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Nuove grandi emozioni di pesca


Ospite Mariano Satta

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Ospite Mariano Satta
quelle alghe infestanti, poi, mi sembra di averle già visto.

quando torno a pescare in calabria focalizzerò maggiormente il fondale.

 

Marcello

LE ALGHE INFESTANTI SONO LA "CAULERPA TAXIFOLIA

 

Segnalai il problema legato alla Caulerpa Taxifolia nell'ottobre del 2002, allego il testo di allora.

 

http://apnea.modronebo.net/apnea/taximed.jpg

 

La caulerpa taxifolia

copre già un chilometro quadrato

 

OLBIA 16/10/2002. . L'alga assassina sta colonizzando a velocità impressionante il mare tra Olbia e Golfo Aranci, è una vera invasione.

 

La preoccupante segnalazione fatta da un sub olbiese nello scorso fine settimana si è rivelata fin troppo prudente. L'area occupata dalle fronde fluorescenti della caulerpa taxifolia è molto più ampia di un ettaro.

 

«Almeno un chilometro quadrato», spiega il biologo marino Augusto Navone .

 

A meno di sorprese, la Gallura deve prepararsi a vedere i propri fondali trasformati in un'unica immensa "moquette" di colore verde brillante. È evidente che, con qualche ritardo, l'alga aliena minaccia allo stesso modo tutte le coste della Sardegna.

 

L'ALGA ASSASSINA (chi è)

La Caulerpa taxifolia è un’alga tropicale di colore verde brillante che è stata introdotta in Europa come sfondo vivo delle vasche di alcuni acquari. Importata dall’Acquario di Stoccarda in Germania è arrivata, a Parigi e a Nancy in Francia e all’Acquario del Museo Oceanografico di Monaco, nei primi anni ’80.

 

Essendo la sua originale distribuzione geografica pantropicale, cioè propria di zone intorno all’equatore, dove le acque hanno sempre una temperatura di almeno 20°C, nessuno avrebbe potuto aspettarsi che la caulerpa sarebbe stata in grado di sopravvivere nelle acque più fredde del Mediterraneo.

 

Nel 1984, però, un ricercatore dell’università di Nizza scopriva, sul fondale marino del Principato di Monaco, la prima colonia aliena, una macchia estesa non più di 1 m2, che già nel 1989 si era allargata fino a raggiungere i 10.000 m2. Nel 1992 la caulerpa viene segnalata in Francia (Costa Azzurra), in Spagna (isola di Maiorca), ed in Italia (Imperia e Livorno). Nel 1993 compare per la prima volta nell’Arcipelago toscano, all’Isola d’Elba nella Baia di Galenzana vicino Marina di Campo, e nello Stretto di Messina a Ganzirri. Attualmente si stima esistano 90 zone, distribuite in 5 diversi Paesi, interessate da questa specie, con una superficie occupata di circa 4.000 ettari di cui il 99% localizzato in territorio francese.

 

Si è subito parlato di "alga assassina", un’invasione straniera venuta a soffocare e avvelenare il nostro mare. Effettivamente senza lasciarsi andare ad allarmismi isterici, la situazione merita una doverosa attenzione.

 

La Caulerpa taxifolia si è dimostrata una specie ben adattabile e cresce da 0 ad oltre 50 metri di profondità su fondali molli di varia conformazione (sabbia, fango, detriti, ghiaie), entrando in competizione con gli organismi propri di questi ambienti.

 

La competizione più importante è quella nata con le praterie di posidonia ed, infatti, spazio, luce e ossigeno sono contesi dalle due specie quando entrano in contatto. Ai bordi delle praterie e in condizioni di indebolimento delle piante di posidonia, è la caulerpa ad avere la meglio, riuscendo a raggiungere dimensioni eccezionali dei talli (65 cm di lunghezza), che vanno ad ombreggiare e quindi a danneggiare la sua antagonista.

 

Come tutte le alghe dello stesso genere, produce tossine per proteggersi dal pascolo degli erbivori, ma anche se è possibile che i pesci evolvano difese che li rendano immuni, ancora gli erbivori mediterranei non la considerano una fonte di cibo e gli assaggi sono occasionali. Per l’uomo non ci sono pericoli da contatto, ma alcuni casi di intossicazione, dopo ingestione di pesci, sono stati attribuiti alle tossine della caulerpa, che si sarebbero concentrate nelle carni degli animali.

 

La sua rapida diffusione è dovuta alla efficace riproduzione sia vegetativa (tramite stolone e frammenti distaccati) che sessuale (tramite zoospore trasportate dalle correnti); è quindi inutile strapparla in un tentativo di eliminazione ed è invece facile favorirla nella sua espansione trasportandola inavvertitamente con reti ed ancore.

 

La popolazione di caulerpa, presente nel territorio è ancora limitata, e tutto quello che è possibile fare per evitare una sua diffusione va fatto, anche se attualmente non ci sono soluzioni risolutive. Tutti i tentativi per fermare la sua espansione sono, infatti, fino ad oggi falliti. Metodi come l’intossicazione con reti di rame, le bruciature con corrente elettrica o acidi e il soffocamento con pellicole di plastica nera, non hanno dato esiti positivi.

 

 

Approfondimento

 

Alga verde tropicale è caratterizzata da fronde erette a forma di penne di colore brillante, lunghe da 5 a 65 cm; ogni fronda è costituita da espansioni laterali rispetto ad un asse centrale chiamate "pinnule", che richiamano l’immagine della comune foglia di felce, lunghe 0,5 cm. Tutte le fronde dipartono da un fusto strisciante, stolone, di diametro da 1 a 3 mm e lungo più di un metro. Lo stolone si fissa al fondale tramite filamenti chiamati rizoidi, che hanno la funzione di radici assorbenti.

 

Grazie alle tossine presenti nei suoi tessuti si difende dall’attacco degli erbivori ed evita che gli organismi epifiti colonizzino la sua superficie, limitando il problema alle zone più vecchie o agli apici dei talli più elevati.

 

Normalmente la sua crescita procede di media di 2 cm al giorno, sia per lo stolone che per le fronde, con un apice massimo di 3 cm registrabile nella fase estiva.

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Ospite lux1984

nei fondali di fronte l'acquario di monaco è stata avvistata la prima prateria di caulerpa, e si dice che quest'alga esotica si sia sviluppata in seguito all'istallazione di un mattatoio che scaricava riufiuti organici proprio in quelle acque..

Io l'avevo nell'acquario,e cresce ad una velocità incredibile.

:eek::eek:

 

Si espande abbondantemente anche in fondali rocciosi e in scogliere

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nei fondali di fronte l'acquario di monaco c'è una prateria di caulerpa, e si dice che quest'alga esotica si sia sviluppata in seguito all'istallazione di un mattatoio che scaricava riufiuti organici proprio in quelle acque..

 

 

IO VADO LI' OGNI ESTATE.... PER I FRANCESI INVECE LA COLPA E' PROPRIO DELL'Acquario......

PER ERRORE TENTARONO DI coltivarla li' davanti E..... zac.....COMINCIO' IL GUAIO....

pero' con una legge approvata dallo stato francese ogni anno viene sradicata con tecniche sOFISTICATISSIME ED INNOVATIVE ed ora quasi nn c'è PIU' .... insomma l'hanno debellata!!!

:bye:

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Ospite lux1984
PER ERRORE TENTARONO DI coltivarla li' davanti E..... zac.....COMINCIO' IL GUAIO....

:( che imbecilli...se fosse davvero cosi' sarebbe una specie di reato contro la natura...

sarebbe come liberare i canguri e le tigri del bengala nel bosco vicino casa mia :(:angry:

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Ospite Mariano Satta

LA FONTE UFFICIALE FRANCESE DICE CHE L'ORIGINE E' DOVUTA AGLI SCARICHI A MARE DELL'ACQUARIO STESSO.

 

Impossibile che sia stata debellata totalmente, nel 1989 l'estensione di 10.000 metri quadrati ha portato le spore a diffondersi ovunque grazie alle correnti sottomarine e a quelle create dalla combinazione del vento con la forza del mare. Oggi gli ettari non si contano.

 

L'invasione è censita ovunque nella parte nord del mediterraneo.

 

In Francia l'unica strategia è stata esattamente come quella Italiana...ESTIRPARE A MANO LA CAULERPA...e metterla in ombra con dei teli affinchè la mancanza di luce la portasse alla morte...

 

Il tentativo di estirparla è stato adottato in ITALIA presso l'isola di Tavolara ma si è rivelata un'impresa quasi impiossibile, idem con i teli.

 

L'intervento è stato fatto in Italia dal Ministero dell'Ambiente stesso. In tutte le regioni confinanti col mare si è fatto un censimento grazie alla disponibilità delle flotte dei pescatori professionisti e delle loro reti.

 

La distribuzione della CAULERPA è a macchia di leopardo ovunque...FRANCIA COMPRESA.

 

Oltre la Taxifolia l'invasione maggiore è dovuta alla cugina CAULERPA RAMOCEOSA che ormai è presente ovunque.

 

Quanto riporto sono notizie rilasciate dagli osservatori del ministero e delle università che con LA FRANCIA si sono incontrate per affrontare la situazione.

 

Direi che Mattatoio e Coltivazione NON corrispondono al vero poichè non UFFICIALIZZATE.

 

Mariano Satta

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L'invasione è censita ovunque nella parte nord del mediterraneo(verissimo!!!)dai giornali leggo le evoluzioni della vicenda ogni anno.

Mariano io ho riportato solo cio' che alcuni ....ma tanti amici monegaschi mi hanno riferito....poi dell'ufficializzazione mi sembra ovvio che darla come notizia ufficiale sarebbe potuta divenire un grosso autogol.....

Poi proprio al confine notai l'anno scorso a circa dieci metri di profondità delle "cassette" con piante con su scritto... acquario di GENOVA...naturalmente nn toccai niente ma ti assicuro che quelle cassette erano lì e sicuramente nn era caulerpa!!PURTROPPO nn le ho fotografate.......conoscendo il risultato che sarebbe venuto fuori!!! ehehehehh

La cosa che posso riferirti è che nn so con quale tecnica ma le macchie stanno sparendo (sottocosta) e sono molto piu' rare degli anni precedenti anche se vi sono ancora.................... ed i pesci stanno tornando :rolleyes:

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Ospite Mariano Satta
:

X EGGI

Avresti gli articoli che dici che parlano della Taxifolia???

 

Qua ad Olbia ci sono gli osservatori sul caso Caulerpa Taxifolia ed in paticolare sono amico del Biologo Augusto Navone che ha in mano il caso "invasione".

 

Una cosa che si lamentano è proprio la mancanza di informazione data dalla stampa nazionale ed estera, i censimenti delle zone colpite sono avvenute sopratutto per il TAM-TAM nelle banchine coinvolgendo i pescatori sul caso.

Io stesso segnalai e sto segnalando qua nel forum per lo stesso identico motivo...

 

Al momento dal forum ho avuto notizie da Rosario Ivaldi...ma da nessun altro pescatorein apnea.

 

Mariano Satta

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carissimo !!

devo vedere se ho qualcosa con calma e poi ti faccio sapere....

quest'estate ne ha parlato il NICE-MATIN di sicuro insieme al fatto che le cernie erano state "BANDITE" per altri 5 anni......dovrei averli conservati, cosi' come gli articoli dello squalo che aveva attaccato in costa azzurra (mi sembra (MANDELIEU).....comunque il periodo in cui sono usciti è luglio sicuramente.

APPENA trovo qualcosa te li spedisco.OK?? :thumbup:

comunque ti ribadisco che gli articoli di questo genere ne escono a iosa......

anzi ora che ricordo ....c'era pure uno che parlava della pescasub... e soprattutto di quella professionale in termini non troppo teneri...

CMQ domani inizio la ricerca e spero di trovarti cio' che cerchi. :bye:

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Ospite Mariano Satta

GRAZIE EGGI sarebbe di grande aiuto:

Qua in Sardegna si è riusciti a coinvolgere sia la Stampa che le Emittenti più seguite ed importanti.

 

Ad Olbia degli articoli se ne occupato il Giornalista Antonello Sechi della Nuova Sardegna e come emittenti Videolina e 5 stelle che coprono l'intera isola.

 

Oltre vari servizi hanno mandato una diretta con i luminari delle Università che discutevano il caso.

 

Per chi non lo sapesse:

La Caulerpa Taxifolia viene chiamata ALGA ASSASSINA ma non è nociva per l'uomo bensì per la Posidonia Oceanica e il suo preziosissimo abitath.

 

Mariano Satta

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Ospite lux1984

ma da che dipende la diffusione della caulerpa?? dalla temperatura elevata??!?!

dalle mie parti non se ne è mai vista una foglia...infatti credevo che fosse un fenomeno limitato alla riviera ligure e alla Francia meridionale.

Ma come fa a prosperare anche a 50 metri se ha bisogno di molta luce?!?!?! :huh:

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Ospite Mariano Satta

LA CAULERPA E' RISULTATA UNA "PIANTA" DI FACILE ADATTAMENTO ALLE NOSTRE ACQUE

 

Gli studiosi erano convinti che la Taxifolia fosse un'alga che viveva solo nelle acque calde equatoriali e superiori ai 20°/25° C. .

Convinti di questa tesi non dedicarono le attenzioni al fattore climatico e diedero per scontata la cosa importando la Taxifolia equatoriale per abbellire gli acquari di Nancy e Monaco nel museo oceanografico.

 

Le vasche dell'acquario allora /come oggi/ necessitano di continui lavaggi e ricambi delle acque e queste vennero scaricate a mare.

 

Scaricarono a mare per anni inconsapevoli che la Taxifolia si riproduceva tramite "stolone e frammenti oltre che per la scontata via sessuale.

 

Ecco provato che la tesi raccontata ad EGGI non regge, l'estirpazione , al contrario di quanto dicono i Francesi, porta ad una netta espansione propro a causa dei frammenti che si producono strappandola dal fondo.

 

L'adattamento della TAXIFOLIA è dovuto a due fattori principali:

1> L'abitath perfetto: infatti spazio e ossigeo necessari alla sua vita e diffusione sono gli stessi della Posidonia Oceanica.

 

2> Luce e Temperatura: sono risultati perfetti e favorevoli all'adattamento.

 

Non vi sono differenze di abitah tra Posidonia e Taxifolia.

 

LA TAXIFOLIA E' CENSITA IN 5 PAESI DIVERSI E IN 90 ZONE, sempre al contrario degli intervenuti OGNI TENTATIVO DI ELIMINAZIONE E' TUTT'OGGI FALLITO

Mariano Satta

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Se trovate la Caulerpa Taxifolia, dovete contattare questi istituti in Italia:

 

Università di Pisa, Dipartimento di Scienze dell'Uomo e dell'Ambiente - c/o: Prof. Francesco Cinelli

Via A. Volta 6

I-56127 Pisa - Italy

phone: +39(050).221.9011

fax: +39(050).050.49694

e-mail: fcinelli@scamb.unipi.it

http://www.unipi.it

 

Istituto di Anatomia Comparata dell'Università di Genova - c/o: Dr. Giorgio Matricardi

ViaIe Benedetto XV n.5

I-16132 Genova - Italy

phone: +39(010).353.8053

fax: +39(010).353.8047

e-mail: :matric@unige.it

http://www.unige.it

 

Università degli studi di Palermo, Dipartimento di Scienze Botaniche - c/o: Dr. Carla Fradà Orestano

Via Archirafi 38

I- 90123 Palermo - Italy

phone: +30(091).623.8001

fax: +39(091).623.8203

e-mail: versace@unipa.it

http://www.unipa.it

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Ospite Mariano Satta
Ma fatemi capire,è dannosa perchè prende il posto della poseidonia e non produce ossigeno?

 

 

LA CAULERPA TAXIFOLIA PRODUCE DELLE TOSSINE PER PROTEGGERSI DAL PASCOLO DEGLI ERBIVORI.

 

Soffocando la Posidonia si và a creare un abitah di Taxifolia OSTILE E DANNOSO.

 

La Posidonia è un abitah ricchissimo di qualunque specie marina.

 

Al contrario la distesa di TAXIFOLIA risulta "inabitabile alle specie marine poichè "velenosa" e quindi la zona che invade è paragonabile AD UN DESERTO.

Non dimenticate che cresce di ben 2 centimetri al giorno sia come stolone che come fronde. In un anno un semplice ciuffo strappato ed abbandonato può essere causa di contaminazione enorme.

 

Ecco perchè va denunciata la sua dannosa presenza.

 

Mariano Satta

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