Qualificazione 2015, le interviste ai primi 5: Andrea Settimi

Andrea Settimi, 4° classificato

La prima giornata, nel campo gara B, era quella su cui facevo più affidamento per via del molto pesce trovato nei giorni di preparazione. Arrivati in hotel guardo la carta del campo gara e dico almio barcaiolo Renatino: “domani iniziamo a guardare qui!”. La mattina dopo al primo tuffo trovo subito 2 cernie brune di 3 chili e tutto intorno un grotto molto lavorato ed interessante. Marco il punto. Al quarto tuffo lungo un bel ciglio trovo 5 corvine dal mezzo chilo agli 8 etti e segno anche questo. Ottavo tuffo e mi fermo a mezz’acqua pensando di esser capitato in un paradiso per ammirare una nuvola di corvine sopra un panettone che stava fuori un ciglio con circa 25 pesci di cui 7-8 dai 2 ai 3 chili di peso. Li guardo e li riguardo. Salgo in gommone e dico al mio secondo:  “segna qui tanto fra 2 ore non ce li ritroveremo!” Dopo un’ora e mezza ci ritorno e trovo una corvine tra di 6 etti, che delusione. Non so perché ma mentre osservavo il comportamento di quei pesci sapevo che non li avrei più ritrovati. Sarà l’istinto? Nei giorni successivi della preparazione il posto ha sempre riservato però grandi emozioni: da un fiume di saraghi, a 2-3 corvine superiori a 2 chili, ad un paio di saraghi da chilo in tana: insomma un posto da partenza.

La gara della prima giornata l’ho impostata partendo a terra, su questo panettone, ovviamente trovato vuoto. Su tutta una zona che avevo preparato molto bene e dove avevo marcato molti spot abitati, sapevo che ci sarebbe stata una vera guerra perché il pesce c’era lì ma trovarlo e nello spot giusto era un terno al lotto. Purtroppo ho notato subito che in questo campo gara il pesce si muoveva di continuo quindi si, era importante trovare le zone buone, ma ci voleva anche molta fortuna a ritrovarle con il pesce in gara. Il colpo di fortuna era alla portata di tutti. Basta pensare che, a conti fatti a fine gara, tutti i migliori spot che avevo li ho trovati deserti  ed invece, quelli belli ma meno interessanti, erano tutti vivi. Avevo un posto di fasciati, maggiori e dentici  da insidiare all’aspetto col 75 visto l’acqua torbida, sul quale un concorrente mi ha detto, in seguito, di averci visto più volte un branco enorme di corvine; io, pur andandoci 5 volte e visitandolo interamente tanto era piccolo, non ne ho mai vista una! Questo rende l’idea sulla mobilità del pesce. Comunque il giorno della gara, come anticipato, sono partito nella zona a terra, pescando col 60 e fiocinella e, alla fine, ho preso solo una corvina.

Sapevo che da quel momento in poi la manche sarebbe stata tutta in salita per me, perché, a terra, bisognava prendere pesce subito poiché dopo poco l’acqua si sarebbe sporcata. Vedendo che non girava pesce sono uscito fuori  su un segnale intorno ai 18 metri prendendo due saraghi (tuffo più fondo della giornata). Successivamente mi sono spostato su un ciglio a largo trovato pieno di pesce in preparazione ed ho cominciato a pescare a scorrere. Prendo una corvina in uno spacco e risalgo per farmi passare un altro fucile. Vedo arrivare in volata un concorrente, fa il tuffo e spara a in un taglietto ad un palmo dalla mia corvina catturando un grosso sarago. Disperazione! Sapevo che quel pesce avrebbe fatto la differenza: infatti  il sarago ed un pesce strappato in partenza mi avrebbero dato la vittoria del campionato. Ma niente recriminazioni, il bello della pesca è anche questo. Comunque bastavano 15 secondi e sarebbe stato sul mio cavetto…ma dovevo pur respirare! A fine gara, Quarto (autore della cattura), mi spiegherà che era una tana che conosceva e che poco prima gli aveva fruttato un altro pesce.Concludo la giornata con due corvine e due sparidi. Sono piuttosto amareggiato perché avevo segnato moltissimo pesce ma la tramontana della notte aveva cambiato tutto su quel campo gara.

La seconda giornata l’ho iniziata molto concentrato, non lasciando che il risultato poco entusiasmante del giorno prima prendesse il sopravvento. D’altronde l’esperienza insegna. Questo campo gara non mi piaceva particolarmente e sapevo che era meno ricco di pesce. Avevo segnato diverse zonette con pesce ma era un campo gara difficile da interpretare perché, a parer mio, bisognava saper valutare molto bene i differenti tipi di grotto e scegliere l’arma più adatta per insidiare i pinnuti. Un’altra cosa che avevo ben chiara era che il pesce si spostava molto lungo quei cigli quindi, era inutile fare una pesca esclusivamente a segnale, bisognava pescare con molta attenzione ed interpretare piccoli segnali in gara per capire dove stava il pesce.

Quindi ho iniziato a fare quello che mi riesce meglio: pescare i saraghi nel grotto. Una pesca difficile, e molto impegnativa a queste quote, ed in cui bisogna essere meticolosi. Inizio su una tana in un ciglio facile da trovare. Quindi parto convinto che ci sarebbero stati altri atleti con cui battagliare. Infatti alla partenza ci ritroviamo in tre. Purtroppo arrivo leggermente in  ritardo sul segnale e scende per primo Deiana: la tana risulterà vuota. Peccato perché era sempre stata piena di super saragoni! Visito un’altra tana e pure questa la trovo vuota. Per rompere l’incantesimo faccio un tuffo lì vicino dove avevo marcato una murena: la ritrovo e la catturo. Intorno ne trovo altre due fuori peso e non le sparo ma penso: “vuoi vedere che oggi escono le murene?”. Ed infatti ne catturo subito un’altra segnata. In preparazione ne avevo trovate moltissime e molto grosse.

Successivamente vado su un ciglietto che faceva una spacca col pavimento in sabbia abbastanza insignificante ma che piaceva molto ad un grosso sparide che girava spesso al libero in zona: riesco a farlo intanare e lo prendo. Poi vado sotto il ciglio ad insidiare quei saraghi che erano sempre alla base ma non si fermavano mai. Si muovevano avanti ed indietro come forsennati. Uno riesco a farlo intanare e via pure questo in gommone.  Scorro verso il largo il ciglio e vedo diverso movimento. Quindi salgo in gommone mi faccio portare a monte e insidio i pesci cercando di spingerli verso quella tana che stava a circa 80m. La tecnica risulta fruttuosa: quando vado a rivederla metto un altro sarago nel cavetto.

Decido a questo punto di cambiare zona e di andare su un ennesimo ciglio dove avevo trovato diversi saraghi e tanute in peso. È la mossa decisiva: non trovo i saraghi subito ma, l’acqua pulita e la vita che c’era sul fondo, mi convincono a rimanere. Faccio alcuni tuffi e trovo un ciglietto molto bello e spaccato. Tagli piccoli ma interessanti. Pedagno e decido di non muovermi da qui. La zona mi piaceva molto ed immaginavo che i saraghi, più che in tana, li avrei trovati tra i vari funghetti di grotto. Una pesca lenta, difficile, di massima attenzione ma che alla fine mi premierà. Ne catturo tre in rapida successione prima che un concorrente mi si butti a fianco. Cerco di depistarlo con l’ansia che sale. Faccio delle planate, tergiverso finché, dopo alcuni tuffi a vuoto, si allontana. Scendo nuovamente e, sarago dopo sarago, chiudo la specie arrivando ai famosi 10 pezzi bonus. Sono molto soddisfatto perché negli ultimi anni é una cosa molto difficile da realizzare ed a me é riuscito già due volte in 3 campionati. Insisto a cercare murene e ne fiocino altre 3 in peso. Contento rientro in porto con 10 saraghi e 5 murene in peso  vincendo così la seconda giornata. Anche oggi ho pescato col 60 e la fiocinella, è la mia pesca e mi piace moltissimo. Poi si sposa perfettamente con la mia capacità di tener molto alta la concentrazione e di esser molto preciso. Un bel campionato, con molto pesce (anche se difficile) ed un’organizzazione impeccabile.

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