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Ho Avvelenato Mio Padre??


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Domenica scorsa, ho tirato fuori qualche pesce dal congelatore e ho organizzato una cenetta a casa mia, con ragazza e parentato.

Otre a un po di carpaccio di dentice ho fatto qualche sarago all'acqua pazza e un dentice sui 3kg al sale, insomma una cena niente male.

Morale della favola: abbiamo mangiato tutti gli stessi pesci assaggiando un po tutto, unica differenza forse, mio padre si è mangiato un pezzetto del pancetto del dentice: non so come lo chiamate voi, diciamo le pareti dello stomaco del pesce.

Premetto che mio padre ha un calcolo di un cm che gli ha già dato diverse coliche.

Intorno alle 3 di notte si è svegliato e iniziato a vomitare fino al giorno sopo co febbre a 40 e dolori alla schiena.

Ha chiamato il medico che ha diagnosticato coliche prescrivendo punture, si è fatto una settimana a letto, con febbre nausea e dolori tipo parto..

Nessuno dei commensali ha accusato nessun tipo di malessere ma ho ancora il dubbio che possa essere stato il "pancetto"

Ora la parola ai luminari.

Grazie mille.

Matteo

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Domenica scorsa, ho tirato fuori qualche pesce dal congelatore e ho organizzato una cenetta a casa mia, con ragazza e parentato.

Otre a un po di carpaccio di dentice ho fatto qualche sarago all'acqua pazza e un dentice sui 3kg al sale, insomma una cena niente male.

Morale della favola: abbiamo mangiato tutti gli stessi pesci assaggiando un po tutto, unica differenza forse, mio padre si è mangiato un pezzetto del pancetto del dentice: non so come lo chiamate voi, diciamo le pareti dello stomaco del pesce.

Premetto che mio padre ha un calcolo di un cm che gli ha già dato diverse coliche.

Intorno alle 3 di notte si è svegliato e iniziato a vomitare fino al giorno sopo co febbre a 40 e dolori alla schiena.

Ha chiamato il medico che ha diagnosticato coliche prescrivendo punture, si è fatto una settimana a letto, con febbre nausea e dolori tipo parto..

Nessuno dei commensali ha accusato nessun tipo di malessere ma ho ancora il dubbio che possa essere stato il "pancetto"

Ora la parola ai luminari.

Grazie mille.

Matteo

 

Per l'aspetto medico ti risponderanno gli addetti ai lavori.

Comunque non credo sia il massimo fare il carpaccio con un pesce decongelato.

Altro consiglio, deviscerate il pesce quando siete ancora in acqua, le interiora si deteriorano molto in fretta, a parte che il lavaggio in acqua di mare è il migliore dal punto di vista organolettico.

Ritornando alle interiora, basta qualche residuo di intestino che una volta decongelato crei seri problemi se mangiato crudo.

Ciao Gianpa

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sapessi quanti vorrebbero avvelenare il padre! :lol:

scherzo ovviamente..... :P

 

Per l'aspetto medico ti risponderanno gli addetti ai lavori.

Comunque non credo sia il massimo fare il carpaccio con un pesce decongelato.

Altro consiglio, deviscerate il pesce quando siete ancora in acqua, le interiora si deteriorano molto in fretta, a parte che il lavaggio in acqua di mare è il migliore dal punto di vista organolettico.

Ritornando alle interiora, basta qualche residuo di intestino che una volta decongelato crei seri problemi se mangiato crudo.

Ciao Gianpa

..... credi male.... ;)

http://www.apneamagazine.com/ibf/index.php?showtopic=56013

 

 

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Domenica scorsa, ho tirato fuori qualche pesce dal congelatore e ho organizzato una cenetta a casa mia, con ragazza e parentato.

Otre a un po di carpaccio di dentice ho fatto qualche sarago all'acqua pazza e un dentice sui 3kg al sale, insomma una cena niente male.

Morale della favola: abbiamo mangiato tutti gli stessi pesci assaggiando un po tutto, unica differenza forse, mio padre si è mangiato un pezzetto del pancetto del dentice: non so come lo chiamate voi, diciamo le pareti dello stomaco del pesce.

Premetto che mio padre ha un calcolo di un cm che gli ha già dato diverse coliche.

Intorno alle 3 di notte si è svegliato e iniziato a vomitare fino al giorno sopo co febbre a 40 e dolori alla schiena.

Ha chiamato il medico che ha diagnosticato coliche prescrivendo punture, si è fatto una settimana a letto, con febbre nausea e dolori tipo parto..

Nessuno dei commensali ha accusato nessun tipo di malessere ma ho ancora il dubbio che possa essere stato il "pancetto"

Ora la parola ai luminari.

Grazie mille.

Matteo

Rotavirus no??? :huh: deve essere per forza qualcosa che ha mangiato?? poi per la mia poca esperienza non penso che qualcosa di contaminato che hai mangiato alle 8 di sera ti possa gia dare problemi alle 3 di notte magari qualcosa che ha mangiato il giorno prima....ovviamente non sono un Medico ma è una questione di buon senso...

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leggete questa parte di una pubblicazione del Dott. Bruno Salis, Segretario Provinciale F.I.M.M.G. Lucca:

 

 

Intossicazioni e tossinfezioni non complicate

 

Sono le forme di gran lunga più frequenti, causate da germi puramente enterotossici, che non si ritrovano più nelle feci, come lo Staphylococcus aureus, il Bacillus cereus (riso più volte riscaldato) e Vibrio parahaemolyticus (pesce crudo). Sono caratterizzate da un esordio di apparenza eclatante con sintomi gastrointestinali (vomito, crampi di stomaco, meno frequentemente dolore addominale e diarrea), da un periodo di incubazione brevissimo (1 ora o anche meno; in media 2-3 ore dal consumo dell'alimento incriminato); nonostante la situazione in apparenza allarmante, l'assenza di febbre e di segni di shock fanno escludere batteriemia (diffusione di germi in circolo) o infezione.

 

La terapia reidratante e sintomatica con farmaci per combattere il vomito e la diarrea permette di attendere la risoluzione che è di norma spontanea.

 

Tossinfezioni potenzialmente fonte di complicazioni

 

Sono causate da germi in genere enterotossici, ma con potenzialità di dare infiammazione ed invasione intestinale e sono caratterizzate da un periodo di incubazione più lungo (8-48 ore), con sintomi iniziali (prodromi) tipo nausea e cefalea della durata di 2-3 ore, cui segue diarrea con possibili complicazioni, talora gravi, locali (emorragia intestinale, perforazione, necrosi della parete intestinale) e sistemiche (infezioni, localizzazioni suppurative extraintestinali).

 

Tra queste ne ricordiamo alcune:

 

· Tossinfezioni da Escherichia coli: si tratta di ceppi di solito enterotossici, o talora enteropatogeni, responsabili di più dell'80% dei casi della cosiddetta "diarrea del viaggiatore". Questi casi rispondono rapidamente all'idratazione e a dosi moderate di loperamide, un farmaco di uso frequente perché prescritto comunemente e usato anche come farmaco da banco, per cui non è necessaria la ricetta medica (la diarrea è un meccanismo di eliminazione della tossina; un trattamento troppo vigoroso per ridurre le scariche mantiene più a lungo tossine e germi produttori a contatto con l'epitelio). L'impiego di antibiotici su consiglio medico accelera significativamente la guarigione. Comunque i viaggiatori diretti verso aree dove l’igiene è scarsa dovrebbero evitare verdure crude, frutta non sbucciata da loro stessi, latticini non pastorizzati e cibi che non siano caldi fumanti e acqua di rubinetto, compreso il ghiaccio.

 

· Tossinfezioni da Salmonellae (a esclusione della Salmonella typhi): sono dovute a specie di germi che sono presenti nell’intestino di numerosi mammiferi e specie di uccelli e per-tanto contratte da alimenti di origine animale quali carni crude o poco cotte, latte crudo, uova crude e loro derivati (salse). Rappresentano la causa più frequente di tossinfezione alimentare. Alcune varietà, comunque, danno frequentemente batteriemie o vere e proprie sindromi similtifoidee. Il trattamento antibatterico va attuato sempre quando esiste batteriemia, sia accertata con emocolture, sia presunta (febbre con brividi, ipotensione) e, anche in assenza di batteriemia, in età pediatrica o geriatrica. La terapia antibiotica deve essere proseguita finché il paziente non rimanga afebbrile per almeno 24 ore.

 

· Tossinfezioni da Clostridium perfringens: sono le più frequenti dopo quelle da Salmonella, tipiche delle forme epidemiche nelle comunità; la tossina si libera in carni cotte non ben conservate e riscaldate. L'incubazione è di 6-10 ore; l'esordio è brutale con vomito, diarrea e crampi molto dolorosi. Con adeguata idratazione e terapia di supporto la risoluzione spontanea è quasi la regola entro 24 ore.

 

Mi sembra evidente che mangiare pesce decongelato crudo non sia proprio consigliabile, specie parti dell'apparato digerente; così come è evidente che minore è il periodo che intercorre tra il consumo e la comparsa dei sintomi e maggiore è la carica batterica infettante.

 

 

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Comunque non credo sia il massimo fare il carpaccio con un pesce decongelato.

 

 

 

Io credo nvece che sia l'unico modo (oltre a cuocere il pesce) se si vuole essere sicuri al 100% di non prendersi l'anisakis...

 

????????? risposta incomprensibile. consigli di fare il carpaccio con il pesce decongelato?

Spiegati meglio che non si capisce molto. <_>

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Comunque non credo sia il massimo fare il carpaccio con un pesce decongelato.

 

 

 

Io credo nvece che sia l'unico modo (oltre a cuocere il pesce) se si vuole essere sicuri al 100% di non prendersi l'anisakis...

 

????????? risposta incomprensibile. consigli di fare il carpaccio con il pesce decongelato?

Spiegati meglio che non si capisce molto. <_>

Si Massimo, il consiglio dell'utente è quello...

 

Io in realtà sapevo che per fare il carpaccio in sicurezza il pesce và eviscerato appena catturato, nulla più...

 

:bye:

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Comunque non credo sia il massimo fare il carpaccio con un pesce decongelato.

 

 

 

Io credo nvece che sia l'unico modo (oltre a cuocere il pesce) se si vuole essere sicuri al 100% di non prendersi l'anisakis...

 

????????? risposta incomprensibile. consigli di fare il carpaccio con il pesce decongelato?Spiegati meglio che non si capisce molto. <_<

credo intendesse proprio così....

http://trashfood.com/2005/11/pesce_crudo_e...is_istruzi.html

aspettiamo lumi. grazie Prof :bye:

 

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per quel che riguarda il carpaccio e l'anisakiasi il dentice non è certamente tra quelli a rischio e inoltre il congelamento ci mette al sicuro perchè inattiva le larve anisakidi.

riguardo le tossiinfezioni alimentari credo che a parte il Vibrio e alcune Salmonelle citate dal Prof i coliformi siano forse i più importanti sottolineando come per gli altri invece citati grande importanza riveste la contaminazione diretta da parte di chi prepara i cibi in questione o crociata (da parte di altri cibi, utensili, piani di lavoro ecc.)

 

buon appetito

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Comunque non credo sia il massimo fare il carpaccio con un pesce decongelato.

 

 

 

Io credo nvece che sia l'unico modo (oltre a cuocere il pesce) se si vuole essere sicuri al 100% di non prendersi l'anisakis...

 

????????? risposta incomprensibile. consigli di fare il carpaccio con il pesce decongelato?

Spiegati meglio che non si capisce molto. <_<

Si Massimo, il consiglio dell'utente è quello...

 

Io in realtà sapevo che per fare il carpaccio in sicurezza il pesce và eviscerato appena catturato, nulla più...

 

:bye:

 

 

 

 

Sì, intendevo questo... beh come dite voi pulire il pesce subito appena caturato potrebbe essere sufficiente, in quanto la larva migra dopo la morte del pesce dall'intestino al tessuto muscolare! però l'unico modo per essere sicuro al 100% (anche se come dite voi le probabilità calano di molto anche pulendolo) dovrebbe essere il congelamento per 24 ore (o la cattura). Infatti nei locali che fanno il pesce crudo è obbligatorio che sia decongelato, o almeno così avevo letto!

fra l'altro ho fatto una ricerchina sulla letteratura medica e ho visto che ci sono diversi casi recenti i anche in Italia, di cui uno recentissimo a Pontedera.

Per quanto riguarda i pesci, alcuni sono più a rischio di altri, ma nessuno è immune al 100%...

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Comunque non credo sia il massimo fare il carpaccio con un pesce decongelato.

 

 

 

Io credo nvece che sia l'unico modo (oltre a cuocere il pesce) se si vuole essere sicuri al 100% di non prendersi l'anisakis...

 

????????? risposta incomprensibile. consigli di fare il carpaccio con il pesce decongelato?

Spiegati meglio che non si capisce molto. <_<

 

 

Comunque non credo sia il massimo fare il carpaccio con un pesce decongelato.

 

 

 

Io credo nvece che sia l'unico modo (oltre a cuocere il pesce) se si vuole essere sicuri al 100% di non prendersi l'anisakis...

 

????????? risposta incomprensibile. consigli di fare il carpaccio con il pesce decongelato?

Spiegati meglio che non si capisce molto. <_<

Si Massimo, il consiglio dell'utente è quello...

 

Io in realtà sapevo che per fare il carpaccio in sicurezza il pesce và eviscerato appena catturato, nulla più...

 

:bye:

 

 

per quel che riguarda il carpaccio e l'anisakiasi il dentice non è certamente tra quelli a rischio e inoltre il congelamento ci mette al sicuro perchè inattiva le larve anisakidi.

riguardo le tossiinfezioni alimentari credo che a parte il Vibrio e alcune Salmonelle citate dal Prof i coliformi siano forse i più importanti sottolineando come per gli altri invece citati grande importanza riveste la contaminazione diretta da parte di chi prepara i cibi in questione o crociata (da parte di altri cibi, utensili, piani di lavoro ecc.)

 

buon appetito

 

 

Comunque non credo sia il massimo fare il carpaccio con un pesce decongelato.

 

 

 

Io credo nvece che sia l'unico modo (oltre a cuocere il pesce) se si vuole essere sicuri al 100% di non prendersi l'anisakis...

 

????????? risposta incomprensibile. consigli di fare il carpaccio con il pesce decongelato?

Spiegati meglio che non si capisce molto. <_<

Si Massimo, il consiglio dell'utente è quello...

 

Io in realtà sapevo che per fare il carpaccio in sicurezza il pesce và eviscerato appena catturato, nulla più...

 

:bye:

 

 

 

 

Sì, intendevo questo... beh come dite voi pulire il pesce subito appena caturato potrebbe essere sufficiente, in quanto la larva migra dopo la morte del pesce dall'intestino al tessuto muscolare! però l'unico modo per essere sicuro al 100% (anche se come dite voi le probabilità calano di molto anche pulendolo) dovrebbe essere il congelamento per 24 ore (o la cattura). Infatti nei locali che fanno il pesce crudo è obbligatorio che sia decongelato, o almeno così avevo letto!

fra l'altro ho fatto una ricerchina sulla letteratura medica e ho visto che ci sono diversi casi recenti i anche in Italia, di cui uno recentissimo a Pontedera.

Per quanto riguarda i pesci, alcuni sono più a rischio di altri, ma nessuno è immune al 100%...

 

 

in questo caso l'anisakis non c'entra nulla mentre è molto probabile che si sia trattato di una tossinfezione di altra origine

 

 

LA LEGGE 531 DEL 1992 PARLA CHIARO SENZA TROPPE CONFUSIONI...."2. I pesci e i prodotti ittici di cui al punto 3 destinati ad essere consumati tal quali devono inoltre

essere sottoposti ad un trattamento di congelazione a temperatura pari o inferiore a –20°C all'interno

del pesce per almeno 24 ore, trattamento che deve essere eseguito sul prodotto crudo o sul prodotto

finito.

3. I pesci e prodotti ittici seguenti sono soggetti alle condizioni di cui al punto 2:

a) i pesci che vanno consumati crudi o praticamente crudi, come le aringhe giovani (maatje);

B) le specie seguenti se devono essere sottoposte ad un trattamento di affumicatura a freddo durante

il quale la temperatura all'interno del pesce è inferiore a 60°C:

- aringhe,

- sgombri,

- spratti,

- salmoni selvatici dell'Atlantico e del Pacifico;

c) le aringhe marinate e/o salate se il trattamento praticato non garantisce l'inattivazione delle larve

di nematodi.

L'elenco suddetto può essere modificato sulla scorta di dati scientifici, secondo la procedura

comunitaria. Secondo la stessa procedura sono fissati i criteri che consentono di definire i

trattamenti considerati sufficienti o insufficienti per distruggere i nematodi"......

 

L'eviscerazione immediata dopo la cattura è una pratica ottima nonchè per certi pesci (pesce sciabola) OBBLIGATORIA con divieto di ributtare i visceri in mare.

Questo è stato fatto per ridurre la migrazione muscolare di nematodi del genere anisakis che dopo la morte del pesce si rifugiano migrando dall'intestino al muscolo.

Inoltre tale pratica corretta abbatte le cariche batteriche provenienti dall'intestino e potenzialmente contaminanti delle carni una volta che inizia l'autolisi della parete intestinale (poco dopo la morte).

Perciò figuriamoci se evisceriamo a casa dopo una giornata di pesca,col pesce morto da un bel po' di ore....

 

Per le specie imputate di anisakiosi, non limitiamoci a pensare al solito "pesce azzurro",sgombri, salmoni ecc.... perchè per esempio anche la rana pescatrice è spesso un ricettacolo di larve. Inoltre un mio collega,il Dr. C. Bernardi, sta per pubblicare una ricerca in cui dimostra la presenza di anisakis in alte percentuali di SPIGOLE provenienti dall'Atlantico, pesce di cui prima non si sospettava di certo.

 

Per Massimo,non mi arrogo la competenza ne mi cimento certo in una improbabilissima diagnosi via web, e anzi semmai concordo con la lettera da te riportata, ma ti ricordo che anisakiosi ormai NON è + sinonimo di sindrome da LARVA MIGRANS, ma si è scoperta la capacità di antigeni di superficie della larva di scatenare risposte allergiche da lievi a gravi con sintomatologia varia e ad insorgenza medio-rapida. Ed ovviamente gli antigeni se presenti, SONO ALLERGENICI ANCHE CON LARVA MORTA O MENO.

 

Il mio consiglio è quello di fare sempre attenzione a qualsiasi "anomalia" durante la preparazione del pesce, perchè non sempre vale il detto "SANO COME UN PESCE!" .

 

Ciao

 

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