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REFERENDUM 17 APRILE 0ER ABOLIRE LE TRIVELLAZIONI


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Io dico solo,se questi geni fanno cessare le trivellazioni hanno pensato poi anche ai posti di lavoro che verranno a mancare?

Ovviamente poi si va a comprare l'energia o il gas o il petrolio,magari estratto a 12.1 miglia da qualcun altro...

becchi e bastonati.

Spero che non vada nessuno a votare e che mai e poi mai passi una leggee del genere in parlamento.

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Da quel che ho capito io le trivellazioni non cessano...si vot(erebbe) per limitare i diritti di estrazione.

In ogni caso..di energia ne abbiamo bisogno, si può fare in sicurezza? facciamolo noi anziché dare concessioni a chi ci ruba le risorse..a me sembra una cosa normale, non ci vuole un genio. Chi non fa così ci mangia sopra, direttamente o indirettamente.

Per inciso, ho casa in romagna da 40 anni, le piattaforme di estrazione esistono da piu' anni e non hanno mai dato problemi visibili in costa..credo anche in mare perché funzionano da FAD e anche bene. E sono anche risorsa turistica perché i barconi ogni mattina ci portano i turisti.

Rispettare l'ambiente vuol dire altro.

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“Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ‘Norme in materia ambientale’, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)’, limitatamente alle seguenti parole: ‘per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale’?”

Referendum Trivelle: analisi del quesito

L’oggetto del referendum del 17 aprile sono solo le trivellazioni che effettuate entro le 12 miglia marine (che corrispondono a circa venti chilometri). Non sono quindi la maggior parte delle trivellazioni in acque italiane, complessivamente 66 e collocate soprattutto oltre le 12 miglia, e dunque fuori dal referendum.

Parliamo solo di quelle localizzate entro le 12 miglia. In tutto sono 21:
7 in Sicilia,
5 in Calabria,
3 in Puglia,
2 in Basilicata,
2 in Emilia Romagna,
1 nelle Marche,
1 in Veneto.

Queste vengono effettuate da compagnie estrattive diverse, sulla base di una concessione che dura inizialmente 30 anni, poi prorogabile per due volte, cinque anni ciascuna. In totale: 40 anni. Più altri cinque possibili.

Cosa succede dopo i 40/45 anni? Secondo la normativa vigente oggi scaduta la concessione finisce la trivellazione.

Il provvedimento del governo Renzi, cioè la norma inserita nella legge di stabilità, dice che anche quando il periodo concesso finisce, l’attività può continuare fino a che il giacimento non si esaurisce.

I referendari chiedono che questa novità sia cancellata e si torni alla scadenza “naturale” delle concessioni.

Il quesito del referendum del 17 aprile oltre a non riguardare le trivellazioni oltre le 12 miglia, non riguarda neanche possibili nuove trivellazioni entro le 12 miglia che rimangono vietate per legge. Si decide il destino di 21 trivellazioni già esistenti e in funzione nel nostro mare, entro le 12 miglia. Il decreto legislativo 152 prevede già il divieto di avviare nuove attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi gassosi o liquidi entro le 12 miglia, per cui il referendum agisce solo su quelle già in essere.

Referendum Trivelle: le ragioni del SI

Se al referendum del 17 aprile vincesse il SI, entro 5-10 anni le concessioni verrebbero a scadere e quindi l’attività estrattiva dovrebbe cessare. Oggi le concessioni hanno una durata di trent’anni, prorogabili di dieci. Con il Sì non si elimina la possibilità di proroga: ci sarebbe la cessazione nel giro di alcuni anni delle attività attualmente in corso, tra cui quelle di Eni, Shell e di altre compagnie internazionali.

Il Sì al referendum è sostenuto da una rete di comitati, il No Triv, riunito in un coordinamento nazionale (www.notriv.com). I comitati locali sono principlamente nelle regioni interessate dalle trivellazioni.

Per il Sì sono anche le principali organizzazioni ambientaliste, compreseGreenpeace, Legambiente e Wwf.

Una vittoria del Sì avrebbe un effetto politico e simbolico ben più forte dello specifico referendario. Spingendo la politica a fare quei passi verso le energie rinnovabili che in altri paesi europei sono stati fatti negli anni passati e che in Italia sono al palo, o quasi.

Referendum Trivelle: le ragioni del NO

Esiste un comitato che si chiama “Ottimisti e razionali”, presieduto dall’ex deputato Pci Gianfranco Borghini.

I contrari al referendum del 17 aprile non si trovano solo nel governo o tra i petrolieri. Dubbi sono stati espressi anche nella Cgil, che teme la perdita dei posti di lavoro: il progressivo abbandono delle concessioni causerebbe una emorragia di posti di lavoro. Il settore estrattivo occupa circa 40mila persone.

C’è un’altra obiezione, più generale, che i sostenitori del No (o del mancato quorum) avanzano. È quella del fabbisogno energetico. Le trivellazioni nel mare italiano, in particolare quelle entro le 12 miglia oggetto del referendum, estraggono principalmente gas metano coprendo circa il 10% del fabbisogno nazionale. In misura minore si estrae petrolio. In prospettiva anche i sostenitori del NO auspicano la crescita dell’utilizzo delle delle energie verdi ma nel frattempo non si può rinunciare a quello che abbiamo. Andrebbe sostituito da corrispondenti importazioni.

Essendo referendum abrogativo, un’eventuale bocciatura lascerebbe la situazione inalterata: cioè, le ricerche e le attività petrolifere attualmente in corso potranno proseguire fino alla scadenza. Dopo la scadenza, le compagnie potranno presentare una richiesta di prolungamento, che deve essere approvata in base a una valutazione di impatto ambientale.
Se vince il no (o se non si raggiunge il quorum) le estrazioni di idrocarburi non avranno scadenza certa: in molti casi potrebbero proseguire fino all’esaurimento del giacimento.

 

Il quesito del referendum trivelle del 17 aprile è piuttosto tecnico, e questo potrebbe scoraggiare il voto. Ma punta a una scelta di campo in tema di energia, quindi è un referendum politico, e riguarda tutti.

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“Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ‘Norme in materia ambientale’, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)’, limitatamente alle seguenti parole: ‘per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale’?”

Referendum Trivelle: analisi del quesito

L’oggetto del referendum del 17 aprile sono solo le trivellazioni che effettuate entro le 12 miglia marine (che corrispondono a circa venti chilometri). Non sono quindi la maggior parte delle trivellazioni in acque italiane, complessivamente 66 e collocate soprattutto oltre le 12 miglia, e dunque fuori dal referendum.

Parliamo solo di quelle localizzate entro le 12 miglia. In tutto sono 21:

7 in Sicilia,

5 in Calabria,

3 in Puglia,

2 in Basilicata,

2 in Emilia Romagna,

1 nelle Marche,

1 in Veneto.

Queste vengono effettuate da compagnie estrattive diverse, sulla base di una concessione che dura inizialmente 30 anni, poi prorogabile per due volte, cinque anni ciascuna. In totale: 40 anni. Più altri cinque possibili.

Cosa succede dopo i 40/45 anni? Secondo la normativa vigente oggi scaduta la concessione finisce la trivellazione.

Il provvedimento del governo Renzi, cioè la norma inserita nella legge di stabilità, dice che anche quando il periodo concesso finisce, l’attività può continuare fino a che il giacimento non si esaurisce.

I referendari chiedono che questa novità sia cancellata e si torni alla scadenza “naturale” delle concessioni.

Il quesito del referendum del 17 aprile oltre a non riguardare le trivellazioni oltre le 12 miglia, non riguarda neanche possibili nuove trivellazioni entro le 12 miglia che rimangono vietate per legge. Si decide il destino di 21 trivellazioni già esistenti e in funzione nel nostro mare, entro le 12 miglia. Il decreto legislativo 152 prevede già il divieto di avviare nuove attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi gassosi o liquidi entro le 12 miglia, per cui il referendum agisce solo su quelle già in essere.

Referendum Trivelle: le ragioni del SI

Se al referendum del 17 aprile vincesse il SI, entro 5-10 anni le concessioni verrebbero a scadere e quindi l’attività estrattiva dovrebbe cessare. Oggi le concessioni hanno una durata di trent’anni, prorogabili di dieci. Con il Sì non si elimina la possibilità di proroga: ci sarebbe la cessazione nel giro di alcuni anni delle attività attualmente in corso, tra cui quelle di Eni, Shell e di altre compagnie internazionali.

Il Sì al referendum è sostenuto da una rete di comitati, il No Triv, riunito in un coordinamento nazionale (www.notriv.com). I comitati locali sono principlamente nelle regioni interessate dalle trivellazioni.

Per il Sì sono anche le principali organizzazioni ambientaliste, compreseGreenpeace, Legambiente e Wwf.

Una vittoria del Sì avrebbe un effetto politico e simbolico ben più forte dello specifico referendario. Spingendo la politica a fare quei passi verso le energie rinnovabili che in altri paesi europei sono stati fatti negli anni passati e che in Italia sono al palo, o quasi.

Referendum Trivelle: le ragioni del NO

Esiste un comitato che si chiama “Ottimisti e razionali”, presieduto dall’ex deputato Pci Gianfranco Borghini.

I contrari al referendum del 17 aprile non si trovano solo nel governo o tra i petrolieri. Dubbi sono stati espressi anche nella Cgil, che teme la perdita dei posti di lavoro: il progressivo abbandono delle concessioni causerebbe una emorragia di posti di lavoro. Il settore estrattivo occupa circa 40mila persone.

C’è un’altra obiezione, più generale, che i sostenitori del No (o del mancato quorum) avanzano. È quella del fabbisogno energetico. Le trivellazioni nel mare italiano, in particolare quelle entro le 12 miglia oggetto del referendum, estraggono principalmente gas metano coprendo circa il 10% del fabbisogno nazionale. In misura minore si estrae petrolio. In prospettiva anche i sostenitori del NO auspicano la crescita dell’utilizzo delle delle energie verdi ma nel frattempo non si può rinunciare a quello che abbiamo. Andrebbe sostituito da corrispondenti importazioni.

Essendo referendum abrogativo, un’eventuale bocciatura lascerebbe la situazione inalterata: cioè, le ricerche e le attività petrolifere attualmente in corso potranno proseguire fino alla scadenza. Dopo la scadenza, le compagnie potranno presentare una richiesta di prolungamento, che deve essere approvata in base a una valutazione di impatto ambientale.

Se vince il no (o se non si raggiunge il quorum) le estrazioni di idrocarburi non avranno scadenza certa: in molti casi potrebbero proseguire fino all’esaurimento del giacimento.

 

Il quesito del referendum trivelle del 17 aprile è piuttosto tecnico, e questo potrebbe scoraggiare il voto. Ma punta a una scelta di campo in tema di energia, quindi è un referendum politico, e riguarda tutti.

 

 

Apprezzo lo sforzo di spiegare il significato di questo referendum, ma segnalo un errore.

 

In regione Veneto la piattaforma in discussione è la CNR, piattaforma posizionata a circa 6 miglia al traverso di Malamocco che ha la caratteristica di non estrarre nulla è di essere adibita a studi scientifici tra cui anche studi sui sottostanti giacimenti di metano http://www.ismar.cnr.it/infrastrutture/piattaforma-acqua-alta

Tale piattaforma tra noi pescasub è tristemente famosa per essere stato il luogo di un tragico incidente di circa 10 anni fa in cui persero la vita 2 di noi (Domenico Pennetta e Filippo Biondin).

Altra perforazione presente in Veneto è campo ADA a 9 miglia da Rosolina Mare, ma anche tale campo è in disuso da oltre 30 anni perché ci fu un decreto di divieto estrattivo in tutto il Veneto.

Le uniche estrazioni fatte in mare sotto il Veneto avvengono da campo Izabela (2 piattaforme a 26 miglia), posizionato in area di competenza economica Croata a cavallo della demarcazione ma che estrae il metano Veneto con la rotazione delle trivelle. Il metano poi finisce a Pola.

Il governatore del Veneto Zaia si è allineato su questo referendum senza neppure sapere di che stava parlando, visto che è proprio grazie agli strumenti della CNR che si tiene il monitoraggio di ciò che combina la INA con le Izabela.

Ma lui da buon politicante sognava i soldi, come se fosse possibile beccare le royaltes da una estrazione in Croazia.

Comunque Zaia lo conosciamo bene, è il politicante che non ha esistato a vendere le nostre quote tonno di noi ricreativi alla mafia dei salernitani, con lui siamo passati da 200 tonnellate intoccabili a 35 tonnellate teoriche limitate a 10 tonnellate perché comunque mangiate dai salernitani.

Se in Veneto proprio si vuol parlare di metano che si parli del rigasificatore di Porto Levante con le sue gasiere da Qatar e dalla Nigeria, ma quello va bene per tutti i politicanti perché si son messi ben d'accordo e ce né per tutti i partiti, vecchi e nuovissimi.

 

Capirai che con le nuove tecnologie energetiche una piattaforma che non estrae non ha nulla a che fare. E' solo politica, una faida politica interna ad alcuni partiti che cerca di coinvolgere su argomenti tecnici i cittadini italiani, diciamo pura propaganda e pure di basso livello visti gli errori grossolani che mira a far confondere il petrolio con il gas naturale.

 

 

Poi, se proprio si vuol parlare di energie alternative, di accoppiate vincenti ce ne sono, in particolare proprio se si accoppia il solare con il metano nello stoccaggio.

 

 

 

Comunque questo referendum è nulla come lite tra politicanti, vedrete quando verrà annunciato il sito nazionale di stoccaggio dei rifiuti nucleari che casino che verrà fuori.

Anche la sciura Maria diventerà un fisico nucleare, mi aspetto che certi politicanti della materia oscura rileveranno i neutralini nel cesso di casa e da certe Procure della repubblica una trattazione sugli assioni assassini.

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http://s18.postimg.org/n1398ir7t/UNMIG.png

 

Considerazioni (quasi) superflue ma che è bene ricordare:

 

1- I pozzi si scavano anche in obliquo, quindi per sfruttare i vecchi giacimenti basterà trivellare nuovi pozzi oltre le 12 miglia (12 miglia + 1 metro, tanto per capirci) per avere gabbato lo santo un altra volta. Ogni tanto bisogna comunque restaurare le piattaforme off-shore (revamping) per cui trasferire le piattaforme fuori delle 12 miglia potrebbe essere solo una scocciatura passeggera per i petrolieri e un danno certo per le tasche dei contribuenti perchè chi rompe invariabilmente paga.

 

2- Dopo la migrazione oltre le 12 miglia delle piattaforme poi sarà inutile andare a protestare in sede internazionale perchè c'è già l'illustre precedente della Tunisia i cui pozzi obliqui scavati giusto un pelo entro il confine tunisino succhiano impunemente petrolio e gas proveniente da giacimenti posti oltre la frontiera libica. Sarà inutile protestare proprio perchè la sovranità nazionale cessa ad una certa profondità del suolo e quindi sarà inutile piangere quando le 7 sorelle ci avranno già legalmente inKulato con tanta vaselina e poco garbo.

 

Conclusione:

Questo referendum è una sòla.

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Notavo una contraddizione nel modo di affrontare la questione da parte dei "verdi".

 

Una delle obiezioni che è stata mossa è la possibile perdita di posti di migliaia di posti di lavoro: da una parte ci sono le stime dei sindacati e dei produttori, magari di parte certo ma che sono sicuramente più affidabili di quelle dei "verdi" che invece si limitano a dire che questi numeri non sono provati nè provabili.

 

Con lo stesso ragionamento (ossia il fatto che certi danni non siano provati) i verdi osteggiano ad esempio coltivazione e consumo degli OGM, perchè se anche se i danni non sono provati non si possono escludere. In questo caso invece, non si può provare che si perdano migliaia di posti di lavoro (ma nemmeno si può escludere) però il blocco delle estrezaioni va fatto comunque.

 

Nel primo caso la mancata prova è fonte di divieto (OGM) nel secondo invece è motivo in più per fare...mah...

 

:bye:

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...mai nessuno che poponga il "reVerendum" ossia il referendum per far sloggiare il Vaticano con annesso codazzo di preti, suore, cardinali, vescovi, faccendieri, culattoni e concubine fuori dall' Italia quel tanto che basta a farci campare meglio come successe già ai bei tempi felici intercorsi dal 1309 al 1377 e noti come "cattività di Avignone" . Furono 68 anni di vera liberazione, quella ... altro che pippe a trivella :laughing:

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prete è!! e se lo ascoltate pure pescatore subacqueo, fai sloggiare il vaticano e casomai lo assumi tù per fargli portare a casa la pagnotta perchè lui ne han ben diritto!

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Rivoluzione verde in Olanda: stop alla vendita di auto a benzina e a gasolio

 

Il provvedimento è stato approvato in Parlamento grazie al supporto di un ampio fronte politico e prevede il divieto a partire dal 2025

 

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Amsterdam, città di canali e biciclette

 

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di Michael Pontrelli - Twitter: @micpontrelli

La notizia arrivata oggi dall'Olanda è una di quelle destinate a lasciare un segno nella storia. Il governo ha annunciato di aver avviato il cammino legislativo per arrivare a vietare, dal 2025, la vendita di automobili con alimentazione a benzina e a gasolio. Il provvedimento ha ottenuto una prima approvazione in Parlamento grazie al sostegno del partito Laburista che ha prevalso sulla netta opposizione della Destra. A favore dell'iniziativa si sono schierati anche i Liberal Democratici, i Verdi e il partito ChristenUnie.

Governo olandese fortemente impegnato sul fronte green

La decisione conferma il forte impegno verso la green economy del governo olandese che già nel 2013 aveva siglato un "accordo sull'energia" con una quarantina di organizzazioni indipendenti, al fine di promuovere iniziative "verdi" nell'ambito dell'energia, dell'isolamento termico degli edifici e della riduzione della CO2. Nello scorso dicembre l'Olanda, assieme ad altre quattro nazioni e otto Stati del Nordamerica avevano formato la Zero-Emission Vehicle Alliance per arrivare entro al 2050 alla esclusiva vendita di automobili eco-compatibili.

E' boom di richieste per l'auto elettrica low cost di Tesla
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Che a livello mondiale si stia entrando in una fase nuova per il settore automobilistico lo conferma il successo strepitoso dell'auto elettrica low cost appena annunciata da Tesla. La Model 3 in soli tre giorni ha raccolto 276.000 prenotazioni. La macchina, che a piena carica avrà quasi 350 chilometri di autonomia, sta generando un entusiasmo che qualcuno ha addirittura paragonato a quello del lancio dell'iPhone di Apple.

http:///export/sites/notizie/.galleries/16/elon-musk-tesla.jpg_682821927.jpg
Anche i big tecnologici americani in campo per favorire l'economia "pulita"

L'impegno del fondatore di Tesla, il visionario Elon Musk, a favore della green economy è solamente la punta dell'iceberg. Pochi giorni fa i più importanti big tecnologici americani ovvero Apple, Google, Microsoft e Amazon, sono scesi in campo a fianco di Barack Obama per chiedere il via libera al Clean Power Plan fermato dalla Corte Suprema per un cavillo giuridico. Il piano prevede di tagliare le emissioni di CO2 del 32% entro il 2030. Un risultato ambizioso ma necessario se si vuole impedire che in nome dello sviluppo economico venga compromessa definitivamente la "salute" del pianeta.

In Italia nel frattempo si continua a litigare sulle energie da combustibili fossili

E l'Italia? Per il momento all'orizzonte non si vede niente di simile a quello che sta avvenendo in Olanda. Di economia verde se ne parla poco o niente. Al contrario in questi giorni il dibattito pubblico è monopolizzato dall'inchiesta sul pozzo petrolifero di Tempa Rossa in Basilicata e dal referendum sulle Trivelle del prossimo 17 aprile. Paradossalmente mentre il mondo più avanzato punta su rinnovabili e auto elettriche da noi si litiga furiosamente sulle energie provenienti da combustibili fossili. Un po' come camminare con la testa rivolta all'indietro.

 

 

 

 

7 aprile 2016

 

 

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Veramente "Il pescatore" per i cristiani dovrebbe essere solo un altro poveretto che ha fatto una brutta fine.

Per quanrto riguarda la somministrazione della pagnotta quotidiana il cardinale adibito alla refezione e che è attualmente più chiacchierato è questo qui

 

http://www.blitzquotidiano.it/wp/wp/wp-content/uploads/2014/12/bertone.jpg

 

Se questo qui non si è già magnato tutto, allora forse una pagnottella per l'amico tuo ci scappa lo stesso...

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Quindi dal 2025 gli olandesi andranno a comprare la macchina in Germania o in Belgio?

Devono aver imparato dai politici italiani,sparano la cazxata per fare il figurone poi saranno cacci di chi ci sta tra 10 anni,possono permetterselo perchnon sono produttori vorrei vedere la stessa legge in Germania e comunque mi sembra un ottima ragione per sfruttare i giacimenti finché servono,tra 10 anni saranno inutili,forse...

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sono state espresse, forse talora in maniera un po' ruvida, opinioni pro e contro l'argomento di questo referendum.

Il referendum è l'unico modo che i cittadini hanno per dissentire o concordare con un'atto legislativo dei nostri governanti e, per tale ragione, invito chi legge a recarsi alle urne.

Secondo me astenersi significa assimilarsi a persone incapaci quali le persone affette da patologie neurologiche avanzate ad esempio la demenza di Alzheimer, la demenza a corpi di Lewy, quella vascolare o quella senile; la sindrome di Creutzeld Jacob, l'encefalopatia spongiforme, la neurosifilide, la demenza AIDS relata, lo stato di coma e via elencando.

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sono state espresse, forse talora in maniera un po' ruvida, opinioni pro e contro l'argomento di questo referendum.

Il referendum è l'unico modo che i cittadini hanno per dissentire o concordare con un'atto legislativo dei nostri governanti e, per tale ragione, invito chi legge a recarsi alle urne.

Secondo me astenersi significa assimilarsi a persone incapaci quali le persone affette da patologie neurologiche avanzate ad esempio la demenza di Alzheimer, la demenza a corpi di Lewy, quella vascolare o quella senile; la sindrome di Creutzeld Jacob, l'encefalopatia spongiforme, la neurosifilide, la demenza AIDS relata, lo stato di coma e via elencando.

Hai veramente tutti sti problemi? Condoglianze vivissime, che tu possa riposare in pace, amen.
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