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Fin dove spingono gli elastici ?


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Pierclaudio, forse ho capito dov'e' l'inghipppo : "elastico senz'asta" sta a significare elastico privo di qualsiasi carico !!! Anche dell'ogiva.

In effetti poteva essere interpretato anche come elastico con la sola ogiva ... creando confusione.

 

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Pierclaudio,

sei un pò fuori strada.

L'elastico senza asta si contrae sempre alla stessa velocità ( osservazione sperimentali mie e di M. Bongiovanni) specie in aria dove le resistenze idrodinamiche sono pressocchè ininfluenti.

M. Bongiovanni ha anche prodotto un video sul suo sito in cui tale fenomeno è evidente.

 

così stai dicendo che l' archetto non subisce un accelerazione :huh:

 

questo è secondo me il punto cruciale.

 

E impossibile che premendo il grilletto non ci sia un accelerazione dell' archetto, questo credo sia ovvio.

 

Ma se come si evince dai tuoi grafici il moto è uniforme, vuol dire che il moto è cambiato(da accelerato a uniforme).

 

Ma l' asta ha una massa maggiore dell' archetto quindi avrà una quantità di moto maggiore capace quindi di resistere di più all' attrito.

 

Quindi tenderà a avanzare più dell' archetto. Ma quando questo avverrà gli elastici non avranno più il peso dell' asta e quindi accelereranno fino a riagganciare l' asta.

Sto parlando di distanze infinitisimamente piccole a velocità elevatissime.

Il tutto avverrà ciclicamente con una frequenza via via più lenta e una distanza archetto/tacca sempre maggiore man mano che le forze si esauriscono.

Un pò come secondo me succede con il doppio elastico.

non spingono insieme ma alternandosi...molto velocemente...ma alternandosi.

o meglio spingono insieme solo nell' istante in cui si scambiano i ruoli.

ma questo è un altro discorso....

 

Pierclaudio non riesco proprio a seguirti. Scusami, ma sicuramente stiamo dicendo cose molto diverse !

In ogni caso io non ho mai detto che premendo il grilletto di un fucile l'ogiva non accelera: dovrei essere un pazzo furioso per affermare una cosa del genere. :lol::lol:

Io ho detto cose ben diverse-

Magari se rileggi i miei interventi e quelli degli altri ci riusciamo a capire

;)

Così continuiamo a non capirci !!

 

Hai detto che l' elastico si contrae sempre alla stessa velocità giusto?

hai il grafico che lo dimostra giusto?

se la velocità è sempre uguale significa che non c'è accelerazione giusto?

Quello che voglio dire è che visto che è impossibile che alla partenza non ci sia accelerazione ci sarà un cambio di moto(da accelerato a uniforme)

 

Modificato da pierclaudio
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Risposta: gli elastici possono spingere fino a fine corsa, ma è plausibile pensare che per vari fattori ( diversi dal distacco accidentale dell'ogiva) la loro spinta sull'asta si possa esaurire qualche cm prima della fine contrazione.

 

Se la spinta sull' asta si esaurisce prima della fine della contrazione è per la differenza di quantità di moto conservata nell' asta e nell' archetto.

 

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Ciao Mario,

ne avevamo già parlato in un'altra discussione...

 

E' vero che fin che viene applicata una forza esisterà una accelerazione, ma nel nostro caso abbiamo anche una forza

contraria la forza attrito che a me pare tu giudichi nulla o quasi (ma ne parliamo dopo).

Quindi la risultante forza sarà la sommatoria delle due che sono contrapposte.

Perchè venga applicata una forza all'asta fino alla fine della contrazione delle gomme, significa che la forza residua delle gomme sarà "sempre" maggiore della forza attrito...................a me qua "balla un occhio"! Soprattutto se poi mettiamo anche l'asta la cosa peggiora.

Ormai sono quasi certo che esiste un punto di inversione della sommatoria delle forze in gioco....Il punto in cui si dovrebbe staccare l'archetto:

1) Se l'asta ha una decelerazione più lenta delle gomme.

2) Non si stacca se l'asta ha una decelerazione più veloce delle gomme

 

E onestamente per le masse in gioco (quella dell'asta rispetto a quella delle gomme) e gli attriti connessi propendo decisamente per una decelerazione maggiore delle gomme rispetto all'asta e quindi al distacco prematuro...

Anche per la contrazione conica....

 

Ripeto, poi non dimentichiamo il rinculo che "incasina" non poco le cose....la testata che arretra favorisce una contrazione della gomma in testata e quindi una ulteriore perdita di energia nella fase finale delle spinte sull'asta.

Interessante sarebbe vedere se la due velocità (V avanzamento+ V arretramento) sommate che totale fanno di velocità relativa...

 

Oreste

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Ciao Mario,

ne avevamo già parlato in un'altra discussione...

 

E' vero che fin che viene applicata una forza esisterà una accelerazione, ma nel nostro caso abbiamo anche una forza

contraria la forza attrito che a me pare tu giudichi nulla o quasi (ma ne parliamo dopo).

Quindi la risultante forza sarà la sommatoria delle due che sono contrapposte.

Perchè venga applicata una forza all'asta fino alla fine della contrazione delle gomme, significa che la forza residua delle gomme sarà "sempre" maggiore della forza attrito...................a me qua "balla un occhio"! Soprattutto se poi mettiamo anche l'asta la cosa peggiora.

Ormai sono quasi certo che esiste un punto di inversione della sommatoria delle forze in gioco....Il punto in cui si dovrebbe staccare l'archetto:

1) Se l'asta ha una decelerazione più lenta delle gomme.

2) Non si stacca se l'asta ha una decelerazione più veloce delle gomme

 

E onestamente per le masse in gioco (quella dell'asta rispetto a quella delle gomme) e gli attriti connessi propendo decisamente per una decelerazione maggiore delle gomme rispetto all'asta e quindi al distacco prematuro...

Anche per la contrazione conica....

 

Ripeto, poi non dimentichiamo il rinculo che "incasina" non poco le cose....la testata che arretra favorisce una contrazione della gomma in testata e quindi una ulteriore perdita di energia nella fase finale delle spinte sull'asta.

Interessante sarebbe vedere se la due velocità (V avanzamento+ V arretramento) sommate che totale fanno di velocità relativa...

 

Oreste

 

Oreste ... hai detto con parole diverse quello che penso io !!!

 

PS: Forse al tuo punto "1)" manca "Si stacca" .......... quindi la frasee andrebbe letta: " Si stacca Se l'asta ha una decelerazione più lenta delle gomme"

Giusto ? O mi sfugge qualcosa ?

 

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Yes !!!!!!!!!!!!

Ora penso che le prove iniziano ad arrivare. Ho fatto una ricerca sul web e mi sono imbattutto in un lavoro davvero interessante, che penso Mario conosca :rolleyes:

Il filmato della contrazione libera in aria, presente nella sua arbapillola, è lo stesso di quello prodotto nel lavoro.

Ho dato una lettura rapida al lavoro.

Prima conclusioni:

Gli elastici che spingono un'asta in acqua ( mi dispiace deluderti Oreste), non si contraggono molto probabilmente in modo conico.

Subiscono invene un riarrangiamento molecolare lungo la loro contrazione.

Il fronte libero di contrazione presente in aria, in acqua e con l'asta applicata ... quasi sicuramente non esiste.

Dico non esiste perchè nello studio che ho letto le condizioni sperimentali sono diverse di quelle di un fucile che spara un'asta, ma le extrapolazioni che si possono fare conducono con buona ragionevolezza a questa conclusione.

 

In parole semplici:

Un elastico libero in aria si contrae con un fronte di avanzamento che va ad impattare la parte vincolata generando un fronte d'onda di rimbalzo che genera una "instabilità dinamica di punta" con una precisa lunghezza d'onda dipendente da vari fattori. L'elastico in queste condizioni si contrae in modo "conico".ù

 

Se ad esso applichiamo un carico (quindi delle resistenze ) il fronte di avanzamento libero scompare. L'elastico di riarrangia lungo la sua contrazione e si contrae senza fronte "conico". Anche in questo caso si crea però un'instabilità dinamica di punta con una lunghezza d'onda superiore a quella generata in aria. Questa instabilità di punta dinamica è a mio avviso alla base di quel fenomeno che io avevo osservato nei miei esperimenti e che avevo chiamato "contrazione scoppiettante o meglio pulsata". Probabilmente io ho registrato ciò che succede, in conseguenza dell'instabilità dinamica di punta, all'elastico libero che si contrae in acqua. Verosilmente non registrato tale fenomeno in aria perchè interessa solo la fase finale della contrazione libera ed in tempi che la mia apparecchiatura non riesce a percepire.

 

Ciò detto penso che adesso abbiamo un elemento in più per considerare che il riarrangiamento dell'elastico in acqua, in conseguenza delle resistenze che si possono sviluppare, può determinare un precoce esauromento della spinta degli elastici sull'asta.

 

Vi linko il lavoro e i video :

 

Video

 

Lavoro

 

Il video 3 ( fatto in un liquido viscoso acqua/glicerolo) è quello che a mio avviso riproduce ciò che succede all'elastico che trascina un'asta in acqua !!

Analizzate il comportamento dell'elastico nei vari video : è radicalmente diverso !!!!

 

 

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Non posso intervenire su tutto quanto e’ stato detto: troppo oneroso per il tempo che posso dedicare a questa discussione, mio malgrado. Ma cerchero’ di rispondere un po’ a tutto.

C’e’ un punto fondamentale: io non sempre capisco voi cosi’ come voi non sempre capite quello che dico io (visto quel che leggo). E la causa sta nella terminologia, come dice Stefano.

Rispondo prima a Skillo e Stefano per poi concentrarmi su due interventi che ritengo molto importanti, quello di Oreste e quello di Pierclaudio.

Skillo e il distacco dell’archetto.

Il distacco dell’archetto dalla pinnetta durante il lancio per cause accidentali e’ solo una ipotesi mai verificata. Viene riportata solo come ipotesi possibile per spiegare qualche caso altrimenti difficilmente comprensibile. Documentata, invece, nella spinta del doppio elastico come collasso della distanza tra i due archetti quando un elastico si e’ ormai contratto e l’altro e’ ancora in grado di spingere.

Stefano e il test di Oreste

Stefano la spiegazione del test di Oreste e’ banalissima e non richiede l’intervento di arbafantasie. La differenza di velocita’ acquisita dall’asta negli ultimi 10 cm e’ talmente bassa che non e’ osservabile con un test tanto grossolano quanto quello di penetrazione. Il test di penetrazione si basa sul trasferimento di energia dall’asta al bersaglio. Energia dell’asta che e’ solo cinetica e quindi dipendente dalla sua velocita’. Quanto vuoi che pesi qualche decimo di m/s in un test eseguito in piscina in modo assai poco scientificamente controllato (per quanto certamente eseguito al meglio possibile) sullo stesso bersaglio sulla cui penetrazione pesano variabili molto piu’ grandi che non la velocita’ di un’asta ridotta a punto materiale??? Ma vi rendete conto della... leggerezza che state commettendo e sulla quale basate la dimostrazione di ipotesi (che potrebbero anche essere corrette)? Non e’ questa la strada! E’ come se mi volessi dimostrare che le griglie di scolo delle acque piovane non sono forate perche’ non ci caschi dentro con la ruota del camion! La sensibilita’ del test che metti in piedi deve essere proporzionata al fenomeno che vuoi dimostrare!

Stefano e l’arbamitologia

Stefano, fin quando vuoi investigare fenomeni che ti/ci incuriosicono, ti seguo volentieri. Se vuoi dimostrare convinzioni personali basate su presupposti molto vaghi, scusami, ma non ci sto. Dai per scontato sugli arbaletes un fenomeno mai dimostrato e da te non dimostrabile. Le uniche misurazioni esistenti in merito e riscontrabili sono quelle che hanno eseguito Dapiran e Calvenzi e che ho riverificato e ampliato (su altri arbaletes) io. Chiarisco onde evitare misunderstandings: queste misurazioni sono state portate avanti con due metodi differenti, sono state pubblicate nei dettagli, hanno dato luogo agli stessi risultati, sono relative ad arbaletes in vendita e che quindi ognuno puo’, se vuole, verificare autonomamente (lunghezze di contrazione, pesi, etc...) fino ai test di velocita’.

Con il metodo di induzione e.m. non hai la possibilita’ di controllare simultaneamente le velocita’ dell’archetto/elastico e dell’asta in modo da discernere tra le due. Con le riprese ad alta velocita’ o con i sensori optoelettronici, invece, si puo’.

 

Stefano e i test di contrazione libera in acqua

Il calo di velocità da un certo punto, durante la contrazione senza carico, è evidente.

 

Appare logico pernsare che tale comportamento ( incapacità dell'elastico ad esprimere certe velocità già raggiunte in precedenza lungo la sua corsa) possa essere solo accentuato nell'applicazione di un carico più significativo come quello di un'asta.

 

Ed allora perchè escludere una tale possibilità che potrebbe far tornare i conti ?

Il calo di velocita’ e’ evidente e reale, ma e’ figlio di due fenomeni: uno e’ quello delle resistenze idrodinamiche, l’altro e’ quello dell’onda di pressione che viaggia in direzione opposta al moto. Infatti l’onda e’ dispersa e viaggia in direzione del moto in pacchetti di velocita’ differenti nel caso di elastici cosi’ stirati e alcuni di questi pacchetti raggiungono il punto “vincolato” dell’elastico prima che tutta la contrazione sia completa, cosi’ rimbalzano e tornano in dietro ostacolando il resto della contrazione e dando luogo a fenomeni di instabilita’. Dubito di essere stato compreso, ma, purtroppo l’argomento e’ difficile. E tra l’altro e’ un punto cruciale.

In definitiva, si, il calo di velocita’ c’e’ o ci potrebbe essere (se e’ questo il dubbio che ti attanaglia), ma questo non vuol dire che l’asta si sganci dall’archetto e, tanto meno, che l’elastico necessariamente smetta di spingere se non si e’ del tutto contratto! Tutto dipende da come si e’ dimensionato l’arbalete (forse questa e’ l’unica cosa su cui sembriamo essere tutti concordi).

Il paradosso di Pierclaudio

Suggerirei di rileggere attentamente la sottile interpretazione di Pierclaudio... e di meditarla:

Ma l' asta ha una massa maggiore dell' archetto quindi avrà una quantità di moto maggiore capace quindi di resistere di più all' attrito.

 

Quindi tenderà a avanzare più dell' archetto. Ma quando questo avverrà gli elastici non avranno più il peso dell' asta e quindi accelereranno fino a riagganciare l' asta.

Sto parlando di distanze infinitisimamente piccole a velocità elevatissime.

Ovviamente tuttocio’ avviene in modo continuo, cosicche’ un vero distacco non avviene se non poi in modo definitivo quando il bilancio delle forze (richiamo elastico e resistenza idrodinamica) non condiziona talmente la velocita’ dell’archetto da rendergli impossibile di seguire l’asta. Appare improbabile, pero’, che cio’ avvenga troppo anticipatamente. E, soprattutto, resta non documentato!

 

I dubbi di Oreste

Perchè venga applicata una forza all'asta fino alla fine della contrazione delle gomme, significa che la forza residua delle gomme sarà "sempre" maggiore della forza attrito...................a me qua "balla un occhio"! Soprattutto se poi mettiamo anche l'asta la cosa peggiora.

Quello che dici e’ corretto ed errato al tempo stesso. O meglio e’ errato, ma quello che vorresti esprimere e’ corretto. A dimostrazione del fatto che spesso e’ piu’ che altro la terminologia a dividerci.

La forza di richiamo delle gomme e’ sempre maggiore della forza di attrito. Sempre! Renditi conto dell’assurdo in cui cadresti: se la forza di attrito fosse superiore alla forza di richiamo della gomma, la gomma non si potrebbe contrarre e resterebbe deformata!

Cerco di chiarire come avviene il fenomeno, cosi’ che spero a te non balli piu’ l’occhio e a me non debbano piu’ girare le orbite... ;)

La forza resitente e’ dipendente dal quadrato della velocita’.Quindi ad un rallentamento corrisponde una diminuzione di resistenza. Per questo la disperisione energetica dovuta al moto nel mezzo viscoso rallenta, ma non ferma la contrazione dell’elastico!

Quella della contrazione conica e’ stata una tua grande intuizione, ma ancora non ne hai capito la vera essenza. L’elastico, libero, non si contrae in modo tale che la contrazione si annulli gradualmente secondo la sua lunghezza. Piuttosto si divide in una porzione contratta e una non contratta. Quella non contratta si accresce progressivamente a scapito di quella non contratta. Questo fa si che “la forza di richiamo” nella porzione non contratta sia sempre la stessa di quella iniziale. In sostanza se hai stirato l’elastico al 300% e lo rilasci, dopo qualche frazione di secondo l’elastico sara’ diviso in una porzione che ha allungamento 0% e una che e’ ancora stirata al 300%. Con il carico, la zona di separazione tra la porzione contratta e quella non contratta si disperde e con esso le onde di contrazione, ma non si distribuisce uniformente su tutta la lunghezza. E anche questo e’ un punto chiave.

Adesso vi saluto perche’ per questa settimana penso di aver esaurito il mio tempo e le vostre pazienze.

 

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Mario ... ti seguo nei tuoi ragionamenti ed ho capito quello che vuoi dire. Io parto proprio da quei presupposti da te enunciati per arrivare ad una ipotesi successiva ad essi. Non sono in contraddizioni con quanto dici tu, ma sicuramente è una mia colpa di inappropriatezza di linguaggio e termini.

 

Hai visto il video della contrazione dell'elastico in ambiente viscoso ?

Forse avevi visto lo studio, ma ritengo che quel video non ti era mai capitato sotto mano perchè non lo avevi mai citato.

Quel video dimostra che in ambiente viscoso gli elastici cambiano radicalmente compotamento.

 

Ti prego di focalizzare la velocità del liquido durante la contrazione. Hai notato la decelerazione anche prima che l'elastico giunga a fine corsa ( momento segnalato dalla comparsa delle onde ? ). Significa che l'elastico ha iniziato a rallentare e di molto anche prima della fine contrazione.

 

La mia ipotesi dice che succede la stessa cosa in acqua col carico degli elastici. Solo che l'inerzia dell'asta da un certo punto in poi è tale che gli elastici restano dietro di essa nonostante proseguino la contraazione. Magari è proprio l'onda di ritorno a far staccare l'ogiva !!!

 

 

Certo secondo me c'e' qualcosa ancora di non definitivamente chiarito : in un senso e nell'altro !!

 

Ma poi : se gli elastici spingono anche a fine corsa , ma in modo così inefficace, a cosa servono ? Meglio eliminare questo tratto !!!! Anzi meglio eliminare questo tratto da tutto il fucile :D

 

Ci risentiamo quando trovi il tempo !!

E' sempre un piacere leggere i tuoi interventi

;)

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Ci mancherebbe Stefano! Certo che conosco i video e l’articolo da te riportato!! Non l’ho volutamente citato perche’ sapevo che avrebbe confuso le idee. E infatti, Stefano, tu tendi a vedere quel che ti fa piacere...

 

Ho l'impressione che tu abbia guardato troppo velocemente il video (che gia’ non e’ eccezionale) e forse tralasciato di leggere l’articolo.

 

Allora, (ma ti prego, fai che questa debba essere la mia ultima precisazione per questa settimana) il video mostra una cosa ben diversa da quel che dici tu.

 

Gli autori dell’articolo chiariscono che il comportamento in acqua non differisce sostanzialmente da quello in aria (in water the results are similar to those in air), mentre nella glicerina in cui sono stati aggiunti dei particolati e eseguita una retroilluminazione, gli attriti giocano un ruolo decisivo... ma per cosa? Per i fenomeni di instabilita’ dovuti alla collisione della massa dell’elastico... con se stessa! Ovvero quella formazione di onde macroscopiche che osserviamo nel corpo dell’elastico (e che si vedono in tutti i fucili... anche nei roller, sai?).

Viceversa, l’onda di pressione (microscopica) che genera la separazione tra porzione contratta e non contratta continua regolarmente ad esistere. Infatti gli autori riportano proprio questa occorrenza e se guardi bene il video al rallentatore te ne accorgi.

Ti prego di focalizzare la velocità del liquido durante la contrazione. Hai notato la decelerazione anche prima che l'elastico giunga a fine corsa ( momento segnalato dalla comparsa delle onde ? ). Significa che l'elastico ha iniziato a rallentare e di molto anche prima della fine contrazione.

Infatti ti avevo proprio scritto che:

Il calo di velocita’ e’ evidente e reale, ma e’ figlio di due fenomeni: uno e’ quello delle resistenze idrodinamiche, l’altro e’ quello dell’onda di pressione che viaggia in direzione opposta al moto. Infatti l’onda e’ dispersa e viaggia in direzione del moto in pacchetti di velocita’ differenti nel caso di elastici cosi’ stirati e alcuni di questi pacchetti raggiungono il punto “vincolato” dell’elastico prima che tutta la contrazione sia completa, cosi’ rimbalzano e tornano indietro ostacolando il resto della contrazione e dando luogo a fenomeni di instabilita’. Dubito di essere stato compreso, ma, purtroppo l’argomento e’ difficile. E tra l’altro e’ un punto cruciale.

La porzione rilassata aumenta progressivamente a discapito di quella elongata generando cosi’ un progressivo aumento degli attriti viscosi.

Vedi, Stefano, a me il fenomeno risulta essere abbastanza chiaro e credo di averne una visione a 360 gradi. Come al solito hai le tue intuizioni e tendi a focalizzarti solo sugli indizi che le confermano senza guardare il problema nella sua interezza... In questo caso trascuri anche il fatto che il filmato che osservi e’ eseguito su un elastico stirato solo del 100% che si muove in una soluzione significativamente piu’ viscosa dell’acqua.

La fisica e’ fatta di queste cose.

 

Ma poi : se gli elastici spingono anche a fine corsa , ma in modo così inefficace, a cosa servono ? Meglio eliminare questo tratto !!!! Anzi meglio eliminare questo tratto da tutto il fucile

 

Ci risentiamo quando trovi il tempo !!

E' sempre un piacere leggere i tuoi interventi

Eh! Bravo! C’e’ piu’ sensatezza in questa battuta che in tutto il resto del discorso! :D

 

Un indizio: avendo riflettuto sulla dinamica di contrazione degli elastici e chiedendosi opportunamente come dove quando e perche’, senza tralasciare il chi, hai tanti elementi per comprendere se e quando la tua tesi ha senso.

 

Ciao. :bye:

 

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Sono pienamente consapevole che l'articolo ed il video sono impostati su fenomeni e condizioni diverse da quelle di un elastico che spinge un'asta in acqua.

Infatti avevo già detto che :

 

..... nello studio che ho letto le condizioni sperimentali sono diverse di quelle di un fucile che spara un'asta, ma le extrapolazioni che si possono fare conducono con buona ragionevolezza .....

 

Quelle del video e dell'articolo sono delle condizioni sperimentali su cui poter ragionare per trarre delle extrapolazioni. Se il video o l'articolo trattava dello sparo di un fucile, avremmo risolto la questione !!!

 

Ciò detto, a questo punto , mi sorge un dubbio !

Io non ho capito, con certezza, se tu escludi in modo categorico ( al di fuori del "distacco accidentale" dell'ogiva), che un elastico possa (arba o roller che sia ) smettere di spingere l'asta in modo efficace qualche cm prima di fine corsa ( e per cm non mi riferisco ai cm di allungamento residuo, ma ai circa 10 cm citati da Oreste).

Perchè .... se non lo escludi in modo categorico ( "fisico" direi), una spiegazione ( un'interpretazione ) ci deve pur essere. Al di là delle ipotesi di arbamitologia.

 

Almeno così ci cominciamo a dividere in due partiti:

Coloro che escludono tale fenomeno ( a ragione veduta e secondo principi fisici) e coloro che ne ipotizzano l'esistenza anche se in modo "empirico" ( come me).

 

Una risposta semplice senza rubarti altro tempo prezioso !!!

Almeno chiariamo le posizioni in campo e magari poi proseguiamo la discussinone quando ce ne sarà la possibilità.

;)

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Grazie Stefano per aver saputo condensare il tutto in una domanda.

 

Ciò detto, a questo punto , mi sorge un dubbio !

Io non ho capito, con certezza, se tu escludi in modo categorico ( al di fuori del "distacco accidentale" dell'ogiva), che un elastico possa (arba o roller che sia ) smettere di spingere l'asta in modo efficace qualche cm prima di fine corsa ( e per cm non mi riferisco ai cm di allungamento residuo, ma ai circa 10 cm citati da Oreste).

Perchè .... se non lo escludi in modo categorico ( "fisico" direi), una spiegazione ( un'interpretazione ) ci deve pur essere. Al di là delle ipotesi di arbamitologia.

 

Escludo con una certa sicurezza che su un arbalete (diciamo da 100 cm) di buona qualità si possa verificare un distacco dell'asta dall'archetto con ancora 10 cm di contrazione da terminare.

Non escludo che possa avvenire in determinate condizioni in cui tutte le performances, salvo lo spunto iniziale... facciano schifo! E ci sarebbe una ragione ben precisa legata tanto al rapporto potenza/asta quanto agli elastici usati! Mi pare solo estremamente improbabile trovare un catorcio siffatto.

 

Non escludo per nulla che il punto di velocità massima possa presentarsi molto presto anche in un "buon" arbalete, ma se l'arba è di buona qualità gli elastici continueranno a spingere in modo efficace (o mantenendo la velocità raggiunta o evitando che l'asta rallenti eccessivamente). Penso solo che un arba così settato, sia concettualmente errato per la visione che ho io di buon settaggio.

 

Spero di aver chiarito quello che penso.

 

Ciao

Modificato da MarioB
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SE è vera la sottostante affermazione di Mario B, allora verosimilmente l'elastico spinge fino a fine contrazione.

 

L’elastico, libero, non si contrae in modo tale che la contrazione si annulli gradualmente secondo la sua lunghezza. Piuttosto si divide in una porzione contratta e una non contratta. Quella non contratta si accresce progressivamente a scapito di quella non contratta. Questo fa si che “la forza di richiamo” nella porzione non contratta sia sempre la stessa di quella iniziale. In sostanza se hai stirato l’elastico al 300% e lo rilasci, dopo qualche frazione di secondo l’elastico sara’ diviso in una porzione che ha allungamento 0% e una che e’ ancora stirata al 300%. Con il carico, la zona di separazione tra la porzione contratta e quella non contratta si disperde e con esso le onde di contrazione, ma non si distribuisce uniformente su tutta la lunghezza. E anche questo e’ un punto chiave.

 

A parte l'errore sottolineato in rosso in cui c'è un "non" in più... desidero sapere se ci sono dei test documentati che dimostrano tale comportamento dell'elastico, e se ci sono, dove sono? Grazie

Modificato da fabryfish
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Grazie Stefano per aver saputo condensare il tutto in una domanda.

 

Ciò detto, a questo punto , mi sorge un dubbio !

Io non ho capito, con certezza, se tu escludi in modo categorico ( al di fuori del "distacco accidentale" dell'ogiva), che un elastico possa (arba o roller che sia ) smettere di spingere l'asta in modo efficace qualche cm prima di fine corsa ( e per cm non mi riferisco ai cm di allungamento residuo, ma ai circa 10 cm citati da Oreste).

Perchè .... se non lo escludi in modo categorico ( "fisico" direi), una spiegazione ( un'interpretazione ) ci deve pur essere. Al di là delle ipotesi di arbamitologia.

 

Escludo con una certa sicurezza che su un arbalete (diciamo da 100 cm) di buona qualità si possa verificare un distacco dell'asta dall'archetto con ancora 10 cm di contrazione da terminare.

Non escludo che possa avvenire in determinate condizioni in cui tutte le performances, salvo lo spunto iniziale... facciano schifo! E ci sarebbe una ragione ben precisa legata tanto al rapporto potenza/asta quanto agli elastici usati! Mi pare solo estremamente improbabile trovare un catorcio siffatto.

 

Non escludo per nulla che il punto di velocità massima possa presentarsi molto presto anche in un "buon" arbalete, ma se l'arba è di buona qualità gli elastici continueranno a spingere in modo efficace (o mantenendo la velocità raggiunta o evitando che l'asta rallenti eccessivamente). Penso solo che un arba così settato, sia concettualmente errato per la visione che ho io di buon settaggio.

 

Spero di aver chiarito quello che penso.

 

Ciao

 

Quindi non escludi a priori il fenomeno.

Eccoci arrivati al punto che mi interessava !!!!

 

Ciò detto ... bisognerà discutere del perchè ciò può avvenire ed in quali condizioni.

"Catorci" a parte, io penso che il fenomeno sia più frequente di quanto possiamo pensare ( parlo almeno nell'esperienza delle mie misurazioni, pur limitate ai miei soli fucili autocostruiti ).

E sì ... perchè determinate condizioni che per alcuni possono risultare semplicemente "errate", per altri possono invece essere il vero e proprio limite di utilizzo di un elastomero su un arbalete o roller che sia.

Non so se mi sono spiegato.

 

In ogni caso alla domanda iniziale su " fin dove spingono gli elastici" c'e' sempre da affiancare una seconda riflessione sul "come spingono gli elastici nel tratto terminale".

 

Questione sicuramente non da poco nella valutazione di un fucile o di una categoria di fucili !!!

 

 

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SE è vera la sottostante affermazione di Mario B, allora verosimilmente l'elastico spinge fino a fine contrazione.

 

L’elastico, libero, non si contrae in modo tale che la contrazione si annulli gradualmente secondo la sua lunghezza. Piuttosto si divide in una porzione contratta e una non contratta. Quella non contratta si accresce progressivamente a scapito di quella non contratta. Questo fa si che “la forza di richiamo” nella porzione non contratta sia sempre la stessa di quella iniziale. In sostanza se hai stirato l’elastico al 300% e lo rilasci, dopo qualche frazione di secondo l’elastico sara’ diviso in una porzione che ha allungamento 0% e una che e’ ancora stirata al 300%. Con il carico, la zona di separazione tra la porzione contratta e quella non contratta si disperde e con esso le onde di contrazione, ma non si distribuisce uniformente su tutta la lunghezza. E anche questo e’ un punto chiave.

 

A parte l'errore sottolineato in rosso in cui c'è un "non" in più... desidero sapere se ci sono dei test documentati che dimostrano tale comportamento dell'elastico, e se ci sono, dove sono? Grazie

 

 

Hai sottolineato un errore a Mario in rosso ??? :eek:

AIUTO !!!!!!!!!!! Si salvi chi può !!!!!!!!! :laughing::laughing:

 

PS: test del genere io non ne ho visti .... fin'ora :rolleyes::rolleyes: Ma potrebbeto arrivare presto B)

Modificato da Stefano Soriano
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