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Luciano Cottu sui problemi dell'agonismo


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In risposta ad una lettera aperta (qui trovate il link), il noto ex campione (ex perchè da tanti anni ritiratosi dall'agonismo e perchè quello sport che lo rese noto e che veniva chiamato "pesca subacquea agonistica" non esiste più), si esprime in merito ai problemi dell'agonismo della nostra "pia" con la seguente lettera (qui trovate il link)che vi invito a leggere ed a commentare.

Buona lettura:

 

 

 

"Buongiorno a tutti! Ringrazio Lorenzo dell’ospitalità nel suo web magazine.

 

Leggo su I Love Pesca Sub una lettera aperta in cui provocatoriamente e senza nessuna ragione validamente supportata, si fa riferimento alla mia persona circa determinate scelte e determinati episodi. Chiaramente rispondo solo a titolo personale perché citato.

Dal 2004 (anno in cui per vari motivi, non ho ritenuto di accogliere la candidatura per la Direzione tecnica del settore, ruolo che presume una considerevole disponibilità di tempo) non mi occupo più di gare e Federazione FIPSAS sia nazionale che della commissione internazionale pesca CMAS.

Nel 2000 non vi era certo la situazione da sogno che traspare nella lettera.

Le gare subivano attacchi diretti e mirati dal mondo subacqueo, con richieste subissanti di moratoria. Non semplici cartelli di protesta, ma azioni concrete verso gli organi ministeriali di governo, il CONI e la stessa FIPSAS.

Tutti ovviamente devono poter usufruire del mare e della sua fauna: l’amatore pescatore in apnea – il subacqueo osservatore – il subacqueo che porta avanti la gestione aziendale del Diving – il garista di pesca in apnea. Ma le esigenze di prelievo spesso si scontrano con quelle legate all’osservazione.

Nella FIPSAS e nella CMAS esistono tutte queste figure e queste esigenze sono prioritarie.

Nell’assemblea CMAS 1998 di Singapore, 103 voti contro 75, decretano l’esclusione della pesca subacquea dal novero delle discipline, solo un vizio procedurale ne decreta la riammissione.

Gli stessi garisti, come da sempre scontenti dell’eccessiva professionalizzazione a cui si era arrivati, che costringeva tutti ad impiegare molto più tempo in uno sport che di professionistico non ha nulla. Un regolamento gara, decisamente troppo professionistico non favoriva l’accesso di nuove leve, ed era avversato dagli stessi garisti che lamentavano l’eccessivo professionismo di alcuni che costringeva molti altri ad allinearsi.

Questa professionalizzazione portava a prove discutibili sia nella sportività come del prelievo.

Proprio al campionato di seconda cat. di Arbatax 2000, l’autore della lettera farebbe bene a ricordare che i locali definirono “la prova maiuscola” del vincitore, come un inutile massacro di cernie, che ebbe degli strascichi che furono sul punto di impedire lo svolgimento del Campionato Europeo 2001 di cui ho vissuto tutti i travagliatissimi retroscena organizzativi in quanto Direttore di gara.

Si finì per disputare in Italia l’ennesimo campionato internazionale con i soliti problemi di autorizzazione. Al Mondiale di San Teodoro l’autorizzazione fu concessa per tre ore di gara, con la cernia bruna inserita nelle specie vietate; il campionato fu effettuato senza autorizzazione.

Ma contro le gare c’era anche una considerevole fetta di pescatori subacquei, contrari all’agonismo per motivi d’interpretazione della disciplina che vedevano nei continui attacchi alle gare per l’abolizione, una sorta di cavallo di t***a che potesse in qualche modo danneggiare la pratica della pesca subacquea amatoriale, quella “pura” che vede lo stretto rapporto tra pescatore selettivo e ambiente e che loro preferivano di gran lunga.

La Fipsas ebbe a distanza di poco la certificazione di Federazione sportiva di tutela ambientalista. Nelle sue forme di competizione a carattere venatorio, doveva e deve mettere in campo forme di prelievo adeguate alla sua storia e alla sua cultura, in quanto ente preposto alla ricerca del modello di prelievo sportivo. Appare un controsenso inserire specie cacciabili come la Cernia Bruna inserita dalla comunità scientifica internazionale in liste di protezione internazionale. Lo stato Italiano ha già emanato normative legislative di precauzionalità: Il Protocollo sulle Aree Specialmente Protette e la Biodiversità in Mediterraneo (SPAMI, Convenzione di Barcellona, 1995) è stato ratificato con legge 175 del 25-5-99 gazzetta ufficiale n°140.

Il nuovo regolamento, fu un ulteriore “passo sportivo” decisamente in avanti rispetto alla rappresentazione del nulla dell’attuale normativa sulla pesca sportiva che risale a 40 anni (1968). Fu elaborato un “Libro Bianco“ sulla gare che fu inviato come risposta ufficiale della Federazione nei confronti di coloro che ne chiedevano la moratoria (ossia sospensione precauzionale in attesa di verificare…).

Questo preambolo, seppure molto sintetico e stringato, che rappresenta una minima parte delle problematiche di quei tempi è necessario in quanto spesso dimenticato. Per rispondere a titolo personale e lo sottolineo ulteriormente, non a nome della FIPSAS sintetizzo alcuni punti, ma ci sarebbe da parlare per diversi capitoli.

Primo punto

Nella lettera aperta, si sottolinea come sistema di gara ottimale (che chiameremo OPTIMUM), solo il regolamento gara che preveda la preparazione di almeno 8 gg, più gli spostamenti liberi con 6 ore di gara, come le gare internazionali. Praticamente il ritorno a una gara impostata a tavolino, l’importante è accumulare “mire” da rincorrere con un veloce battello il giorno della gara, una sorta di ANTIPESCA in apnea che rappresenta tutto il contrario della pesca in apnea.

Secondo punto

In base a un incidente occorso ad un atleta durante il campionato It. del 2007 e supponendone l’accadimento di altri, si afferma in maniera alquanto presuntuosa, qualunquista, senza fornire dettagli medico scientifici con una logica drammaticamente bipolare, che tutto quello detto e messo in campo sulla sicurezza per la revisione dei regolamenti gara si è dimostrato sbagliato.

Innanzi tutto, mi sono accorto che dal 2004, tale regolamento ha subito svariate modifiche.Personalmente non ho vissuto in prima persona nessuna di queste modifiche.

Riguardo al primo punto

Nella lettera l’autore sottolinea come il vecchio sistema di spostamenti e preparazione lunga del campo gara sia l’optimum e non attuarlo rappresenti una “penalizzazione”.

Nelle gare internazionali mondiali ed europee il regolamento adottato è esattamente quello che l’autore della lettera considera Optimum.

L’Italia è l’unica nazione assieme alla Spagna e talvolta a un altro paio al massimo di altre Nazioni, che hanno la possibilità di preparare il campo gara anche per 20 giorni (ben oltre quindi), mandando una squadra di 6 atleti e relativi tecnici, per poter effettuare la preparazione al meglio.

Tra l’altro, in un sistema oramai obsoleto e ridicolo di gare internazionali in cui la restante parte di “atleti” approfitta della vacanza e non sarebbe in grado di piazzarsi neanche a una selettiva.

Dando un’occhiata alle classifiche e ai campionati mondiali ed Europei dal 2004 in poi ad oggi, risultati che confermano la validità di questo sistema di preparazione non ce ne sono, nessuna vittoria a squadre, nessuna vittoria individuale.

I risultati della Nazionale dal 2004 ad oggi sono stati comunque ottenuti con la preparazione Optimum e sono definiti dal presidente di settore miserrimi, tanto da parlare di “tranvata” nell’ultimo mondiale, dove Ucraini, Algerini e Greci, tanto per citare paesi che tutt’al più arrivano tre giorni prima, hanno realizzano punteggi simili agli italiani, ma il presidente dice anche superiori. Il migliore degli azzurri è un giovane emerso con la FAN (anche se un quinto è sempre poca cosa, ma va incoraggiato).

Quindi decade il presupposto che questo metodo sia il migliore e sia quello da riproporre anche in Italia.

L’anomalia italiana che dimostra ulteriormente una situazione distorta – e non trova riscontri da altre parti è la seguente:

  • L’atleta italiano che in campo internazionale ha vinto 3 mondiali di seguito ed un europeo non ha mai vinto un C. Italiano ne prima e nemmeno negli anni in cui è stato il numero uno al mondo.
  • L’ atleta che ha vinto 6 titoli italiani non ha mai vinto ne europeo e ne mondiale.

Da altre parti funziona diversamente, cito solamente:

  • Amengual (3 mondiali e vari europei) ha vinto 14 titoli di Campionato assoluto di Spagna.
  • Carbonell (3 mondiali tra cui alcuni in atlantico e un paio di europei) ha vinto 7 titoli nazionali.

Chiaramente l’autore della lettera aperta ha solo dimostrato di non essere in grado di dare una minima risposta.

L’unico Italiano che nello stesso anno ha vinto Titolo Italiano e C. Mondiale è stato Bellani. (Marsala 2004 – guarda caso proprio con la formula FAN originale).

La risposta la lascio a chi conosce bene lo sport e la pesca in apnea moderna.

Dovrebbero averla individuata, anche tutti i Capitani che si sono succeduti dal 2004 dopo R. Borra. In sostanza tutti quelli che protestarono per le modifiche del regolamento, sono stati messi ad uno ad uno, a guidare e selezionare la Nazionale, non ho capito se per una sottile acuzie del Presidente di settore, o per una politicamente corretta riappacificazione morale.

Il sistema OPTIMUM, rappresenta in definitiva L’ANTIPESCA, perché si regge sul seguente paradosso, che ha distorto completamente la mentalità sportiva: “se prendi i pesci segnati e trovati i giorni prima, sei bravo! Invece se dai un’occhiata al campo e in gara ti metti a pescare e vinci, hai vinto di culo”. Per essere ancor più chiari, in gara se prendi una direzione, se segui la tua esperienza e il tuo istinto e peschi comunque, hai avuto un solo gran culo, e non vali nulla.

La stragrande maggioranza degli atleti ritrova poco e niente di quello segnato nei giorni precedenti e premia generalmente coloro che trovano il modo di visionare il campo con più giorni rispetto agli altri.

Fare una gara a nuoto non significa certo buttarsi a casaccio, è necessario stabilire un percorso e una tattica, anche in considerazione della percezione istintiva individuale della zona dettata dall’esperienza e questo significa pescare.

Evidentemente il campionato italiano per come è strutturato, non è mai stato in grado di designare sempre il più forte e preparato, ma troppo spesso solo colui che riesce in qualche modo a usufruire dei vantaggi determinanti dall’organizzazione “casalinga”. Inserendo gli spostamenti veloci, sembrerebbe che tutti abbiano più possibilità, ma alla fine si agevola solo chi conosce bene il campo gara. Questa situazione e i risultati lo dimostrano, con distacchi abissali tra il primo e il decimo. Mentre con la FAN il campionato se lo giocavano in dieci, ma la FAN era sperimentale e gli aggiustamenti andavano fatti seguendo un percorso in avanti e non indietro (un discorso da approfondire in altra sede).

Il sistema FAN andava migliorato e lo schema era già stato progettato (ma questo è un altro capitolo da sviscerare a parte).

Secondo punto: sicurezza e incidenti

E’ giusto fare chiarezza, nei confronti dei giovani che si avvicinano al mondo attuale delle gare completamente diverso da quello degli anni 70/90.

Anni in cui si considerava unicamente la sincope come il problema cardine da cui dipendeva l’incolumità del pescatore subacqueo in apnea.

Il settore largamente più colpito era ed è tuttora, sempre quello della pesca sportiva amatoriale. Nel mondo dell’agonismo, in Italia i casi con esito mortale sono stati rarissimi, alcuni si sono risolti con il recupero in superficie.

L’aspetto nuovo, interviene con l’aumento della profondità operative, sono comparsi in maniera preponderante i casi di Ischemia cerebrale con alterazioni più o meno gravi della motricità, della parola oppure della coordinazione motoria, il termine gergale è “Taravana”. Qui la categoria più colpita è quella dei pescatori in apnea più esperti, alcuni di livello mondiale, soprattutto mediterranei piuttosto che atlantici, anche se al mondiale di Tahiti ben due componenti dalla nazionale spagnola vanno in tilt, una sincope e un’ischemia.

Il cambio di mentalità nella stesura dei nuovi regolamenti, fu di considerare l’inizio della performance fisica, dal momento di inizio della preparazione, quindi 3 giorni di preparazione campo per un impegno giornaliero che poteva andare tranquillamente oltre le 5 ore, solitamente una mezza giornata di riposo e 2 gg di gara vera e propria di 4 ore ciascuna.

Lo studio sulla sicurezza che l’autore della lettera in maniera pretestuosa ritiene una presa in giro è stato il seguente:

Ricerca e consulenza medico – iperbarica sull’attività agonistica coordinata dal Dott. Magno Luigi, effettuata mediante un monitoraggio non invasivo a mezzo di computer subacquei utilizzati in gara durante i Campionati Mondiali da atleti Italiani e Spagnoli e durante i Campionati Italiani di pesca in apnea e i Campionati di apnea. Si sono misurati numero di immersioni, durata, spostamenti in immersione, tempi di risalita, tempi di recupero, profili d’immersione. La ricerca è avvenuta in collaborazione con il Dott. Ferrigno e Prof. Lundgreen dell’Harvard Medical School di Boston, e i dati sono stati pubblicati sul libro Fisiology and Medicine of diving 5° edizione.

In occasione di un incontro bilaterale con la Fedas, in occorrenza di una gara di Coppa Europa a Palma di Maiorca era presente il Dott. J. M.Batle, ai tempi Presidente dell’ INSTITUT DE RECERCA HIPERBARICA I SUBAQUATICA in Spagna, che ha fatto diverse ricerche e pubblicazioni riguardanti gli incidenti ischemici (genericamente Taravana) e ha operato concretamente oltre che con terapie idonee, anche fornendo schemi di alternanza di riposo in superficie in base ai tempi di permanenza in profondità, rimedi operativi utilizzati anche da forti garisti spagnoli.

Il Dott. Batle a quei tempi, aveva già seguito 43 casi di pescatori subacquei in apnea (interessati da tali sintomatologie).

Le sue conclusioni e le sue indicazioni in sintesi tra cui alcune riflessioni sulle modalità di svolgimento di una gara di alto livello:

- Tutti i 43 subacquei da lui seguiti al tempo, erano molto esperti: garisti spagnoli di altissimo livello e medio livello, pescatori subacquei in apnea.

- Reazione alla sintomatologia spesso dissimile da caso a caso.

- L’operatività di questi pescatori è stata alta dalle 4 ore con punte di 7/8 ore a profondità definibili come impegnative (ma questo dipende da svariati fattori, atleti che operavano tranquillamente oltre i trenta metri, hanno avuto episodi di ischemia cerebrale operando a profondità inferiori – il Dottor Batle sosteneva la teoria dell’accumulo “ischemico” come spiegato in seguito).

- Nelle competizioni internazionali, il tempo di svolgimento è troppo alto, cita le 6 ore di una gara internazionale che unite allo stress emotivo e ad una inspiegabile continuità non inframezzata da tempi obbligatori di riposo, aumentano il rischio.

- Indica in 3 ore un tempo massimo di impegno accettabile da assegnare ad una giornata di gara che preveda 2 giornate consecutive e preparazione campo impegnativa.

- Nel caso del classico impegno “continuativo”: preparazione campo gara, sommata alla gara (due giornate) sarebbe consigliabile effettuare un giorno di preparazione campo e uno di riposo, sino ad un massimo di 12 gg d’impegno e quindi di 6 giorni (alternati) effettivi di preparazione.

- Nel caso invece di giorni di preparazione campo consecutivi, in base alla sua esperienza indicava in 3 giorni il massimo “smaltibile”, ma in questo caso secondo il Dott. Batle, sarebbe opportuno per ogni giorno di preparazione intensiva o di gara, un ‘inalazione pomeridiana di un’ora di Ossigeno Normobarico al 100% (pratica con successo da atleti suoi pazienti).

- Secondo Batle le zone di sofferenza cerebrale si sommano secondo il principio dell’accumolo: la situazione critica potrebbe essere solo sfiorata un giorno e raggiunta nei giorni seguenti la preparazione oppure la gara. Nel suo interessante libro questo è spiegato con grafici e indagini tomografiche delle aree colpite.

- La sintomatologia potrebbe esplodere pure nelle ore successive l’impegno (su questo aspetto, ai tempi, furono sollevati dei dubbi, ma recentemente in Italia si è verificato un caso molto grave, con insorgenza di primi sintomi di affaticamento mentale al rientro dalla pescata e con violenta esplosione ischemico-cerebrale drammatica il giorno seguente, nonostatnte una notte di riposo).

- Ha elaborato una tabella dei tempi di recupero in funzione della profondità operativa, per ogni quota e tempo di durata complessivo dell’apnea i tempi di recupero adeguati; ad esempio intorno ai 25 metri 2 minuti complessivi di apnea richiederebbero 4 minuti di recupero in superficie, mentre oltre i 25 /30 metri 2 minuti di apnea complessiva ne richiederebbero 8, (queste tabelle furono utilizzate da diversi spagnoli).

- Sono preferibili gli spostamenti a nuoto piuttosto che in barca, in quanto la propulsione muscolare dilata i tempi e la ripetizione dei tuffi in profondità.

- La preparazione campo con il battello in funzione di spostamenti liberi, porta l’atleta ad impostare la gara anche con frazioni più o meno lunghe di gara alle profondità limite individuali.

- E’ fondamentale evitare situazioni che inducano ansia, troppo spesso in gara si gioca col tempo e questo non va bene (aspetto questo che riguarda solo le caratteristiche lindividuali ed è difficilmente controllabile).

Questa fra le tante testimonianze, la considerazioni di un esperto mondiale del problema, non un teorico, ma uno che toccava con mano tali problematiche e le sue conclusioni non si discostavano da quelle confluite in Federazione da altri esperti del settore.

Si è cercato ovviamente di mediare con gli atleti che non hanno voluto accettare riduzione a tre ore di gara e si sono introdotte sostanziali modifiche allo svolgimento delle gare.

Le subissanti richieste degli atleti, e il mal celato storcere il naso di alcune ditte del settore, hanno portato nel tempo, una dirigenza malferma e un rinnovato settore tecnico:

  • raschiare ore in più di gara.
    • aumentare i gg per la preparazione del campo.
    • Eliminare dal calendario gare il circuito a coppie con un fucile, che rappresentava un’indicazione riguardo al sistema di pesca in apnea più sicuro in assoluto.
    • Eliminare il riposo di un’ora a metà gara (divenuto poi mezz’ora e poi sparito). Gli atleti, tra i quali molto probabilmente anche l’autore della lettera, si sarebbero opposti ad una pausa, perché questa avrebbe potuto interrompere la pesca in un ipotetico momento particolarmente favorevole (??)
    • Inoltre l’altro aspetto da non sottovalutare riguarda le giornate di preparazione campo, 5 gg sono un impegno pressoché doppio. Rispetto ai tre stabiliti inizialmente.

A questo tipo di modifiche io personalmente non ho partecipato !

Ma nel tempo dal 2004 al 2011, si è arrivati ad un progressivo sgretolamento di tale impianto. Creando un ibrido.

Molto probabilmente per decidere di ritornare indietro la Federazione sarà in possesso di nuove e più moderne valutazioni medico scientifiche, che consentano di allungare lo sforzo fisico, in giornate in più di preparazione, ore in più di gara e spostamenti in battello cheraddoppiano la media delle profondità operative. Senza tenere conto di tutti coloro che per migliorarsi durante l’anno andranno a pescare molto, molto più a fondo.

Sarebbe interessante valutare soprattutto il numero delle licenze federali agonistiche di pesca in apnea dal 1999 al 2011/12 per valutare oggettivamente se le scelte portate in essere dal 2003 in poi hanno avuto successo. (dati ufficiali e non di comodo).

E con questo concludo!

Il regolamento era perfettibile ma in altro senso, ed andava migliorato secondo altre direzioni piuttosto che piccoli passi indietro.

Gli ulteriori obiettivi per migliorare l’agonismo (questo andrebbe specificato e trattato a parte ) erano e sono scritti nero su bianco e non sono certo simili a quelli del carrozzone internazionale, dove era necessario lavorare uleriormente per una diversa organizzazione delle gare.

Innanzitutto un mondiale a squadre completamente separato come tempi, dal mondiale individuale al quale devono partecipare solo i migliori atleti al mondo e non come adesso i 5/6 migliori al mondo uniti ad altri 40 “turisti” che loro malgrado non si classificherebbero neanche ad una selettiva e rappresentano un serio pericolo per se stessi e per l’organizzazione.

Il mio ulteriore lavoro all’interno della commissione pesca internazionale era questo e con una maggiore collaborazione nell’interesse dell’Italia si sarebbe potutti arrivare a rovesciare la situazione attuale, che vede l’Italia essere grossolanamente penalizzata, nonostante la grande disponibiità organizzativa, messa in campo dalla Federazione per la Nazionale.

Riguardo al mondiale a squadre il progetto era a buon punto, mentre per il titolo individuale era abbozzato (anche qui l’argomento andrebbe trattato a parte).

Poi il buio! Visto il mondiale di Lussino… e i suoi Gronchi, come l’europeo di Malaga.

Ma che gare sono? Un macello di gronghi, pesci che stanno dentro un buco e ti guardano fisso negli occhi senza spostarsi di un millimetro.

Luciano Cottu"

Modificato da siccia
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Miglior contributo in questa discussione

E' un discorso molto ampio,ci sarebbero tantissime cose da dire.Sembra sia diventata una moda quella di vaneggiare una volta usciti dalla scena principale.Non e' il primo e non sara' l'ultimo.Si fanno discorso teorici distogliendo totalmente lo sguardo da quella che e' la realta' attuale,un po' come fanno i nostri politici!Ci si dimentica che certi regolamenti e teorie poi vanno pure attuati su quelli che sono i nostri campi gara.Sarebbe bello buttarsi in acqua e pescare a "naso",con la possibilita' di incontrare costantamente tanto pesce.Molto probabilmente vincerebbe il piu' bravo.Ma l'idea di dover inseguire a pinne un tordo per ore in un mare di alga e magari contenderselo con altre 7 persone e' il motivo che ha fatto allontanare dall'agonismo quasi tutti i big.Il fatto che con l'intrudizione della Fan e' stata data a tutti la possibilita' di primeggiare non e' la dimostrazione di un regolamento corretto,anzi mi sa tanto dell'esatto opposto!Se per 6-7 anni ha vinto sempre un atleta diverso e la classifica dei primi 10 ogni anno e' stata completamente stravolta che cavolo sta a significare!?!?Portatemi l'esempio di un qualsiasi altro sport sulla faccia della terra dove succede cio'?!e' assurdo!

Che la pesca a segnale poi rappresenti l'antipesca e' la ciliegina sulla torta :death:

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il discorso regolamento è molto sentito dunque

anche al di fuori di questo forum

non è per capirsi quattro chiacchere al bar

dal mio punto di vista il pescatore che và a ca**i suoi non riguarda lo sport ma la pesca professionale

tirato in ballo il CONI poi il regolamento deve evincere nel migliore dei modi i valori sportivi

la sicurezza un'altro punto che pesa in gara

tutto fatto il mio modo di vedere la pia ha del senso, cioè lasciando perdere i paragoni con la F1 vedo una gara fatta col supporto mezzo nautico ma solo per l'emergenza e recupero pescato,

muta fucile e surf tutto qui, 3ore a stage forse sono poche facciamo 4

il risultato sarebbe premiare il gesto atletico e il valore dello sportivo, chi aceglie grandi quote poi se la vedrebbe con gambe inchiodate negli spistamenti

strategie da rivedere e piu chance per tutti...

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il discorso regolamento è molto sentito dunque

anche al di fuori di questo forum

non è per capirsi quattro chiacchere al bar

dal mio punto di vista il pescatore che và a ca**i suoi non riguarda lo sport ma la pesca professionale

tirato in ballo il CONI poi il regolamento deve evincere nel migliore dei modi i valori sportivi

la sicurezza un'altro punto che pesa in gara

tutto fatto il mio modo di vedere la pia ha del senso, cioè lasciando perdere i paragoni con la F1 vedo una gara fatta col supporto mezzo nautico ma solo per l'emergenza e recupero pescato,

muta fucile e surf tutto qui, 3ore a stage forse sono poche facciamo 4

il risultato sarebbe premiare il gesto atletico e il valore dello sportivo, chi aceglie grandi quote poi se la vedrebbe con gambe inchiodate negli spistamenti

strategie da rivedere e piu chance per tutti...

 

Non capisco il motivo di tale affermazione.

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punti di vista personali, regole personali...tali della pesca professionale dove il capitano decide cosa prendere e dove prendere

non è sport

lo sport è regole condivise, chi non è sportivo và a farsela con quelli del suo stampo

a me pare di ripetere sempre le stesse cose!!!

 

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E a me pare di ripetere sempre che non è così.

Le regole non sono assolutamente personali, le leggi valgono per tutti.

Tra parentesi anche la pesca professionale è governata da leggi.

Anzi, se è per questo è proprio nelle gare che si fanno delle regole diverse.

Comunque, visto che il mio commento era OT, la chiudo qui.

Ma non senza ripetere per l'ennesima volta che non è vero che "lo sport è regole condivise";

certo, in uno sport ci vogliono anche delle regole che tutti devono seguire, ma non solo quelle.

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tu mi farai esaurire o_O

lo sport ha dei valori ok, sono la radice di ogni disciplina, senza radice la pianta muore...lo sport muore

la pesca professionale ha leggi ma zero valori, la pesca professionale se ne fotte delle leggi perchè non ha valori...claro che si, altrimenti ci sarebbero un sacco di pesci in mare tipo 50 anni fà

lo sport accetta le leggi come regola

il cerchio si chiude

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Allora ammetterai che c'è una bella differenza tra pescatore in apnea individuale e pescatore professionista.

(E comunque non facciamo di tutta l'erba un fascio, non tutti i pescatori profess. se ne fottono delle leggi)

Modificato da DanieleC
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Ospite RickCT75

Ragazzi scusate, non per fare lo spaccaballe o peggio per arrogarmi di essere il moderatore che non sono, ma il topic qui proposto è decisamente più organico, importante, profondo e complesso che la solita menata etica "sport-pescatori o professionisti"... Io stesso ho letto con attenzione le 2 lettere e cercherò di dare un parere pertinente (è difficile!) dopo lunga riflessione, per cui riconduciamoci al cuore sensibile del discorso... Che è il regolamento federale nazionale dele gare in relazione ai parametri internazionali delle gare di pesca per cercare di riportare la nostra nazionale e il nostro sport agli alti livelli d'un tempo.

Si tratta di vedere chi e quanto, ognuno nella sua lettera, offra un'ipotesi valida per l'ottenimento di questo scopo; e quale (o quanto) ognuna delle due posizioni sia impostata sulle balle o meno...

Modificato da RickCT75
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appunto volevo evidenziare il punto su cui tutto deve ruotare

cioè l'identità sportiva della disciplina

come piu volte scritto nella lettera

 

il CONI ha dei parametri chiari per inglobare o no una delle sue tante attività e per ora la pia ne fà parte

 

il discorso quindi su cosa scartare e cosa incentivare non è così complicato, certamente se l'uso del mezzo nautico venisse veramente vietato molti bravi pia se ne tirerebbero fuori

allora bisogna fare in modo a non allontanare i già pochi appassionati ma cercarne anche di nuovi

la risposta è spettacolo...ed anche qui i problemi non sono pochi

di buono c'è che con l'apnea pura di riflesso molti si avvicinano anche alla pia, contro i maghi dell'apnea hanno tecniche impossibili per i comuni mortali e lo spettacolo è solo per pochi e soprattutto lo yoga e la pace interiore non ne danno molto

insomma bisogna rompersi il capo per adattarsi e piacere al mondo moderno

 

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per quel che mi riguarda accosterei la pia al mondo del surf...infatti esistono surf, windsurf, katesurf ect ect

giá in passato andai in un forum di surfisti a chiedere sfacciatamente se un pia poteva aggregarsi all'utilizzo della tavola, la risposta in linea di massima fú basta che non ci freghi l'onda

da qui il surf da caccia che ingloba surf e pia in un unico strumento

da sempre i surfisti sono una comunità vasta e colorata, con terzi tempi da paura e belle donne

tutto quello che serve alla pia insomma

una tavola da caccia è solo un poco piu pesante

cambia l'approccio e l'immagine, si entra in un contesto che da sempre vive sulle spiagge

...io stesso in Sardegna mi sono accorto che basta avere una tavola sotto il braccio per uscire tra i bagnanti senza che questi commentino negativamente il pescato

...paragonare la pia alla F1 non serve a un c@**o è ora di cambiare style :D

 

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La faccenda è complessa, ci sono aspetti politici, di sicurezza, un pizzico di ambientalismo, il cuore degli atleti esperti e quello degli esordienti.

Se ne è parlato già tanto di gare e regolamenti. Alcuni propongono argomenti scientifici o normativi, altri più "de core".

Certamente dare a tutti la possibilità di competere ad armi quasi pari è un concetto valido, ma il fatto che le classifiche dei campionati siano una specie di terno al lotto vuol dire solo una cosa: il fattore fortuna entra in modo eccessivo nella determinazione dei risultati.

 

Ed è vero che quasi tutti i grandi campioni si sono ritirati, che i carnieri sono raramente spettacolari.

La formula a nuoto doveva permettere l'arrivo di tanti giovani che non potevano permettersi il gommone, ma oggi le gare sono sempre meno "frequentate". Io mi ricordo che spesso, ai miei tempi, i concorrenti erano dai 45 ai 60 per ogni selettiva, oggi credo che accada raramente.

E lo dice uno che è sempre stato in "inferiorità numerica" come soldi, tempo, mezzi a disposizione, però che belle le gare dei miei anni!!!

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Ospite RickCT75

Da un lato abbiamo la lettera di Colangeli, rappresentatrice di tutta una folta schiera di noi che vorrebbero tornare al pre-FAN, cioè in pratica, dei nostalgici che vorrebbero riportare tutto a com'era prima: Cernia ammessa, spostamenti ammessi (lo sono già di nuovo), più giorni di preparazione e gare impostate sul principio della tattica mire/pesce; Non credo di sbagliare se dico che, più o meno, minima variante o meno, la maggior parte di noi sia d'accordo con Colangeli e con questa visione.

Dall'altra parte abbiamo Cottu, ex matattore di cernie lui stesso, che difende l'origine (ma dissociandosi dalla successiva piega) dei cambiamenti introdotti.Tralasciando di descrivere la lettera di Colangeli (che già sappiamo e capiamo) sintetizziamo i punti forti espressi da Cottu:

1: lui dice che la CMAS ha fatto pressioni così forti che non accettare ste robe (soprattutto la cernia vietata) avrebbe messo a repentaglio persino l'esistenza della pescasub amatoriale (privata) in Italia...facendocelo apssare come "male minore" accettato, a dire di Cottu, da molti degli stessi agonisti... (sarà vero?!)

Argomento interessante e più volte dibattuto. Ma vi faccio notare: siamo certi della vera letalità e fondatezza di questa minaccia nel 2004? E siamo certi che la maggior parte degli atleti abbiano essi stessi accettato come dice Cottu? E come mai la Spagna, che mooolto meno (se non nulla) si è spaventata/piegata a queste minacce, dal 2004 ad oggi non ha subito nessuna punizione o rimprovero dalla CMAS eppure fa ancora (almeno fino ad ora) quello che più i suoi atleti preferiscono????!!! L'argomento "immensità e imminenza della minaccia CMAS" mi pare un pò una scusa... (o dovrei dire balla?)

2: Cottu dimostra la validità delle nuove regole adducendo che

 

"[...] dal 2004 in poi ad oggi, risultati che confermano la validità di questo sistema di preparazione non ce ne sono, nessuna vittoria a squadre, nessuna vittoria individuale. I risultati della Nazionale dal 2004 ad oggi sono stati comunque ottenuti con la preparazione Optimum (cioè quello all'antica, quello che piace a Colangeli, ndr)...."

 

Si, ma, aggiungo io, preparando e selezionando gli atleti dalla base in su col fallimentare sistema FAN (nuove regole) che quindi poi si son ritrovati svantaggiati a fare le internazionali col sistema vecchio (Opt.) a cui non erano più abituati. Ma continuiamo:

 

"e (i risultati) sono definiti dal presidente di settore miserrimi, tanto da parlare di “tranvata” nell’ultimo mondiale, dove Ucraini, Algerini e Greci, tanto per citare paesi che tutt’al più arrivano tre giorni prima, hanno realizzano punteggi simili agli italiani, ma il presidente dice anche superiori. Il migliore degli azzurri è un giovane emerso con la FAN (anche se un quinto è sempre poca cosa, ma va incoraggiato). Quindi decade il presupposto che questo metodo sia il migliore e sia quello da riproporre anche in Italia."

 

Quindi: si dice che da un certo periodo in poi (2001-2004) si è applicate in Italia nuove regole (FAN) e che da quel momento in poi la nazionale ha fatto schifo (facendo gare mondiali che vengono invece fatte con le vecchie regole). E si usa questo per arrivare alla conclusione che le nuove regole FAN sono buone e che le vecchie con cui si fanno ancora le gare internazionali sono brutte????!!!!!! A me pare che anzi questo fatto dimostri il contrario: noi cioè facciamo schifo nel mondo esattamente da quando abbiamo applicato le nuove regole in Italia (o subito dopo che è lo stesso).

Poi Cottu continua con l'"anomalia italiana", che dimostrerebbe la fallacia del vecchio regolamento: ".................................

  • L’atleta italiano che in campo internazionale ha vinto 3 mondiali di seguito ed un europeo non ha mai vinto un C. Italiano ne prima e nemmeno negli anni in cui è stato il numero uno al mondo.
  • L’ atleta che ha vinto 6 titoli italiani non ha mai vinto ne europeo e ne mondiale.

Da altre parti (Spagna) funziona diversamente, cito solamente:

  • Amengual (3 mondiali e vari europei) ha vinto 14 titoli di Campionato assoluto di Spagna.
  • Carbonell (3 mondiali tra cui alcuni in atlantico e un paio di europei) ha vinto 7 titoli nazionali.

Evidentemente il campionato italiano per come è strutturato, non è mai stato in grado di designare sempre il più forte e preparato, ma troppo spesso solo colui che riesce in qualche modo a usufruire dei vantaggi determinanti dall’organizzazione “casalinga”. Inserendo gli spostamenti veloci, sembrerebbe che tutti abbiano più possibilità, ma alla fine si agevola solo chi conosce bene il campo gara."

 

Non sono d'accordo: L'atleta che ha vinto 3 volte di seguito il mondiale (cosa che, permettetemi, conta molto di più che vìncere il C.I. Ass. ed anzi è proprio quel che oggi a noi manca) è il mitico Mazzarri che, guarda caso, è stato trambato proprio dallo stesso entourage (più o meno) che ci ha imposto poi le nuove regole e che, ancora guarda caso, è cresciuto e venuto fuori proprio con la vecchia scuola delle vecchie regole; L'Atleta che ha vinto invece 6 titoli italiani senza mai vincere un mondiale è Nicola Riolo, atleta di transizione (cioè già campione con le vecchie regole ma campione anche con le nuove), il quale ha vinto l'ultima volta il C.I. senza vincere il mondiale nel 2008, cioè in piena era FAN (nuove regole). Per cui anzi, queste cose, ci dimostrano il contrario: Le FAN non ci fanno vincere i mondiali e non ci aiutano nell'interrompere quella congiuntura (sia vecchia che nuova) per cui a vincere il mondiale non era mai, o quasi, il campione italiano assoluto. Le eccezioni spagnole erano prima e sono ancora adesso: prova che se prima qualcosa non andava (vero) non sono state le nuove regole a interromperla. GLi spagnoli usano ancora le vecchie regole e invece vincono e fanno coincidere Campioni nazionali con campioni internazionali. Se quindi qualcosa delle nostre regole nazionali andava cambiata certo non era quello che hanno cambiato loro.

 

E qui introduciamo le uniche 2 cose non criticabili ed effettivamente veritiere, interessanti e costruttive della visione di Cottu: a:) far sì che i giovani con meno mezzi logistici ed economici possano salire le classifiche e che le gare siano meno saturate da "vantaggi di casa" e dal sistema di pesca in tana a segnale; b:) far sì che le gare diventino più sicure. ORA: Il punto non è COSA voleva ottenere (che era cosa giusta e condivisa da molti, fra cui me stesso) ma COME ha ritenuto giusto ottenerlo, cioè IL MODO e le REGOLE con cui si voleva riparare a questi problemi. Lui dice:

 

"Nella lettera aperta (di Colangeli, ndr), si sottolinea come sistema di gara ottimale (che chiameremo OPTIMUM), solo il regolamento gara che preveda la preparazione di almeno 8 gg, più gli spostamenti liberi con 6 ore di gara, come le gare internazionali. Praticamente il ritorno a una gara impostata a tavolino, l’importante è accumulare “mire” da rincorrere con un veloce battello il giorno della gara, una sorta di ANTIPESCA in apnea che rappresenta tutto il contrario della pesca in apnea."

 

Questo è verissimo: moltissimi giovani che si affacciano alle gare con pochi mezzi e denari soffrono di questo e andare puramente a segnale fuori casa contro chi ha il gommone e gli appoggi più potenti, senza che siano premiati il talento e il fiuto puri, non è bello... E molti fra quelli che non amano le gare non le amano (attenzione a questa coincidenza) perchè le ritengono contrarie all'ideale avventuriero/libero/romantico della pesca in apnea, cioè le ritengono ANTIPESCA. Ma come ritiene Cottu di risolvere questa distorsione/scollamento? a)Eliminando la cernia; b ) Vietando in toto gli spostamenti in gommone e andando tutti a pinne; c) Tagliando i giorni di preparazione del campo di gara!!!!!

Un giovane che gioca fuori casa ha un'unica speranza se vuole battere (cernia o non cernia, segnale o non segnale, pesca al libero o meno) gli atleti "di casa": cercare di conoscere e preparare di più il campo. Ma quelli "di casa" il campo lo preparano da sempre e quando vogliono loro.... Per cui questo taglio colpisce proprio gli ospiti esterni e non chi gioca in casa!!!! Poi: cosa c'entra la cernia con questo fatto? Non può un giovane di fuori trovare una cernia anche lui, o battere sul tempo quelli di casa nel prenderla senza per questo essere ANTIPESCA? Il bonus per i pesci al libero ci starebbe anche nell'ottica della gara impostata più col fiuto e la fantasia...; anche porre un limite alla cernia, come numero o peso minimo, poteva ancora ancora starci (ma fino ad un certo punto) per dare più varietà ai carnieri e togliere la Cernio-monotonia e concedere qualcosina anche all'ecologia... Ma togliere la cernia proprio del tutto NO, questo non dovevano farlo! E ancora: si eliminano i vantaggi di quelli di casa, l'ANTIPESCA e si pareggiano i conti andando tutti a pinne?! Perchè, uno di casa non raggiunge cmq anche a pinne un segnale/zona che conosce prima di uno di fuori? E uno di fuori che non conosce bene segnali non si perde peggio ancora se deve arrangiarsi a pinne???!!!! Non sarebbe stato invece molto meglio, per aiutare i giovani, aiutarli ad avere a disposiz. un mezzo nautico con un motore di potenza uguale per tutti? Oppure aiutare i più giovani privi di sponsor con sconti e/o finanziamenti maggiori? Addestrarli di più alle pesche/gare/prede/condizioni oceaniche come le ultime svolte (ma senza dimenticare come si prendono le cernie!) e dominate dagli spagnoli???!! Addestrarli proprio simulando nei fondali/posti e anche nelle regole le gare dei mondiali, che sono infatti svolti proprio con le vecchie regole, nemmeno??!! Per me si, si doveva fare queste cose, e non quelle che invece hanno fatto...

Ultimo punto, la sicurezza: Si rischia di più se si è più stanchi e ci si stanca più a lungo e si recupera meno, dicono gli scienziati e dice Cottu. Questo è accertato.. E quindi cosa fanno Cottu e company? Tagliano i fondamentali giorni di preparazione; Diminuiscono le ore di giornata a 4; (Addirittura volevano a 3?!) Mettono le pause....; Basta mettere le pause e non stancare troppo gli atleti per evitare ischemie? E andare a pinne non ti sfianca anzi di più??! Spostarti sul gommone per 5-7 minuti ogni tanto non è una (vera) pausa? Quindi perchè andare a pinne e vietare il mezzo nautico??????!!!! Per risolvere il fattore tempo/pause e sicurezza, invece, basterebbe lasciare almeno 8-12 giorni di preparazione con 2-3 pause di un giorno intero senza mare di cui l'ultimo il giorno prima della gara (15 giorni totali); e poi disputare le 2 manches di 5 ore con un giorno di pausa nel mezzo (2 manches di 5 ore ciascuna non consecutive). Allora sì che i rischi di ischemia crollerebbero, il pesce si sposterebbe di più tra i segnali appianando le probabilità come si voleva, e sarebbero tutti preparati meglio: giovani e non, chi va ai mondiali e non....

Quindi, solo su 2 punti Cottu e Co avrebbero pure pensato qualcosa di giusto... ma hanno cmq operato in modo bagliato... C'erano tante altre vie/soluzioni/compromessi per sistemare quelle cose senza ricorrere ad amputazioni inutili del nostro corpo come la FAN e derivati.........

Modificato da RickCT75
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