Home » Pesca in Apnea » Interviste » Semifinali Centro-Sud 2008: il campo gara secondo Calcagno

Semifinali Centro-Sud 2008: il campo gara secondo Calcagno


Aldo Calcagno (Foto S.Belloni)

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Aldo Calcagno, conoscitore dei fondali del campo gara che fra pochi giorni ospiterà la semifinale Centro-Sud. Si è parlato di varie zone, delle influenze dei venti e delle correnti, delle prede presenti e, ovviamente, delle tecniche migliori per averne ragione. Non potevano mancare suggerimenti ed alcune “chicche” da tenere in considerazione.
Apnea Magazine augura a tutti gli atleti partecipanti un sincero in bocca al lupo!

Allora Aldo, che tipo di fondale presenta la zona di gara?

Direi innanzitutto che è una zona pescabile per tutti, in quanto c’è molta roccia e le “zone morte” sono praticamente inesistenti. Entrando nello specifico, i due campi gara in generale si somigliano parecchio, anche se qualche leggera differenza è comunque presente.
Sul primo campo diciamo che nella prima fascia di acqua, quella bassa/media, troveremo sabbia e posidonia con diverse zone di arenaria spaccata. E’ un punto buono che può regalare incontri di un certo interesse. Frugando bene tra le pietre delle zone più appetibili e spaccate i pesci non dovrebbero mancare anche se, chiaramente, si tratta di prede perlopiù smaliziate.
Al largo di Bonagia, invece, troveremo una delle zone più belle ed interessanti. Infatti, a partire dalla batimetrica dei 20 metri fino a 25/26, ci saranno ampie porzioni di grotto alto e molto fessurato da visionare con cura ed attenzione. Il pesce è spesso presente ma anche molto scaltro e cerca i luoghi più impensabili per trovare rifugio.
Incontreremo anche qualche cernia, peraltro non catturabile da regolamento, ma sicuramente da prendere in considerazione in quanto, generalmente, porta pesce. Infatti, consiglio di cercare bene attorno a queste zone presidiate dal serranide, perchè potremmo avere gradite sorprese.
Sull’altro campo gara troveremo subito grotto basso e frammentato nella sabbia. Qui la zona non è da tenere granchè in considerazione anche se, vista la stagione, nei punti più frastagliati, qualche sorpresa è sempre possibile.
S’incontra anche qualche oasi d’alga, sabbia e tufo sui 10/14 metri che darà subito l’idea di essere un punto adatto a saraghi e corvine. Cercando bene attorno si può catturare pesce bianco.
Uscendo più fuori la morfologia del fondale non cambia molto, ma dai 18/19 metri in giù, la posidonia si fa folta e ricca di lastrine e grotto.
Qui è il regno del pesce bianco in generale e converrà fermarsi e, planata dopo planata, cercare di trovare gli indizi giusti per cominciare a capire dove trovano i pinnuti o le zone più allettanti.
Diverse le secche nelle due zone ben visibili sulle carte nautiche. Io dico le due più importanti: il Banco di S.Giovanni e la Secca di Bonagia. Sono posti da visitare.

Un tordo appena arpionato (foto A.Balbi)

Quali sono i venti e le correnti che influenzano maggiormente la zona?

I venti non disturbano molto la zona e l’acqua rimane sempre chiara e pulita. Al limite, possiamo dire che il maestrale è l’unico vento che può infastidire un po’ quando soffia forte ed il mare ingrossa parecchio. Ma il problema è solo per il sottocosta.
Infatti, anche con mare veramente grosso basta uscire 300/400 metri al largo e ci accorgeremo che l’acqua rimane piùttosto pulita. Insomma, i venti non dovrebbero creare grossi problemi.
La corrente invece è una costante, e spesso è corrente di maestrale. Sarà piuttosto sostenuta alle volte, ma comunque un buon pescatore non avrrà grossi problemi a contrastarla. La zona rimane pulita anche proprio per questi fenomeni ed i pesci non ne risentono granchè.

La zona è ben frequentata da saraghi smaliziati – Foto: A. Balbi

Che tipo di prede s’incontrano sui campi gara della zona?

Sono posti da pesce bianco in generale. Vista la stagione direi saraghi e corvine e pochi tordi (anche se poi quialcuno lo si trova sempre). Infatti, i punti di grotto più spaccati nascondono sparidi che sanno leggere e scrivere e corvine che al primo accenno di pericolo si buttano nella posidonia.

Aldo Calcagno (Foto: S. Belloni)

Chi non è mai stato in zona ma pesca da sempre, intuirà al volo che queste zone sono molto promettenti per il pesce bianco, ma altresì che per catturarli serviranno parecchie malizie. Credo che uscirà anche qualche orata visto il periodo, magari trovata in un buco, o appoggiata a qualche roccetta.
Altri pesci presenti sono le salpe e qualche spigolotta. Rari i dentici o altri pesci di passo.
Nelle zone di grotto alto bisogna guardare bene dove si formano delle paretine: infatti lì è facile incontrare qualche bella murena affacciata alla tana. Pochi i gronghi.

Che tipo di tecnica e di arma è consigliabile per pescare in queste zone?

La tecnica del razzolo è la più proficua senza ombra di dubbio. Si dovrà pescare a scorrere e fare più tuffi possibili (pur rimanendo dei limiti della sicurezza) guardando e cercando nelle zone più promettenti.
Si scenderà, si guarderà una spacchetta, ci si sposterà con calma e poi si farà un aspettino.
Direi che questo è il modo migliore per sfuttare la zona. Per l’arma voglio fare una considerazione piuttosto importante: a differenza di quello che si potrebbe pensare, io al posto di un corto con fiocina adopererei un arba da 75 o 90 con tahitiana.
Infatti spesso incontreremo lastre passanti o spacchi piuttosto lunghi, oppure ci troveremo un pesce che viene a curiosare mentre facciamo l’agguato o usciamo da una tana (specie nel primo campo gara) e non mi sentirei ben equipaggiato con un’arma medio-corta con fiocina.
Sul secondo campo gara, invece, alternerei l’arbalete da 75 con tahitiana con un oleo da 70 cm. e la fiocina, che in certi punti del fondale è insostituibile. Direi che questa è la scelta migliore per le zone che incontreremo. Per il resto, la sacca dei fucili dovrà sempre essere ben fornita.

Tags: , , ,

Category: Articoli, Interviste, Pesca in Apnea

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *