Davide Serra Inviato Settembre 4, 2007 Segnala Condividi Inviato Settembre 4, 2007 Dubito che il diaframma possa lacerarsi, tenuto conto che è una reazione fisiologica e che deve portare alla ripresa del respiro senza creare ulteriori danni. Posto poi che a certi livelli è molto difficile se non impossibile controllare le contrazioni, chi ci riesce troppo a lungo fa questa fine... http://it.youtube.com/watch?v=A2bqst7xlJc Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Tango Inviato Settembre 5, 2007 Segnala Condividi Inviato Settembre 5, 2007 Buongiorno Tutto sommato anche il respiro e' un riflesso fisiologico, quindi gia' il fatto di trattenerlo comporta una tecnica dettata al fisico dalla nostra volonta' Controllando gli stimoli che ci vengono inviati dai sensari che abbiamo, il riflesso che da' il diaframma se lasciato a se stesso puo' far male ed anche il fatto di accumulare aria nella bocca non mi sembra corretto visto che dovrebbe stare nei polmoni o fuori dal corpo se non e' buona Tenendola costretta nella bocca a quella pressione cerchera' altre vie di uscita magari potrebbe uscire dagl'occhi Cmq la mia tesi non e' frutto di studi ma solo un'opinione personale Saluti a presto Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Tango Inviato Settembre 5, 2007 Segnala Condividi Inviato Settembre 5, 2007 Saluti Ma solo il fatto di non respirare e' un'atto contro il normale bisogno fisiologico, controlliamo gli impulsi del nostro corpo in controtendenza a quello che ci inducono a fare Detto cio', facendo contrarre il diaframma e permettendo all'aria di raggingere la bocca, si crea una situazione molto difficile da gestire. L'aria se non e' più buona(se e' priva di ossigeno)che cosa la tiene in bocca a fare?in caso contrario se l'aria avesse ancora qualche molecola di ossigeno dovrebbe stare nei polmoni In base alla logica traggo la conclusione che la tecnica usata dal soggetto in questione e' errata. P.s il tuo video per il momento non posso vederlo Davide, lo guardero' domani cmq grazie Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Tango Inviato Settembre 5, 2007 Segnala Condividi Inviato Settembre 5, 2007 scusate se ho scritto la stessa cosa 2 volte E' che non ho ancora capito bene come si usa queto palmarino Ciao Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Massimo Malpieri Inviato Settembre 5, 2007 Autore Segnala Condividi Inviato Settembre 5, 2007 e' bene sapere che dell'ossigeno presente nell'aria che respiriamo (21% del totale) solo il 5% partecipa agli scambi gassosi mentre il restante 16% viene regolarmente espulso frammisto alla CO2 quindi "l'aria che arriva in bocca" è ancora molto carica di ossigeno, il problema è che non può essere utilizzato. ragazzi impelagarsi in discussioni senza ben conoscere la fisiologia del corpo umano porta a dare delle informazioni sbagliate ; forse è meglio chiedere prima di sentenziare, in fondo sono 35 anni che ci studio sopra e ancora non ritengo di conoscerla io quindi...... UN BUON TACERE NON FU' MAI SCRITTO Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
conan_2022 Inviato Settembre 7, 2007 Segnala Condividi Inviato Settembre 7, 2007 "l'aria che arriva in bocca" è ancora molto carica di ossigeno, il problema è che non può essere utilizzato. A questo punto la curiosità è tanta: Perchè mai il corpo non riesce ad utilizzare una tale quantità di ossigeno (il 16% sul 21%)? Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Massimo Malpieri Inviato Settembre 7, 2007 Autore Segnala Condividi Inviato Settembre 7, 2007 perchè la capacità di "carico" dei globuli rossi arriva al limite con tale percentuale di O2 (5%), per cui il resto (16%) viene espirato assieme ai prodotti del metabolismo respiratorio tra cui la CO2. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
pejo Inviato Settembre 7, 2007 Segnala Condividi Inviato Settembre 7, 2007 Gentilissimo dott. Malpieri, ho notato che le contrazzioni sono arrivate a circa 3 mn di apnea per poi aumentare progressivamente. In apnea statica, la mia prima contrazzione avviene dopo circa i 2 mn, però a differenza della ragazza il margine tra la prima e la seconda è molto più lungo permettendomi di arrivare dopo i 5 mn. Come mai? Grazie Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Massimo Malpieri Inviato Settembre 7, 2007 Autore Segnala Condividi Inviato Settembre 7, 2007 Gentilissimo dott. Malpieri, ho notato che le contrazzioni sono arrivate a circa 3 mn di apnea per poi aumentare progressivamente. In apnea statica, la mia prima contrazzione avviene dopo circa i 2 mn, però a differenza della ragazza il margine tra la prima e la seconda è molto più lungo permettendomi di arrivare dopo i 5 mn. Come mai? Grazie per risponderti dovrei sottoporti a dei test di tolleranza alla CO2 e all'ipossia. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Gianpa Inviato Settembre 8, 2007 Segnala Condividi Inviato Settembre 8, 2007 scusate la mia ignoranza, ma perchè ci sono persone che dopo la prima contrazione aspettano ancora così tanto per avvertirne un'altra, invece di uscire dall'acqua ? Ciao Gianpa Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
siccia Inviato Settembre 8, 2007 Segnala Condividi Inviato Settembre 8, 2007 (modificato) scusate la mia ignoranza, ma perchè ci sono persone che dopo la prima contrazione aspettano ancora così tanto per avvertirne un'altra, invece di uscire dall'acqua ? Ciao Gianpa Tempo fa feci qualche mese di allenamento per le gare di apnea(che poi finirono a niente) per cui quanto scriverò è riferito a me e a nessun altro. Premetto che prima di un'apnea non iperventilo come un pazzo ma respiro in modo ampio,lento e tranquillo finchè mi sento pronto a "partire". Durante le apnee statiche(a mio giudizio il modo migliore per "studiare" le proprie contrazioni diaframmatiche,probabilmente per l'estremo rilassamento che le caratterizza) ho avuto modo di osservare contrazioni diverse sia per la forza che per il tempo che intercorreva tra una e la successiva. Le prime contrazioni erano quasi impercettibili e molto distanti le une dalle altre(una trentina di secondi); in queste condizioni era facile restare rilassati e non c'erano sofferenza. Man mano che ci si avvicinava al momento di respirare, le contrazioni divenivano sempre più accentuate e vicine tra loro. Riprendevo a respirare quando a causa delle forti e continue contrazioni non era più possibile rilassarmi al massimo e iniziava la fase della sofferenza. Voglio precisare che non ho mai avuto problemi di sambe nè,tantomeno, sincopi durante questi "allenamenti" e questo perchè probabilmente non ho mai voluto convivere con quella sensazione di sofferenza,per cui appena arrivava io tiravo fuori la testa . Credo che sull'intensità delle contrazioni e sul tempo che intercorre tra l'una e l'altra influisca la tecnica di respirazione che si utilizza e,di conseguenza,le concentrazioni di O2 e CO2 di partenza; ai tempi feci i miei "esperimenti" e notai che nel momento in cui provavo ad iperventilare troppo(cosa che non faccio normalmente),le contrazioni arrivavano in ritardo,forti e molto vicine tra loro,perchè evidentemente l'O2 consumato era sempre lo stesso e la sensazione iniziale di un'apnea più lunga era solo illusoria e fuorviante(infatti la durata dell'apnea non cambiava). Questo la dice lunga sulla pericolosità dell'iperventilazione forzata... Un mio amico,noto pescatore e che iperventila in modo violento,alcune volte è venuto ad allenarsi con me e s'è reso conto di non avvertire assolutamente contrazioni(nemmeno una),ma solo una "senso di fame d'aria" che lo induce a interrompere l'apnea o,in mare,a risalire senza perdere tempo. Credo che ciò sia sempre dovuto alla respirazione. Sarei curioso di sapere che ne pensa il Doc in proposito Modificato Settembre 8, 2007 da siccia Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Tango Inviato Settembre 8, 2007 Segnala Condividi Inviato Settembre 8, 2007 saluti nel dubbio mi sento meglio ad avere il diaframma sotto controllo quando non riesco più a controllarlo è finita l'apnea la cosa richiede un pò più di sforzo fisico ma mi sento più sicuro e lucido anche nel pensiero e poi anche la compressione dei gas verso la parte alta dei polmoni mi permette un'assetto migliore in acqua grazie per le risposte Doc Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Massimo Malpieri Inviato Settembre 9, 2007 Autore Segnala Condividi Inviato Settembre 9, 2007 le contrazioni diaframmatiche sono la manifestazione di un livello di CO2 troppo elevato e non hanno alcuna attinenza con la percentuale di O2 nel sangue ( e questo spiega le sincopi senza contrazioni). Alla base di questo fenomeno ci sono dei complessi processi biochimici che coinvolgono appunto la CO2 (trasformata in acido carbonico quando viene assorbita dall'acqua = CO2 + H2O → H2CO3 ); questa trasformazione avviene nel sangue per evitare che il gas formi degli emboli gassosi; l'H2CO3 si lega ai globuli rossi e viene rilasciato dove la Pressione parziale della CO2 è più bassa (capillare alveolare); se la concentrazione di CO2 nel sangue è molto elevata altrettanto elevata sarà anche la sua pressione parziale, tanto da esercitare un effetto di sbarramento al suo ingresso nel sangue, portando alcune strutture muscolari ad una situazione di elevata acidosi (per eccesso di CO2) con risposta biochimica del tessuto neuromuscolare (la zona del muscolo dove ci sono le terminazioni nervose) di tipo eccitatorio ovvero le contrazioni. I meccanismi fisiologici e biochimici coinvolti in questi fenomeni sono numerosi e molto complessi con una sequenza temporale ben definita che ha come scopo ultimo la "disintossicazione" dell'organismo dalla situazione di acidosi mista (metabolica e respiratoria) che si viene a creare con l'ipossia da apnea prolungata, ciò che è importante ricordare è che la Sincope è sempre conseguenza di una caduta del trasporto del sangue a livello cerebrale per un temporaneo arresto circolatorio (non cardiaco) da ipossia (ipoperfusione cerebrale da vasodilatazione ed ipotensione ipossiemiche). Speriamo che leggano anche i "Padri" della "non sincope dell'apneista" e riflettano sulle loro affermazioni Fisiopatologiche Divine sbandierate ai quattro venti. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Gianpa Inviato Settembre 9, 2007 Segnala Condividi Inviato Settembre 9, 2007 scusate la mia ignoranza, ma perchè ci sono persone che dopo la prima contrazione aspettano ancora così tanto per avvertirne un'altra, invece di uscire dall'acqua ? Ciao Gianpa <{POST_SNAPBACK}> La mia era una domanda "provocatoria"; chi legge il forum e non è "ben preparato", potrebbe capire che c'è un metodo per conoscere il proprio limite (seconda-terza contrazione) per restare il più a lungo possibile sul fondo. Mi riferisco soprattutto ai pescasub che potrebbero aspettare ancora un pò l'avvicinamento della preda, in quanto teoricamente la loro seconda contrazione avviene dopo un tot di tempo. Credo sia il caso di chiarire che determinate conoscenze delle proprie contrazioni, non debbano essere approfondite. Alla prima contrazione si deve salire. Ciao Gianpa Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
siccia Inviato Settembre 9, 2007 Segnala Condividi Inviato Settembre 9, 2007 Onde evitare fraintendimenti tengo a precisare,se non si fosse capito,che quanto scritto in precedenza era riferito ad allenamenti per le gare di apnea pura,una cosa che ho abbandonato quasi subito per tutta una seria di motivi... Chi pesca non dovrebbe arrivare manco alla prima...di contrazione,per motivi di sicurezza prima di tutto,e per pescare in modo efficace secondariamente. L'apnea che serve per pescare si acquisisce andando tanto...a pescare,ognuno coi suoi tempi,che poi sono anche fortemente dipendenti dal tempo che si ha a disposizione per andare a mare. Forzare a arrivare alle contrazioni è il classico errore di chi non conosce i rischi della disciplina e vuole bruciare le tappe velocemente,pensando"io forzo e così l'apnea si allunga più velocemente". Niente di più sbagliato! Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
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