fodera esterna e giacca liscia. La giacca liscia grazie alla sua elasticità mi permette, sebbene inverno, di fare la pesca profonda.

 

ATTENZIONE, NON IMITATE SE NON PREPARATI.....

Per la pesca profonda invernale l'attrezzatura pesante mette a dura prova il fisico e solo un notevole, durissimo specifico allenamento e l'andare in acqua quasi ogni giorno mi permettono di praticarla.

 

L'affiatamento con FRANCO MELEDINA và avanti da sempre e siamo soliti alternarci sui tuffi con il compagno perennemente pronto sulla verticale.

 

Non esiste una sola sommozzata da soli anche le più stupide. Qua ad Olbia ci chiamano i gemelli del mare e non vi sono differenze alcune sul bagaglio d'esperienza e quote operative.

 

Nessuno dei due azzarda niente se non col consenso del compagno e "come in questo caso" la pescata deve essere "ABBANDONATA" da entrambi, mai lasciare solo chi è in difficoltà anche minime.

 

Con la falla nella muta ho sommozzato sulla cernia arpionata, il sopramuta in immersione impediva all'acqua di entrare garantendo termicità.

 

La cernia si è strappata e in quelle condizioni era preferibile desistere...dopo tre ore il primo sentiero..ma come vedete grazie al "sopramuta" considerato da tanti "uno stupido accessorio" ha avuto una parte "determinante a favore della sicurezza...

 

IL SOPRAMUTA D'INVERNO garantisce termicità e in questo caso ha avuto una VITALE importanza...se potete indossatene sempre uno sopra...è un consiglio veramente valido...

 

Mariano Satta

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Ospite Mariano Satta
Bravo Mariano sii prudente :thumbup: sono perfettamente d'accordo che in caso di problemi (seri) anche il compagno di pesca debba abbandonare la pescata  :siiiii:

 

Un abbraccio Alberto  :bye:

 

Alberto

se non erro la foto sopra della cernia è del 1980.....cioè di 24anni fa...come vedi gà allora le cernie del promontorio finivano a cavetto...

 

In questo Luglio passato ed esattamente il 23 postai questo racconto della cattura del FANTASMA GUENDALINA, la catturai esattamente dove con Franco abbiamo pescato questo W.E.

http://apnea.modronebo.net/apnea/cernia_bruna1.JPG

LA SMALIZIATA GROSSA CERNIA CHIAMATA DA TANTI "GUENDALINA":

RACCONTO:

Vi racconto un episodio vero del passato:

 

Si trattava di tentare una cernia grossissima e conosciutissima...

Alla Cernia venne dato il nome di GUENDALINA...(fantasma Guendalina).

 

La zona era quella di Mammachiata,(il profilo o l'indiano di C.Figari).

Tanti abili pescasub del posto la tentarono diverse volte per una decina di anni buoni...ma Guendalina fregava tutto e tutti. La sua tana madre era a 32 metri, l'imboccatura era sul ciglio verticale e dentro si aprivano diversi cunicoli e meandri.

 

Per un Sardo praticare la pesca profonda (parlo di chi và quotidianamente in mare) è abbastanza normale. Infatti le coste Alte e i Promontori sono generosi di pesce ma ad un metro dalla costa ci sono i precipizi e C.Figari è uno di questi posti.

 

Durante l'inverno si pesca in parete ma con l'arrivo della stagione calda le quote si fanno "generosamente" più fonde. Tante volte nei periodi più freddi capita di avvistare dei pesconi stanziali (come Guendalina) ma impossibili da tentare di catturare se non in estate.

 

Si è soliti passare dal bassofondo alla pesca profonda per gradi. Il mese di Maggio permette delle belle catture al limite el bassofondo e cioè i 15 metri.

 

Grandi sacrifici, continui allenamenti e costante presenza in mare mi permette di operare a quote fonde ma sempre con un preciso obiettivo...Una preda stanziale avvistata.

 

Guendalina aveva una tana di caccia, semibuia in una quota più accessibile e cioè sopra il ciglio sui 27 metri. Il pescione super smaliziato sicuramente aveva , date le dimensioni, sui 25 anni di vita ( parametro di peso e vita preso da testi pubblicati) e a forza di scappare davanti ai Sub Bombolari e i più abili pescapneisti del posto, aveva una grande chiazza Bianca sul fianco provocata dalle abrasioni mentre scodava e s'infilava nella tana madre.

 

In diversi anni ero solito dedicargli un tuffo, quel pescione lo meritava e solo vedere Guendalina appagava di scendere profondo.

 

Un giorno , mentre passavo sotto Mammachiata, dissi al mio secondo...vado giù ad osservare Guendalina...

 

Impugnai il mio affezionato fucile, dedicai attenzioni come sempre alla preparazione minuziosa del tuffo, passai in rasegna tutto il corpo ed in massima rilassatezza volai verso il fondo.

 

A differenza di sempre decisi di puntare al ciglio lateralmente alla tana principale. La trasparenza mi permetteva di essere padrone della giusta direzione ed arrivai al fondo poggiandomi un attimo.

 

Mi affaccia e Guendalina e la sua macchia bianca erano davanti a Me a candela...una vera MUCCA...avanzai in un piccolo agguato e la sparai di muso traffigendola da sotto la bocca fino sopra la testa...

 

FULMINATA si rovesciò all'indietro, sganciai la cintura abbandonandola ... filai il mulinello e risalii da quei trenta metri...Il recupero fu facile grazie al mulinello....

 

Il racconto è stato già fatto nel forum dove scrissi in risposta a Lucalabrocca.....vi allego uno stralcio dal vecchio post

 

Vinsi la scommessa con me stesso nel 1986 dopo innumerevoli fallimenti...riuscii a spararla con un agguato profondo mentre era in candela fulminandola.

 

A forza di scappare ed infilarsi in quel buco aveva una grossa macchia bianca dove raschiava e fu grazie a quel segno che riuscii a catturarla avvistandola mentre scendevo nell'ennesimo tentativo.

 

Festeggiai quella cattura come può fare un tifoso di calcio nel vedere la sua squadra vincere la Coppa dei Campioni....

Indimenticabile......................

 

 

Perchè questo RACCONTO:

mi è venuto in mente di rispolverare dal forum questa particolare cattura profonda, dopo avere letto i recenti post dove venivano dichiarate strategie, metodiche e pesca profonda.

 

Negli articoli che ho curato per Apnea Magazine che trattano la pesca profonda ho deicato attenzioni a questa delicatissima parte con mille nozioni e suggerimenti.

Il mio consiglio, come suggerisce l'Attento Simone Belloni, è quello di non avventurarvi sul serio alle azioni di caccia profonda se non avete anni di mare ed esperienze certe di caccia.

 

Gli articoli curati e pubblicati in A.M. hanno fatto il giro del mondo tanto da essere pubblicati in altri stati ed in siti importanti come Sportal.

 

 

 

Attenzione e prudenza...SEMPRE e il racconto di questo W.E. ne è una prova vera......

 

Mariano Satta

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Ospite Mariano Satta
ihihhihi aijòòòòò mariàààà facci vedere le foto di francoletto!!!!!! siamo curiosi!!!!!!! :thumbup:

 

 

COME PROMESSO AD ERUAM

Nel'album dei ricordi ho trovato questa foto che mi ritrae con Franco Meledina...la data in alto indica che è del 3 marzo del 1982..ben 22 anni fà. Franco è quello sdraiato a dx e dietro s'intravvede Ferdinando Piras il pescatore in apnea falciato da un motoscafo nei pressi di Molara sebbene con la boa segnasub.

 

In attesa di foto recenti spero Mauretto e altri si accontentino...grazie per le mail pvt di sostegno e complimenti...(che non fanno mai male).

 

http://apnea.modronebo.net/apnea/Marfra.JPG

 

Mariano Satta

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Ospite Mariano Satta

http://apnea.modronebo.net/apnea/cer3.JPG

 

Sempre primi anni 80, dall'album dei ricordi.

 

RACCONTO:

Vidi la prima cernia... era sul filo dei 30 metri. L'equipaggiamento di allora comprendeva una muta, pinne e fucile firmati da Massimo Scarpati.

 

Ero sicurissimo che la cernia avvistata fosse impossibile da sparare in tana data l'abissale profondità per la regina dei fondali e l'equipaggiamento di allora. Il mio compagno perfettamente sulla verticale mi assicurava già una buonissima percentuale di successo.

 

Preparai il tuffo minuziosamente e passai al massimo il regolatore del mio fidatissimo Sten.

Eseguii la capovolta alla perfezione e grazie alle pinne Scarpati puntai il grosso masso granitico dove la cernia si era intanata precedentemente.

 

Raggiunsi il masso sopra adagiandomi penso a -27 e poggiai il mio pendolo sopra. Un leggero capolino e avvistai la cernia sotto di me.

 

La cernia era nella classica posizione a candela ma in diagonale rispetto alla mia posizione. Con freddezza puntai con movimenti minimi il mio Sten verso di lei.

 

Avevo montato un'asta da 8 con un sagolone penso di 3 o più millimetri ed un generoso arpione fissato alla filettatura con del teflon da idraulica affinchè non si svitasse.

 

Strusciai in avanti per assicurarmi la bontà del tiro, la cernia teneva sempre la posizione a candela.

 

Senza esitare scoccai il tiro che andò a traffiggere il cernione sotto la bocca e fuoriuscendo da sopra la testa in mezzo agli occhi.

 

Puntai verso la superficie portandomi su il pescione come un cagnolino al guionzaglio e il mio compagno mi venne incontro sotto.

 

Ci fu un passamano del pescione sui venti metri e la risalita fu agevolata enormemente libero da qualunque vincolo.

 

Una volta raggiunto il mio gommone Marshall M 80 di allora la mettemmo a paiolo festeggiando ed io in particolar modo assicurandomi una buona bevuta d'acqua.

 

Quanto prima

LA SECONDA CERNIA

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BELLISSIME STORIE MARIANO!!!!

ANCORA COMPLIMENTI!!!

La solita domanda pero':(spero nn sia stupidina!!! :wacko: )

Queste "mucche " è possibile trovarle a profondità minime anche 10 metri o abitano solo dai 30 in giu'??

Quale tipo di " meandro " o tana devono trovare per ritenerla abitabile?

Spero di nn aver detto:C@@@@@e!!

ed ancora un bravo per le emozioni "subbe" che ci fai vivere quasi quotidianamente!!!

FUORI piove qui a RIETI!!! :(:bye:

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be Eggi per ritenerle abitabili decono avere bagno camera e salotto spazioso :ajo::ajo:

se puo' interessarti una mattina all'alba in settembre di un paio di anni fa il mio compagno di pesca ha sparato a una grossa cernia che si trovava all'imboccatura di una tana in un paio di metri d'acqua, quella mattina c'era pero' un mare con onde da altissime e forse il serranide sentendosi al sicuro si era spinto in caccia in acque piu' basse.

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Ospite Mariano Satta
BELLISSIME STORIE MARIANO!!!!

ANCORA COMPLIMENTI!!!

La solita domanda pero':(spero nn sia stupidina!!! :wacko: )

Queste "mucche " è possibile trovarle a profondità minime anche 10 metri o abitano solo dai 30 in giu'??

Quale tipo di " meandro " o tana devono trovare per ritenerla abitabile?

Spero di nn aver detto:C@@@@@e!!

ed ancora un bravo per le emozioni "subbe" che ci fai vivere quasi quotidianamente!!!

FUORI piove qui a RIETI!!! :(  :bye:

 

In attesa di postarvi il racconto della cattura della seconda cernia tento di accont entare il buon Eggi con delle risposte:

 

LA CERNIA MERITA GRANDE RISPETTO

Non è raro trovare delle belle cernie nel bassofondo, la parte più difficile stà solo nel nostro bagaglio d'esperienza.

 

SPIEGAZIONE:

La cernia ama tanto le franate, le coste a precipizio , le secche isolate.

Uno dei fattori principali che ci porta ad individuarle è quello di dedicarsi "solo a lei". Ormai le cernie degne sono diminuite in dismisura rispetto a venti e più anni fà, ma stranamente il numero di cerniotte è aumentato rispetto al passato...UN BUON SEGNO.

 

PURTROPPO

Purtroppo la maggior parte delle cerniotte finisce intrappolate nei tramagli detti "da zuppa" della pesca professionale ed anche nelle "coffe (palamiti)" innescate nel bassofondo per il pesce bianco. Le piccole cernie soccombono esattamente come i gronghi, le murene, le mustelle, i capponi e scorfani, i marvizzi ed altro.

 

Le simpatiche cernitte per fortuna abitano il sottocosta in tenera età e quelle che sopravvivono aumentano notevolmente il loro bagaglio genetico contro i sempre più nuovi pericoli. Penso che ci sia una vera trasmissione di geni tra Cernia Madre che depone ed i sui piccoli nascituri.

 

LA CERNIA E' SEMPRE PIU' SMALIZIATA:

E' provato che la cernia cresca di circa un chilogrammo all'anno ed è chiaro che le piccole pietre del bassofondo si fanno strette durante questo sviluppo di alcuni chilogrammi in un paio d'anni. La crescita del pesce la porta a ricercare la profondità verso nuove tane e meandri ma non è detto che più diventa grande in chilogrammi più vada ad abitare a fondo.

 

ABITATH

Se il fondale offre tane, massi, franate generose non vi è alcun problema che la cernia fissi la sua dimora in quella che si chiama "Tana Madre".

 

Da questo è semplice dedurre che se il fondale è poco disturbato, poco frequentato ed adatto alle sue dimensioni ed approvvigionamento la quota può essere anche sufficientemente bassa anche entro i 15 metri come chiede Eggi.

 

E' normale se il bassofondo non offre niente di quanto elencato che LA CERNIA vada a cercare la sua dimora più in profondità, ma le caratteristiche vincolate alla morfologia ed approvvigionamento rimangono invariate.

 

UN SEGRETO PER I NEOFITI

Stà anche nell'osservare attentamente le piccole cerniotte sia come si muovono, sia per la colorazione che assumono, sia per le caratteristiche che il luogo d'incontro offre.

 

LA CERNIOTTA CI INSEGNA

la piccola cerniotta ci insegna a capire "in formato ridotto" quali sono le caratteristiche che deve avere il fondo dove dimorano le sorelle maggiori.

 

La cerniotta vive in un mondo in scala ridotta, è sufficiente immaginare le cose in grande per aprire una visione a dove si devono cercare e dodove dimorano le CERNIE DEGNE.

 

Sebbene il fondale si presenti basso sui 10/15 metri la possibilità d'incontro con una cernia degna diventa automaticamente reale ma deve essereanche chiaro che più si va in profondità e più le percentuali d'incontro aumentano.

 

INCONTRO

Fin'ora ho usato il termine "INCONTRO" perchè è la migliore strategia prima di qualunque cattura, infatti è il nostro peregrinare e e nostre attenzioni che ci portano ad individuare il pescione che...difficilmente si farà catturare da subito.

 

TECNICA:

Se abbiamo avuto la fortuna di avvistarne una e non siamo sufficientemente ed adeguatamente attrezzati la miglior cosa è "RACCOGLIERE INFORMAZIONI" dove il pesce si è intanato e tentare in futuro la cattura.

 

QUINDI è preferibile individuarla e lasciarla in pace, in future immersioni si tenta la cattura.

 

MAI SPARARE LA CERNIA IN CODA O SUL CORPO sopratutto con gli arbalete, è un pesce sicuramente perso. IL TENTATIVO deve essere quello di sorprenderla fuori tana o quando da essa si affaccia, non siete in gara e ci saranno sempre delle future occasioni.

 

COME SPARARE LA CERNIA:

se dovesse capitare la miglior cosa è spararla frontalmente, le probabilità di successo diventano notevoli e se fulminata l'estrazione dalla tana sarà poco difficoltosa.

 

SE SPARATA MALE la cernia si "GONFIA E SI ARROCCA" e il parametro di successo si affievolisce se non si hanno dovute esperienze.

 

Qualora capitasse di centrarla male la miglior cosa è metterla in trazione con la boetta o con un bidone x benzina. La continua tensione della sagola le impedirà di raggiungere meandri più profondi e avrà la funzione di "sfinirla".

 

SECONDO COLPO: se ben arpionata e preferibile infierire il secondo colpo in pancia con un'asta senza alette detto "spaccaossa". Lo stratagemma ha la funzione di colpire la vescica natatoria e di farle sfiatare aria, solitamente la cernia gonfia ed arroccata diminuisce il suo volume permettendoci l'estrazione. Se possibile il secondo vero colpo và infierito per fulminarla sempre in testa.

 

RAFFIO

a volte è l'unico accessorio che ci permette di estrarla dalla tana, il raffio è un gancio con un lungo manico simile a quello usati dai Maccellai per la carne. La cernia và agganciata possibilmente sotto la mascella e và lavorata a strattoni piccoli o continui affinchè, sgonfiandosi, venga fuori.

 

EVITATE se capita un incontro di spararla come capita, nel 90% dei casi è un pesce perso. E' già difficile lavorarle sparate bene...figuriamoci sparate d'istinto.

 

A presto la seconda cernia delle foto.

 

Mariano Satta :thumbup:

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Ciao Eggi quest'anno ho visto due cernie sparabili(una più piccolina sui 4kg e una decisamente più grossa,sui 6-7kg.I pesi non sono sicuri in quanto non ho grandissima esperienza di cernie ma calcolando tutto e senza esagerare dovrebbero essere quelli)in bassofondo.Una la mattina prestissimo a luglio sotto un ciglietto dove pescavo di solito bei salponi in 8-9 metri d'acqua(ho poi saputo che questa cernmia è un po' la leggenda del luogo nel senso che ogni tanto la vedono tutti ma nessuno riesce a prenderla.Ovviamente non ci potevo riuscire io :rolleyes: )e l'altra a ottobre su una frana che sprofonda abbastanza rapidamente(ma non a precipizio)verso le 13 di una giornata molto nuvolosa.Stavo facendo l'agguato ai saraghi e,mentre aggiravo un massone,me la sono vista davanti(anche lei lo stava aggirando nel senso inverso:ci siamo incrociati :wacko: ).Era vicina e la stavo per sparare al volo(visto il fucilone che impugnavo e la profondità di soli 6-7 metri)ma è stata più veloce lei:ha scodato con il classico "botto" che produce ed è sparita nella frana.

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