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Brutto Incidente Per Coste


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Sicuramente la conoscenza non guasta... però direi che ci sono altre priorità su cui gradirei che i nostri amici scienziati si concentrassero.

 

La sincope è dannosa? La samba è dannosa?

Quali sono gli effetti a lungo termine di una serie di sincopi ripetute? E di sambe?

 

La risposta a queste domande mi pare cruciale. Credo che questa domanda non meriti risposte scherzose.

 

Giorgio

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Ospite Gianfranco Ciavarella

fare analisi di quanto accaduto mi pare difficile, come ho già avuto modo di scriverti mi pare che siano capitate una serie di tre cose.

la perdita di coscienza in discesa, cattiva coordinazione unita alla sincope sul fondo (ma non era vero che le sincopi si beccano solo in risalita a pochi metri dalla superficie????), da una risalita con pallone senza alcuna possibilità di freno o di controllo negli ultimi metri.

 

Tutto ciò in finzione di quanto hanno scritto e quindi va preso con le molle visto che si tratta di apneisti che anche in questi casi riescono a descrivere una sincope o una perdita di coscienza e di lucidità come un "bellissimo sogno".

 

Ciao da :jrgian:

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Avrei pensato ad un'ischemia collegata ad uno scompenso di pressione sanguigna, che a quelle profondità subisce variazioni non indifferenti.

Invece, si tratterebbe di una sorta di taravana collegato non al numero di immersioni profonde ravvicinte, ma alla profondità dell'immersione stessa.

Però, sembra che i problemi fossero presenti già in discesa, in quanto Coste a malapena era riuscito ad azionare il sistema di risalita, dunque, com'è possibile un malore da decompressione in discesa ?

Sarebbe utile che, non appena possibile, fossero messe a disposizione le cartelle cliniche di Coste, sarebbe utile per capire cosa è davvero successo e per potere salvare in futuro vite umane.

 

Più che una sorta di Taravana è una vera e propria Embolia Gassosa Arteriosa su base traumatica, legata ad una eccessiva velocità di risalità con danno barotraumatico polmonare ed entrata nel circolo arterioso di una o più bolle gassose (vista la pluralità dei sintomi) e successiva localizzazione cerebrale: in particolare la perdita della parola denuncia un danno della porzione della corteccia cerebrale parietale sinistra (Area di Wernicke), l'emiplegia sinistra denuncia un'ostruzione nei territori dell'arteria meningea media (a livello della sua biforcazione), le vertigini e la difficoltà alla deambulazione un danno sia delle strutture vestibolari che del cervelletto.

 

La pressione sanguigna s'innalza per effetto del Diving Reflex già al semplice contatto del viso con l'acqua acqua, ma durante la discesa si mantiene più o meno costante, quindi non ritengo abbia avuto un ruolo importante (o quanto meno definitivo) nel provocare i danni descritti.

 

L'effetto dell’aumento pressione ambientale è invece responsabile del quadro di intorpidimento neurosensonsoriale provato in discesa e sul fondo quale conseguenza di quella che viene chiamata "Narcosi d'Azoto" o "Ivresse de la profondeur" dei francesi e cerco di spiegarmi:

L'aria, a livello del mare, è prevalentemente composta di ossigeno (O2 - 20,96% - pressione parziale nel sangue PpO2= 97 mmHg -Millimetri di Mercurio), Azoto (N2 - 78,08% - PpN2= 568 mmHg), Anidride Carbonica (CO2) + altri gas cosiddetti rari 0,03%(PpCO2= 40 mmHg)); con la ventilazione forzata che si effettua prima di una immersione in apnea una quota abbastanza cospicua della CO2 viene allontanata, l'O2 aumenta in maniera estremamente limitata mentre l'N2 rimane percentualmente invariato.

Nel corso della discesa verso il fondo le pressioni parziali dei vari gas nel sangue aumentano in maniera direttamente proporzionale con l’aumento della pressione ambientale per cui, oltre alla nota sensazione di benessere per l’elevata PpO2, si ha un sempre maggiore effetto narcotico dell’N2 (ricordiamo che Coste ha raggiunto una profondità equivalente ad una pressione di quasi 20 Atmosfere cioè con una PpN2=10848,8 mmHg):

Ritengo a questo punto necessario approfondire l’argomento definendo in maniera più dettagliata la legge di Henry che è quella che poi regola gli scambi gassosi tra alveoli, sangue e tessuti; tale legge enuncia:

 

La quantità (Q) di un gas che diffonde in un liquido e/o in un tessuto è

direttamente proporzionale alla pressione che il gas esercita sulla

superficie del liquido e/o del tessuto.

 

Q = K x Pgas (K = costante di Henry)

 

 

Questa legge regola la solubilità dei gas nei liquidi e nei tessuti.

 

 

In condizione iperbariche (di aumentata pressione ambientale) il quantitativo di gas che diffonderà nel sangue e nei tessuti sarà in percentuale maggiore che in condizioni di normobarismo, proprio perchè le pressioni parziali di ogni singolo gas componente il mixing respiratorio aumenteranno in maniera direttamente proporzionale all'aumento della pressione ambientale (principio fondamentale dell'ossigeno terapia iperbarica: l'O2 oltre che legato ai globuli rossi viaggia disciolto in elevata quantità libero nel sangue).

Per la CO2 il discorso è praticamente lo stesso: in immersione l'organismo produce notevoli quantitativi di CO2 sia con i processi energetici muscolari (aumento della produzione di Acido lattico) che per le condizioni stesse legate all'ambiente iperbarico (stress apneico, termico, metabolico ed ansiogeno) inoltre vi sarà un aumento esponenziale dei valori di CO2 che oltre a provocare ipercapnia (di solito di grado moderato durante la discesa del no limits) sarà fattore concausale nel provocare uno stato pseudoallucinatorio (carbonarcosi) e che in particolari condizioni può provocare addirittura crisi di panico sul fondo con tutte le conseguenze che si possono immaginare (forse è questo il motivo della morte di A. Mestre?).

Da quanto finora esposto è evidente che il manifestarsi di una Sindrome Neuropsichica da profondità nell’immersione in apnea è legato al concatenarsi di una serie di eventi di carattere biochimico, conseguenti ad una pressione ambientale superiore a 13 - 15 ATA (PpN2=8520 mmHg), e che hanno come bersaglio principale le cellule del Sistema Nervoso Centrale (SNC).

Poiché è noto dalla letteratura che l’azione degli anestetici gassosi, Protossido d’Azoto in particolare, si esplica a livello di particolari strutture delle cellule nervose (sinapsi e membrana cellulare), mediante blocco della trasmissione dello stimolo e mediante la depressione di alcuni sistemi metabolici, è evidente come un aumento della densità dell’N2, per effetto della aumentata pressione ambientale induca un effetto di blocco sulla membrana cellulare, che, unito alle capacità narcotiche dell'Azoto, provoca la comparsa dell’ebrezza di profondità anche nell’immersione in apnea profonda con elevata velocità di discesa ed oltre la fascia di 12 ATA.

Sovrapponendosi poi la neurotossicità dell’O2 , in unione ad un possibile stato di intossicazione da CO2, appare chiaro che la sindrome tenderà ad aggravarsi sino a provocare un vero e proprio stato allucinatorio quale quello raccontato da Coste.

 

se ci sono domande sono a vostra disposizione.

Modificato da Massimo Malpieri
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Ospite Gianfranco Ciavarella

Una domanda?

Una montagna!

 

Fammi riflettere un pò Massimo, le cose che tu hai scritto non sono affatto novità per me e tu le scrivi da tanto tempo ma so senti l'assordante stridore con le convinzioni degli apneisti?

 

Didattica e agonismo Federale sono fondate sull'assetto costante.

Le scuole non Federali hanno nel costante una sorta di Totem.

La tua stessa relazione ha consentito ai dirigenti di leggere quello che gli sembrava comodo e NON leggere ciò che era scomodissimo.

 

Basterebbe leggere quanto hai scritto per far smettere ogni attività federale di questo tipo e non mi pare che si possa restringere la cosa ai 12 ATA, sai bene che la narcosi in individui predisposti e poco allenati si presenta anche a meno di 4 ATA.

Sai bene, sei stato il primo a scriverlo (io stesso l'ipotizzavo senza ancora aver letto cose da te scritte precedentemente) che inviare un apneista svenuto in superficie con metodi tipo bilancino o pallone può stroncare una vita invece che salvarla e l'esperienza Coste ne è stata una prova generale sul campo. Ho sempre avuto il sospetto, te lo confesso, che ad ammazzare la Mestre sia stata una assistenza errata e confusionaria, basata su concetti errati e vetusti. Occorrono altre sperimentazioni???????????? :eek::eek::fish:

 

 

 

Ciao da :jrgian:

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La spledida spiegazione del Prof. Malpieri, perfettamente comprensibile a chi, come me, non ha cognizioni specifiche di medicina, mi induce a fare altri pensieri, stavolta di ordine giuridico (materia, questa, a me ben più congeniale).

 

La riflessione è relativa alle conseguenze civili e penali a cui può assai facilmente andare incontro la società, lo staff e non ultimo, l'allenatore di un atleta infortunato in una gara di profondismo come la specialità no limits (ma non solo questa).

Neanche in Federazione vi sarebbero sonni tranquilli da dormire se un caso Coste si fosse verificato in Italia o avesse coinvolto un atleta italiano.

Basta pensare un attimo alle conseguenze risarcitorie per lesioni cerebrali o neurologiche e ci si rende conto subito della portata del problema.

A breve mi riprometto di esser più dettagliato.

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Rick, provo a fare una descrizione fisica di te, anche se non ti conosco...

 

Sei per caso "panzone e pelato".... :laughing:  :laughing:  :laughing:

 

Perdonami se non capirai ma sappi che non ti sto prendendo in giro... :laughing:  :laughing:

 

:blink::huh::lol::lol: ...panzone e pelato ?!?

Beh, qualche capello in meno rispetto ai 20 anni c'è, anche se pelato ancora non direi, panzone sicuramente no!

Perchè mai me lo domandi ?

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Ospite Gianfranco Ciavarella

Perchè ti stai avviando verso una pista già battuta da tempo da me e da Giorgio.

Naturalmente la cosa più benevola che ci hanno detto è che siamo i panzoni pelati... :laughing:

Tralascio il resto per evitare censure...

Ciao

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Allora se ho ripetuto cose già dette, mi scuso.

Purtroppo non ho molto tempo per seguire tutti i threads e mi sono perso più di una battuta.

In verità, credo che qualunque persona sensata alla fine arrivi alle considerazioni che, come hai detto, in questo forum siamo almeno in tre a condividere: la realtà è troppo evidente per non vederla!

Pazienza, vuol dire che da oggi anch'io prenderò la mia rata di improperi, ma chi me li rivolgerà troverà pane per i suoi denti, questo è poco ma sicuro... ed ho appena cominciato ;)

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Ospite Gianfranco Ciavarella

Non ti scusare, e di che poi?

 

Occorre pure dire che "REPETITA IUVANT"... non sie daccordo?

 

Qui, poi, ci sono dei sordi incredibili e ripetere le cose mille volte diviene INDISPENSABILE!

:ajo:

Modificato da Gianfranco Ciavarella
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In qualunque disciplina sportiva conosciuta, quando uno sportivo di fama internazionale subisce un infortunio l'organizzazione fornisce le motivazioni dell'incidente e rende note le sue condizioni di ripresa, consentendo al pubblico di capire e di seguirne la convalescenza.

Ma non in questo caso, a quanto pare.

Mi sbaglio ?

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In qualunque disciplina sportiva conosciuta, quando uno sportivo di fama internazionale subisce un infortunio l'organizzazione fornisce le motivazioni dell'incidente e rende note le sue condizioni di ripresa, consentendo al pubblico di capire e di seguirne la convalescenza.

Ma non in questo caso, a quanto pare.

Mi sbaglio ?

Perchè esite un'organizzarione?

Secondo te di quali mezzi dispone la "AIDA"?

Sempre peggio.

Gabriele :angel:

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