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tolleranza al lattato arma a doppio taglio?


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Nel senso che in apnea lo sforzo compiuto è principalmente anaerobico lattacido senza utilizzo di o2 con produzione di acido lattico, negli sport normalmente corrisponde ad uno sforzo massimale prolungato per un tempo abbastanza importante per esempio i 400 mt di corsa, soprattutto per chi fa pesca o profondità questo è il regime principalmente utilizzato nella dinamica le cose sono un po diverse.

 

In che fasi durante un tuffo in apnea o durante la pescata e in che percentuali durante lo sforzo si innescano i vari processi energetici?

Grazie

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Qualunque ipotesi sarebbe facilmente messa in discussione.

Non esistono studi acclarati (da fonte CONI) sulla produzione di acido lattico durante l'apnea.

Se ne aveste li metterei volentieri a confronto con alcune misurazioni effettuate.

Valter

 

Confermo e aggiungo che ci sono due tesi con test effettuati da due medici con gruppi diversi di pescasub, che portano a risultati diversi.

Purtroppo la chiave di lettura è difficile per noi profani. Quello che dispiace e che non c'è convergenza nella volontà di arrivare ad una tesi univoca.

Ci si scontra invece di confrontarsi.

Ciao Gianpa

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Buttalo che è meglio, magari non t'intossichi!

 

Ho letto (e per sta sera mi fermo alla 14 pagina) il thread che Siccia ci ha suggerito.... E tu e Malpieri siete dei Grandi.... ma na cosa è certa.... di acido lattico ne ho sature le meningi :)

 

Mi sa che avrei dovuto studiare un "po" , prima di fare una domanda simile.... mi sarei "avvelenato" di meno ! :D

Cio non toglie che l argomento in questione mi interessa ,e quindi a proposito di cio , mi piacerebbe sapere dove posso trovare delle "nozioni di base" (semplificate) in fatto di processi energetici (in generale) , in modo da decifrare i vostri scritti !!

 

PS chiedo a Te (permettimi di darti del tu) ...visto che il mio tuffo è stato al limite...perche non ho avvertito nessuna contrazione diaframmatica, ?

Modificato da colapesce
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L'ipossia e la co2 sono i principali responsabili della produzione di acido lattico, quindi lo sforzo sarà sicuramente lattacido, non può essere aerobico poichè sei in riflesso d'immersione e pertanto le zone periferiche subendo una vasocostrizione operano in assenza di ossigeno anche perchè altrimenti avresti un'apnea inesistente, pertanto lo sforzo è prettamente anaerobico lattacido.

L'ossigeno cellulare accumulato in superficie durante la ventilazione, che fine fa in questo processo? Ossia, se la vasocostrizione "isola" i muscoli periferici è pur vero che al loro interno esiste una riserva di ossigeno incamerata, o no?

 

:bye:

davide viene incamerato ovviamente ma in piccolissima parte che si esaurisce molto velocemente, infatti, se porti avanti un'apnea impegnativa le gambe ti muoiono da un certo punto in poi del tuffo

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Qualunque ipotesi sarebbe facilmente messa in discussione.

Non esistono studi acclarati (da fonte CONI) sulla produzione di acido lattico durante l'apnea.

Se ne aveste li metterei volentieri a confronto con alcune misurazioni effettuate.

Valter

 

Ciao Valter sponsiello ha fatto insieme ad un'altro medico (di cu non ricordo il nome) parecchi studi sul lattato e la sua produzione in apnea ci ha fatto la conferenza a Napoli durante la tappa del Giro d'Italia in Apnea se non sbagliio dovresti trovare tutto sul sito di Apnea Academy Research. Inoltre ci sono parecchi altri studi di università estere mo non mi ricordo il thread ma trovi tutto su deeperblue.

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L'ipossia e la co2 sono i principali responsabili della produzione di acido lattico, quindi lo sforzo sarà sicuramente lattacido, non può essere aerobico poichè sei in riflesso d'immersione e pertanto le zone periferiche subendo una vasocostrizione operano in assenza di ossigeno anche perchè altrimenti avresti un'apnea inesistente, pertanto lo sforzo è prettamente anaerobico lattacido.

L'ossigeno cellulare accumulato in superficie durante la ventilazione, che fine fa in questo processo? Ossia, se la vasocostrizione "isola" i muscoli periferici è pur vero che al loro interno esiste una riserva di ossigeno incamerata, o no?

 

:bye:

davide viene incamerato ovviamente ma in piccolissima parte che si esaurisce molto velocemente, infatti, se porti avanti un'apnea impegnativa le gambe ti muoiono da un certo punto in poi del tuffo

O2 incamerato e che poi si esaurisce è forse O2 utilizzato per un lavoro aerobico?

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...nel post quotato da siccia dovrebbero esserci un paio di miei timidi interventi che, se non ricordo male, mi facevano apparire persino inteligente! :angelnot: La dimostrazione del fatto che internet fa più danni che altro!! :devil:

 

Però, quanto mi mancano quei tempi, passavo ore ed ore a leggere e postare con pescatori con lo scroto fumante, nonostante tutto mi trattavano come uno di loro, ovviamente erano consapevoli della mia inettitudine (a oggi persistente sia chiaro) ma mi trattavano come uno di loro. Se penso alla sufficienza con la quale avvolte mi approccio ai nuovi utenti mi vergogno di tutte le cose che mi hanno insegnato!

 

Oggi leggendo questo post, non mi passa neanche per l'anticamera del cervello di intervenire se non per dire corbellerie come queste!

 

Scusate torno nell'oblio..... :bag:

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L'ipossia e la co2 sono i principali responsabili della produzione di acido lattico, quindi lo sforzo sarà sicuramente lattacido, non può essere aerobico poichè sei in riflesso d'immersione e pertanto le zone periferiche subendo una vasocostrizione operano in assenza di ossigeno anche perchè altrimenti avresti un'apnea inesistente, pertanto lo sforzo è prettamente anaerobico lattacido.

L'ossigeno cellulare accumulato in superficie durante la ventilazione, che fine fa in questo processo? Ossia, se la vasocostrizione "isola" i muscoli periferici è pur vero che al loro interno esiste una riserva di ossigeno incamerata, o no?

 

:bye:

davide viene incamerato ovviamente ma in piccolissima parte che si esaurisce molto velocemente, infatti, se porti avanti un'apnea impegnativa le gambe ti muoiono da un certo punto in poi del tuffo

O2 incamerato e che poi si esaurisce è forse O2 utilizzato per un lavoro aerobico?

in parte il tuffo ha una sua fase aerobica ed è precedente a quando si inizia ad entrare nella fase ipossica. Se il lavoro fosse sempre aerobico la tua apnea non durerebbe che pochi secondi e non riusciresti ad andare oltre il minuto, questo perchè bruceresti ossigeno in maniera spaventosa nonostante uno abbia un'ottima capacità aerobica e conseguentemente la tua co2 crescerebbe in maniera spopositata, in fin dei conti è quanto avviene durante un allenamento ipercapnico.

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Fabri, scusa se rompo, ma stai facendo riferimento ad il signolo tuffo tipo massimale, o a 3/4 ed oltre ore di pesca?? Oppure ad una sessione di discesa sul cavo con recuperi lunghi?

Identifica a quale lavoro stai rivolgendo i tuoi interventi, perchè se non si ha chiaro che impegno muscolare si sta compiendo, difficlmente se ne viene a capo.

I 100 metri li puoi fare alla Bolt, alla Gebreselassie, oppure camminando alla panzona come Andrea Ferro (che sarei io...).. sempre 100 metri sono... ma l'impegno muscolare è diverso.

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L'unico dato sperimentalmete intuito è che a differenza delle altre discipline sportive

 

La % di A.lattico nel sangue non è correlata

alla pO2

intra cellulare attraverso l’intensità

dell’esercizio, ma attraverso il consumo di O2

 

con conseguente smaltimento molto più lento rispetto alle altre discipline

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L'ipossia e la co2 sono i principali responsabili della produzione di acido lattico, quindi lo sforzo sarà sicuramente lattacido, non può essere aerobico poichè sei in riflesso d'immersione e pertanto le zone periferiche subendo una vasocostrizione operano in assenza di ossigeno anche perchè altrimenti avresti un'apnea inesistente, pertanto lo sforzo è prettamente anaerobico lattacido.

L'ossigeno cellulare accumulato in superficie durante la ventilazione, che fine fa in questo processo? Ossia, se la vasocostrizione "isola" i muscoli periferici è pur vero che al loro interno esiste una riserva di ossigeno incamerata, o no?

 

:bye:

davide viene incamerato ovviamente ma in piccolissima parte che si esaurisce molto velocemente, infatti, se porti avanti un'apnea impegnativa le gambe ti muoiono da un certo punto in poi del tuffo

Vero, ma è anche vero che durante una pescata si può arrivare a non avvertire mai quel tipo di sensazione alle gambe. Così come la durata del solo meccanismo anaerobico lattacido non è compatibile con la durata di un tuffo impegnativo o di una prestazione massimale in dinamica...

 

:bye:

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Ospite Gianfranco Ciavarella
:banging::blink::wacko: ah ah ah ah ah !!!!! Davvero divertente!! Certi luminari clonano se stessi!! eh eh eh eh eh quanta sicurezza, quanta saggezza e quanta "conoscenza"scientifica. Modificato da Gianfranco Ciavarella
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Fabri, scusa se rompo, ma stai facendo riferimento ad il signolo tuffo tipo massimale, o a 3/4 ed oltre ore di pesca?? Oppure ad una sessione di discesa sul cavo con recuperi lunghi?

Identifica a quale lavoro stai rivolgendo i tuoi interventi, perchè se non si ha chiaro che impegno muscolare si sta compiendo, difficlmente se ne viene a capo.

I 100 metri li puoi fare alla Bolt, alla Gebreselassie, oppure camminando alla panzona come Andrea Ferro (che sarei io...).. sempre 100 metri sono... ma l'impegno muscolare è diverso.

 

Ciao andrea,

principalmente mi riferisco al costante ed alla profondità in generale a meno che non si peschi sul bassissimo fondale dove in tal caso l'allenamento aerobico ha un'importanza molto rilevante. Considera che andando molto veloce non fai altro che innescare prima il lavoro anaerobico lattacido, essendo questo per definizione uno sforzo di alta intensità protratto per un lungo tempo.

 

Inoltre appoggio pienamente la scelta di Giampa meglio discutere privatamente di queste cose visto che alcune persone non sono in grado di affrontare un discorso in maniera serena e costruttiva.

Modificato da fabriz
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L'ipossia e la co2 sono i principali responsabili della produzione di acido lattico, quindi lo sforzo sarà sicuramente lattacido, non può essere aerobico poichè sei in riflesso d'immersione e pertanto le zone periferiche subendo una vasocostrizione operano in assenza di ossigeno anche perchè altrimenti avresti un'apnea inesistente, pertanto lo sforzo è prettamente anaerobico lattacido.

L'ossigeno cellulare accumulato in superficie durante la ventilazione, che fine fa in questo processo? Ossia, se la vasocostrizione "isola" i muscoli periferici è pur vero che al loro interno esiste una riserva di ossigeno incamerata, o no?

 

:bye:

davide viene incamerato ovviamente ma in piccolissima parte che si esaurisce molto velocemente, infatti, se porti avanti un'apnea impegnativa le gambe ti muoiono da un certo punto in poi del tuffo

O2 incamerato e che poi si esaurisce è forse O2 utilizzato per un lavoro aerobico?

in parte il tuffo ha una sua fase aerobica ed è precedente a quando si inizia ad entrare nella fase ipossica. Se il lavoro fosse sempre aerobico la tua apnea non durerebbe che pochi secondi e non riusciresti ad andare oltre il minuto, questo perchè bruceresti ossigeno in maniera spaventosa nonostante uno abbia un'ottima capacità aerobica e conseguentemente la tua co2 crescerebbe in maniera spopositata, in fin dei conti è quanto avviene durante un allenamento ipercapnico.

Un lavoro anaerobico lattacido, invece, per quanto tempo può essere protratto?

Modificato da siccia
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