> RIFORMA DELL'AGONISMO NAZIONALE - Pesca in Apnea - AM FORUMS Vai al contenuto

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Ho letto con attenzione l'articolo pubblicato in relazione alle possibili proposte di modifica dei regolamenti nazionali gare.

In gran parte mi trovo d'accordo. Però vorrei apportare anche il mio modesto contributo, visto che ho gareggiato per molti anni, a partire, ahimé (per via dell'età) e per fortuna (per via dei tempi diversi) dagli anni '80.

Io ritengo che in tutti gli sport sono necessari degli idoli da imitare. Cosa sarebbe il calcio senza Messi, Neymar, o Buffon per esempio? Mi ricordo gli articoli anche della stampa non specializzata sui vari Gasparri e Scarpati (certo molti diranno altri tempi, ma è appunto questa la questione).

Ai tempi in cui io ho cominciato a gareggiare e a fare qualche risultato gli idoli erano Mazzarri, Molteni, Lo Baido, Toschi o Bellani e Riolo (tra i più recenti) solo per citarne alcuni. C'erano poi gli idoli locali, per me, che sono ligure, Gian Donati, Paolo Cappucciati, sempre solo per citarne alcuni. Tutti noi giovani cercavamo di carpirne i segreti, di imitarne le gesta.

E poi c'erano le gare spettacolari, spesso, per via degli scarsi mezzi tecnici, delle vere e proprie avventure in molti luoghi stupendi della penisola italiana e all'estero.

Non è sbagliato che i migliori continuino a tenere le posizioni di testa delle classifiche nazionali. Io ci ho messo anni e anni di sacrifici per arrivare a dei livelli accettabili e quando ci sono riuscito qualcuno si è inventato dei regolamenti che cancellavano con un colpo di spugna tutto il lavoro fatto fino a quel momento. Molti dei più bravi hanno smesso di fare gare. Immaginate se qualcuno alla FIFA decidesse che Messi o Neymar debbano giocare con le gambe legate da una corta corda come si fa con i cavalli per impedirne il galoppo. Oppure che Buffon debba giocare con un occhio bendato. Questo è stato fatto con la pesca sub agonistica.

E poi i regolamenti "ecologici". E' una vera ipocrisia. Se io sono ecologista non pesco, faccio bird-watching. Il regolamento che limita i pezzi per specie è stato inventato da Scarpati. Ma erano altri tempi. All'epoca il mare era pieno di pesce e quindi poteva avere un senso limitare i pezzi per specie.

Ma la cosa peggiore non è questa, la cosa peggiore è dare un bonus di punti per le varie specie che si pescano. Così accade che chi pesca 5 saraghi perde in relazione a chi pesca tre tordi e 2 scorfani.

Allora diventa campione chi ha preso i tre tordi e i due scorfani in relazione a chi è riuscito a prendere 5 saraghi. Al di là della ovvia differenza di difficoltà di cattura (nel 90% dei casi ) nella foto che immortala il campione faranno bella mostra di sè i tre tordi e i due scorfani.....

Io ero abituato a vedere carnieri ben differenti. I campioni erano stimati anche, e forse soprattutto, per la bellezza dei carnieri.

Ci nascondiamo da anni al grande pubblico perchè abbiamo paura, ci hanno inculcato il senso di colpa per il tipo di sport che pratichiamo, ma il grande pubblico continua a non sapere quasi nulla della pesca sub, ancora oggi, nel terzo millennio, ci sono persone che mi chiedono se io pesco con le bombole.....

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Ma la cosa peggiore non è questa, la cosa peggiore è dare un bonus di punti per le varie specie che si pescano. Così accade che chi pesca 5 saraghi perde in relazione a chi pesca tre tordi e 2 scorfani.

Allora diventa campione chi ha preso i tre tordi e i due scorfani in relazione a chi è riuscito a prendere 5 saraghi. Al di là della ovvia differenza di difficoltà di cattura (nel 90% dei casi ) nella foto che immortala il campione faranno bella mostra di sè i tre tordi e i due scorfani.....

Io ero abituato a vedere carnieri ben differenti. I campioni erano stimati anche, e forse soprattutto, per la bellezza dei carnieri.

 

 

 

Questo passaggio non l'ho capito.

Non va bene il bonus di specie ma si valuta più prestigioso un carniere di 5 saraghi rispetto a 3 tordi e 2 scorfani che è come dire che il sarago meriterebbe un bonus di specie per difficoltà.

A parte il fatto che è tutto da vedere se i saraghi son più difficili di tordi e scorfani (che bisogna prima vederli), in qualsiasi caso è più facile metter insieme 5 pezzi pesanti con tordi e scorfani che con saraghi.

Attenzione che togliere il bonus di specie vuol dire togliere i coeficenti.

 

Comunque secondo me l'ultimo dei problemi è l'assegnazione dei punteggi, tanto in campo di gare internazionali le regole cambiano da campo gara a campo gara e gli agonisti devono essere anche un poco ragionieri nell'impostare le strategie di gara. Discorso un poco diverso per la cernia perché implica anche una modifica di strategia e di tecnica.

Per me, qualsiasi cosa si faccia deve sempre essere fatta in funzione di favorire l'allargamento della base nei circuiti di selezioni con gare facili da organizzare e fare a basso costo e di impegno relativo, e gare molto tecniche sull'alto livello per stabilire la vera scala valori, pur sapendo che nella pesca in fattore fortuna conta sempre. Sull'alto livello la finale in 2 giornate che vuol dire quasi secca è poco, si potrebbe impostare un circuito di finale su più gare in più località, magari con meno giorni di preparazione per alleggerire l'impegno. Tipo magari 3 su 4 gare, 1 Ionio o Adriatico, 1 Tirreno, 1 Sicilia, 1 Sardegna e su tipologie di fondale differenti. Da un circuito del genere la scala dei valori sarebbe sicuramente più realista.

 

Il campionato a coppie invece deve essere una cosa fine a se stessa senza nessuna qualifica, ai mondiali non c'è, si potrebbe anche levare. Anche perché sembra fatto a posta per le ladrate.

 

ps: 3 su 4 con ultima gara obbligatoria

Modificato da Mauro Sanvito
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non avendo mai gareggiato non entro nel merito dei regolamenti,i miei 2c preferisco buttarlì sull'aspetto della promozione e diffusione della pia come sport.

Quallo che manca alle gare e al circuito è proprio attrarre il pubblico,possibile che oltre a compagni di circolo dei locali e qualche garista che passa a salutare i vecchi amici non và ad assistere nessuno?perchè non si riesce a creare,anche in piccolo,quell'interesse che invece riscuotono per esempio l'eudi,che pure alla pia dedica spazi ridotti rispetto all'ara e altre discipline legate al mettere la testa sott'acqua?

organizzare piccoli stand espositivi per le aziende,con la possibilità di commercializzare i prodotti,riunioni e convegni,presntazione dei circoli locali e dei corsi,far partecipare quei personaggi che hanno fatto la storia di questo sport,io mi immagino l'appassionato che si reca oggi a una gara di pia:dopo la levataccia per raggiungere il porto di partenza per vedere i gommoni partire verso le zone di gara,se è con qualche amico scambia due chiacchiere,poi è troppo presto persino per andare a prendere un aperitivo al bar del porto.

tutto diverso sarebbe se,dopo la partenza,ci fossero che ne sò,l'istruttore fipsas che fà una lezione di sicurezza piuttosto che di apnea,Scarpati e Mazzarri che raccontano qualche aneddotto del passato,Riolo che sfanciulla Bardi,l'addetto vendite mares-seac-omer-eccetera che presentano i cataloghi e i nuovi prodotti,D'Agnano i nuovi video, Alemanni che mostra i suoi roller spiegandone il funzionamento ai normali mortali che non ne hanno mai visto uno dal vivo,la presenza di quei produttori locali più o meno artigianali che non possono permettersi di andare all'eudi...piccole fiere insomma,con in più periodici aggiornamenti sullo svolgimento della gara con l'apice ovviamente nella presentazione dei finalisti,dei circoli organizzatori,e quindi della pesatura e conseguente premiazione dei vincitori.

Allora varrebbe la pena per ogni appassionato assistere,ne incuriosirebbe di nuovi,anche chi non può recarsi alle fiere principali se ne troverebbe una itinerante prima o poi nei suoi paraggi,si creerebbe un movimento con un riscontro tale da attirare l'attenzione dell'informazione non solo specializzata.

Ovviamente le selettive avrebbero attenzioni minori,magari più mirati ad attrarre e creare una base di agonisti futuri,dando più spazio ai circoli in modo che gli appassionati possano trovarsi nella condizione di sceglierne e associarsi a uno,e a presentare i produttori e negozianti locali,poi ovviamente più si propone a chi deve essere attirato meglio è.

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Tutti i vostri suggerimenti sono importanti. Credo che tutte le modifiche che sono state introdotte a livello di gare selettive avessero come scopo anche quello di facilitare l'accesso ai neofiti, però il risultato è stato deludente, non mi risulta che sia aumentata la partecipazione in modo significativo alle gare di selezione che sono appunto aperte a tutti, si fanno a nuoto e quindi non è necessario possedere o farsi imprestare una imbarcazione, e su campi di gara locali. Un errore che è stato fatto è stato quello, a mio avviso, di dividere le gare per regioni. Era molto meglio lasciare la libertà a tutti di partecipare alle gare selettive su tutto il territorio nazionale, magari inserendo l'obbligo di partecipazione a 4 o 5 gare. Io mi ricordo che spesso andavo a fare gare in posti totalmente sconosciuti, soprattutto quando ormai la mia classifica mi aveva escluso dalla qualificazione. Ciò mi dava la possibilità di conoscere altri luoghi, altri garisti, e fare una enorme esperienza che poi, molte volte, diventava utile per fare ad esempio un campionato a squadre o altri trofei molto quotati. Potevo costruirmi un bagaglio di esperienza ben differenziato e anche il mio libro mire cresceva corposamente.

In quanto ai punteggi vorrei rispondere a Mauro: per me è una questione più di spettacolarità di un carniere che di difficoltà di cattura. A me piace molto di più vedere un carniere di 5 saraghi rispetto a uno di tordi e due scorfani. Ma è chiaro che è soggettivo. Del resto esistono prede a coefficiente giustamente perchè sono considerate più facili tipo grongo: ma chi ci dice che a volte tirar fuori un grongo da un buco non sia più difficile che un sarago spiedinato? C'erano gare in Croazia dove i gronghi valevano moltissimo, ed ecco tutti gli atleti portare al peso un sacco di serpi. Ma io continuo a sostenere che 5 saraghi mi piacciono di più che 5 gronghi dentro un carniere. Però appunto questo non è l'aspetto più importante.

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Tutti i vostri suggerimenti sono importanti. Credo che tutte le modifiche che sono state introdotte a livello di gare selettive avessero come scopo anche quello di facilitare l'accesso ai neofiti, però il risultato è stato deludente, non mi risulta che sia aumentata la partecipazione in modo significativo alle gare di selezione che sono appunto aperte a tutti, si fanno a nuoto e quindi non è necessario possedere o farsi imprestare una imbarcazione, e su campi di gara locali. Un errore che è stato fatto è stato quello, a mio avviso, di dividere le gare per regioni. Era molto meglio lasciare la libertà a tutti di partecipare alle gare selettive su tutto il territorio nazionale, magari inserendo l'obbligo di partecipazione a 4 o 5 gare. Io mi ricordo che spesso andavo a fare gare in posti totalmente sconosciuti, soprattutto quando ormai la mia classifica mi aveva escluso dalla qualificazione. Ciò mi dava la possibilità di conoscere altri luoghi, altri garisti, e fare una enorme esperienza che poi, molte volte, diventava utile per fare ad esempio un campionato a squadre o altri trofei molto quotati. Potevo costruirmi un bagaglio di esperienza ben differenziato e anche il mio libro mire cresceva corposamente.

 

In quanto ai punteggi vorrei rispondere a Mauro: per me è una questione più di spettacolarità di un carniere che di difficoltà di cattura. A me piace molto di più vedere un carniere di 5 saraghi rispetto a uno di tordi e due scorfani. Ma è chiaro che è soggettivo. Del resto esistono prede a coefficiente giustamente perchè sono considerate più facili tipo grongo: ma chi ci dice che a volte tirar fuori un grongo da un buco non sia più difficile che un sarago spiedinato? C'erano gare in Croazia dove i gronghi valevano moltissimo, ed ecco tutti gli atleti portare al peso un sacco di serpi. Ma io continuo a sostenere che 5 saraghi mi piacciono di più che 5 gronghi dentro un carniere. Però appunto questo non è l'aspetto più importante.

 

Non è un problema la regionalità delle selettive.

Il problema è che quando ti fai 3 o 4 selettive e non raccogli risultati ti si accende nel cervello la lampadina di Archimede che ti dice: "ma chi me lo fa fare di sprecare una giornata di pesca per una gara del cavolo?"

E al posto di farti le selettive l'anno dopo torni a pescare per i fatti tuoi, e lasci il circuito ai soliti 20 o 30 affezionati.

Forse quello che manca è uno step intermedio tra selettive e fase finale, uno step a cui accedere anche solo con piazzamenti e da cui con un ulteriore selezione magari interregionale ci si possa qualificare per le fasi finali.

 

Sui punteggi ok la spettacolarità che è importante, ma una gara la si vince anche con 10 cefali che non sono certo il top in spettacolarità e difficoltà di cattura. Alla fine conta la sostanza.

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non avendo mai gareggiato non entro nel merito dei regolamenti,i miei 2c preferisco buttarlì sull'aspetto della promozione e diffusione della pia come sport.

Quallo che manca alle gare e al circuito è proprio attrarre il pubblico,possibile che oltre a compagni di circolo dei locali e qualche garista che passa a salutare i vecchi amici non và ad assistere nessuno?perchè non si riesce a creare,anche in piccolo,quell'interesse che invece riscuotono per esempio l'eudi,che pure alla pia dedica spazi ridotti rispetto all'ara e altre discipline legate al mettere la testa sott'acqua?

organizzare piccoli stand espositivi per le aziende,con la possibilità di commercializzare i prodotti,riunioni e convegni,presntazione dei circoli locali e dei corsi,far partecipare quei personaggi che hanno fatto la storia di questo sport,io mi immagino l'appassionato che si reca oggi a una gara di pia:dopo la levataccia per raggiungere il porto di partenza per vedere i gommoni partire verso le zone di gara,se è con qualche amico scambia due chiacchiere,poi è troppo presto persino per andare a prendere un aperitivo al bar del porto.

tutto diverso sarebbe se,dopo la partenza,ci fossero che ne sò,l'istruttore fipsas che fà una lezione di sicurezza piuttosto che di apnea,Scarpati e Mazzarri che raccontano qualche aneddotto del passato,Riolo che sfanciulla Bardi,l'addetto vendite mares-seac-omer-eccetera che presentano i cataloghi e i nuovi prodotti,D'Agnano i nuovi video, Alemanni che mostra i suoi roller spiegandone il funzionamento ai normali mortali che non ne hanno mai visto uno dal vivo,la presenza di quei produttori locali più o meno artigianali che non possono permettersi di andare all'eudi...piccole fiere insomma,con in più periodici aggiornamenti sullo svolgimento della gara con l'apice ovviamente nella presentazione dei finalisti,dei circoli organizzatori,e quindi della pesatura e conseguente premiazione dei vincitori.

Allora varrebbe la pena per ogni appassionato assistere,ne incuriosirebbe di nuovi,anche chi non può recarsi alle fiere principali se ne troverebbe una itinerante prima o poi nei suoi paraggi,si creerebbe un movimento con un riscontro tale da attirare l'attenzione dell'informazione non solo specializzata.

Ovviamente le selettive avrebbero attenzioni minori,magari più mirati ad attrarre e creare una base di agonisti futuri,dando più spazio ai circoli in modo che gli appassionati possano trovarsi nella condizione di sceglierne e associarsi a uno,e a presentare i produttori e negozianti locali,poi ovviamente più si propone a chi deve essere attirato meglio è.

 

Guarda che qua la realtà è che se non ci sono premi sponsor da raccogliere tanti neppure presenziano a pesatura e premiazioni.........

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Mauro ho partecipato a qualche "memorial"o come li vogliamo chiamare,per gli sfigati come me i montepremi comunque sono monetizzabili come e più di essere sponsorizzati,tu crea le possibiltà poi falle sviluppare il resto è conseguenza

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Il problema è che quando ti fai 3 o 4 selettive e non raccogli risultati ti si accende nel cervello la lampadina di Archimede che ti dice: "ma chi me lo fa fare di sprecare una giornata di pesca per una gara del cavolo?"

 

Eppure una volta, quando le selettive si facevano in gommone, erano una festa alla quale partecipavano circoli interi, con lunghe carovane di gommoni, la maggior parte neppure preparava ma era comunque un piacere fare quelle gare ed essere parte di quegli eventi.

 

A conti fatti la FAN non è che abbia portato tutto questo giovamento in termini di partecipazione, anzi, forse è la ragione principale per cui dopo 3 o 4 gare senza risultati uno si rompe le scatole e abbandona. A differenza invece delle gare a squadre in gommone che pullulano di squadre in gara, e si vince praticamente nulla.

 

L'unica FAN che funziona è il campionato a coppie, e solo perchè regala l'accesso diretto all'assoluto, tolto quello sarebbe una gara morta.

 

Forse bisogna interrogarsi su questo ed evitare di rispondersi che è semplicemente colpa della crisi che ha aumentato spese e ridotto stipendi. Sennò eliminiamo proprio le gare di selezione, facciamo 2, 3, 4 campionati di seconda a iscrizione libera, sperando che il gommone obbligatorio non sia visto anche qui come discriminazione e limitazione di accesso!

 

Qui mi pare che tutti vogliano la massima categoria nel modo più semplice e sbrigativo possibile. Se in altri sport si ragionasse così non esisterebbero le categorie inferiori dove spesso si gareggia solo per il piacere di farlo e senza alcuna velleità. Ma forse il problema è proprio qui, la pescasub ha perso la sua cultura sportiva e non la recupererà mai più.

 

:bye:

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Il problema è che quando ti fai 3 o 4 selettive e non raccogli risultati ti si accende nel cervello la lampadina di Archimede che ti dice: "ma chi me lo fa fare di sprecare una giornata di pesca per una gara del cavolo?"

 

Eppure una volta, quando le selettive si facevano in gommone, erano una festa alla quale partecipavano circoli interi, con lunghe carovane di gommoni, la maggior parte neppure preparava ma era comunque un piacere fare quelle gare ed essere parte di quegli eventi.

 

A conti fatti la FAN non è che abbia portato tutto questo giovamento in termini di partecipazione, anzi, forse è la ragione principale per cui dopo 3 o 4 gare senza risultati uno si rompe le scatole e abbandona. A differenza invece delle gare a squadre in gommone che pullulano di squadre in gara, e si vince praticamente nulla.

 

L'unica FAN che funziona è il campionato a coppie, e solo perchè regala l'accesso diretto all'assoluto, tolto quello sarebbe una gara morta.

 

Forse bisogna interrogarsi su questo ed evitare di rispondersi che è semplicemente colpa della crisi che ha aumentato spese e ridotto stipendi. Sennò eliminiamo proprio le gare di selezione, facciamo 2, 3, 4 campionati di seconda a iscrizione libera, sperando che il gommone obbligatorio non sia visto anche qui come discriminazione e limitazione di accesso!

 

Qui mi pare che tutti vogliano la massima categoria nel modo più semplice e sbrigativo possibile. Se in altri sport si ragionasse così non esisterebbero le categorie inferiori dove spesso si gareggia solo per il piacere di farlo e senza alcuna velleità. Ma forse il problema è proprio qui, la pescasub ha perso la sua cultura sportiva e non la recupererà mai più.

 

:bye:

 

Il punto ruota proprio su questo.

Se fai le selettive da senza prospettive e non ottieni risultati subito, ti passa la voglia. Pochi sono quelli che trovano le motivazioni per far gare su gare senza far risultato.

Stando solo nella pesca agonistica ma con la canna faccio notare che quando c'è una gara, c'è la classifica unica magari tra 200 partecipanti, ma ci sono anche le classifiche di settore, e i settori vanno da 6 a 10 partecipanti a seconda del regolamento particolare.

Adesso non dico di fare così nella pesca subacquea perché non è la stessa cosa, ma una prospettiva intermedia tra il tutto della qualifica ed il nulla della non qualifica, qualche prospettiva intermedia va data, tipo le qualifiche ad un inter-regionale da cui poi qualificare i veri finalisti.

Magari formula FAN alle selettive di base, poi gommone sull'inter-regionale in modo di coinvolgere quella mobilitazione di club di cui parlavi sui meritevoli.

 

 

Nello sport il vero successo non è coinvolgere i campioni, ma tutto ciò che sta alle spalle e che campioni non saranno mai.

Possibile che negli altri sport la massa dei garisti siano gli amatori ed i master, e qui anche gli agonisti motivati scappino dopo 4 insuccessi?

Modificato da Mauro Sanvito
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Bene dai, stan venendo fuori delle idee, speriamo ci siano altri contributi.

Io sono della vecchia guardia e mi ricordo molto bene il gran divertimento delle gare selettive in gommone. Quasi sempre io ero uno di quelli che non aveva il gommone e venivo aggregato ad un altro atleta col gommone. Ovvio che subivo la situazione di quello che non può decidere molto, ma in realtà la sportività della maggior parte degli atleti mi ha quasi sempre permesso di pescare nelle zone che piacevano anche a me. E forse proprio perchè ero abbastanza legato al proprietario del gommone mi capitava di studiarne le mosse e le strategie e ciò è stato fondamentale per ottenere i miei primi risultati. faccio un esempio. Mi ricordo ancora oggi una gara che fu la svolta decisiva nella mia strategia per le selettive. Si svolgeva a Sestri Levante e io fui sorteggiato in gommone con Gian Donati. Lui pescò quasi tutto il tempo sulla Punta Manara e io ovviamente stavo lì vicino. Io cercavo il pescione a fondo e lui in acqua bassa e media ha rastrellato un tratto di costa di non più di 300 mt avanti e indietro. Fece questo non subito, ossia non a inizio gara perchè, mi spiegò poi, perchè all'inizio il tempo era nuvoloso e lui cercava i tordi e i tordi escono col sole. Allora all'inizio ha puntato su altre specie, ma visto che non girava un granchè, quando è uscito il sole si è buttato nella zona che conosceva bene essere frequentata da tordi. Altri atleti erano passati prima di lui, solo che nel momento sbagliato. Altri atleti stavano pescando più tardi in quel punto ma non con la sua stessa convinzione, davano una passata e proseguivano oltre. Invece lui sapeve che la maggior concentrazione di tordi era lì e ha insistito avanti e indietro per 3 ore. Vinse con un gran carniere di tordi e qualche sarago. Io non mi ricordo il mio piazzamento, non fu un granchè, ma imparai molto da quella lezione. Quando cominciai a vincere le mie prime selettive non sempre fu grazie ai tordi, ma quando era epoca giusta e le condizioni lo permettevano applicavo spesso la tattica che avevo visto dare successo a uno dei miei idoli di allora.

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Il punto ruota proprio su questo.

Se fai le selettive da senza prospettive e non ottieni risultati subito, ti passa la voglia. Pochi sono quelli che trovano le motivazioni per far gare su gare senza far risultato.

 

Ma deve essere cambiato qualcosa a livello di mentalità generale, non c'è altra spiegazione. Mica prima tutti quelli che partecipavano alle selettive potevano realmente dire di avere delle prospettive. E l'impegno, almeno di tempo per le trasferte e la preparazione, c'è sempre stato, da allora è solo drasticamente diminuito. Neppure tutti quelli che partecipano alle competizioni a squadre possono seriamente dire di andarci per vincere o per piazzarsi, la prima molla è la possibilità di fare quella gara in buona compagnia, in gommone, tra gente che si conosce.

 

Insomma è indubbio che il disamore verso le gare non sia omogeneo, anzi spesso chi si dice deluso del circuito individuale poi continua a frequentare gli appuntamenti a squadre. Sembra proprio che le gare individuali abbiano perso quell'atmosfera di contorno che avevano prima e che da sola era più che sufficiente a fare da attrattore e collante. E non che prima le scorrettezze e tutte le cose che si lamentano oggi non ci fossero.

 

Sciacchetrà ha parlato di come andasse a fare selettive lontano da casa, quando la classifica non gli dava più prospettive, per conoscere posti nuovi. Ma oggi chi lo farebbe? È già un miracolo se uno fa tutte le selettive in programma pur non avendo nessun tornaconto in termini di risultato...

 

Gli agonisti scappano dopo 4 insuccessi perchè non riconoscono nella propria sconfitta la predominanza del fattore individuale, e forse non hanno tutti i torti. Perdono più per episodi e fortune altrui che non per demerito personale. Chi accetterebbe che l'episodio possa sistematicamente contare più dell'impegno e del sacrificio? E in fondo parliamo anche di gente che ha vinto ma anche perso e accettato le sconfitte con onore. Mica improvvisamente un Antonini o un Bellani sono diventati allergici alle sconfitte.

 

La pescasub, oggettivamente, non ha più campioni nè modelli che fungano da esempio o da traguardo. La gran parte degli agonisti non gareggia contro se stesso o contro qualcuno, ma per avere qualcosa di molto materiale, dalle sponsorizzazioni, alle attrezzature, passando per la semplice acquisizione dello status di "atleta di categoria x" che gli permette (non si sa in virtù di cosa) di guardare gli altri normali pescatori dall'alto in basso quando li incontra allo scivolo prima di uscire.

 

Secondo me non saranno le classifiche intermedie e i premi di consolazione a far uscire il movimento da una fossa che si è scavato da solo con pedissequa ostinazione. Se si vuole premiare realmente il valore atletico con regolamenti opportuni, bisogna prendere atto del fatto che i 3/4 degli agonisti del circuito italiano si riducono al ruolo di comparse. Se invece si vuole spingere ancora di più verso un livellamento che ampli la base, allora tanto vale eliminare ogni forma di selezione e permettere a tutti di misurarsi. Non so come si possa gestire un campionato italiano con qualche centinaio di iscritti, ma una soluzione si potrebbe trovare.

 

Per come la vedo io, ci si ostina a voler attribuire allo sport una "democraticità" che non ha e non può avere. Ci si lamenta che togliere i limiti alla preparazione favorirebbe troppo i locali, ma contestazioni su questa disparità di mezzi le potrebbe sollevare chiunque e per qualsiasi questione: ad esempio il semplice garista nei confronti di quello sponsorizzato, o quello che lavora tutta la settimana e non riesce ad allenarsi nei confronti del dipendente comunale che ha quasi sempre il pomeriggio libero. Ancora non è spuntato qualcuno che vuole l'attrezzatura per fare le gare ma di questo passo ci mancherà poco. Insomma, ci siamo ridotti così nel tentativo di costruire un sistema in cui tutti gareggiassero ad armi pari ed abbiamo finito solo trascinare in alto la mediocrità.

 

:bye:

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Il punto ruota proprio su questo.

Se fai le selettive da senza prospettive e non ottieni risultati subito, ti passa la voglia. Pochi sono quelli che trovano le motivazioni per far gare su gare senza far risultato.

 

Ma deve essere cambiato qualcosa a livello di mentalità generale, non c'è altra spiegazione. Mica prima tutti quelli che partecipavano alle selettive potevano realmente dire di avere delle prospettive. E l'impegno, almeno di tempo per le trasferte e la preparazione, c'è sempre stato, da allora è solo drasticamente diminuito. Neppure tutti quelli che partecipano alle competizioni a squadre possono seriamente dire di andarci per vincere o per piazzarsi, la prima molla è la possibilità di fare quella gara in buona compagnia, in gommone, tra gente che si conosce.

 

Insomma è indubbio che il disamore verso le gare non sia omogeneo, anzi spesso chi si dice deluso del circuito individuale poi continua a frequentare gli appuntamenti a squadre. Sembra proprio che le gare individuali abbiano perso quell'atmosfera di contorno che avevano prima e che da sola era più che sufficiente a fare da attrattore e collante. E non che prima le scorrettezze e tutte le cose che si lamentano oggi non ci fossero.

 

Sciacchetrà ha parlato di come andasse a fare selettive lontano da casa, quando la classifica non gli dava più prospettive, per conoscere posti nuovi. Ma oggi chi lo farebbe? È già un miracolo se uno fa tutte le selettive in programma pur non avendo nessun tornaconto in termini di risultato...

 

Gli agonisti scappano dopo 4 insuccessi perchè non riconoscono nella propria sconfitta la predominanza del fattore individuale, e forse non hanno tutti i torti. Perdono più per episodi e fortune altrui che non per demerito personale. Chi accetterebbe che l'episodio possa sistematicamente contare più dell'impegno e del sacrificio? E in fondo parliamo anche di gente che ha vinto ma anche perso e accettato le sconfitte con onore. Mica improvvisamente un Antonini o un Bellani sono diventati allergici alle sconfitte.

 

La pescasub, oggettivamente, non ha più campioni nè modelli che fungano da esempio o da traguardo. La gran parte degli agonisti non gareggia contro se stesso o contro qualcuno, ma per avere qualcosa di molto materiale, dalle sponsorizzazioni, alle attrezzature, passando per la semplice acquisizione dello status di "atleta di categoria x" che gli permette (non si sa in virtù di cosa) di guardare gli altri normali pescatori dall'alto in basso quando li incontra allo scivolo prima di uscire.

 

Secondo me non saranno le classifiche intermedie e i premi di consolazione a far uscire il movimento da una fossa che si è scavato da solo con pedissequa ostinazione. Se si vuole premiare realmente il valore atletico con regolamenti opportuni, bisogna prendere atto del fatto che i 3/4 degli agonisti del circuito italiano si riducono al ruolo di comparse. Se invece si vuole spingere ancora di più verso un livellamento che ampli la base, allora tanto vale eliminare ogni forma di selezione e permettere a tutti di misurarsi. Non so come si possa gestire un campionato italiano con qualche centinaio di iscritti, ma una soluzione si potrebbe trovare.

 

Per come la vedo io, ci si ostina a voler attribuire allo sport una "democraticità" che non ha e non può avere. Ci si lamenta che togliere i limiti alla preparazione favorirebbe troppo i locali, ma contestazioni su questa disparità di mezzi le potrebbe sollevare chiunque e per qualsiasi questione: ad esempio il semplice garista nei confronti di quello sponsorizzato, o quello che lavora tutta la settimana e non riesce ad allenarsi nei confronti del dipendente comunale che ha quasi sempre il pomeriggio libero. Ancora non è spuntato qualcuno che vuole l'attrezzatura per fare le gare ma di questo passo ci mancherà poco. Insomma, ci siamo ridotti così nel tentativo di costruire un sistema in cui tutti gareggiassero ad armi pari ed abbiamo finito solo trascinare in alto la mediocrità.

 

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Va be Davide, ma detta così non è che lasci molte chance al movimento agonistico.

Allora a dirla tutta il tracollo deriva dal fatto che prima di pesca in apnea tanti la praticavano ma pochi ne sapevano per davvero, e l conoscenza pescatoria veniva diffusa attraverso i club in modo diretto da pescatore esperto a neofita, oppure tramite la carta stampata con degli articoli che potevano essere chiari solo a chi già aveva vissuto quelle esperienze e quindi fondamentalmente non ne aveva bisogno.

E poi tutti coloro che sentivano necessità di soddisfare il proprio ego e confrontarsi con gli altri in qualche modo si avvicinavano al circuito agonistico, magari solo nella veste di curiosi o comparse nelle gare, ma pur sempre in qualche modo partecipavano.

Ora invece chi vuol imparare si attacca a youtube e si guarda tutti i filmati che vuole e se proprio non è ritardato qualcosa ci capisce, o almeno pensa di averci capito. Chi invece vuole soddisfare il proprio ego si attacca una telecamera sul fucile e inizia a filmare, capiterà a tutti che prima o poi che stando fermi sul fondo 1 minuto un pesce ti venga in bocca......... e allora carica da qualche parte sto filmato e l'ego individuale è a posto.

Se poi proprio si vuol dimostrare di esser forti al posto di caricare il filmato della cattura di 1 pesce si monta il filmato con 10 pesci, e non importa se in momenti diversi e posti diversi, sempre come dei grandi e bravi pescatori si riesce ad apparire.

Chiaro poi che per un pescatore del genere dove l'apparenza da facebook è tutto, le gare diventano non solo inutili ma addirittura deleterie, visto che basta uno scorcio ad una classifica per capire che il nostro baldo eroe pescasub da canale youtube non è così bravo come tende a far credere, ma una scarsella da ultimo posto in classifica a punteggio = 0 per 8 gare consecutive....

Ma figurati se uno del genere accetterà mai di vedere la propria ego demolita e avrà l'umiltà di reinventarsi la pesca subacquea iniziando dalla gavetta..........

 

Se la realtà è davvero questo allora tanto vale buttare via tutto, tanto è tempo perso.

Quello che mi chiedo però è come facciano negli altri sport, dove nella stessa gara di running ti capita quello che si fa 10 km in 30 minuti e quello che ci mette 2 ore e che si è pure fermato al ristoro a prendersi una tazza di tè.

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Il punto ruota proprio su questo.

Se fai le selettive da senza prospettive e non ottieni risultati subito, ti passa la voglia. Pochi sono quelli che trovano le motivazioni per far gare su gare senza far risultato.

 

Ma deve essere cambiato qualcosa a livello di mentalità generale, non c'è altra spiegazione. Mica prima tutti quelli che partecipavano alle selettive potevano realmente dire di avere delle prospettive. E l'impegno, almeno di tempo per le trasferte e la preparazione, c'è sempre stato, da allora è solo drasticamente diminuito. Neppure tutti quelli che partecipano alle competizioni a squadre possono seriamente dire di andarci per vincere o per piazzarsi, la prima molla è la possibilità di fare quella gara in buona compagnia, in gommone, tra gente che si conosce.

 

Insomma è indubbio che il disamore verso le gare non sia omogeneo, anzi spesso chi si dice deluso del circuito individuale poi continua a frequentare gli appuntamenti a squadre. Sembra proprio che le gare individuali abbiano perso quell'atmosfera di contorno che avevano prima e che da sola era più che sufficiente a fare da attrattore e collante. E non che prima le scorrettezze e tutte le cose che si lamentano oggi non ci fossero.

 

Sciacchetrà ha parlato di come andasse a fare selettive lontano da casa, quando la classifica non gli dava più prospettive, per conoscere posti nuovi. Ma oggi chi lo farebbe? È già un miracolo se uno fa tutte le selettive in programma pur non avendo nessun tornaconto in termini di risultato...

 

Gli agonisti scappano dopo 4 insuccessi perchè non riconoscono nella propria sconfitta la predominanza del fattore individuale, e forse non hanno tutti i torti. Perdono più per episodi e fortune altrui che non per demerito personale. Chi accetterebbe che l'episodio possa sistematicamente contare più dell'impegno e del sacrificio? E in fondo parliamo anche di gente che ha vinto ma anche perso e accettato le sconfitte con onore. Mica improvvisamente un Antonini o un Bellani sono diventati allergici alle sconfitte.

 

La pescasub, oggettivamente, non ha più campioni nè modelli che fungano da esempio o da traguardo. La gran parte degli agonisti non gareggia contro se stesso o contro qualcuno, ma per avere qualcosa di molto materiale, dalle sponsorizzazioni, alle attrezzature, passando per la semplice acquisizione dello status di "atleta di categoria x" che gli permette (non si sa in virtù di cosa) di guardare gli altri normali pescatori dall'alto in basso quando li incontra allo scivolo prima di uscire.

 

Secondo me non saranno le classifiche intermedie e i premi di consolazione a far uscire il movimento da una fossa che si è scavato da solo con pedissequa ostinazione. Se si vuole premiare realmente il valore atletico con regolamenti opportuni, bisogna prendere atto del fatto che i 3/4 degli agonisti del circuito italiano si riducono al ruolo di comparse. Se invece si vuole spingere ancora di più verso un livellamento che ampli la base, allora tanto vale eliminare ogni forma di selezione e permettere a tutti di misurarsi. Non so come si possa gestire un campionato italiano con qualche centinaio di iscritti, ma una soluzione si potrebbe trovare.

 

Per come la vedo io, ci si ostina a voler attribuire allo sport una "democraticità" che non ha e non può avere. Ci si lamenta che togliere i limiti alla preparazione favorirebbe troppo i locali, ma contestazioni su questa disparità di mezzi le potrebbe sollevare chiunque e per qualsiasi questione: ad esempio il semplice garista nei confronti di quello sponsorizzato, o quello che lavora tutta la settimana e non riesce ad allenarsi nei confronti del dipendente comunale che ha quasi sempre il pomeriggio libero. Ancora non è spuntato qualcuno che vuole l'attrezzatura per fare le gare ma di questo passo ci mancherà poco. Insomma, ci siamo ridotti così nel tentativo di costruire un sistema in cui tutti gareggiassero ad armi pari ed abbiamo finito solo trascinare in alto la mediocrità.

 

:bye:

 

 

Va be Davide, ma detta così non è che lasci molte chance al movimento agonistico.

Allora a dirla tutta il tracollo deriva dal fatto che prima di pesca in apnea tanti la praticavano ma pochi ne sapevano per davvero, e l conoscenza pescatoria veniva diffusa attraverso i club in modo diretto da pescatore esperto a neofita, oppure tramite la carta stampata con degli articoli che potevano essere chiari solo a chi già aveva vissuto quelle esperienze e quindi fondamentalmente non ne aveva bisogno.

E poi tutti coloro che sentivano necessità di soddisfare il proprio ego e confrontarsi con gli altri in qualche modo si avvicinavano al circuito agonistico, magari solo nella veste di curiosi o comparse nelle gare, ma pur sempre in qualche modo partecipavano.

Ora invece chi vuol imparare si attacca a youtube e si guarda tutti i filmati che vuole e se proprio non è ritardato qualcosa ci capisce, o almeno pensa di averci capito. Chi invece vuole soddisfare il proprio ego si attacca una telecamera sul fucile e inizia a filmare, capiterà a tutti che prima o poi che stando fermi sul fondo 1 minuto un pesce ti venga in bocca......... e allora carica da qualche parte sto filmato e l'ego individuale è a posto.

Se poi proprio si vuol dimostrare di esser forti al posto di caricare il filmato della cattura di 1 pesce si monta il filmato con 10 pesci, e non importa se in momenti diversi e posti diversi, sempre come dei grandi e bravi pescatori si riesce ad apparire.

Chiaro poi che per un pescatore del genere dove l'apparenza da facebook è tutto, le gare diventano non solo inutili ma addirittura deleterie, visto che basta uno scorcio ad una classifica per capire che il nostro baldo eroe pescasub da canale youtube non è così bravo come tende a far credere, ma una scarsella da ultimo posto in classifica a punteggio = 0 per 8 gare consecutive....

Ma figurati se uno del genere accetterà mai di vedere la propria ego demolita e avrà l'umiltà di reinventarsi la pesca subacquea iniziando dalla gavetta..........

 

Se la realtà è davvero questo allora tanto vale buttare via tutto, tanto è tempo perso.

Quello che mi chiedo però è come facciano negli altri sport, dove nella stessa gara di running ti capita quello che si fa 10 km in 30 minuti e quello che ci mette 2 ore e che si è pure fermato al ristoro a prendersi una tazza di tè.

 

La realtà e purtroppo quella che avete descritta. Direi che uno spirito maligno e autodistruttivo si è da tempo insinuato nel nostro ambiente. Molti ormai come avete detto si son costruiti questa falsa immagine di provetti pescatori e per niente al mondo sarebbero disposti a rinunciarvi, meno che meno facendo delle gare, dove i veri valori inevitabilmente prima o poi emergono. Questi personaggi non sono un bene per il nostro sport e anzi col loro esempio nefasto, lo portano alla rovina snaturandolo. Costoro inoltre il più delle volte non ritengono neanche utile essere membri di un circolo e questo fa sì che vi sia una sproporzione esagerata tra iscritti alla federazione e praticanti, essendo questi ultimi notevolmente di più. Anche i circoli comunque hanno le loro responsabilità, con una politica spesso miope tendente a favorire l'esistente, qualunque esso sia e dimenticandosi che senza l'agonismo, la nostra disciplina è destinata a una lenta morte, come sta avvenendo in Francia. Come agonisti liguri, saremo comunque presenti all'assemblea dell'EUDI,con una nostra proposta, che in parte ricalca quanto sinora esposto,sia nell'articolo che da voi. Personalmente continuerò, sinché Dio vorrà a fare gare e a incentivare i giovani e meno giovani a farle, nonostante le imminenti 64 primavere e una interminabile sfilza di cappotti, compensati ampiamente dal piacere di vivere per qualche ora serenamente tra amici e in una dimensione in cui finalmente riesco a riconoscermi.

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Flavio è sempre bello vedere la tua partecipazione qui. Ti aspetto in Brasileeeeeee!!!

Flavio Grisolia è anche lui uno della vecchia guardia (perdonami ma siamo due vecchietti !!!). Rappresenta a mio avviso lo spirito della grande passione per questo sport, indipendentemente dai risultati. Se ci fossero molti Flavio Grisolia la pesca subacquea agonistica sarebbe fiorente. Non so se ti ricordi, Flavio, che io ho sempre dichiarato che avrei continuato a fare gare fin quando avrei continuato a divertirmi. E così ho fatto. Vorrei che non fosse frainteso il mio precedente intervento. Il piacere di fare le gare non era solo legato al valore di osservare i migliori all'opera, era principalmente il piacere di incontrare tanti amici, di fermarsi al rinfresco dopo gara a parlare della propria vita. Molte volte ci si vedeva anche al di fuori delle gare oppure si facevano amici di altri luoghi d'Italia e quando capitava di andare a passare le vacanze da qualche parte ci si sentiva per telefono e si organizzava. Spesso ad esempio gli amici della Sardegna mi ospitavano da loro o altri che avevano punti di appoggio in Corsica si offrivano per organizzare le ferie insieme. Non sono mai stato spinto dai premi delle gare, molto spesso premi non ce n'erano in realtà. Ma la convivialità di quei momenti, le ragazzate stiel"Amici Miei" non mancavano mai. mi ricordo ad esempio che spesso ero sorteggiato in gommone con Paolone Cappucciati. A quell'epoca aveva un barcaiolo mezzo matto (ma simpaticissimo) che quando il mare era forte di scirocco si divertiva a prendere le onde di piena prua per far saltare il gommone. Sobbalzava tutto e bisognava tenersi forte ma era "da sballo". Paolo aveva un cocker spaniel abituato ad andare in gommone con lui e mi ricordo in Sardegna prendevamo il maestrale col cagnolino in piedi da solo sul bottazzo di prua del gommone... e non cadeva. Mi ricordo le serate passate insieme a Antonino Vella, oppure il lungo e stupendo sodalizio con Roberto Scerbo e con Roberto Bechi, la rivalità con gli altri atleti del club spezzino e mille episodi che facevano di contorno alla pura e semplice gara.

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