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Tomasi si allena per il costante


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Quanto al sarcasmo: ho preferito uscirmene con una battuta invece di risentirmi dal momento che tu hai praticamente affermato che le cose che sostenevo erano prive di logica...riflettici.

 

Quanto ai massimi sistemi: non mi sembra affatto di averli tirato in ballo, anzi, le mie perplessità rigardavano cose specifiche quali la validità o meno dei controlli antidoping nell'apnea e, conseguentemente, il loro obiettivo peso nella "certificazione" di un record.

In soldoni: se il controllo antidoping è indispensabile nei cento metri piani -a mio modesto avviso- non lo è in una gara di apnea (penso all'uso dell'ossigeno puro).

La conseguenza di questo mio ragionamento è semplice: non può essere -sempre a mio avviso- l'inosservanza di questa "regola" ad inficiare la prestazione.

Se ve ne siano altre (regole) la cui mancata osservanza possa effettivamente far sorgere dubbi circa la prestazione ottenuta...onestamente non lo so e pensavo che questa discussione potesse far luce in merito; perciò ho ritenuto che il tuo intervento fose "improduttivo".

 

Quanto al tuo invito di far valere le mie opinioni nelle sedi opportune...cosa significa? che come tesserato non posso parlarne su di un forum? guarda che io non sto portando avanti nessuna crociata, le mie sono soltanto "riflessioni ad alta voce" che, ti assicuro, non avrò alcuna difficoltà a ripetere in federazione se e quando si presenterà l'occasione.

 

Infine, ti assicuro che non è mio costume ignorare chi la pensa in maniera differente, tutt'altro...però consentimi la libertà di esprimere un' opinione (giusta o sbagliata che sia) in ordine a quanto sostenuto dal mio interlocutore.

Cordialmente

antonio

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Allora eccomi qui con disastroso ritardo dovuto ad alcuni impegni lavorativi che mi stanno rubando tempo, cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza sui vari argomenti e di dare un minimo di basi ferme su cui impostare il discorso.

 

Intanto, sgombriamo subito il campo in merito alle differenze che possono esserci tra CMAS (attenzione CMAS non FIPSAS) e AIDA:

 

La CMAS è un comitato internazionale che si occupa di regolamentare, organizzare ed omologare (secondo gli standard CIO) tutte le competizioni "subacquee" di qualsiasi genere, dalle più conosciute (per noi italiani) come la Pesca in Apnea, il Nuoto Pinnato e le gare di Apnea "pura" sino a specialità anche non apneistiche e poco diffuse nel Bel Paese ma che hanno una storia consolidata in altri paesi aderenti (ad esempio l'acquathlon); essendo un organo internazionale e che racchiude diverse "anime" è di fatto una macchina molto complessa e che segue dei protocolli parecchio "pesanti" dal punto di vista organizzativo (ne abbiamo già parlato...).

 

AIDA invece è un ente di natura privatistico (la paragonerei alla FIA della formula uno per capirci) che ha lo scopo puro e semplice di organizzare degli eventi sportivi esclusivamente apneistici (in buona sostanza statica, dinamica, costante e variabile) che ha il grosso vantaggio di avere una struttura estremamente snella ed economica nel suo complesso ma che non aderendo agli standard CIO non deve attenersi ai protocolli di omologazione che questi richiede (ad esempio le procedure antidoping WADA).

 

Per quanto concerne invece i dualismi tra AIDA e la FIPSAS c’è da dire che allo stato attuale le dinamiche antagoniste tra i due enti sono sorti (da parte della nostra federazione) soprattutto per un contenzioso che si è aperto tra il CONI ed AIDA (ma non solo AIDA) in occasione degli ultimi campionati indoor e che ha costretto la federazione ad attenersi alle disposizioni del CONI impedendo ai propri atleti di partecipare alla competizione, pena il deferimento alla procura federale.

 

Al di là di questo, almeno ORA e da parte della FIPSAS non vi è una chiusura totale nei confronti delle competizioni fuori circuito CMAS (come di fatto avviene in altri paesi) tanto da spingere Azzali a dichiarare recentemente su una rivista di settore, l’auspicarsi in un prossimo futuro di competizioni “open” che consentano agli atleti di partecipare ai vari eventi un po’ come succede per il tennis dove gli stessi atleti storicamente gareggiano su trofei/campionati e circuiti organizzati da enti diversi, ma questo sarà – forse – il futuro, ad oggi le linee guida sono ben altre.

 

Chiarite le due posizioni (ovviamente a grandi linee) cerchiamo ora di entrare nel merito delle valenze dei risultati agonistici ottenuti sui due diversi circuiti.

 

Incipit di natura tecnica, come già asserito da persone molto più autorevoli del sottoscritto, oggi la vera differenza in ambito agonistico (indipendentemente dalle specialità) è data dalla capacità dell’atleta di (detta in maniera banalissima) trattenere il respiro.

 

Questo significa che anche in specialità come la dinamica, una atleta fortissimo come Goran Golak, pur non essendo dotato di una tecnica natatoria perfetta (magari ce l’avessi io……) grazie alla sua immensa capacità polmonare (mi è stato riferito, ma non ne ho certezza che superi gli otto litri….) può andare piano quanto gli pare, ma con tutta la “benzina” di cui dispone andrà sicuramente molto lontano!!

 

SE la discriminante nell’ottenimento della prestazione da record è la quantità di ossigeno che riesci ad incamerare, si arriva alla questione spinosa, quelle capacità sono il frutto di una preparazione specifica o figlie di artefici chimico/comportamentali che se non leciti sono almeno antisportive??

 

Personalmente ritengo che la questione sollevata da Antcant (rispetto all’assunzione di ossigeno puro nel periodo pre-gara) sia un problema marginale, perché di per se tale pratica (che inizialmente per una svista del comitato scientifico WADA non era stata neanche inserita nelle fattispecie considerate doping) perde velocemente di efficacia laddove (come sempre oramai avviene) gli atleti sono “sotto gli occhi di tutti” durante il lungo periodo che precede la competizione, e tra l’altro sembrerebbe che alcuni studi provino che i benefici dell’iper saturazione dei tessuti con ossigeno puro degradino velocemente anche solo durante le prove di riscaldamento.

Inoltre vi do una notizia (ovviamente nota agli addetti meno a quelli non esperti), gli stessi benefici che si possono ottenere dall’assunzione dell’ossigeno puro, si possono avere persino con una prolungata e programmata assunzione di ossigeno miscelato “normale” per uso terapeutico (quello che per intenderci usano le persone ansiane o i pazienti affetti da difficoltà respiratorie) che si trova in farmacia con una semplice prescrizione medica.

Anche l’impossibilità di provare l’assunzione di ossigeno (puro o miscelato che sia) è un mito che va sfatato, in realtà tali pratiche provocano delle alterazioni in alcuni organi (come ad esempio il fegato) che li costringono ad un super lavoro, il risultato dei quali, volendo, è tranquillamente misurabile (l’aumento dei metaboliti ad esempio nel caso del fegato), tutto sta volerlo fare!

La triste verità però, è che il vero danno (al livello agonistico e non solo) lo fanno quelle pratiche che servono a costringere il corpo a trattenere “meglio” ed in maniera forzata l’ossigeno contenuto nei tessuti ematici e non solo; tralasciando le metodologie di tipo chimico, in questo settore la fa da padrone l’uso delle “camere iperbariche” che simulano (anzi il termine esatto è FORZANO) gli effetti e gli adattamenti del nostro corpo alle condizioni riscontrabili in alta quota (guardate che non è un caso se molti forti apneisti oggi anziché allenarsi in piscina vanno su per le montagne, e questa è una pratica utilizzata anche da molti agonisti della pesca….).

Il grosso problema è che oggi tali “macchinari” hanno una dimensione poco più grande di un sacco a pelo da escursionista, per cui se io e Pepu decidiamo di partecipare ad una gara ci andiamo col suo camper, io guido e lui si infila nella camera iperbarica (non è proprio così, ma credetemi che la cosa è tanto semplice quanto pericolosa…) poi arrivati a destinazione si ripiega tutto, lo si infila nel gavone sotto il letto e il Peppe nazionale mi fa una bella dinamica con tempi e percorrenze da far spavento ad un delfino!

 

E adesso arriviamo al perché taluni (come il sottoscritto) si ostinano a vedere nelle procedure antidoping (che vanno sicuramente migliorate perché di fatto sono figlie di pratiche sportive diverse dalle nostre e che oggi hanno ancora molte lacune) l’unica certezza della prestazione; il solo modo per valutare l’utilizzo di metodologie antisportive negli apneisti agonisti (che tra l’altro rispetto alle altre discipline sono quattro gatti) è quello di sottoporre costantemente a controlli (che alla fine oggi sono anche molto poche invasive) tutti coloro che ottengono delle prestazioni importanti (non solo record ma anche vittorie, specie se schiaccianti, nelle competizioni) come si fa (peraltro con alterni successi, ma le motivazioni non sono paragonabili a noi…) in altri sport.

 

In mancanza della “prova del nove” certamente non posso dire che questo o quell’atleta sia un truffatore (posso pensarlo ma NON MI DEVO AZZARDARE a dirlo perché sarei peggio di lui), ma neanche me la posso prendere se poi Uisso mette tutte quelle faccette vomitose, (in realtà le metterebbe a prescindere…..)

 

Capito cosa intendo Ant??

 

Poi c’è tutta la questione sulle prove antidoping a cui sono sottoposti i nostri atleti, credimi (per il momento sulla parola tra un pochino forse riesco ad essere più esaustivo sull’argomento) sono MOLTO ma MOLTO pesanti, e TUTTI gli apneisti (almeno quelli italiani) che ottengono una prestazione da record devono sottoporsi a questi controlli (ci sono degli aneddoti anche divertenti in quest’ottica…) anche random e anche fuori dalle competizioni dal momento che debbono dichiarare quando e dove si allenano, e persino di recente ci si è inciampati…..

 

E BECCATEVE STO PISTOLOTTO VA!!

 

 

PS: per favore a chi è molto più esperto di me, se volete intervenite/integrate/corregete!!

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Giusto per chiarire: io non sono assolutamente contrario a rendere obbligatorio un controllo antidoping per gli apneisti, ho soltanto manifestato delle perplessità in ordine all'efficacia di quelli previsti dalla WADA e, conseguentemente, ho ritenuto che essi -allo stato- non potessero fungere da ago della bilancia in ordine alla liceità o meno di un record... non sono la "prova del nove" se per aggirarli basta farsi un riposino in camera iperbarica.

 

Esistono esami in grado di accertare questo? perfetto inseriamoli nel protocollo ed applichiamolo...chi non vi si sottoporrà potrà giustamente essere ritenuto "sospetto".

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Allora eccomi qui con disastroso ritardo dovuto ad alcuni impegni lavorativi che mi stanno rubando tempo, cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza sui vari argomenti e di dare un minimo di basi ferme su cui impostare il discorso.

 

Intanto, sgombriamo subito il campo in merito alle differenze che possono esserci tra CMAS (attenzione CMAS non FIPSAS) e AIDA:

 

La CMAS è un comitato internazionale che si occupa di regolamentare, organizzare ed omologare (secondo gli standard CIO) tutte le competizioni "subacquee" di qualsiasi genere, dalle più conosciute (per noi italiani) come la Pesca in Apnea, il Nuoto Pinnato e le gare di Apnea "pura" sino a specialità anche non apneistiche e poco diffuse nel Bel Paese ma che hanno una storia consolidata in altri paesi aderenti (ad esempio l'acquathlon); essendo un organo internazionale e che racchiude diverse "anime" è di fatto una macchina molto complessa e che segue dei protocolli parecchio "pesanti" dal punto di vista organizzativo (ne abbiamo già parlato...).

 

AIDA invece è un ente di natura privatistico (la paragonerei alla FIA della formula uno per capirci) che ha lo scopo puro e semplice di organizzare degli eventi sportivi esclusivamente apneistici (in buona sostanza statica, dinamica, costante e variabile) che ha il grosso vantaggio di avere una struttura estremamente snella ed economica nel suo complesso ma che non aderendo agli standard CIO non deve attenersi ai protocolli di omologazione che questi richiede (ad esempio le procedure antidoping WADA).

 

Per quanto concerne invece i dualismi tra AIDA e la FIPSAS c’è da dire che allo stato attuale le dinamiche antagoniste tra i due enti sono sorti (da parte della nostra federazione) soprattutto per un contenzioso che si è aperto tra il CONI ed AIDA (ma non solo AIDA) in occasione degli ultimi campionati indoor e che ha costretto la federazione ad attenersi alle disposizioni del CONI impedendo ai propri atleti di partecipare alla competizione, pena il deferimento alla procura federale.

 

Al di là di questo, almeno ORA e da parte della FIPSAS non vi è una chiusura totale nei confronti delle competizioni fuori circuito CMAS (come di fatto avviene in altri paesi) tanto da spingere Azzali a dichiarare recentemente su una rivista di settore, l’auspicarsi in un prossimo futuro di competizioni “open” che consentano agli atleti di partecipare ai vari eventi un po’ come succede per il tennis dove gli stessi atleti storicamente gareggiano su trofei/campionati e circuiti organizzati da enti diversi, ma questo sarà – forse – il futuro, ad oggi le linee guida sono ben altre.

 

Chiarite le due posizioni (ovviamente a grandi linee) cerchiamo ora di entrare nel merito delle valenze dei risultati agonistici ottenuti sui due diversi circuiti.

 

Incipit di natura tecnica, come già asserito da persone molto più autorevoli del sottoscritto, oggi la vera differenza in ambito agonistico (indipendentemente dalle specialità) è data dalla capacità dell’atleta di (detta in maniera banalissima) trattenere il respiro.

 

Questo significa che anche in specialità come la dinamica, una atleta fortissimo come Goran Golak, pur non essendo dotato di una tecnica natatoria perfetta (magari ce l’avessi io……) grazie alla sua immensa capacità polmonare (mi è stato riferito, ma non ne ho certezza che superi gli otto litri….) può andare piano quanto gli pare, ma con tutta la “benzina” di cui dispone andrà sicuramente molto lontano!!

 

SE la discriminante nell’ottenimento della prestazione da record è la quantità di ossigeno che riesci ad incamerare, si arriva alla questione spinosa, quelle capacità sono il frutto di una preparazione specifica o figlie di artefici chimico/comportamentali che se non leciti sono almeno antisportive??

 

Personalmente ritengo che la questione sollevata da Antcant (rispetto all’assunzione di ossigeno puro nel periodo pre-gara) sia un problema marginale, perché di per se tale pratica (che inizialmente per una svista del comitato scientifico WADA non era stata neanche inserita nelle fattispecie considerate doping) perde velocemente di efficacia laddove (come sempre oramai avviene) gli atleti sono “sotto gli occhi di tutti” durante il lungo periodo che precede la competizione, e tra l’altro sembrerebbe che alcuni studi provino che i benefici dell’iper saturazione dei tessuti con ossigeno puro degradino velocemente anche solo durante le prove di riscaldamento.

Inoltre vi do una notizia (ovviamente nota agli addetti meno a quelli non esperti), gli stessi benefici che si possono ottenere dall’assunzione dell’ossigeno puro, si possono avere persino con una prolungata e programmata assunzione di ossigeno miscelato “normale” per uso terapeutico (quello che per intenderci usano le persone ansiane o i pazienti affetti da difficoltà respiratorie) che si trova in farmacia con una semplice prescrizione medica.

Anche l’impossibilità di provare l’assunzione di ossigeno (puro o miscelato che sia) è un mito che va sfatato, in realtà tali pratiche provocano delle alterazioni in alcuni organi (come ad esempio il fegato) che li costringono ad un super lavoro, il risultato dei quali, volendo, è tranquillamente misurabile (l’aumento dei metaboliti ad esempio nel caso del fegato), tutto sta volerlo fare!

La triste verità però, è che il vero danno (al livello agonistico e non solo) lo fanno quelle pratiche che servono a costringere il corpo a trattenere “meglio” ed in maniera forzata l’ossigeno contenuto nei tessuti ematici e non solo; tralasciando le metodologie di tipo chimico, in questo settore la fa da padrone l’uso delle “camere iperbariche” che simulano (anzi il termine esatto è FORZANO) gli effetti e gli adattamenti del nostro corpo alle condizioni riscontrabili in alta quota (guardate che non è un caso se molti forti apneisti oggi anziché allenarsi in piscina vanno su per le montagne, e questa è una pratica utilizzata anche da molti agonisti della pesca….).

Il grosso problema è che oggi tali “macchinari” hanno una dimensione poco più grande di un sacco a pelo da escursionista, per cui se io e Pepu decidiamo di partecipare ad una gara ci andiamo col suo camper, io guido e lui si infila nella camera iperbarica (non è proprio così, ma credetemi che la cosa è tanto semplice quanto pericolosa…) poi arrivati a destinazione si ripiega tutto, lo si infila nel gavone sotto il letto e il Peppe nazionale mi fa una bella dinamica con tempi e percorrenze da far spavento ad un delfino!

 

E adesso arriviamo al perché taluni (come il sottoscritto) si ostinano a vedere nelle procedure antidoping (che vanno sicuramente migliorate perché di fatto sono figlie di pratiche sportive diverse dalle nostre e che oggi hanno ancora molte lacune) l’unica certezza della prestazione; il solo modo per valutare l’utilizzo di metodologie antisportive negli apneisti agonisti (che tra l’altro rispetto alle altre discipline sono quattro gatti) è quello di sottoporre costantemente a controlli (che alla fine oggi sono anche molto poche invasive) tutti coloro che ottengono delle prestazioni importanti (non solo record ma anche vittorie, specie se schiaccianti, nelle competizioni) come si fa (peraltro con alterni successi, ma le motivazioni non sono paragonabili a noi…) in altri sport.

 

In mancanza della “prova del nove” certamente non posso dire che questo o quell’atleta sia un truffatore (posso pensarlo ma NON MI DEVO AZZARDARE a dirlo perché sarei peggio di lui), ma neanche me la posso prendere se poi Uisso mette tutte quelle faccette vomitose, (in realtà le metterebbe a prescindere…..)

 

Capito cosa intendo Ant??

 

Poi c’è tutta la questione sulle prove antidoping a cui sono sottoposti i nostri atleti, credimi (per il momento sulla parola tra un pochino forse riesco ad essere più esaustivo sull’argomento) sono MOLTO ma MOLTO pesanti, e TUTTI gli apneisti (almeno quelli italiani) che ottengono una prestazione da record devono sottoporsi a questi controlli (ci sono degli aneddoti anche divertenti in quest’ottica…) anche random e anche fuori dalle competizioni dal momento che debbono dichiarare quando e dove si allenano, e persino di recente ci si è inciampati…..

 

E BECCATEVE STO PISTOLOTTO VA!!

 

 

PS: per favore a chi è molto più esperto di me, se volete intervenite/integrate/corregete!!

 

Malefico di un Caio... per colpa tua ieri ho ritardato la pausa pranzo di 5 minuti.... :banging: :banging:

 

Cmq quello che hai scritto è difficilmente non condivisibile :-)

 

Ogni atleta è "pulito" fino a prova contraria, il fatto è che la prova UFFICIALE la si può avere solo partecipando alle gare sotto C.M.A.S. con i protocolli antidoping W.A.D.A.

Ma si possono sapere quali sono i protocolli antidoping che usa AIDA?

E se sono anche per loro quelli W.A.D.A perchè gli atleti AIDA non partecipano alle gare C.M.A.S.?

 

Domanda da ignorantone, ma durante le varie selettive nazionali, tipo la gara in costante che si è fatta in Sicilia, o per le gare dei Campionati Societari di Varedo, che controlli antidoping e a chi sono stati fatti?

 

Hola

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A Varedo l'antidoping non c'era quest'anno. Due anni o tre fa si, e mi pare anche l'anno prima. L'antidoping costa e di norma vengono scelte una o due manifestazioni all'anno in cui vengono estratti i mominativi degli atleti da controllare. Caso diverso se nel corso di una manifestazione viene effettuato un record mondiale che se si vuole venga convalidato deve essere sottoposto a verifica anti dopping.

 

ciao

Barbara

Modificato da Barbara Pignataro
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Per quanto riguarda l'uso dell'ossigeno è provato che dopo 10 minuti di aria normale non si hanno più effetti, quindi l'atleta pure si facesse 2 ore di ossigeno perderebbe tutto visto che mezz'ora prima della prestazione deve essere sotto controllo dei giudici.

Esattamente le procedure antidoping aida non so quali siano, so di certo che sono a carico dell'atleta qualora organizzasse in tentativo di record, questo è uno dei motivi per cui mullins aspettò tanto tempo a fare il record di dinamica senza pinne.

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Capita giusto a fagiolo dal sito della Cmas per quanto concerne l'accordo con SPORTACCORD

 

http://www.cmas.org/board-of-cmas-its-175th-meeting-discusses-improved.php

-------------------------------

 

Board of CMAS on its 175th Meeting discusses improved anti-doping programme in the presence of Sportaccord's representative

 

C.M.A.S. ANTI-DOPING PROGRAMME

ROME, 26 NOVEMBER 2011

 

Rules and Programme now in full compliance with the World Anti- Doping Code

- Anti-Doping Director: Dr. Michel Léglise

- Administration and operational implementation of the programme through the C.M.A.S./SportAccord DFSU agreement

- Françoise Dagouret

- Matteo Vallini

 

Testing 2011

- Information provided to WADA on 2011 programme (81 tests – 5 events)

- Out-of-Competition: 5 tests

- C.M.A.S Registered Testing Pool: 6 top individual athletes (3 Men, 3 Women) in the Finswimming discipline

- Use of the online « ADAMS » system

 

Testing 2012

- A total minimum of 35 In-competition tests at 7 events (Focus on Finswimming)

- A total of 20 Out-of-Competition tests prior to Finswimming and Apnoea events

- C.M.A.S Registered Testing Pool: 2 -3 tests all along the year, including blood testing

 

Therapeutic Use Exemptions (TUEs)

- Administration by Sport Accord DFSU

- C.M.A.S. TUE Commission includes 3 members - chaired by Dr. Léglise.

- New: use of the ADAMS system (facilitates the mandatory reports to WADA)

- New: recognitition of TUEs granted by National Anti-Doping Organizatins (NADOs)

 

Results Management

- Initial Review of potential violations by Sport Accord DFSU, on behalf of the C.M.A.S.Secretary General

- C.M.A.S. Doping Hearing Panel (DHP): a Chair + 5 Members. Upon each case the Chair nominates a Doping Hearing Chamber (DHC) of 3 persons

- Appeals to the Court of Arbitration for Sport (CAS) or national level appeal body depending Information / Education

- Focus on Youth Events:

- Finswimming Copa Natal, Tenero, Switzerland (26/27 November 2011) Anti-Doping Swiss provided documents

- Finswimming Junior World Championships, Graz, Austria (July 2012) WADA Bronze Outreach Model, leaflets, quiz…

- C.M.A.S. Anti-Doping webpage: Newly created ! Will be improved step by step

- A dedicated C.M.A.S. anti-doping e-mail address for all questions (RTP athletes, TUEs, etc…)

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Nel pistolotto iniziale volevo inserire anche le procedure antidoping (lo avevo accennato in calce), ma sarebbe venuto fuori un trattato importante, ma noioso; comunque se avrete un poco di pazienza nel week end cerco di farvi un breve riassunto e vederete che le cose sono MOOOLTO più avanti di quanto tutti noi non pensassimo fosse possibile.

 

In tutto ciò (per quanto il dover fare da "story teller" sull'argomento mi imbarazza ed impaurisce non poco...) sono comunque contento che qualcuno si faccia venire dei dubbi e che provi a chiarirseli; farlo tutti assieme (integrando anche e sopratutto con notizie e competenze di ciascuno, anche quelli un pò più "timidi") a me fa solo piacere.....

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dal sito della Fipsas, credevo aveste già letto tutti

http://portale.fipsas.it/Sezioni/SettoriFederali/Attivit%c3%a0Subacquee/NewsAS/tabid/316/articleType/ArticleView/articleId/752/DEFERIMENTO-MICHELE-TOMASI.aspx

 

In relazione al deferimento dell’atleta Michele Tomasi al Tribunale Nazionale Antidoping del CONI, per il riconoscimento della responsabilità in ordine alla violazione dell’art. 2.1 del Codice WADA, in rapporto all’esito avverso riscontrato per presenza di Deflazacort, in occasione del controllo antidoping disposto a Calceranica, il 1° Ottobre u.s., si precisa quanto segue:

- Michele Tomasi è affetto da “Sinusite frontale cronica in soggetto con setto nasale deviato”;

- tale evento morboso è per lo più silente, però, in relazione a situazioni particolari, come per esempio immersioni/allenamenti in acqua fredda, si può riacutizzare e si palesa con cefalea intensissima e resistente a tante terapie;

- Tomasi ha effettuato il tentativo di record sul Lago di Garda dopo aver partecipato, la settimana precedente, a Milazzo, ad una gara di assetto costante e dopo aver prestato assistenza in mare per sette/otto ore consecutive per due giorni. Dopodiché ha continuato ad allenarsi in lago, ovviamente in acqua fredda, e per l'appunto ha avuto una riacutizzazione della sinusite con cefalea intensissima;

- il Tomasi ha provato a curare tale sinusite con terapia antibiotica ed antiinfiammatoria, ma senza risultati, per cui il medico specialista in ORL che lo segue gli ha prescritto il Deflazacort per sei giorni;

- essendo il Deflazacort una sostanza vietata, presente nella lista delle sostanze e dei metodi proibiti – una cosa, quest’ultima, nota sia al Tomasi che allo specialista ORL, in quanto il Medico Federale, Dott.ssa Amaddii, aveva provveduto ad informarli – si è proceduto alla compilazione della NIT (dichiarazione di uso terapeutico in situazioni di evento morboso acuto), dove lo specialista ORL ha scritto la seguente diagnosi: “Rino sinusite catarrale acuta”, terapia: “Deflazacort per sei giorni”;

- in riferimento alla predetta diagnosi, la Dott.ssa Amaddii aveva fatto presente che, a suo modo di vedere, la stessa non fosse corretta, in quanto non era aderente alla reale patologia da cui è affetto il Tomasi.

Ciò premesso, è assai probabile che la Procura Antidoping del CONI abbia riscontrato una discrepanza tra la patologia dichiarata, la “Rino sinusite catarrale acuta” (raffreddore), e la rilevanza della terapia prescritta, il Deflazacort. Inoltre, nella prescrizione in questione, la posologia riportata ha reso il Deflazacort una vera e propria terapia e non un uso in fase acuta. Si sottolinea, altresì, che l’atleta non ha fatto uso di Deflazacort per sei giorni, tanto è vero che la sostanza è stata trovata soltanto nel campione prelevato il sabato.

Tale ricostruzione dei fatti si è resa necessaria sia per fare luce su una vicenda che altrimenti avrebbe potuto assumere dei contorni inquietanti e non aderenti alla realtà che per tutelare l’immagine di Michele Tomasi: un atleta per il quale la lealtà sportiva è sempre stata un principio ispiratore.

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Ecco appunto tanto per!!

 

Questo era uno di quei casi a cui mi riferivo con quel mio "e persino di recente ci si è inciampati….."

Nel caso di Michele tra l'altro, trattasi in effetti solo di una semplice questione di documentazione non redatta e trasmessa nel modo opportuno, comunque della specificità della vicenda sarebbe opportuno approfondirne i fatti dopo che la procura si sarà pronunciata (ipoteticamente per la metà del mese...).

 

Nel mentre se mi permettete io loderei (per una volta almeno) l'azione della FIPSAS che dandone notizia sul proprio sito ha inteso, a parer mio, salvaguardare Michele da illazioni troppo semplici da fare, un gesto dovuto nel rispetto di una persona perbene e una cosa che si fa comunemente anche in altre federazioni quando il caso lo richiede!!

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Conosco Michele da anni, per preparare una prestazione importante usa le cuffiette e ascolta bella musica.

Non ha bisogno di doping, è un grande.

La FIPSAS deve continuare a tutelarlo con tutte le forze.

Ciao Gianpa

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