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Brutto Incidente Per Coste


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Ospite Gianfranco Ciavarella

Un piccolo distinguo lo farei Giorgio.

So che per te le didattiche commerciali sono quelle che non appartengono al mondo sportivo del CONI.

Devo dire, però, che restringere il campo così mi pare riduttivo.

Voglio dire che non esiste una DIDATTICA commerciale, la didattica non può esserlo, esistono persone che vendono e fanno commercio di corsi.

Bene, queste persone esistono in ogni dove, anche nella Federazione!

Esistono pure bravi e seri professionisti fuori della Federazione.

 

Voglio dire che non è un problema di baracca ma di baraccati!....

 

Ciao da :jrgian:

Modificato da Gianfranco Ciavarella
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Miglior contributo in questa discussione

Avvoltoi e speculatori ci sono sempre stati e sempre ci saranno.

E continueranno ad organizzare altre "imprese" no limits per lucrare sulla pelle di subacquei aspiranti superuomini e/o superdonne, in buona parte ignari dei veri rischi che corrono, alla faccia delle critiche e degli eventuali divieti che potranno arrivare.

 

L'informazione di certo aiuterà a trovare maggiore consapevolezza, quindi continuiamo a parlarne.

Quanti si sono immersi no limits oltre i 170 metri ?

Saranno circa una dozzina ?

Quanti morti?

Saranno circa due ?

Quanti incidenti gravi ?

Saranno circa altri due ?

La percentuale di rischio grave per la vita e la salute: circa il 40% di non uscirne vivi o comunque di passare il resto dei propri giorni gravemente menomati.

 

Chi continua a dire che si tratta di sport può riflettere, se vuole.

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Ospite Gianfranco Ciavarella

Allargate gli orizzonti ragazzi leggete bene...

 

Appaiono TRE problematiche:

1- Coste, PARE, era in una sorta di sonno già in DISCESA a -100;

2- Era senza capacità di risalire sul fondo (forse in sincope ma sicuramente da diversi minuti in profondità);

3- E' stato mandato in superficie con un pallone o con altro mezzo, senza controllo della velocità di risalita e senza che avesse potuto liberare l'aria dalla glottide.

 

Ora pernsate che queste cose siano relative al solo NO LIMITS?

 

Cosa ve lo farebbe credere?

 

Grazie!

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Allargate gli orizzonti ragazzi leggete bene...

 

Appaiono TRE problematiche:

1- Coste, PARE, era in una sorta di sonno già in DISCESA a -100;

2- Era senza capacità di risalire sul fondo (forse in sincope ma sicuramente da diversi minuti in profondità);

3- E' stato mandato in superficie con un pallone o con altro mezzo, senza controllo della velocità di risalita e senza che avesse potuto liberare l'aria dalla glottide.

 

Ora pernsate che queste cose siano relative al solo NO LIMITS?

 

Cosa ve lo farebbe credere?

 

Grazie!

 

No, di certo non sono cose relative solo al no limits, ma a qualunque tipo profondismo, specialmente quello in assetto variabile.

 

Certo, però, è che una cosa è potere recuperare un problema a 100 m ed altro è recuperarlo a 200 m., una cosa è fare assistenza a 100 m altra cosa è farla a 200 m

 

Incidenti nell'apnea profonda ve ne sono sempre stati, ma gravi e frequenti come nel no limits mai.

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Gianfranco,

i casi di morte si sono verificati nel no limits per adesso, con questo non dico che gli altri assetti non siano pericolosi, ma in variabile assoluto si mette ancora più in evidenza quanto sia pericoloso "sognare" gli abissi.

Quindi sia per questo motivo, sia perchè nelle cose purtroppo bisogna andare per gradi, potremmo iniziare a spingere perchè venga non più riconosciuta sport questa sfida alla morte.

Ad ogni modo credo che alle problematiche presenti già nel Costante e nel variabile regolamentato, si vada ad aggiungere anche quella della velocità di risalita e di discesa inimmaginabilmente alte.

Però credo che almeno siamo d'accordo tutti sul fatto che il no limits NON E' SPORT!!!

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Ospite Gianfranco Ciavarella

Vedi amico carissimo,

quanto dici lo condivido ma se t'invito a riflettere e solo perchè nello sport e nella Federazione esiste chi vorrebbe importare queste manovre di sicurezza.

Non credo sia necessario che ti riprenda i post delle discussioni accesissime e le sicurezze manifestate QUI da Stromberg, dai suoi amici Italiani, da un suo carissimo amico Spagnolo, nel corso di Convegni scientifici, oltre che le manifestate intenzioni di "serimentare" bilancino e la sicurezza organizzata sul modello dell'AIDA.

Ora, che l'AIDA faccia il cavolo che gli pare e che i singolo facciano ciò che gli aggrada non potrò certo impedire i suicidi così come è impossibile impedire la pesca all'agguato profondo.

Resta del tutto evidente però, che la soluzione non era una soluzione e che i gradassi diffusori di certezze hanno collezionato ancora una sconfitta.

Posso sperare che queste porcherie non trovino posto in Federazione?

 

Ciao da :jrgian:

Modificato da Gianfranco Ciavarella
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Alberto forse hai dimenticato qualcuno che queste cose le cura da anni e ha stilato anche delle specifiche tabelle di ricompressione terapeutica per questi incidenti e che guarda caso è il sottoscritto.

 

Masimo scusa ma il tuo nome l'ho fatto per primo, so cosa studi e da quando, nel messaggio precedente riportavo quelli che erano stati i precedenti di incidenti analoghi nel no limits.La camera iperbarica di Sharm era gia in contatto con la Germania in quanto informati da qualche sponsor dell'incidente di Franz, dicviamo che sono arrivato tardi.

 

Abbi pazienza se non sono stato molto chiaro.

 

Albe

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scusate l'assenza ma ho avuto dei grossi problemi con il pc di casa.

Volevo fare un attimo il punto su questo incidente.

 

il quadro clinico presentato da Coste è un evidente Embolia Gassosa Arteriosa su base traumatica da barotrauma polmonare in risalita; la riprova è che uno "scombussolato" trattamento iperbarico di 2 ore ha già dato i suoi risultati, lievi ma importanti.

In realtà di fronte ad un quadro del genere il giusto comportamento (che non è certo quello dei colleghi di Sharm, o meglio del collega in turno in quel momento) prevede una ricompressione terapeutica secondo una tabella da noi appositamente elaborata e quasi simile alla tabella terapeutica 6 della US NAVY; in contemporanea và iniziata una terapia con neuroprotettori e farmaci antiedemigeni cerebrali.

Il ciclo di terapia iperbarica và continuato con sedute giornaliere (2) della durata di 90 minuti, assieme ad una terapia farmacologica specifica, che ormai negli anni ha dato i suoi frutti con una restituzione totale all'integrità di tutti i casi trattati.

Sò che stò dando al pubblico (anche medico del settore che ci legge anonimamente) delle indicazioni che potevo anche evitare, ma se si tratta di salvare la salute di qualcuno va bene così.

Ricordare sempre che un sub embolizzato è un paziente in prognosi riservata suscettibili di aggravare il quadro clinico sino alle estreme conseguenze.

 

Non sò se è una coincidenza ma ieri mi è arrivata una mail di un professore dell'Università di Lipsia (mi ha contattato tramite il Dr. Pasquale Longobardi del Centro Iperbarico di Ravenna) che mi chiede di inviargli tutti i miei lavori sul barotrauma polmonare :oops: .

Modificato da Massimo Malpieri
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Ospite Gianfranco Ciavarella

Pare che si stia riprendendo e spreriamo che non gli restino segni cerebrali dell'offesa ricevuta.

La paralisi omolaterale denunciava una sofferenza simile a quella di un ictus, che similitudini ha Massimo?

Quanto credi che sia possibile il recupero totale?

 

Grazie! :jrgian:

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le similitudini sono molte nel senso che c'è la totale sovrapponibilità del quadro, mi spiego:

 

l'ictus cerebrale (apoplessia nella vecchia terminologia medica) come l'Embolia gassosa cerebrale conseguono ad un ostacolo della circolazione in un vaso cerebrale (placca aterosclerotica, embolia gassosa e altro ancora); il risultato di questa ostruzione è che nella zona al di sotto si instaura una sofferenza "ischemica", cioè da mancato apporto di sangue (lo stesso di quanto accade nell'infarto), per cui il tessuto inizia ad avere fenomeni di morte cellulare.

Nel caso di patologia da ostacolo solido (placche arteriosclerotiche) l'intervento terapeutico risulta estremamente più complicato (per la rimozione dell'ostacolo), ma nel caso di un Embolo Gassoso (da immersione o da altre cause) la terapia in camera iperbarica (se le condizioni del paziente lo consentono), unitamente ad una adeguata terapia neurorianimatoria, consente spesso (non sempre) di riportare il malcapitato in buone condizioni.

Il problema di queste lesioni è legato alla tempestività dell'intervento, nel senso che minore è l'intervallo libero tra incidente e inizio della terapia e maggiori sono le possibilità di ripresa.

 

Mi preme sottolineare come, ancora oggi, non si riesca ad inquadrare globalmente un incidente da immersione, non considerando che terapia iperbarica e terapia rianimatoria neurocerebrale vadano fatte congiuntamente, d'altronde siamo nell'epoca della Medicina settoriale con il paraocchi (ecco perchè ancora qualcuno s'intestardisce a parlare di Edema, perchè non ha una visione globale della fisiopatologia subacquea).

Modificato da Massimo Malpieri
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Avrei pensato ad un'ischemia collegata ad uno scompenso di pressione sanguigna, che a quelle profondità subisce variazioni non indifferenti.

Invece, si tratterebbe di una sorta di taravana collegato non al numero di immersioni profonde ravvicinte, ma alla profondità dell'immersione stessa.

Però, sembra che i problemi fossero presenti già in discesa, in quanto Coste a malapena era riuscito ad azionare il sistema di risalita, dunque, com'è possibile un malore da decompressione in discesa ?

Sarebbe utile che, non appena possibile, fossero messe a disposizione le cartelle cliniche di Coste, sarebbe utile per capire cosa è davvero successo e per potere salvare in futuro vite umane.

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