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Diabete mellito e pesca in apnea


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Andando a fare una ricerca nel forum sul tema "diabete mellito di tipo 2 (alimentare) e pesca in apnea" mi sono accorto che le informazioni sono davvero poche.

Non riuscendo a ritrovare il giornale con il pezzo di Massimo Malpieri.... chiedo qui se sia possibile, a beneficio di tutti gli affetti da questa patologia, fare un po' il punto della situazione:

 

si può pescare? come ci si deve regolare? conviene portarsi del miele al seguito per evitare cali eccessivi dei valori glicemici? come ci regoliamo, insomma, prima durante e dopo la pescatA?

 

Preciso che ho un diabete leggero e attualmente sotto pieno controllo con dieta e attività fisica, che non ho mai accusato disturbi durante le pescate e che generalmente dopo una battuta mi sento stanco ma sto benissimo.

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col diabete sono ca**i,anche perchè a forza di pisciare si eliminano zuccheri,oltre a bruciarli pinnando.

quindi occhio se si prendono medicinali che abbassano la glicemia,che non ci si ritrovi ad averla a zero.

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Andando a fare una ricerca nel forum sul tema "diabete mellito di tipo 2 (alimentare) e pesca in apnea" mi sono accorto che le informazioni sono davvero poche.

Non riuscendo a ritrovare il giornale con il pezzo di Massimo Malpieri.... chiedo qui se sia possibile, a beneficio di tutti gli affetti da questa patologia, fare un po' il punto della situazione:

 

si può pescare? come ci si deve regolare? conviene portarsi del miele al seguito per evitare cali eccessivi dei valori glicemici? come ci regoliamo, insomma, prima durante e dopo la pescatA?

 

Preciso che ho un diabete leggero e attualmente sotto pieno controllo con dieta e attività fisica, che non ho mai accusato disturbi durante le pescate e che generalmente dopo una battuta mi sento stanco ma sto benissimo.

 

la letteratura scientifica ha valutato i rischi di chi si immerge con il diabete. Gli studi sono stati eseguiti prevalentemente su soggetti che si immergevano con le bombole.

Quello che viene messo in evidenza, in modo chiaro, è che ci possono essere situazioni di ipoglicemia nelle persone con diabete di tipo I che assumono insulina.

Anche se esistono dei protocolli (dieta e altro) per queste persone che desiderano comunque immergersi.

Esistono fattori concomitanti che possono ingenerare maggiori rischi nel paziente con diabete di tipo I in terapia con insulina.

Il principale è l'ipertensione. E' pure sconsigliato assumere alcolici i giorni prima dell'immersione.

Esistono in proposito i protocolli YMCA sulle norme che il soggetto diabetico deve adottare prima dell'imersione.

Ritengo che nel tuo caso non ci siano particolari problemi. Consiglierei di non esagerare nell'idratazione prima dell'immersione.

Se vuoi essere ancora più tranquillo basta che ti porti iun kit per la misurazione della glicemia e a fine pescata vedi la situazione.

Ricordati che il tuo pancreas secerne l'insulina, ma hai una lieve resistenza che sicuramente può ridimensionarsi con il diminuire della massa grassa.

Allego un lavoro pubblicato dal gruppo del prof De Feo dell'Università di Perugia che tratta proprio di diabete e sport.

Ho degli studi specifici che riguardano la subacquea e il diabete ma sono troppo pesanti per essere allegati e poi molto tecnici, per gli addetti ai lavori.

 

saluti

 

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Non riuscendo a ritrovare il giornale con il pezzo di Massimo Malpieri.... chiedo qui se sia possibile, a beneficio di tutti gli affetti da questa patologia, fare un po' il punto della situazione:

 

si può pescare? come ci si deve regolare? conviene portarsi del miele al seguito per evitare cali eccessivi dei valori glicemici? come ci regoliamo, insomma, prima durante e dopo la pescatA?

 

Preciso che ho un diabete leggero e attualmente sotto pieno controllo con dieta e attività fisica, che non ho mai accusato disturbi durante le pescate e che generalmente dopo una battuta mi sento stanco ma sto benissimo.

 

parli di diabete "leggero" ma cosa intendi? usi degli ipoglicemizzanti orali o stai attento esclusivamente alla dieta?

se con la dieta le glicemie sono normali, il tuo organismo si comporterà normalmente come una persona qualsiasi. per tua sicurezza e tranquillità portati dietro dei succhi di frutta quelli in "scatola" da 200 ml che l'acqua non scioglie, in mare l'ipoglicemia è pericolosa l'iperglicemia solo a livelli elevati. se sei con un mezzo nautico puoi portarti dietro la macchinetta per le glicemie e fare dei controlli prima,durante e a fine pescata.

 

la letteratura scientifica ha valutato i rischi di chi si immerge con il diabete. Gli studi sono stati eseguiti prevalentemente su soggetti che si immergevano con le bombole.

Quello che viene messo in evidenza, in modo chiaro, è che ci possono essere situazioni di ipoglicemia nelle persone con diabete di tipo I che assumono insulina.

Anche se esistono dei protocolli (dieta e altro) per queste persone che desiderano comunque immergersi.

Esistono fattori concomitanti che possono ingenerare maggiori rischi nel paziente con diabete di tipo I in terapia con insulina.

Il principale è l'ipertensione. E' pure sconsigliato assumere alcolici i giorni prima dell'immersione.

Esistono in proposito i protocolli YMCA sulle norme che il soggetto diabetico deve adottare prima dell'imersione.

Ritengo che nel tuo caso non ci siano particolari problemi. Consiglierei di non esagerare nell'idratazione prima dell'immersione.

Se vuoi essere ancora più tranquillo basta che ti porti iun kit per la misurazione della glicemia e a fine pescata vedi la situazione.

Ricordati che il tuo pancreas secerne l'insulina, ma hai una lieve resistenza che sicuramente può ridimensionarsi con il diminuire della massa grassa.

Allego un lavoro pubblicato dal gruppo del prof De Feo dell'Università di Perugia che tratta proprio di diabete e sport.

Ho degli studi specifici che riguardano la subacquea e il diabete ma sono troppo pesanti per essere allegati e poi molto tecnici, per gli addetti ai lavori.

 

saluti

 

scusa ma per quale motivo tu non consiglieresti un'abbondante idratazione?

 

 

X chiappuzzo: urinando si eliminano zuccheri solo se il loro livello nel sangue supera i 180 mg/dl altrimenti è semplice e normale piscio

 

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Allora, cerco di chiarire la mia situazione sperando che le informazioni possano tornare utili ai tanti (?) in condizioni analoghe alle mie.

 

Sono partito da una situazione composita di obesità, ipertensione e valori glicemici alti. L'analisi ad agosto rivelò un valore di 150 e glucosio nell'urina, ma dato che il sintomo era stata una cistite verificatasi circa una settimana prima delle analisi stesse, c'è da notare che nei 7 giorni precedenti ho interrotto l'assunzione di alcolici - è notoria la mia antica passione per vino e altre bevande alcoliche - e messo in atto una dieta "in bianco" quindi è probabile che quel 150 non rendesse l'idea della situazione pregressa, probabilmente segnata da valori glicemici decisamente superiori.

 

Trenta chili e tanti chilometri dopo (40 minuti di tapis roulant 5 gg a settimana + una media di almeno una pescata a settimana, due quando il tempo è buono), aboliti completamente alcool, zucchero e sale dall'alimentazione ho riportato pressione arteriosa e glicemia a valori normali.

 

Nelle ultime analisi di un paio di settimane fa avevo 85 di glicemia e 6.4 di emoglobina glicosilata, un valore che a detta del dottore ancora risente dell'iperglicemia precedente e che dovrebbe rientrare con le prossime analisi previste a febbraio. Per il resto, all'esame del sangue stavolta mi hanno promosso a pieni voti ;-)

 

Ieri ho misurato la glicemia dopo 2,5 ore di pescata in condizioni davvero proibitive, con -0,5 gradi all'esterno e acqua a 15°. Morale: a circa 1 ora dalla fine della battuta avevo 85, né più né meno il valore che ho a digiuno, prima dei pasti.

 

Posto che quando andrò in gommone e farò lunghe pescate sicuramente controllerò i valori a intervalli regolari per imparare i meccanismi, mi pare di capire che il vero rischio è l'ipoglicemia e che quindi potrebbe essere utile aggiungere qualcosina alla colazione - senza esagerare! - controllare i valori durante la pescata (non conosco i sintomi dell'ipoglicemia... solo dell'iperglicemia!) ed eventualmente assumere qualche zucchero durante la pescata tipo succo di frutta.

 

Ho capito bene?

 

Giorgio

 

PS Dimenticavo: accertamenti cardiologici ok, nessuna traccia di retinopatia, nessun problema con la dieta (intestino pigro, debolezza o altro, tutto perfetto).

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Allora, cerco di chiarire la mia situazione sperando che le informazioni possano tornare utili ai tanti (?) in condizioni analoghe alle mie.

 

Sono partito da una situazione composita di obesità, ipertensione e valori glicemici alti. L'analisi ad agosto rivelò un valore di 150 e glucosio nell'urina, ma dato che il sintomo era stata una cistite verificatasi circa una settimana prima delle analisi stesse, c'è da notare che nei 7 giorni precedenti ho interrotto l'assunzione di alcolici - è notoria la mia antica passione per vino e altre bevande alcoliche - e messo in atto una dieta "in bianco" quindi è probabile che quel 150 non rendesse l'idea della situazione pregressa, probabilmente segnata da valori glicemici decisamente superiori.

 

Trenta chili e tanti chilometri dopo (40 minuti di tapis roulant 5 gg a settimana + una media di almeno una pescata a settimana, due quando il tempo è buono), aboliti completamente alcool, zucchero e sale dall'alimentazione ho riportato pressione arteriosa e glicemia a valori normali.

 

Nelle ultime analisi di un paio di settimane fa avevo 85 di glicemia e 6.4 di emoglobina glicosilata, un valore che a detta del dottore ancora risente dell'iperglicemia precedente e che dovrebbe rientrare con le prossime analisi previste a febbraio. Per il resto, all'esame del sangue stavolta mi hanno promosso a pieni voti ;-)

 

Ieri ho misurato la glicemia dopo 2,5 ore di pescata in condizioni davvero proibitive, con -0,5 gradi all'esterno e acqua a 15°. Morale: a circa 1 ora dalla fine della battuta avevo 85, né più né meno il valore che ho a digiuno, prima dei pasti.

 

Posto che quando andrò in gommone e farò lunghe pescate sicuramente controllerò i valori a intervalli regolari per imparare i meccanismi, mi pare di capire che il vero rischio è l'ipoglicemia e che quindi potrebbe essere utile aggiungere qualcosina alla colazione - senza esagerare! - controllare i valori durante la pescata (non conosco i sintomi dell'ipoglicemia... solo dell'iperglicemia!) ed eventualmente assumere qualche zucchero durante la pescata tipo succo di frutta.

 

Ho capito bene?

 

Giorgio

 

PS Dimenticavo: accertamenti cardiologici ok, nessuna traccia di retinopatia, nessun problema con la dieta (intestino pigro, debolezza o altro, tutto perfetto).

 

Sicuramente il tuo non è un diabete ma è stata semplicemente una condizione transitoria di alterazione della glicemia, multifattoriale . Dovresti eseguire una curva da carico di glucosio, detta anche curva glicemica, per fare una valutazione più precisa e vedere se eventualmente possa esistere una predisposizione al diabete.

Tieni conto che l'American Diabetes Association considera la soglia limite per poter definire diabete il valore (a digiuno) di 126 mg/dl.

A chi tende ad avere una situazione "border line" oggi gli viene consigliato (io personalmente lo consiglio a tutti) di mantenere un'alimentazione ricca di fibre.

Se possibile al posto di pane, pasta e riso, mangiare molti legumi: fagioli, lenticchie, ceci ecc... e molte verdure.

Anche il riso integrale va bene. Cercare di edulcorare con il miele che contiene fruttosio e ha un potere dolcificante superiore a quello dello zucchero.

E poi praticare molto sport, possibilmente almeno tre o quattro volte la settimana.

Ti consiglio anche di fare un controllo alla tiroide, che è necessario fare quando si presentino situazioni di leggera alterazione della glicemia.

Riguardo la pesca, è sempre bene che tu faccia una buona colazione e magari se vai in gommone, ti porti un termos con del the leggero con il miele.

Per il resto non vedo particolari problemi.

 

Saluti

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Allora, cerco di chiarire la mia situazione sperando che le informazioni possano tornare utili ai tanti (?) in condizioni analoghe alle mie.

 

Sono partito da una situazione composita di obesità, ipertensione e valori glicemici alti. L'analisi ad agosto rivelò un valore di 150 e glucosio nell'urina, ma dato che il sintomo era stata una cistite verificatasi circa una settimana prima delle analisi stesse, c'è da notare che nei 7 giorni precedenti ho interrotto l'assunzione di alcolici - è notoria la mia antica passione per vino e altre bevande alcoliche - e messo in atto una dieta "in bianco" quindi è probabile che quel 150 non rendesse l'idea della situazione pregressa, probabilmente segnata da valori glicemici decisamente superiori.

 

Trenta chili e tanti chilometri dopo (40 minuti di tapis roulant 5 gg a settimana + una media di almeno una pescata a settimana, due quando il tempo è buono), aboliti completamente alcool, zucchero e sale dall'alimentazione ho riportato pressione arteriosa e glicemia a valori normali.

 

Nelle ultime analisi di un paio di settimane fa avevo 85 di glicemia e 6.4 di emoglobina glicosilata, un valore che a detta del dottore ancora risente dell'iperglicemia precedente e che dovrebbe rientrare con le prossime analisi previste a febbraio. Per il resto, all'esame del sangue stavolta mi hanno promosso a pieni voti ;-)

 

Ieri ho misurato la glicemia dopo 2,5 ore di pescata in condizioni davvero proibitive, con -0,5 gradi all'esterno e acqua a 15°. Morale: a circa 1 ora dalla fine della battuta avevo 85, né più né meno il valore che ho a digiuno, prima dei pasti.

 

Posto che quando andrò in gommone e farò lunghe pescate sicuramente controllerò i valori a intervalli regolari per imparare i meccanismi, mi pare di capire che il vero rischio è l'ipoglicemia e che quindi potrebbe essere utile aggiungere qualcosina alla colazione - senza esagerare! - controllare i valori durante la pescata (non conosco i sintomi dell'ipoglicemia... solo dell'iperglicemia!) ed eventualmente assumere qualche zucchero durante la pescata tipo succo di frutta.

 

Ho capito bene?

 

Giorgio

 

PS Dimenticavo: accertamenti cardiologici ok, nessuna traccia di retinopatia, nessun problema con la dieta (intestino pigro, debolezza o altro, tutto perfetto).

 

Giorgio, pancia e stress sono cattive compagne di vita!

concordo con quanto scritto da "nonno" (anche perchè presumo lui sia medico e io scrivo da paziente) l'unica cosa non "ammalarti" di dieta!!!!

la tua emoglobina glicata risente delle glicemie medie avute fino a circa due mesi fa pertanto la prossima sicuramente rientrerà nellgli standard.

ti consiglio di fare qualche glicemia post pranzo dopo circa 1 ora dal pasto e se anche quella rientra nella norma penso proprio che puoi stare tranquillo.

il mio diabetologo mi ha sempre detto che l'alimentazione da seguire per un diabetico (senza complicanze tipo ipertensione, retinopatia etc etc) è quella che dovrebbe seguire qualsiasi persona sana per rimanere tale, si può mangiare un pò di tutto senza esagerare, sottolineo un pò...!

Mantieni un peso adeguato (è importante anche che sia costante senza continui sbalzi) con una dieta equilibrata e una discreta attività fisica e ne riparliamo al tuo 150° compleanno!!

Roberto

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Grazie a tutti per le informazioni, vado a fare la curva glicemica per vedere come sto messo.... i valori glicemici postprandiali ad oggi non hanno mai superato 135-137, ma non mangio un granché ultimamente e il problema, semmai, si porrà quando dovrò smettere di perdere peso. Per adesso non ci sono problemi, devo perdere altri 10 Kg. Dopo il mio timore è che mangiando di più i valori di glicemia possano alzarsi.... è ovvio che non ho intenzione di tornare a bere alcoolici o fare colazione con i bomboloni alla nutella.... però, comunque dovrò per forza mangiare di più... non è pensabile di dimagrire all'infinito.

 

Giorgio

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Grazie a tutti per le informazioni, vado a fare la curva glicemica per vedere come sto messo.... i valori glicemici postprandiali ad oggi non hanno mai superato 135-137, ma non mangio un granché ultimamente e il problema, semmai, si porrà quando dovrò smettere di perdere peso. Per adesso non ci sono problemi, devo perdere altri 10 Kg. Dopo il mio timore è che mangiando di più i valori di glicemia possano alzarsi.... è ovvio che non ho intenzione di tornare a bere alcoolici o fare colazione con i bomboloni alla nutella.... però, comunque dovrò per forza mangiare di più... non è pensabile di dimagrire all'infinito.

 

Giorgio

 

la massa grassa può creare insulino resistenza, pertanto eliminata la trippa speriamo venga eliminato anche il problema.

Roberto

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  • 2 settimane dopo...

Sono diabetico tipo 2 pure io. Ma il mio diabete è stato definito "senile" e mai "mellito" anche se non lo sò per esperienza diretta perchè il piscio non me lo sono mai assaggiato. :laughing: Il medico mi ha proibito l'uso degli alcolici perchè l'alcole è incompatibile con l'assunzione di farmaci biguanidi sul tipo della metformina che io assumo bis in die pena la possibilità di incorrere nell'acidosi lattica. Fine delle controindicazioni a me note quindi ho interpretato la proibizione come niente assunzione di grog e/o cicchetto d'ordinanza standard per il subacqueo in acque fredde. Di più non sò....

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Credo di fare cosa utile mettendo online il mio articolo di cui parla Giorgio:

 

Diabete e Apnea

 

E’ sempre più frequente che persone affette da diabete si rivolgano al medico Subacqueo per sapere se possono praticare l’immersione in apnea.

Indubbiamente si tratta di una decisione medica che è condizionata oltre che dal tipo di Diabete, dalle condizioni generali del soggetto e fondamentalmente dall’età; infatti un soggetto giovane può teoricamente immergersi, sotto controllo medico, perché l’immersione aumenta il consumo di carboidrati per cui ne risulta potenziata l’azione dell’insulina o degli ipoglicemizzanti orali, mentre l’anziano può praticare una attività in apnea limitata per controllare la sua spesa energetica per il maggior rischio di crisi ipoglicemiche.

 

Ma che cos’è il Diabete? – è un termine di derivazione greca (Diabaìnein = διαβαίνειν ) risalente al I secolo dopo Cristo, che indica una malattia cronica caratterizzata da una alterazione del metabolismo degli zuccheri, dei grassi e delle proteine con elevati valori di Glucosio nel sangue (Iperglicemia) in seguito ad un deficit di produzione e/o di funzione dell’insulina.

L’insulina è un ormone, prodotto dal Pancreas, che regola il tasso di Glucosio nel sangue; nel soggetto sano la sua azione si esplica consentendo l’ingresso del glucosio nelle cellule ed il suo conseguente utilizzo come fonte energetica; questo processo mantiene il livello del glucosio nel sangue entro limiti normali; nel caso di individui con alterazioni delle funzioni pancreatiche, come nei soggetti portatori di "Diabete Mellito" il metabolismo del glucosio è profondamente alterato e crea problemi di varia natura che si sommano alle caratteristiche manifestazioni della malattia diabetica: crisi Ipoglicemiche e Iperglicemia cronica.

Altra importante funzione dell’insulina è quella di trasformare il glucosio in glicogeno che è una importantissima fonte di energia per il metabolismo del corpo umano: rappresenta in pratica la fonte di deposito e di riserva del glucosio per tutto il mondo animale.

Esistono due forme di Diabete: diabete mellito insulino dipendente o di tipo 1 e Diabete mellito non insulino dipendente o di Tipo 2.

Diabete Mellito Tipo 1 Insulino dipendente: forma prevalentemente giovanile caratterizzata dalla mancata produzione di insulina in seguito a distruzione delle cellule ß del pancreas che producono questo ormone. Si tratta di una malattia da cui non si guarisce e che richiede l’assunzione di insulina per via sottocutanea a dosi variabili., un controllo dietetico particolare, consistente in una dieta appropriata, priva di zuccheri e povera di grassi.

Anche se non si può parlare di ereditarietà del diabete vi è però una predisposizione familiare nel senso che figli di genitori diabetici hanno maggiori probabilità di diventare a loro volta diabetici.

Per la presenza nel sangue di anticorpi diretti contro antigeni presenti a livello delle cellule che producono insulina, detti ICA, il diabete di tipo 1 viene classificato tra le malattie cosiddette “autoimmuni”, cioè dovute a una reazione immunitaria diretta contro l’organismo stesso; questa autoaggressione immunitaria, che porta alla distruzione delle cellule ß del pancreas, può essere una complicazione di malattie infettive come il morbillo, l’epatite o le infezioni da coxackievirus .

Diabete Mellito di tipo 2 (non insulino dipendente): è certamente la forma più comune di diabete e riconosce una origine non immunitaria; è caratteristico dell’età matura e può sicuramente essere associato a diversi fattori di rischio tra cui l’ereditarietà, lo scarso esercizio fisico, il sovrappeso.

In questa forma la produzione dell’insulina risulta pressoché normale ma le cellule dell’organismo non riescono poi a utilizzarla perché biochimicamente difettosa o per una vera e propria insulinoresistenza delle cellule.

I valori normali della Glicemia sono inferiori a 100 mg/dl (milligrammi per decilitro) a digiuno e si innalzano sino a 130 – 150 mg/dl nella fase post prandiale; quando i valori del glucosio nel sangue, a digiuno, sono compresi tra 101 e 125 mg/dl si parla di Glicemia Alterata, se superano 126 mg/dl si parla di Diabete Mellito.

Diabete e subacquea – da sempre la malattia diabetica ha rappresentato una controindicazione assoluta all’immersione subacquea, sia in apnea che con mezzi ausiliari di respirazione; in realtà tale divieto è basato su presunti rischi derivanti dall’ambiente in cui si svolge l’attività più che su consolidati fondamenti scientifici, tanto è vero che nel 2004, presso l’Ospedale Niguarda di Milano, sono stati brevettati Open Water Diver sette soggetti diabetici nell’ambito della campagna “Diabete Sommerso”.

In pratica i medici del Niguarda, dopo una approfondita attività di ricerca clinica, hanno verificato che i rischi tipici dell’immersione ARA (Patologia da Decompressione, Narcosi da gas inerte, barotraumi) risultano minimamente aumentati nei soggetti diabetici e come afferma il Dr. Matteo Bonomo, Diabetologo del Niguarda: “sono prevenibili con una corretta preparazione del paziente e con l’adozione di misure precauzionali adeguate”.

L’unico vero rischio per il diabetico subacqueo è rappresentato dall’ipoglicemia i cui sintomi, in immersione, potrebbero essere scambiati per una Narcosi da inerte, oltre all’impossibilità pratica di porvi rimedio (assunzione endovenosa di Glucosio o sottocutanea di Glucagone); però come giustamente sottolineato dal Dr. Bonomo una adeguata preparazione unitamente al fatto che con l’immersione non si verificano grosse variazioni del profilo glicemico rendono il pericolo dell’ipoglicemia abbastanza raro.

Diabete e Apnea – se per l’immersione con ARA i pericoli risultano piuttosto remoti e pressoché simili a quelli in cui può incorrere un soggetto non diabetico, con l’apnea il discorso cambia totalmente perché il dispendio energetico e l’accumulo, o meglio il sequestro, di acido lattico nei muscoli periferici espongono il diabetico a rischi estremamente seri.

Come tutti sappiamo il primo adattamento fisiologico all’immersione in apnea è il Diving Reflex, caratterizzato da una serie di modificazioni adattative come: rallentamento della frequenza cardiaca, aumento della pressione arteriosa, vasocostrizione periferica e spremitura della milza; tra questi la vasocostrizione periferica comporta praticamente una vera e propria esclusione dei distretti periferici dalla circolazione (empiricamente possiamo immaginare che vengano applicati dei lacci emostatici alla radice degli arti).

Questo sbarramento periferico se da una parte favorisce una maggiore ossigenazione degli organi importanti (cervello, cuore, fegato, rene) dall’altra provoca un accumulo di Acido Lattico nella muscolatura periferica che espone il soggetto ad elevatissimo rischio di una scompenso metabolico anche grave, tantopiù che l’Acido lattico accumulato si libera solo alla fine dell’attività in apnea e continua per diverse ore (tutti noi abbiamo provato quella grande sensazione di esaurimento fisico che ci accompagna per diverse ore dalla fine dell’attività di pesca subacquea).

Altro fattore di rischio da non sottovalutare è l’intenso consumo energetico che si accompagna con la pesca subacquea, sia per l’attività muscolare legata al pinneggiamento (estremamente più intenso e duraturo rispetto ai “bombolari) che per l’aumento del metabolismo legato alle variazioni di pressione e all’attività anaerobica, orbene questi sono altri elementi che espongono il soggetto diabetico al rischio di comparsa di crisi ipoglicemiche anche in acqua.

Non bisogna poi tralasciare l’aumento della diuresi sempre presente nell’apneista (poliuria insipida del subacqueo) e legata all’aumentata produzione di ormoni natriuretici (ANP,BNP,CNP) che comporta una perdita di liquidi non indifferente cosa che espone il soggetto diabetico a disidratazione e al conseguente rischio di crisi iperglicemiche che sommate all’aumento di livello dell’Acido Lattico (come descritto in precedenza) potrebbero addirittura scatenare una seria crisi metabolica con tutte le conseguenze del caso.

In conclusione al momento attuale non è certamente possibile consigliare l’attività subacquea in apnea al soggetto diabetico per le innumerevoli complicanze a cui potrebbe andare incontro, non è però certamente rischioso praticare snorkeling di superficie in modo da non perdere le bellezze del mondo sommerso.

 

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Diabete e Apnea – se per l’immersione con ARA i pericoli risultano piuttosto remoti e pressoché simili a quelli in cui può incorrere un soggetto non diabetico, con l’apnea il discorso cambia totalmente perché il dispendio energetico e l’accumulo, o meglio il sequestro, di acido lattico nei muscoli periferici espongono il diabetico a rischi estremamente seri.

Come tutti sappiamo il primo adattamento fisiologico all’immersione in apnea è il Diving Reflex, caratterizzato da una serie di modificazioni adattative come: rallentamento della frequenza cardiaca, aumento della pressione arteriosa, vasocostrizione periferica e spremitura della milza; tra questi la vasocostrizione periferica comporta praticamente una vera e propria esclusione dei distretti periferici dalla circolazione (empiricamente possiamo immaginare che vengano applicati dei lacci emostatici alla radice degli arti).

Questo sbarramento periferico se da una parte favorisce una maggiore ossigenazione degli organi importanti (cervello, cuore, fegato, rene) dall’altra provoca un accumulo di Acido Lattico nella muscolatura periferica che espone il soggetto ad elevatissimo rischio di una scompenso metabolico anche grave, tantopiù che l’Acido lattico accumulato si libera solo alla fine dell’attività in apnea e continua per diverse ore (tutti noi abbiamo provato quella grande sensazione di esaurimento fisico che ci accompagna per diverse ore dalla fine dell’attività di pesca subacquea).

 

scusi ma questo vale per qualsiasi persona? un diabetico ben compensato e senza complicanze in questo frangente non è paragonabile a una persona "normale"?

 

 

Altro fattore di rischio da non sottovalutare è l’intenso consumo energetico che si accompagna con la pesca subacquea, sia per l’attività muscolare legata al pinneggiamento (estremamente più intenso e duraturo rispetto ai “bombolari) che per l’aumento del metabolismo legato alle variazioni di pressione e all’attività anaerobica, orbene questi sono altri elementi che espongono il soggetto diabetico al rischio di comparsa di crisi ipoglicemiche anche in acqua.

 

[/color]queste possono essere scongiurate con un controllo costante delle glicemie

 

 

Non bisogna poi tralasciare l’aumento della diuresi sempre presente nell’apneista (poliuria insipida del subacqueo) e legata all’aumentata produzione di ormoni natriuretici (ANP,BNP,CNP) che comporta una perdita di liquidi non indifferente cosa che espone il soggetto diabetico a disidratazione e al conseguente rischio di crisi iperglicemiche che sommate all’aumento di livello dell’Acido Lattico (come descritto in precedenza) potrebbero addirittura scatenare una seria crisi metabolica con tutte le conseguenze del caso.

 

anche in questo caso la disidratazione è comune a tutti i soggetti diabetici e non, perchè nei diabetici dovrebbe portare a iperglicemie?

 

la ringrazio per le delucidazioni Roberto

 

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Diabete e Apnea – se per l’immersione con ARA i pericoli risultano piuttosto remoti e pressoché simili a quelli in cui può incorrere un soggetto non diabetico, con l’apnea il discorso cambia totalmente perché il dispendio energetico e l’accumulo, o meglio il sequestro, di acido lattico nei muscoli periferici espongono il diabetico a rischi estremamente seri.

Come tutti sappiamo il primo adattamento fisiologico all’immersione in apnea è il Diving Reflex, caratterizzato da una serie di modificazioni adattative come: rallentamento della frequenza cardiaca, aumento della pressione arteriosa, vasocostrizione periferica e spremitura della milza; tra questi la vasocostrizione periferica comporta praticamente una vera e propria esclusione dei distretti periferici dalla circolazione (empiricamente possiamo immaginare che vengano applicati dei lacci emostatici alla radice degli arti).

Questo sbarramento periferico se da una parte favorisce una maggiore ossigenazione degli organi importanti (cervello, cuore, fegato, rene) dall’altra provoca un accumulo di Acido Lattico nella muscolatura periferica che espone il soggetto ad elevatissimo rischio di una scompenso metabolico anche grave, tantopiù che l’Acido lattico accumulato si libera solo alla fine dell’attività in apnea e continua per diverse ore (tutti noi abbiamo provato quella grande sensazione di esaurimento fisico che ci accompagna per diverse ore dalla fine dell’attività di pesca subacquea).

 

scusi ma questo vale per qualsiasi persona? un diabetico ben compensato e senza complicanze in questo frangente non è paragonabile a una persona "normale"?

 

gli adattamenti all'immersione in apnea vanno bene per le persone normali, ma non per il diabetico.

 

Altro fattore di rischio da non sottovalutare è l’intenso consumo energetico che si accompagna con la pesca subacquea, sia per l’attività muscolare legata al pinneggiamento (estremamente più intenso e duraturo rispetto ai “bombolari) che per l’aumento del metabolismo legato alle variazioni di pressione e all’attività anaerobica, orbene questi sono altri elementi che espongono il soggetto diabetico al rischio di comparsa di crisi ipoglicemiche anche in acqua.

 

[/color]queste possono essere scongiurate con un controllo costante delle glicemie.

 

mentre sei a pesca subacquea fai la glicemia?

 

Non bisogna poi tralasciare l’aumento della diuresi sempre presente nell’apneista (poliuria insipida del subacqueo) e legata all’aumentata produzione di ormoni natriuretici (ANP,BNP,CNP) che comporta una perdita di liquidi non indifferente cosa che espone il soggetto diabetico a disidratazione e al conseguente rischio di crisi iperglicemiche che sommate all’aumento di livello dell’Acido Lattico (come descritto in precedenza) potrebbero addirittura scatenare una seria crisi metabolica con tutte le conseguenze del caso.

 

anche in questo caso la disidratazione è comune a tutti i soggetti diabetici e non, perchè nei diabetici dovrebbe portare a iperglicemie?

 

non è affatto vero che la disidratazione è comune nei soggetti non diabetici, c'è un aumento della diuresi ma non disidratazione; La disidratazione legata all’esercizio fisico può verificarsi molto più velocemente nei diabetici che nelle persone sane, e in questi soggetti può avere conseguenze ben più serie. Visto che i diabetici necessitano di una maggiore assunzione d’acqua per eliminare lo zucchero in eccesso dal corpo, e poiché il corpo ha generalmente bisogno di più acqua durante periodi di attività fisica, risulta più facile per i diabetici incorrere molto più velocemente nella disidratazione. È per ciò importante che i diabetici si ricordino di bere molta acqua prima, durante e dopo qualsiasi attività fisica per il rischio di una sindrome iperglicemica iperosmolare non-chetonica, modo complicato di descrivere la conseguenza di una grave disidratazione nei pazienti con diabete.

 

la ringrazio per le delucidazioni Roberto

 

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"......... La disidratazione legata all’esercizio fisico può verificarsi molto più velocemente nei diabetici che nelle persone sane, e in questi soggetti può avere conseguenze ben più serie. Visto che i diabetici necessitano di una maggiore assunzione d’acqua per eliminare lo zucchero in eccesso dal corpo,.........."

 

mi scusi, (e la prego non mi inviti a fare terapia con il "cefalox") ma da quanto scrive lei parla sempre di un soggetto con glicemie alterate verso l'iperglicemia, se mantengo le glicemie su valori "normali" il rischio di disidratazione non dovrebbe esserci, o no...?

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"......... La disidratazione legata all’esercizio fisico può verificarsi molto più velocemente nei diabetici che nelle persone sane, e in questi soggetti può avere conseguenze ben più serie. Visto che i diabetici necessitano di una maggiore assunzione d’acqua per eliminare lo zucchero in eccesso dal corpo,.........."

 

mi scusi, (e la prego non mi inviti a fare terapia con il "cefalox") ma da quanto scrive lei parla sempre di un soggetto con glicemie alterate verso l'iperglicemia, se mantengo le glicemie su valori "normali" il rischio di disidratazione non dovrebbe esserci, o no...?

 

Il soggetto "diabetico" farmacologicamente compensato non è comunque un soggetto "normale" quando si confronta con l'attività subacquea in apnea per il semplice motivo che gli adattamenti all'immersione in apnea dell'organismo (Diving Reflex e Blood Shift) provocano delle modificazioni rapidissime dell'assetto glicemico (nel soggetto diabetico) con i rischi in precedenza esposti; se a ciò aggiungiamo l'accumulo di Acido Lattico nella muscolatura periferica, la disidratazione da aumento di produzione degli ormoni natriuretici, lo sconvolgimento della catena di produzione dell'energia (ciclo di Krebs) e la glicolisi anaerobica..eccetera, ecco che la pesca in apnea diventa una bomba ad orologeria per il soggetto diabetico.

Bisogna tenere presente che il Diabete di qualsiasi tipo viene considerato una controindicazione ASSOLUTA all'immersione in apnea, io faccio delle eccezioni e qualcuno lo mando a pescare.

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