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Nuova Scheda: Etica Della Pescasub


Ospite Mariano Satta

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Ospite Mariano Satta

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Nei vari forum di pesca si parla sempre più spesso di etica.

 

Sembra che etica e pesca in apnea siano due termini che si contraddicano. Il motivo è che per pesca tanti sottintendono la parola “caccia”, con l’idea che volge verso l’uccisione di un pesce e quindi di una creatura.

 

Ma la pesca subacquea può essere etica?

Per prima cosa bisogna abbandonare del tutto il termine “caccia” sostituendola definitivamente con la parola "pesca". Cacciare e pescare devono essere due cose ben distinte…si caccia un cinghiale…si pesca un sarago…

 

 

Che cos' è la pesca subacquea? E' ancora uno sport, un hobby, un uso del tempo libero?

 

Possiamo affermare di SI e lo possiamo gridare a viva voce.

 

Infatti la pescasub è qualcosa che ci ricollega con i nostri istinti più ancestrali ai quali far risalire ogni tappa del progresso umano. La pesca è un modo di sentirsi partecipe alla natura e rappresenta la condizione umana.

 

La pesca deve essere considerata uno sport e anche una risorsa alimentare “non in contrasto”con il mantenimento e lo stato di salute delle popolazioni dei pesci…peschiamo dei pesci sportivamente che poi mangiamo.

 

La pescasub, intesa come “catturare” si rivolge in modo fortemente selettivo a poche specie di pesci che, nella maggioranza dei casi, hanno finito il loro ciclo della riproduzione.

 

La pescasub vive in armonia con la maggior parte delle creature marine alle quali non rivolgiamo le nostre attenzioni se non l’interesse di convivere, ammirare e osservare.

Dovrebbe essere chiaro a tutti che queste motivazioni vanno utilizzate per modernizzare un vecchio ed errato linguaggio dove era facile cadere in un gergo utilizzato nel mondo venatorio.

 

Bisogna modernizzare il linguaggio della pescasub per rendere più accettabile “all’esterno” il senso di questa nostra amata disciplina che viene sempre più spesso criticata perché viene recepita come un atto gratuito di violenza verso le creature marine.

 

Nel mondo degli ambientalisti si stanno superando molte delle incomprensioni di un tempo, alla luce anche dei grandi cambiamenti che si sono verificati in questi ultimi anni e che hanno visto, ormai in quasi tutta Italia, i pescasub svolgere per conto proprio un insostituibile controllo dell’ambiente e delle specie marine.

 

Stanno cadendo, proprio per il nuovo corso di rinnovamento della pescasub che viene intesa sempre di incomprensioni che nel passato hanno contrapposto ambientalisti e pescatori subacquei.

 

Sebbene ci siano delle continue e frequenti scaramucce, possiamo affermare che ormai sono spesso solo di facciata.

 

E' invece quasi impossibile (e speriamo non lo sia per sempre) ogni contatto con il movimento degli animalisti che, al suo interno, vede crescere sempre di più le frange estreme, oltranziste e spesso anche violente.

 

L'animalismo è una sorta di disumana religione moderna, praticata da chi vive in città e da tempo ormai ha perso ogni rapporto con i fatti naturali.

 

L'animalismo si basa su un'immagine falsa e idilliaca della natura, dove invece tutto è conflitto cruento, dove la vita nasce dalla morte, continuamente, in un perpetuo rinnovarsi.

 

A parte ogni altra considerazione, la pesca è etica quando è naturale, quando non è spreco, insensato consumo, gratuita crudeltà… precisando che la pesca MAI è stata considerata tale.

 

Interessante è la posizione delle diverse religioni nei confronti della pesca. Nessuna delle grandi confessioni la proibisce. a condizione che venga praticata in modo naturale.

 

Ma torniamo agli ambientalisti o anche a tutti coloro che, pur non essendo impegnati in un'attività di "volontariato critico", sono semplicemente infastiditi dalla pescasub, perché ormai influenzati da almeno venti anni di propaganda contraria.

 

Attualmente noi pescatori in apnea possiamo dare delle risposte di tipo biologico ed economico dove la scienza ancora NON è arrivata.

 

Le specie marine si sono sempre moltiplicate malgrado le mattanze inflitte all’ecosistema dalla pesca professionale ed industriale ed è riconosciuto a chi attribuire le colpe dell'impoverimento del nostro mare. Colpe che sono state attribuite a tutti tranne che a noi...

 

Vere grandi stragi di pesci e vere mattanze che avvengono ancora oggi sotto l’occhio di tutti. Stragi di pesci fatte con le spadare, fatte avvalendosi delle tecnologie sonar. Seri danni inflitti all’ecosistema dalle strascicanti che arano e distruggono l’habitat bentonico dove popolano e si riproducono milioni di specie marine che noi rispettiamo e ammiriamo.

 

La fauna marina è un bene della terra ed è inutile additare colpe alla pescasub per mascherare i veri colpevoli che sono davanti agli occhi dei legislatori.

 

Di fronte a queste argomentazioni, un interlocutore ragionevole riconoscerà che la pescasub è al di fuori totalmente da tutto quanto è stato appena descritto...la pescasub con l'impoverimento del mare non centra niente... lo affermano importanti enti di studi e ricerca.

 

 

Ma la reazione degli "altri" spesso è riassunta in una sola frase:

"Sì, ma voi uccidete, voi vi divertite a uccidere.

 

"Questo è il vero problema etico. E' vero? E quali risposte dare?

 

Diamo una prima risposta:

ci sono anche le guerre giuste, le guerre difensive e le ultime sono le cosidette guerre preventive..

Ora la pesca è come la guerra?

 

Possiamo dire di NO... eppure i media ci trasmettono sempre più che le guerre sono giuste, utili, difensive…Guerra giusta quella giusta dove si spara alle persone, ai civili, a chi non ha colpe e anche ai bambini. Diciamo così: la guerra è spesso è necessaria, indipendentemente dal fatto che un militare di carriera possa trovarvi le proprie soddisfazioni…ma in guerra si spara senza provare piacere.

 

La pesca è come la caccia?

La pescasub è da paragonarsi alla caccia?

NO, lo possiamo gridare a viva voce, noi con la mattanza annunciata in questi giorni dei caprioli che sovrapopolano gli altipiani del Piemonte non centriamo niente...eppure è stata voluta dai legislatori e speriamo fermata dalle persone civili come Noi.

 

Ma ancora una volta, l'etica può trovare conforto nella biologia:

in natura, ogni specie vivente si nutre a danno di altre specie viventi. Il Lupo uccide…uccide, ed è naturale.

 

Migliaia di anni fa l'uomo ha imparato ad allevare quegli animali che cacciava e a seminare quei frutti che raccoglieva, per potersene cibare più facilmente, cosa che continua a fare anche oggi senza sollevare eccessive obiezioni...oggi gli allevamenti ittici sono una realtà che va a soddisfare sempre più le esigenze delle popolazioni.

 

Anche se allevati o coltivati per ragioni alimentari, polli, tacchini, fagioli e melanzane, sono tutte creature viventi e non è detto che questi esseri,compresi i vegetali e le piante, non abbiano una loro sensibilità esattamente come i pesci.

L'uomo, come qualsiasi altro essere presente su questa terra , si ciba di cose vive, non di minerali. La pesca si serve di un atto per trasformare una proteina in energia. In questo non c'è niente di scandaloso, perché questo è naturale.

 

Tutto dipende da come si giunge ad una cattura di un pesce, ad un'uccisione. E per questo che la pescasub si è data delle regole per non far danno alla specie.

 

E in più la pesca si è inventata negli anni una serie di rituali che danno nobiltà alla pesca, come rivolgere le proprie attenzioni ad un pesce di rango e non più ai carnieri per puro esibizionismo. Oggi l’obiettivo principe della pescasub è arrivare alla cattura di un solo predatore o di un solo pesce furbo e smaliziato….questi sono gli obiettivi.

 

E l'arte ,sotto forma di musica, pittura, letteratura, è da sempre una fedele testimone dell'atto del pescare.

 

Come si può vedere, il discorso porta molto lontano e difficilmente può essere racchiuso in un solo articolo.

Modificato da Mariano Satta
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Ciao Mariano, ho letto con interesse il tuo articolo. La vera fregatura è che tutti i personaggi da te citati si ergono su un fottuto piedistallo dal quale non pensano minimamente di poter scendere a discutere per cercare di capire! Questo è frustrante! Proprio oggi (tra l'altro vivo ad Olbia) avevo una discussione con due tizi che pensano che il mare esista solo per chi usa le bombole e da da mangiare ai pesci come fossero animali da cortile! Chi pesca "dovrebbe essere allontanato"! E vagli a spiegare CHI sono i veri pescasub!

Certo, che siano maledetti i bracconieri, ma vai a spiegare che non non c'entriamo nulla...

 

Un'altro articolo che mi è piaciuto è stato tempo fa quello di Marò, dove parla appunto, come dal tuo articolo, di una società che è affetta da paperinismo, cioè pian piano si sta convincendo che anche paperi e topi parlino, pensino e che siano umani in tutto e per tutto... Dunque ad esempio un cane non è più un cane ma è un qualcosa che la nostra cultura sta pian piano divinizzando tanto da diventare quasi più importante di un essere umano stesso.

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Ospite SERIOLA

Ciao Mariano...ti do del tu anche se non ci conosciamo.......

 

Ho letto con attenzione quello che hai scritto e condido pienamente.....

 

Solitamente a chi mi di ce...."Poverini i pesci..li ammazzi"..io replico dicendogli.." Scusa tu non mangi animali..che siano essi pesci o Maiali, Galline, Cavalli ecc" loro rispondono " si l mangio".....ecco l'unica diffrenza trà me e te e che io i pesci vado a prendermeli in acqua ....e tu comodamente in pescheria.

 

Detto questo, mi preme dire che bisognerebbe far capire a chi " non è del settore" che la pesca in apnea non si fa con le bombole, non si fa di notte e solo così cho potremmo ottenere una rivalutazione della figura del pescatore e dell' attività di pesca.

Ciao

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Ospite Mariano Satta

 

L’etica è innanzitutto una disciplina che merita attenzioni da parte di tutti. L'etica nella pescasub dovrebbe essere un complesso di norme di comportamento, quindi non di leggi.

 

Spesso inoltre si parla di comportamento o atteggiamento “etico” in contrapposizione ad un atteggiamento “interessato”:

 

Cioè:

se faccio qualcosa per ottenere un vantaggio il mio comportamento non è morale. Devo farlo perché corrisponde a un “valore” .

Modificato da Mariano Satta
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Ospite SERIOLA

Sera..

si Mariano hai ragione, sicuramente la dialettica e il modo di porci e di relazionarci con chi "ignora" la pesca in apnea sono elementi fondamentali per iniziare a "costruirci" una nuova immagine. Ma di pari passo dobbiamo fare in modo che la gente possa avere una sola "figura" di pescatore in apnea e cioè quella persona che rispettando leggi "etiche" e leggi nazionali, regionali ecc effettua un prelievo mirato ed perfettamente ecocompatibile stabilendo con la natura un rapporto di rispetto.

Questo obbiettivo è raggiungibile solo quando saremmo tutti quantificati e qualificati.

Ciao

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io penso che:

 

1. la pescasub piace perche come hai detto ricorda le nostre vecchie abitudini ancestrali

 

2. pesca? caccia? per me è la stessa cosa . non faccio differenze tra uccello e sarago.. tra capriolo e tonno ... sono per entrambi morte e sofferenza .

 

3.etica?morale? : in un mondo perfetto chi puo dovrebbe avere l' obbligo morale di diventare vegetariano . L' uomo puo vivere anche senza ammazzare nessun animale ( io l' ho fatto per 6 mesi e fisicamente stavo pure molto meglio ).

Ma le piante soffrono? forse si .. forse no.. non hanno un sistema nervoso comunque. nel dubbio tuttavia meglio cibarsi di vegetali e derivati animali ( latte / formaggio per esempio)

 

4.ma io pesco! si , io pesco perche non sono perfetto , perche mi faccio trascinare dalla voglia di farlo ... ma dentro so che non è giusto . Perche? perche rispetto ad un animale che se non uccide non vive, io in quanto uomo ho la possibilita di vivere senza uccidere.

 

5.Il mare lo stiamo distruggendo : Verissimo, l' uomo lo sta distruggendo a ritmo vertiginoso .. i fonfali solo pochi anni fa ricchi di pesce , ora sono semi deserti .

Ma la colpa è del pescasub? neanche per idea , le cause le dobbiamo ricercare nelle paranze che arano il mare e nell' inquinamento massivo. Chi pensa il contrario o è uno stolto o ha interessi per dire il falso.

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Ospite Mariano Satta

http://www.apneamagazine.com/store/86_2614.jpg

 

Bene...

aspetto che ci siano altri interventi per appprofondire e tentare di darci delle risposte costruttive.

Modificato da Mariano Satta
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L'uomo è parte integrante della natura, e per sopravvivere ha bisogno di ciò che la natura gli offre. Pertanto non mi sento in colpa se pesco un sarago e poi lo mangio, così come non mi sento in colpa se in tavola mi arriva un pomodoro o un filetto di cavallo. Il nostro mondo è fatto sempre più di ritmi di vita stressanti, lavoro e poco contatto con la natura... ma ricordiamoci che se non ci procacciamo il cibo direttamente c'è chi lo fa per noi, e questo è fondamentale. Per questi motivi non condivido la filosofia dei vegetariani, che a lungo andare porta generalmente a scompensi negli apporti nutritivi e alla necessità di reintegri. Credo invece che il nostro dovere sia quello di praticare, a tutti i livelli, quello che viene detto "sviluppo sostenibile", che porta ad uno sfruttamento ragionato delle risorse in maniera da non alterare gli equilibri e fare in modo che vengano rispettati i "tempi di recupero" della natura. Per me è questa l'etica, che si deve applicare tanto nelle nostre piccole attività di godimento/fruizione della natura, quanto nella grande industria.

 

Credo anche che vi sia un'intima affinità tra la pesca e la caccia, io vedo la pesca come il complementare marino della caccia e viceversa. Anche nella caccia ci sono i limiti di cattura, anche nella caccia si finisce la preda con un colpo risolutore affinchè non soffra inutilmente, anche nella caccia si spara ora ai caprioli, o ai cervi, o ai cinghiali, così come diversi anni fa si catturavano tante cernie in un giorno, se capaci di farlo... ma soprattutto, anche nella caccia l'uomo d'oggi trova un'attività del tempo libero, insomma uno sport, o un hobby, nel quale trovare distrazione e diletto. E io lo trovo normale, perchè l'uomo nasce, e rimane, uomo.

 

Ho impiegato circa mezz'ora a scrivere queste poche righe, trovo che sia molto difficile raccogliere i propri pensieri ed esternarli senza fraintendimenti, ma soprattutto trovo che si tratti di argomenti non tanto delicati quanto piuttosto esposti alla facile "manipolazione" (nel senso buono del termine, tra un attimo mi chiarirò meglio) del pensiero più vario, nel senso che ognuno può sentirsi a buon diritto di difendere le proprie idee portando valide argomentazioni... che molte volte si rivelano inconfutabili

 

Saluti!

Ric :bye:

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L'etica non è immutabile, e le sue norme, in genere riconducibile a ciò che bene e ciò che è male, sono suscettibili di mutamenti durante l'evoluzione della società. Nello specifico del nostro sport, si è passati da una condizione dove il pescatore subacqueo era un vero e proprio eroe capace di imprese al limite della temerarietà (io ancora vedo così i campioni della nostra disciplina), alla condizione opposta dove è un sadico o malvagio che uccide per passione e divertimento. Questo è successo in un tempo relativamente veloce. Comprendere perchè la considerazione di noi sia mutata così repentinamente significa comprendere quali siano stati i mutamenti in seno alla nostra società che hanno portato ad una nascita e ad una crescita della sensibilità ambientale. In realtà io non so dare ragione di questi mutamenti o meglio ne vedo gli effetti ma non ne conosco la causa. Anche perché tutto sembra andare nel senso opposto, aumenti dei consumi elettrici (e quindi dell'inquinamento), dei rifiuti, delle emissioni nell'atmosfera, dei gas serra, dell'inquinamento acustico, della rarefazione dell'ozono, per non parlare della lettera morta del protocollo di Kyoto e dello sviluppo economico dei paesi emergenti col contributo che danno oggi, in misura minima, e che daranno domani, in misura ingente, all'inquinamento globale del nostro pianeta. Forse l'ambientalismo che stiamo sperimentando è soltanto un fatto mediatico. Ciò che ci piacerebbe che fosse, ma che non siamo in grado di fare. In genere quando le condizioni oggettive sono tali che si debba dare sollievo agli spiriti animali della popolazione, si sacrifica l'anello debole della catena, ed è questo che stà succedendo. Siamo pochi e a briglia sciolta. L'unica cosa che ci interessa è andare a pesca. Almeno parlo per me.

Il fatto che si debba agire più su un aspetto di forma che di sostanza, per "dipingere" il nostro sport con termini "neutrali" in modo che venga digerito da tutti, è un segnale di decadimento del nostro tempo (operatori ecologici/spazzini, normodotati/handicappati, ecc...), i sinonimi cambiano i suoni delle parole, non la realtà. Ma forse non c'è alternativa e ci tureremo il naso, ostentando ambientalismo anche nelle parole, perchè nei fatti sono decenni che i pescatori subacquei sono più ambientalisti degli ambientalisti.

Io parlo della pesca subacquea come sport perchè mi piace contrapporlo ad altre attività ricreative che vanno dalla caccia agli altri tipi di "pesca sportiva". Sia che la sfida sia verso altri pescatori subacquei, che "semplicemente" verso i pesci, nel nostro sport è preponderante l'attività fisica. Ho avuto modo in vita mia di fare quasi tutti i tipi di pesca, compreso il drifting ai tonni, ma la soddisfazione, lo sforzo, la dedizione quasi maniacale a cui porta la pesca subacquea, non la dà nessun altro tipo di pesca. Per me non sono sullo stesso piano. Per non parlare poi della pesca subacquea praticata d'inverno.

Chiedermi perchè vado a pesca è la domanda più difficile che mi si possa fare. Non lo so perchè vado a pesca. Ci vado e basta. Se non ci potessi più andare ne morirei.

:bye:

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La pesca è come la caccia?

La pescasub è da paragonarsi alla caccia?

NO, lo possiamo gridare a viva voce, noi con la mattanza annunciata in questi giorni dei caprioli che sovrapopolano gli altipiani del Piemonte non centriamo niente...eppure è stata voluta dai legislatori e speriamo fermata dalle persone civili come Noi.

 

 

La caccia non è mattanza. :nono:

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Ciao a tutti,

ciao Mariano, secondo me distinguere "pesca sub" da "caccia" è un errore.

 

Lo scopo di entrambe le discipline è la sfida uomo natura. Uomo - animale.

 

Anche nella caccia esistono precise regole etiche, regole di selezione della preda.

 

Anche nella caccia vige la regola "dell'abattimento pulito", ovvero terminare la vita della preda il prima possibile, evitandole ulteriori sofferenze, oppure evitare l'abbattimento di una femmina con dietro il seguito di cuccioli, o l'abbattimento di animali troppo giovani...

 

Ricordo che la stagione della caccia ha un periodo limitato, ed esistono precise regole su quali animali si possono abbattere e quali no.

 

Forse nella mentalità comune il cacciatore è visto come un uomo armato che spara a qualunque cosa si muove... Dai passeriformi agli ungolati. (Caprioli) Ovvio, c'è chi è così, ma c'è chi rispetta regole etiche precise, chi seleziona...

 

La colpa però è sempre di, purtroppo, molti incivili, che danneggiano tutta la categoria.

 

In mare ci sono quelli che fanno mambassa di ricci per poi buttarli o lasciarli seccare per pratici soprammobili, o raccolgono stelle marine come souvenir della vacanza...

 

In montagna ci sono quelli che sparano e lasciano i bossoli per terra... o se vedono famiglia con prole pensano a quanta carne può entrare nel loro congelatore.

 

Non dovremmo "distaccarci" da chi pratica la stessa passione in maniera "diversa" puntando il dito e dicendo che "la colpa è loro" perchè non si danno regole... perchè non è vero. Molti, si danno regole... Molti ancora non le rispettano.

 

Entrambe le discipline (pesca e caccia) impiegano passione, tempo, suscitano emozioni, ricordi, benessere. Nei boschi ci può essere l'incontro inaspettato con un falco o con uno scoiattolo, che di questi tempi possiamo vedere solo nello zoo, in mare ci potrebbe capitare un incontro con una manta... Nessun buon pescatore sparerebbe ad una manta, come nessun buon cacciatore sparerebbe ad uno scoiattolo. Purtroppo però c'è chi potrebbe pensare di premere il grilletto per far vedere la creatura agli amici...

 

La mattanza di Caprioli di cui parli non è caccia... è "barbaro abbattimento"...

E' probabile che, il sovrannumero di caprioli possa causare danni alla vegetazione e al delicato equilibrio della natura del posto, essendo spariti ormai predatori naturali quali orsi e lupi, e che sia un intervento necessario, per porre rimedio ad errori del passato.

 

La caccia però è più sotto gli occhi di tutti, forse perchè tendiamo a vedere gli animali come "più intelligenti" di un pesce... O semplicemente perchè... è più vicina al mondo che possiamo vedere.

 

Non ho mai sentito infatti di "stragi" di cerniotte... eppure sò per certo che molti le fanno. "Conoscenti di amici di amici" per dirla in breve. E se "li conosco io"... figuriamoci quanti lo fanno. Io le poche volte che ho visto delle cernie, avevo il fucile in mano carico e pronto a scoccare. Scaricato, legato al pallone, preso il coltello e gli davo da mangiare qualche padella. Non ho mai portato a casa cernie di 2-3 Kg, ma vedermi un pesce così regale a pochi cm dalla mia mano mi suscita ancora grandi emozioni.

 

Non sono un pescasub (non ancora al momento), ma ho un profondo rispetto per la natura, e per tutto ciò che gli gira intorno. E' una lezione che spesso, pochi imparano, ma dovremmo cercare di trasmetterla.

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Ciao Mariano

Come spesso ti ho scritto molto spesso mi trovo concorde con quanto affermi.

In quest'ultimo caso vorrei aggiungere a quanto hai detto alcune cose

1) Giustamente ha definito la pesca subacquea come una disciplina.

Già l'uso di tale termine implica un approccio mentale ordinato ed orientato al raggiungimento di uno scopo. Questo quindi contrasta fortemente con la visione di un barbaro distruttore che ha come unico scopo quello di distruggere tutto ciò che gli capita a tiro (mi viene in mente il pargone dei Samurai guerrieri letali con i nemici ma capaci di restare ore in contemplazione della bellezza di un fiore o di scrivere poesie)

2) come qualcuno ha già scritto anche la caccia terrestre è una disciplina che porta l'uomo a contatto con la natura ed anche in questo caso non è la disciplina ma il modo in cui la si pratica.

Il cacciatore ha subito per anni una compagna diffamatoria simile a quella fatta nei nostri confronti. tutto ciò ha portato ad una serie di limitazioni che ne rendono la pratica limitata e soggetta al pagamento di somme esorbitanti (meditate quando si parla di licenze permessi ecc).

Anche in questo caso schiere di animalisti si sono schierati contro i distruttori forti di certezze acquisite guardando i cartoni animati e tralasciando volutamente i veri responsabili. Ogni anno indicano nei cacciatori la causa del depauperamento della selvaggina. Ora io mi chiedo: nei secoli passati la caccia era aperta 12 mesi l'anno e in quasi tutte le famiglie c'erano dei cacciatori eppure la selvaggina era abbondante. Oggi la caccia si può praticare soltanto per pochi mesi l'anno, in periodi diversi da regione a regione, il numero dei cacciatori è diminuito drasticamente eppure la selvaggina continua a diminuire. Secondo voi perchè? Di chi è la colpa? Quando ho posto questa domenta ad un ambientalista non mi ha saputo rispondere. (ps io non sono un cacciatore ma nella mia famiglia vi sono e vi sono stati dei cacciatori che mi hanno insegnato che la prima regola è il rispetto della natura)

3) Non capisco assolutamente la moda vegetariana. Mi spiego meglio:

Se una persona decide sulla base dei propri gusti personali di nutrirsi di verdure perchè ad esempio non gli piace la carne, oppure perchè non può oggettivamete per una sua patologia nutrirsene niente da obbiettare. Ma il dichiarasi vegetariani perchè così non si fa del male alle povere creaturine indifese mi sembra una allucinazione figlia di questi tempi beoti.

Ma perchè mi viene spontaneo chiedere, le piante non sono esseri viventi? esseri viventi che a ben voler vedere sono più utili spesso degli animali stessi (noi compresi). Ci siamo scordati chi produce l'ossigeno senza il quale tutti noi moriremmo? Certamente forse è più facile mangiare una pera una pesca o un'insalata perchè non emette suoni quindi possiamo pensare che non provi dolore inoltre non ci guardano con gli occhioni dolci.

Questa è ipocrisia pura.

Rispetto della natura è ben altro, è vivere all'interno della natura cercando di armonizzarsi con essa e seguendo le sue regole che sono immutate da miliardi di anni. siamo noi a doverci adattare ad essa e non il contrario

In quest'ottica la pratica di uno sport che abbia come scopo finale la predazione di un animale al fine di cibarsene è, come hai già detto, del tutto normale.

Un saluto a tutti

salvo

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Ospite Mariano Satta

 

Sebbene Mariano Satta sia a favore della "caccia" bisogna fare il distinguo che la pesca in apnea con la caccia terrestre NON ha niente a che vedere.

 

Un pescasub armato del suo arbalete assomiglia molto di più all'uomo preistorico armato di arco e frecce che al cacciatore terrestre di oggi armato di doppiette o automatici.

 

 

Un pescasub nell'atto di pescare si trova fuori dal suo elemento, un cacciatore caccia invece nel suo elemento.

 

Un pesce insidiato ha le maggiori probabilità di farla franca, basti pensare che per insidiare i pesci abbiamo pochissime probabiità di avvicinarlo. Abbiamo una sola possibilità perchè abbiamo una sola freccia...il pesce è nel suo elemento e noi disponiamo di poco fiato.

 

Un cacciatore dispone di armi in grado di sparare più colpi a grandi distanze mentre un pescasub se non riesce a portare la punta della sua arma a 3 metri, che è già una grande distanza, dal pesce è impossibile che catturi alcunchè.

 

Un cacciatore in posta respira a pieni polmoni, al contrario il pescasub mentre fa la pesca statica dispone di pochi secondi e la posta dura quanto dura la nostra "piccola apnea".

 

Noi abbiamo la nostra tahitiana scagliata da elastici in lattice che non ha niente a che vedere con la propulsione del piombo offerta dalla polvere da sparo...noi abbiamo un singolo colpo che non ha niente a che vedere con più cartucce cariche di pallini", di pallettoni o altro che permettono a grandi distanze di colpire bersagli piccoli o grandi grazie alla "rosata"...

 

Si potrebbe continuare all'infinito ma:

Sebbene esistano delle similitudini tra caccia e pesca al giorno d'oggi NON esistono paragoni che possano offrire un gemellaggio tra le due discilpine sportive.

 

La caccia terrestre è una cosa...la pesca in apnea e' e vuole essere oggi ben altra cosa e la distinzione al giorno d'oggi può essere considerata "netta".

 

La caccia ha i suoi spazi e si diffende da sola...Noi pescasub abbiamo i nostri spazi come questo forum di A.M. dove far prevalere le nostre ragioni...Noi siamo pescatori in apnea niente altro.

 

Se dovessimo paragonare un pescasub ad un cacciatore dovremmo paragonarlo ad un cacciatore armato di arco e singola freccia...quindi un cacciatore estinto all'età della pietra.

Modificato da Mariano Satta
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Cacciare e pescare devono essere due cose ben distinte…si caccia un cinghiale…si pesca un sarago…

 

Non ho ben capito il riferimento di questa frase.

 

Dal punto di vista semantico dei due termini, niente da eccepire.

 

CACCIA.

 

perseguítamento, e intendesi più comunemente di fiere salvatiche. Lat. venatus, us, venatio.

 

 

PESCARE.

Cercar di pigliare i pesci. Lat. piscari

 

Fonte : Vocabolario degli accademici della Crusca

 

Ma dal punto di vista... pratico... Cambia l'ambiente, cambiano gli strumenti, ma il risultato non cambia. Entrambe le discipline prevedono, come già detto, l'abbatimento di una preda.

 

La caccia non piace alla maggior parte delle persone perchè la reputano "barbara"... Mentre la pesca "fa meno effetto"...

 

Chiedere il perchè di questa differenza ad un animalista... forse non si ottiene che una risposta confusa e senza senso.

 

 

Forse perchè siamo abituati a vedere i pesci (interi) in pescheria, ed è prassi comune pulirli, squamarli per portarli sulle nostre tavole.

 

In macelleria vediamo solo tanti pezzi di carne rossa, tranci di animale già tagliato. Non vediamo "l'animale come era prima dell'abbattimento" e quindi facciamo fatica ad associare il chilo di filetto all'animale... Secondo voi, quanti bambini hanno mai visto un vitello?

 

Sebbene sia a favore della "caccia" bisogna fare il distinguo che la pesca in apnea con la caccia terrestre NON ha niente a che vedere.

 

Ciao Mariano,

non concordo con il tuo ultimo post. Sebbene le attrezzature sportive sono diverse, l'arma da fuoco ha gittate maggiori, rosata, 3 colpi... e tutte le differenze oggettive e balistiche del caso, ricordiamoci che l'uomo non è più un cacciatore.

 

Farsi 8-10 ore in un bosco... con 5-6 Kg tra fucile e cartucce sulle spalle... non è proprio il massimo del rilassamento.

 

Gli uccelli, gli animali, sono nel loro ambiente naturale, mentre l'uomo no. L'uomo non è più in grado di leggere i segni lasciati dagli animali, tracce, impronte, rami spezzati. Gli animali sono dotati di grande olfatto e ottimo udito. Basta farsi la barba la mattina, prima di andare a caccia, che il cinghiale può sentire il nostro odore già a lunghe distanze. Gli animali sanno mimetizzarsi, e possiamo non vederli... Corrono, sgambettano, cercano ripari, si mimetizzano...

 

Nella caccia è molto importante conoscere la balistica delle proprie armi e delle proprie munizioni. Le munizioni variano dal tipo di prede al tipo di distanza. Non è sufficiente, nella caccia, dire "pallini". Dobbiamo conoscere la grammatura della polvere, il diametro dei pallini, dobbiamo valutare le distanze, se vogliamo prendere qualcosa. I grammi di polvere associate a precisi diametri dei pallini determinano le distanze utili e le specie cacciabili. Altrimenti sarebbe come sparare a delle farfalle con un cannone, o ad un elefante con una fionda. (Passatemi il paragone). Ciò significa che ogni "cartuccia" ha il suo intervallo di preda. I Fagiani con pallini del 4. I Tordi con i pallini del 8.

 

I fucili hanno infatti il tiro utile che è di pochi metri. 30-40 m. (Un cacciatore saprà dire con più certezza) Oltre è inutile sparare perchè i pallini si disperderebbero troppo, e ci sarebbe solo il ferimento inutile della preda... Tanto vale non sparare.

 

Rientra poi la questione soggettiva del cacciatore. Mira veloce, sparo istintivo, abilità nell'avicinarsi alla preda...

 

Per rendersi conto della difficoltà di prendere qualcosa che si muove... basta provare a fare un pò di sano e semplice tiro al piattello... :wacko:

 

Forse una questione si potrebbe sollevare sulla caccia al capriolo, che (secondo me) di sportivo c'è molto poco.

 

Si spara con calibri molto piccoli, ottiche potentissime, a animali ignari della nostra presenza... perchè distanti 3-400m da noi...

 

Ma questa è questione di gusti.

Modificato da Pegaso
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