Ancora una volta ci troviamo, nostro malgrado, a dover commentare le improvvide uscite (link al comunicato stampa nei commenti) della politica in materia di pesca ricreativa. Questa volta è il turno del portavoce del Movimento 5 Stelle Liguria, Marco De Ferrari, che ripropone il concetto secondo cui la pesca dilettantistica sottrarrebbe preziose risorse alla pesca professionale. In questo caso il ragionamento è applicato alle acque dolci, ma sappiamo bene che questa è una posizione trasversale agli schieramenti con cui ci siamo già dovuti misurare in passato (qualcuno ricorderà la polemica di Coldiretti Liguria) e che non è un mistero che proprio questa convinzione sia alla base dei vessatori provvedimenti allo studio con il collegato agricoltura e con la proposta di legge “Interventi per il settore ittico”.
Non si capisce, poi, in virtù di quale lombrosiano ragionamento il pescatore sportivo, che pesca per diletto e non per sostentamento, dovrebbe essere un razziatore senza scrupoli, “poco o per nulla sensibile all’ambiente e agli animali e totalmente ignaro dei delicati equilibri biologici dei corsi d’acqua” mentre invece il professionista, che agisce per ragioni diametralmente opposte (leggasi “se non pesca non mangia”), dovrebbe essere “legato al territorio e profondo conoscitore dei ritmi biologici dei nostri torrenti e laghi“. La pratica dimostra che la pesca professionale ha quasi sempre ragionato nell’ottica del “meglio l’uovo oggi”, della “gallina domani” non è mai importato granché, anche perchè, in caso di assenza del pennuto, i sindacati sono sempre stati particolarmente abili a far elargire alla politica fiumi di denaro a fondo perduto sotto forma di incentivi, sovvenzioni e sgravi fiscali…guardacaso proprio il grosso del contenuto dell’odiato testo unico firmato Oliverio-Catanoso-Caon.
Prima di fare certe sparate elettoralistiche sarebbe il caso di informarsi a fondo, senza contare che fomentare lo scontro tra pesca professionale e pesca ricreativa non è certo azione meritoria di cui un politico dovrebbe vantarsi. A beneficio di chiunque sia ancora ottusamente convinto che i pescatori professionisti vantino un qualche diritto di prelazione sui pesci, siano essi di acqua dolce o salata, e soprattutto per rinfrescare la memoria di chi è stato o ambisce ad essere eletto per rappresentare gli interessi dei cittadini, ricordiamo che:
- Il Mare ed i suoi pesci sono del Popolo italiano, che rinuncia ad una parte dei propri diritti di sfruttamento per cederli generosamente ai pescatori professionisti, al fine di consentire loro di lucrare su un bene comune svolgendo la funzione di servire il pesce sulle tavole degli italiani e sostenere le proprie famiglie.
Non stiamo parlando di agricoltori che rendono fertili terre sterili con il duro lavoro, l’aratura, la concimazione, l’irrigazione, la semina e le rotazioni stagionali. Stiamo invece parlando di soggetti che dal mare, e da laghi e fiumi, hanno sempre e solo prelevato in maniera intensiva, oltre ogni capacità di sfruttamento della risorsa, e che oggi, prime vittime dello scempio da essi stessi perpetrato, cercano capri espiatori a cui far pagare per intero il conto del disatro.
E se anche un politico di un movimento come il M5S si lascia andare a dichiarazioni così bislacche, non resta che concludere dando ragione a Elio: siamo nella Terra dei Cachi.