> E' Morto Loic Leferme - Pagina 3 - Apnea e Nuoto pinnato - AM FORUMS Vai al contenuto

E' Morto Loic Leferme


Messaggi raccomandati

Da la Stampa

 

Degna di nota la dichiarazione di Mifsud

 

-----------------------------------------------------------------------

 

Voleva scendere oltre i 183 metri, ultimo limite fissato da Herbert Nitsch

GIULIA ZONCA

 

Diceva di vedere il nero prima di ogni tuffo e di avere paura del vuoto. Loic Leferme, il guru dell’acqua, una vita di yoga e apnea, è morto ieri mentre si allenava nel suo mare.

 

Al largo di Nizza, dove viveva, dove c’era il suo circolo, L’Aigle nautique, dove aveva realizzato l’ultimo record: 171 metri no limit, un estremismo assoluto azzardato tante volte. Voleva riprendersi il primato e si buttava nel profondo, due mattine ogni settimana, con i capelli lunghi incastrati nella tuta da sub. Nell’ultimo mese si era intestardito su quei numeri: 171. Ci tornava di continuo, giù, dove era già stato capace di arrivare e dove ormai si era stabilizzato, ma gli servivano metri per tornare re dell’oceano. Doveva superare Herbert Nitsch, sceso fino a 183 il 28 agosto 2006. Si chiama recordismo ed è la molla di questo sport che non è neanche riconosciuto come tale. Troppo pericoloso. È Le Grand Bleu, una rincorsa fotografata da Luc Besson nel film ispirato alla rivalità tra Maiorca e Mayol, due amici che si rubavano pezzi di abisso, un centimetro dopo l’altro. Leferme era vittima di quella magia, ogni apneista prima o poi ha detto la frase «conosco il rischio». Anche Leferme che, a differenza degli altri, ha ammesso di averne paura. Paura e bisogno.

 

Cercava il brivido, l’assoluto e la concentrazione a occhi chiusi quando stava sulla barca, semipronto ad andare dove un essere umano non potrebbe. I suoi genitori lo volevano pesce, ma da acqua di cloro: sognavano per lui una vita da Spitz. Non ha funzionato, la piscina lo annoiava «è come la vasca da bagno», ha inseguito spazi più ampi, adeguati alla sua filosofia. Incrocio di religioni e meditazioni, conoscitore del silenzio, lettore di massime orientali, amico di un maestro di danza vietnamita che gli aveva insegnato la calma. Una delle battute più famose del film di Besson dice: «Sai cosa serve per sopravvivere in mezzo alle sirene? Scendi in fondo, così lontano che il cielo non esiste più. Quando sei lì, nel silenzio totale, ti chiedi se vuoi morire per lei. Allora le sirene arrivano, ti baciano e giudicano il tuo amore». Leferme era uno di quei testardi che vivono per baciare le sirene, non importa quanto in basso bisogna andare perché le sirene ci sono solo dove gli uomini non sono mai passati. A ogni record serviva «scalare» ancora. Leferme usava questo verbo al contrario «invece di risalire pareti io scalo l’acqua, la assecondo come si fa con le montagne». L’ha assecondata tanto da perdere la strada.

 

Non si capisce cosa sia successo, c’era il sole ieri mattina alle 10, quando la barca è partita da Villefranche-sur-mer e la corrente era regolare, giusto un accenno di vento forte al momento dell’immersione. C’erano i sommozzatori di sicurezza, il medico e il compagno di bordo. Quello che ti guarda negli occhi per ultimo, che dà l’ok, che segue la corda e aspetta quei 3 minuti e passa, infiniti. Cèdric Palerme ha contato, con il cronometro in mano e l’ansia in faccia e quando ha capito che non funzionava, che la corda era molle e inceppata, ha mandato un sub a recuperare Leferme. Lo hanno trovato privo di conoscenza, 20 metri sotto il mare. Non è servito il massaggio cardiaco, l’ossigeno e il ricovero d’urgenza, era già morto. La sua ossessione, la profondità di 171 metri è nel fascicolo dell’inchiesta, già aperta. Si preannuncia lunga, la corda, principale indiziata, è in fondo al mare e la dettagliata testimonianza di Palerme è la ripetizione continua della frase: «Non c’era nessuna anomalia e quella profondità era ormai consueta».

 

Il collega francese, Hyérois Stéphane Mifsud è stato il primo a chiedere che l’indagine non fosse solo un dossier per la polizia: «Seguivo Loic, non era uno facile al rischio, era preciso, attento, progrediva un passo per volta. Se è successo qualcosa bisogna che si ripensi questa nostra corsa al fondo». C’è sempre qualcuno che lo dice dopo ogni incidente e gli apneisti aggiungono un sommozzatore al gruppo, un defibrillatore a bordo poi si ributtano. Come Leferme che un minuto dopo aver ammesso di aver paura, ha alzato le spalle: «È inutile, io la vedo così: tutto il tempo che passi in superficie, è tempo rubato agli abissi». Spesso, in questo sport che non si lascia chiamare così, vincono le sirene.

Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
  • Risposte 92
  • Creato
  • Ultima Risposta

Miglior contributo in questa discussione

... Che c'è di strano?....

 

.. morire, sincopare (o forse meglio dire "perdere conoscenza" :frustry: ) e sambare .. che c'è di strano???

 

Incidente automobilistico, caduta dalla moto, paracadutte non aperto, ecc.Che c'è di strano? Ma voi che mondo vorreste?

un mondo dove l'"apparenza" non sia poi cosi' importante...... ;)

Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Oggi abbiamo perso un altro apneista ma.....l'uomo, evidentemente, lo avevamo già perso prima !

 

Penso che questi soggetti siano in un certo senso "dopati di adrenalina" (come quelli che si buttano col paracadute ma non si accontentano del volo ! devono fare a gara per vedere chi lo apre dopo :eek: ) nel senso che la loro missione è violare il loro stesso umanissimo sentimento di paura nel compimento di un gesto senza possibilità di appello dove, la riuscita paga col il senso di onnipotenza" e, il fallimento con la parola FINE.

La missione dell'uomo sulla terra è Vivere = Durare = utilizzare tutti i mezzi e segnali che la natura ci ha dato per perseguire lo scopo; la PAURA, il DOLORE, il SANGUE (che non è rosso per caso) sono segnali che, se violati...........portano, salvo l'intervento della fortuna, inevitabilmente ai risultati che abbiamo sotto gli occhi.

Mi dispiace per la perdita dell ennesimo apneista ma, mi sarebbe dispiaciuto molto di più se avessimo perso uno di quelli che che, per l'apnea, rappresenta un valore e non un DISVALORE come in questi casi.

 

La mia rimane ovviamente un'opinione strettamente personale.

Modificato da Andrea Zani
Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
A ogni record serviva «scalare» ancora. Leferme usava questo verbo al contrario «invece di risalire pareti io scalo l’acqua, la assecondo come si fa con le montagne».

 

questa frase suggerisce l'esempio dell'alpinismo in quota....

 

anche sull'everest 1 alpinista su 4 ha perso la vita eppure neanche vedere i cadaveri lungo le vie di salita fermava il tentativo di scalata dei successivi....

 

le spedizioni commerciali con promesse di "gloria facile" spesso coltivatori di tragedie che davano spunto a libri, best seller...

 

e gli acquirenti.....ancora peggio, incantati di fronte alla televendita del rischio, dell'adrenalina, dell'impossibile a portata di mano grazie al venditore, guru delle montagne, che ti accompagna fino in vetta ma che ti abbandona nel ritorno.

 

gli sponsor e i media che davano risalto all'evento solo quando qualcuno perdeva un arto o la stessa vita....

 

per fortuna anche le montagne hanno un limite, l'uomo invece, è convinto di non averne...

Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Ospite mistral
gli sponsor e i media che davano risalto all'evento solo quando qualcuno perdeva un arto o la stessa vita....

 

ecco appunto, questo è dove è arrivato il recordismo dell'apnea, paradossalmente sino a che non ci lasci le penne quasi non ti conosce nessuno, andiamo a chiedere alla grande massa chi sapeva chi è Leferme o Carloso Coste?? NESSUNO LI CONOSCE!! Questi rischiano la pelle e al massimo ottengono un paio di articoli per le 48 ore sucessive alla loro scomparsao all'incidente, è cinico ma è così; se avesse fatto il record (al di fuori di qualche pubblicità) nessuno se lo sarebbe calcolato, sono finiti i tempi nei queli i recordismo poteva veicolare una immagine positiva e chi lo faceva ci poteva costruire su una carriera remunerativa. Rimane solo una pseudo attività che ha molto più a che fare con la roulette russa che con lo sport.

Che tristezza, spero smettano presto.

 

Mistral

Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Condoglianze ,e spero che siano le ultime..questo è l'ultimo di una lunga serie di incidenti accaduti anche a personaggi più famosi ma che non sono mai stati pubblicizzati e che per fortuna sono finiti meglio,nel senso che non sono ne morti ne rimasti paralizzati ,almeno hanno avuto il buon senso di smettere prima di lasciarci le penne...

Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
il topolino che  rimane  schiacciato  è il prezzo da pagare

 

io sono  x il show must  go on

 

o sennò  non prendiamo  nemmeno  le autostrade

anzi non usciamo  nemmeno di casa

 

Ti ricordo che il topolino di cui parli era un uomo che è morto e ha lasciato moglie e figli.

 

E se in autostrada si morisse come nel no limits in Italia ci sarebbero 5-10 milioni di decessi l'anno. Nel tuo caso sono d'accordo sull'uscire di casa, almeno non stai al pc :bye:

Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Ospite tanadeisaragoni

Evito di rispondere a Jack per non inquinare il topic.

CISKI dice:

per fortuna anche le montagne hanno un limite, l'uomo invece, è convinto di non averne...

 

Mi piacerebbe farti notare che TU oggi non saresti al mondo se l'uomo non fosse sempre stato convinto di non avere limiti. E' una tendenza naturale nell'individuo che ci ha portato lontanto e noi dovremo esserne riconoscenti ed orgogliosi. Se l'uomo si convincesse di avere limiti, un domani non potrebbe più esistere nulla.

Ricollegnadosi al No Limits: Leferme faceva parte di coloro che noi non potremo mai comprendere, di coloro che hanno nel Dna qualche cosa di estraneo alla maggior parte di noi. Inutile che sprecchiate parole sull'argomento. Voi non siete come loro, voi non potete capire, voi non avete nel vostro Dna quel qualcosa che vi porta a sfidare ogni giorno i vostri limiti. Leferme ha più volte sostenuto di avere allo stesso tempo paura e attrazione del blu. A mio parere potete discuttere all'infinito, ma non arriverete mai al dunque.

Modificato da tanadeisaragoni
Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Ospite tanadeisaragoni
il topolino che  rimane  schiacciato  è il prezzo da pagare

 

io sono  x il show must  go on

 

o sennò  non prendiamo  nemmeno  le autostrade

anzi non usciamo  nemmeno di casa

 

Ti ricordo che il topolino di cui parli era un uomo che è morto e ha lasciato moglie e figli.

 

E se in autostrada si morisse come nel no limits in Italia ci sarebbero 5-10 milioni di decessi l'anno. Nel tuo caso sono d'accordo sull'uscire di casa, almeno non stai al pc :bye:

 

Zefiro, ti rendi conto che stai ****Altre espressioni meno "colorite" potrebbero essere usate senza scaldare gli animi****

Modificato da Alessandro Fini
Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Evito di rispondere a Jack per non inquinare il topic.

CISKI dice:

per fortuna anche le montagne hanno un limite, l'uomo invece, è convinto di non averne...

 

Mi piacerebbe farti notare che TU oggi non saresti al mondo se l'uomo non fosse sempre stato convinto di non avere limiti. E' una tendenza naturale nell'individuo che ci ha portato lontanto e noi dovremo esserne riconoscenti ed orgogliosi. Se l'uomo si convincesse di avere limiti, un domani non potrebbe più esistere nulla.

Ricollegnadosi al No Limits: Leferme faceva parte di coloro che noi non potremo mai comprendere, di coloro che hanno nel Dna qualche cosa di estraneo alla maggior parte di noi. Inutile che sprecchiate parole sull'argomento. Voi non siete come loro, voi non potete capire, voi non avete nel vostro Dna quel qualcosa che vi porta a sfidare ogni giorno i vostri limiti. Leferme ha più volte sostenuto di avere allo stesso tempo paura e attrazione del blu. A mio parere potete discuttere all'infinito, ma non arriverete mai al dunque.

 

non metto in dubbio che siano persone "diverse", fuori dal comune e dai valori incomprensibili, tutto il no limits è fatto di queste persone.

personalmente ammiro reinold messner come alpinista estremo e ne possiedo la bibbliografia completa.....

ha perso un fratello che insieme a lui effettuava la scalata del nanga parbat.....

 

questi "eroi" hanno il loro obbiettivo davanti a tutto, alla morte di un familiare o anche alla propria, ma io proprio non riesco ad avvicinarmi a questa mentalità....

 

io ho altre cose, altri valori, una moglie sopratutto ma anche la mia vita stessa...

 

la ricerca del limite, sui monti o nelle profondità, vale per questi "record man" il rischio? la risposta la possono dare solo loro....

 

bisognerebbe immaginare un mondo no limits fatto senza sponsor, senza soldi, senza quel ritorno di immagine che ti fa riempire i corsi di apnea di aspiranti record man......

Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Ospite Gianfranco Ciavarella
Evito di rispondere a Jack per non inquinare il topic.

CISKI dice:

per fortuna anche le montagne hanno un limite, l'uomo invece, è convinto di non averne...

 

Mi piacerebbe farti notare che TU oggi non saresti al mondo se l'uomo non fosse sempre stato convinto di non avere limiti. E' una tendenza naturale nell'individuo che ci ha portato lontanto e noi dovremo esserne riconoscenti ed orgogliosi. Se l'uomo si convincesse di avere limiti, un domani non potrebbe più esistere nulla.

Ricollegnadosi al No Limits: Leferme faceva parte di coloro che noi non potremo mai comprendere, di coloro che hanno nel Dna qualche cosa di estraneo alla maggior parte di noi. Inutile che sprecchiate parole sull'argomento. Voi non siete come loro, voi non potete capire, voi non avete nel vostro Dna quel qualcosa che vi porta a sfidare ogni giorno i vostri limiti. Leferme ha più volte sostenuto di avere allo stesso tempo paura e attrazione del blu. A mio parere potete discuttere all'infinito, ma non arriverete mai al dunque.

 

 

Dove starebbe scrtta questa sciocchezza straordinaria secondo la quale oggi non saremmo al mondo senza le prodezze INUTILI di queste persone?

 

Per piacere non scriviamo eresie, a questi personaggi non sono grato per NULLA di NULLA, di NULLA!

 

Non mi rappresentano come uomo e neanche come filosofia, e ringrazio il cielo di non aver nel mio DNA qualche cosa che mi porti a fare e compiere simili amenità ed a chiamare la TV per riprenderle al fine di mostrarmi al mondo intero.

 

Comprendere? Cosa ci sarebbe da comprendere di cui noi non saremmo in grado che invece, uomini come questo disgraziato, avrebbero compreso?

Vogliamo idolatrare le sciocchezze umane ed innalzarle ad esaltazione del pensiero e delle gesta dei migliori uomini?

Ma per piacere, costui era un poveretto che nel narcisismo più spinto ha teso e votato la propria vita al rischio INUTILE ed incapace di DIMOSTRARE nulla agli altri uomini.

 

Ora il mondo continuerà a girare come prima, non aveva e non ha, alcun bisogno di uomini e gesta simili!

 

La pietà umana va alla vita sprecata e buttata via ed ai suoi affetti lasciati inermi difronte a cotanta prova della fallibilità umana.

 

 

Lefevre, ha mostrato, ANCORA UNA VOLTA, quanto sia fallibile l'uomo, null'altro!

 

Al più ha mostrato ancora una volta che e metodiche di sicurezza del No - Limits, del Variabile e e del costante sono roba per sciaqquarsi la coscienza ma quando servono per davvero non funzionano.

 

Pace all'anima sua.

Modificato da Gianfranco Ciavarella
Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Evito di rispondere a Jack per non inquinare il topic.

CISKI dice:

per fortuna anche le montagne hanno un limite, l'uomo invece, è convinto di non averne...

 

Mi piacerebbe farti notare che TU oggi non saresti al mondo se l'uomo non fosse sempre stato convinto di non avere limiti. E' una tendenza naturale nell'individuo che ci ha portato lontanto e noi dovremo esserne riconoscenti ed orgogliosi. Se l'uomo si convincesse di avere limiti, un domani non potrebbe più esistere nulla.

Ricollegnadosi al No Limits: Leferme faceva parte di coloro che noi non potremo mai comprendere, di coloro che hanno nel Dna qualche cosa di estraneo alla maggior parte di noi. Inutile che sprecchiate parole sull'argomento. Voi non siete come loro, voi non potete capire, voi non avete nel vostro Dna quel qualcosa che vi porta a sfidare ogni giorno i vostri limiti. Leferme ha più volte sostenuto di avere allo stesso tempo paura e attrazione del blu. A mio parere potete discuttere all'infinito, ma non arriverete mai al dunque.

 

IO oggi sarei al mondo perchè i miei genitori il 18 Aprile 1987 non sono andati al cinema, e non di certo perchè 1 uomo è sceso a 171 metri. Inoltre non confondiamo i progressi dell'umanita in termini tecnici e scientifici con la mania personale di battere un record estremo. Questo non ha proprio nulla a che vedere con il progresso umano.

Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Zefiro, ti rendi conto che stai ****Altre espressioni meno "colorite" potrebbero essere usate senza scaldare gli animi****

 

Siamo arrivati agli asterischi, l'ultimo dei segni di punteggiatura e mi rendo conto che hai esaurito gli argomenti. Ma stai tranquillo non permetterò che questa discussione finisca in uno scambio di insulti. Ci mancherebbe. :bye:

Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Partecipa alla conversazione

Puoi pubblicare ora e registrarti più tardi. Se hai un account, accedi ora per pubblicarlo con il tuo account.

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Sono consentiti solo 75 emoticon max.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Pulisci editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...

×
×
  • Crea Nuovo...