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Per quanto anche io come tutti i ragazzi del forum ami il mare e la pesca, non posso non ammettere che il passaggio riportato qui sotto sia sostanzialmente vero.

 

 

 

 

Se è vero che un solo peschereccio a strascico od una nave che lava le cisterne al largo o scarichi industriali fanno in assoluto più danni di mille pescatori della piccola pesca o sportivi, è anche vero che la fascia costiera dove si fanno le immersioni risente in maniera esponenziale dell'attività predatoria umana.

La pesca in tali zone purtroppo alla fine provoca uno spopolamento locale (per cattura o perchè i pesci si spostano in zone più profonde) in particolar modo di specie stanziali e quindi più vulnerabili come cernie, musdee, aragoste ed astici.

 

 

(tratto dal post di Liberisub)

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Ciascuno tira l'acqua al suo mulino. I Liberi Sub ovviamente non fanno alcun danno, sono tutti bravi ed educati, nessuno rompe il rametto di gorgonia con le pinne, nessuno immette bolle nelle volte delle grotte, nessuno allunga la manina sull'aragosta che si affaccia dal buco, nessuno ha lo schioppetto nel gavone per invitare a cena il cappone.

 

Come molti nostri colleghi, anche i liberisub vedono il male e la necessità di controlli e restrizioni solo per gli altri.

 

Glielo farò notare.

 

Joefox

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Tutto il parco dell’Arcipelago (e oltre) diventa Zps, anche a mare

 

LIVORNO. La regione Toscana ha esteso le Zone di protezione speciale dell’Arcipelago toscano per ottemperare alla direttiva 92/43/CEE (Habitat), sulla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche per evitare le sanzioni avviate dalla Commissione Ue con la procedura di infrazione nei confronti della Repubblica Italiana per classificazione insufficiente di Zps per numero e superficie per aver violato agli obblighi previsti dall’articolo 4 della direttiva 79/409, in seguito alla sentenza di condanna emessa dalla Corte di Giustizia Europea il 20 marzo 2003 nei confronti della Repubblica Italiana.

 

La regione, che l’Ue comprendeva tra quelle inadempienti, rispondendo ad una sollecitazione del governo Berlusconi del 23 febbraio 2005 «di provvedere alla classificazione di nuove Zps o all’ampliamento delle Zps già classificate nelle Iba», ha preso atto che Commissione Europea ha adottato come riferimento per la classificazione delle Zps le Important Birds Areas (Iba) come aree importanti per la conservazione delle specie di uccelli minacciate ed ha individuato nell’allegato IV la Iba n. 56 dell’Arcipelago toscano che comprende le isole di Capraia, Giglio, Montecristo, Elba e Palmaiola come «non adeguatamente coperta».

 

Il 21 dicembre 2006 la regione Toscana è stata informata delle valutazioni della commissione del governo che «ha confermato la necessità dell’ampliamento della copertura della Iba 56 “Arcipelago Toscano” non ritenendo adeguata l’attuazione della Direttiva in relazione alle Zps già classificate nell’area stessa e si sollecitano le Regioni interessate a provvedere con la massima urgenza all’ampliamento della copertura delle Iba indicate nel parere motivato». Una sollecitazione reiterata il 31 gennaio 2007 in una riunione al ministero degli esteri in una riunione nel corso della quale le regioni sono state nuovamente sollecitate a dare attuazione alla prima sentenza della Corte di Giustizia del 20 marzo 2003, per evitata la «applicazione di gravi sanzioni economiche».

Erano già comprese nelle Zps Gorgonia, Capraia, Cerboli e Palmaiola, Monte Capanne e Promontorio dell’Enfola, Monte Capannello - Cima del Monte, Pianosa, Montecristo, Formiche di Grosseto, Giglio, Giannutri e quindi si è andati a estensiondere le Zps a terra e a mare.

 

L’ampliamento a mare riguarda le isole di Gorgona, Capraia, Pianosa, Giannutri e Montecristo (compresa l’area terrestre della Formica di Montecristo) in corrispondenza alle zone marine facenti gia parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano;

L’ampliamento a terra interessa “Monte Capannello-Cima del Monte” fino alla totale sovrapposizione con la parte orientale della zona Parco dell’isola d’Elba con conseguente attribuzione della nuova denominazione “Elba orientale” che include anche il promontorio di calamita.

 

Quindi tutto il parco nazionale dell’Arcipelago ora è anche Zps a mare e a terra, un duro colpo per il rinato movimento antiparco che puntava su revisioni dei perimetri che saranno molto difficili in un’area con tutele europee che va addirittura oltre i confini del parco e che per la prima volta estende in Toscana le Zps a mare.

Le Zps dell’Arcipelago toscano passano così da 13.558,84 ettari solo terrestri a 79.155,91, dei quali ben 61.569,04 di mare protetto.

 

 

http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=6383

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Ospite Gianfranco Ciavarella

Nessuno contesta ai sub ed ai Diving di esistere, il mare, però, è di tutti e l'atteggiamento dei pesci nei confronti dei pescasub è assolutamente NATURALE essendo l'uomo un predatore.

Naturalmente i sub bombolari non si sentono predatori, loro non ammazzano ipesci, sono più puliti di noi, loro il lavoro sporco lo lasciano agli altri, ai pescatori professionisti.

 

Vogliono il bene del mare? Non acquistino più neanche un'alice, una tellina e vivano d'aria, quella delle bombole magari!

 

Ciao da :jrgian:

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Nessuno contesta ai sub ed ai Diving di esistere, il mare, però, è di tutti e l'atteggiamento dei pesci nei confronti dei pescasub è assolutamente NATURALE essendo l'uomo un predatore.

Naturalmente i sub bombolari non si sentono predatori, loro non ammazzano ipesci, sono più puliti di noi, loro il lavoro sporco lo lasciano agli altri, ai pescatori professionisti.

 

Vogliono il bene del mare? Non acquistino più neanche un'alice, una tellina e vivano d'aria, quella delle bombole magari!

 

Ciao da :jrgian:

 

Assolutamente perfetto Gianfranco! Hai colto nel segno :(

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Quello che intendevo dire è che certamente la pesca in apnea è un tipo di pesca assolutamente eco-compatibile e che il suo impatto sulla diminuzione degli stock ittici che è davvero marginale.

 

Tuttavia il nostro tipo di pesca è spesso concentrata in una porzione di mare piuttosto limitata.

Per esempio io vivo in Liguria e dai noi ci sono pochissime secche, quindi tutti noi pescatori liguri finiamo per battere sempre il sottocosta.

 

Questo determina che in quelle porzioni ristrette frequentate da noi pescatori si assiste ad un effettivo impoverimento del pesce presente.

 

Io troverei sensato due iniziative:

 

- vietare gradualmente tutte quelle forme di pesca professionale (tipo lo strascico) che hanno un impatto devastante sul nostro amato mare.

 

- dividere il mare in zone. In alcune zone consentire la pesca professionale e la pesca sportiva mentre in altre zone vietare qualsiasi forma di prelievo sia esso a fini sportivi o professionali.

Dopo un paio di anni farei delle rotazioni di queste zone in modo tale da consentire alle zone sfruttate di potersi ripopolare e quelle ripopolate di poter essere sfruttate.

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Ospite Gianfranco Ciavarella

Leggete bene con quanta abilità e opportunismo questo signore cerchi di imbuonirsi i pescatori professionisti della piccola pesca.

Cerca la sponda fra i residenti che possono esercitare pressioni, leggete ed imparate come si fa.

 

Ciao da :jrgian:

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La storia continua leggete qui

 

Mario Tozzi sbarca al Giglio e spiazza gli antiparco

 

ISOLA DEL GIGLIO (Grosseto). Sabato scorso Mario Tozzi, presidente del parco nazionale dell’Arcipelago e conduttore del programma televisivo “Gaia, il Pianeta che vive”, era all’Isola del Giglio per una serie di incontri sulla istituendo Area marina protetta (Amp) dell’Arcipelago, contro la quale nell’isola, ed anche all’Elba, si stanno raccogliendo firme e l

 

Presidente, si è andato a cacciare proprio nella tana del lupo, nella roccaforte degli antiparco?

«Infatti, io ho voluto incontrare per primi proprio i consiglieri dell’opposizione e non ho trovato un blocco granitico: l’ex sindaco Landini, Ortelli e Rossi erano pregiudizialmente contrari, ed il dialogo a partire dal pregiudizio è naturalmente difficile, la signora Bernardini invece ha dimostrato di voler capire i termini della questione, si è dimostrata curiosa e disponibile al dialogo. Comunque si è trattato di un colloquio lungo e franco, ma le obiezioni dei contrari non erano sul merito dell’istituzione dell’area marina protetta, erano di principio e sui principi è impossibile trovare l’accordo».

 

E l’incontro con la gente come è andato?

«Per me è stata una bella esperienza. Si è visto che quando si parla delle cose concrete i pregiudizi cedono. Mi ha molto colpito l’intervento di un pescatore gigliese, credo si chiami Argentino, che ha detto che il mare non è certo più quello di prima, che ombrine e cernie sono sparite e che bisogna fare qualcosa per salvaguardarlo. Un tema che nel suo intervento ha ripreso anche l’ex sindaco Schiaffino che ha fatto un bell’intervento sul turismo, sulle 5 fasi dello sviluppo turistico, dicendo che il Giglio le ha ormai percorse tutte meno quella finale, il declino, una fase che può essere evitata con un’offerta turistica basata sull’ambiente ed il mare protetto».

 

E si può fare? Sembra che proprio su questo ci siano molte perplessità.

«Qui la polemica degli antiparco è stata veramente incomprensibile: da una parte dicono che l’Amp attirerebbe troppo turismo, dall’altra dicono che non verranno più turisti, non si potrà più fare il bagno e pescare... si decidano»

 

E non è vero? Nemmeno nelle tante temute zone “A” di protezione integrale?

«No, assolutamente no. Le zone “A” che qualcuno dice che comprenderanno tutto il mare del Giglio, se si faranno, saranno solo in piccole aree, saranno polmoni di ripopolamento, ma nessuno deve avere paura di non fare il bagno o di chiusura delle spiagge che non esistono. La piccola pesca e le attività subacquee le vogliano sostenere, garantire e salvaguardare. Una cosa è certa, io mi sono impegnato a tenere terrà dritto il timone dell’Amp che va realizzata su basi scientifiche ma anche tenendo conto delle necessità e dell’economia dell’Arcipelago».

 

E con il turismo quale sarà l’impatto dell’Amp?

«Guardi, alla manifestazione ha portato il suo contributo il direttore del parco nazionale delle 5 Terre, una realtà molto simile a quella del Giglio, ed ha dimostrato che con l‘istituzione dell’Amp i cittadini delle 5 Terre si siano riappropriati del loro mare, del suo monitoraggio e controllo, trasformandolo in una ulteriore ricchezza dell’offerta turistica, con una destagionalizzazione che ha portato le presenze turistiche da 5 a 10 mesi»

 

E sarà così anche al Giglio?

«Dipende da come i gigliesi realizzeranno l’Amp e faranno finalmente funzionare il parco. Secondo me hanno un’occasione storica. Infatti l’Area marina protetta non la istituirà il Parco, come vorrebbero far credere gli oppositori, ma il ministero dell’Ambiente in accordo con i comuni. Il parco farà da collettore delle varie proposte. Per il Giglio si tratta di un’occasione straordinaria perché, a differenza dell’Elba dove una proposta è già in discussione, o di Capraia dove il mare è già protetto e abbiamo comunque accettato la proposta del comune di far “slittare” a sud la zona “A” marina, il Giglio ha carta bianca, anche sulla gestione futura e sulla zonazione. Potrà quindi concordare tutto col ministero. Poi c’è il rischio che il Giglio diventi un’attrattore deella pesca a strascico, il rappresentante delle regione, Perlatti, ha messo in evidenza che con l’istituzione delle altre Amp sulla costa continentale e le nuove Zps il Giglio rimarrebbe l’unica area appetibile non regolamentata».

 

Ma ci risulta che le contestazioni non siano mancate.

«Il gruppo di Landini, ha interrotto l’intervento di Schiaffino urlando slogan antiparco e lo stesso Landini nel suo intervento in piazza ha parlato di un concertazione segreta tra me, il comune e il ministro, di un patto già sottoscritto sulla testa dei gigliesi. L’accusa è che tutto il mare del Giglio sarà fatto diventare zona “A” come a Giannutri e Montecristo. Un’assurdità anche dal punto di vista scientifico e gestionale».

 

E lei cosa ha risposto?

«Che non c’è nessun patto segreto, la concertazione è ampia, pubblica, alla luce del sole e il comune ne sarà protagonista. Sulla trasparenza dell’iter garantisco io e le insinuazioni su un comportamento poco corretto non le accetto. Lo ho detto a tutti: il mio ruolo è quello di un ospite educato che vuole dare una mano a queste isole ed al parco, ma che vuole anche essere rispettato».

 

E Giannutri, che Legambiente descrive come un’isola presa d’assalto e dove si commettono continui abusi?

«All’assemblea del Giglio ho incontrato anche l’avvocato Schiaffino, che rappresentava i residenti del “condominio” di Giannutri. Mi ha chiesto interventi e regole per arginare l’assalto estivo e non regolamentato dei turisti che arrivano anche a 1.500 al giorno, in un’isola piccola e delicata che manca dei servizi necessari. I dossier di Legambiente li ho già richiesti per vederli e capire quali sono, secondo loro, i punti critici. Intanto sono cominciati i lavori per il dissalatore e io penso che dovrà funzionare per almeno il 50% con energie rinnovabili».

 

 

http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=6489

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