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Nuova Scheda: Etica Della Pescasub


Ospite Mariano Satta

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Ospite Mariano Satta

 

OBBLIGHI DI SEGNALAZIONE:

 

Il subacqueo in immersione ha l'obbligo di segnalarsi con un galleggiante recante una bandiera rossa con striscia diagonale bianca, visibile ad una distanza non inferiore a 300 metri.

 

Se il subacqueo è accompagnato da mezzo nautico di appoggio, la bandiera deve essere messa issata sul mezzo nautico.

 

 

 

Mi appresto ad una battuta nella schiuma con condizioni di mare mosso. Posso immergermi senza boa?

 

Assolutamente no, per nessun motivo.

Ognuno poi è ovviamente libero di fare le proprie valutazioni, ma ogni volta che ci allontaniamo più di 50 metri dalla boa o, peggio, ci immergiamo senza segnalazione, siamo passibili di un verbale da 516 a 3098 euro.

 

 

Autore: Giorgio Volpe

 

Data di pubblicazione: 07-05-2002

 

Se vuoi leggere l'intero articolo sugli obblighi di segnalazione CLICCA QUI

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Ospite Mariano Satta

OBBLIGO DI SEGNALAZIONE PER IL SUBACQUEO

 

Autore: Giorgio Volpe

 

Data di pubblicazione: 07-05-2002

 

Sostanzialmente, è l'obbligo principale imposto al pescatore subacqueo.

 

Se vuoi leggere la normativa sugli obblighi di segnalazione CLICCA QUI SOPRA

 

 

QUATTRO DIFFERENTI MEZZI DI SEGNALAZIONE DI CASA OMERSUB

 

1>BOA SFERICA

E' la boa più comune, solitamente presenta una camera d'aria principale ed una più piccola sotto e in corrispondenza dell'anello di tenuta del sagole.

Il modello MASTER SPHERE ha delle particolari caratteristiche: ha una robusta copertura in Nylon antigraffio e la camera d'aria viene ospitata al suo interno. Quindi grande robustezza in caso d'impatto sugli scogli a favore della sicurezza.

 

UN COMPAGNO FIDATO: IL PALLONE SEGNASUB

 

Autore: Massimiliano Volpe

 

Data di pubblicazione: 08-03-2004

Se vuoi sapere di più sulla BOA SEGNASUB clicca qui sopra

 

2<BOA A SILURO:

Ottimo mezzo di segnalazione offre caratteristiche idrodinamiche se confrontato con le comuni boe sferiche. Il modello Master Torpedo ha delle particolari caratteristiche: ha una robusta copertura in Nylon antigraffio e la camera d'aria viene ospitata al suo interno. Quindi grande robustezza in caso d'impatto sugli scogli a favore della sicurezza.

 

 

 

3>PLANCIOTTA:

La nuova Boa Atoll Omer, realizzata in Nylon 420D con due camere d’aria interne in PVC resistente, fa parte di una serie di articoli progettati e testati da Marco Bardi per una linea specifica, denominata "Linea Bassofondo By Marco Bardi."

 

Grazie alla bandiera segnasub di dimensioni 30 x 30 cm montata su un asta portabandiera alta 95 cm, la Boa Atoll risulta facilmente visibile da grandi distanze. La parte superiore della boa è di colore rosso vivo mentre la parte inferiore è di colore bianco per ridurre la sua visibilità ai pesci.

 

Le due camere d’aria devono essere poste all’interno della boa prima di gonfiarle. Le valvole di gonfiaggio sono posizionate in modo opportuno.

 

La parte superiore della boa presente 3 tasche larghe, 10 anelli a D e due attacchi a velcro. La struttura della boa è rinforzata da una fascia longitudinale larga 3 cm, e da 3 perpendicolari, in nylon.

 

La parte inferiore presenta 7 attacchi velcro che permettono di alloggiare fino a 3 fucili, e 4 ganci in plastica.

 

 

4>PLANCETTA SHARDANA by Mariano Satta

Il mio intento nell'ideare questa plancia è stato quello di rispettare quanto richiesto dalla normativa e al contempo ideare un vero miniscafo capace di consentire il trasporto di più accessori che, con le comuni boe, sarebbe impossibile riuscire a trasportare.

 

La plancia è in grado di sorreggere il sub sdraiato su di essa, sia per effettuare spostamenti a pinne, che per offrirgli supporto in caso egli necessiti di riposo.

 

Lo studio della carena è quello che ha richiesto più tempo per la messa a punto, perché sono state necessarie diverse prove prima di trovare le soluzioni di galleggiabilità e di idrodinamica ideali.

 

Io mi immergo spesso da terra e amo portare sempre con me attrezzature di scorta, ecco che da sempre ho avuto in mente questa idea che finalmente e grazie alla Omer ha preso forma.

 

Il nome della plancia Shardana ha preso spunto da un popolo dell'Asia minore di grandi navigatori i quali costituivano la flotta d'appoggio e di trasporto di truppe per azioni militari contro l'Egitto e la Grecia.

 

I popoli Shardana, conquistatori e abili guerrieri sono anche meglio identificati come gli abitanti del II° millennio a.c. delle isole sarde.

 

Da questi cenni storici in riferimento alla grande capacità di navigazione è nata l'idea del nome. Shardana è anche un termine usato per indicare la Sardegna, quindi mi sembra giusto rendere un omaggio anche alla mia terra.

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Ho acquistato una planciotta ed ho avuto modo di constatare che è comodissima, ci agganci di tutto, è facilissima da trasportare e bastano piccoli accorgimenti (pedagno e galleggianti sulla sagola) perchè non dia il minimo fastidio durante l'immersione

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Ospite Mariano Satta

DISTANZE DI RISPETTO:

 

 

 

L'ESERCIZIO DELLA PESCA E' VIETATO:

 

* A distanza inferiore a 500 metri dalle spiagge frequentate da bagnanti;

Se Vi fermano e multano è peggio per Voi.

 

* A distanza inferiore a 100 metri da impianti fissi da pesca e dalle reti da posta;

Quindi bisogna sempre starsene alla larga...se ci avviciniamo alle reti o ad impianti fissi, oltre essere pericoloso è severamente vietato. Se vi avvicinate algli impianti e i pescatori hanno da ridire sappiate che hanno ragione.

 

Per impianti fissi s'intendono gli impianti di militicoltura e gli impianti di allevamento di pesci e molluschi in genere nonchè "concessioni" - "peschiere" -"palamitare" - "tonnarelle" - "tonnare" etc etc.

 

* A distanza inferiore a 100 metri dalle navi ancorate fuori dai porti;

 

* In zone di mare di regolare transito di navi per l'uscita e l'entrata nei porti ed ancoraggi, determinate dal capo del compartimento marittimo;

 

Quindi MAI davanti a darsene, pontili galleggianti, pontili fissi.

 

*E' vietato pescare presso le piattaforme di Metano o altri impianti di trivellazione.

 

e) E' vietato pescare dal tramonto al sorgere del sole.

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Ospite Mariano Satta

DISTANZE DI RISPETTO:

 

Tutte le violazioni dell'art. 129 sono punite con sanzione amministrativa da da 516 a 3098 euro.

 

Il pagamento in misura ridotta della sanzione è di 1032 euro.

 

Con riferimento alle distanze di rispetto, le Ordinanze delle Capitanerie di Porto giocano un ruolo essenziale, perché spesso individuano delle aree specifiche in cui sono vietate la balneazione, il transito o la pesca.

 

La consultazione delle Ordinanze in vigore sulla zona di pesca e l'acquisizione di informazioni direttamente presso gli uffici locali delle CdP è pertanto fortemente consigliabile

 

DISTANZE DI RISPETTO

 

Autore: Giorgio Volpe

Data di pubblicazione: 03-05-2002

Art. 129 del Regolamento, intitolato "Limitazioni":

 

Se vuoi saperne di più CLICCA QUI SOPRA

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Ospite Mariano Satta

PRINCIPALI DIVIETI E SANZIONI DELLA PESCA IN APNEA

 

 

 

 

E' VIETATO:

"Pescare in zone e tempi vietati dai regolamenti, decreti, ordini legittimamente emanati dall'autorità amministrativa e detenere, trasportare e commerciare il prodotto di tale pesca, nonché pescare quantità superiori a quelle autorizzate, per ciascuna specie, da regolamenti, decreti ed ordini legittimamente emanati dall'autorità amministrativa".

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Posso proporre un caso che mi lascia dei dubbi, riguardo i 500m dalle spiagge?

 

Dunque spesso mi reco a pescare a Cala Pira, lungo la costa sud-est della Sardegna, si tratta di una splendida cala con sabbia color crema finissima, ambiente spettacolare e dunque iper-frequentata dai bagnanti... Sulla sinistra la cala è delimitata da un promontorio, le cui franate formano una lunga linea di scogli che corre pressoche diritta con andamento parallelo al centro della cala, in sostanza è possibile appena "girato l'angolo" nascondersi alla vista della parte frequentata dai bagnanti, su un bel fondale di roccia e posidonia, ad una distanza che in linea d'aria è in principio inferiore ai 500m dalla spiaggia; allora la mia domanda è se posso armare l'arbalete appena fuori vista, oppure se devo pinneggiare parallelamente agli scogli fino a superare questi 500m (sarebbe difficile rendersene conto perchè la spiaggia è scomparsa...)

 

Grazie!

Ric

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“ Attualmente il nostro pianeta è popolato da ben oltre un miliardo di bovini.Quest’immensa mandria occupa , direttamente o indirettamente , il 24% della superficie terrestre e consuma una quantità di cereali sufficienti a sfamare centinaia di milioni di persone…..Un mondo in cui gli abitanti dei paesi poveri muiono di fame perché una parte considerevole di cereali viene utilizzata come mangime per rendere la carne bovina più grassa e più gradita ai cittadini delle nazioni ricche , i quali anche a causa di questo tipo di alimentazione, muoiono a milioni per infarto, tumori e diabete…..Effetto indotto di questa “cultura della bistecca” sono l’abbattimento di foreste per lasciar spazio a culture estensive di cereali per alimentazione animale, terre fertili trasformate in deserti, rischi di modifiche climatiche devastanti….Oggi si è arrivati a vietare la vendita di alcune parti di carne bovina, il cui consumo farebbe insorgere nell’uomo una malattia mortale, la sindrome di Creutzfeldt-Jacob, variante umana dell’encefalopatia spongiforme bovina (BSE)…È solo un incidente di percorso o le ragioni di tutto ciò si trovano nella cultura della carne ( ed io aggiungerei nella cultura del profitto a tutti i costi) sostenuta negli ultimi secoli dai paesi industrializzati?”

 

Con questa domanda chiudo la citazione da un libro di Jeremy Rifkin “Ecocidio” (Mondadori) nel quale Rifkin spaziando tra antropologia, storia , economia , ecologia formula il suo atto d’accusa contro un sistema nel quale l’uomo sempre più animato da una visione antropocentrica sta irrimediabilmente danneggiando la salute del nostro pianeta.

 

Per un approfondimento sul tema.

 

http://www.consapevolezza.it/notizie/lug-a...n_20-Ago-01.asp

 

Che Rifkin sia una delle più grandi menti del nostro secolo non credo vi siano discussioni di sorta.

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Jeremy_Rifkin

 

Per quel che riguarda la situazione dei mari non mi pare che si possa fare salti di gioia…

Secondo la FAO a partire dagli anni ’50 si è assistito ad un calo costante del potenziale di sfruttamento degli stock ittici marini, insieme ad un aumento dello stock classificato come ipersfruttato o esaurito.

Allo stato attuale, riferisce il SOFIA, il tre per cento degli stock marini sono sotto-sfruttati, mentre il 23 per cento sono moderatamente sfruttati e potrebbero sostenere un modesto incremento nel livello di prelievo.

Il 52 per cento è sfruttato al massimo della sua capacità, il che vuol dire che il livello di prelievo coincide con il massimo della loro riproduttività biologica. Un aumento nella pesca di questi stock non produrrebbe nessun prelievo aggiuntivo sostenibile e causerebbe una riduzione della riproduzione a livelli pericolosamente bassi. Il restante 24 per cento è sfruttato in eccesso (16 per cento), è esaurito (7 per cento) o si sta riprendendo da una situazione di totale impoverimento (1 per cento).

Sette delle prime dieci specie marine - che insieme rappresentano circa il 30 per cento di tutta la pesca di cattura - sono sfruttate al massimo della loro capacità o in eccesso e se si aumenta ulteriormente la loro capacità di prelievo si arrecherà un serio danno biologico ed economico a queste specie.

La situazione è più critica nell’Oceano Atlantico Nord orientale, nel Mediterraneo, nel Mar Nero, seguiti dall’Atlantico nord occidentale e sud orientale, dall’Oceano Pacifico sud orientale e dall’Oceano Antartico.

Il consumo di pesce è passato da 93.6 milioni di tonnellate nel 1998 a 100.7 milioni di tonnellate nel 2002, ed ha rappresentato oltre il 20 per cento dell’assunzione media annuale di proteine animali per circa 2,6 miliardi.

Il consumo totale di prodotti ittici a livello mondiale potrebbe raggiungere 179 milioni di tonnellate nel 2015, un aumento di 47 milioni di tonnellate rispetto al 2002. Una parte rilevante di questa accresciuta domanda dovrà essere soddisfatta dalla pesca d’allevamento, che nel 2015 potrebbe arrivare a rappresentare il 39 per cento dell’intera produzione ittica ( e temo a mio parere che non tarderanno ad arrivare patologie legate al consumo di pesci da acquacoltura dal momento che in nome del profitto i mangimi per i pesci d’allevamento avranno una qualità sempre più scarsa…..non so se sia già arrivata una normativa che imponga protocolli alimentari ben calibrati e salutari…nel caso che non ci sia già sarebbe auspicabile)

 

Per una lettura integrale del rapporto F.A.O

 

http://www.fao.org/newsroom/it/news/2005/100095/index.html

 

Negare la vita ad un altro essere per poter vivere è un’esperienza dolorosa ed anche alla luce delle problematiche precedentemente illustrate credo che la scelta del vegetarianesimo sia una scelta di profonda coerenza.

Oltretutto ormai credo che sia impossibile sostenere l’impraticabilità di un regime alimentare vegetariano.Diversi studi in materia ne hanno confermato l’attuabilità addirittura esaltando in termini di salute i vantaggi che se ne possono ricavare.L’unico problema parrebbe essere la carenza di vitamina B12 eventualmente integrabile appositamente.

 

Rinvio ad un articoletto sulla materia

 

http://www.dica33.it/argomenti/nutrizione/...egetariani1.asp

 

Del resto il nostro ex-ministro Veronesi, oncologo di fama mondiale è vegetariano!!!

 

Io credo nella profonda eticità di una terza via. La via di chi consapevole delle problematiche ambientali si adopera per eliminarne le radici.

Le direzioni in cui operare credo sarebbero molteplici.A titolo esemplificativo affronto alcuni argomenti.Credo che si debba andare nella direzione dell’eliminazione degli allevamenti intensivi degli animali.Migliaia di animali ammassati per il solo consumo alimentare in pochi metri quadrati e sottoposti ad indicibili sofferenze.Sottoposti ad alimentazione forzata con mais,integratori chimici, appetizzanti, coloranti, conservanti.

 

www.oltrelaspecie.org/download/la-realta-negli-allevamenti-intensivi.pdf

 

Un consumo dunque di carne più consapevole e compatibile con la salute del nostro pianeta.

 

La via anche di chi come noi adotta un prelievo selettivo e mirato , rispettoso delle quantità del pescato ma anche della tipologia , in equilibrio con la natura e i suoi ritmi.Insomma un prelievo sostenibile, che non comprometta la possibilità delle future generazioni di poter godere della qualità e la quantità del patrimonio e delle risorse naturali (che sono esauribili) di cui noi abbiamo goduto.

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Ospite Mariano Satta

DIVIETO DI SOTTRAZIONE DI ORGANISMI ACQUATICI FRUTTO DI ATTIVITA' DI PESCA:

 

 

NON "RUBATE" I PESCI DALLE RETI, DAI PALAMITI E DALLE NASSE DEI PESCATORI...SI RISCHIA L'ARRESTO

 

 

 

L'articolo 15 lettera f) della Legge vieta a chiunque di "sottrarre od asportare, senza il consenso dell'avente diritto gli organismi acquatici oggetto della altrui attività di pesca, esercitata mediante attrezzi e strumenti fissi o mobili,

 

Sia quando il fatto si commenta con azione diretta su tali attrezzi o strumenti, sia esercitando la pesca con violazione delle distanze di rispetto stabilite dai regolamenti; nonchè sottrarre od asportare, senza l'anzidetto consenso, gli organismi acquatici che si trovano in spazi acquei sottratti al libero uso e riservati agli stabilimenti di pesca e, comunque detenere, trasportare e fare commercio dei detti organismi, senza il consenso dell'avente diritto".

 

Tipico caso di violazione di questo precetto: la sottrazione di prede da un tramaglio o una nassa.

 

Attenzione a violare questa norma perché si commette un reato perseguibile su querela della parte offesa.

 

I trasgressori sono puniti con l' arresto da 1 mese a 1 anno o l' ammenda da 516 a 3098 euro (il reato è perseguibile su querela).

 

Dato che si tratta di reato contravvenzionale punibile alternativamente con pena detentiva o pecuniaria, il trasgressore può essere ammesso a pagare una somma pari alla metà del massimo dell'ammenda (in questo caso 1549 euro) che estingue il reato (Oblazione ex art 162 bis Codice Penale

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Non voglio ed è del tutto inopportuno in questa sede polemizzare con chi fa scelte alimentari soggettive, anche perchè l'intervento dell'amico che mi preceduto offre spunti oggettivi e condivisibili, puntualizzo solo che se di rispetto della natura si deve parlare, l'essere umano per caratteristiche fisiologiche intrinseche nasce "naturalmente" onnivoro, assumere solo sostanze proveniente da vegetali o legumi per poi dovere integrare con vitamine mi sembra "meno naturale"che non avere una dieta completa.........

Comunque non è questo il tema del contendere : non manco mai di condividere le opinioni di Mariano Satta in tema di etica e rispetto delle regole perchè la trattazione è sempre lucida ed a prova di "scemo" (passatemi il termine); tutta la discussione attuale mi ha però fatto venire un dubbio in tema di etica "allargata":

se durante una mia battuta di pesca in apnea o durante un trasferimento nautico notturno, individuo con massima certezza persone che pescano con l'ausilio di autorespiratori o pescano in apnea di notte con fonti luminose (oppure con bombole e di notte) e faccio il 1530 e la Guardia Costiera coglie sul fatto i bracconieri e fa passare loro dei bei guai, ho avuto un comportamento etico (nel senso generale di rispetto del prossimo) ?

 

Chiedo una risposta ben chiara.......... :siiiii:

Grazie.

Riccardo

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Ospite Mariano Satta
Non voglio ed è del tutto inopportuno in questa sede polemizzare con chi fa scelte alimentari soggettive, anche perchè l'intervento dell'amico che mi preceduto offre spunti oggettivi e condivisibili, puntualizzo solo che se di rispetto della natura si deve parlare, l'essere umano per caratteristiche fisiologiche intrinseche nasce "naturalmente" onnivoro, assumere solo sostanze proveniente da vegetali o legumi per poi dovere integrare con vitamine mi sembra "meno naturale"che non avere una dieta completa.........

Comunque non è questo il tema del contendere : non manco mai di condividere le opinioni di Mariano Satta in tema di etica e rispetto delle regole perchè la trattazione è sempre lucida ed a prova di "scemo" (passatemi il termine); tutta la discussione attuale mi ha però fatto venire un dubbio in tema di etica "allargata":

se durante una mia battuta di pesca in apnea o durante un trasferimento nautico notturno, individuo con massima certezza persone che pescano con l'ausilio di autorespiratori o pescano in apnea di notte con fonti luminose (oppure con bombole e di notte) e faccio il 1530 e la Guardia Costiera coglie sul fatto i bracconieri e fa passare loro dei bei guai, ho avuto un comportamento etico (nel senso generale di rispetto del prossimo) ?

 

Chiedo una risposta ben chiara..........  :siiiii:

Grazie.

Riccardo

 

 

RICCARDO

FARESTI BENISSIMO A FARE IL 1530 e lo dovremmo fare tutti Noi per salvaguardare la nostra categoria di pescasub sportivi.

 

Denunciando dei Bracconieri e dichiarando di essere dei pescasub andiamo anche a chiarire che NOI col bracconaggio e con chi pesca con le BOMBOLE non centriamo assolutamente niente.

 

Anche una barca che vi passa vicino al pallone non rispettosa delle distanze di sicurezza va denunciata. Avete l'obbligo di denunciarla alla Guardia Costiera segnalando la matricola, il nome della barca o quanto può servire per identificarla.

 

Anche se trovate dei Bomobolari armati di fucile NON FATEVI SCRUPOLI A DENUNCIARLI...chiamate la Guardia Costiera immediatamente per coglierli sul fatto.

 

Evitate scontri verbali, bisticci e polemiche ma con astuzia telefonate agli organi di competenza con un cellulare, dichiarate chi siete e senza timore denunciate tranquillamente.

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