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Vorrei chiedere quali sono le cause scatenanti gli acufeni?

Quali rischi comporta la pesca in apnea?

Quali sono generalmente le cure che possono risolvere questo problema fastidiosissimo?

Se trascurati quali conseguenze possono creare?

Ringrazio anticipatamente.

Roberto

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  • 2 settimane dopo...

L’acufene, chiamato anche tinnitus (dal latino), è un disturbo della capacità uditiva e consiste nella percezione di rumori, suoni fastidiosi, talvolta sottili fischi o ronzii.

Si tratta di rumori creati all’interno del corpo o percezioni di rumori esterni che in realtà non esistono: caratteristica comune di questi 2 tipi di acufene è che tali rumori sono percepiti soltanto da chi è affetto da questo disturbo, mentre le persone che gli sono intorno non sentono alcun suono.

L’acufene può manifestarsi a qualsiasi età e senza distinzione di sesso.

 

 

Le cause dell’acufene

Non sono del tutto ancora chiare le cause che scatenano l’acufene; probabilmente l’acufene è causato dalla combinazione di molteplici fattori che si presentano contemporaneamente e favoriscono lo sviluppo questo disturbo.

È possibile però stabilire con sicurezza che l’acufene deriva da un malfunzionamento dell’apparato uditivo: a causa di problemi (traumi, lesioni) del nervo acustico o della chiocciola (che trasforma gli impulsi sonori in impulsi nervosi), il suono arriva in modo errato al cervello, che elabora i segnali in modo sbagliato causando, talvolta, disturbi quali l’acufene.

Fra le probabili cause che sono state attribuite al manifestarsi dell’acufene troviamo:

- Rumori troppo forti: l’esposizione a rumori troppo forti può distruggere le cellule ciliate, responsabili di inviare gli stimoli al nervo acustico; tale distruzione rende impossibile la corretta percezione dei suoni. Poiché la distruzione delle cellule ciliate è irreversibile (queste cellule non guariscono e non si ricreano), l’acufene può essere anche permanente. A volte, invece, rumori troppo forti arrecano danni fastidiosi, ma soltanto temporanei.

- Infezioni all’orecchio: quando l’orecchio ha un’infezione anche l’udito, talvolta, ne risente; è possibile, infatti, riscontrare l’acufene durante un’infezione o anche solo durante una sinusite o un’otite. Questo tipo di acufene scompare una volta curata l’infezione.

- Accumulo di cerume: se il condotto uditivo è ostruito da eccessiva quantità di cerume, l’udito può essere compromesso ed è possibile che il disturbo si manifesti sotto forma di acufene.

- Uso di alcuni farmaci: alcuni farmaci risultano essere tossici per l’orecchio; questi farmaci non danneggiano l’orecchio, ma hanno, fra le controindicazioni, la possibile comparsa di acufene temporaneo.

- Patologie delle articolazioni temporomandibolari, vertebrali, dell’apparato circolatorio, neurologiche: anch’esse possono influire sul normale funzionamento dell’apparato uditivo e provocare acufeni.

 

 

Sintomi dell’acufene

L’acufene si manifesta come un disturbo nella percezione dei suoni: l’orecchio (o entrambe le orecchie) affetto da acufene può percepire ronzio, tintinnio, stridore, fischi, fruscio, soffi, sibili, talvolta pulsazioni.

L’acufene può essere costante o intermittente e può essere un rumore piuttosto debole o, al contrario, molto forte. Quando l’acufene è pulsante, di solito si tratta di un suono che va in sincrono con il battito cardiaco.

Il rumore percepito dall’orecchio affetto da acufene non è percepibile all’esterno; soltanto chi ha l’acufene sente questi rumori fastidiosi.

 

 

Forme di acufene

A seconda dell’origine del rumore, l’acufene può essere oggettivo o soggettivo:

- Acufene oggettivo: è la tipologia più rara di acufene. Si tratta di una forma di acufene in cui i suoni percepiti sono generati all’interno del corpo umano; possono essere suoni generati, ad esempio, dal flusso vascolare o da alcune contrazioni muscolari. Non sono udibili all’esterno, ma solo con appositi apparecchi diagnostici.

- Acufene soggettivo: molto più comune, si caratterizza per il fatto che il paziente percepisce suoni che non esistono.

 

 

Le cure

Fino a qualche tempo fa sembrava che non fosse possibile curare l’acufene; oggi, al contrario, esistono alcune tecniche efficaci in grado di riequilibrare l’udito eliminando i rumori percepiti. Ad oggi, circa l’80% degli acufeni è curabile, anche se si deve riconoscere che la buona riuscita delle terapie non è sempre garantita.

Prima di indicare le varie tipologie di cura dell’acufene è necessario ricordare l’importanza di una corretta diagnosi di questa patologia; solitamente l’acufene è causato da una molteplicità di fattori che possono interagire contemporaneamente nella formazione di questo disturbo.

Una volta accertata la causa (o l’insieme di cause) che ha scatenato l’acufene, è allora possibile passare all’insieme di terapie più adeguate per il tipo di problema. Poiché le cause dell’acufene sono diverse da individuo a individuo, è obbligatorio preparare una terapia specifica e personalizzata per ogni singolo paziente.

È dunque obbligatorio consultare uno o più specialisti per la valutazione della terapia (o del mix di terapie) più indicate per ogni caso.

 

In generale, comunque, i tipi di cure si dividono in:

- Terapia del suono TRT (Tinnitus Retraining Therapy): è la cura su cui i medici e gli specialisti del settore puntano maggiormente, tanto che si sta diffondendo in modo sempre più consistente, poiché sembra essere il trattamento più soddisfacente. Si tratta di una terapia che si basa sull’allenamento dell’apparato uditivo e del cervello, con lo scopo di “abituarli” a sentire i rumori prodotti dalla patologia. Quando l’abitudine a sentire questi suoni subentra alla novità, questi suoni non saranno più percepiti o lo saranno in modo molto meno intenso. Per capire più a fondo il processo che sta alla base della TRT è sufficiente un esempio: quando ci si traferisce in una nuova casa, magari vicino ad una strada molto trafficata o ad una ferrovia, il nostro orecchio sentirà questi rumori come estranei e, di conseguenza, saranno considerati piuttosto fastidiosi; una volta che l’orecchio si è abituato a sentire questi rumori, essi risulteranno “familiari” e l’orecchio non presterà più attenzione al rumore.

Per indurre questa “abitudine” si usa spesso la tecnica dell’arricchimento sonoro: il paziente deve cioè indossare giorno e notte dei generatori sonori che, in sottofondo, producono suoni che si mischiano all’acufene; si tratta di suoni piuttosto gradevoli (ad esempio il fruscio degli alberi o lo scorrere dell’acqua) che permettono una facile e breve abitudine. Abituandosi a questi suoni l’orecchio si abitua, contemporaneamente, ai suoni dell’acufene. La terapia, di solito, ha una durata che varia tra i 12 e i 18 mesi, trascorsi i quali l’acufene è quasi sempre del tutto scomparso; in pochi casi, invece, l’acufene è ancora presente, ma in modo notevolmente ridotto.

- Tecniche di mascheramento sonoro: tecniche simili al TRT che consistono nell’utilizzo di piccole protesi endoauricolari che producono suoni che coprono (mascherano) l’acufene.

- Biofeedback: insieme di tecniche che hanno la finalità di “insegnare” al paziente a selezionare le informazioni sonore importanti, modificando il livello di priorità di importanza dell’acufene che, con questo metodo, tende progressivamente a scomparire.

- Cure farmacologiche: alcuni farmaci aspecifici sono utilizzati per la cura dell’acufene; si tratta per la maggior parte di antistaminici, vasodilatatori, sedativi, corticostiroidei. Data la loro genericità, però, raramente danno effetti benefici duraturi nel tempo. Più indicata sembra essere la lidocaina, somministrata per via endovenosa, anche se la sua efficacia è solo temporanea. La benzodiazepina, invece, è risolutiva per circa un terzo dei pazienti a cui è stata somministrata, ma la sua assunzione prolungata potrebbe avere, come controindicazione, il rallentamento della plasticità cerebrale.

- Soft laser e stimolazione elettrica sottocutanea (TENS): sono nuove tecniche innovative che curano l’acufene attraverso laser o stimolazione elettrica. Purtroppo questi metodi, in fase di sviluppo, non danno ancora risultati troppo soddisfacenti.

- Terapia psicologica: le terapie psicologiche dovrebbero accompagnare ogni tipo di cura messa in pratica per guarire dall’acufene. Oltre a creare fastidi fisici, infatti, l’acufene può anche procurare danni psicologici; la tensione e il fastidio provocati dall’acufene possono alterare l’aequilibrio psicologico del paziente. Per questo morivo, alle cure per l’acufene, è consigliabile associare anche cure psicologiche: tecniche di rilassamento e di controllo dell’ansia e della paura possono essere benefiche per una cura di successo.

 

 

 

Questa è una risposta parziale che ho trovato nel web da solo.

Rimangono molte domande senza risposta.

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  • 2 settimane dopo...
Vorrei chiedere quali sono le cause scatenanti gli acufeni?

Quali rischi comporta la pesca in apnea?

Quali sono generalmente le cure che possono risolvere questo problema fastidiosissimo?

Se trascurati quali conseguenze possono creare?

Ringrazio anticipatamente.

Roberto

 

 

In parole povere

 

1)Gli acufeni possono avere varie cause ma spesso bisogna ammettere che non è possibile diagnosticare una causa ben precisa e si possono porre solo ipotesi diagnostiche.

 

2)Gli acufeni sono un sintomo e non una malattia per cui di per sè non comportano alcun rischio per la pesca in apnea. Possono però essere espressione di una malattia che controindica in parte o in toto la pesca in apnea.

 

3)Ci sono tante cure ma nessuna ha un'efficacia del 100%. A seconda dei casi e dei pazienti è possibile proporre un trattamento o l'altro informando comunque il paziente che non si può garantire la guarigione e che spesso comunque (tranne casi specifici) l'acufene col tempo si attenua da solo.

 

4)Riguardo al fatto di trascurare gli acufeni vale quanto detto al punto 2. Non è l'acufene in sè ma la malattia che ne è alla base a poter creare problemi se trascurata.

 

Spero di non essere stato troppo sintetico :P

 

Un abbraccio

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  • 1 mese dopo...

A seguito di una discesa a -20mt un paio di anni fa' sentii improvvisamente un dolore all'orecchio destro, nonostante avessi compensato regolarmente. Da lì iniziai ad avere un acufene sincrono col battito cardiaco.

Ho provato diverse cure ma non sono ancora riuscito a farlo passare.

La settimana scorsa, dietro prescrizione dell'otorino, ho fatto l'esame dei "potenziali evocati" che da quanto ho capito serve per valutare la funzionalità del nervo dell'orecchio, ma sono ancora in attesa del risultato. A fine agosto farò anche l'impedenziometria e un altro test uditivo.

Se il prof. Malpieri avesse qualche dritta da darmi gliene sarei molto grato... purtroppo abito molto distante da San Marino e non ho possibilità di farmi visitare direttamente.

Grazie 1000.

Pier

 

 

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  • 3 settimane dopo...

Soffro di acufene da tanti anni su entrambe le orecchie.

Nel 2006, cambiai casa ed andai ad abitare vicino il porto, dove ogni notte prendevo sonno accompagnato dal classicoo rumore dei motori delle navi, in particolare quelli dei gruppi elettrogeni che restano perennamente in moto.

Mi abbituai presto a convivere con questo rumore, ma alla prima occasione che dormii furoi casa, mi accorsi che anche lì sentivo gli stessi rumori.

Azz, era dovuto all'acufenee !!

Indubbiamente, il nuovo ambiente mi portò nuovi suoni.

Oggi a distanza di tempo non li sento più, ma fischi e ronzii fanno perte della mia vita.

Da quello che ho letto, si è manifestata la Tecniche di mascheramento sonoro TRT, citata nel post di Nero1963.

Ho letto ora delle cure dell'acufene, mi informerò, xchè ad oggi non ho mai trovato qualcuno che me lo avesse segnalato.

Mi auguro che restino dell'intesità che attualmente accuso, altrimenti veramente avrò bisogno di un buon psicologo.

 

Grazie.

 

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Soffro di acufene da tanti anni su entrambe le orecchie.

Nel 2006, cambiai casa ed andai ad abitare vicino il porto, dove ogni notte prendevo sonno accompagnato dal classicoo rumore dei motori delle navi, in particolare quelli dei gruppi elettrogeni che restano perennamente in moto.

Mi abbituai presto a convivere con questo rumore, ma alla prima occasione che dormii furoi casa, mi accorsi che anche lì sentivo gli stessi rumori.

Azz, era dovuto all'acufenee !!

Indubbiamente, il nuovo ambiente mi portò nuovi suoni.

Oggi a distanza di tempo non li sento più, ma fischi e ronzii fanno perte della mia vita.

Da quello che ho letto, si è manifestata la Tecniche di mascheramento sonoro TRT, citata nel post di Nero1963.

Ho letto ora delle cure dell'acufene, mi informerò, xchè ad oggi non ho mai trovato qualcuno che me lo avesse segnalato.

Mi auguro che restino dell'intesità che attualmente accuso, altrimenti veramente avrò bisogno di un buon psicologo.

 

Grazie.

 

ma hai fatto almeno una visita per sapere l'origine del disturbo?

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Egr. Dott. Malpieri

 

Audiometria del 03/2001 - ipoacusia neurosensoriale a sx (-16%)

 

Audiometria del 07/2002 - ipoacusia neurosensoriale bilaterale più accentuata a sx (-18%)

 

Audiometria pronto soccorso 26/04/2004 - ipoacusia sx (-18%), sordità improvvisa a dx

Ricovero x 4 giorni con terapia di Irrodanf - Vessel - Deltacortene - Limpidex (spero di avere letto bene)

Dopo, comincio 15 sedute di camera iperbarica e solo all'ultima mi si "sblocca" l'udito.

 

Audiometria del 03/05/04 - ipoacusia neurosensoriale dx con ipoacusia selettiva x 4000 - 8000, sx come prima

 

Audiometria del 12/2004 - sordità neurosensoriale bilaterale più accentuaata a sx x 4000-8000

 

TAC cervicale ai fori acustici del 04/2005 - esito negativo, tutto nella norma.

 

Audiometria del 09/2007 - Ipoacusia neurosensoriale bilaterale per le frequenze acute

 

In questi anni ho consultato circa 15 dottori presso studi privati e non (posso farle tutti i nomi per quante ricevute di pagamento posseggo), tra i quali uno che segue un apneista "entrato nella legenda".

Non le nascondo che in molte occasioni, non dicevo di essere un sub per non condizionarli subito nel classificarmi soggetto a rischio e quindi dare per scontato certe problematiche.

Nessuno mi ha mai saputo dire cosa fare o quale sia la causa di tutto ciò, anzi mi avvisavano che andare a mare in immersione, avrebbe peggiorato notevolmente.

In generale, faccio due visite da dottori differenti e mi tiro una media sul da fare, praticamente nulla !

Io sarò demente, ma ho continuato regolarmente ad andare a mare, certo vivo con "fischi e tamburi" in qualsiasi momento della giornata, ma non ci faccio più caso.

Ho notevoli difficoltà di udito in ambienti rumorosi e mi aiuto molto con il labbiale ................ in attesa di qualche apparecchietto acustico !!

 

Ne accennai a Lei di questo problema nel 2004 sempre su questo forum, non ricordo con che nik, feci l'esame impedenziometrico che mi consigliò, ma non le riferii più nulla.

Colgo ora l'occasione di dirle tutto quello che ho potuto, restando in attesa di un suo parere.

 

Le preciso che ho cominciato come bombolaro da ragazzino nel 1982 sino al 1993, quando ancora non esistevano gav e tutte queste ipertecnologie, ma con i mitici royal, mute technisub squamate, bibombola da 24 lt e le prime tabelle di decompressione della marina militare americana.

Dopo ho continuato solo in solo in apnea.

Saltuariamente faccio immersioni con ARA (10 l'anno) per piccoli lavori o recuperi a quote non superiori a -30 mt ed in apnea le mie quote si aggirano su un max di -20 mt.

Sono anche convinto che la causa di tutto non è da attribuire alle immersioni, xchè non ho mai avuto problemi di compensazione o ai timpani (mi scusi, ma tocco ferro ).

 

Distinti saluti

P.L.P.

 

 

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certo che a distanza di così tanti anni è un pò difficile aiutarti; di fatto ritengo che la causa primaria (nel 2002) sia stato un barotrauma ( la risposta positiva alla terapia iperbarica ne è la prova); poi con gli anni le cose si sono complicate sempre più, tanto da rendere ( a mio avviso) il quadro quasi irreversibile.

Ci sarebbe da fare una serie di indagini diagnostiche specifiche che magari puoi fare contattando i colleghi del centro Iperbarico dell'Ospedale di Partinico (fai il mio nome e se vuoi fammi contattare)-

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