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LA CERNIA E LE GARE DI PESCA IN APNEA


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Daniele, il problema che poni tu peró non è 'federale', se non valessero tordi, salpe, gronghi e murene in certe (in molte) gare avresti carnieri da disperarsi ancora più di adesso. E comunque con il limite di peso a 400 grammi (campionati di seconda e assoluti) non mi pare che siano i tordi e le salpe a fare la differenza.

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Se è per questo, oltre alla cernia, le prede maggiormente ambite dai pescatori in apnea sono orata, spigola, dentice e ricciola e non sono praticamente mai presenti alla pesatura, non tanto perché gli atleti non siano in grado di prenderle, ma perché, così come è strutturato il regolamento, conviene dedicarsi ad altre specie (ed anche a specie che molti pescatori subacquei spesso evitano di catturare, come tordi e salpe). E' questo che non mi piace della struttura attuale delle gare.

 

Ciò non toglie che nulla vieta al pescatore di impostare la gare su questi pesci e anzi, negli anni si è cercato di valorizzare la cattura di alcune di queste specie, finendo poi per cancellare i bonus di spigola e orata perchè a detta di molti la loro cattura in gara non era quasi mai indice di particolare bravura. Ad oggi sopravvive solo quello per il dentice.

 

In qualsiasi caso ricordiamoci che parlare di reintrodurre la cernia in gara significa parlare di n° 1 cernia in gara, perchè escludo completamente che si possa scavalcare le limitazioni di legge in materia che limitano appunto la pesca della cernia ad 1 al giorno.

Stando poi nel solo campo del risultato sportivo/agonistico relativo ai punteggi come dice Salvo, avere un pesce il cui peso minimo non potrà che essere elevato (già la misura di legge di 45 cm è almeno 1 kg cioè 1000 punti) significa ritrovarsi a classifica con 1 pesce che da solo fa la classifica.

Il valore della cernia sarebbe quindi preponderante (a meno che non si faccia a coeficente, ma allora che senso avrebbe?).

Valore preponderante indurrebbe specializzazione, e premiare il pescatore più specializzato non sempre significa premiare il pescatore più completo.

Con la cernia quindi si potrebbero ulteriormente alterare la scala dei valori in campo, e se lo scopo è quello di avere un circuito agonistico più rappresentativo allora non ci siamo proprio.

 

L'unico motivo valido per reintrodurre la cernia ma con tutte le sue contraddizioni è quello di Davide della spettacolarità, ma allora se fosse per quello potremmo parlare anche di tonni anche se sappiamo tutti della non praticabilità per ovvi motivi.

La limitazione di legge si potrebbe aggirare senza il minimo problema, come d'altronde si fa per i 5kg e come era fino al divieto che dovrebbe essere del 2003/2004; ma non credo ce ne sia bisogno. Una cernia al giorno, come si fa nella maggior parte delle competizioni internazionali mi pare più che corretto.

 

Certo significherebbe introdurre una specializzazione, ma fortemente limitata visto l'impossibilità di superare un certo punteggio (difficilmente si vincerebbe con la sola cernia) e senza dimenticare che anche quando era valida era un pesce che faceva molta selezione, non erano molti a portarle al peso. Inoltre già il regolamento attuale introduce delle specializzazioni, o meglio, ne cancella di fatto alcune come la pesca in bassofondo.

 

Mille accrocchi sono stati fatti per migliorare la sicurezza degli atleti, e poi ci si è persi nel partorire queste idiozie.

 

Diverso il discorso del tonno in periodo di chiusura, ma anche là, per quale motivo se le competizioni capitano in periodo di apertura non lo si dovrebbe poter pescare nel pieno rispetto delle normative?!

 

La verità è che purtroppo i regolamenti delle competizoni di pesca sono sempre stati nelle mani di persone che hanno saputo solo fare danni, vuoi per incompetenza totale, vuoi per tornaconto politico, vuoi per presunta levatura etica superiore (dopo decenni di gare fatte e magari vinte con i regolamenti dell'età dell'oro delle uniche gare che sono rimaste nella memoria di tutti).

 

L'agonismo ha ormai l'elettroencefalogramma piatto e i vertici federali si adoperano alacremente per lasciarlo in coma nella speranza che spiri velocemente, e guai a chi si permette di risvegliarlo.

 

:bye:

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Non condivido questa visione fortemente regolamentocentrica dove tutti i problemi nascono dai regolamenti di gara, se così fosse la soluzione dei problemi dell'agonismo sarebbe semplice, basterebbe tornare ai vecchi regolamenti ed ignorare che i tempi sono drasticamente cambiati e che certe soluzione sono non solo praticabili, ma anche impossibili.

E mi pare che la pescasub nazionale qualche problema lo avesse anche con i vecchi regolamenti della cernia illimitata.

 

Trovare una causa unica al declino dell'agonismo italiano è impossibile perchè è certamente la somma di tante concause, ma se devo indicare la maggiore problematica indico con certezza la mancanza di coesione tra tutti le componenti e gli attori e non di certo i regolamenti.

La mancanza di coesione dell'agonismo è un fatto antico, da questo è scaturita la prassi di risolvere sempre tutto a suon di regolamenti, di ricorsi e di deferimenti.

E dare la colpa al singolo non è di certo sufficente a giustificare la mancanza di coesione, visto che nel tempo di singoli ne sono cambiati davvero molti, ad ogni livello.

 

Guarda Davide, per me il più grande elemento disturbatore della pesca in apnea nazionale sono state e sempre saranno le sponsorizzazione individuali degli atleti, perchè coinvogendo l'atleta fanno prevalere l'interesse della singola azienda sull'interesse del gruppo ed in definitiva del movimento.

E quel che è peggio essendo l'ambiente troppo piccolo, più che sponsorizzare gli atleti per merito gli si sponsorizza per lecchinaggio.

Questo è il grande elemento disturbatore e disgregatore, gli sponsorizzati andrebbero almeno esclusi dalle squadra nazionali per incompatibilità al ruolo.

 

Altro grande problema visto che parlare di agonismo nazionale significa parlare di Fipsas, è la disimogeneità della Federazione che come ben sappiamo fa tutto e l'incontrario di tutto. La subacquea è prigioniera nella federazione dei pescatori e la pesca in apnea sta nel mezzo, e stare nel mezzo spesso è stare nel posto peggiore.

E poi il voler risolvere sempre tutto in federazione con la giustizia sportiva, con la completa disponibilità della giustizia sportiva a commettere abusi continui, è indice che il contenitore federazione è completamente marcio.

Non è marcio il contenuto, è marcio il contenitore.

Semplicemente la Federazione andrebbe spaccata in 2, per non dire in 3, ma per fare questo occorrono oltre a delle menti illuminate con dei progetti, anche l'annichilimento di ogni funzione dei poteri di blocco in federazione, cosa che forse non si possono avere neppure nel caso di un commissariamento.

 

In ultimo, la pescasub è comunque in declino in tutto il mondo e resta uno sport con tutti isuoi limiti anche nella definiszione stessa.

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se è per questo,anche qualcuno dei bigattini se la giocava con buone probabilità...ma passando oltre le battute,rimane la gestione della fipsas dopo e dei pescatori dopo.abbiamo la stessa sicumera dei comunisti:sono un pia quindi sono moralmente e eticamenter e sportivamente superiore..

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perchè la pescasub non è uno sport antico?

da che nasce l'uomo c'è la pesca con la fiocina

il confrontarsi fra i vari uomini, visto che evidentemente a pescare e basta si annoiavano, rende la pratica sportiva

ormai schivata da tutti i big della pesca la pia viene messa alle corde e additata come brutale, barbara e assassina, roba da trogloditi insomma

bisogna accettare i fatti, in un mondo dove pure il cane deve avere scarpette, cappellino e sacchettino raccogli cacca, sparare una freccia ad un povero nemo in cerca di casa è una cosa orribilante

la pia è una pratica antica e superata per questo mondo

spaccare la federazione noooo, sarebbe piu saggio fare i bagagli e trovarsi un nuovo alloggio, accettando di essere antichi invece che continuare a cercare di farsi accettare

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Se è per questo, oltre alla cernia, le prede maggiormente ambite dai pescatori in apnea sono orata, spigola, dentice e ricciola e non sono praticamente mai presenti alla pesatura, non tanto perché gli atleti non siano in grado di prenderle, ma perché, così come è strutturato il regolamento, conviene dedicarsi ad altre specie (ed anche a specie che molti pescatori subacquei spesso evitano di catturare, come tordi e salpe). E' questo che non mi piace della struttura attuale delle gare.

 

Orate, spigole, dentici e ricciole in gara sono praticamente impossibili o quasi.

Sono tutte specie che il pescatore comune insidia al libero e sono prede molto sensibili al disturbo.

In un Campionato italiano ci sono in acqua almeno una quarantina di gommoni che scorazzano da un capo all'altro del campo gara e i predatori non gradiscono tutta questa confusione.

Inoltre orate e spigole sono pesci che generalmente bazzicano il bassofondo, escluso dalle ordinanze balneari.

 

Poi ci può stare che qualche pesce finisca in carniere ma sono fatti quasi occasionali.

A memoria ricordo pochi campionati in cui siano uscite orate e sempre in occasioni particolari: 2005 a Torre San Giovanni, Petrini ne trovò quattro sotto la stessa lastra (fattore C conclamato), 2006 a Bosa Marina ma si pescò a terra (non chiedetemi come e perché) con mare molto formato, 2007 semifinale San Foca ne uscirono diverse di cui una di quasi 4kg che Riolo aveva segnato e ritrovato in tana.

 

Sul discorso agonismo sono più d'accordo con Mauro, soprattutto sul marciume: molto (ma molto) peggio della politica.

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Mauro mi spieghi questo passaggio?

Senza nessunissima polemica, solo non ho capito in che modo la presenza degli sponsor condiziona in negativo il movimento?

 

Guarda Davide, per me il più grande elemento disturbatore della pesca in apnea nazionale sono state e sempre saranno le sponsorizzazione individuali degli atleti, perchè coinvogendo l'atleta fanno prevalere l'interesse della singola azienda sull'interesse del gruppo ed in definitiva del movimento.
E quel che è peggio essendo l'ambiente troppo piccolo, più che sponsorizzare gli atleti per merito gli si sponsorizza per lecchinaggio.

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Mauro mi spieghi questo passaggio?

Senza nessunissima polemica, solo non ho capito in che modo la presenza degli sponsor condiziona in negativo il movimento?

 

 

 

Guarda Davide, per me il più grande elemento disturbatore della pesca in apnea nazionale sono state e sempre saranno le sponsorizzazione individuali degli atleti, perchè coinvogendo l'atleta fanno prevalere l'interesse della singola azienda sull'interesse del gruppo ed in definitiva del movimento.

E quel che è peggio essendo l'ambiente troppo piccolo, più che sponsorizzare gli atleti per merito gli si sponsorizza per lecchinaggio.

 

E' una storia antica di una anomalia che probabilmente è tutta italica e può benissimo essere preso ad esempio del perchè l'Italia non funziona a dovere come nazione.

 

Per un movimento sportivo esser vincenti significa esser adeguatamente strutturati sul territorio, avere un numero elevato di praticanti ed in proporzione di atleti, e avere una squadra nazionale con atleti possibilmente vincenti.

Anche nella pesca-sub come in qualsiasi altro sport, occorrono le vittorie in campo internazionale, se arrivano delusioni stai tranquillo che anche il movimento più florido prima o poi va in crisi.

Le sconfitte vanno a braccetto con il declino.

La pesca-sub è uno sport individuale dove il titolo che conta è quello di Campione del Mondo, ma anche se tale titolo è individuale per raggiungierlo occorre un lavoro di equipe, di squadra.

O gli atleti in gara, i barcaioli, i tecnici, i dirigenti, la federazione e tutto il movimento sportivo lavorano uniti con coesione ed unità di intenti per far vincere 1, o il movimento sportivo perde.

 

Perde perchè ad un Mondiale anche il più bravo pesca-sub del mondo ha bisogno di ogni supporto possibile; conoscenza del campo, mire, informazioni condivise, compagni di squadra che marcano i pretendenti al titolo di altre nazioni, tecnici che sappiano impostare la scelta tattica vincente, dirigenti in loco che rappresentino e proteggano gli interessi dei propri atleti, federazione con risorse conomiche adeguate per una antecedente lunga preparazione del campo gara, tifosi e supporter, pubblico e media che valorizzino gli sforzi e non ultima ed importantissima il tutto condito dalla leatà sportiva.

In pratica, bisogna far gruppo e squadra prima, durante e dopo il campionato.

 

Come hai potuto notare in messun posto ho messo lo sponsor individuale dell'atleta e peggio ancora del tecnico incaricato.

Lo sponsor individuale è esattamente l'opposto di ciò, ma non tanto per colpe specifiche delle aziende quanto per la generica assenza di cultura sportiva di tutto il movimento sportivo.

Il pesca-sub nostrano prima di tutto è atleta di un team aziendale, poi è atleta forse della propria società sempre che la società esista per davvero e non sia fittizzia, è atleta della Federazione spesso solo per necessità perchè nei fatti si riconosce nella propria didattica, è selezionato da un tecnico della nazionale che spesso è tecnico di un team aziendale (con atleti stranieri) che magari più che per merito seleziona col manuale Cencelli della pesca-sub, è convocato da una Federazione che convoca più per simpatie personali che per merito.

 

Ti sarai accorto anche tu che nella pesca-sub nazionale la cosa più ambita è essere in un team aziendale, il risultato sportivo conta per arrivare nel team ed il team è la vera gloria, non la medaglia.

E poi, ti sarai anche accorto che quando un atleta vincente entra in un team diventa automaticamente il propagandatore, venditore, difensore di quel marchio, spesso perdendo obiettività e tramutandosi in un gran lecchino.

 

Questo accadeva già ai tempi d'oro della pesca-sub italica, le più importanti aziende sono Italia e non è esattamente un bene.

 

 

 

ps:

Completamente anomalo è che gli sponsor siano trasversali alle società sportive e ancor più inquitante che i team aziendali siano addirittura internazionali.

Il normale assetto dello sport è atleta, società sportiva, nazionale. Nella pesca-sub è tutto rovesciato.

Modificato da Mauro Sanvito
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Orate, spigole, dentici e ricciole in gara sono praticamente impossibili o quasi.

Sono tutte specie che il pescatore comune insidia al libero e sono prede molto sensibili al disturbo.

In un Campionato italiano ci sono in acqua almeno una quarantina di gommoni che scorazzano da un capo all'altro del campo gara e i predatori non gradiscono tutta questa confusione.

Inoltre orate e spigole sono pesci che generalmente bazzicano il bassofondo, escluso dalle ordinanze balneari.

 

 

Sì, ho sbagliato a scrivere io, intendevo che, per come sono strutturate le gare, la loro cattura è quasi impossibile.

Comunque anche quando è possibile ci si orienta sempre verso saraghi, corvine, tordi e salpe (vedi assoluto 2012, nel quale Villani ha vinto la seconda giornata grazie ai dentici, ma è stato l'unico a provare ad insidiarli).

Il mio pensiero è che se le prede più ambite dai pescatori sono quelle e la struttura delle gare non ne permette la cattura, la struttura delle gare è sbagliata.

Se un pescatore fosse più bravo di un altro, ma il secondo razzolasse meglio, le gare le vincerebbe il secondo.

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Se un pescatore fosse più bravo di un altro, ma il secondo razzolasse meglio, le gare le vincerebbe il secondo.

 

Daniele qui c'è tutto il succo del discorso!

 

Che significa che un pescatore è più bravo di un altro? Parliamo solo di agonismo o in generale anche di quelli che di pesce ne prendono tanto ma non fanno le gare (e non le farebbero nemmeno se ci fossero le cernie)?

 

Di pescatori agonisti forti io ne conosco (e ne ho conosciuti) ormai parecchi ma in molti casi non potrei dire che uno è più forte di un'altro.

Due esempi su tutti: Concetto Felice, che nel bassofondo e con mare grosso secondo me è imbattibile, e Franco Villani che invece fa un tipo di pesca completamente diversa.

Nei carnieri del primo vedi orate e spigole (spesso XXXL) in quelli dell'altro dentici, cernie e ricciole.

Entrambi fortissimi ma con caratteristiche opposte.

E in mezzo ci sono razzolatori che visti in acqua fanno impressione per ritmo, caparbietà, fiuto per i pesci e che alla fine escono con collane di saraghi e corvi.

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Se posso esprimere il mio parere, da uno che le gare le fa, anche se senza lasciare segno e che (poche volte) ha anche avuto la fortuna di fare da barcaiolo a Marenco in ex seconda categoria e semifinali, credo che reintrodurre la cernia sia del tutto irrilevante.

Tutti i pescatori agonisti e non insidiano la cernia quando ne hanno la possibilità e mi risulta che anche quelle avvistate durante le preparazioni e/o competizioni, spesso "cadono" nei giorni successivi...

Che valore aggiunto darebbe la cattura di una cernia?

A livello di competizioni nazionali (intese come del territorio italiano), credo poche, se non l'effetto boomerang delle proteste dei soliti pseudoambientalisti e anche... di qualche pescatore locale.

Potrebbe avere un senso solo nelle gare finali con formula a gommone, perché nelle selettive con FAN si rischierebbe che qualche neo-agonista, brevettato, si, ma non ancora adeguatamente esperto, possa azzardare troppo nella ricerca del pesce/svolta della gara.

Nelle gare internazionali, visti gli scenari così mutevoli dei vari oceani, con prede inusuali per i "mediterranei" e regolamenti particolari dissimili dai nostri, obbligherebbe a specializzarsi in quel tipo di pesca in loco, dove non è detto che la cernia sia ammessa, per cui non agevolerebbe la crescita tecnica dell'agonista con vocazione internazionale.

La situazione oggettiva è che le gare sono sempre più povere di catture, anche quando gli agonisti sono di ottimo livello.

In quasi tutti i campi gara è quasi OBBLIGATORIO pescare razzolando ed in tana ed i motivi sono già stati ampiamente spiegati.

I campi gara che vengono autorizzati bene o male sono sempre gli stessi e, complici le restrizioni continue con AMP e amenità varie, sono comunque tartassati da tutti i livelli di pesca, professionale, di superficie, subacquea e bracconiera, per cui, finché c'è salpa e tordo, grongo e murena, c'è speranza ed una cernia, ammesso che si trovi, può solo spostare il risultato di una competizione, aggiungendo quella quota di casualità, benché legata all'indubbia capacità di chi la catturerebbe.

Se si potessero disputare le gare in zone ricche di pesce, allora si potrebbe ragionare diversamente.

Chi non ha mai partecipato o visto dal vivo una competizione al mare, può solo esprimersi per "sentito dire", soprattutto se si parla di "valori" degli agonisti.

La bravura di un pescasub agonista si misura esclusivamente con i risultati, nemmeno con i titoli, ma con la costanza di trovarsi con regolarità nelle posizioni di vertice, segno che in condizioni diverse, mari e campi gara diversi, i pesci li leva sempre, anche quando sono pochi.

Se uno vince prendendo dentici e ricciole in gara, è stato bravissimo perché ha saputo interpretare una strategia di gara vincente, ma se non si ripete rimarrà solo un bravissimo pescatore baciato dalla buona sorte in gara.

Per cui, non sono in grado di giudicare se al tempo fu una scelta giusta quella di eliminare la cernia dalle competizioni, ma di sicuro oggi non vedo la necessità di una sua reintroduzione.

Ciao. Pepu.

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Esatto, credo proprio che non esista la definizione di pescatore più bravo, proprio perché ci sono troppi tipi di pesca diversi.

Sicuramente, però, non è più forte chi è più bravo a razzolare, anche se le gare dicono questo.
Forse l'unico modo per evitare questi problemi sarebbe quello di fare diverse gare per diverse tecniche di pesca,

la gara di pesca all'aspetto, quella di agguato in poca acqua, quella di razzolo/tana, ecc.
D'altronde ti sembrerebbe plausibile vedere una gara di "pesca con la canna", al massimo divisa, come per la pesca subacquea in acque interne e mare? Tutti a contendersi il titolo, chi pescando a traina, chi a vertical jigging, chi a mosca, chi col galleggiante, ecc...
Non avrebbe senso, per tecniche diverse mirate a pesci diversi servono gare diverse, e non vedo perché la pesca subacquea debba fare eccezione.
Ma credo che sia un'utopia, perché una cosa è parlare, un'altra è avere le possibilità di organizzare, di partecipare alle gare...

Modificato da DanieleC
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Beh Daniele, infatti mi sembra quantomeno utopistico omologare le gare solo per tipo di tecnica, già si fatica a controllare che tutti gli atleti rispettino le attuali regole, come si fa a verificare se nella gara di pesca all'aspetto uno cattura una preda in tana, con la telecamera attaccata in testa ad ogni atleta, con un GPS?

Ci sono dei regolamenti e degli atleti che portano più pesci di altri, quelli sono i più forti, agonisticamente parlando.

L'atleta più forte per definizione è quello completo, cioè colui in grado di pescare dalla schiuma, alla tana, alla profondità importante, ma non è detto che poi abbia la capacità di leggere la gara e catturare più pesci di altri.

Così sono le gare di pesca e ci possiamo mettere anche tanti altri sport dove la componente strategica e caratteriale spesso fanno la differenza.

Aggiungo, nelle competizioni di pesca in apnea si primeggia anche per un mix di bravura, malizia, fortuna e tanta esperienza che spesso esalta tutte le condizioni precedenti, nulla a che vedere con la pesca che ciascuno fa per contro proprio, al di fuori delle competizioni, dove può essere anche un fenomeno!

Modificato da Pepu
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