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Evitiamo rischi inutili


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per il secondo punto, penso esattamente che nessuno abbia bisogno di raccomandazioni, poichè nessuno si prede dei rischi consapevolmente. i tipi di cui sopra non hanno scelto di rimetterci le penne, erano ampiamente dentro i loro margini.

non erano degli sprovveduti, non hanno deciso di distruggere le proprie famiglie, per quello che gli appelli alla prudenza mi irritano tanto...

Fino a prova contraria, se ci hanno rimesso le penne, sono decisamente andati oltre i loro limiti.

 

E questo perchè il concetto di limite non è il "massimale" che si può raggiungere nel periodo di massima forma, ma quello che le nostre capacità ci consentono. Quel limite che varia da un giorno all'altro, da un'ora all'altra, da un tuffo all'altro...

 

Nessuno prende dei rischi consapevolmente, vero, ma per prima cosa è fondamentale sapere che cosa è un rischio e che cosa no.

Quanti sono ancora convinti di poter gestire i propri aspetti contando le contrazioni?!

Quanti sono convinti che sia un ottimo modo di gestire lucidamente la propria azione?!

Quanti sono ancora convinti che pescare con il compagno sia davvero sicurezza e non solo pronto soccorso?!

 

Una stupidata, quanti pur di non rinunciare ad una uscita, dopo mesi di stop, entrano, magari raffreddati, e poi vanno a piangere in turco dal Prof. Malpieri con un barotrauma con i fiocchi?!

 

Basta leggere le discussioni da forum per vedere che, se tu non hai bisogno di raccomandazioni, non è per tutti così...anzi...

 

:bye:

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per il secondo punto, penso esattamente che nessuno abbia bisogno di raccomandazioni, poichè nessuno si prede dei rischi consapevolmente. i tipi di cui sopra non hanno scelto di rimetterci le penne, erano ampiamente dentro i loro margini.

non erano degli sprovveduti, non hanno deciso di distruggere le proprie famiglie, per quello che gli appelli alla prudenza mi irritano tanto...

Fino a prova contraria, se ci hanno rimesso le penne, sono decisamente andati oltre i loro limiti.

 

E questo perchè il concetto di limite non è il "massimale" che si può raggiungere nel periodo di massima forma, ma quello che le nostre capacità ci consentono. Quel limite che varia da un giorno all'altro, da un'ora all'altra, da un tuffo all'altro...

 

Nessuno prende dei rischi consapevolmente, vero, ma per prima cosa è fondamentale sapere che cosa è un rischio e che cosa no.

Quanti sono ancora convinti di poter gestire i propri aspetti contando le contrazioni?!

Quanti sono convinti che sia un ottimo modo di gestire lucidamente la propria azione?!

Quanti sono ancora convinti che pescare con il compagno sia davvero sicurezza e non solo pronto soccorso?!

 

Una stupidata, quanti pur di non rinunciare ad una uscita, dopo mesi di stop, entrano, magari raffreddati, e poi vanno a piangere in turco dal Prof. Malpieri con un barotrauma con i fiocchi?!

 

Basta leggere le discussioni da forum per vedere che, se tu non hai bisogno di raccomandazioni, non è per tutti così...anzi...

 

:bye:

 

perfetto, mi trovi in linea di principio d'accordo.

allora mi dici se trovi utile, inutile o addirittura controproducente un mess di questo tenore:

 

Ciao amici,

colgo la tristissima occasione dell'ennesima tragedia in mare per sensibilizzare tutti ancora una volta..

Il mare è sempre lì...non scappa..se oggi non ci sentiamo bene..meglio uscire o stare proprio a casa..

Quante volte ci è capitato di avere il dolorino qui o lì, raffreddore, sinusite...sensazione di stanchezza, ecc..

MAI sottovalutare nulla, si sbagliano anche i dottori...

Vi prego e vi scongiuro... SOLO perche non posso Ordinarvelo....qualsiasi sentore di affaticamento, malessere, stanchezza fisica o mentale, non esitiamo a uscire, o rinunciamo a entrare.

Vorrei porgere le condoglianze il meno possibile.

Moltissimi di noi vanno a pesca con il compagno..e poi appena entrati uno di qua e l'altro dalla parte opposta...valutiamo bene tutto, non facciamo cose avventate, non dobbiamo dimostrare nulla a nessuno, se non ci sentiamo bene, via la cintura, la si lega alla boa e torniamo dal compagno o usciamo..

per favore..

 

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perfetto, mi trovi in linea di principio d'accordo.

allora mi dici se trovi utile, inutile o addirittura controproducente un mess di questo tenore:

 

Ciao amici,

colgo la tristissima occasione dell'ennesima tragedia in mare per sensibilizzare tutti ancora una volta..

Il mare è sempre lì...non scappa..se oggi non ci sentiamo bene..meglio uscire o stare proprio a casa..

Quante volte ci è capitato di avere il dolorino qui o lì, raffreddore, sinusite...sensazione di stanchezza, ecc..

MAI sottovalutare nulla, si sbagliano anche i dottori...

Vi prego e vi scongiuro... SOLO perche non posso Ordinarvelo....qualsiasi sentore di affaticamento, malessere, stanchezza fisica o mentale, non esitiamo a uscire, o rinunciamo a entrare.

Vorrei porgere le condoglianze il meno possibile.

Moltissimi di noi vanno a pesca con il compagno..e poi appena entrati uno di qua e l'altro dalla parte opposta...valutiamo bene tutto, non facciamo cose avventate, non dobbiamo dimostrare nulla a nessuno, se non ci sentiamo bene, via la cintura, la si lega alla boa e torniamo dal compagno o usciamo..

per favore..

Se dovessi ragionare solo con il mio metro e supponendo che tutti siano giudiziosi come io credo di essere, sarebbe senza dubbio inutile...

 

Ma la realtà è ben diversa, basta fare un giro sul forum di medicina e sicurezza per capire quanto sia facile sottovalutare le cose e andare in mare rischiando si farsi seriamente male per leggerezze evitabili. E non parlo solo di lasciarci le penne, per me chi si rovina rimediando un acufene che non passerà mai solo perchè non ha saputo rinunciare a quella domenica di mare, è la prova provata che le raccomandazioni non fanno mai male.

 

Possono sembrare superflue, sono d'accordo, ma se servono anche solo a far riflettere un attimo una persona su cento che leggono, non le trovo inutili, tantomeno controproducenti.

 

:bye:

 

 

 

 

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i tipi di cui sopra...non erano degli sprovveduti...

Ti riferisci a chi è morto in mare...e c'è qualcosa che non mi quadra nella tua opinione.

Anche loro erano pescatori subacquei come noi,ergo così come definisci noi tutti (compreso te stesso) degli esaltati che quando vanno in mare se ne fregano della propria famiglia,lo stesso,per coerenza,dovresti fare quando parli di chi era come noi ma oggi non c'è più.

Paradossalmente dal tuo discorso sembra, invece, che noi (vivi) siamo dei folli che si dimenticano della famiglia quando entrano in acqua,mentre loro (deceduti),in vita non fossero degli sprovveduti,avessero la testa sulle spalle e alla famiglia ci tenessero...

 

Non mi sembra offensivo per chi è morto in mare,dire che ha sbagliato,perchè per sbagliare basta essere umani e non è necessario essere stupidi,esaltati,folli e/o persone che se ne fregano dei familiari quando hanno un pesce davati.

Non mi sembra nemmeno che tutti coloro che in mare ci hanno lasciato le penne,fossero pescatori subacquei assennati,preparati e maturi...,c'è stato anche chi senno,preparazione e/o maturità non ne aveva e che per questo era considerato un morto a mare annunciato.

Ecco che quindi i vari (secondo me non sono mai troppi ma anzi sono troppo pochi) thread sulla sicurezza che periodicamente si aprono,sono tesi principalmente a ridurre quanto meno il numero dei morti annunciati,perchè cose come la maturità,la preparazione teorica e pratica...e anche il senno, secondo me si possono migliorare con la comunicazione,il confronto e l'informazione.

Ti dirò di più,un thread del genere serve anche a chi lo apre e a chi interviene per informare (quindi è informato),è una specie di terapia, se non addirittura di training autogeno,aiuta a mantenere viva una certa forma mentis che in alcuni periodi (come quelli in cui si va tanto a mare e si è allenatissimi) tende ad "appannarsi" (soprattutto quando si è giovani),perchè ci si sente dei pesci e la percezione dei pericoli si riduce.

 

esattamente che nessuno abbia bisogno di raccomandazioni, poichè nessuno si prede dei rischi consapevolmente

E' vero,l'inconsapevolezza è quella cosa che ci espone al pericolo di sbagliare e di non tornare più a casa quando andiamo a pescare.

Bisogna anche capire qual'è l'origine di questa inconsapevolezza.

Si può essere inconsapevoli per ignoranza e immaturità( tutte cose migliorabili con una campagna educativa e informativa),cioè si è inconsapevoli prima,durante e dopo la pescata...e in questo modo ogni discesa è una roulette russa.

Si può essere inconsapevoli per una distrazione (che può essere anche l'ultima),può capitare ma non è la norma e ciò fa si che ogni discesa non sia una roulette russa.

Per fare un esempio,andare a pescare in apnea è come camminare in prossimità o dentro un campo minato: ai margini del campo non ci sono mine e si può camminare tranquillamente senza pericolo (questa condizione è paragonabile a quella di un agguato in superficie con mare calmo: grado di pericolosità= possibilità di morire = 0),mentre dentro il campo le mine sono distribuite in modo tale che più ci si spinge all'interno e più ce n'è (questa condizione è quella a cui va incontro chi pesca in apnea, dal momento in cui si toglie il boccaglio e fa la capovolta).

Camminare dentro un campo minato è pericoloso ,occorre conoscere la posizione delle mine e sapersi muovere per evitarle (analogamente per pescare occorrono sapere quali sono i pericoli,dove stanno e poi occorre sapersi comportare per evitarli e non rendere ogni tuffo una roulette russa).

Più ci si spinge dentro il campo minato e più mine si tovano,per cui sono necessarie maggiori conoscenze (rispetto alla situazone precedente) e una maggiore esperienza per muoversi senza saltare in aria (analogamente,in acqua,più ci si avvicina ai propri limiti [che sono temporali ancor prima che spaziali ] e più si rischia,per cui occorre una esperienza ed un allenamento adeguati).

 

Ora...converrai che uno che non ha idea di dove si trovino le mine,è maldestro e va a camminare in un campo minato,è un morto annunciato.

Uno che conosce a menadito la distribuzione delle mine e sa come muoversi, quando cammina sul campo minato sta facendo qualcosa di pericoloso ma non è un morto annunciato.

Può capitare che chi conosce a menadito la distribuzione delle mine e sa come muoversi,si distragga (lo sbaglio umano) e salti per aria ,ma le probabilità che ciò accada sono di gran lunga inferiori a quelle del morto annunciato...

 

Secondo il tuo ragionamento,David Letterman,non serve a niente spiegare a chi voglia camminare su un campo minato, dove si trovano le mine e in che modo si possono evitare,perchè tanto chi conosce la posizione delle mine e il modo di muoversi per evitarle, ha le stesse probabilità di tornare a casa di chi non sa nè dove stanno quelle mine, nè in che modo può evitarle.

Sempre secondo quel ragionamento,spiegare certe cose a chi non le sa, o ricordarle a chi tende a dimenticarle (tantissimi,forse tutti noi), è pure irrispettoso nei confronti di chi è morto...

Siamo lontanissimi,perchè secondo me proprio chi è morto deve essere continuamente tirato in ballo quando si spiega (o si ricorda) "dove stanno le mine e come si devono evitare",perchè costituisce l'esempio pratico di cosa può accadere sbagliando in mare.

Modificato da siccia
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come le altre volte in cui s parla di questa cose intervengo per dire come la penso;sono d'accordo con il predicare prudenza,forse non serve a tutti,ma se solo serve ad uno è già tanto!non sono d'accordo nel predicare la paura,se io dovessi avere paura del mare non andrei a pesca,io sono consapevole dei pericoli del mare,ma credo che la pescata devo godermela,con la prudenza necessaria ad abbassare(purtroppo azzerarli è impossibile)i rischi che in mare ci sono.

credo inoltre che ognuno di noi ha una sua idea dei pericoli,o di cosa sia potenzialmente pericoloso,sento sempre parlare di profondità,quasi mai delle tane dove molti si infilano dentro,a mio parere terribilmente pericolose,ma è un punto di vista,come io non ho paura della profondità(relativa alle mie capacità)così per un altro è normale infilarsi in un buco,cosa che io non farei mai!

ma il problema vero è l'imprevisto,qualcosa che accade fuori da tuo controllo e al quale tu non puoi essere preparato,ma anche nell'imprevisto la maggior parte delle volte te la cavi con uno spavento,poi una volta su 10 o su 100 o su 1000...

 

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i tipi di cui sopra...non erano degli sprovveduti...

Ti riferisci a chi è morto in mare...e c'è qualcosa che non mi quadra nella tua opinione.

Anche loro erano pescatori subacquei come noi,ergo così come definisci noi tutti (compreso te stesso) degli esaltati che quando vanno in mare se ne fregano della propria famiglia,lo stesso,per coerenza,dovresti fare quando parli di chi era come noi ma oggi non c'è più.

Paradossalmente dal tuo discorso sembra, invece, che noi (vivi) siamo dei folli che si dimenticano della famiglia quando entrano in acqua,mentre loro (deceduti),in vita non fossero degli sprovveduti,avessero la testa sulle spalle e alla famiglia ci tenessero...

 

Non mi sembra offensivo per chi è morto in mare,dire che ha sbagliato,perchè per sbagliare basta essere umani e non è necessario essere stupidi,esaltati,folli e/o persone che se ne fregano dei familiari quando hanno un pesce davati.

Non mi sembra nemmeno che tutti coloro che in mare ci hanno lasciato le penne,fossero pescatori subacquei assennati,preparati e maturi...,c'è stato anche chi senno,preparazione e/o maturità non ne aveva e che per questo era considerato un morto a mare annunciato.

Ecco che quindi i vari (secondo me non sono mai troppi ma anzi sono troppo pochi) thread sulla sicurezza che periodicamente si aprono,sono tesi principalmente a ridurre quanto meno il numero dei morti annunciati,perchè cose come la maturità,la preparazione teorica e pratica...e anche il senno, secondo me si possono migliorare con la comunicazione,il confronto e l'informazione.

Ti dirò di più,un thread del genere serve anche a chi lo apre e a chi interviene per informare (quindi è informato),è una specie di terapia, se non addirittura di training autogeno,aiuta a mantenere viva una certa forma mentis che in alcuni periodi (come quelli in cui si va tanto a mare e si è allenatissimi) tende ad "appannarsi" (soprattutto quando si è giovani),perchè ci si sente dei pesci e la percezione dei pericoli si riduce.

 

esattamente che nessuno abbia bisogno di raccomandazioni, poichè nessuno si prede dei rischi consapevolmente

E' vero,l'inconsapevolezza è quella cosa che ci espone al pericolo di sbagliare e di non tornare più a casa quando andiamo a pescare.

Bisogna anche capire qual'è l'origine di questa inconsapevolezza.

Si può essere inconsapevoli per ignoranza e immaturità( tutte cose migliorabili con una campagna educativa e informativa),cioè si è inconsapevoli prima,durante e dopo la pescata...e in questo modo ogni discesa è una roulette russa.

Si può essere inconsapevoli per una distrazione (che può essere anche l'ultima),può capitare ma non è la norma e ciò fa si che ogni discesa non sia una roulette russa.

Per fare un esempio,andare a pescare in apnea è come camminare in prossimità o dentro un campo minato: ai margini del campo non ci sono mine e si può camminare tranquillamente senza pericolo (questa condizione è paragonabile a quella di un agguato in superficie con mare calmo: grado di pericolosità= possibilità di morire = 0),mentre dentro il campo le mine sono distribuite in modo tale che più ci si spinge all'interno e più ce n'è (questa condizione è quella a cui va incontro chi pesca in apnea, dal momento in cui si toglie il boccaglio e fa la capovolta).

Camminare dentro un campo minato è pericoloso ,occorre conoscere la posizione delle mine e sapersi muovere per evitarle (analogamente per pescare occorrono sapere quali sono i pericoli,dove stanno e poi occorre sapersi comportare per evitarli e non rendere ogni tuffo una roulette russa).

Più ci si spinge dentro il campo minato e più mine si tovano,per cui sono necessarie maggiori conoscenze (rispetto alla situazone precedente) e una maggiore esperienza per muoversi senza saltare in aria (analogamente,in acqua,più ci si avvicina ai propri limiti [che sono temporali <secondi> ancor prima che spaziali <metri>] e più si rischia,per cui occorre una esperienza ed un allenamento adeguati).

 

Ora...converrai che uno che non ha idea di dove si trovino le mine,è maldestro e va a camminare in un campo minato,è un morto annunciato.

Uno che conosce a menadito la distribuzione delle mine e sa come muoversi, quando cammina sul campo minato sta facendo qualcosa di pericoloso ma non è un morto annunciato.

Può capitare che chi conosce a menadito la distribuzione delle mine e sa come muoversi,si distragga (lo sbaglio umano) e salti per aria ,ma le probabilità che ciò accada sono di gran lunga inferiori a quelle del morto annunciato...

 

Secondo il tuo ragionamento,David Letterman,non serve a niente spiegare a chi voglia camminare su un campo minato, dove si trovano le mine e in che modo si possono evitare,perchè tanto chi conosce la posizione delle mine e il modo di muoversi per evitarle, ha le stesse probabilità di tornare a casa di chi non sa nè dove stanno quelle mine, nè in che modo può evitarle.

Sempre secondo quel ragionamento,spiegare certe cose a chi non le sa, o ricordarle a chi tende a dimenticarle (tantissimi,forse tutti noi), è pure irrispettoso nei confronti di chi è morto...

Siamo lontanissimi,perchè secondo me proprio chi è morto deve essere continuamente tirato in ballo quando si spiega (o si ricorda) "dove stanno le mine e come si devono evitare",perchè costituisce l'esempio pratico di cosa può accadere sbagliando in mare.

 

 

allò, ti rispondo all'1 e mezza di notte, completamente ciuco (come ogni gg da lungo tempo) anche se so che farei meglio ad aspettare domani...

 

i tipi che ho visto sparire sotto la terra non è che non fossero sprovveduti, ma non lo erano più di me e di te, questo intendevo.

 

per la metafora delle mine... quello che sto cercando di dire è che a morire è chi crede di spere a menadito dove si trovano le mine e cammina a passo spedito confìdando nella propria, illusoria, conoscenza.

 

vabbè, forse sto cadendo nello sterile....

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come le altre volte in cui s parla di questa cose intervengo per dire come la penso;sono d'accordo con il predicare prudenza,forse non serve a tutti,ma se solo serve ad uno è già tanto!non sono d'accordo nel predicare la paura,se io dovessi avere paura del mare non andrei a pesca,io sono consapevole dei pericoli del mare,ma credo che la pescata devo godermela,con la prudenza necessaria ad abbassare(purtroppo azzerarli è impossibile)i rischi che in mare ci sono.

credo inoltre che ognuno di noi ha una sua idea dei pericoli,o di cosa sia potenzialmente pericoloso,sento sempre parlare di profondità,quasi mai delle tane dove molti si infilano dentro,a mio parere terribilmente pericolose,ma è un punto di vista,come io non ho paura della profondità(relativa alle mie capacità)così per un altro è normale infilarsi in un buco,cosa che io non farei mai!

ma il problema vero è l'imprevisto,qualcosa che accade fuori da tuo controllo e al quale tu non puoi essere preparato,ma anche nell'imprevisto la maggior parte delle volte te la cavi con uno spavento,poi una volta su 10 o su 100 o su 1000...

 

dario porcatrota, pericoloso è sommozzare a 5mt per vedere se quello che hai intravisto è una corvina, un marvizzo o un pezzo di cima!

non sei consapevole di un cazz, credi di esserlo, e se non hai paura del mare sei terribilmente fuori fuoco, amico.

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natale,non scriver all'una e mezza che stai stanco,io ho detto più o meno la stessa cosa chedici tu,ma non capisco quale sarebbe il piacere di andare a pesca se dovessi avere paura del mare,molta gente ha paura di correre in macchina,io faccio quasi 100000km all anno sempre di corsa coll acqua col vento col sole,attento ai pericoli che ci sono sulla strada,ma senza sudare ad ogni curva o ad ogni tunnel.

forse è un modo di intendere la vita,in fondo tutto è pericoloso pensa a quelli che sono morti a l'aquila e stavano nel loro letto,è pericoloso dormire?evidentemente se lo fai in una zona sismica lo è!

bisogna vivere, godere delle cose che ti piacciono,senza fare stronzate,perchè andarselo a cercare il pericolo è da stronzi,ma io mi vivo la mia vita!

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natale,non scriver all'una e mezza che stai stanco,io ho detto più o meno la stessa cosa chedici tu,ma non capisco quale sarebbe il piacere di andare a pesca se dovessi avere paura del mare,molta gente ha paura di correre in macchina,io faccio quasi 100000km all anno sempre di corsa coll acqua col vento col sole,attento ai pericoli che ci sono sulla strada,ma senza sudare ad ogni curva o ad ogni tunnel.

forse è un modo di intendere la vita,in fondo tutto è pericoloso pensa a quelli che sono morti a l'aquila e stavano nel loro letto,è pericoloso dormire?evidentemente se lo fai in una zona sismica lo è!

bisogna vivere, godere delle cose che ti piacciono,senza fare stronzate,perchè andarselo a cercare il pericolo è da stronzi,ma io mi vivo la mia vita!

:cheers:

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  • 4 settimane dopo...
ok ok, riconosco la buona fede, ma vedo più evidente il desiderio di riconoscersi nella ragione, cmq sintetizzo in due parole quello che intendevo, poi rientro in a me un più congeniale anonimato.

 

1 andare a mare e ridurre i rischi è impossibile al massimo si ci illude di farlo

 

IO, per rischio intendo: "la condizione, situazione o cosa che può causare eventi sfavorevoli"

MA, al verificarsi di un evento sfavorevole, non necessariamente segue un danno; cioè il danno ha una certa probabilità di verificarsi!

 

rischio può essere andare a pescare a quote elevate senza allenamento..il rischio si ELIMINA pescando a quote minori, mantenendo un margine di sicurezza..

 

eventi sfavorevoli possono essere:

- sparare ad una cernia arroccata

- avvistare un dentice quasi alla fine dell'apnea

- pescare a quote elevate con elevata zavorra

 

si capisce benissimo che è molto più probabile che, in queste situazioni, succeda un danno a me che non ad un pescatore di grandissima esperienza ed molto allenato!

 

allora sta al pescatore ELIMINARE il rischio:

1) sparare la cernia di muso e cercare di fulminarla

2) mandare a fancu** il dentice e risalire

3) ridurre la zavorra o ridurre le quote secondo i propri limiti

 

Nella tecnica asserire che il rischio deve essere ridotto a zero NON HA SENSO (si dice che l'obiettivo è quello di ridurre il rischio ad un livello accettabile).

nel nostro caso, secondo me, ha molto senso e non per niente ho fatto qualche esempio!

 

poi esistono i casi fortuiti, cioè i casi in cui la causa è di natura nota, non prevedibile a priori.

può essere un esempio degli spezzoni di rete sul fondo..

forse, solo in questo caso non si può eliminare il rischio, ma si può ridurre evitando negligenza ed imprudenza.

 

Ergo, è possibile ridurre i rischi, anzi si deve cercare di eliminarli!

 

2 pescare a 15mt è più rischioso che pescare a 30mt

mah..tu scriverai ciò che è la tua esperienza ma, non è un dogma..

io posso dire che è rischiosissimo anche solo arrivare a 20 metri! ma lo dico valutando la mia esperienza ed il mio grado di allenamento!

 

3 raccomandarsi di prestare attenzione, mi sembra velatamente offensivo nei confronti di chi a mare ci ha rimesso le penne

 

chi di noi non è stato esortato alla prudenza dalla mamma/papà/nonna ecc.. quando si esce il sabato sera, quando si va in motorino ecc..?????

non penso siano "velatamente offensivi" verso tutte quelle persone che hanno perso la vita il sabato sera ed in motorino!!!

sono sicuro che nessuno penserà diversamente..

 

è da diversi anni che leggo le pagine di AM e non ho mai letto un intervento fuori luogho di Fini..questo 3d non fa eccezione.

 

1) Anche tu,pescatore in apnea,ritieni di rischiare la vita ad ogni tuffo e di essere un esaltato?

1 si

anche qui non sono d'accordo (ma è sempre una mia opinione), sono consapevole che la pesca in apnea non è come fare una passeggiata ma, non ritengo di rischiare la vita ad ogni tuffo, non avrebbe senso andare a pescare!

ciò non esclude che l'attenzione deve essere sempre massima.

 

mi trovo benissimo con ciò che scrive Pezzogna, cioè avere un "timore reverenziale".

 

questo è ciò che penso, e non vuole essere una sterile polemica!

 

Salvo

 

 

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Ospite Forchetta

la paura che deve essere dentro di noi che ci preserva la vita che non ha prezzo , quando non abbiamo piu paura crediamo di aver scoperto la prudenza che è un altra cosa che ci porta a sottovalutare la paura e ci fa rischiare, rischiare,rischiare, rischiare ,rischiare, rischiare.................................................

 

questo sia nella pesca sianella vita

 

ciao a tutti

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In queste discussione manca sempre la soluzione più semplice e ovvia : pescare in coppia ( entrambi con capacità ed esperienza simili ) con uno che scende e l'altro controlla a turno. Gli incidenti mortali si ridurrebbero del 99 %. Io la penserò sempre così e non mi stancherò mai di dirlo. Tutto il resto sono noiose elucubrazioni. :bye:

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