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Sei Favorevole All'introduzione Di Un Permesso?


Permesso obbligatorio per la pesca in apnea?  

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  1. 1. Permesso obbligatorio per la pesca in apnea?

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I documenti che vi posto sono le mie proposte. Non ho imposto niente a nessuno, semplicemente ho messo insieme considerazioni che si trovano scritte su internet e su carta stampata a mia firma, tutta farina del mio sacco.

 

Premessa fondamentale: quando si entra nel campo della politica, non tutte le carte possono essere scoperte pubblicamente, perché a volte farlo è un suicidio. Questo non significa voler evitare il confronto, semplicemente non è possibile spiegare certi retroscena perché a dire come stanno le cose si finisce per indispettire qualcuno e compromettere tattiche e strategie.

 

Chiaramente, chi ha come unico scopo lo spargimento di merda non ha problemi: racconta a tutti quello che vogliono sentirsi dire, mette un pizzico di "insieme vinceremo", infarcisce il discorso con "è nostro diritto inalienabile" e condisce il tutto con un pugno di teorie complottiste, giusto per offrire un colpevole precotto per indirizzare un po' di invettive e scaricare gli animi. A ben vedere, chi intende spargere merda o è un co@#**%e megalomane, mitomane ed egocentrico, o è uno che ha interessi economici rilevanti, o tutte e due le cose. Le mezze calzette, poi, sono solo altoparlanti di questo o quello, scimmie antropomorfe che danno fiato alle trombe senza sapere cosa dicono. Lo so, è antipatico leggere certi giudizi, ma devo essere sincero e dire quel che penso. Che la nostra categoria non si componga di geniacci lo dimostra lo stato miserabile in cui versa. Per l'amor del cielo: mi ci metto pure io, si intende.

 

 

Chi invece mira ad un obiettivo preciso, e cioé quello di un recupero di dignità della nostra categoria, si fa mille problemi a raccontare ciò che gli altri vogliono sentirsi dire, perché sa che alle parole devono seguire i fatti e ... lì casca l'asino. Analizzate le vicende che circondano gli arruffapopolo, valutate cosa hanno prodotto, quali proposte concrete hanno fatto.... cosa vogliono. Valutate le informazioni che vi propinano, verificatele attentamente.

 

Ecco un primo stralcio della documentazione che ho prodotto:

 

E' facile rilevare come la pesca sportiva marittima risulti scarsamente valorizzata dall'ordinamento giuridico nazionale. Aldilà delle innumerevoli considerazioni che possono arricchire di dettagli lo scenario giuridico e politico, è possibile fotografare la situazione attuale con poche osservazioni che dimostrano l'esistenza di un processo erosivo del fenomeno della pesca sportiva complessivamente considerata:

 

1) i meccanismi sanzionatori previsti dalla L. 963/65 e successive modificazioni e dal relativo regolamento di attuazione approvato con DPR 1639/68 non appaiono affatto ispirati ad un principio di proporzionalità, risultando estremamente afflittivi. Tali meccanismi sanzionatori si riferiscono a precetti sparsi in una lunga serie di atti normativi e regolamentari scarsamente conoscibili dagli appassionati. I precetti, inoltre, risultano spesso nebulosi e generano difficoltà in fase applicativa, con effetti deleteri sulla certezza del diritto e sulla serenità dei pescasportivi. Questi elementi non aiutano la promozione della pesca sportiva.

 

2) il meccanismo sanzionatorio disposto dalla normativa nazionale si innesta su un sistema che, al contrario di quanto accade nella quasi totalità dei paesi del Mediterraneo, consente a chicchessia di praticare l'attività senza particolari formalità e senza la necessità di un contatto con l'autorità o con enti che possano informare l'aspirante pescasportivo su obblighi e divieti che caratterizzano l'attività. Il risultato di questa situazione è estremamente deleterio, in quanto la scarsa conoscibilità delle regole generali e locali, la nebulosità delle norme e l'assenza di qualsiasi contatto "informativo" porta ad un gran numero di infrazioni, molte delle quali commesse in buona fede. La reazione delle istituzioni di fronte a questa illegalità diffusa, portata alla loro attenzione -non senza esagerazioni- dalle categorie economiche portatrici di interessi in varia misura confliggenti con quelli dei pescatori sportivi (in primis: pesca professionale, associazioni ambientaliste, aziende legate al turismo subacqueo) si traduce quasi sempre in norme più restrittive e sanzioni più afflittive, nonostante sia un palese controsenso cercare di porre rimedio all'illegalità con norme più restrittive, che evidentemente impattano solo sui cittadini che le rispettano e non anche su coloro che a vario titolo le violano. L'illegalità si combatte con la prevenzione e con la repressione (controlli).

 

3) Il fatto che la pesca sportiva marittima sia praticabile senza alcun permesso o licenza può apparire come una maggiore libertà, ma si tratta, appunto, di apparenza. Tra le principali conseguenze dell'assetto giuridico attuale non va dimenticata l'impossibilità di riconoscere al fenomeno della pesca sportiva le corrette dimensioni, sia sotto il profilo della consistenza (anche politica) della massa di appassionati e dell'indotto generato dal fenomeno, sia sotto il profilo del prelievo complessivamente operato dalla categoria. In assenza di dati, si nota una tendenza a sottostimare il potenziale politico ed economico della categoria - e conseguentemente la rilevanza dei suoi interessi- e, per converso, una tendenza a sovrastimare -a tutti i livelli, ivi inclusi i consessi internazionali- il prelievo ittico operato dagli sportivi.

 

4) Le notazioni sin qui effettuate interagiscono perniciosamente con un ulteriore elemento, introdotto dalla modifica dell'articolo 117 della Costituzione, in funzione della quale una serie di competenze sono state trasferite dallo Stato alle Regioni. Sebbene in questa fase sia ancora difficile tracciare una linea netta tra le competenze statali e regionali in materia di pesca marittima, in quanto la Corte Costituzionale ha avuto modo di chiarire la complessità della materia grazie ai ricorsi presentati da Regioni e Stato (es: dalla Regione Toscana contro il Dlgs 153/04 nella parte in cui prevede l'emanazione del nuovo regolamento e dal Consiglio dei Ministri contro la Legge Regionale Toscana 7 dicembre 2005, n. 66 intitolata: Disciplina delle attività di pesca marittima e degli interventi a sostegno della pesca marittima e dell'acquacoltura), è possibile che la normativa di un'attività così importante possa subire ulteriore frammentazione e costringere la FIPSAS ad un serrato confronto territoriale a livello periferico. Questo aspetto suggerisce l'opportunità di rafforzare la comunicazione tra FIPSAS centrale e struttura periferica, che dovrà necessariamente dotarsi di un apparato umano all'altezza dei nuovi gravosi compiti che si prospettano all'orizzonte. La FIPSAS centrale, per suo conto, dovrà rafforzare l'opera di raccolta delle informazioni e delle esperienze locali per trasfonderle in documenti accessibili alla struttura periferica, per favorire la formazione di una nuova categoria dirigenziale pronta ad affrontare le varie emergenze locali.

 

5) Sotto il profilo del riparto di competenze fra Stato e Regioni è fuori di dubbio che alcuni aspetti della pesca marittima, come ad esempio quelli legati agli impegni internazionali (vedi anche regolamento CE n. 1967/2006) o alla tutela dell'ambiente, sono e resteranno di competenza dello Stato (esclusiva o concorrente). Per questo appare opportuno promuovere azioni di tutela presso il Ministero delle Politiche Agricole, utilizzando il criterio del doppio binario (Stato - Regioni) in via precauzionale. Solo il tempo e le sentenze della Corte sulle singole questioni potranno sciogliere ogni dubbio sull'effettivo assetto del riparto di competenze, anche se appare ragionevole ritenere che la gestione delle licenze di pesca professionale e la regolamentazione della pesca sportiva resteranno di competenza statale almeno concorrente, e che quindi come minimo lo Stato gestirà la cornice normativa con una legge quadro, che indicherà i principi generali cui le Regioni dovranno attenersi nell'esercizio della loro potestà legislativa.

 

6) Da un decennio a questa parte il Codice per la pesca responsabile FAO, così come molti documenti dell'Unione Europea, testimoniano una crescente attenzione (rectius: preoccupazione) verso la pesca sportiva, ritenuta responsabile -nel Mediterraneo- di un prelievo complessivo pari al 10% o più del totale (dati evidentemente portati a Bruxelles dalle associazioni di categoria della pesca professionale e privi di ogni fondamento scientifico). L'unione Europea ha manifestato a più riprese la necessità di una regolamentazione della pesca sportiva, che nella sua opinione dovrebbe essere controllata almeno quanto quella professionale. Inoltre la misurazione dello sforzo di pesca nazionale, parte integrante degli impegni attribuiti ai governi dal Codice FAO, implica la necessità di quantificare, se non il prelievo, almeno la massa dei praticanti.

 

7) Al principio del 2004, durante colloqui intercorsi con l'allora responsabile della Direzione Pesca del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali dott. Attilio Tripodi, emerse che era ferma volontà dell'esecutivo introdurre un tesserino obbligatorio per la pratica della pesca sportiva, al fine di contare gli appassionati ed acquisire dati essenziali ad una congrua regolamentazione dell'attività

 

VALUTAZIONI E PROPOSTE OPERATIVE

 

Tutto ciò considerato, si ritiene che l'introduzione di un tesserino o di una licenza per la pratica della pesca sportiva sia ormai questione di tempo, e che la FIPSAS debba assolutamente attivarsi per partecipare ai processi decisionali che porteranno alla sua introduzione. Non solo la FIPSAS dovrà porsi come interlocutore, ma anche come soggetto attivo della gestione di questi permessi/tesserini/licenze, per evidenti ragioni di opportunità. Tutto questo senza dimenticare che altri soggetti giuridici hanno le carte in regola per tentare un colpo di mano e assumere l'iniziativa in autonomia, sopravanzando la Federazione.

 

In linea di massima si ritiene che la FIPSAS:

 

1) Debba prendere atto del processo erosivo della pesca sportiva realizzato a livello comunitario e nazionale, valutando la portata e le implicazioni politiche di provvedimenti come i fermo pesca di Sicilia e Sardegna (che da anni coinvolgono inauditamente anche la pesca sportiva, non solo in apnea), l'introduzione di balzelli sempre più consistenti per la pratica della pesca sportiva di superficie nelle zone C delle AMP (vedi AMP Ciclopi), la forte spinta politica dell'ambientalismo di facciata associata ai nuovi strumenti di tutela comunitaria dell'ambiente (Psic e ZPS - vedi richiesta dell'assessorato all'ambiente della Regione Sardegna sul campionato assoluto di pesca in apnea di Bosa 2006), i fantasiosi dati di prelievo attribuiti alla pesca sportiva dagli organi comunitari e l'inquadramento dell'attività non come risorsa, ma come "concorrenza sleale" della pesca professionale.

 

2) Debba reagire con iniziative specifiche, mirate a ottenere:

 

a) una regolamentazione adeguata della pesca sportiva, che è e resta una risorsa per questo paese;

B) una rivalutazione dell'immagine del pescatore sportivo

c) una maggiore partecipazione della FIPSAS ad ogni processo decisionale che coinvolga gli interessi della pesca sportiva

d) un maggiore coinvolgimento della FIPSAS nell'opera di qualificazione ed informazione dei pescatori sportivi

 

Con riferimento alla questione del permesso/licenza/tesserino, si ritiene opportuno distinguere la pesca di superficie da quella in apnea, che per le proprie caratteristiche richiede un approccio ed una regolamentazione a se stante:

 

a) la pesca in apnea, per l'ambiente e le modalità con cui si svolge, presenta un rischio consistente, che può essere fronteggiato solo con opportuna preparazione;

B) la pesca in apnea implica l'utilizzo di uno strumento atto ad offendere, che suggerisce l'opportunità di imporre ai suoi praticanti un'assicurazione RC

c) la necessità di un rilancio dell'immagine del pescatore in apnea, fortemente compromessa dai costumi del passato e dal voltafaccia di noti personaggi storici della subacquea, richiede una ri-qualificazione del pescatore subacqueo ed una più stretta collaborazione della FIPSAS con le istituzioni (Ministero dei Trasporti, CCPP, Ministero Politiche Agricole e Forestali, Ministero dell'ambiente)

 

Si ritiene opportuno effettuare una proposta al Ministero delle Politiche Agricole, che preveda:

 

1) il rilascio di un permesso obbligatorio per la pratica della pesca sportiva in apnea. Requisiti per il rilascio del permesso dovrebbero essere:

 

a) età maggiore a 16 anni (per l'uso del fucile)

B) assicurazione RC

 

(Sono personalmente contrario al certificato medico, perché in un'ottica di promozione della pesca sportiva in apnea e dei circoli federali non ritengo opportuno alzare muri troppo alti che potrebbero allontanare i praticanti dalla legalità. In fondo, la pratica della pesca in apnea a basso livello comporta un impegno fisico pari a quello del bagnante, per il quale non si prevede alcun certificato medico. Propendo più per il modello Francese, che tra l'altro è quello che utilizza le Federazioni per la distribuzione delle licenze)

 

La FIPSAS dovrebbe poi mettersi a disposizione per coadiuvare le istituzioni nell'opera di rilascio del documento necessario alla pratica della pesca in apnea, che dovrebbe essere sempre accompagnata dalla consegna di materiale informativo sulle norme che disciplinano l'attività (obblighi, divieti, aree interdette etc). Potendo contare su una solida struttura periferica, l'operazione non dovrebbe risultare impossibile. A livello centrale, inoltre, è assolutamente cruciale proseguire l'opera di riallaccio dei rapporti con le istituzioni, per instaurare una proficua cooperazione nell'interesse dei cittadini, con particolare attenzione a quelli degli appassionati di pesca sportiva.

 

 

AREE MARINE PROTETTE

 

In estrema sintesi, possiamo affermare che al contrario di quanto accade negli altri paesi europei a partire da Francia e Spagna, in Italia la politica di tutela del mare si fa soprattutto a spese degli appassionati di pesca sportiva in apnea. Le uniche attività impattanti totalmente proibite nelle numerose AMP italiane, che proteggono una superficie di mare superiore a quella delle AMP di Francia e Spagna messe insieme, sottraendo ai pescatori in apnea centinaia di migliaia di ettari di mare, risultano la pesca a strascico con metodi non tradizionali e la pesca sportiva in apnea. Quest'ultima è vittima di un pregiudizio che ormai da un decennio è approdato al Ministero dell'Ambiente, i cui decreti istitutivi delle AMP inseriscono la pesca in apnea fra le attività proibite e non suscettibili di regolamentazione da parte dell'ente gestore. In sede di concertazione dei vincoli con gli enti locali la pesca in apnea risulta già esclusa in partenza, nelle bozze regolamentari che costituiscono la base del confronto, e quando i comuni hanno tentato di aprire almeno ai veri sportivi tesserati con le associazioni riconosciute (FIPSAS - vedi proposta dei comuni ischitani di Barano e Lacco Ameno per il Regno di Nettuno) il Ministero ha opposto un rifiuto in nome dell'uniformità dei regolamenti delle AMP nazionali.... dove la pesca in apnea è sempre proibita.

 

Dato che questa disciminazione appare fortemente ingiusta e dato che una tutela dell'ambiente marino risulta comunque necessaria, si ritiene opportuno tentare un'azione che possa ribadire l'attenzione della FIPSAS ai problemi legati alla tutela ambientale -anche in qualità di associazione di tutela ambientale riconosciuta- ed allo stesso tempo eliminare questa piccola, grande ingiustizia compiuta a danno degli appassionati di pesca in apnea, una forma di pesca sportiva che, se praticata nel rispetto della legge e di determinati canoni etici, risulta altamente selettiva e perfettamente ecocompatibile.

 

Un progetto in tal senso potrebbe prevedere, sulla falsariga di quanto accade in Francia e Spagna, la possibilità, per i tesserati e brevettati FIPSAS - ossia di pescasportivi qualificati- di richiedere un permesso per la pratica della pesca in apnea in tutta o parte della zona C per 4 o 5 giorni a settimana (in Spagna si escludono i martedì e venerdì non festivi). Ovviamente la pesca in apnea all'interno dell'AMP dovrebbe essere regolamentata in modo più restrittivo:

 

1) divieto totale di prelievo di cernia, corvina, murena (come accade nell'AMP delle Tremiti, unica in cui oggi si possa ottenere il permesso)

 

2) limitazione di cattura: massimo 5 prede in totale, per un totale comunque non superiore a 5 Kg salvo preda singola di peso superiore - massimo 2 esemplari per specie.

 

3) Sarebbe opportuno segnalare l'opportunità di una misurazione dello sforzo di pesca nelle AMP, attuabile con l'obbligo di annotazione delle catture da parte di TUTTI i soggetti che a vario titolo (sportivo, professionale o scientifico) effettuano un prelievo all'interno dei confini dell'area marina protetta. Ancora, sarebbe opportuno introdurre una regolamentazione articolata, che possa salvaguardare le specie ittiche nei periodi riproduttivi, come del resto accade in acque interne.

 

Una proposta articolata e ben documentata andrebbe indirizzata alla Direzione AMP del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

 

 

OPPORTUNITA' DI PROPORRE UN SISTEMA DI LICENZA PER LA PRATICA DELLA PESCA SPORTIVA IN APNEA

 

La pesca in apnea sportiva, pur risultando una specie del genere "pesca sportiva" (arg ex art. 138 lett. e) DPR 1639/68), presenta caratteristiche assolutamente peculiari, che la differenziano sensibilmente dalle altre forme di pesca sportiva di superficie. Questa peculiarità è confermata dalla scelta del legislatore di dettare un nucleo di norme aggiuntive specificamente dirette alla disciplina in oggetto, contenute nella III sezione del Capo III del DPR 1639/68, intitolato "Delle pesche speciali", e si sostanzia principalmente:

 

1) nell'ambiente subacqueo in cui si svolge l'azione di pesca

2) nella particolarità dell'attrezzo utilizzato, dotato di una significativa capacità d'offesa alla persona

3) nella modalità di svolgimento dell'azione di pesca, che si caratterizza per la sequenza "individuazione della preda - tentativo di cattura". Questa sequenza garantisce un elevato livello di selettività preventiva, che possiamo definire sinteticamente "release and catch"

4) nella peculiarità e quantità di disposizioni normative e regolamentari generali e locali che attualmente, con una vera finzione giuridica, si presumono conoscibili e conosciute dai praticanti nonostante la nebulosità e delle prescrizioni e la loro frammentazione in un numero indefinito di atti.

 

Inoltre la pesca in apnea continua a soffrire un deterioramento della propria immagine, dovuta principalmente a due circostanze:

 

1) l'uso di un attrezzo chiamato "fucile" permette alla demagogia pseudoambientalista impropri accostamenti con la caccia terrestre;

2) il sistema regolamentare, molto complesso e articolato, si cala in una realtà in cui chiunque può acquistare le attrezzature ed iniziare la pratica della disciplina senza alcuna formalità. Ciò determina un alto tasso di illegalità diffusa, che insieme alla difficoltà dei controlli finisce per spingere legislatore e esecutivo ad una regolamentazione sempre più restrittiva.

 

L'attuale disciplina giuridica della pesca in apnea prevede che chiunque possa liberamente praticare l'attività, senza l'obbligo di sbrigare alcuna formalità o richiedere alcun permesso, salvo poi stabilire sanzioni di notevole entità (da 516 a 3098 euro) per qualsiasi violazione del regolamento (art 26 comma 3 L 963/65). La complessità e frammentazione delle regole unita al livello medio di conoscenza/qualificazione dei praticanti genera un preoccupante tasso di illegalità, da ascrivere soprattutto ai praticanti saltuari della disciplina (i cd. pescatori della domenica). Questo sistema è obsoleto, ed ormai resta utilizzato solo da pochissimi paesi nel Mediterraneo, come l'Italia o l'Albania. Francia, Spagna, Croazia, Tunisia, Grecia e molti altri paesi prevedono invece un sistema di licenze/permessi, rilasciati a determinate condizioni, che solitamente sono:

 

1) età minima

2) possesso di assicurazione RC o tessera di una federazione subacquea riconosciuta (nazionale o straniera)

 

Insieme al permesso/licenza, vengono solitamente consegnati documenti che riassumono le principali disposizioni di legge che disciplinano l'esercizio della disciplina, spesso corredati da cartografia con chiara indicazione delle zone di divieto. I permessi, a prescindere dall'ente (centrale o territoriale) che li rilascia, hanno validità sull'intero territorio nazionale.

 

Queste considerazioni ci spingono a sollecitare l'introduzione di un sistema di licenza per la pratica della pesca sportiva, come peraltro auspicato o desiderato:

 

-  dalla Commissione Affari Economici e Sociali dell'UE, che nel parere su una proposta di regolamento della pesca nel Mediterraneo del 2001 spiegava come, a suo modo di vedere "all the EU Member States should be required to have licensing systems which would make it possible to assess the real scale of these activities" (a tutti gli stati membri dell'UE dovrebbe richiedersi l'adozione di un sistema di licenze [per la pratica della pesca sportiva], in modo da rendere possibile una misurazione delle reali dimensioni di queste attività";

 

- dalla Direzione Pesca del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che nell'ambito del tavolo di lavoro per la revisione del DPR 1639/68 (previsto dal Dlgs 153/2004) ha più volte ribadito la volontà di istituire un tesserino/licenza per ogni forma di pesca sportiva in mare.

 

REQUISITI PER IL RILASCIO DELLA LICENZA

 

La proposta deve puntare all'introduzione di un documento necessario per la pratica della pesca sportiva in apnea, garantendo una estrema semplicità di rilascio a tutti i soggetti richiedenti in possesso di determinati requisiti:

 

1) età minima di 16 anni

2) possesso di una polizza di RC specifica per l'attività o, in alternativa, la tessera di una federazione subacquea riconosciuta

 

Per quanto riguarda l'assicurazione di responsabilità civile, si ritiene che un massimale adeguato sia quantificabile in 1.500.000 euro. Per quanto riguarda la nostra federazione, si tratta di valutare se le prestazioni garantite dalla polizza Sportass siano sufficienti o debbano essere integrate da altre polizze specifiche, erogate nell'ambito di convenzioni stipulate dalla FIPSAS. In allegato, si inserisce un piccolo prospetto delle varie soluzioni possibili predisposto da un broker assicurativo. Visto il poco tempo a disposizione non è stato possibile acquisire dati più completi, ma siamo in attesa di ulteriori proposte da parte di altri soggetti e sicuramente potremmo sentire anche la stessa Sportass.

 

MODALITA' DI RILASCIO DELLA LICENZA

 

Si tratta di un aspetto assolutamente cruciale. L'introduzione della licenza vuole mettere dei paletti alla pratica della disciplina, ma senza tradursi in inutili vessazioni per l'appassionato, per questo è assolutamente necessario valutare con grande attenzione le modalità di rilascio del documento, che devono ispirarsi ad un criterio di massima snellezza.

 

La procedura che si intende proporre è estremamente semplice. La licenza dovrebbe essere rilasciata da:

 

1) sezioni provinciali FIPSAS ed eventualmente circoli affiliati che ne facciano richiesta alla rispettiva sezione (acquistando i documenti in anticipo, come accade con le tessere federali)

2) negozi specializzati

3) canali distributivi istituzionali (Uffici locali CCPP - Finanza - Polizia - Carabinieri)  o privati (tabaccherie, esercizi pubblici che desiderino aderire al circuito distributivo)

 

Per richiedere il documento sarebbe sufficiente presentarsi in un punto di rilascio muniti di:

 

1) documento d'identità - in caso di minori, si consiglia di richiedere la presenza di un esercente la patria potestà

2) ricevuta di versamento delle tasse eventualmente previste su C/C con semplice bollettino postale o mezzo equivalente. Eventualmente si potrebbe prevedere la possibilità di versare i denari direttamente al soggetto che rilascia il documento

3) polizza assicurativa RC specifica per la Pesca in apnea o, in alternativa, tessera federale (nazionale o straniera) in corso di validità

4) somma per il documento (una parte del costo complessivo si suppone che debba essere consegnato direttamente a chi ne gestisce il rilascio, che deve anche provvedere alla comunicazione dei dati all'autorità competente per via postale o telematica)

 

Questo sistema non genera alcun problema per i cittadini comunitari o extracomunitari, che per superare il problema dell'assicurazione dovrebbero semplicemente esibire la tessera federale o tesserarsi con la FIPSAS al momento. Tanto le sezioni provinciali (ed eventualmente i circoli) quanto i negozi specializzati, infatti, potrebbero tranquillamente dotarsi delle tessere FIPSAS. 

 

 

DOCUMENTAZIONE INFORMATIVA

 

Il documento della licenza andrebbe consegnato insieme ad una brochure informativa, all'interno della quale dovrebbero essere riassunte le principali norme che disciplinano l'attività, i consigli per una pratica sicura ed etica della disciplina e l'indicazione delle principali aree interdette in ambito locale. Le informazioni potrebbero essere predisposte dalla FIPSAS e approvate dal Comando Generale delle CCPP o dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Questo elemento garantirebbe non solo un maggiore livello di conoscenza delle regole da parte dei praticanti, ma migliorerebbe anche l'attuale livello di certezza del diritto, del tutto insoddisfacente (spesso neanche gli organi di controllo conoscono il preciso significato delle varie norme).

 

CONTROLLI

 

I praticanti dovrebbero portare sempre con sé solo due documenti da esibire durante un eventuale controllo: la licenza ed un documento di identità. In tal senso, quindi, la licenza costituirebbe un documento riassuntivo di tutti quelli previsti per il suo rilascio. Sotto il profilo operativo, questa soluzione non comporta alcun problema insormontabile per il subacqueo apneista, che può stoccare i documenti in un sacchetto stagno, eventualmente riposto in una tasca della boa segnasub (ne esistono molti modelli provvisti di tasca stagna). In ogni caso, il documento rilasciato dovrebbe essere di preferenza plastificato, sul modello delle attuali tessere Federali.

Per quanto riguarda i controlli specifici sul possesso della licenza, si potrebbe prevedere una prima fase di prevenzione/informazione della durata di un anno (= nessuna multa, ma solo avvertimento per chi viene trovato a pescare senza il necessario documento), prima di passare alla repressione a mezzo di sanzioni amministrative.

 

 

Si consideri un aspetto che non mi pare considerato sui vari forum: la concertazione di cui parla il Ministero delle Politiche Agricole... inizierà a brevissimo, forse già questo mese. Chi propugna la linea dell'immobilismo/attendismo sappia che se non ci muoviamo subito corriamo il rischio di subire passivamente le concertazioni altrui per i prossimi 35-40 anni.

 

Ovviamente non è tutto qui, questo è solo l'inizio... di documenti ce ne sono mooooolti altri. Sicuramente qualcuno di voi si starà chiedendo... ma quali sono queste norme che si vorrebbero proporre per la revisione del regolamento?

 

Anche per questo aspetto, non posso dirvi cosa farà FIPSAS perché non lo so, posso però dirvi che sto lavorando insieme ad altri tesserati FIPSAS su una bozza di regolamento. Se è chiaro che si tratta di una bozza in lavorazione e non di un documento finito, ve lo posso anche postare.

 

 

E chiaramente VIETATO riprodurre questi miei scritti altrove senza autorizzazione scritta

 

Joefox

 

PS @spadde: togliti il vestito da verginella, quello che scrivi QUI o ALTROVE esce sempre dalla tua testa. E in quello che scirvi, leggo parecchie accuse ingiustificate e preconcette.

In prima battuta è doveroso fare i complimenti a Giorgio per il lavoro dettagliato e be strutturato.

Vorrei poi far notare una cosa. Lo sctritto su citato è la palese conferma che non basta l'indiviuazione di un problema e la su critica, ma è necessario far seguire nei fatti una prorposta ben studiata e articolata per sanare il problema.

Tutti siamo in grado di dire "questo non va", ma quanti hanno speso tempo per spulciare le varie normative statali, regionali e comunitarie per poi strutturare una nostra linea difensiva come ha fatto Giorgio (non oso immaginare quanto tmepo e fatica ti abbia richiesto) ?

Ora dovrebbe risultare chiaro, ancora una volta se mai ce ne fosse stato bisogno, che in federazione sono i tesserati volenterosi ad impegnarsi e a darsi da fare per far andare bene le cose e non poteri occulti e complottistici di choissà quali mostri.

Ora come giustamente è riportato sullo scritto di Giorgio, c'è da capire cosa vogliamo fare ed avere dalla pia?

Vogliamno rimanere immobili aspettando che cali la mannaia sulel nostre teste, oppure vogliamo cercare di essere parte attiva e presente nelle decisioni per il futuro del nostro sport?

Ed ora un paio di domande a Giorgio. Mi sembra di capire che anche tu abbia delle perplessità sulla nomenclatura dei nostri attrezzi da pesca, o sbaglio? E se ho inteso bene, cosa prorponi?Forse è arrivato il momento di difenderci inziando a cambiargli il nome, come si fece tempo fa passando da pesca sub a pesca in apnea. Già il semplice nome "fucile" stona con la volontà comune un pò a tutti gli appassionati di non mostrare il fianco agli pseudoambientalisti di oggi.

mi sembra inoltre quanto mai opportuna la definizione che dai di "release&catch", che sarà il caso di inziare ad adottare, per far capire la grande differenza fra la nostra pesca ed il resto. Nessun'altra forma di prelievo può offrire tanto, siamo l'unica categoria che non fa soffrire altri esemplari prima di catturare quelli che poi porteremo a casa per cena.

 

 

Dopo maver letto lo scritt, però, mi restano altre domande e sono le seguenti:

1) una volta instaurata una licenza, è stato già previsto cosa accadrà ai propri tesserati che verranno sorpresi a compiere una o più infrazioni/illeciti?

2)nelle amp non sarebeb opportuno bandire la torcia, ma permettere il prelievo anche delle corvine, ma vietare anche gronchi e lappare?

3)obbligo di presentare iul permesso di pesca in negozio per acquistare arbalete e oleopneumatici?

Ciao

Eduardo Marchese

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Ed ora un paio di domande a Giorgio. Mi sembra di capire che anche tu abbia delle perplessità sulla nomenclatura dei nostri attrezzi da pesca, o sbaglio? E se ho inteso bene, cosa prorponi?Forse è arrivato il momento di difenderci inziando a cambiargli il nome, come si fece tempo fa passando da pesca sub a pesca in apnea. Già il semplice nome "fucile" stona con la volontà comune un pò a tutti gli appassionati di non mostrare il fianco agli pseudoambientalisti di oggi.

 

Guarda, più che cambiare nome al fucile reputo essenziale fare due cose:

 

1) cambiare nome alla "pesca subacquea sportiva". Per me la "pesca subacquea" deve essere solo quella professionale, che in effetti si può praticare, almeno per la raccolta, con le bombole. La nostra dovrebbe essere anche nella legge "pesca in apnea sportiva".

 

2) delimitare l'ambito ed evitare improprie commistioni: la pesca in apnea è solo quella praticata in immersione con il FUCILE SUBACQUEO. Il fucile subacqueo è chiaramente definito (ho preso in prestito dalla normativa francese la definizione).

 

 

mi sembra inoltre quanto mai opportuna la definizione che dai di "release&catch", che sarà il caso di inziare ad adottare, per far capire la grande differenza fra la nostra pesca ed il resto. Nessun'altra forma di prelievo può offrire tanto, siamo l'unica categoria che non fa soffrire altri esemplari prima di catturare quelli che poi porteremo a casa per cena.

 

Chiaramente concordo. Evidentemente, per sostenere con forza questa posizione si impone una qualificazione o riqualificazione della figura del pescasportivo, attività che oggi resta -haimé o per fortuna, a seconda dei punti di vista- retaggio dei circoli FIPSAS.

 

 

Dopo maver letto lo scritt, però, mi restano altre domande e sono le seguenti:

1) una volta instaurata una licenza, è stato già previsto cosa accadrà ai propri tesserati che verranno sorpresi a compiere una o più infrazioni/illeciti?

2)nelle amp non sarebeb opportuno bandire la torcia, ma permettere il prelievo anche delle corvine, ma vietare anche gronchi e lappare?

3)obbligo di presentare iul permesso di pesca in negozio per acquistare arbalete e oleopneumatici?

 

 

1) no, ma è un tema interessante che potrà essere trattato. Mi auguro anzi che in FIPSAS si riescano a promuovere incontri della base anche sul modello del Convegno di Rieti.

 

2) quelle regole le ho prese dall'AMP Tremiti. Per le corvine, temo che sia preferibile lasciarle stare almeno nelle AMP perché oggettivamente sono "prede obiettivo" del nostro tipo di pesca.... Per quanto riguarda la proibizione di lappare e gronghi, non ho nulla da obiettare e per me potrebbero essere tranquillamente previste. Sul discorso torcia, comunque.... mamma mia quante cose ci sarebbero da valutare.... pensa Eduardo: se elimini la torcia tout court, non hai più neanche bisogno di stabilire gli orari di pesca e togli di mezzo la possibilità di depredare le tane. Se non ho proposto un cambiamento in questo senso è solo perché non praticando la pesca in tana non mi sento in diritto diproporre autolimitazioni che toccherebbero solo gli altri. Stesso ragionamento per la fiocina, che alcuni vorrebbero limitare a tre punte o togliere del tutto.

 

3) sicuramente è una valida idea da valutare con grande attenzione.

 

Joefox

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perchè non torniamo su toni più civili?

come ho votato l'ho già detto,un appunto mi sento di fralo:nella domanda dovevate specificare le prospettive a cui andiamo incontro.

perchè c'è chi evidentemente crede che il permesso sia fine a se stesso,o al limite a dare più potere alla federazione:in questo caso se ne potrebbe fare tranquillamente a meno,ma la situazione non è questa.

intanto la comunità europea che vuole conoscere il numero e chissà l'impatto dei pescatori sportivi,ma sopratutto la sempre più evidente volontà di eliminare la pesca in apnea tra quelle permesse.

e non venite a dire che non è vero:ormai le zone più belle sono AMP,zona militare o portuale:ci stanno rimanendo le spiaggie?

o qualche fogna?

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3)obbligo di presentare iul permesso di pesca in negozio per acquistare arbalete e oleopneumatici?

 

Io quì ci andrei cauto,anche il bracconiere bombolaro compra i fucili.

Se si fosse obbligati a presentare la licenza per acquistare un oleopneumatico,ad esempio,non credo proprio che un bracconiere rinuncerebbe all'acquisto, ma al contrario ritengo che si farebbe la licenza.

Così il censimento dei pescatori sportivi comprenderebbe anche i bracconieri.

A me non va,la licenza deve anche e soprattutto essere un modo per distinguere me,pescatore sportivo in apnea,da un bombolaro che pesca la notte.

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perchè non torniamo su toni più civili?

come ho votato l'ho già detto,un appunto mi sento di fralo:nella domanda dovevate specificare le prospettive a cui andiamo incontro.

perchè c'è chi evidentemente crede che il permesso sia fine a se stesso,o al limite a dare più potere alla federazione:in questo caso se ne potrebbe fare tranquillamente a meno,ma la situazione non è questa.

intanto la comunità europea che vuole conoscere il numero e chissà l'impatto dei pescatori sportivi,ma sopratutto la sempre più evidente volontà di eliminare la pesca in apnea tra quelle permesse.

e non venite a dire che non è vero:ormai le zone più belle sono AMP,zona militare o portuale:ci stanno rimanendo le spiaggie?

o qualche fogna?

Sarebbe stato perfettamente inutile e questa discussione lo dimostra. E' stato dimostrato per filo e per segno il perchè e il per come della proposta, sono stati smontati tutti i pregiudizi e le false convinzioni ma non è cambiato un bel nulla.

 

Chi era convinto che fosse una trama di palazzo lo resterà cascasse il mondo, e a questo punto facesse come crede, non è minimamente di intralcio...

 

Qualche consiglio l'hanno ricevuto, vediamo se mettono in pratica... :frustry:

 

:bye:

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io questo l'ho capito,ma se si può evitare dare appigli a chi vuole solo creare disturbo,e chiarire le cose a chi invece posta i suoi commenti per contribuire al bene della pesca in apnea,mi sembra doveroso farlo.

anche perchè non tutti si prendono la briga di leggersi tutta la discussione,e se si pesca a caso si leggono più che altro commenti personali che poco e niente hanno a che fare col vero senso per cui è stata aperta.

come la polemica assicurativa:premesso che non me ne può fregar di meno,che sia libero assicurarsi con chi si vuole è più che ovvio,che poi tizio o caio possano farlo o meno poco mi importa,se so che comunque gireranno la pratica a chi può farlo e avrò un assicurazione a norma di legge!

allo stesso tempo,si deve capire che il tesseramento è una delle soluzioni,o meglio delle armi che abbiamo per difendere i nostri diritti.

se a qualcuno ne vengono in mente altre e sono disposti a dedicare forza e tempo per metterle in pratica,ben venga!

anzi,io un centinaio di firme posso raccoglierlo:non posso però organizzare la raccolta:non sono in grado e non saprei a chi farla avere!

sono convinto però che una singola azione non possa raggiungere i risultati che ci prefiggiamo,senza tanti giri di parole quello di poter pescare dove vogliamo e fino a quando vogliamo se possibile,ma che il sommarsi delle diverse azioni che possiamo intraprendere (raccolta di firme,tesseramento,ivio di email e lettere a giornali,ministri,direttori di amp,deputati,senatori,ecc) possono raggiungere lo scopo e comunque almeno una che ci vada bene ci deve pur essere!

quindi cerchiamo di tornare a toni costruttivi,anche a costo di ingoiare qualche boccone non proprio dolce,e dimenticare le questioni personali:altrimenti ci ritroviamo come napoli,pieni di immondezza ma con la certezza che la colpa è di un altro.

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La FIPSAS fà le proposte per i propri soci, esse vengono vagliate e approvate, o meno, dal consiglio federale...non è difficile da capire...chi come te non risulta da nessuna parte ha un grosso problema da risolvere: o trova qualcuno cui delegare la difesa della sua posizione, o ci pensa da solo oppure si attacca!

.......

Fare delle controproposte che facciano i propri interessi è legittimo, cercare di bloccare gli altri perchè non si è capaci di combinare nulla, solamente ridicolo! laughing.gif

:clapping:

Perdonatemi tutti, ma cosa ne vogliamo ricavare da questa discussione?

Sfortunatamente non vi sono i presupposti per ricavarne qualcosa di buono. la ragione è semplice:Lo scritto di Giorgio riguardante la sua proposta in Federazione, nonostante sia precisa,dettagliata e circostanziata, ha un grande difetto, è troppo lunga :laughing: . Troppe righe da leggere. Troppo tecnica. Troppa logica sequenziale (cioé stato delle cose->analisi dei problemi-> conseguenze a cui portano questi problemi->possibili soluzioni).

Una buona parte delle persone su Internet, nei siti di pia, non "perde" tempo a leggere lunghi "papiri".

Verosimilmente la maggior parte di quel 70% è composto da chi la pensa diversamente.

Ma allora come fai a spiegare qualcosa di complesso a chi neanche vuole leggere ciò che gli scrivi?

Semplicemente la comunicazione si tronca. Un'acanimento terapeutico inutile.

Giorgio lascia perdere, è deprimente cercare di far ragionare chi non ti vuole neanche sentire. Sono convinto (data la bella prosta da scritta e che gentilmente hai condiviso con noi) che tu abbia di meglio da fare. E' una battaglia contro i mulini a vento. Che ognuno continui per la propria strada. I sostenitori della licenza da un lato, i contrari da un altro. Io sono in favore della licenza e da tesserato sono felice che la mia Federazione si faccia portavoce di una mia richiesta/volontà/esigenza, rappresentandomi presso le sedi istituzionali.

Chi non è favorevole, dimostri la propria contrarietà alle sedi opportune o deleghi un'associazione a rappresentarlo.

Buon mare a tutti

Eduardo Marchese

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.... forse non hai capito la situazione:presto le coste italiane si divideranno in :

a)zone militari (vietata totalmente la presenza e la pesca)

b)zone portuali(vietata totalmente la pesca)

c)spiagge(vietata la pesca subacque fino a 500m dalla costa)

d)AMP(vietata la pesca subacquea)

 

resterà qualche buco,non granchè,da dividerci tra di noi fino a quando l'ennesimo criminale che si butta tra le eliche dello scafista di turno non farà decidere che non possiamo proprio esistere.

e non è un a situazione che si può forse avverare tra 50 anni:basta vedere lo sviluppo delle amp negli ultimi 10 anni,la nascita di porti e porticcioli turisti,eccetera.

la fame di soldi dei comuni è tale che tutti quelli che hanno un metro di costa non aspettano altro che trovare nuovi introiti introducendo una bella amp...

 

Porco cane per un attimo ho pensato che fossi l'unico a vederla così, vabbé Ciappù, almeno siamo in due, ammazza che melagrami!! :D

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Il thread è stato ripulito dalle innumerevoli deviazioni polemiche che lo rendevano illeggibile. D'ora in poi saranno ammessi solo messaggi attinenti al sondaggio rispettosi delle opinioni altrui.

 

:clapping::clapping::clapping::clapping::clapping:

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Io il permesso di pesca ce  l ho gia; infatti vado quando voglio.

Se invece una licenza permettera di pescare dove ora per motivi che ignoro e vietato, allora benvenga. Serafino

 

Condivido.Non ho letto tutte le discussioni ma ancora non ho capito in parole povere e concrete cosa riceviamo in cambio del permesso(??)o sempliceenti quali sarebbero i vantaggi

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richiariamo:non è che la fipsas voglia introdurre un permesso o licenza o patente o come vogliamo chiamarlo per farsi bella facendoci dispetto:questa è la situazione che si stà prospettando a breve,uno due anni.

e non si scappa.

il punto è:vogliamo che questo permesso ci crolli addosso pensato e realizzato da persone che niente sanno della pia o che addirittura ammettono esplicitamente di odiarla come il ministro dell'ambiente P.S. o partecipiamo attivamente come fipsas cercando di ottenere il miglior risultato possibile?

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Ragazzi ve lo posso dare un suggerimento?? andatevi a leggere l'articolo di Giorgio su Pesca in Apnea di questo mese, lì è veramente tutto chiaro il perché si è arrivati alla proposta.... :bye:

 

 

C'è anche l'ultimo articolo di Azzali in merito su pianeta acqua, e secondo me chi non condivide le finalità che la fipsas si è preposta con il tentativo in atto leggendolo rimane ancora più contrariato.

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