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A Quanto Ammontano le Sanzioni per la Pesca Sportiva e Ricreativa

| 26 Luglio 2020

Le sanzioni previste per le violazioni in materia di pesca sportiva e ricreativa, sono rimaste quasi invariate da circa 20 anni, ma è anche vero che nel recente passato sono stati introdotti alcuni inasprimenti notevoli (e qualche alleggerimento) per situazioni particolari.

Se la normativa della pesca continua ad essere un argomento di difficile assimilazione per i più, anche la conoscenza del possibile quadro sanzionatorio è piuttosto confusa e ulteriormente complicata da informazioni spesso datate o proprio imprecise che circolano sul web e i social network.

Proviamo quindi a fare un riepilogo di quali sono e a quanto ammontano le sanzioni nelle quali il pescatore sportivo e ricreativo potrebbe incorrere nell’esercizio della sua passione.

Sanzioni Generali: da 1000 a 3000 euro

La legge 154/2016, che ha parzialmente modificato la 04/2012, stabilisce che:

“È soggetto al pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 euro a 3.000 euro chiunque:

a) viola le norme vigenti relative all’esercizio della pesca sportiva, ricreativa e subacquea. 
b) cede un fucile subacqueo o altro attrezzo similare a persona minore degli anni sedici, ovvero affida un fucile subacqueo o altro attrezzo similare a persona minore degli anni sedici, se questa ne faccia uso.”

Le norme vigenti cui si riferisce l’articolo di legge, sono quelle contenute nel dpr 1639/68, precisamente alla sezione sezione III (Della Pesca Subacquea) del capo II (delle pesche speciali), e al capo IV – (Della Pesca Sportiva).

Tutte le violazioni di quelle prescrizioni (es. uso di attrezzi non consentiti, distanza non rispettata dalla spiagge o mancato uso della boa sub per i pesca sub, mancato rispetto delle taglie minime di prelievo, ecc.) sono tutte sanzioni che prevedono da un minimo di 1000 ad un massimo di 3000 euro di sanzione amministrativa.

L’Eccesso di Prelievo: da 500 a 50.000 euro

Nell’agosto del 2016 è stato introdotto un notevole inasprimento per quel che riguarda le sanzioni in caso di superamento dei 5 kg di pescato giornaliero consentiti. La norma ha introdotto un meccanismo a scaglioni con relative fasce di importo crescente:

a) oltre 5 kg e fino a 10 kg di pescato: sanzione amministrativa da 500 a 3.000 euro
b) oltre 10 kg e fino a 50 kg di pescato: sanzione amministrativa da 2.000 a 12.000 euro
c) oltre 50 kg di pescato: sanzione amministrativa da 12.000 a 50.000 euro

NB – La norma prevede l’applicazione di una riduzione del 10% al peso rilevato, a compensazione di eventuali margini di incertezza imputabili al dispositivo usato per la misurazione. A termini di legge quindi, NON È SANZIONABILE un prelievo fino a 5,5 kg.

Vendita Illegale di Prodotti della Pesca NON Professionale

L’art. 6 comma 3 del Dlgs 9 gennaio 2012, n. 4, stabilisce che: “Sono vietati, sotto qualsiasi forma, la vendita ed il commercio dei prodotti della pesca non professionale”. Nel 2016, la già precedentemente citata legge 154/2016 (all’art.9), ha inoltre inasprito notevolmente la sanzione per questo illecito, stabilendo che chi contravviene è soggetto a una sanzione amministrativa pecuniaria da 4.000 euro a 12.000 euro.

Aumento della Sanzione per Tonno Rosso o Pesce Spada: +33,3%

Il Tonno Rosso (Thynnus thinnus) e il Pesce Spada (Xiphias gladius) sono specie oggetto da anni di programmi di limitazione e contingentamento delle catture. Per questo motivo il legislatore ha previsto un incremento di sanzione, nel caso in cui le violazioni in materia di pesca abbiano come oggetto una di queste due specie.

L’aumento di sanzione era originariamente previsto nel doppio, ma è stato poi ridotto ad 1/3 nel Maggio del 2019. Questa tipologia di sanzione è una di quelle comuni sia alla pesca sportiva che alla pesca professionale, e la sua riduzione infatti è la conseguenza di un’aspra battaglia parlamentare condotta dalle lobby della filiera dei professionisti.

Sanzioni Accessorie: il Sequestro dell’Attrezzatura e del Pescato

Fino ad ora abbiamo parlato di sanzioni amministrative, cioè somme di denaro. Ma è opportuno sapere che la normativa sulla pesca, quale ulteriore deterrente, prevede anche la sanzione accessoria del sequestro a fini di confisca, delle attrezzature e del pescato, per praticamente qualsiasi violazione delle norme vigenti.

L’argomento è complesso e delicato, è sarà oggetto di un approfondimento dedicato in cui spiegheremo approfonditamente cosa si intende per sequestro, ma soprattutto cosa può o non può essere oggetto del provvedimento e come è possibile opporsi ad una misura simile.

Minimo e Massimo della Sanzione: Chi Decide Quanto si Deve Pagare?

Tutte le sanzioni contemplate nel nostro ordinamento (quindi non solo quelle relative alla pesca sportiva) sono indicate con un importo minimo ed uno massimo, e molti si chiedo in base a quale meccanismo si decida quanto si deve pagare.

Iniziamo a sgombrare il cambo da un grosso equivoco: NON è il controllore a scegliere l’importo da scrivere sul verbale. Lui si limita ad indicare l’importo derivante dall’applicazione dell’istituto del pagamento in misura ridotta, così come previsto dall’ art. 16 della legge 24 novembre 1981, n. 689. Si tratta in sostanza di un’oblazione, cioè di un pagamento immediato (entro 60 gg), con il quale si blocca il procedimento amministrativo.

Pagamento in Misura Ridotta: come si Calcola l’Importo da Pagare

L’importo indicato sul verbale sarà pari alla cifra più vantaggiosa per il trasgressore tra il doppio del minino o il terzo del massimo previsto. Questo significa che per le sanzioni generali (quelle da 1000 a 3000 euro) e per il primo scaglione di sforamento del limite di pescato giornaliero consentito, l’importo a verbale sarà di 1000 euro, o di 1333,33 euro nel caso in cui venga applicata la maggiorazione perchè l’infrazione riguarda il tonno o il pesce spada.

Gli altri due scaglioni previsti per il superamento dei limiti di prelievo prevedono un importo a verbale pari a:

b) oltre 10 kg e fino a 50 kg di pescato: sanzione amministrativa da 4.000  euro (5333,33 euro in caso di tonno o spada)
c) oltre 50 kg di pescato: sanzione amministrativa da 16.677 euro (22.222,66 euro in caso di tonno o spada)

Nel caso di vendita illegale del pescato, il pagamento in misura ridotta è fissato a 4000 euro.

Se la sanzione NON viene pagata entro il termine previsto, oppure se si propone ricorso, l’importo della sanzione sarà poi determinato dal giudice al termine del procedimento amministrativo. E in quel caso egli potrà determinare l’importo, sempre rentro i limiti di minimo e massimo, in base a suoi personali paramentri di valutazione.

Come si Calcola l’Importo se si Contestano più Infrazioni Contemporaneamente

L’ultima eventualità da analizzare è quella nella quale possano venire contestate più infrazioni contemporaneamente. In questo caso il calcolo dell’importo a verbale deve essere stabilendo se:

1 – una sola azione ha comportato la concretizzazione di più infrazioni (es. si preleva un tonno senza autorizzazione, a pesca chiusa e superando il limite di prelievo consentito)

2 – più azioni hanno portato ad altrettante infrazioni (es. pescatore subacqueo trovato a pescare a distanza dalla spiaggia inferiore a quanto previsto e con fucile di scorta carico sopra la plancetta).

Nel caso 1 si deve applicare il cosiddetto “cumulo giuridico”, ovvero si applica la sanzione prevista per l’infrazione più grave, aumentata fino al triplo. Nel caso 2 invece va applicato il “cumulo materiale”, ovvero tante sanzioni quante sono le infrazioni commesse.

Un altro metodo, NON contemplato nel sistema delle sanzioni amministrative ma che pare essere talvolta appplicato, almeno stando alle notizie della cronaca, è l’assorbimento. Questo si concretizza con l’applicazione della sola sanzione prevista per l’illecito più grave.

Non è semplice stabilire cosa sia da definire come “illecito più grave”. Ci limitiamo a segnalare che risulta prevalente la tesi secondo cui è più grave l’illecito per il quale la legge prevede il massimo più elevato o, a parità di massimo, il maggior minimo.

Riassumendo

Le infrazioni nelle quali può incorrere il pescatore sportivo non sono poi molte, ma sono tutte particolarmente onerose visto che si parte da un minimo di 1000 euro a salire. Soprattutto le infrazioni sull’eccesso di prelievo e la vendita illegale del pescato, sono quelle che negli ultimi anni hanno generato dei verbali monstre che hanno veramente rovinato la vita ai trasgressori.

È probabile che chi sfora di molto il limite di prelievo, e magari vende anche illegalmente, sia perfettamente cosciente di quali illeciti commette. Diverso è il discorso del pescatore che incorre in qualche violazione della norma in completa ingenuità o buona fede. Purtroppo anche in questo caso, le sanzioni sono sempre a tre zeri e dovrebbero essere motivo più che sufficiente per dedicarsi alla pesca sportiva con una buona conoscenza di quelle che sono le regole imposte dalla legge.

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