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Fipsas E Tutela Della Psub: Basta Bufale!!!


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Basterebbe che le persone,come accade nei forum,si debbano registrare al sito in cui viene fatto il censimento e una volta fatto ciò che abbiano,come avviene per i sondaggi,la posibilità di inserire i dati una sola volta.Quindi si ridurrebbe moltissimo questa utopica possibilità che un utente inserisca nomi di fantasia per qualche misterioso motivo,che sinceramente non mi sovviene.

Non scherziamo sù, la registrazione modello forum non impedisce un bel niente.

Davide,è vero che non lo impedirebbe,ma lo renderebbe molto più difficile e meno appetibile per chi volesse fare una cosa del genere e comunque ancora mi chiedo,e spero di ricevere una risposta,perchè qualcuno dovrebbe dare dati falsi per accrescere il numero dei pescatori in apnea,cosa ci sarebbe da guadagnare?

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Miglior contributo in questa discussione

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Davide,è vero che non lo impedirebbe,ma lo renderebbe molto più difficile e meno appetibile per chi volesse fare una cosa del genere e comunque ancora mi chiedo,e spero di ricevere una risposta,perchè qualcuno dovrebbe dare dati falsi per accrescere il numero dei pescatori in apnea,cosa ci sarebbe da guadagnare?

Per come la penso io, già solo il voler far apparire il movimento per molto più grande di quanto esso in realtà sia giustificherebbe il fornimento di dati fasulli, allo scopo di ingrossare le nostre fila. E' un pò quello che accade quando si và in piazza a firmare per un referendum...

 

In secondo luogo io potrei considerare valido il metodo, ma siamo sicuri che chi esige la nostra conta sia dello stesso avviso??? Io credo proprio di no, proprio perchè basta la sola possibilità di utilizzare scorrettamente lo strumento e falsare i dati per invalidare il tutto.

 

Ciò non toglie che la proposta possa essere fatta, io la boccio ma qualsiasi tesserato ha la possibilità di sottoporre la sua idea ai vertici federali. Se hai contatti (perchè alla fine quelli servono) potrebbe anche arrivare alle sfere ministeriali e sarebbe tanto di guadagnato.

 

Supponendo però di non considerare un problema il fatto che l'utilizzo di internet non sia poi così diffuso, si sposta il problema gestionale. Sia che si lasci tutto nella dimensione telematica, sia che ci si appoggi alle CP o hai negozi, resta il fatto che si viene a creare un nuovo tipo di lavoro che và necessariamente gestito con uomini e mezzi. Non è pensabile, secondo me, realizzare un'opera simile completamente gratis.

 

Chi già è tesserato sa bene che i 2/3, se non di più, del costo della tessera sono spese di gestione che non finiscono nelle casse FIPSAS. Qualunque fenomeno delocalizzato come il nostro pone delle problematiche complesse che, secondo me, si stanno sottovalutando.

 

Non entro nel merito delle posizioni immobiliste e di coloro che pensano che il permesso sia puro autolesionismo. Ho chiesto, ma nessuno ovviamente sà rispondere, cosa li fà essere così sicuri che un domani non si venga letteralmente inceneriti senza preavviso proprio per non aver fatto nulla ora! In quel caso chi dovremmo maledire se non noi e la nostra pigrizia...

 

Mi limito a diffidare di chi sà sempre cosa è meglio, di chi impartisce solenni lezioni di pratica politica e di chi, in un modo o nell'altro, permesso o meno, avrà sempre un posto per salvarsi le chiappe alla faccia di chi non avrà, come lui, la sfacciataggine di bracconare dentro i parchi.

 

:bye:

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Per come la penso io, già solo il voler far apparire il movimento per molto più grande di quanto esso in realtà sia giustificherebbe il fornimento di dati fasulli, allo scopo di ingrossare le nostre fila. E' un pò quello che accade quando si và in piazza a firmare per un referendum...

 

 

Non so se giunti a questo punto, apparire un grande movimento possa portare più vantaggi che svantaggi...

Se ci vogliono contare per sapere quanto preleviamo è ovvio che più siamo e più preleviamo.

Più preleviamo e maggiori potrebbero essere le limitazioni.

Ecco perchè temo che finisca come per i cacciatori...

Ora l'obbiettivo comune dovrebbe essere allungare il brodo quanto più possibile, perchè quella evenienza è tutt'altro che improbabile e significa futuro NERISSIMO per la pesca in apnea.

La proposta FIPSAS, essendo limitata solo al nostro censimento(cioè quello di una piccola frazione dei pescatori sportivi ) non credo possa accelerare i tempi di una futura e ulteriore regolamentazione della pesca sportiva, perchè a tal fine occorre conoscere il numero di TUTTI i pesca sportivi e anche se si sapesse quanti siamo noi,resterebbero da contare gli altri,che sono la maggior parte...e finchè questi prendono tempo non fanno altro che fare un favore a tutti(noi e loro stessi).

Modificato da siccia
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Non so se giunti a questo punto, apparire un grande movimento possa portare più vantaggi che svantaggi...

Se ci vogliono contare per sapere quanto preleviamo è ovvio che più siamo e più preleviamo.

Più preleviamo e maggiori potrebbero essere le limitazioni.

Ecco perchè temo che finisca come per i cacciatori...

E' ovviamente un'arma a doppio taglio, ma quanti si fermerebbero alla sola equazione più siamo = più contiamo??? Ecco perchè, almeno io, preferisco un metodo certo e incontestabile.

 

Sul fare la fine della caccia, almeno riguardo i periodi di esercizio, non credo avverrà mai. Sarebbe un controsenso fermare la pesca sportiva senza poter fare altrettanto con quella professionale (ricordo che l'Europa ha già dichiarato illegali gli indennizzi per i fermi biologici, ragione per cui in futuro se ne vedranno ben pochi a meno di non pagare salate multe).

 

Anche sul fatto che si debbano contare tutti hai ragione, resta sempre il fatto che gli altri possono permettersi di prendere tempo (in fondo in Sardegna la protesta dei cannisti ha provocato l'immediata revoca del fermo 2006 mentre noi abbiamo dovuto sudare molto di più per avere la metà, segno evidente che non abbiamo lo stesso potere di discussione) e poi resterebbero loro in difetto, noi magari eviteremmo altri provvedimenti ulteriormente restrittivi.

 

:bye:

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Basterebbe che le persone,come accade nei forum,si debbano registrare al sito in cui viene fatto il censimento e una volta fatto ciò che abbiano,come avviene per i sondaggi,la posibilità di inserire i dati una sola volta.Quindi si ridurrebbe moltissimo questa utopica possibilità che un utente inserisca nomi di fantasia per qualche misterioso motivo,che sinceramente non mi sovviene.

Non scherziamo sù, la registrazione modello forum non impedisce un bel niente.

Davide,è vero che non lo impedirebbe,ma lo renderebbe molto più difficile e meno appetibile per chi volesse fare una cosa del genere e comunque ancora mi chiedo,e spero di ricevere una risposta,perchè qualcuno dovrebbe dare dati falsi per accrescere il numero dei pescatori in apnea,cosa ci sarebbe da guadagnare?

 

Per il solito motivo per il quale risulta che la petizione per rivotare sia stata firmata on-line da 7 milioni di persone tra i quali molti nomi vagamente dubbi... Semplicemente perche' piu' si e' e meglio e'!

 

Per me la domanda del sondaggio e' mal posta, io avrei chiesto:

 

PREFERISCI FARE UN PERMESSO PER ANDARE A PESCARE IN APNEA OPPURE VUOI CHE LA PESCA IN APNEA SIA CHIUSA E BASTA?

 

Bisogna rendersi conto che ormai siamo al conto, cioe' ben oltre la frutta! In moltissime zone d'Italia andare a pescare in apnea coincide con il violare una ordinanza a meno che non si vada tutti a cercare i tonni nel blu! Se il permesso e' il primo passo per ottenere una normativa piu' sensata ben venga il permesso!

A chi accampa il fatto che sarebbe discriminatorio nei confronti degli altri pescatori dico SVEGLIAAA! Non avete notato che le cose fatte secondo giustizia ed equita' in Italia non esitstono? Mi sembra un ragionamento un tantino ingenuo e non aggiungo altro...

 

Il mio modesto parere e' che sono favorevole al permesso, al tesseramento, al brevetto e alla polizza per la responsabilita' civile danni verso terzi. Non tanto perche' credo che abbiano un valore sostanziale sul piano della nostra sicurezza ma ritengo che siano tutte cose utilissime per tappare la bocca ai nostri detrattori sul 90% dei loro argomenti.

 

Per chi diceva che cosi' si rende piu' difficile l'accesso alla pesca ai pescatori occasionali che potrebbero diventare futuri pescasub rispondo MENO MALE!!! Secondo me i "pescatori della domenica" sono il danno peggiore per la pia, secondo solo a chi vende il pescato.

 

Io forse sono un "fortunato", ho iniziato in fasce seguendo mio padre pescatore in apnea dalla nascita, ma ogni volta che un mio amico mostrava la voglia di provare a capire cos'e' la pia ho INVESTITO un'uscita portandolo con me e cercando di insegnargli qualcosa, non mi sarei mai sognato di portarlo in mezzo ai bambini che fanno il bagno con il fucile a pelo d'acqua! Poi chi aveva dentro la passione ha continuato ma posso assicurare che nessuno ha ripiegato sulla pesca con respirazione anale tipica di chi si "immerge" tra i bagnanti :bye:

Modificato da deep75
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Carissimi...la questione mi sembra un po caduta nel teorico...a prescindere da tutto ciò la cosa che è poco chiara ai più e che la fipsas in sede istituzionale la fipsas si presenta con TUTTI I SUOI TESSERATI...tutti e 220.000 non va certo a dire "salve sono la FIPSAS e rappresento 1000 pescatori in apnea..."la questione va vista in un ottica più ampia,se avesse in più TUTTI i pescatori in apnea potremmo fare qualcosa di veramente concreto ,sappiate comque che nonostante il nostro esiguo numero siamo tenuti in grande considerazione dalla federazione stessa che vede nel nostro settore ampi margini di sviluppo nonstante qualcuno sostenga il contrario.

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Stanco di discussioni sterili e soprattutto di leggere panzane a iosa sul web:

 

 

http://www.apneamagazine.com/articolo.php/2065

 

Fatti e non chiacchiere.

 

Joefox

 

Posto su richiesta e per conto di ANTONINO VELLA:

 

:bye::bye:

 

Follonica 17 Dic. ‘07

 

Carissimo Giorgio

 

Ho appena terminato di leggere e rileggere la tua pubblicazione del 13/12/2007 dal titolo

“ FIPSAS E TUTELA DELLA PESCA IN APNEA : BASTA BUFALE “ ed , essendo anche io un appassionato cyberpescapneista da anni impegnato a cercare soluzioni all’annoso problema della discriminazione del pescapneista dalla categoria dei pescatori dilettanti ,in qualche modo mi sono sentito chiamato in causa un po’ per le precisazioni che , dal tuo punto di vista , giustificano l’operato della federazione un po’ per i termini con cui apostrofi tutti coloro che non condividono il percorso (per modi e per tempi ) intrapreso dai nostri rappresentanti federali.

Convengo con te che , nell’esporre il proprio pensiero , ognuno dovrebbe usare termini non offensivi e che , prima di parlare , ci si dovrebbe informare esattamente sull’argomento trattato .

Converrai con me ,spero, che chi è preposto a rappresentarci ed informarci ,però , non sempre si prodiga in tal senso per cui è comprensibile che le notizie possano arrivare talvolta distorte ,talvolta incomplete e talvolta travisate.

Anche stavolta la tua presa di posizione in difesa della federazione ,del tutto legittima , non mi appare chiara dall’origine : non capisco cioè se tu intervieni a nome tuo personale, o in nome della testata che rappresenti o se hai avuto mandato dalla presidenza nazionale o di settore.

 

Vediamo adesso se riusciamo ad analizzare i due grossi problemi che , al momento , sembrano catalizzare l’attenzione di tutti gli interessati alla pesca in apnea.

 

Il decalogo del sub presentato dal Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio scaturito da un Tavolo Tecnico istituito dallo stesso ministero se,dal tuo punto di vista , non interessa il mondo della pesca in apnea nelle AMP in quanto tale attività non viene neanche citata , agli occhi di molti

( tra i quali anche io mi riconosco ) può diventare la pietra tombale per le nostre aspirazioni pescasportive nelle aree protette.

Altra cosa sarebbe stata ed altro valore avrebbe avuto un documento che , presentato dal Ministero e discusso anche con persone interessate alla pesca in apnea , avesse invece citato espressamente la nostra attività dichiarando che la pesca sportiva in apnea ( in quanto facente parte delle attività subacquee ricreative ) si può praticare nelle AMP, laddove è possibile , con modalità e limitazioni ( torcia, arpione , specie di pesci , trainetta , paperino , scooter elettrici e non ecc….) ed indicando chiaramente le eventuali sanzioni per i trasgressori .

Il fatto che nel documento la pesca in apnea non venga neanche citata , a mio parere , significa che su questo tema non è neanche il caso di discutere tanto è ormai accettato come principio inderogabile la impossibilità di praticare tale attività nelle AMP.

Riporto , per fare chiarezza , una tua frase scritta nella seconda parte del tuo documento ……

…” Tralascio gli atti dei processi su questioni attinenti la nostra materia , che ispirano vero e proprio terrorismo psicologico, e tralascio anche altri aspetti relativi alle AMP che confermano un certo trend non propriamente positivo per la nostra disciplina .

Questa mia convinzione è suffragata proprio dall’Articolo 2.2 del protocollo,intitolato “ Definizione delle attività subacquee ricreative nelle AMP che tu hai messo in grassetto nelle tua informativa .

Infatti per “ attività subacquee ricreative nelle AMP si intende l’insieme delle attività effettuate a scopo turistico e ricreativo,FINALIZZATE ALL’OSSERVAZIONE dell’ambiente marino….( e ciò vuole dire che la pesca in apnea non è una attività ricreativa )

Se questa mia affermazione è una BUFALA BISLACCA , un PANEGIRICO SURREALE ed una FALSA E SPOCCHIOSA convinzione di essere in possesso del verbo ti invito ( o ti sfido ) a far sottoscrivere un documento da aggiungere a quello presentato all’Eudi Show 2007 da Icram, Federparchi , Adisub , Hsa Italia , Greenpeace Italia , Legambiente , Mareamico , Marevivo , Verdi Ambiente e Società e WWF Italia in cui si riconosca alla pesca in apnea il titolo di attività ricreativa , dilettantistica e sportiva.

Se riuscirai in questa operazione farò pubblica ammenda ed avrai le pubbliche scuse di quanti si sono espressi come un branco di oche starnazzanti ; fino ad allora ,però, consentici il beneficio del dubbio!!!

Certamente il personaggio che si è occupato , in nome della FIPSAS ,di apportare il proprio contributo e di firmare il documento ,perciò ,anche a nome mio , essendo un voltagabbana

opportunista (visto che la pesca in apnea non gli aveva mai riservato gloria) ed essendo diventato “…esperto biologo del Settore Didattico che notoriamente non prova grande simpatia per la pesca

subacquea “ si sarà ben guardato dal proporre ,nelle sedi opportune ,una precisazione che salvaguardasse la nostra attività .

Non voglio credere alla “ teoria complottista , infondata seppure intrigante “ per cui ti invito

(l’invito è rivolto anche alla Federazione ) a far sì che l’esperto in questione (ci piacerebbe conoscerne il nome ) che ha firmato per tutti noi su delega della Federazione, divenisse il redattore ed il primo firmatario di una petizione , da inviare al Ministero dell’Ambiente , in cui , come dovuta integrazione al documento incriminato , si rendesse giustizia alla pesca in apnea con le indicazioni sopraccitate e che inserisse, come è giusto che sia ,la pesca in apnea tra le attività subacquee turistico-ricreative-sportive nelle AMP.

 

 

Il fatto poi che il nostro presidente nazionale FIPSAS Ugo Claudio Matteoli ,prendendo la parola il 31 marzo 2007 a S.Benedetto del Tronto al Convegno sul tema “ Parchi marini , Pesca Sportiva e Pescaturismo : realtà,prospettive e possibili sinergie “ abbia citato la pesca in apnea, all’interno di un discorso riportato dalla rivista della Federazione di sette colonne , dichiarando in un passaggio “….riesca a far pescare tutti i pescatori veramente sportivi, COMPRESI QUELLI IN APNEA CHE NON DOVREBBERO PIU’ ESSERE CONSIDERATI I REIETTI DEL MONDO PISCATORIO. NON SE LO MERITANO …..” non credo che possa farlo sentire sollevato dalla responsabilità della situazione in cui i pescasub si ritrovano all’interno delle AMP.

E mi fa estremamente piacere sapere da te che , per esperienza diretta, tu sapessi che lo stesso presidente del settore AS Alberto Azzali aveva sottoposto all’attenzione del Consiglio Federale un pacchetto di documenti da inviare al Ministero dell’Ambiente con cui si proponeva una regolamentazione della pesca in apnea sportiva nelle AMP e che , una volta approvata , sia stata inviata al Ministero.

Ufficialmente , benché oltre 450 tesserati Fips abbiano chiesto ,con una interrogazione alla sede centrale , quali fossero le intenzioni della Presidenza Nazionale riguardo all’annoso problema della pesca in apnea nelle AMP , ad oggi ancora non ci è dato di sapere niente se non per tua comunicazione.

Quali altri atti ha compiuto il presidente Matteoli in difesa della pescasub ? O ritiene di aver esaurito il suo compito dichiarando il suo dispiacere per l’esclusione della pescasub dalle AMP e demandando al presidente di settore Azzali il ruolo di interlocutore con il Ministero ? E’, per caso , il presidente Matteoli anche il presidente del Settore Pesca in mare,o pesca a traina, o pesca al tonno rosso ? Se sì ,credo che abbia fatto benissimo a scendere personalmente in campo scrivendo di suo pugno al Ministero competente un intervento in difesa dell’attività di pesca dilettantistica al tonno rosso minacciata da una regolamentazione che la esclude ,di fatto , dalla pratica sportiva.

Ma, se come credo , il presidente ha preso le difese di questa attività in prima persona difendendo la categoria con il peso di tutta la FIPSAS Nazionale ( e forse senza neanche passare dalla discussione e dall’approvazione del Consiglio Federale ) di sua spontanea volontà o su pressione dei tesserati Fips esercitanti tale pratica sportiva , mi sembra evidente la disparità di trattamento fra

figli e figliastri ,pescatori di superficie gli uni e pescatori subacquei gli altri.

 

Il fatto ,poi ,che l’accettazione del protocollo sia volontaria anche nel resto del territorio ,vista l’elasticità di interpretazione da parte degli organi preposti alla vigilanza ,può indurre qualche perplessità in chi ,magari per altri motivi, è incappato nelle maglie di una sorveglianza rigida , non sempre bene informata e mai disposta a porsi delle domande .

Vorrei ricordarti che proprio tu ,in chiusura del tuo documento , parlando di controlli in mare , dichiari che ….” Allo stato attuale , ogni accertamento è un vero terno al lotto , non si sa mai cosa fare per essere irreprensibili .

 

Con questo credo di aver interpretato il pensiero di molti e, forse , di averti fornito un’altra chiave di lettura altrettanto possibile e magari più vicina alla realtà riguardo al “Codice etico Subacqueo “.

 

 

Veniamo adesso all’altro punto caldo : IL PERMESSO OBBLIGATORIO

 

Anche per questo argomento ho letto attentamente quanto hai scritto con tanta dovizia di particolari ed ancora una volta mi permetto di dissentire dalla tua lettura dei fatti .

Siccome ritengo che , per l’alta professionalità che dimostri nella conoscenza delle leggi e nella loro interpretazione , tu non possa sbagliare nel trascrivere i testi o le sintesi di essi , vorrei farti notare un passaggio fondamentale che pare sfuggirti .

La Direzione Generale della pesca del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ,nell’esporre il quadro attuale della pesca dilettantistica-sportiva , ha disegnato un quadro abbastanza veritiero di quanto avviene in Italia ( a differenza di altri stati Europei ) e , giustamente , si “…..ripropone di sensibilizzare tutti i soggetti istituzionali preposti al fine di migliorare la normativa vigente……”

Accettato il passaggio che in un prossimo futuro la categoria dei pescatori sportivi in mare sarà , in qualche modo ,censita ( ed in uno stato di diritto mi sembra del tutto legittimo ,se non altro per uniformarci alle norme UE ) con un altrettanto legittimo Permesso/Patentino/Licenza/chiamiamolo come ci pare , mi è del tutto incomprensibile il motivo per cui la “….FIPSAS ha pensato di impostare una strategia che possa impedire un ulteriore inasprimento delle norme che disciplinano l’esercizio della PESCA IN APNEA e,ove possibile , assicurare poche norme inequivocabili valide , salvo poche eccezioni motivate , sull’intero territorio nazionale “ .

Capisco che “nelle stanze dei bottoni si ripeta che la PESCA SPORTIVA MARITTIMA sia un problema lamentato da alcune categorie professionali e che la vendita abusiva del pescato è una regola per una parte significativa dei PESCATORI SPORTIVI e che è assolutamente necessario porre un freno a questa illegalità diffusa “ ; allo stesso tempo mi è assolutamente incomprensibile il motivo per cui la “ FIPSAS ha ritenuto opportuno anticipare le mosse dell’esecutivo ,nella convinzione che l’istituzione di un documento obbligatorio solamente per la pratica della PESCA IN APNEA non sia in sé vessatorio, se concepito in un certo modo,e che anzi presenti degli indiscussi vantaggi, primo fra tutti la possibilità di un contatto preventivo fra l’aspirante PESCASUB e le istituzioni …”

Con questa posizione e con questo atteggiamento “protettivo “ nei confronti della categoria dei pescasub è evidente che anche la FIPSAS Nazionale ritiene i pescatori in apnea come gli unici colpevoli dei dissapori lamentati dalla categoria dei pescatori professionisti.

E’ possibile che , su un numero stimato ( ritengo per difetto ) di 1.500.000 pescasportivi marittimi da imbarcazione più un certo numero di pescatori da terra o in immersione , la FIPSAS sia convinta di centrare il problema “difendendo” la pesca subacquea riconoscendola ,prima di tutto , colpevole di tutti i mali del mondo ?

Questa posizione accetta e da forza a quanti sono riusciti a far eliminare la pesca sub nel Parco della Maddalena causa “ troppo pesce bucato al ristorante “ .

Per caso, in quella occasione la FIPSAS Nazionale si è fatta sentire in difesa dei sub ricordando che , magari , tutto il resto del pescato poteva essere comunque di provenienza dilettantistica ( gli ami dei palamiti non lasciano il segno ) ed il pesce bucato , pescato da pescatori subacquei professionisti ?

O questa affermazione avrebbe potuto mettere in difficoltà i nostri rappresentanti federali nei confronti di tutti quei pescasportivi ( esclusi i pescasub ) che possono praticare la loro attività nelle AMP ?

 

Avviandoti alla conclusione del tuo documento dichiari che …”per essere interlocutori autorevoli ed ottenere ascolto sulle varie questioni occorre abbandonare la logica corporativa e l’approssimazione tipica dei forum per porsi su un piano superiore…..”

Non capisco perciò la proposta “corporativa “della federazione per un “permesso/patentino/licenza “ da far ottenere solo ai pescasub e non a tutti i pescasportivi di mare .

 

E scusami se non riesco a capire quanto scrivi in chiusura del documento…..giusto per chiarezza .

 

La FIPSAS ,dici tu , non ha proposto il tesseramento federale obbligatorio per chi intende praticare la pesca in apnea sportiva,sarebbe difficile anche solo pensarlo. La FIPSAS , prosegui, ha solo chiesto che il rilascio del permesso ( che perciò si intenderà obbligatorio ) presupponga il possesso di una polizza RC per cui ,visto che la TESSERA FIPSAS ne contiene già una , chi altri , al momento , dovrebbe o potrebbe rilasciare tale permesso ? Mi sembra una questione di lana caprina che vuole distogliere l’attenzione dal vero problema.

 

I pescatori subacquei in apnea desiderano essere considerati , nel mondo della pesca ricreativa e sportiva , alla stessa stregua di tutti i pescatori dilettanti e vogliono che , in primis , sia la FIPSAS nazionale a non fare discriminazioni con convincimenti errati ; i pescasub possono condividere o no la scelta del permesso di pesca in mare ,ma all’interno di un progetto globale che accomuni ,con le diversificazioni tipiche secondo la scelta di pesca , le attività di superficie e quelle subacquee .

 

Se così fosse stato fin dalla costituzione della prima AMP e la federazione avesse tenuto duro sull’inserimento dei pescasub insieme ai pescatori dilettanti fra i possibili fruitori delle aree marine

protette ( a costo di chiedere l’estromissione di tutti ) ,oggi non si vedrebbe ,come dici tu ,incolpare la FIPSAS di avere “permesso” la nostra esclusione dalle zone C .

Saremmo sicuramente tanti di più a chiedere la “ reintegrazione “e forse la nostra voce ,unita a quella dei pescatori di superficie estromessi , avrebbe avuto maggiore peso e non avremmo dato alle istituzioni l’idea dell’Armata Brancaleone di cui la nostra presidenza è a capo.

 

In sintesi stessi doveri ma , cosa fondamentale , stessi diritti per tutti i tesserati di una stessa federazione

 

Antonino VELLA

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E questa è la mia risposta ad Antonino, che ti prego di salutarmi:

 

 

Caro Antonino,

 

mi spiace sinceramente che ti senta toccato dalla mia colorita espressione, solitamente si addice a chi parla tanto e a sproposito senza mai combinare nulla. Sul protocollo e sul Presidente Matteoli taglio corto: credo che il tuo contributo sia stato preso in controtempo dalla lettera inviata questa mattina (giovedì 20 dicembre) al Ministro Pecoraro Scanio e al dott. Cosentino. Sappi, comunque, che la mia interpretazione è condivisa anche dal dott. Terlizzi, che conosci senz'altro in quanto hai cooperato con lui alla stesura del Libro Bianco. Il dott. Terlizzi fornisce consulenza per i regolamenti AMP, quindi credo sia persona titolata per giudicare il protocollo in oggetto. Del resto, ti contraddici da solo quando nella seconda parte dell'articolo pretendi, giustamente, che il pescatore in apnea sia trattato come tutti gli altri pescatori sportivi. Evidentemente devi deciderti: facciamo attività subacquea ricreativa finalizzata all'osservazione dei pesci o pratichiamo pesca sportiva? Secondo me, Matteoli e Terlizzi, ma anche secondo l'ordinamento giuridico, siamo pescatori sportivi. Del resto, il protocollo non può fare alcun danno, perché non solo l'esclusione sistematica della pesca in apnea si avvia a compiere 11 anni, ma anche perché la restaurazione con conseguente eliminazione della pesca in apnea anche nelle AMP dove in precedenza era consentita è inziata nel 2004. Già prima della recente firma del protocollo, infatti, scrivevo un articolo su Pia in cui parlavo di un passaggio dal pregiudizio alla tautologia, notando come l'unico argomento utilizzato per respingere proposte di introduzione e regolamentazione della pia nelle AMP fosse l'esigenza di un sistema di regolamenti armonizzati.... in altre parole, la pietra tombale sulla pesca in apnea è stata già messa e gli attuali tentativi sono volti a resuscitare un cadavere ormai ridotto alle ossa.

 

Sul discorso del permesso, comprendo il tuo punto di vista ma non concordo. La FIPSAS non fa alcuna discriminazione, è il settore AS che sta muovendosi autonomamente. E' un tuo diritto dissentire, e lottare politicamente per un cambio di rotta e guardia. Per quanto riguarda i tecnici come me, se non sarà gradito il mio operato sarà sufficiente non interprellarmi, io sarò felice di andarmene a fare quello che altri non hanno mai smesso di fare, cioé pescare, salvo vagliare più o meno distrattamente il lavoro altrui di tanto in tanto e profondermi in articolatissime critiche.

 

Per il resto, mi limito ad una notazione: è vero che la FIPSAS in passato non ha brillato per attivismo, ma era la FIPSAS della tua generazione, quella che ha lasciato un'eredità disastrosa a quelli della mia generazione. Personalmente oggi tento di mettere una pezza e di recuperare una situazione apparentemente irrecuperabile, del passato non posso certamente rispondere più di quanto non possa fare, nel tuo caso, uno specchio.

 

Un caro saluto,

Giorgio Volpe

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Per il resto, mi limito ad una notazione: è vero che la FIPSAS in passato non ha brillato per attivismo, ma era la FIPSAS della tua generazione, quella che ha lasciato un'eredità disastrosa a quelli della mia generazione. Personalmente oggi tento di mettere una pezza e di recuperare una situazione apparentemente irrecuperabile, del passato non posso certamente rispondere più di quanto non possa fare, nel tuo caso, uno specchio.

 

:D Che botta!!!

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A proposito dell'articolo di Giorgio Volpe e della risposta di Antonino Vella vorrei fare alcune osservazioni in merito.

E' vero che la Fipsas è partita in assoluto ritardo nella tutela della pesca apnea, soprattutto rispetto alla possibilità di svolgere questa disciplina sportiva nelle AMP.

Se ora lo sta facendo meglio tardi che mai! In questo campo sicuramente dovrebbe essere più coraggiosa e presente a tutti i livelli, coordinando, appoggiando e stimolando anche i Circoli presenti nel territorio e più vicini alle esigenze e caratteristiche degli ambienti dove operano. Dunque anche i Circoli ufficialmente devono fare la loro parte, non solo i singoli atleti; la Federazione è tale perchè appunto federa tali Associazioni sportive che in questo Organismo nazionale si riconoscono e da cui si aspettano legittimazione, protezione e coordinamento dei propri interessi. Mi sembra dunque importante che vi sia un maggior dialogo e maggiori occasioni di incontro su questi argomenti fra le Strutture in cui è articolata la Federazione, leggi Settore Attività Subacquee e i Circoli affiliati, là dove, invece, il rapporto troppo spesso si risolve nell'annuale assolvimento delle pratiche buracratiche o durante il rinnovo delle cariche.

Riguardo alla problematica del tesserino o licenza che dir si voglia, mi permetto di dissentire in parte da quanto asserito da Antonino Vella. Rispetto alla pesca sportiva in generale, la pesca in apnea ha una sua particolare specificità, per cui il rilascio di una licenza dovrebbe presupporre una preparazione adeguata sul piano fisico, mentale e ambientale attraverso dei corsi specifici, come ora avviene al nostro interno per il rilascio del brevetto di pescatore in apnea. Per questo l'eventuale obbligo di una licenza collegata a questi tipo di percorso didattico, non è assolutamente vessatorio, ma indirizzato a tutto vantaggio dell'Atleta e della sua reputazione. Per questo sarebbe necessario un protocollo di intesa tra Federazione e Autorità competente all'eventuale rilascio di simile licenza per tutto il territorio nazionale e tanto più nelle AMP, qualora il difficile percorso per ottenere l'autorizzazione a svolgere la nostra attività quanto meno nelle zone C ottenga risultati.( Per ottenerli penso sia necessario volere le AMP anche da parte nostra, ma strutturate in maniera diversa soprattutto in relazione ai diversi ambienti deve operano.) Questo sarebbe un ottimo viatico per contarci ed essere seramente autorevoli sia per numero che per qualità e sicuramente non vorrebbe dire avallare un certo atteggiamento persecutorio nei nostri confronti.

Per la pesca di superficie credo che gli atleti che paraticano simile disciplina siano anche essi consapevoli dell'importanza di una licenza, ma avrebbe caratteristiche diverse e specifiche; lascio al Settore Mare, ai suoi atleti e ai loro Circoli di appartenenza valutarle.

 

Michele Rampini

Pescatore in Apnea del Circolo Sub.Teseo Tesei Portoferraio Isola d'Elba

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.... il rilascio di una licenza dovrebbe presupporre una preparazione adeguata sul piano fisico, mentale e ambientale attraverso dei corsi specifici, come ora avviene al nostro interno per il rilascio del brevetto di pescatore in apnea. Per questo l'eventuale obbligo di una licenza collegata a questi tipo di percorso didattico, non è assolutamente vessatorio, ma indirizzato a tutto vantaggio dell'Atleta e della sua reputazione....

 

Scusa, ma cosa intendi esattamente per "Atleta", per di più con la maiuscola?

Se intendi persona impegnata professionalmente o agonisticamente in uno sport, allora posso essere con te. Se invece intendi il praticante amatoriale, allora ho qualche perplessità. Pago ogni anno i tesserini per pescare in diverse nazioni, e pagherò anche quello per pescare in Italia, soprattutto se servirà a garantirmi qualche diritto o privilegio, a seconda dei punti di vista. Da lì ad essere obbligato ad una licenza, con esame sulla preparazione mentale, fisica ed ambientale, ce ne corre. In Corsica, quando vado in un ufficio Affari Marittimi con il mio tesserino FIPSAS, mi rilasciano gratis il permesso, insieme ad un foglio con i regolamenti e le zone proibite. Poi se sgarro, pago, perchè i controlli esistono, e soprattutto esiste una coscienza civica. In Grecia, se sono riuscito a decifrare correttamente una lingua che non mi appartiene, pago per un tesserino, rilasciato dalla Capitaneria, almeno parte dell'introito va a costituire un fondo per la Gente di Mare. Lì non mi danno il foglio, ma comunque mi informo io, perchè i controlli esistono, e non voglio avere problemi. Credere che i problemi della categoria in Italia dipendano dall'ignoranza delle leggi è come credere al paese dei balocchi. I motivi mi sfuggono, ma quando realizzo uno dei miei documentari della serie "Cronache di pesca in apnea", sto bene attento a puntualizzare che esiste un limite di 5kg al quale mi attengo scrupolosamente. Contemporaneamente, vedo filmati su filmati, o articoli e foto su riviste specializzate che mostrano carnieri molto più che illegali realizzati da pescatori a traina o vertical jigging, nessun "catch and release", senza il minimo imbarazzo. Però noi siamo fuori, e loro sono dentro. Noi siamo quì a discutere di come salvare la ghirba, e loro non hanno problemi di sorta. Se pesco con la canna in un qualsiasi porto, sotto il cartello "divieto di pesca", nessuno mi dice niente, o mi viene a controllare le misure minime, ma se provo a buttarmi sull'antemurale, mi becco il verbale in tre secondi. Chiaro che c'è qualcosa che non va. Il "famigerato" pescasub da ferie estive che spara quattro pescetti, che apparentemente ci fa molta paura, anche se non ho mai sentito sollevazioni di piazza contro il fenomeno, fa comunque molto meno danno di ciascun bambino con la cannetta in bamboo che passa del tempo sugli scogli prendendo microsaraghi e microspigole da dare al gatto. E non mi va di iniziare a parlare di quelli che mettono le boette e tirano su quantitativi sistematicamente illegali di orate, o mettono coffe con 100 ami a saraghi o dentici, etc, etc, etc, etc. Che esistano figli e figliastri, è assolutamente chiaro. Il perchè, mi appare imperscrutabile. Che una licenza (non un tesserino) per i soli pescatori in apnea sia auspicabile, mi appare invece incomprensibile. L'assicurazione RC è obbligatoria in Francia. Visto che non mutuiamo gli altri aspetti (gestione AMP su tutti), non vedo perchè dovremmo mutuare proprio questo. Qual'è il danno annuale causato dai fucili subacquei in normale azione di pesca per responsabilità civile contro terzi?

Fabrizio D'Agnano

Totemsub Srl

Roma

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Aggiungo una riflessioncina estemporanea.

Per combattere, prima di tutto si deve capire chi è l'avversario o il nemico.

Fate una prova: la prossima volta che parlate con qualcuno del fatto che fate pesca in apnea, o invitate a cena per un bel Dentice al forno amici non pescatori in apnea, all'inevitabile domanda, rispondete "si, l'ho preso con le bombole, di notte"

Sondaggio: risposte tipo "Bastardo, non lo sai che è proibito", o "bastardo, così è troppo facile....": vota A, risposte tipo "che coraggio, accipicchia, questi si che sono pesci meritati...": vota B

Mettetevi in una piazza qualsiasi, e chiedete ad un campione significativo di persone: "qual'è il tuo cruccio principale".

A: non arrivo a fine mese

B: non sono sicuro che i miei figli potranno avere il mio tenore di vita

C. la salute

D: la delicata situazione internazionale

E: il terrorismo

F: le mutazioni climatiche

G: i mutui

H l'euro

I: la pesca subacquea

Se dai risultati comprenderete che in ambito generale il problema non sussiste, provate a restringere via via l'ambito della ricerca. Stringete il cerchio finchè non troverete una categoria o due per cui la pesca subacquea assume un rilievo. Avete individuato chi non vuole farvi pescare. Ora si può stabilire una difesa.

Fabrizio D'Agnano

Totemsub Srl

Roma

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Un'altra annotazione.. firmando il "protocollo" di condotta, la Fipsas ammette che non possa neanche pescare con la canna. Sempre di prelievo o uccisione di organismi marini si tratta :blink:

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