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leggete che dice il dir. dell' amp delle Egadi


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http://greenreport.i...0biodiversit%E0

 

 

 

Il direttore dell'Amp, Stefano Donati, spiega che «La pesca subacquea in apnea è vietata in tutte le aree marine protette italiane e anche alle Egadi questo divieto è scattato solo dal 2010, con il nuovo Regolamento. Purtroppo alcuni utenti, specie quelli non residenti, ancora faticano a conoscere o ad abituarsi alla nuova norma. Non si tratta di una pregiudiziale verso la pesca subacquea in sé, ma dell'adozione di un principio di precauzione per un'attività ancora oggi troppo mal regolamentata a livello nazionale: la legge risale addirittura al 1968, e non esistono dati certi sul numero di pescatori subacquei operanti in Italia. Se si aggiornasse tale legge, allineandola a quella per la caccia, con rilascio di licenza di pesca subacquea e obbligo di censimento dei fucili, forse anche la pesca sub si potrebbe praticare nelle Amp, previa autorizzazione e in modo rigorosamente disciplinato, almeno in zona C. Ma oggi è un rischio che non possiamo correre per non compromettere l'effetto della riserva»

 

 

A parte il "censimento dei fucili " (qualcuno gli spieghi che non abbiamo carabine) , non mi sembra una brutta uscita . Piu' che altro il Er Director sente profumo di soldi con la pescasub .

E poi i numeri ci sono , secondo il censimento siamo 500 mila , giusto :P ?

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Miglior contributo in questa discussione

Luca quoto in pieno il tuo pensiero.... a parte il porto d armi e il censimento dei fucili, credo che sia un ottima idea... cosi da eliminare l ignoranza di molti pescasub,e agevolare la pesca sportiva in generale!! PS ovviamente niente professionisti nelle AMP

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Faranno anche il censimento delle canne da pesca!

:thumbup:

le regole le fanno loro,se dicono che si può entrare solo con natante dallo scivolo del porto dopo essersi registrati e che non si possono prendere cernie e corvine,e che le taglie minime sono più grandi,che si può praticare solo in determinate aree e atot distanza dalla costa non serve ne licenza ne altro...

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...eh eh eh e si' che serve , serve a incassare Lele !

e li sì che ci sentono ;)

per me centrano i risultati del censimento,come dicevano in tanti siamo un movimento che può essere un mercato,speriamo che a livello nazionale non un entrata fiscale ma a livello locale i gestori delle amp devono essersi fatti due calcoli,con mille permessi si possono aumentare lo stipendio di 30.000€ all'anno...

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E' un ragionamento stupido a mio avviso. Cosa c'entra la licenza nazionale con le AMP?

 

Se si vogliono controllare i pescasub nelle AMP basterebbe fare una prova: obbligo di licenza specifica per l'AMP con ritiro di una specifica boa presso i negozi (riconoscibile dai controllori) e obbligo di riconsegna della boa stessa con relativo controllo del pescato.

 

Si fa un anno di apertura in zona C e poi si decide se proseguire o no

 

Sarebbe una strada efficace, veloce e remunerativa per la AMP stessa.

 

Il ragionamento che fa il direttore invece mi sembra tanto un volersene lavare le mani paventando necessità assurde e difficili da realizzare.

 

 

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infatti ogni amp si incassa i permessi che rilascia e che non valgono nelle altre,poi che il controllo sia attraverso una boa o piuttosto un adesivo da applicarci dopo aver acquistato il permesso in capitaneria o negli uffici dell'amp cambierebbe poco,è che parliamo o di talebani che sono contrari a qualsiasi cosa che non gli piaccia,o a inetti che tanto lo stipendio lo incassano lo stesso senza passare un ora alla settimana in ufficio:e purtroppo spesso le due realtà coincidono,vedi il buon caro piccozza :cacca:

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con i tagli ai fondi qualcosa si devono inventare per tenersi lo stipendio. Magari ci fosse l'apertura alla pescasub, purtroppo dal ministero ci sono i no.

Vedrete che faranno pagare una tassa anche ai bombolari in futuro.

Queste amp sono gestite male, pochi soldi destinati ai controlli ecc. se fossero inquadrate in ambito commerciale, con adeguata promozione sarebbero una risorsa non un costo.

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Ospite Gianfranco Ciavarella

Sarebbe interessante chiedere, forse l'avete già fatto, quanti sarebbero i pescatori amatoriali e sportivi con tutte le altre tecniche di prelievo possibili oltre la pesca sub? Se fosse vero che non si lasciano pescare gli apneisti perchè non si conosce l'impatto ed il numero sarebbe curioso ed utile conoscere ad esempio l'impatto ed il numero della pesca altra e quindi conoscere il parametro usato per fare il discrimine fra la pesca con la tecnica in apnea e quella dalla superficie.

 

Caro Uccio, non sarebbe neanche necessaria la licenza per AMP. Basterebbero degli ingressi massimi giornalieri, dei permessi contingentati giornalieri e magari anche solo in alcuni periodi dell'anno realizzando prelievi ad oc anche per specie e quantità. Potrebbe valere per noi ma potrebbe valere anche per gli altri.

Quando, invece, si vuole impedire ad altri la pesca si chiede la licenza che è solo il primo gradino per la chiusura.

Modificato da Gianfranco Ciavarella
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Sarebbe interessante chiedere, forse l'avete già fatto, quanti sarebbero i pescatori amatoriali e sportivi con tutte le altre tecniche di prelievo possibili oltre la pesca sub? Se fosse vero che non si lasciano pescare gli apneisti perchè non si conosce l'impatto ed il numero sarebbe curioso ed utile conoscere ad esempio l'impatto ed il numero della pesca altra e quindi conoscere il parametro usato per fare il discrimine fra la pesca con la tecnica in apnea e quella dalla superficie.

 

Caro Uccio, non sarebbe neanche necessaria la licenza per AMP. Basterebbero degli ingressi massimi giornalieri, dei permessi contingentati giornalieri e magari anche solo in alcuni periodi dell'anno realizzando prelievi ad oc anche per specie e quantità. Potrebbe valere per noi ma potrebbe valere anche per gli altri.

Quando, invece, si vuole impedire ad altri la pesca si chiede la licenza che è solo il primo gradino per la chiusura.

Bravo Gianfranco. DI fatto non esistono studi sull'impatto della pesca sportiva di superficie. Zero, nulla. Solo alcune pubblicazioni che invitano a valutarne l'impatto supponendo non sia così relativo (ma li si dovrebbe vedere chi ha finanziato gli studi, scommetto un centesimo sulla pesca professionale....). La nostra esclusione basata su un principio di cautela determinato dalla non conoscenza del numero di praticanti è del tutto pretestuosa. Anche della pesca sportiva di superficie non si conosce il numero di praticanti. Il censimento effettuato dal ministero ha dato qualche informazione ma,a mio avviso, è statisticamente poco significativo per sua costruzione. E quindi inutilizzabile.

Non me la prendo, però, nemmeno con gli enti gestori, perché devono seguire le linee guida del "famigerato" documento ministeriale che ne sancisce il quadro normativo. Nella sede di redazione di quel documento si sarebbe dovuto fare qualcosa. E qualcuno di istituzionale che sedeva a quel tavolo in nostra rappresentanza, e che aveva la possibilità di intervenire , non lo fece. Ma la storia la conosciamo tutti...

Maurizio Angelozzi

Modificato da Maangit
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Ospite RickCT75

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Il direttore dell'Amp, Stefano Donati, spiega che «La pesca subacquea in apnea è vietata in tutte le aree marine protette italiane e anche alle Egadi questo divieto è scattato solo dal 2010, con il nuovo Regolamento. Purtroppo alcuni utenti, specie quelli non residenti, ancora faticano a conoscere o ad abituarsi alla nuova norma. Non si tratta di una pregiudiziale verso la pesca subacquea in sé, ma dell'adozione di un principio di precauzione per un'attività ancora oggi troppo mal regolamentata a livello nazionale: la legge risale addirittura al 1968, e non esistono dati certi sul numero di pescatori subacquei operanti in Italia. Se si aggiornasse tale legge, allineandola a quella per la caccia, con rilascio di licenza di pesca subacquea e obbligo di censimento dei fucili, forse anche la pesca sub si potrebbe praticare nelle Amp, previa autorizzazione e in modo rigorosamente disciplinato, almeno in zona C. Ma oggi è un rischio che non possiamo correre per non compromettere l'effetto della riserva»

 

 

A parte il "censimento dei fucili " (qualcuno gli spieghi che non abbiamo carabine) , non mi sembra una brutta uscita . Piu' che altro il Er Director sente profumo di soldi con la pescasub .

E poi i numeri ci sono , secondo il censimento siamo 500 mila , giusto :P ?

Il censimento, in teoria, l'hanno già fatto e abbiamo tutti i segnali per intenderlo come approssimato per eccesso. Se poi ogni idiota che aquista un fucile per la vacanza verrebbe considerato come un serio PIA, si finirebbe con l'attribuirci un peso di prelievo immanemente superiore a quello che in realtà abbiamo, con le conseguenti limitazioni che possiamo immaginare. Sarei pure, in linea teorica, favorevole alla licenza, per avere finalmente selezione e riconoscimento con confini e diritti istituzionali ben netti etc... Ma la mia esperienza di italiano "vissuto" mi fa presagire che, in un paese sporco e contradditorio come il nostro, anche questa sarà usata per attuare un'uleriore limitazione/burocratizzazione/aumento dei costi che, mettendoci come minimo sullo stesso piano della caccia, cioè di chi usa per prelevare ARMI DA FUOCO E NEL SUO AMBIENTE (totalmente diverso e molto meno sportivo e più pericoloso quindi del nostro caso) servirà ai nostri detrattori e ai nostri politici per metterci ancora più alle corde e rendere ancora più "difficile, se non quasi impossibile" la pratica della PIA in assoluto, e non solo nelle AMP. Nel nostro paese troppe volte è accaduto che una regola nuova, inizialmente e logicamente salutata come sana di principio, si sia poi dimostrata la solita trappola burocratica male o ingiustamente applicata. In Italia non c'è bisogno di aggiungere altre e ulteriori regole e complicare, siamo già troppo colpiti dalla burocrazia legale. Qui bisogna anzi, urgentemente e in tutti i campi, SEMPLIFICARE. La storia delle licenze, dei permessi e in generale delle "diversificazioni" e delle "classifiche" dei tipi di pesca nelle AMP (e fuori) è quindi, non in teoria ma in pratica, una cavolata pazzesca e insostenibile e ci espone a rischi non piccoli. Secondo me l'unica e fattibile soluzione sarebbe diminuire di numero e di estensione le AMP, ma vietandone al loro interno QUALUNQUE forma di prelievo sportivo e/o professionale e di inquinamento, permettendo così maggiori controlli e aumentando la severità delle sanzioni (equiparandole PER TUTTI a quelle, salatissime, inflitte ai trasgressori subacquei) e poi applicare la rotazione di ripopolamento a queste AMP. Qualunque altro discorso che tenda a complicare il già complesso, a razionalizzare l'irrazionalizzabile, a regolamentare l'irregolabile o a discernere l'indiscernibile è prova (come in tanti altri campi in cui tali esempi si verificano in Italia) di mala fede o di ignoranza/idiozia.

Questo almeno è il mio parere.

:bye:

Modificato da RickCT75
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tagliamola corta:semplicemente quando c'è stato da proibire e vietare la fipsas ha scelto noi al posto dei cannisti o pescatori di superficie,qualcosa dovevano concederla,perechè far passare noi avrebbe significato che si pesca per portarsi i pesci a casa e non fotografarli e rigettarli in acqua.

a prescindere dal fatto che siamo gli unici che possono,certo volendolo,selezionare preda e taglia della stessa prima di pescarla,o forse proprio per questo:ammessi noi,tutti gli altri vanno fatti fuori.

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Vietare tutto ciò di cui non si conosce le conseguenze che può determinare a lungo termine, senza alcun dato e basandosi solo sui "potrebbe", non è principio di precauzione ma follia pura spacciata per scienza.

 

:bye:

Vero. Come è vero che è tutta una scusa per fare cassa a spese dei pescasub: i verdastri vogliono censire i pescasub per quantificare gli introiti ottenibili mediante l'imposizione di ulteriori gabelle. :cacca:

La bufala del "censimento dei fucili" viene giocata tutta sull'equivoco "emozionale" tra fucile terrestre e fucile subacqueo.

Un mezzuccio che rivela palesemente l'intento predatorio dell'attuale amministrazione delle AMP.

Quando il sunnominato direttore delle AMP si accorgerà che il censimento dei fucili è una cosa non fattibile a quale altro pretesto si attaccherà per l'imposizione delle nuove gabelle ai pescasub?

Il censimento dei boccagli? :1eye: Pinne e maschere? O le iscrizioni alle associazioni? O gli elenchi dei brevettati?

Cominciamo a rendere loro la vita difficile magari cercando di non rendere pubbliche e facilmente consultabili via web gli elenchi degli iscritti alle varie associazioni di pesca subaquea.

Tra l'altro la legge sulla privacy è tutta dalla nostra parte quindi sfruttiamola a nostro vantaggio: occultiamoci il più possibile.

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