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Jump Blue CMAS: le opinioni degli addetti ai lavori

| 4 Maggio 2003 | 0 Comments

Abbiamo raccolto le opinioni di Andrea Badiello, capitano della nazionale italiana femminile di apnea e di Roberto Tiveron, responsabile Apnea Academy per il centro Italia nonché presidente del circolo Blue Deep di Roma.

Ovviamente, nei prossimi mesi vi proporremo nuovi commenti da parte di altri nomi noti dell’ambiente, per cercare di offrire un quadro completo in attesa del primo Campionato del Mondo, che si terrà dal 10 al 15 Settembre 2003 a Bizerte, in Tunisia.

Premessa Regole del gioco Pros & Cons Le opinioni

Andrea Badiello

Capitano della Nazionale Italiana di apnea Femminile

badiello

Intendo fare due commenti distinti, uno come atleta e l’altro come persona che, occupandosi di apnea da molto tempo, ha sviluppato una certa esperienza.

Come atleta: in generale la proposta mi pare valida. Penso sia positiva per trovare stimoli di allenamento, in quanto stiamo parlando di una disciplina totalmente innovativa. Si tratta, in sintesi, di un’apnea dinamica con pinne eseguita a 15 mt. di profondità. Quindi, vista l’esigua profondità di esercizio, è facilmente allenabile anche in piscina, per cui risulta praticabile anche da chi vive lontano dal mare o ha poco tempo libero. In questo modo, gli atleti verrebbero messi in una condizione di uguaglianza con riferimento alle opportunità di allenamento -almeno in piscina- a differenza di quanto accade invece in una disciplina come l’assetto costante, dove i fortunati che hanno il mare vicino, o i soldi per “avvicinarselo” e molto tempo libero non sono poi molti.

Comunque, resterebbe importante allenarsi sul reale campo di gara e qui indicherei una nota a sfavore, perché non per tutti sarebbe semplice allestire un simile campo gara, almeno inizialmente: se poi la cosa prendesse piede, potrebbero essere allestiti dei campi fissi ad opera dei club – Capitanerie di Porto permettendo, s’intende.

Validissima l’idea della prova su due tentativi, l’atleta sarebbe più rilassato di “testa”, ben sapendo che se anche qualcosa andasse storto, potrebbe rifarsi.

Come esperto: per prima cosa, aspettiamoci una percentuale di sincopi e sambe superiori alle altre discipline. Infatti, la prova non finisce allo stacco del testimone, ma si deve risalire e penso che molti, soprattutto inesperti o troppo sicuri di sé, staccheranno al limite, senza comprendere che ci sono ancora 15 metri in risalita, anche se da percorrere in assetto positivo, visto che la zavorra va abbandonata sul fondo.

L’importante, comunque, è creare una cultura -prima nei media poi, allargando, nel pubblico- e chiarire che, con l’assistenza, una sincope o una samba non devono essere demonizzate. Quanti maratoneti arrivano stremati e si accasciano al termine della corsa?
Argomento Sponsor: sicuramente sarebbero molto più visibili, ipotizzando un bel circuito di telecamere sopra e sotto (soprattutto), per cui potrebbero circolare un pò di soldini in più rispetto ad oggi, fatto che non guasterebbe. In fondo qualunque sport rischia di arenarsi nella sua espansione se non viene supportato da risorse per i rimborsi spese degli atleti, l’assistenza e tutte le altre esigenze.

Un’ultima considerazione sul sorteggio dell’ordine di partenza. Un atleta completo, deve conoscersi molto bene, per cui, anche per creare più suspence e tattica di gara, opterei per l’adozione del seguente accorgimento: l’atleta dovrebbe essere tenuto a dichiarare la distanza che intende percorrere. Coloro che hanno dischiarato meno dovrebbero partire prima e la distanza ulteriore rispetto a quella dichiarata dovrebbe valere agli effetti del punteggio con un coefficiente ridotto del 30%.

Ad esempio, se un atleta dichiara 50 metri e ne realizza 60, il suo punteggio potrebbe essere 50 punti (per i 50 metri dichiarati e realizzati) + 7 punti (10 metri successivi al dichiarato x 0,70 di coeff.) per un totale di 57 punti.

Un’ultima notazione riguarda la zavorra: perché di 1, 2 o 3 kg? Credo che dovrebbe essere uguale per tutti, oppure legata allo spessore della muta, controllato da un giudice.

Roberto Tiveron

Responsabile Apnea Academy per il Centro Italia
Presidente del circolo Blue Deep Roma

I fattori più evidenti da considerare sono due:

il rischio di un incremento delle sincopi
l’impatto con i mass media
Questa nuova disciplina darà modo a molti più atleti di partecipare a gare e competizioni e in maggior sicurezza dal punto di vista organizzativo. Tuttavia, il fatto che non ci siano distanze dichiarate e che i testimoni siano posti ogni mezzo metro, potrebbe portare ad un aumento di incidenti di tipo sincopatico. Si potranno verificare diversi casi in cui l’atleta che si trova a percorrere il circuito subacqueo, tenterà di nuotare ancora un metro e un altro ancora, vedendosi a portata di mano diversi testimoni, fino a non considerare che ha anche 15 metri sulla testa per riemergere, arrivando inevitabilmente alla samba o sincope a seconda della situazione.

Pertanto, una soluzione potrebbe essere quella di dichiarare la distanza, come per il costante, elaborando un sistema di calcolo adeguato.

Il lato positivo, indubbiamente, è la possibilità di poter seguire le performances anche fuori dall’acqua grazie a operatori subacquei attrezzati per riprese video, che possono sostare anche a lungo a quella profondità senza attendere interminabili tempi di decompressione, e quindi dare agli spettatori la possibilità di seguire la competizione “live”.

Questo porterà inevitabilmente ad un incremento di pubblico e, di conseguenza, l’interesse degli sponsor aumenterà in proporzione, spingendoli, per loro ritorno, a pubblicizzare e sovvenzionare più largamente l’intera attività apneistica.

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