Barotrauma Oculare

[Davide Serra]

Non so chi ti abbia raccontato questa storia della trachea, o su quale testo l'abbia letta, ad ogni modo ciò che si può bloccare a causa dello scarso allenamento sono le strutture molli, cioè il palato molle e la glottide.

 

La trachea è una struttura sostanzialmente rigida che non va incontro a schiacciamento. Inoltre non ci sono muscoli volontari che potresti adoperare per opporti ad un presunto schiacciamento.

 

Quindi l'impossibilità di compensare nel tuo caso è stata causata da uno scarso controllo dei movimenti delle strutture molli, perchè non abituate a contrastare simili pressioni elevate rispetto alla norma (3,5 atm a 25 mt).

 

Quello che si intende per gradualità non significa scendere ogni giorno di più...non sò quali siano i tuoi obiettivi, certo è che trasferire l'approccio che ti è stato inculcato per l'apnea nella pesca è quanto di più sbagliato tu possa fare...ma ripeto che non so quali sono i tuoi obiettivi...Ad ogni modo tieni presente che per incrementare le quote operative di pesca anche di pochi metri possono volerci anni.

 

Chiarito questo direi che l'argomento può considerarsi esaurito, non pretendo di cambiare le tue opinioni, ti abbiamo in tanti già dato dei preziosi consigli, ora sta a te seguirli o meno...il "se puoi sognarlo puoi farlo" lo lasciamo ad altri...

 

Ciao Dave!

[scarpuccio]

 

Esatto. Dopo 9 mesi in apnea in piscina, dove ottengo prestazioni discrete (100 m di dinamica, 4'38'' di statica), sono entrato in acqua con la muta per la prima volta giovedì, facendo il primo grado CMAS, ho riprovato venerdì insieme a quelli del secondo grado scendendo abbastanza agevolmente a -15, venerdì con quelli del terzo c'era la sagola a -25 e la tentazione era troppo forte... Visto che compensavo molto bene, ho provato (senza forzare) e sono andato a -20 la prima volta, quando mi si è bloccata la trachea e non riuscivo più a compensare. Ho riprovato preparandomi meglio e sono andato giù facile fino in fondo. A quelle quote le sensazioni iniziano a diventare forti... ho provato una sensazione di benessere una volta in superficie, una voglia strana di tornare giù... Mi sono un po' spaventato e ho tirato i remi in barca.

Poi sono andato a pescare un'oretta, senza mai scendere sotto gli 8 metri (a occhio, non ho il profondimetro). Alla fine ho anche preso il mio primo pesce, un tordo di un paio di etti, ciliegina sulla torta.

Evidentemente non ho compensato sempre bene con la maschera perché ho un discreto edema nell'occhio sx. Non sai che voglia che ho di tornare in acqua...

 

Andrea

<{POST_SNAPBACK}>

 

 

Io credo di andare contro corrente.

Ho letto i tuoi post sorridendo, perchè ci hai raccontato con tutta franchezza eseprienze che la maggior parte di noi (se non tutti) ha in qualche maniera avuto agli esordi delle proprie esperienze marinare.

Oggi, dopo tanti anni, è facile tirarti le orecchie da dietro un monitor del computer, ma ritengo comunque che l'atteggiamento che hai avuto e il tono garbato con cui hai "incassato" le varie litanie (tutte giustissime, per carità) meritino un pò di comprensione in più.

 

Ritengo che l'insegnamento principe che ogni uomo possa avere provenga dall'eseprienza empirica, provata su se stessi.

I libri, i corsi, le parole servono ad avere una base, ma solo teorica.

Senza una prova reale rimane tutto in teoria.

 

Colpo di ventosa......e se non ti schiaccia veramente la maschera al viso come fai a dire quali sono le sensazioni e i danni che questo inconveniente può causare?????

 

All'epoca della mia prima moto mio Padre mi mise in guardia circa i pericoli che correvo dicendomene di tutti i colori, e io "si, si ,si " e poi andavo con la serenità e l'innocenza di chi, non avendolo mai provato, non è cosciente della reale pericolosità di ciò che sta facendo. Poi sono finito sotto a un Camion e il Signore mi ha graziato.

Ora guido a 40 allora una Vespa e sono felice così.

 

Ascolta e rifletti su tutto ciò che ti trasmettono i più "anziani", abbi sempre un rispetto assoluto dell'ambiente marino e non dimenticarti mai che sei un ospite.

 

Comprendi ad ogni uscita le sensazioni che il tuo corpo ti trasmette, fai tesoro e grande esperienza dei pericoli scampati e dei piccoli incidenti/inconvenienti che ti capiteranno (perchè, anche se gli altri non lo dicono apertamente, te ne capiteranno).

 

Sii sempre prudente cercando di essere sempre lucido per poter prendere la decisione più saggia in ogni momento.

 

Il mare ti deve ancora accettare, rispettalo e sii paziente,

ciao,

Davide

[Massimo Malpieri]

diciamo che per emettere una prognosi è necessario valutare dal vivo le caratteristiche della lesione; in genere, per un colpo di ventosa, ci vogliono almeno 20 giorni di stop (per il danno vascolare ai capillari dell'occhio), giustamente una valutazione di uno specialista (che sappia di subacquea) è il miglior consiglio che posso darti.

Per il resto, anche se i miei modi non sono stati certo da educanda, voglio dirti che l'apnea si affronta con gradualità esponendo di volta in volta il proprio corpo alle modificazioni fisiologiche che avvengono alle varie profondità; non è stato pertanto corretto, a mio avviso, il tuo comportamento ed ancor meno quello dei tuoi istruttori che ti hanno invogliato a saltare le tappe per una performance che poteva risultare pericolosa.

Voglio ricordare la frase del mio Maestro Prof. Mauro Ficini:

 

L'apnea non è pericolosa ma può essere pericoloso il modo in cui la si fà