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Parliamo Del "sarago"


Ospite Mariano Satta

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M.Satta con una coppiola di saraghi

 

IL SARAGO

 

Comportamento.

 

Al Sarago piace fare quattro passi per il corso, incontrare gli amici, fare la chiacchierata al caffè, magari giocare a rimpiattino con qualche disponibile signora.

 

 

Le tane, le fessure orizzontali sotto i lastroni di granito, gli specchi che si formano tra un sasso e l'altro, le gallerie a gomito, sono la sua casa.

 

In effetti, il Sarago è un pesce abituato a vivere tra le rocce, ma non è un pesce di tana come la Cernia, che si sceglie una casa e frequenta solo quella.

 

Il Sarago, più che un rifugio, si sceglie una zona, un tratto di scogliera che lo ispiri a sufficienza, e vi si stabilisce senza mai allontanarsene molto.

E quella zona per lui rappresenta il mondo, un mondo ristretto, se vogliamo, ma un mondo che gli va a pennello e di cui conosce ogni minimo segreto. Non c'è anfratto che lui non possa imboccare ad occhi chiusi.

 

E questa è la sua forza.

Il Sarago, quindi, di case ne ha tante; tante quanti sono i buchi e le caverne del suo mondo. Ha case per rifugiarsi quando fa troppo caldo o quando c'è troppa luce; case per ripararsi di notte dagli eventuali predoni; case per fare comunella con gli amici più simpatici; case per giocare a nascondino; case che gli permettono di svignarsela non visto da passaggi sotterranei; case per mettersi al sicuro quando ha paura.

 

Insomma, avrete capito che il Sarago non ha certo il problema dell'alloggio e il bello è che lui, tutte queste dimore, se le ricorda alla perfezione, tanto da sceglierle con accuratezza secondo le esigenze del momento.

 

Così può capitare che il nostro pesciotto, a zonzo per il fondale come al solito per curiosare, rimanga terrorizzato magari alla presenza di un subacqueo e che pertanto decida di nascondersi al meglio delle sue possibilità.

 

Siate certi che il Sarago non si infilerà nel primo buco che gli capita a tiro, ma che schizzerà rapidamente verso la tana più sicura, anche se questa sarà a parecchie decine di metri di distanza.

 

E per raggiungerla il Sarago non farà strani giri, ma indovinerà sempre la strada più corta, passando magari dentro altre grotte piuttosto di fare il giro di uno scoglio: giro che gli farebbe indubbiamente perdere tempo.

 

 

Continua.............

 

Mariano Satta

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Bellissima preda il sarago, e, secondo me, una delle più difficili.

Per fortuna è una presenza molto diffusa, per cui gli incontri sono frequenti.

Così c'è modo di imapare, per tentativi ed errori, come insidiarli e, a volte, catturarli.

Ma vi immaginate se fosse un pesce raro?

Ci vorrebbero anni prima di imparare... che dico anni, lustri! ... che dico lustri.... vabbè, avete capito... condividete?

 

:bye:

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Stefanone Bertini con un sarago sardo

 

DIFFERENZE TRA TERRRITORI

 

Nella Sardegna Settentrionale, le cernie, i saraghi e le corvine si possono trovare ancora a quote più basse nelle zone di grotto e nelle acque esposte frontalmente ai venti nord-occidentali, e cioè quelle zone che esposte ai venti e alle piogge rendono proibitiva la pesca nei mesi più freddi a causa del torbido.

Una realtà che ho avuto modo di verificare in tanti anni è che il pesce in tana è sempre meno presente per vari fattori legati al prelievo, compreso quello di noi pescapneisti.

 

Il pesce di tana soccombe sotto i palamiti e le reti da fonda della pesca professionale,vengono sempre più disturbati dai sub ARA e dalle assidue frequentazioni di noi pescatori.

 

Al contrario di quanto tanti sub sostengono, sono convinto che le secche principali si svuotino sopratutto dove è più assidua la frequentazione di sub ARA.

 

Ho avuto modo di verificare negli anni che dove si immergono costantemente i Diving il deserto è assicurato, e di conseguenza i periodi migliori sono quelli del fine primavera ed inizio estate, prima che i diving si scatenino.

 

Per sostenere la mia opinione, posso portare l'esempio di una zona nelle bocche di Bonifacio che conosco e tengo gelosamente segreta.

 

Nel primo mese estivo dello scorso anno ho avvistato tantissimi saraghi, tanti da non riuscire a contarli o stimarli -parlo di saraghi di generose dimensioni, con molti esemplari prossimi al chilogrammo di peso- e contare diverse cernie nell'arco della stessa pescata.

 

Ebbene, durante la fine di giugno e per tutta la durata di Luglio ed Agosto i pesci sono spariti, per poi fare nuovamente la loro comparsa non appena i Diving hanno chiuso i battenti a fine stagione. Posso portare altri esempi relativi ad altre zone della Sardegna facilmente verificabili da tutti, come alcuni punti di Capo Ceraso, Figarolo, La Marmorata etc.

 

Di conseguenza, credo di poter affermare con serenità che la rarefazione del pesce è da attribuire a tanti sistemi di prelievo ben precisi quali la pesca professionale, le frequentazioni eccessive dei Diving e non ultimi gli abili pescasub, che riescono a catturare dove altri non vedono una pinna.

 

La forma più vigliacca di prelievo in tana è quella effettuata con fucile e bombole, sicuramente uno dei grandi motivi della mancanza e rarefazione delle cernie. Il bracconaggio con l'ARA nella stagione calda, purtroppo, è ancora abbondantemente praticato.

Altri sistemi di bracconaggio (anche se non vi sono leggi che lo vietino) sono la famosa trainetta fatta con gli acquascooter a scoppio che porta i saraghi terrorizzati ad intanarsi nelle prime pietre che trovano e la Palletta fatta facendosi trainare di fianco da un gommone.

 

 

Continua....

 

Mariano Satta

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SARAGO:

I LUOGHI DI PESCA E I MOMENTI MIGLIORI:

 

 

Il sarago lo si insidia un po' ovunque, in modo particolare nelle vicinanze dei bordi delle secche, nei relitti, vicino ai manufatti e alle scogliere artificiali, ai confini tra i "bianchi e neri" (formazioni di posidonia, sasso-tufo e sabbia) e tra gli anfratti delle rocce spartite.

 

Il periodo migliore è la primavera, allorquando i branchi di saraghi risalgono le "cigliate" e si radunano formando il cosiddetto "montone" per espletare la loro funzione riproduttiva.

 

Dopo la primavera, il periodo più propizio si rivela a fine estate o all'inizio dell'autunno.

 

E' notorio che il sarago maggiore comincia a grufolare nelle prime luci offerte dall'alba e nel momento della calata del sole, ma anche il momento dell'ora cosiddetta "calda" risulta abbastanza fruttuoso.

 

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Mariano Satta

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Angelina

 

PESCA IN TANA AL SARAGO:

 

TERRITORI

 

Le zone più adatte alla pesca in tana sono quelle prevalentemente rocciose e ricche di pietre e massi, oppure quelle di grotto. A seconda della morfologia del fondo si scelgono armi di differenti misure; le più utilizzate sono gli oleopneumatici da 60 centimetri e gli arbalete da 60/75 centimetri, anche se c'è chi ne usa di più corte.

 

Chi parte da terra deve conoscere la zona e i punti che meritano una visita, poiché l'improvvisazione difficilmente porterà al successo della battuta: non tutti i fondali presentano tane.

 

Qualora si peschi con l'ausilio di un gommone, la scelta cade il più delle volte sulle secche o sulle franate sotto i promontori, gli isolotti e le pareti in genere; inoltre, offrono grandi soddisfazioni le pietre isolate.

 

Queste ultime si trovano con successo ispezionando le zone con la tecnica del "paperino", e cioè trainati con il gommone grazie ad una lunga cima (il paperino non ha nulla a che vedere con la trainetta. Per informazioni sul paperino, clicca qui).

 

Tanti esperti preferiscono "interpretare il fondo" e cercare le pietre isolate a forza di pinne, ma sono scelte personali che variano in funzione delle esperienze e dei mezzi di cui il pescatore dispone.

 

Chi parte da terra solitamente si porta sulla batimentrica più congeniale in base alla propria preparazione. In continuo movimento, avanzando sulla batimetrica si raggiungono le franate o le secche, dove si concentreranno maggiormente le azioni di caccia.

 

Chi si muove con il gommone avrà la possibilità di risparmiare al massimo le energie, evitando gli spostamenti a pinne in superficie e dando il massimo in punti precisi prestabiliti. Nei momenti finali della pescata ci si può dedicare ad ispezionare posti nuovi.

 

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Mariano Satta

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Stefanone Bertini

 

 

CARATTERISTICHE DEL SARAGO:

 

 

E un pesce molto , bello e simpatico, certamente il più familiare per i subacquei, che lo incontrano praticamente ovunque si immergano, basta che nella zona ci sia qualche sasso e qualche tana.

 

Il corpo è ovale, abbastanza alto e compatto, il profilo è leggermente convesso. La bocca, non molto grande, contiene otto denti incisivi nella parte anteriore di ogni mascella e una serie di molari arrotondati nella parte posteriore.

 

La pinna dorsale è unica e si estende per tutta la schiena: la prima parte è composta da raggi spinosi molto robusti, la seconda da raggi molli; le pinne pettorali sono abbastanza lunghe e la pinna caudale è leggermente forcuta.

 

Il colore di fondo è il grigio argento, ma sono ben visibili sette ed otto bande verticali verdastre che ricoprono i fianchi. La coda presenta un bordo scuro e le pinne pelviche sono grigie. Molto evidente, inoltre, è una macchia nera sul peduncolo caudale.

 

Il Sarago è forse l'unico pesce che dimostra a prima vista la sua età. I giovani, anche se corpulenti, hanno solitamente colori e macchie tenui, a parte quella del peduncolo caudale. La loro livrea è quasi argentea, scintillante, praticamente nuova.

 

Man mano che gli anni passano, il Sarago cambia leggermente aspetto: il suo profilo diventa ancora più ripido, l'occhio diventa più bruno e severo, l'argento diventa piombo, il verde delle strisce verticali diventa verde scuro, i denti diventano gialli, grossi e sporgenti, come quelli di un vecchio tabaccoso.

 

Il Sarago può arrivare a una lunghezza massima di quarantacinque centimetri e a' un peso di un paio di chilogrammi. Si nutre di crostacei, di echinodermi e di molluschi, che tritura pazientemente con i denti molariformi, ma a volte non disdegna neppure certe alghe verdi che crescono sulle rocce e in casi di necessità rivolge la sua famelica attenzione anche a piccoli pesci.

 

Vive solitamente in branchi numerosi e va in amore in primavera, quando depone le uova che sono fluttuanti. Nel primissimo stadio della loro vita i piccoli seguono le correnti planctoniche e stanno in acque libere, ma poi vanno subito a contatto con il fondo, che non abbandonano mai, se non in specialissime occasioni.

 

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Mariano Satta

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Il Sarago Maggiore (Diplodus sargus), detto anche S. Reale,

 

e’ la specie piu’ diffusa in assoluto. Può raggiungere i 40 cm e i 2 Kg. La parte superiore del corpo e’ verdastra ed è sempre presente una macchia nera sul peduncolo caudale.

 

Il corpo presenta una sagoma ellittica e compressa sui fianchi, il capo non troppo grande rileva un profilo obliquo. La bocca piccola e leggermente protrattile è munita su entrambe le mascelle di numerosi piccoli denti aguzzi, che gli consentono di catturare e triturare molluschi, crostacei e piccoli pesci. Il Sarago maggiore, come in tutti gli sparidi, presenta un'unica pinna dorsale, con diversi raggi muniti, nella parte terminale, di spine ed altri privi. Le pinne, pettorali, sono lunghe e particolarmente appuntite, mentre la pinna caudale è forcuta. La colorazione predominante, è grigio-argenteo con sfumature brune. Il dorso è grigio scuro, i fianchi argentei con numerose bande di colore scuro; sul peduncolo caudale ed alla base delle pinne pettorali, si osserva una banda nera.

 

 

 

 

 

Il Sarago Comune (Diplodus vulgaris)

e’ anche conosciuto col nome di S. Fasciato o S. Testanera. Raggiunge i 35 cm e il peso di 700 grammi ma in genere lo incontreremo tra i 2 e i 20 cm. Il corpo e’ argenteo con bande dorate longitudinali piu’ o meno evidenti sui lati del corpo. Due fasce nere molto visibili, una in testa ed una sul peduncolo caudale, caratterizzano la specie, rendendola inconfondibile.

 

 

 

 

 

Il Sarago Pizzuto (Diplodus puntazzo)

e’ molto simile al precedente e se ne distingue per il profilo del muso molto piu’ allungato. La specie è caratterizzata da una sagoma ellittica e compressa sui fianchi, il capo evidenzia un profilo obliquo ed un muso particolarmente appuntito.

La bocca è piccola ma con labbra carnose, le mascelle sono munite di numerosi denti piccoli ed aguzzi che gli consentono di catturare molluschi e crostacei di cui si alimenta. La pinna dorsale è unica e provvista di numerosi raggi, alcuni dotati nella parte terminale di spine, altri privi. Le pinne pettorali sono lunghe e particolarmente appuntite. La colorazione predominante è il grigio, che nella zona dorsale è scuro mentre diviene argenteo sui fianchi con diverse bande verticali scure intervallate da altre più chiare. Ben evidenti sono una macchia nera sul peduncolo caudale ed una alla base delle pinne pettorali.

 

 

 

 

 

Lo Sparlotto (Diplodus annularis) o Sparaglione

e’ il rappresentante piu’ piccolo della famiglia. Ha il corpo generalmente dorato, le pinne tendenti al giallo ed ha la solita macchia nera sull’attaccatura della coda.

 

 

 

 

 

Il Sarago Faraone (Diplodus cervinus)

e’ il piu’ grande dei saraghi, superando i 4 Kg di peso. E’ un pesce raro in Italia, ma di facile incontro nell’Atlantico. Ha 4 o 5 larghe bande nere che gli fasciano il corpo, ed il profilo abbastanza simile al S. Pizzuto.

 

 

Continua......

 

Mariano Satta

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Ospite reggiano

Mariano fai un libro ,veramente :thumbup: .Nella scheda corvine parli di conifere di roccia vicine alla posidonia .Cosa intendi per conifere ?Tu pratichi gli aspetti sopra i passaggi del grotto ,i buchetti comunicanti per intenderci .?Ciao e grazie

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