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Attenzione Al Recupero Delle Prede..!!!!!


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Il mare non prevede fenomeni e campioni.

Siamo tutti in pericolo quando scendiamo lì sotto.

L'unica sicurezza sarebbe rimanere a casa (e nemmeno...).

Chi dice che fa le cose in sicurezza perchè è allenato, perche ha il compagno in superficie, perchè non c'è corrente, sottovaluta i rischi che stà correndo.

Ecco perchè spesso sentiamo di gente esperta e allenata che ci rimane sott'acqua... per sempre!!!

Non si è mai sicuri lì sotto, non dobbiamo mai scordarlo.

Lì sotto siamo sempre a rischio.

Ci può andare bene sino a che tutto funziona come abbiamo previsto, ma il minimo cambiamento di programma può metterci in una situazione di pericolo di vita. Non solo a 30 metri, ma anche a 10 o 15.

 

Il problema è che ci sentiamo tutti dei fenomeni, chi più, chi meno, e crediamo da arroganti di essere intoccabili.

Ogni tanto però qualcuno si accorge (troppo tardi) dell'errore di sopravvalutazione delle proprie possibilità.

 

Comunque voglio raccontarvi di una cernia che ho preso quest'estate.

Non era fonda, circa 17 metri.

L'ho sparata fuori tana e, insagolata, non sono riuscito a fermarla.

S'è incastrata malamente nella spaccatura che era la sua tana.

Non riuscivo a toccare nemmeno l'asta e lei non veniva di un centimetro.

Dopo 4-5 discese ero stanchino (era la fine della pescata) e, siccome a rischiare ultimamente mi vengono le bolle, ho preso un pedagno da 2,5 kg e ho legato la sagola dell'asta al pedagno.

Ho incastrato il pedagno tra le rocce e me ne sono tornato a casa.

L'effetto dell'elastico tra asta e pedagno ha fatto il suo dovere e quando dopo circa 5 ore sono tornato lì la cernia era fuori tana senza alcuna possibilità di tornarvi.

L'ho portata su in un'apnea!!!

Sarà sicuramente una procedura crudele per l'animale, ma mi ha evitato di mettermi in una situazione di rischio a fine pescata.

 

Anche in questo caso non posso comunque dire di aver annullato completamente i rischi.

Li ho diminuiti sicuramente, ma ho operato in un ambiente estremamente pericoloso che non è fatto per noi e nel quale possiamo andare solo brevemente... correndo molti rischi appunto!

 

E' inutile che ci prendiamo in giro: andando lì sotto siamo sempre a rischio!

 

 

 

 

 

 

 

 

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quando scrivo sul forum cerco sempre di non scatenare inutili polemiche. nel 1998 ho fatto il barcaiolo al Bardi che è famoso per avere un'apnea eccezionale. verso la fine della seconda giornata trovò un branco di corvine a 29m. lo vidi risalire filando il mulinello e pensai ad una cernia, invece recuperò con tutta calma una corvina da kg. rimasi un po deluso e pensai che avrebbe potuto recuperarla senza filare il mulinello e perdere tempo. oggi capisco quando fosse giusta la sua scelta tanto più che appena finì di sistemare il fucile scese a prenderne un'altra...

 

Altro che polemiche ... è un thread utilissimo, proprio l'altro gg riflettevo sul fatto che purtroppo anche quest'anno abbiamo avuto notizie di tanti incidenti mortali ma senza approfondimenti sulle dinamiche che li hanno causati.

L'allenamento all'apnea e la pesca sub purtroppo hanno tanti punti di differenza e riflettere anche sui "dettagli" non è cosa di poco conto.

 

Grazie Leo !

 

:bye:

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è ancora vivissimo il dolore della scomparsa di uno di noi e non vorrei ferire i sentimenti di nessuno con questo argomento. non ho dei dati statistici però in quasi tutti gli incidenti che ricordi il subacqueo è andato in sincope mentre recuperava una preda. nell'incidente di martedì si trattava di una cernia, a luglio all'isola d'Elba è stato ritrovato il fucile con un grosso dentice sparato. io stesso ho avuto una sicope diversi anni fa mentre risalivo da una tana a 32m con una grossa corvina e 2 fucili in mano. a Pantelleria ho salvato il mio compagno di pesca che era andato in sincope per recuperare una tanuta di non più di 500g. un'altro ragazzo del club sub grossetano a perso la vita diversi anni fa per lavorare una cernia. si parla molto di sicurezza, di tecniche di rilassamento di respirazione, della giusta zavorra di pinne ma non si parla mai della fase più pericolosa della pesca, il momento del recupero del pesce. ogni volta che scendo molto fondo e sparo ad un pesce mi si accende un campanello d'allarme e so che sto affrontando il momento più pericoloso della pescata. forse anche l'emozione della cattura ci fa bruciare qualcosina in più, magari un movimento più rapido per afferrare il pesce e poi anche un sarago di 500g messo di piatto frena moltissimo il sub che deve risalire da più di 30m. la scorsa settimana ho pescato al Giglio dove aimè i pesci sono sempre più fondi. ho preso 3 saraghi in una tana a 33m, appena sparati ho aperto completamente il mulinello e sono risalito. li ho poi recuperati comodamente a galla, respirando e rilassandomi per un nuovo tuffo. può essere noioso riarrotolare 35m di sagolino solo per un sarago ma tanto quando si pesca a quelle quote non fa certo male rimanere 5 minuti in superfice. il terzo sarago si era incastrato ma non ho assolutamente cercato di levarlo nello stesso tuffo. sono risalito con il mulinello completamente aperto e al tuffo successivo l'ho levato dalla tana e l'ho lasciato sul fondo recuperandolo da galla. ci vuole un po di più ma così facendo non si rischia la vita....

vorrei che tutti mettessero più attenzione a questa fase della cattura, ormai il pesce è sparato ed il più è fatto, risalite subito senza cercare di recuperare il pesce e salpatelo poi con tutta calma dalla superfice. se poi si dovesse liberare avrete entrambi salva la vita...

 

Complimenti anche per la tua umilta' ! Ciao

 

 

 

 

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Caro Leonardo. Mentre leggevo le prime righe ho pensato "MULINELLO" poi ho continuato leggere e ho trovato conferma.

A volte, la foga di tenere tra le mani un pesce ti fa fare grose cavolate.

A volte trovo persone che montano si il mulinelo ma in uno stato di manutenzione pietoso che è peggio che non averlo.

Sul fondo i movimenti e la sequenza delleazioni deve essere supercollaudata al centesimo di secondo.

Grazie del contributo, ci si vede a Torre Vado.

Poi, come torni dal Venezuela si va a cinghiali, non vedo l'ora dell'apertura!

 

 

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Caro Leonardo. Mentre leggevo le prime righe ho pensato "MULINELLO" poi ho continuato leggere e ho trovato conferma.

A volte, la foga di tenere tra le mani un pesce ti fa fare grose cavolate.

A volte trovo persone che montano si il mulinelo ma in uno stato di manutenzione pietoso che è peggio che non averlo.

Sul fondo i movimenti e la sequenza delleazioni deve essere supercollaudata al centesimo di secondo.

Grazie del contributo, ci si vede a Torre Vado.

Poi, come torni dal Venezuela si va a cinghiali, non vedo l'ora dell'apertura!

Anche per i cinghiali mollate il mulinello ? la bobina quanti metri contiene ? :lol:

Ciao Gianpa

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Mi ricordo che affrontai questo argomento del mulinello con Calvino durante una pescata in Croazia. Sparai ad una tanuta da Kg in caduta ad una profondità di circa 22 metri e riportai il pesce in superficie nello stesso tuffo attaccata all'asta e messa di piatto. Per me fu un tuffo molto impegnativo e Andrea mi sgridò severamente per non aver aperto il mulinello, rendendosi conto che avevo forzato inutilmente. Fino a quel giorno consideravo un rischio esagerato lasciare il pesce sparato sul fondo mentre da allora sto molto più attento a non correre rischi simili inutilmente.

 

Non prendere troppi impegni per i cinghiali. Quando tu tornerai da Torre Vado e io dall'Estonia ........... ti toccherà portarmi molto spesso!

 

 

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Bravo Leo!

Non ci crederai ma son tornato domenica e avevo intenzione di scrivere un post sullo stesso argomento!!

Alle parole sagge di Leonardo aggiungo che tante volte, nonostante le precauzioni, basta un piccolo imprevisto per peggiorare la situazione... Vi racconto anch'io in breve ciò che mi è successo sabato in Sardegna...

Ultimo giorno di ferie, acqua blu intenso, calda e cristallina (40 metri di visibilità!), decido di tentare il colpaccio su alcune risalite che conosco.

La profondità è elevata (si va dai 28 in giù...) ma l’allenamento raggiunto nei 10 giorni precedenti e la situazione mi permettono di pescare in assoluta sicurezza a quelle quote.

Dopo un paio di grossi saraghi decido di spostarmi sui dentici, ma dopo alcuni tuffi capisco che non c’è niente da fare, i pesci, tanto grossi quanto apatici e direi stronzi :angry: , stanno appena sopra il termoclino a 38 metri e non hanno nessuna intenzione di avvicinarsi.

Cambio zona e cerco una tana di cernie che si trova a 34 metri, la individuo con una planata ma la cernia sembra non essere all’ingresso dello spacco, decido allora di visitarla. In questi casi scelgo sempre di sganciare la cintura qualche metro più in alto del fondo, in modo da essere neutro, quindi più silenzioso e acquatico, nell’avvicinamento alla tana. Non trascurabile, anzi direi fondamentale, anche il fatto che risalire da quelle quote senza pesi è molto meno dispendioso e garantisce una maggior sicurezza.

Mi ventilo con cura, scendo e dopo aver sganciato la cintura mi affaccio con cautela all’imbocco della tana... lei è lì!! Davvero grossa, perdo l’attimo e mi scoda tirando su un polverone tale che non mi permette di vedere all’interno della tana se si è posizionata di muso o no. Sfruttando quel poco tempo che mi rimane decido di ripulire l’ingresso della tana da un vecchio e pericoloso palamito che mi potrebbe creare problemi al tuffo successivo.

Dopo aver informato Alessandra (la mia fedelissima barcaiola, nonché fidanzata) della presenza del pescione attendo qualche minuto per recuperare in superficie e mi preparo per una nuova discesa.

Sapendo che troverò la cernia già all’interno dello spacco impugno la torcia e riparto...come pensavo è là, nel buio della tana, molto in fondo ma è di muso! Sparo col mio fedele 110 doppio elastico e la trafiggo perfettamente in mezzo agli occhi... Penso TIRO PERFETTO, ora è un gioco da ragazzi, la estraggo senza problemi e risalgo aprendo il mulinello, poi con calma la recupero da galla... Seeeeeee.... sembra facile a dirsi!

A 5 metri dal fondo, nonostante usassi la mano per frenare la bobina del mulinello un piccolo cappio di sagola acchiappa incredibilmente la manovellina! Nooooo... mi tocca fermare la risalita e ragionare con calma... decido di cercare di sciogliere la sagola, ma la tensione del pesce, di più di 17 kg, che nel frattempo è uscito dallo spacco, tirando e dando delle codate impressionanti non mi permette di farlo. Il fatto di essere senza cintura, bello leggero, mi ha permesso di trascinarla verso la superficie di una ventina di metri, per poi lasciare alla sovra distensione della vescica natatoria l’ultimo compito di portarla a galla. Uscito con le gambe belle “cotte”... mi convinco sempre di più che prevenire è meglio che curare!!!

Avessi avuto anche solo 3kg di zavorra da portare a galla sarei stato nella :cacca: ...avrei dovuto aprire la mano e perdere con molta probabilità pesce e fucile!

Ricordiamoci tutti che anche a quote minori, che possono comunque essere impegnative per le nostre capacità individuali, si può e si deve operare sempre nella massima sicurezza. :siiiii:

 

Leo ci si vede in Puglia!! :bye:

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Bravo Andrea! Hai centrato il punto! ;)

 

Questo è quello che intendo con prevenire...

 

C’è giusto una "sottile" differenza tra far le cose in sicurezza o no!

 

Se non avessi sganciato la cintura...preventivamente...avrei dovuto aprire la mano immediatamente nell’accorgermi dell’imprevisto.

Se non avessi avuto un’assistente in superficie ben istruita e preparata non avrei nemmeno deciso di sparare!!

Se non ci fosse stato il mare perfettamente calmo, temperato e con corrente quasi assente non avrei deciso di pescare a quelle quote!

 

Spero di essere stato chiaro nello spiegare qual è la “sottile” differenza che c’è tra far le cose in sicurezza o non farle e che ti salva la pelle...

Sono stanco e addolorato anch’io di leggere tutte le estati di ventenni (e purtroppo non solo...) restati sotto perché non hanno la più pallida idea di cosa fanno e quali siano i rischi del nostro sport….credimi :(

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Bravo Andrea! Hai centrato il punto! ;)

 

Questo è quello che intendo con prevenire...

 

C’è giusto una "sottile" differenza tra far le cose in sicurezza o no!

 

Se non avessi sganciato la cintura...preventivamente...avrei dovuto aprire la mano immediatamente nell’accorgermi dell’imprevisto.

Se non avessi avuto un’assistente in superficie ben istruita e preparata non avrei nemmeno deciso di sparare!!

Se non ci fosse stato il mare perfettamente calmo, temperato e con corrente quasi assente non avrei deciso di pescare a quelle quote!

 

Spero di essere stato chiaro nello spiegare qual è la “sottile” differenza che c’è tra far le cose in sicurezza o non farle e che ti salva la pelle...

Sono stanco e addolorato anch’io di leggere tutte le estati di ventenni (e purtroppo non solo...) restati sotto perché non hanno la più pallida idea di cosa fanno e quali siano i rischi del nostro sport….credimi :(

 

Non era assolutamente una critica Franco, la mia osservazione era solo una constatazione. Leggendo nel forum o parlando con amici, quella di lasciare il fucile, nel momento in cui si presenta un imprevisto importante, è una possibilità che non viene mai o quasi mai presa in considerazione.

Insomma, vorrei capire, se la mia azione di pesca, valutata in tutto e per tutto in sicurezza rispetto alle condizioni esterne e mie psicofisiche, è quella di andare giù, spare ad un pesce, filare il mulinello e risalire per un recupero tranquillo, nel momento in cui si presenta un imprevisto del genere, per rimare nei margini di sicurezza, il mio 'percorso' dovrebbe rimanere il solito e quindi l' unica cosa da fare sarebbe quella di lasciare il fucile. Insomma, secondo me, sei stato in grado di fare quello che hai fatto (e che è roba da pochi eletti), perchè se fosse andato tutto liscio saresti stato abbondantemente entro i tuoi margini.

 

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