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Dentice Di Oggi Preso All'agguato


Ospite Mariano Satta

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Ospite Mariano Satta

Ragazzi

al momento accontentatevi delle foto, più tardi metterò on-line il racconto.

 

Sono appena rientrato e ho necessità di recuperare con un pò di riposo.

 

 

 

 

***Inizio intervento moderatore***

Eccovi il racconto senza inutili polemiche.

Siete pregati tutti di leggere le premesse scritte da Mariano.

***Fine intervento moderatore***

 

PREMESSA E AVVERTENZE PER I LETTORI:

Mariano Satta è un veterano sardo che si allena quotidianamente da sempre. La sua frequentazione quotidiana del mare gli permette, soprattutto a fine stagione, di pescare in sicurezza nell'abisso, oltre i 30 metri. La puntata sui venti metri in solitaria descritta nel racconto è un'azione che l'autore dell'articolo può permettersi solo grazie alla sua preparazione ed alla sua esperienza.

Per l'appassionato medio, al contrario, questo tipo di azione è assolutamente da evitarsi, in quanto durante azioni di pesca a queste profondità, per ragioni di sicurezza, è sempre da ritenersi indispensabile l'assistenza di un compagno pronto ad intervenire sulla verticale o sul mezzo di appoggio

 

 

RACCONTO E DETTAGLI DI TECNICA:

 

IL GROSSO DENTICE

 

Questo W.E. passato è stato molto duro….

Con Franco siamo stati nelle secche lontane sperando nei pelagici ma una fortissima corrente ci ha obbligati ad un durissimo lavoro di gambe per tante ore …in questi casi di eccessiva stanchezza è bene riposare per almeno un paio di giorni per ottenere un recupero completo.

 

OGGI 6 SETTEMBRE 2006:

 

Pianificazione: pesca in solitario perché Franco , sebbene sia in ferie, è impegnato con la costruzione della casa e giustamente si libera solo alla domenica..

 

Sveglia alle 5 perché mi aspetta un’ora di viaggio da Olbia per raggiungere le coste a Nord della Sardegna. Una buona colazione, attrezzatura pronta, fatta benzina e via in viaggio verso le coste di Vignola.

 

Arrivato sul litorale il mare si presenta “meravigliosamente piatto”, una vera rarità vedere quelle coste mostrare tutto il loro splendore senza essere perturbate dall’onnipresente maestrale.

 

Valuto da terra se è presente della corrente, solitamente si vedono le chiazze da lontano. Infatti nella zona che devo perlustrare si vede un serpentone di corrente marina che si muove da grecale.

 

La pianificazione a terra dura alcuni minuti…Vignola è una zona che conosco da sempre palmo a palmo. Risalgo in auto e decido di muovermi a favore di corrente, quella calma piatta mi permetterà di allontanarmi tanto da terra verso dei lastricati e poi più al largo ancora su dei sommi che ritengo valga la pena esplorare.

Nella zona di Vignola – Portobello ho sempre fatto catture importanti...ricorderete la Cernia record da 36 chili, la Leccia dell’articolo di A.M etc…

 

Ma ritorniamo al racconto……….

 

Appena entrato in acqua ho verificato lo stato di trasparenza e con una lunga nuotata di più di un’ora ho raggiunto il primo punto prefissato cioè la strada romana. Per strada romana s’intende un lungo lastricato di arenaria che segue parallelamente la costa .

M.Satta

 

Inizio a scorrere il fondo in lunghe planate esplorative e solo dopo tanti tuffi riesco a catturare un bel sarago fasciato ma, salvo delle Occhiate e numerosi Trigoni neri, non ho avvistato altro.

 

Ho continuato a scorrere la strada romana e finalmente dopo un’infinita serie di planate esplorative e tuffi ho avvistato un volo di alcune Corvine.

 

Raggiunto il fondo con un’azione di agguato sono riuscito a colpire la più grossa mentre le altre si sono volatilizzate tuffandosi dentro la posidonia.

 

Raggiunto un punto ben preciso del lastricato decido, come pianificato, di portarmi ancora più al largo per raggiungere i sommi che Vi ho accennato in precedenza.

 

Essendomi allontanato da terra per un buon miglio e mezzo ho avuto un po’ di difficoltà a valutare le mire a terra per dirigermi alle risalite…una leggera foschia ha reso un po’ difficile l’orientamento.

 

Per fortuna scelgo sempre dei segnali ben definiti e il timore di non riuscire a dirigermi nella zona pianificata è svanito in pochi minuti.

 

Una casa su una collina e un grosso scoglio a terra offrivano un punto di riferimento perfettamente definito e il loro allineamento mi ha permesso di scorrere il fondo fino a raggiungere i primi costoni di roccia.

 

Un primo sommo risulta invitante malgrado la profondità impegnativa ma valuto bene l’eventuale azione prima d’immergermi.

 

In queste circostanze preparo minuziosamente ogni singolo tuffo sia perché consapevole di svolgere delle azioni profonde in solitario sia perché le azioni dinamiche sono le uniche che portano a successo dove l’acqua non si presenta del tutto cristallina.

 

Eseguo una capovolta silenziosissima e vado giù verso il cappello, gli passo a fianco e sulla sua parete verso i venti metri sgancio il piombo mobile e a gambe chiuse continuo a volare verso uno sperone osservando tutto intorno.

 

Un grosso Trigone nero vola di fianco allo sperone e si dirige verso il largo…Mentre l’osservo vedo davanti a me un altro grosso sperone di roccia e sulla sua sommità intravedo una grossa specchiata.

 

Stacco dal fondo e risalgo sempre di fianco al cappello lungo il filo d’arianna della mia plancetta.

Passo a tacca massima il fucile, quella specchiata è risultata molto invitante e sicuramente era un bel pesce…penso ad una probabile grossa Orata.

 

Raggiungo il grosso sperone della specchiata e con una lenta respirazione mi preparo ad un’azione di agguato profondo perché risulta essere la miglior scelta sperando in qualche bel pesce.

 

Nuova capovolta silenziosa e scendo un po’ prima e più fondo dello sperone di roccia.

 

Sgancio il piombo mobile e risalgo lo sperone. In questo modo so perfettamente che la roccia davanti a me è in grado di nascondere qualsiasi mia vibrazione.

 

Mi affaccio dalla parte alta come se fosse una finestra e….

due grossi Dentici passano più sotto di me tranquilli…non mi hanno sentito.

 

Girano un grosso scoglio e appena spariscono dalla mia vista avanzo dinamicamente verso di loro…mi affaccio un attimo ancora dall’alto e me li trovo a portata di tiro.

 

I due dentici risultano essere pesci sui quattro chili ognuno.

 

Ne punto uno ma un po’ più sotto di loro ne vedo uno molto più grosso che sta fermo a testa in giù.... fermo quasi immobile.

 

Rinuncio a premere il grilletto e faccio sfilare i due dentici, stacco da quella momentanea postazione e raggiungo la parte bassa del fondo.

 

Il grosso dentice sparisce dalla mia vista dietro un masso ma penso che quel suo immobilismo giochi del tutto a mio favore. In azione dinamica raggiro il masso stesso e …il Dentice non c’era più.

 

Senza fare un minimo rumore roteo il capo verso sinistra e intravedo una piccola parte della coda…il Dentice si era spostato di poco, forse di due metri dal punto dell’avvistamento.

 

Avanzo nella sua direzione fino a vederlo tutto nella sua maestosità.

 

Non c’è tempo per ammirarlo che punto due dita sopra il suo occhio la mia tahitiana e faccio partire il colpo…fulminato cade verso il basso.

 

Dispongo ancora di fiato e sfruttando l’ascensore offerto dalla positività della mia muta lo porto su direttamente…il Re degli abissi era mio.

 

Mariano Satta

P.S: come altre volte la cattura è dedicata ad Angelina...

 

 

PER L'APPASSIONATO MEDIO:

AGGUATO PROFONDO - Sconsigliato a tutti, è quello che si effettua oltre i quindici metri di profondità. A praticare questa tecnica sono pochissimi grandi campioni e pescatori espertissimi che vanno in acqua in tutto il periodo dell'anno con grande preparazione fisica, allenamento "vero" in mare e doti naturali. Sconsigliatissimo alla grande massa, è una tecnica riservata a pochi.

Modificato da Gianluca Zeni
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:eek: Alla faccia del bicarbonato di sodio!!!!

Dlle foto sembra un tiro da cecchino. Neanche una squama furoi posto!!!!

Complimetissi :clapping::clapping::clapping:

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