Diego D’Alessandro, 2° classificato
Sono partito molto carico per questo campionato, volevo fare bene e ci sono riuscito. Era un campo di gara con un fondale che si addice alle mie caratteristiche di pesca. Durante la preparazione non ho segnato molti posti, ho marcato perlopiù zone dove pescare a scorrere. Ho fatto diverse simulazioni di gara e notavo che qualcosa l’avrei razzolata. Solo nel campo di gara vicino all’isola (quello della seconda giornata per intenderci) avevo trovato due posti con un po’ di pesce concentrato e che mi garantivano qualcosa in più.
Al via della seconda frazione parto spedito impugnando ancora il fido Viper 55 con fiocina. Il punto è una bellissima pietra a 16 metri che ospitava un intero branco di saraghi di notevoli dimensioni. Arriviamo in due sul posto. In 20 minuti riesco a prendere 5 bei saraghi. Il resto del branco nella confusione creata da me e dall’altro concorrente (Adriano Riggio) decide di defilarsi dalla zona e così mi sposto su un secondo spot, molto promettente. In preparazione in questo spacco avevo visto due corvine grosse (una enorme) e diversi saraghi. La profondità è 24 metri, la corrente e la schiena indolenzita non erano il massimo. In navigazione mi rendo conto che un pallone è pedagnato precisamente sullo spacco. Mi avvicino e mi informo sulle sue catture e la sua risposta mi rasserena: aveva sparato due pesci nello spacco, un sarago ed un corvo, questo però risulta essere di 800 gr. Decido di provare ugualmente a perlustrarlo. Alla prima discesa sparo un sarago, con il 55 e l’arpione, appena fuori dallo spacco. Alla seconda mi affaccio allo spacco e riesco a scovare una mostella da 440 gr che prendo immediatamente. Delle grosse corvine nessuna traccia.
Risalgo in gommone e decido di riprovare sul punto della partenza ma vedo che Riggio ha avuto la stessa idea prima di me e quindi opto anche in questo caso per un razzolo alla base della secchetta. Impugno sempre il Viper 55 con la fiocina e incomincio a scorrere. Alla seconda discesa qualcosa mi fa pensare di cambiare tecnica e fucile: prendo il 110 e incomincio a fare degli aspetti. Al terzo tuffo vedo una bella orata che in maniera non facile riesco a portare a tiro e a catturare. L’adrenalina sale in proporzione al carniere. Scendo altre due volte riesco a catturare anche un tordo nero, che fa capolino dietro delle rocce. Con 9 pesci all’attivo, 4 specie e ancora un’ora e mezzo di gara sono già contentissimo, ma risalgo in gommone a sgranchire un po’ la schiena. Decido di ritornare sulla pietra della partenza mentre il mio assistente, Andrea Fazzolari, insiste per andare a rivedere lo spacco delle grosse corvine; decido di ascoltarlo. Ripartiamo spediti verso il famoso spacco, scendo, appena davanti allo spacco accendo la torcia e incomincio la ricerca quando, nel punto più angusto, intravvedo la coda di una corvina indubbiamente grande. Prendo la mira e sparo, lascio il fucile e risalgo. Comunico ad Andrea di aver sparato la corvina e le grida e l’esultanza non lo tenevano quasi più sul gommone. Scendo nuovamente e riesco a disincastrarla dallo spacco portandola in gommone. Non era quella enorme ma ad ogni modo un gran bel pesce da 1,8 kg e la quinta specie a paiolo con cui termino la gara.
Non ho nessun rammarico delle giornate di gara, non ho sbagliato nulla e riuscito a prendere tutti i pesci che ho visto. Strategicamente non credo di aver fatto errori e sono molto soddisfatto. L’incidente della prima giornata non ritengo abbia condizionato la mia gara, diversamente forse avrei cambiato strategia o altro, non so. Sono contentissimo e ringrazio di cuore l’amico Andrea Fazzolari che ha contribuito al risultato, e faccio un plauso all’organizzazione per l’ottima riuscita della manifestazione.