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Studio Sull'impatto Della Pesca In Apnea


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In questi giorni ho cominciato a darmi da fare per vedere se sia possibile

dare una svolta al nostro settore costruendo(e quindi dati alla mano) finalmente un documento ad opera di un istituto specializzato di ricerca marina, affidando allo stesso un progetto di ricerca che abbia ad oggetto, appunto, l'impatto della PIA sulle prede stanziali e pelagiche all'interno delle coste italiane.

Mi sono permesso di contattare tutti i principali enti di ricerca marina

presenti sul territorio italiano(aspetto ancora diverse risposte) a cui chiedere alcune informazioni.

La più importante a mio avviso è se il privato possa sottoporre all'attenzione e quindi all'approvazione un proprio Progetto di Ricerca.

Poco fa mi è pervenuta la prima risposta del Responsabile di Biologia Marina(Dott. Corrado Piccinetti) presso il distaccamento di Fano dell'Università di Bologna, ne riporto integralmente la mia domanda e la sua risposta.

 

Domanda.

 

Il mio nome è Stefano Palmieri, per il momento rappresento un semplice

privato, volevo chiederle come e con quali presupposti(qualora esistano) sia possibile sottoporre all'attenzione della sua unità di ricerca un progetto di ricerca.

Per semplificare, vorrei sapere se un privato possa "ottenere" o suggerire un progetto di ricerca all'ente stesso?

Le scrivo da perfetto ignorante in materia quindi non sono al corrente di

quali meccanismi vengano messi in moto per la delibera dei progetti di

ricerca. Spero in una sua risposta od anche un suo contatto al quale

rivolgermi per dare una risposta al mio quesito.

Grazie.

 

Risposta del Dott. Piccinetti.

 

Le strutture di ricerca, in particolare quelle universitarie, svolgono i

progetti di ricerca che rientrano nelle esperienze dei ricercatori

inquadrati nella struttura scientifica, per i quali vi sia qualche

possibilità di ottenere finanziamenti.

Non vi sono progetti liberi, a meno che non richiedano spese, ma solo

progetti che vengono proposti, coordinati o concordati con l'ente/società

finanziatore (pubblico o privato).

Vi è la possibilità di eseguire ricerche anche per privati, che con un

contratto con l'Università si impegnano a contribuire alla realizzazione

della ricerca. I privati, a loro volta, possono utilizzare fondi propri o di

altri enti.

Il problema delle ricerche è duplice, da un lato l'esperienza, capacità e

disponibilità a svolgere la ricerca che deve avere la specifica struttura e

l'aspetto finanziario, che deve permetterne la realizzazione.

Il piano annuale delle ricerche viene fatto sulla base dei fondi ottenuti e

delle attività da svolgere.

Cordiali saluti.

 

 

Considerazioni mie

 

Se ho capito bene, qualora ci siano i fondi per contribuire a tale ricerca,

penso si possa proporre un Progetto valido che ci dia i dati necessari a

farci valere ed a smentire tutto ciò di falso che ci riguarda, senza scendere nei dettagli dato che li sappiamo benissimo tutti noi.

Ovviamente dovrebbe essere una cosa gestita tra tutti noi, con l'apporto

irrinunciabile delle aziende di settore. Altra idea che mi sembra valida, si

potrebbe coinvolgere la Fipsas(sono il primo ad odiarla, ma avendo visto che tutte le aziende sarebbero per un tesseramento per contarci) in tale progetto, proponendo l'iscrizione di tutti noi alla stessa e prevedendo una parte del ricavato del tesseramento da devolvere alla ricerca stessa. In questo modo si avrebbe l'obiettivo di contarci e di rendere la Fipsas cosciente di quanti siamo per non darle più motivi a non rappresentarci.

aspetto di ricevere, comunque le risposte degli altri enti.

Cosa ne pensate?

IL POST è PRESENTE SU TUTTI E 3 I FORUM!

 

E' POSSIBILE METTERLO IN EVIDENZA?

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Ospite gto1987

sarebbe una cosa magnifica se ci facessero tirare un po il fiato visto che siamo demonizzati..e se mai la conclusione fosse (come è vero) che non roviniamo il mare e la fauna marina, stamperei il documento e lo spedirei segretamente alla mia vicina che già quando mi vede uscire alle 6/7 di sera con le canne da pesca in mano mi indica e borbotta..chissà quando mi vedrà uscire con il fucile in mano..eh eh eh eh non vedo l'ora..

tornando la 3d sarebbe veramente uno studio fantastico..ragazzi propongo colletta generale da parte di tutti gli appassionati..

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Sul prossimo numero di Pesca in Apnea apparirà un'intervista che chiarirà molto bene alcuni aspetti legati alla "ricerca scientifica" con riferimento espresso alla compatibilità della PiA nelle AMP.

 

Alla luce di questa intervista credo che l'esigenza di commissionare e pagare uno studio possa essere valutata con maggiori elementi.

 

Joefox

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qualsiasi cosa possa fare bene alla pia ben venga,a costo di dover rinunciare a qualche pacchetto di sigarette ciascuno!

e uno studio serio farebbe bene anche alla situazione dei nostri mari,visto che appurato che non siamo noi la causa di tutti i mali magari qualcuno deciderebbe di trovare quelle vere!

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in questo modo non saremmo i soli a sapere che non facciamo noi i danni all'ambiente.

Cmq, calma, io ancora non so nulla, domani contatterò il Resp. Del Dipartimento di Bologna per sapere cosa serve affinchè siano in grado di fornirci una stima economica e di fattibilità della cosa.

Grazie a tutti, per me è importante avere l'appoggio dei colleghi, altrimenti l'idea si perderebbe, spero poi che se le cose potranno andare avanti vi aggiungerete a me per partecipare(non in senso economico) perchè credo che non sia una cosa semplice.

Per ora l'idea che mi ha fatto muovere è stata quella di sondare la possibilità se la cosa fosse fattibile, sondando tra i vari istituti preposti in Italia a cose del genere.

Mi piacerebbe avere le risposte degli altri enti a cui mi sono rivolto(Icram, Biomare, Cnr ed altri) per fare una media delle risposte e valutare meglio.

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Mi sembra molto interessante anche in previsione di un'eventuale esborso per un tesserino , licenza, permesso (Chiamatelo come volete), almeno una parte della quota potrebbe essere vincolata a sovvenzionare (anche parzialmente) uno studio finalmente serio da presentare ai vari "talebani" ,leggasi ( ministri, pseudo falsi difensori dell'ambiente, accapparratori di poltrone e stipendi a vari livelli in nome della difesa dell'ambiente).

E' meglio che ci muoviamo noi , prima che qualcuno dei "talebani " sopra citati ci faccia cadere le cose dall'alto.

:bye:

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Non nego che trovo la cosa idealmente un'ottima idea e se fosse anche fattibile sarebbe amcora meglio.

Le mie perplessità riguardano il costo visto che gli iscritti fipsas saranno un migliaio e pensare anche minimamente che i non tesserati finanzierebbero con donazioni spontanee è quasi una barzelletta, non ci uscirebbero + di 500 euri per la cena di presentazione <_< (e sono ottimista!)

Magari però i costi non sono esorbitanti...

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Ragazzi vi riporto la risposta del Dott. Piccinetti.

 

Gent.mo Sig. Stefano Palmieri,

 

ho ricevuto la scheda sull’idea di progetto di ricerca avente per oggetto

“lo studio dell’impatto della pesca in apnea sulla fauna ittica all’interno

del bacino nazionale”.

 

E’ certamente un argomento interessante e può essere affrontato con varie

modalità, che sono collegate alle possibili finalità.

 

Per conoscere l’impatto della pesca in apnea si può procedere con modalità

diverse, a seconda di cosa si conosce o si può determinare con una certa

precisione ad esempio, quanti sono i pescatori che operano in apnea? Quanti

giorni o ore operano in media in un anno? Qual è la distribuzione del tempo

di pesca in funzione dei mesi? Vi sono aree preferenziali ove si concentra l’attività?

Quali e quante sono le catture per ogni immersione media? Di quali specie

ittiche, di quali dimensioni ecc.

 

Il risultato sarà una stima del pescato annuale la cui precisione dipenderà

dalla precisione dei singoli elementi conoscitivi e dal numero di

informazioni sperimentali che si riuscirà a raccogliere.

 

L’indagine si può fare mediante la compilazione di schede da parte dei

singoli pescatori e/o con il rilievo sperimentale sul campo da parte di

rilevatori o entrambe le modalità.

 

Se poi si vuole iniziare la studio su un’area particolare (una o più AMP) o

Regioni, si riduce il lavoro di campionamento e si può migliorare la

precisione.

 

Sono state fatte indagini simili sulla pesca sportiva (in particolare per il

tonno) e vi sono esperienze di collaborazione con i diving.

 

Se crede, prima di incontrarci, potrebbe scambiare alcune idee con il Dott.

Stefano Goffredo (Email: s.goffredo@unibo.it) del Dipartimento di Biologia

Evoluzionistica Sperimentale dell’Università di Bologna) che da anni lavora

con schede predisposte da subacquei, in tutta Italia, e con il quale

collaboro per diverse attività.

 

Il Dott. Goffredo è normalmente a Bologna, mentre io vi capito attualmente

una o due volte a settimana per le lezioni.

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Questo studio viene già fatto per il pescato delle gare. Come facciamo a "dare i numeri" (in senso buono :D e non dei matti) per i non agonisti e per giunta non tesserati? :blink:

 

Se si riuscisse con una semplice raccolta schede sarebbe fantastico...

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bisognerebbe impegnarsi realmente per cambiare le cose.

Tutti quanti aspettano che siano gli altri a far qualcosa, e di questo passo ci cancelleranno.......poi dopo diremmo: ah se solo avessi fatto qualcosa!!!

Ora lo si può ancora fare, per cui ragazzi, c'è bisogno di idee concrete.

Io, per esempio ho proposto(nonostante sia io stesso contrario) di effettuare l'iscrizione alla Fipsas o meglio ancora creando una associazione tuttas nostra) per contarci, c'è poco da fare dobbiamo sapere quanti siamo.

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