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Storia di una Sincope: il mio Compagno Inizia a Risalire, poi si Blocca e…

| 24 Luglio 2020

Con questo racconto, prosegue il nuovo progetto editoriale orientato alla sicurezza in mare. La sincope, ancora oggi, è un tabù di cui non si parla volentieri. Non si raccontano le proprie disavventure anche per paura di essere giudicati, in maniera sprezzante, da chi si sente infallibile. Eppure le esperienze degli altri ci possono insegnare tanto, soprattutto perchè sott’acqua c’è molta più fortuna e meno consapevolezza di quello che pensiamo.

Che ti sia o ti abbiano salvato, che abbia salvato o perso un amico, puoi raccontarci la tua storia, scrivendoci una e-mail ad apneamagazine15@gmail.com. La pubblicheremo (anche in anonimo se preferisci) perchè possa essere d’aiuto per tutti.

di Silvio (Hamtak)

Dopo alcuni anni nei quali ho pescato solo ad agosto in Sardegna, da alcuni mesi ho ripreso a fare qualche uscita (una ogni mese e mezzo/due), nel week-end in Liguria, con un mio amico e i suoi due figli sedicenni.
Cerco di essere per loro un buon maestro, sia per la tecnica che per la sicurezza.

A Pesca in Coppia

Un Sabato mattina eravamo nel levante ligure per una pescata, ci siamo divisi in due coppie, ognuna con una sola boa sub, per pescare in coppia: un tuffo a testa mentre l’altro vigila dalla superficie. Alterno ogni pescata il mio compagno tra i due ragazzi.

Dopo esserci allontanati dal punto di partenza di circa un chilometro, ci dedichiamo a fare degli aspetti su una batimetrica compresa tra i 15 metri (lui) e i 20 metri (io). Può sembrare una quota eccessiva per un adolescente, ma dato che la raggiunge anche quando io non mi immergo con lui, sarebbe inutile limitarlo, molto meglio cercare di insegnargli a gestirla in sicurezza.

Apnee Davvero Troppo Lunghe

Controllo sempre i tempi di apnea del mio compagno che, nella precedente pescata a maggio, faceva tempi intorno a 1 minuto e 20 secondi. Questa volta invece sta facendo apnee molto più lunghe, intorno ai 2 minuti/2 minuti e 15 secondi! Gli domando come mai fossero aumentate così tanto le sue prestazioni e quanta ventilazione facesse: mi risponde che sta benissimo e che sta facendo solo 6 respirazioni un pò più profonde prima della capovolta. Inoltre quando decide di risalire afferma di non sentire nè fame d’aria nè di avvertire le contrazioni diaframmatiche.

Insomma sembra tutto a posto eppure io non ne sono affatto convinto: il ragazzo è un valido atleta junior di nuoto pinnato e ha già vinto diverse medaglie. Ho idea che, per il suo livello di allenamento, anche quei pochi atti respiratori siano una iperventilazione eccessiva, quindi gli chiedo di staccarsi dal fondo non oltre il minuto e mezzo.

L’Incidente

Alla successiva immersione, ignorando le mie raccomandazioni, si stacca dal fondo a 2 minuti e 10 secondi, risale di circa 4 metri ma poi si ferma e inizia a cadere verso il fondo.

Cerco, per quanto possibile, di rimanere lucido e inizio subito a ventilarmi. Appena pronto faccio la capovolta e vado giù verso il mio compagno, che intanto è sdraiato sul fondo con l’addome rivolto verso l’alto, fa lievi movimenti scomposti con braccia e gambe e perde piccole bollicine d’aria dalla bocca.

Appena lo raggiungo mollo il mio fucile (che avevo ancora in mano), sgancio la sua cintura dei piombi e, dopo averlo afferrato saldamente, mi dirigo più velocemente possibile verso la superficie.

Provo di Tutto ma non Respira

Appena riemerso gli urlo qualcosa, gli tolgo la maschera, lo prendo a schiaffi, ma niente, non respira! Lo scrollo e gli dò alcune energiche pacche sulla schiena, ma ancora niente.

I secondi passano e io sono sconvolto e terrorizzato, ma cerco ancora di rimanere lucido e concentrato. Lo volto su un fianco, gli infilo due dita in bocca per liberargli le vie respiratorie premendo in basso la lingua e inizio a insufflare aria nei suoi polmoni: una volta, due, tre, ancora niente.

Finalmente!

Dopo la quarta insufflazione inizia a emettere un suono di respirazione forzatissima, poi finalmente tossisce, sputa saliva e finalmente spalanca gli occhi. Lascio che si riprenda, compatibilmente con quello che è appena successo sta abbastanza bene.

Dopo un ultimo tuffo per recuperare i due fucili e la sua cintura, riprendiamo a pinneggiare lentamente verso la spiaggia da cui eravamo partiti, dove ci accolgono mia moglie e sua mamma. Per un attimo penso a come sarebbe stato quel rientro se le cose fossero andate diversamente, ma per fortuna il mio giovane amico è salvo.

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