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Intervista a Riccardo Molteni: San Teodoro 1988, un Assoluto perfetto! (3a parte)

| 21 Settembre 2015 | 0 Comments

Lui mi fa notare che a non più di duecento metri da qui abbiamo una zona con qualche pesce a zonzo, magari ci facciamo qualche tuffo e poi andiamo sul serranide. Penso che sia una buona idea. Ci spostiamo dunque di poche centinaia di metri e arriviamo sul punto.

m88-1_3arrComincio a fare le discese che, in prossimità del fondo, diventano lunghe planate. Il tempo passa ma non trovo nulla. Solo all’ultimo tuffo riesco a vedere la coda di un bel grongo sotto una lunga e buia lastra. Cerco la testa ma non la vedo. Decido di spararlo con la fiocina in prossimità dell’ano (punto di ottima tenuta) e vediamo che succede. Non sprecherò che altri due tuffi: o viene fuori o mollo. Sparo e lo tiro delicatamente, non viene. Allora risalgo e prendo un’altro fucile. Preparo il tuffo e mentre scendo vedo il calciolo del mio fucile completamente spostato da dove lo avevo lasciato. Mi avvicino e vedo il grongo con la testa fuori dalla tana che tenta una fuga maldestra. Altro colpo ed il serpentone finisce in gommone.

Manca un’ora scarsa alla fine e siamo diretti sulla cernia in 37 metri d’acqua. Il mare è calmo e mi sento pronto. Mi ventilo bene in superficie cercando di rilassarmi e di concentrarmi. Impugno il mio fido 110 ad aria e mi immergo. La distesa di sabbia è infinita e, nonostante le mire precise, ci vorranno 4/5 tuffi per trovare la lastra. Pedagno il punto. C’è una leggera corrente da nord, spero di colpire il pesca in caduta perché, a quella profondità, non è uno scherzo lavorare in tana. Comunque comincio la discesa lungo il sagolone che mi indica il punto con precisione. A metà strada si scorge il fondo ma, pur guardando bene attorno, non vedo traccia del pesce. Mi appoggio a pochi metri dalla spacca e osservo nel buco col fucile puntato. Pochi secondi e scorgo i labbroni del cernione. Punto la testa e sparo. Tiro la sagola verso me e sento che il pesce cede, è colpito bene. Tiro ancora ma, ad un certo punto, si blocca. Filo il mulinello e risalgo tenendo in trazione la cernia.

m88-2_3aPenso che, molto probabilmente, la lunga asta del Supersten si deve essere incastrata. Mi faccio passare un palloncino da Markus e metto in trazione il pesce. Preparo un altro tuffo di controllo. Dopo pochi minuti sono nuovamente sul fondo ed illumino la tana: il pesce è colpito benissimo, in testa, ma il codolo della lunga asta si è incastrato nella volta della lastra. mi armo di raffio e sono di nuovo sul fondo. Poche, studiate manovre, libero il tutto e, mentre risalgo, vedo il serranide uscire dalla spacca trascinato fuori dalla trazione della boa. Salpo comodamente dalla superficie, è un pesce di almeno 12 kg.

Ho il morale alle stelle e agito i pugni. Mancano venti minuti alla fine e, nonostante il controllo di un’altra zona, la mia gara finisce con questi pesci: due cernie a coefficiente di 10,5 e 12 kg, una dozzina di pesci bianchi, due gronghi e una murena. Sono sicuro di aver fatto un’ottima frazione ed il rientro al porto me ne dà conferma. Ci sono bei carnieri come quelli di Gomez Paloma con cernie e pesce bianco, il giovanissimo Bellani con una bella cernia ed altri pesci, poi Ragozzino con una bellissima collana di saraghi. Spicca un favoloso dentice di 9 chili preso da Rusticali con medisten e fiocina. Cottu, Mazzarri, Bardi e Riolo hanno discreti carnieri di pesce bianco ma non mi impensieriscono. Infatti alla pesatura, pur scartandomi un paio di pesci per un’inezia, vinco la giornata con circa 11.000 punti di vantaggio su Gomez. Sono contentissimo ma, chiaramente, sto con la testa sulle spalle e cerco di pensare a fare una gran giornata anche l’indomani partendo all’attacco.

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Category: Interviste, Pesca in Apnea

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