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Prima Colazione


Ospite licchio79

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La domanda non solo è lecita ma giustissima ed interessante. Spesso vine sottovaluta l'importanza della prima colazione per chi svolge attività subacquea. Aggiungo che è importantissimo il pasto della sera prima dove dovresti evitare alcolici, ricche abbuffate, pasti ricchi di proteine e orientarti verso un semplice piatto di pasta in bianco con un goccio d'olio extra vergine d'oliva e una leggera spolverata di parmigiano, frutta (non agrumi), verdura cotta o insalata blandamente condida, ma soprattutto bevi qualche bicchiere d'acqua in più due orette dopo il pasto.

La mattina evita theina e soprattutto caffeina in quanto stimolanti, niente the e caffé per intenderci, ma acqua. Evita latte e succo di frutta che sono difficilmente assimilabili. Mangia alcune fette biscottate con al più un velo di marmellata. I carboidarati assunti la sera prima e quelli della mattina saranno fruibili dal tuo organismo durante tla battuta di pesca. Non dimenticare di rintegrare liquidi durante la pescata, sorseggiando acqua liscia naturale (senza bollicine).

A fine pescate prediligi un pasto ricco ifrutta e verdura per reintegrare le vitamine ed i sali minerali persi, ma soprattutto bevi tanta acqua durante tutta la giornata (circa 2lt).

Il discorso sarebbe molto più ampio e da approfondire caso per caso. Ti consiglio di seguire un corso di pesca in apnea o di apnea, dove attingerai a tante informazioni oltre a questa.

Se il discorso ti interessa particolarmente potresti cercare contatti con un nutrizionista, o un preparatore atletico o un dietologo, a secondo delle tue esigenze.

ciao

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Fatevi una pera!

 

Verrebbe voglia di dire, ma leggete il perché!

Si è affermato, in altri interventi, che la classica zolletta di zucchero negli sport di resistenza è stata messa al bando.

Il problema, a parte la zolletta, rimane quella degli zuccheri semplici.

Molte volte, in trasferta per le gare, negli hotel o nei bar, si è tentati, vista l’ampia offerta, a consumare una ricca e variata colazione pre-gara; questo può accadere anche a casa quando nel tentativo di non tralasciare nulla ingurgitiamo di tutto e di più o presi dalla tensione non riusciamo a introdurre niente.

Modificare le nostre abitudini quotidiane proprio nel giorno di una gara o di un’uscita può essere addirittura controproducente.

Se siamo abituati prima di un allenamento alla tazza di tè con due o tre biscotti è decisamente rischioso fare “il pieno di carboidrati” consumando tre ore prima tè molto zuccherato, un’abbondante razione di corn-flakes, e una decina di fette biscottate con il miele.

Perché ?

Non c’è bisogno di scomodare un nutrizionista per avere una risposta è sufficiente far riferimento ad un recentissimo articolo del Dott. Enrico Arcelli, grande esperto di alimentazione nello sport.

“Il pieno di carboidrati” con zuccheri semplici a rapido assorbimento determina un notevole innalzamento della glicemia (tasso di glucosio nel sangue); a questo punto il pancreas manda nel sangue una gran quantità di insulina e il tasso di questo ormone, all’inizio della prestazione, è talmente alto che risulta difficile per i muscoli usare i grassi.

Il corpo utilizza così fin dai primi attimi una miscela costituita da una elevata % di carboidrati e di pochissimi grassi; la conseguenza è che i depositi di zuccheri ( sotto forma di quella sostanza che si chiama glicogeno) si svuotano precocemente e si rimane come senza benzina.

Il desiderio di fare una scorta in più fa commettere l’errore di esagerare nelle quantità utilizzando tra l’altro carboidrati ad “alto indice glicemico” che fanno elevare il tasso di glicemia.

Tra questi cibi figurano oltre al miele, ai cereali per colazione, alle fette biscottate anche il pane, le gallette di riso, le brioches, e la maggior parte dei dolci e dei biscotti, la marmellata, i succhi di frutta zuccherati e altre bevande dolci compreso il tè in bottiglia.

 

Cosa si deve mangiare allora per non alzare troppo i livelli di insulina?

- Non mangiare tanto

- Pochi cibi ad alto indice glicemico, questi tra l’altro causano meno problemi agli atleti allenati che hanno delle basse % di grasso corporeo in quanto questi producono meno insulina

- Fare la colazione solita, come l’esempio di sopra, con il nostro tè poco zuccherato e soltanto due/tre fette biscottate con un velo sottile di miele o meglio con poca marmellata

- Arcelli consiglia, sempre nel rispetto delle 3 ore, anche alcuni alimenti a scarso I.G. quali le mele, le pere o altra frutta ad eccezione dei cachi e delle banane; per chi lo digerisce anche il latte parzialmente scremato o lo yogurt.

- Questi consigli valgono anche per chi segue l’alimentazione “a Zona” messa a punto da Barry Sears

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per la verità tempo fa ho provato a seguire la dieta a zona e devo dire con scarsi risultati che non vanno certo imputati alla validità della dieta che sicuramente visto il successo avuto è validissima. credo però sia una dieta molto difficile da seguire soprattutto per i ritmi con cui abbiamo a che fare al mondo d'oggi.

:boxing::boxing:

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per la verità tempo fa ho provato a seguire la dieta a zona e devo dire con scarsi risultati che non vanno certo imputati alla validità della dieta che sicuramente visto il successo avuto è validissima. credo però sia una dieta molto difficile da seguire soprattutto per i ritmi con cui abbiamo a che fare al mondo d'oggi.

:boxing:  :boxing:

 

Vedo anch'io che i miei atleti preferiscono seguire e personalizzare la dieta dissociata di Shelton e non quella di Saltin.

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La Zona (definirla solo dieta e' riduttivo) non e' semplice e va ben calibrata da persona a persona e da attivita' ad attivita'. E poi e' impegnativa.

Io, nei due anni in cui l'ho seguita, ho raggiunto una condizione di forma che non pensavo di poter raggiungere.

Non e' LA soluzione, ma solo una tra tante: c'e' a chi va bene e a chi non va bene.

 

Quindi, Maurizio, tra i pinnatisti di tua conoscenza non la segue nessuno?

 

Ciao.

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oltretutto c'è anche da sottolineare il fattore economico, nel senso che seguire un certo tipo di alimentazione costa bei soldini. in questi anni di palestra me ne sono accorto bene, del resto non posso tornare indietro e mangiare come capita significherebbe aver buttato via i sacrifici e gli sforzi di questi anni. per cui ognuno di noi valuti la dieta che fa per lui anche sotto questo punto di vista. :bye:

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La Zona (definirla solo dieta e' riduttivo) non e' semplice e va ben calibrata da persona a persona e da attivita' ad attivita'. E poi e' impegnativa.

Io, nei due anni in cui l'ho seguita, ho raggiunto una condizione di forma che non pensavo di poter raggiungere.

Non e' LA soluzione, ma solo una tra tante: c'e' a chi va bene e a chi non va bene.

 

Quindi, Maurizio, tra i pinnatisti di tua conoscenza non la segue nessuno?

 

Ciao.

 

Confermo le Tue perplessità sull'impegno, a seguire alla lettera, una particolare dieta o le novità che periodicamente ci vengono propinate dai media.

Personalmente preferisco che i miei ragazzi non si sentano oppressi dal guru del momento, tramite i medici sportivi diamo delle indicazioni generiche e dei consigli intelligenti.

Io sono rimasto ancora ai consigli che derivavano dal Prof. Rosseti, marito e allenatore di Laura Fogli, che ci illustrava a grandi linee il modo di alimentarsi della dieta dissociata di Shelton; molti dei ns. ragazzi e master, vista la semplicità, si sono adeguati ed ancora adesso nelle loro famiglie è diventata una consuetudine seguire, più o meno, queste regole.

Nel pinnato non sò dirti quali atleti seguono una particolare dieta e quale di queste diete sin ora elencate.

 

Anche perchè a dir il vero, per gli atleti, il problema non è dimagrire ma mantenere il peso forma che, generalmente, negli sport di resistenza tende a diminuire troppo a scapito della massa muscolare.

Arcelli parla di "cannibalismo muscolare" quando il catabolismo è maggiore dell'anabolismo proteico; in alcuni casi ho visto ciclisti al di sotto del 3% di grasso corporeo, in questo caso il medico sportivo deve intervenire.

Ecco perchè, ad esempio, si sono utilizzate le proteine del latte e gli aminoacidi ramificati.

Ma le proteine più di un tanto non fanno!

 

Nel 1984 a Caorle, in un Meeting di Atletica, nella 3°/4° serie dei 100 mt. , con un modesto 10"70, appariva colui che nel 1987 a Roma avrebbe stabilito il nuovo Record del Mondo sui 100 mt. (BJ).

Nella stessa serata il "grande" prof. Carlo Vittori, CT dei velocisti ed allenatore di Mennea, sostenne che non era possibile vedere atleti aumentare di diversi Kg. (8/10/12), avendoli visti negli anni precedenti e diventando pressochè irriconoscibili.

Vittori sempre in quel contesto televisivo, il Processo ai Mondiali, sosteneva che per sua esperienza l'introduzione di integratori proteici (normali senza aggiunte anomale), nel periodo massimo di potenziamento m. , al massimo apportava ad un aumento ponderale di 800 GRAMMI , questo nel periodo invernale (!).

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Confermo le Tue perplessità sull'impegno, a seguire alla lettera, una particolare dieta o le novità che periodicamente ci vengono propinate dai media.

Personalmente preferisco che i miei ragazzi non si sentano oppressi dal guru del momento, tramite i medici sportivi diamo delle indicazioni generiche e dei consigli intelligenti.

Le novita' dei media, e credo tu sia d'accordo, le lascerei li dove stanno.

Non credo siano cose per atleti, per medici e per preparatori.

La Zona, e vi prego di non spacciarmi per suo sponsor, e' assorta ai clamori dei media per motivi che vanno al di la' dei suoi intrinsechi contenuti. Chi la conosce veramente bene non sono tanti, ed i media non hanno quasi mai fatto buon informazione in merito. Anzi, e' stata piu' che altro demonizzata.

 

Resta valido che ogni dieta (forse meglio dire regime alimentare) comporta difficolta', di tipo economico, sociale e mentale.

Economico perche' alimentarsi bene costa, checche' se ne dica.

Sociale perche' il mondo in cui viviamo da all'alimentazione un significato spesso alieno rispetto al bisogno di procurare cibo e salute al corpo.

Mentale perche' entrano in gioco processi psicologici complessi e spesso insormontabili.

 

Anche perchè a dir il vero, per gli atleti, il problema non è dimagrire ma mantenere il peso forma che, generalmente, negli sport di resistenza tende a diminuire troppo a scapito della massa muscolare.

Arcelli parla di "cannibalismo muscolare" quando il catabolismo è maggiore dell'anabolismo proteico; in alcuni casi ho visto ciclisti al di sotto del 3% di grasso corporeo,  in questo caso il medico sportivo deve intervenire.

Ecco perchè, ad esempio, si sono utilizzate le proteine del latte e gli aminoacidi ramificati.

Ma le proteine più di un tanto non fanno!

Comprendo le tue ragioni e comprendo anche il tuo richiamo al dimagrimento.

Ma quando ho scritto che ho raggiunto uno stato di forma insperato non intendevo parlare di mera demolizione dei grassi in eccesso.

Andavo ben oltre la taglia dei vestiti, piu' precisamente mi riferivo ad uno stato di benessere fisico e mentale.

Una condizione alla quale dovrebbero aspirare tutti e che, nel caso degli atleti, permette di rendere meglio e di piu'.

 

Ciao.

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Nelle uscite invernali, per la colazione ho provato fette biscottate con marmellata o miele, dopo un'oretta di permanenza in acqua cominciava a venirmi su l'acido (poco tecnico ma concetto chiaro) e accusavo una mancanza di energie. Poi ho provato le barrette energetiche ad alta digeribilità (quelle a base di cereali e frutta secca ) ne mangio una prima di entrare in acqua accompagnata da molta acqua e pesco per 3 ore senza nessun problema. Cosa ne pensate? Ciao.

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Ospite Rackham

Mi ricollego agli amici che anno parlato di "Zona".

Ho la fortuna di avere un amico nutrizionista che mi ha seguito all'inizio.

E' un regime alimentare che sto cercando di adottare da qualche anno e ho riscontrato giovamento.

 

La mattina di pesca faccio una normale colazione, come tutti i giorni, poi, se la battutta dura molto, porto in plancetta un paio di barrette carbo-proteiche da consumare in acqua all'occorrenza.

 

R.

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