carlo_p Inviato Febbraio 12, 2009 Autore Segnala Condividi Inviato Febbraio 12, 2009 Le forze dell'ordine, ai fini della sostenibilità, cosa c'entrano? Lo stato attuale di impoverimento delle risorse e' in buona parte dovuto alla mancanza di regolamenti limitanti e/o al mancato controllo sull'applicazione dei medesimi (ovvero ai comportamenti illegali). Se diamo per scontato che l'Uomo tende spesso ad aggirare le regole a fini di lucro (non giustifico, semplicemente constato), io me la prendo di piu' con chi queste regole - per ignavia o per interesse personale - non le fa rispettare, pur essendo pagato o eletto per questo. Mio personale e opinabilissimo parere, naturalmente. --Carlo Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
carlo_p Inviato Febbraio 12, 2009 Autore Segnala Condividi Inviato Febbraio 12, 2009 (modificato) (...)Se la logica non è un'opinione potremmo formulare una banale regole di inferenza: Lo strascico è la pesca più impattante, le AMP (italiane) non riducono questa pesca, allora le AMP non sono efficaci. Naturalmente vale per lo strascico ma anche per le altre pesche più distruttive. Caro patresi, scusa ma la tua regola di inferenza parte da presupposti sbagliati, quindi le conclusioni non sono corrette. Le AMP di fatto riducono (anzi proibiscono) lo strascico dentro i loro confini, ma non possono estendere questo divieto all'esterno... Le AMP vengono istitutite con vari obiettivi, e diversi sono gli effetti che ci si puo' attendere in base ad una moltitudine di fattori quali la dimensione, lo stato dell'ecosistema al momento dell'istituzione, la composizione della fauna e della flora, l'oceanografia, la morfologia dei fondali, ecc. L'obiettivo principale dichiarato e' la conservazione dell'ecosistema dentro l'AMP, da perseguire tramite le zone A a protezione totale. Le zone B sono aree di "buffer", cioe' dei cuscinetti ad attivita' di prelievo ridotta che separano la zona A dalla C. Le zone C sono aree in cui le limitazioni sono ancora piu' ridotte (ed io penso, come ho gia' detto, che la pesca sportiva vi dovrebbe essere consentita, magari con limiti piu' ristretti del normale). L'obiettivo della zona A si ritiene possa essere ottenuto mantenendo la pesca artigianale nelle zone piu' esterne. Tutto qui. La maggior parte delle riserve nel mondo funziona cosi: zona "santuario" con limiti strettissimi, zona cuscinetto e zona esterna quasi senza limiti. Un'ultima cosa: il termine "pesca distruttiva" si applica correttamente a metodi (in genere vietati) come esplosivi, veleni e pochi altri. Lo strascico e' fortemente impattante sulle comunita' dei fondali, ma non puo' essere trattato legislativamente come una pesca distruttiva. Tanto meno i mestieri della pesca artigianale, o piccola pesca. --Carlo Modificato Febbraio 12, 2009 da carlo_p Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
patresi Inviato Febbraio 12, 2009 Segnala Condividi Inviato Febbraio 12, 2009 Beh qui sta quindi la differenza di vedute e non è di poco conto. L'impostazioen delle AMP è lasciami dire 'post-atomica', del genere salviamo il salvabile. Infatti non hanno portato a benefici importanti. Io, e molte persone che vivono il mare, pensano che il mare vada protetto limitando le pesche distruttive (e lo strascico lo è, mettila come ti pare....), e che quindi le AMP italiane, con zone A-B-C...., siano abbastanza inutili (anche perchè si ostinano su una delle poche pesche sostenibili ovvero la pesca sub). Io aggiungo anche che sono da un certo punto di vista dannose perchè si offrono come cura di un male che non riusciranno a guarire (panacea), e quindi fanno perdere di vista il vero problema. Ingannano quindi l'opinione pubblica (oltre a rompere gli zibidei alle comunità locali ed in genere a chi ancora si ostina a vivere il mare cercando una simbiosi direi quasi istintiva) e permettono il perpetrarsi del saccheggio industriale. E purtroppo mi viene da dire che la comunità scientifica e ambientalista si rende partecipe di questo grande abbaglio collettivo, magari in buonafede. Buonafede che invece manca del tutto in chi decide e ci amministra. La sfida è ripartire con un nuovo paradigma: grandi AMP di altura, piccole e facilmente gestibili riserve costiere dove non sia possibile nessun prelievo abbinate a larghe fasce costiere di protezione allo strascico e direi anche ai ciancioli (la semplicità difficile a farsi avrebbe detto qualcuno). Saluti Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
carlo_p Inviato Febbraio 12, 2009 Autore Segnala Condividi Inviato Febbraio 12, 2009 (...) La sfida è ripartire con un nuovo paradigma: grandi AMP di altura, piccole e facilmente gestibili riserve costiere dove non sia possibile nessun prelievo abbinate a larghe fasce costiere di protezione allo strascico e direi anche ai ciancioli (la semplicità difficile a farsi avrebbe detto qualcuno). Condivido abbastanza, per grandi linee. In effetti il punto debole delle AMP italiane non e' tanto la mancanza di effetti (che SOLO uno studio adeguato puo' affermare), quanto questa assurda rigidita' nella loro implementazione e regolamentazione. --Carlo Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
ciappuzzo Inviato Febbraio 12, 2009 Segnala Condividi Inviato Febbraio 12, 2009 purtroppo la pesca a strascico non è completamente vietata,in quanto ammessa per"motivi scientifici". almeno nella amp di villasimius,poi non sò nelle altre,ma come detto:se nessuno controlla,possono pescare anche con la dinamite... Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
carlo_p Inviato Febbraio 12, 2009 Autore Segnala Condividi Inviato Febbraio 12, 2009 purtroppo la pesca a strascico non è completamente vietata,in quanto ammessa per"motivi scientifici". almeno nella amp di villasimius,poi non sò nelle altre,ma come detto:se nessuno controlla,possono pescare anche con la dinamite... Sei sicuro? Il regolamento (D.M. 3/8/1999) pubblicato sul sito del Min. Ambiente mi pare che non ne faccia cenno. Te lo chiedo perche', come detto sopra, credo sia abbastanza raro che una AMP italiana sia estesa anche su fondali sabbiosi o fangosi profondi. Comunque rivendico l'uso legittimo (laddove consentito) e assolutamente giustificato scientificamente della pesca a strascico per motivi di ricerca, in quanto costituisce l'unico modo accettabile e accettato per valutare quantitativamente la fauna ittica sui fondi strascicabili, ovvero i fondi mobili (fango, sabbia, detrito) da 10 a 800 m. Specifico questo nel caso in cui il "virgolettato" implicasse una disapprovazione... --Carlo Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
carlo_p Inviato Febbraio 12, 2009 Autore Segnala Condividi Inviato Febbraio 12, 2009 (modificato) Posto un paio di link di interesse per il mega-progetto di joefox : Minstero Ambiente MPA americane MPAglobal L'ultimo dovrebbe essere abbastanza completo. Naturalmente esistono tanti altri siti, che non conosco. MPAglobal comunque dovrebbe dare una panoramica molto ampia. --Carlo Modificato Febbraio 12, 2009 da carlo_p Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Giorgio Volpe Inviato Febbraio 19, 2009 Segnala Condividi Inviato Febbraio 19, 2009 Purtroppo in questi giorni ho altre faccende che mi tengono lontano da questi discorsi, che mi interessano molto. Allego un articolo apparso su The Economist, a proposito di gestione oculata della pesca professionale nel Mediterraneo. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
carlo_p Inviato Febbraio 19, 2009 Autore Segnala Condividi Inviato Febbraio 19, 2009 Giorgio, troppo piccola per i miei occhietti presbiti... Puoi postare (o inviarmi) una scansione migliore? Grazie, Carlo Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Giorgio Volpe Inviato Febbraio 19, 2009 Segnala Condividi Inviato Febbraio 19, 2009 Certo: ecco qua. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Giorgio Volpe Inviato Febbraio 20, 2009 Segnala Condividi Inviato Febbraio 20, 2009 L'attualità mi pare caschi a fagiolo, in questo interessante tema della "oculata" gestione della pesca professionale. Fonte dell'articolo, che incollo di seguito per comodità: PESCA ILLEGALE: UE, ITALIA RIMBORSI 7,7 MLN EURO PER LE SPADARE (ASCA) - Roma, 20 feb - ''La Commissione e' al corrente che in Italia continua la pesca con reti da posta derivante illegali, per lo piu' spadare. Dopo numerose ispezioni e richiami all'Italia, la Commissione ritiene che l'Italia abbia fallito nell'assolvimento dei suoi obblighi di controllo e di ispezione relativi al divieto di uso di reti da posta derivante illegali e che nei confronti degli autori degli illeciti sia stata adottata un'azione inadeguata''. Questa la risposta della DG pesca e affari marittimi della Commissione europea alla segnalazione delle associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Pew Environment Group e WWF del dicembre scorso, nella quale si denunciava la mancanza di una decisa azione repressiva, da parte delle competenti autorita' nazionali, nei confronti delle attivita' di pesca illegale ed in particolare degli ''spadarioti'' in alcune marinerie italiane. L'azione della Commissione - informano gli ambientalisti - e' volta ad esigere la restituzione immediata di 7.762.066 euro relativi a contributi elargiti per la dismissione e riconversione delle spadare. Somma che si va ad aggiungere agli altrettanti 7.762.066 euro, che sono stati elargiti come quota nazionale di cofinanziamento, per un onere totale a carico del nostro Paese di 15.524.012 euro. Ed e' proprio il fallimento nel sistema di controllo delle spadare che ha portato la Commissione Europea a deferire l'Italia alla Corte di Giustizia, presso la quale e' pendente la causa C- 249/08. ''Se la causa giungera' a condanna, e l'Italia non si conformera' a quanto richiesta dalla Corte'' - dichiarano le organizzazioni ambientaliste - ''il nostro Paese, oltre a dover rimborsare i contributi percepiti, rischiera' una multa salatissima, come e' successo alla Francia, condannata ad una sanzione di 77.761.250 euro per mancato adempimento degli obblighi imposti dalla Corte nel settore della pesca, in particolare in materia di sbarco e commercializzazione di novellame''. res-mpd/cam/rob Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
carlo_p Inviato Febbraio 20, 2009 Autore Segnala Condividi Inviato Febbraio 20, 2009 Grazie Giorgio. Due articoli che cadono a fagiolo nella nostra discussione, anche se "vecchi", nel senso che i problemi affrontati sono vecchi essi stessi. E i problemi sono due, ben diversi: - cattiva gestione (ovvero gestione troppo ottimistica) nel caso del tonno (e si badi bene che il problema non e' certo italiano, leggansi le giuste critiche all'ICCAT; anzi, non sono nemmeno certo che esista una quota per le catture effettuate in Mediterraneo); - mancati controlli sulla pesca illegale (questo si' che e' in buona parte un problema italiano). [inizio polemica ] Mi permetto di far notare che entrambi i punti li avevo sollevati nei miei precedenti post come le principali cause dell'impoverimento delle risorse, e appare chiaro che la gestione razionale - anche sotto forme severe come una moratoria temporanea su una particolare specie, non certo un divieto globale della pesca professionale - non e' un concetto astratto... bisogna volerlo applicare [Fine polemica ]. --Carlo P.S.: con la "polemica" voglio solo dire che il problema e' globale ed estremamente complesso e non esistono risposte immediate e polivalenti Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Cono Corrado Inviato Febbraio 20, 2009 Segnala Condividi Inviato Febbraio 20, 2009 Io continuo a trovare assurdo cercare il male nella mancanza dei controlli piuttosto che nella categoria... Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Giorgio Volpe Inviato Febbraio 20, 2009 Segnala Condividi Inviato Febbraio 20, 2009 Carlo, in questo scenario proibire la pescasub e vantarsene in TV come se si fosse tutelato il mare... non so a te, ma a me pare una bestemmia. Joefox Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Davide Serra Inviato Febbraio 20, 2009 Segnala Condividi Inviato Febbraio 20, 2009 Io continuo a trovare assurdo cercare il male nella mancanza dei controlli piuttosto che nella categoria... Ma perchè davvero qualcuno pensa che la scarsità di controlli possa davvero essere una giustificazione accettabile alla diffusione di pratiche di prelievo illegali?! E anche quando i controlli ci sono cosa rischiano realmente i trasgressori?! Il gioco continua sempre a valere la candela, è questo che deve cambiare. I controlli potranno non essere capillari per tante ragioni, ma la normativa dovrebbe già fare da deterrente. Se per ogni infrazione grave si rischiasse la perdita della licenza e la vendita all'asta dell'imbarcazione (oppure via, la si bonifica e si affonda per farne un polmone di ripopolamento) credo che, a prescindere dai controlli, in tanti ci penserebbero due volte prima di sgarrare. Mettiamo la moratoria sulla specie? Benissimo, ma a che serve se al massimo si rischia il sequestro del pescato e 2000 euro di multa?! E poi, una categoria che ha pesantemente intaccato la presenza di una specie continuando a pescare senza rispettare le regole, e che con questa condotta provoca una richiesta di risarcimento che grava su TUTTI i cittadini, pescatori e no, deve continuare ad essere protetta e incentivata?! Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Messaggi raccomandati
Partecipa alla conversazione
Puoi pubblicare ora e registrarti più tardi. Se hai un account, accedi ora per pubblicarlo con il tuo account.